UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 13 ottobre 2010

Mercoledì 13 ottobre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 ottobre 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Presidi e rettore in corteo: «Niente tagli all'Università»
La protesta entra in Municipio: «Sindaco Floris ci aiuti»
 
La protesta cavalca l'Elefante. La torre, al centro di Castello, diventa da oggi il simbolo di chi contesta la politica del Governo sull'Università. Non a caso l'immagine del cavaliere armato di penna che cerca di trafiggere il drago è scelta dagli undici presidi delle facoltà cagliaritane - che ieri sera assieme al rettore hanno sfilato in corteo sino al Municipio - per rappresentare «la battaglia della cultura contro l'insensibilità di chi pensa che, in periodi di crisi, si deve cominciare a tagliare dall'Università». Immagine che, da stasera e per tutta la settimana, scorrerà sulle pareti della torre ad ogni tramonto, assieme alla scritta-simbolo della contestazione “Senza Università, nessun futuro”.
IL MESSAGGIO Un modo per dire che, in un momento cruciale per le sorti dell'Università (domani a Montecitorio inizia il dibattito sul disegno di legge Gelmini), Cagliari sta in guardia e farà di tutto per incidere sulla discussione parlamentare. «Questa ulteriore testimonianza, silenziosa ma speriamo eloquente e ben visibile - scrivono i presidi nella lettera consegnata al sindaco Emilio Floris durante l'incontro in via Roma - simboleggerà la presenza a Cagliari dei 40 mila studenti, ricercatori, docenti e dipendenti che compongono questa parte essenziale della città che è l'Università».
IL CORTEO E ieri tutti insieme (compresi i sindacati di Cgil, Cisl e Uil) hanno sfilato sotto gli occhi della gente comune, degli automobilisti che si son ritrovati per l'ennesima volta con il centro cittadino bloccato, dei commercianti e clienti dei negozi di via Manno e Largo Carlo Felice. Giunta in via Roma, la delegazione dei presidi, capeggiata dal rettore, è stata ricevuta dal sindaco che ha garantito «massimo sostegno». La posizione dell'Ateneo è quella illustrata in una mozione approvata ieri dal Senato accademico e nella quale si ribadisce la necessità di far rientrare i tagli ai finanziamenti e al turn-over, assieme al riconoscimento del ruolo dei ricercatori e a un vero sostegno al diritto allo studio. Detto questo, però, presidi e rettore non ritengono che «gesti estremi», come le dimissioni sollecitate dalla Rete 29 Aprile o una serrata dell'Ateneo, portino ai risultati sperati: loro preferiscono non abbandonare il timone, per continuare a essere un punto di riferimento per gli studenti. «Io e gli altri presidi siamo fermamente convinti della giustezza di questa posizione - spiega il preside di Architettura Antonello Sanna - di volta in volta decideremo interruzioni, manifestazioni, momenti di confronto e di protesta, come questa, per coinvolgere la società civile». Pertanto si ritorna in aula, «perché - dice il rettore Melis - la cultura va diffusa e non negata».
RETE 29 APRILE Un risultato che non soddisfa affatto i ricercatori, perlomeno i 325 che hanno ritirato la loro disponibilità all'insegnamento nell'Ateneo di Cagliari. «Ci aspettavamo che l'anno accademico venisse rinviato almeno sino al 18, come hanno già fatto le due facoltà di Scienze e Farmacia - dice la referente del coordinamento cagliaritano, Valentina Onnis - chiediamo nuovamente le dimissioni del rettore e dei presidi come estrema e incisiva forma di protesta». (c.ra.)
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari  - Pagina 25
Sassari. Ieri gli Stati Generali
L'università paralizzata scende in piazza contro la riforma dei tagli
 
La protesta dei ricercatori e dell'Università di Sassari contro la riforma Gelmini scende in piazza, spalleggiata da tutto il mondo della scuola pubblica. Venerdì mattina ricercatori, docenti e studenti sfileranno per le vie del centro di Sassari in una manifestazione organizzata dal Movimento per la difesa della scuola pubblica, che partendo da via Tavolara, alle 9 e 30, culminerà in piazza d'Italia.
La decisione di portare in strada il malumore di un Ateneo a rischio di estinzione, è stata presa ieri mattina nell'aula magna della sede centrale, nel corso degli Stati generali dell'Università di Sassari.
Un'assemblea cui hanno partecipato tutte le componenti dell'ateneo: ricercatori in prima fila, docenti e studenti a dar loro man forte. Un'alleanza fatta non solo di solidarietà, ma anche di fatti concreti: gran parte dei professori associati rifiuterà di accollarsi i corsi di insegnamento, non retribuiti, lasciati scoperti dai ricercatori. «I professori associati hanno l'obbligo di tenere un corso. Finora abbiamo sempre tenuto altri insegnamenti, gratis. Quest'anno io rifiuterò di tenere un secondo corso oltre a quello previsto dal contratto», spiega Paolo Francalacci, docente della facoltà di Scienze. Come lui molti altri diranno no all'extra lavoro da volontari. Lo faranno per solidarietà verso i ricercatori, ma anche come atto di dignità verso le proprie carriere e professionalità.
In questa situazione il trenta per cento dei corsi sono a rischio: su 250 ricercatori che, di fatto, reggono le sorti dell'Università di Sassari, circa il 90 per cento ha dichiarato la propria indisponibilità a sobbarcarsi la docenza di interi corsi di studio, che alla fine non sarà loro riconosciuta. Si limiteranno a lavorare secondo quanto prevede il loro contratto: faranno ricerca. Ieri ad aprire i lavori degli Stati generali è stato, non a caso, il rettore dell'Università di Sassari, Attilio Mastino, che ha criticato aspramente il disegno di riforma: «L'università non può essere riformata tagliando le risorse e aumentando il precariato», ha detto Mastino. Poi a fiume gli interventi degli organizzatori, Alberto Alberti, Daniele Dessì, Bianca Biagi, Andrea Cereatti, Lidia De Luca e, in rappresentanza della Rete 29Aprile (l'organizzazione dei ricercatori che a livello nazionale sta gestendo la protesta) e dell'Ateneo di Cagliari, Valentina Onnis e Guido Mula.
VINCENZO GAROFALO
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Nanoparticelle, al top anche quattro sardi
Ricerca. Quattro scienziati dell'Università di Cagliari hanno contribuito alla redazione di un'enciclopedia
 
Anche la Sardegna è presente nella “bibbia” delle nanotecnologie. Gli scienziati dell'Università del capoluogo Biancamaria Baroli (ricercatore della facoltà di Farmacia), Giancarlo Cappellini, Giuliano Malloci (rispettivamente professore associato di fisica e docente a contratto della facoltà di Medicina) e Giacomo Mulas (ricercatore autonomo dell'Inaf-Osservatorio astronomico) hanno partecipato alla stesura dell'opera Handbook of Nanophysics , l'enciclopedia delle nanotecnologie, uno dei settori scientifici di interesse che la Regione ha identificato nella recente Conferenza per la ricerca e l'innovazione.
L'OPERA I quattro ricercatori hanno redatto con altri 683 autori di 47 nazioni, di cui 25 italiani, l'opera in sette volumi edita da Klaus D. Slatter, professore di fisica dell'Università delle Hawaii at Manoa di Honolulu, e pubblicata dalla Crc Press. La Handbook è la prima enciclopedia sulle nanotecnologie al mondo a comparire sul mercato editoriale, per la cui realizzazione sono stati necessari tre anni e mezzo di lavoro. Tra i suoi scopi ha quello di incoraggiare la comunicazione tra specialisti di diversi settori e favorire la collaborazione in progetti interdisciplinari. Infatti copre temi relazionati con la fisica teorica e fondamentale e con le applicazioni nanotecnologiche di strutture e materiali. Per capire l'importanza di questi studi, basti pensare che la loro applicazione può essere fondamentale per il trattamento dei tumori.
I RICERCATORI SARDI I suoi autori sono scienziati di primo livello. Biancamaria Baroli dirige il laboratorio di nanomedicina della facoltà di Farmacia e ha collaborato con il Massachussets Institute of Technology (Usa), che ha scelto il suo laboratorio come luogo dove mandare i suoi studenti per stage all'estero. È stato il primo scienziato al mondo a dimostrare, con una tecnica mai utilizzata prima, che le nanoparticelle sono in grado di penetrare la pelle, argomento trattato anche nel capitolo scritto per il settimo volume dell'enciclopedia. Mentre Giancarlo Cappellini, Giuliano Malloci e Giacomo Mulas hanno redatto un capitolo presente nel secondo volume, in cui illustrano i loro studi basati su modelli matematici attraverso cui spiegano la possibilità dell'esistenza di altri nanomateriali. Questo studio è importante perché dà agli scienziati gli strumenti per identificare materiali prima sconosciuti.
MARIO GOTTARDI
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Campidano – pagina 27
Gonnos, fondi per la ricerca sulla Sla
Consegnati 11 mila euro al Dipartimento di Scienze genetiche dell'Università di Cagliari
 
La ricerca sulla Sla si finanzia con la solidarietà. Succede a Gonnosfanadiga dove, nei giorni scorsi, durante il convegno organizzato dal circolo culturale Incontri, in collaborazione con l'Aisla e il Comune di Gonnosfanadiga, sono stati consegnati al Dipartimento di Scienze Genetiche dell'Università di Cagliari 11 mila euro per sostenere la ricerca.
La somma è stata raccolta dalla vendita del libro "Il Muro della vita", la storia delle battaglie quotidiane di Eugenio Concas, malato di Sla, raccontate da Giuliana Zurru, amica di famiglia. «La vendita del libro ci ha dato risultati che nemmeno speravamo», spiega la scrittrice. «Non è stato semplice scegliere il progetto da sostenere. Volevamo una ricerca tutta sarda che tenesse conto delle peculiarità territoriali del Medio Campidano. Lo abbiamo trovato grazie al sostegno di Mario Melazzini, presidente dell'Aisla nazionale».
E così, il racconto di Eugenio accenderà la speranza di tanti malati con un progetto che porta il suo nome. «Costruiremo una bio-banca del Dna e delle cellule di soggetti sani e malati finalizzata ad individuare le causa genetiche della Sla», spiega Sandro Orrù, responsabile del progetto.
Nella sala gremita di persone, illustri esperti hanno presentato le fasi della ricerca che si svolgerà nel Dipartimento di Scienze Mediche ed Internistiche dell'Università di Cagliari. «È indispensabile trovare risorse per finanziare gli studi affinché in futuro non si debbano ancora vivere esperienze così dolorose senza potersi difendere», commenta Giuliana Biasioli, moglie di Eugenio Concas. «Ho trovato nei gonnesi sensibilità e solidarietà inaspettati. Tante persone si sono offerte di aiutarci. Finalmente un mondo nuovo si è svegliato attorno alla sofferenza. Oggi sono nate nuove amicizie e nuovi legami con persone prima sconosciute che vogliono partecipare al progetto».

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
L’università ridotta al silenzio
Un corteo muto con il rettore, i presidi e gli studenti, raggiunge il Comune
Ma i ricercatori ribadiscono: «I vertici dell’Ateneo si dimettano»
BETTINA CAMEDDA
 
CAGLIARI. «Senza Università, nessun futuro»: in prima linea questa volta sono scesi gli 11 presidi dell’ateneo e con loro il rettore Giovanni Melis, duramente contestato nei giorni scorsi da studenti e ricercatori.
 Ieri sera oltre cinquecento tra studenti, professori e ricercatori hanno aderito al corteo silenzioso promosso dai presidi che da via Università ha proseguito fino al Comune di Cagliari. «Manifestiamo il nostro disagio rispetto ad una politica di governo che sta ridimensionando il ruolo dell’Università - spiega il Rettore Giovanni Melis - noi chiediamo che l’università venga potenziata per favorire anche lo sviluppo economico e sociale del territorio. Gli studenti volevano una chiusura sine die delle lezioni ma credo sia giusto difendere il diritto allo studio degli studenti». Una delegazione di presidi, con portavoce il Preside della facoltà di Scienze politiche Paola Piras, ha incontrato il Sindaco di Cagliari Emilio Floris. «L’Università ha bisogno del sostegno della città, delle famiglie e delle Istituzioni»: dichiara Paola Piras che ha espresso anche grande preoccupazione per la drammatica situazione dei giovani ricercatori, ricordando che la ricerca è alla base del futuro del territorio. Tra le richieste messe in risalto dai presidi, il reintegro dei tagli al Fondo di Finanziamento ordinario per garantire didattica e ricerca, la fine dei tagli al turn over con la riapertura del reclutamento, il riconoscimento del ruolo dei ricercatori e delle risorse per la loro carriera, un vero sostegno al diritto allo studio e il reintegro dei tagli stipendiali per il personale. Il sindaco, in risposta, ha garantito il suo sostegno a Presidi e studenti almeno fino alla fine del suo mandato, previsto fra qualche mese. Dura la risposta dei ricercatori della Rete 29 Aprile che, pur ritenendo opportuno partecipare alla manifestazione per far conoscere la situazione di crisi, hanno ribadito il dissenso alla decisione, presa ieri dal Senato Accademico, di far partire l’anno accademico e hanno chiesto di nuovo le dimissione del Rettore e dei Presidi.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
«Tutti insieme per difendere l’Università»
Il rettore Mastino: la riforma non si fa con i tagli e aumentando il precariato
I ricercatori: continueremo a non fare didattica
In aula magna gli «Stati generali» con docenti, studenti e amministratori per fare il punto sullo stato di salute dell’ateneo
PAOLETTA FARINA
 
SASSARI. Uniti per difendere l’università. Perché è in atto uno smantellamento progressivo contro cui bisogna lottare subito, prima che sia troppo tardi. È l’allarme e insieme l’invito arrivato da docenti, ricercatori in lotta, studenti, personale e amministratori locali.
 Per la prima volta riuniti tutti insieme, ieri mattina, nell’aula magna dove si sono tenuti gli «Stati generali» dell’ateneo sassarese. Un appuntamento per verificare la salute dell’università che non è buona: tra riforma Gelmini e tagli conseguenti, quella turritana, che non figura tra le virtuose, vede il suo futuro traballare. Ed è un futuro incerto che non può permettersi non solo la città, ma l’intera isola. Senza una formazione di livello non c’è sviluppo e senza sviluppo si muore. A queste preoccupazioni ha dato prima di tutti voce il rettore Attilio Mastino. «Nessuno riuscirà mai a convincermi che l’università si riforma con i tagli. E sono tagli che soltanto nel 2011 priveranno il mondo accademico di 1 miliardo 300mila euro, quando per gli stipendi del personale ne sono necessari 7. Ma nemmeno potranno servire a cambiare il sistema - ha sottolineato il rettore - un diverso accesso concorsuale per i docenti o l’aumento del precariato».
 Riforma messa sotto accusa anche sul fronte della didattica. «Perchè è un tema che non affronta se non per sopprimere facoltà», ha rincarato il professor Mastino. Precariato e didattica, due facce della medaglia della lotta che hanno avviato i ricercatori, presenti con i rappresentanti nazionali e provenienti anche dall’ università cagliaritana. Loro la didattica l’hanno sospesa, e la facevano senza che nemmeno gli spettasse, perché non ci stanno a vedere il futuro della categoria segnato dal precariato: niente contratti a tempo indeterminato, prevede la Gelmini, ma solo a tempo, tagli agli stipendi. «Così non ci sono prospettive - spiegavano Alberto Alberti e Bianca Biagi, tra i leader della protesta che da mesi viene tenuta viva in tutte le facoltà italiane -. Quindi non torneremo in aula fino a quando non ci saranno aggiustamenti al disegno di legge della riforma». Ed è questa la speranza: il testo del ministro Gelmini ha subìto una battuta d’arresto nella discussione alle Camere, qualche spiraglio si apre. E del resto, come ha ricordato il Magnifico rettore, la riforma non potrà entrare in vigore subito dopo l’approvazione. Prima servono 16 regolamenti attuativi e 4 leggi delega. Con passione, ieri, i partecipanti hanno difeso il ruolo dell’università pubblica, in una realtà come quella sarda che vede appena il 7% di laureati e un vistoso calo demografico che ne mette in pericolo la sopravvivenza. Dalla politica è arrivato il sostegno con gli assessori comunale e provinciale alla Pubblica istruzione Alessio Marras e Rosario Musmeci. Il primo ha espresso preoccupazione e invitato a portare all’esterno la protesta degli atenei. Il secondo ha riflettuto sul fatto che «siamo di fronte a un attacco al sistema della scuola e dell’alta formazione pubblica». E la mobilitazione continua. Oggi i ricercatori si riuniranno nella facoltà di Lettere e il Movimento per la difesa della scuola pubblica ha organizzato per venerdì un corteo.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Gallura
L’università di Cagliari studia la nuova chiesa di Su Canale
Santa Maria della Pace inserita in un progetto finanziato dalla Regione e che prende in esame una decina di edifici di culto della Sardegna
GIUSEPPE MATTIOLI
 
 MONTI. La chiesa di Santa Maria della Pace di Su Canale è stata inserita in un progetto di ricerca portato avanti dal dipartimento di scienza della terra dell’Università di Cagliari. Lo ha comunicato il ricercatore, Gianluca Cuozzo al parroco, specificando che si tratta di un progetto “ sull’applicazione di metodologie termografiche alla diagnosi e propensione al degrado di edifici storici in Sardegna”.
 «Sono rimasto particolarmente sorpreso dalla notizia - dice il parroco don Renato Iori -. Anche perché fra le migliaia di chiese ubicate nella nostra isola non avrei mai immaginato che la mia parrocchia potesse essere oggetto di tanta attenzione e di studi circostanziati a questo tipo di applicazioni termografiche. L’ho comunicato subito ai miei parrocchiani che con me hanno espresso soddisfazione, dopo i tantissimi sacrifici fatti per la sua costruzione».
 Di fatto lo studio che porta avanti il dipartimento di scienze della terra dell’università degli studi di Cagliari vede coinvolti solo dieci edifici ecclesiastici in tutta la Sardegna, ricadenti in tre arcidiocesi: due di Oristano; quattro di Cagliari e quattro di Sassari. Unica nella diocesi Ozieri la nuovissima chiesa di Su Canale. Il progetto di ricerca, approvato dalla Regione e cofinanziato con fondi por, tende a valorizzare attraverso uno studio termo-fotografico, dieci edifici ecclesiastici che per rilevanza storica e caratteristiche intrinseche rivestono un ruolo fondamentale nello scenario isolano. La chiesa, che sorge al centro dei quattro agglomerati che costituiscono la frazione di Su Canale: Frades Tilignas, Frades Berritteddos, La Palazzina e Sa Piana, fu consacrata alcuni anni fa, dall’allora vescovo di Ozieri, mons Sebastiano Sanguinetti, costata circa ottocentomila euro è a forma di croce bizantina, frutto dell’inventiva dei progettisti dello studio Muzzu, e del lavoro di un impresa costruttrice entrambi di Olbia. Secondo il ricercatore Cuozzo «La salvaguardia e la conservazione dell’insieme dei beni esistenti in Sardegna, che per particolare rilievo storico, culturale ed estetico sono di interesse pubblico e costituiscono la ricchezza di un luogo e della relativa popolazione, deve diventare un obiettivo di primaria importanza».
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Le lettere ai tempi della regina Vittoria
La rivalutazione critica di un periodo ingiustamente misconosciuto in un convegno di studi che comincia oggi all’Università di Sassari
LARA GARGANO
 
 SASSARI. «La letteratura e la cultura vittoriana» in un convegno interdisciplinare di studi all’Università di Sassari. Da oggi fino al 15 ottobre si apre un ciclo di relazioni dedicato alla controversa età vittoriana (1837-1901). Protagonista una squadra di studiosi nazionali e stranieri che discuteranno dell’opportunità di rileggere l’età in questione oltre l’approccio negativo del Modernismo.
 L’evento, organizzato dalla preside della Facoltà di Lingue e letterature straniere, Giulia Pissariello, è una novità rilevante nel mondo accademico sassarese, che consentirà di fare il punto sul processo di revisione critica in corso da un trentennio.
 Ad essere contestata è l’idea di identificare l’età vittoriana con un’epoca di espansione economica e di conquiste coloniali: «Il secolo d’oro dell’Inghilterra in cui una borghesia avida e bigotta conviveva con i reietti delle periferie industriali», come dicono i Modernisti.
 Questo paradigma negativo è stato da tempo superato a partire dall’osservazione che il periodo in questione sia troppo ampio per essere valutato in modo univoco. Senza contare i contributi che proprio in questi anni sono arrivati dall’Inghilterra in campo scientifico con le teorie di Darwin e la nascita dell’antropologia culturale. E i grandi nomi della letteratura a cui questo Paese ha dato i natali: da Charles Dickens a Alphred Tennyson, da Matthew Harnold, padre degli studi sul celtismo, a Elisabeth Gaskell, romanziera interessata allo sfruttamento dei lavoratori nelle città industriali.
 Tutto questo è il background presupposto dai 28 studiosi che si alterneranno nel corso delle sessioni in cui è articolato il convegno. Da ricordare tra gli altri Francesca Romana Paci, docente dell’Università del Piemonte Orientale, che terrà una relazione sul vestito come segno e simbolo nei racconti soprannaturali di Vernon Lee (oggi nella prima sessione nell’aula magna dell’Università alle 9); Toni Cerutti che parlerà dei rapporti tra Risorgimento e cultura vittoriana (nella sessione del 14 aperta dalle 9 alla facoltà di Lingue); la relazione sulla scienza delle società primitive di Mario Atzori e Margherita Satta, nella tranche delle 15,30. E infine, nella stessa sede, l’intervento di Francesco Gozzi, dell’Università di Pisa, nell’ambito della sessione del 15 in programma alle 9.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
STORIA
Moravetti direttore del dipartimento
Succede a Mattone ed è stato un allievo di Giovanni Lilliu
 
 SASSARI. Alberto Moravetti è il nuovo direttore del Dipartimento di Storia. Il docente guiderà la struttura per i prossimi tre anni. Succede ad Antonello Mattone che aveva raggiunto il numero massimo di mandati, tre consecutivi, dal 2002 al 2010. Moravetti è professore ordinario di Preistoria e Protostoria. Dopo la laurea in Lettere classiche con Giovanni Lilliu, ha frequentato la Scuola Nazionale di Archeologia di Roma. Dal 1971 ha operato nell’Istituto di Antichità e Arte diretto da Ercole Contu e quindi è passato nel Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari a partire dal 1994. È stato anche visiting professor alla Pennsylvania State University e ha tenuto conferenze e seminari nelle università di Berkeley-San Francisco, California (Ucla)-Los Angeles, Granada.
 «Sono ben consapevole - dice Alberto Moravetti - delle difficoltà insite nella gestione di una struttura complessa come quella del Dipartimento di Storia, che si segnala, fra l’altro, per l’alto numero di docenti e ricercatori, per le sue ricerche in campo internazionale, per l’ampia apertura verso il territorio, per la sua biblioteca di oltre 40 mila volumi».
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Scritto da 679 scienziati, 25 italiani
Parla anche sardo il manuale di nanotecnologie
Tra gli autori quattro collaboratori dell’ateneo di Cagliari
 
CAGLIARI. Ci sono anche quattro ricercatori dell’università di Cagliari tra gli autori della «bibbia» sulle nanotecnologie. Giancarlo Cappellini, Biancamaria Baroli, Giuliano Malloci e Giacomo Mulas con altri 679 scienziati, tra cui 25 italiani, sono gli autori dell’enciclopedia Handbook of nanophysics. L’enciclopedia sulle nanotecnologie, è composta da 7 volumi, alla cui stesura hanno partecipato 683 autori di 47 nazioni, di cui 25 italiani. Tra questi ci sono appunto i quattro studiosi sardi che collaborano con l’ateneo di Cagliari: Cappellini (professore associato di fisica sperimentale, facoltà medicina), Baroli (ricercatore in tecnologie farmaceutiche, facoltà farmacia), Malloci (post-dottorando Slacs, amministratore della società Laboratorio Scienza srl, e docente a contratto facoltà medicina) e Mulas (ricercatore astronomo, Inaf-osservatorio astronomico di Cagliari).
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie