UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 28 settembre 2010

Martedì 28 settembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 settembre 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell'Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Slitta l'anno accademico
All'Università impossibile iniziare i corsi
  
L'inizio dell'anno accademico nell'Ateneo cagliaritano è stato rinviato all'11 ottobre. Lo ha deciso il Senato accademico. È il primo effetto della protesta dei ricercatori contro la riforma Gelmini: non vogliono più insegnare e senza di loro molti corsi salteranno.
 
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Lezioni bloccate, si parte l'11 ottobre
L'anno accademico non può iniziare: il Senato lo fa slittare
Università. È il primo effetto della protesta dei ricercatori contro la riforma Gelmini
 
L'Università prende atto dell'indisponibilità dei ricercatori di farsi carico della didattica e vota all'unanimità una mozione che rinvia l'anno accademico: l'inizio è fissato, per ora, lunedì 11 ottobre.
I ricercatori cagliaritani non vogliono più insegnare e senza di loro l'Università non potrà funzionare. In queste condizioni l'anno accademico non può iniziare, è necessario rinviare l'inizio delle lezioni. Così ha deciso all'unanimità il Senato che ha votato una mozione con la quale si dispone di congelare l'inizio dell'anno e di tenere bloccate le attività didattiche sino al 10 ottobre: per ora, salvo sorprese, le lezioni riprenderanno l'11.
LA PROTESTA Nel frattempo si spera che da Roma arrivi qualche segnale positivo: la riforma Gelmini, contestata dai ricercatori e oggetto della protesta in corso in tutta Italia, sarà discussa alla Camera il 5 ottobre. La data è già fissata nel calendario del ministero di viale Trastevere ma i ricercatori sperano che l'esponente del Governo ci ripensi: l'unica condizione a cui subordinano il ritiro della loro indisponibilità all'insegnamento per l'anno 2010-2011 è la revisione della riforma assieme all'apertura di un confronto con l'Università.
IL SENATO Tutto questo viene messo in evidenza nel documento firmato dal Senato accademico nel quale si sottolinea che «l'iniziativa governativa si è finora caratterizzata per il taglio dei finanziamenti, la riduzione dell'autonomia e l'impianto centralistico del modello di governo degli Atenei, il ridimensionamento del diritto allo studio e dell'accesso dei giovani al sistema della ricerca». Nel documento si denuncia anche «la gravità del progressivo disimpegno dello Stato nell'alta formazione in una prospettiva di drastico ridimensionamento dell'Università», e si auspica che nei prossimi giorni si realizzino nelle facoltà assemblee e incontri che coinvolgano insieme al corpo docente dell'Ateneo, anche le famiglie e la società civile. Per questo il Senato accademico dà mandato al rettore, Giovanni Melis, «di promuovere la massima diffusione pubblica dell'iniziativa», e invita i docenti a darne comunicazione in ogni sede.
GLI STUDENTI Tra le proposte al vaglio del Senato, c'era anche quella di far partire le lezioni regolarmente e di bloccarle successivamente per arrivare a un totale coinvolgimento degli studenti, compresi i fuori sede. Alla fine è prevalsa la soluzione del rinvio: una sorta di sospensione in attesa di prendere nuove decisioni. Nei giorni scorsi erano stati i ricercatori a sollevare il problema dopo aver confermato la loro indisponibilità a salire in cattedra. Una protesta legata alle loro condizioni di lavoro, ma soprattutto al futuro dell'Università e dei giovani. (c. ra.)
 
Provincia di Sassari - Pagina 25
Sassari Contro la riforma Gelmini
Stop alle lezioni per solidarietà con i ricercatori
 
Niente lezioni fino a nuovo ordine. I corsi delle Facoltà di Agraria, Scienze politiche, Veterinaria, Scienze matematiche, fisiche e naturali non partono: i presidi e i Consigli di Facoltà hanno deciso di sospendere l'inizio delle lezioni per spalleggiare la protesta dei ricercatori, messi all'angolo dalla riforma universitaria targata Gelmini.
Le quattro Facoltà, disattendendo l'appello del rettore, Attilio Mastino, a congelare la protesta per non compromettere il normale andamento della didattica, hanno deciso di mettere in stand by gli insegnamenti. Aspettano di ricevere buone notizie dal Parlamento, dove è in discussione la riforma universitaria. Se arriveranno riposte convincenti, le lezioni partiranno il 18 ottobre, con un ritardo di due settimane sul consueto tabellino di marcia. Se invece la riforma sarà approvata relegando i ricercatori a un ruolo di ultimissimo piano, l'Università di Sassari non sarà in grado di garantire il regolare svolgimento dei corsi.
Altre Facoltà potrebbero aderire in questi giorni al blocco delle lezioni. Per oggi è in programma un'assemblea con docenti, ricercatori e studenti della Facoltà di Lingue, e anche qui tira aria di sospensione dei corsi. I ricercatori dell'Ateneo sassarese tengono in piedi, come docenti, circa un quarto dei corsi attivati con l'offerta formativa delle Facoltà. In tutto all'Ateneo di Sassari sono 250 i ricercatori: tutti in stato di agitazione.
La protesta ha trovato l'appoggio di molti professori, che hanno deciso di non coprire i corsi lasciati vacanti dai ricercatori. Il Consiglio di Facoltà di Agraria è stato il primo a delibare, all'unanimità, per il blocco temporaneo dei corsi: «Non si può sempre far finta di nulla», spiega il preside, Pietro Luciano, «quello che subirebbero i ricercatori secondo quanto previsto dal disegno di legge Gelmini sarebbe un'autentica ingiustizia. L'offerta formativa dell'università si basa sul loro apporto. Sono fondamentali, indispensabili e svolgono a tutti gli effetti funzioni di docenti».
La solidarietà ai ricercatori in lotta era arrivata anche dal Senato accademico, anche se stemperata dalla successivo appello del rettore, che pur condividendo in pieno le ragioni della protesta, aveva chiesto di non paralizzare l'attività didattica dell'Ateneo.
VINCENZO GAROFALO
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Scambi culturali con il Giappone
Studenti. Firmato un protocollo d'intesa con l'ateneo di Miyazaki
 
Per l'Università di Miyazaki, città nel sud del Giappone, l'accordo firmato ieri con l'Ateneo di Cagliari è il primo in Europa. Un patto, della durata di cinque anni, che consentirà ai due atenei di scambiarsi studenti e opportunità, e che rafforza il legame fra le due isole: per Cagliari, infatti, si tratta della quarta collaborazione siglata con un'università del Sol Levante.
L'ACCORDO La facoltà di Medicina sarà la prima a sperimentare l'accordo, che si estenderà successivamente a tutti gli indirizzi. Ieri la firma, fra il rettore Giovanni Melis, il prorettore per l'internazionalizzazione, Giovanna Ledda, e i loro omologhi giapponesi. «Fino ad oggi, fra noi e l'università di Miyazaki ci sono state delle collaborazioni, ma solo tra professori», ha spiegato Melis dopo lo scambio di doni con la delegazione, capeggiata dal rettore Tatsuo Suganuma. «Con questo accordo anche studenti e ricercatori avranno la possibilità di ampliare le proprie prospettive internazionali».
LA GIORNATA Ieri mattina la delegazione ha potuto ammirare il Museo delle Cere anatomiche di Clemente Susini, allestito alla Cittadella dei musei. A far loro da guida, Alessandro Riva, ordinario di Anatomia alla facoltà di Medicina e curatore della collezione, che da anni tiene conferenze in Giappone. A seguire la visita al Polo universitario di Monserrato, dove i giapponesi sono stati accolti dal preside di Medicina, Mario Piga. Poi, nel pomeriggio, l'incontro con il sindaco Emilio Floris: «Vivendo in un'isola, abbiamo gli stessi problemi», ha commentato il sindaco nel corso della visita ai saloni di Palazzo Bacaredda. «E anche noi ci stiamo orientando verso la ricerca». Cagliari e Miyazaki hanno molto in comune: hinterland compreso, più o meno lo stesso numero di abitanti (la città giapponese ne conta 365mila), un clima mite e un mare ideale per praticare il surf. Il suo ateneo, fondato nel 1949, ha quattro facoltà: Pedagogia e Cultura, Medicina, Ingegneria e Agricoltura. E mercoledì sarà in città una delegazione di un altro ateneo giapponese, l'Università di Akita, per perfezionare un'altra intesa avviata già da anni.
FRANCESCO FUGGETTA
 
3 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia - Pagina 17
Abusi sui minori, un corso per imparare a indagare
L'iniziativa. Venti carabinieri seguiranno il seminario voluto da Arma e Procura
 
Interrogare un minore che ha subito violenza, conquistare la sua fiducia, fargli capire che non ha colpe in quello che è successo e convincerlo a fidarsi nuovamente dei grandi, sono tra i maggiori problemi che spesso incontra chi si occupa di indagare sui reati a sfondo sessuale. Anche perché, oltre all'individuazione del responsabile, in gioco c'è un bene pure più importante, cioè quello della tutela psicologica di bambini che hanno già vissuto un'esperienza terribile.
Nasce da queste riflessioni l'esigenza di attivare un corso di formazione dedicato al personale dell'Arma dei carabinieri, da sempre in prima linea sul fronte del contrasto della pedofilia e dei maltrattamenti ai danni dei minori. Un'iniziativa presentata ieri mattina nella biblioteca della Procura di Cagliari nata di concerto con la magistratura inquirente, rappresentata dal procuratore capo Mauro Mura, il Dipartimento di psicologia dell'Università, per il quale era presente la criminologa Cristina Cabras, e l'associazione Donna Ceteris, con in prima fila la presidente Silvana Maniscalco.
Venti i militari che già ieri hanno iniziato il seminario, tra cui cinque donne, in rappresentanza di tutti i presidi dell'Arma sparsi nel territorio della provincia. Trentuno ore di studio con l'obiettivo - come ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Michele Sirimarco - «di apprendere il corretto modo di relazionarsi a questo tipo di indagine soprattutto quando, considerati gli aspetti delicati dell'ambito in cui ci si muove, è necessario agire con particolare sensibilità e garantire un contatto appropriato con le vittime del reato». Per riuscire a rompere il rapporto di sudditanza psicologica che spesso si crea tra vittima e orco, oppure per convincere il minore a “tradire” l'adulto in caso di abusi in famiglia, o ancora per gestire correttamente l'avvio di un'indagine per maltrattamenti, è infatti necessario essere sempre più specializzati e avere conoscenze in vari campi. «Una specializzazione - ha sottolineato il procuratore Mura - che in Procura già esiste, con un sottogruppo di pm che si occupa specificamente di reati sessuali e su minori. Mi fa piacere che anche l'Arma senta questa esigenza, perché è una materia che ha bisogno di un sapere assolutamente specifico».
Durante l'incontro sono stati anche forniti alcuni dati: le violenze sessuali denunciate nel 2010 sono state 26, a fronte delle 28 del 2009 e delle 36 del 2008. In crescita, per effetto della nuova normativa, soprattutto le denunce per stalking, passate dalle 2 del 2008 alle 40 del 2010.
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 24
«Sbagliato finanziare i voli low cost»
Claudio Piga professore in Economia turistica in Inghilterra critica le scelte della Regione
Il docente: tratte coperte senza contributi per le compagnie
Piga: «Le compagnie low cost non devono gestire i flussi e la pianificazione turistica»
 
Tra i due litiganti il terzo gode. La cancellazione di 13 rotte low cost da e per l'aeroporto di Cagliari e il relativo incremento dei voli nello scalo di Alghero avrà un beneficiario: le compagnie aeree. Già, perché nel frattempo che il capoluogo e il centro catalano si asserragliano dietro barricate da campanile, le società che gestiscono i voli impongono la loro legge, prendere o lasciare, e incassano finanziamenti milionari. Poco importa se arrivano da Elmas o da Fertilia. Ebbene, un professore universitario suggerisce una scelta che farà discutere: tagliare ogni tipo di sovvenzione alle compagnie a basso costo, tanto coprirebbero ugualmente le destinazioni, e destinare quei soldi a iniziative mirate in grado di attrarre turisti. Tradotto, «non lasciare che siano le compagnie low cost a decidere su come e quando gestire la pianificazione turistica, ma la Regione, che sino a oggi si è comportata in modo amatoriale, dilettantistico».
NIENTE SOLDI Claudio Piga è un professore universitario sassarese che attualmente insegna Economia del turismo alla School of business and economics della Loughborough University. «Un'attenta analisi delle strategie Ryanair evidenzia come il vettore low cost guardi al mercato sardo in maniera molto più sistemica e integrata di quanto non facciano le nostre istituzioni pubbliche che muovono i fondi per la destagionalizzazione secondo logiche che non hanno niente a che vedere con una visione strategica del turismo in Sardegna». Il professore di Economia del turismo propone di analizzare la vicenda da un altro punto di vista. «Sembrerebbe che Ryanair veda molte più sinergie tra Alghero e Elmas di quante non ne vedano i nostri programmatori pubblici. Ovvero, siamo veramente sicuri che la Ryanair abbandonerebbe il mercato sardo se non le venissero pagati i sussidi? E se invece quei sussidi venissero usati per costruire, ad esempio, due campi da golf (uno a nord ed uno a sud, per carità) che richiamerebbero turisti dal nord Europa in bassissima stagione, la Ryanair non avrebbe forse interesse a gestire quel flusso senza bisogno di contributi?». Ma allora, quale potrebbe essere una via da seguire per far diventare davvero l'Isola meta del turismo? «Una vera politica sostenibile del turismo non dovrebbe esclusivamente essere mirata a muovere capitali fuori dalla Sardegna verso Dublino e dintorni, ma anche e soprattutto a costruire infrastrutture di ottimo livello che servano a creare posti di lavoro in Sardegna».
LE AGENZIE DI VIAGGI Capire quali sono i risvolti economici derivanti dal taglio delle rotte low cost nel sud della Sardegna non è semplice. Franco Turco, direttore di un'agenzia di viaggi, giudica scellerata la decisione di cancellare le rotte low cost, specialmente quelle con la Germania. «I nostri politici non hanno valutato la portata della vicenda: migliaia di posti di lavoro salteranno per aria. Un disastro paragonabile alla chiusura di 50 Vinyls». Turco non risparmia critiche. «In questa fase la Regione e la Sogaer, la società che gestisce lo scalo cagliaritano, sono colpevolmente assenti, mentre dobbiamo fare i complimenti alla Provincia e al Comune di Cagliari. Due enti divisi dai colori politici, ma uniti dalla volontà di difendere uno dei pochi volani dell'economia. Dà più risultati un euro investito nelle rotte low cost che cento euro spesi in qualsiasi altra iniziativa».
A quanto equivale il taglio delle rotte? «Inquadrare un turista che viaggia, mangia e dorme a basso costo non è semplice. Chi utilizza i voli low cost acquista il pacchetto su internet e raramente passa attraverso le agenzie di viaggi», commenta Ciro Perrino, responsabile di un tour operator. «Una cosa è certa: chi vola con 20 euro, certo non spende cento euro per un albergo».
ANDREA ARTIZZU
 
5 – L’Unione Sarda
Prov Medio Camp - Pagina 28
Gonnosfanadiga
Ultime ricerche sulla Sla, medici a convegno
 
La Sla continua a mietere vittime nel Medio Campidano con numeri che superano, di gran lunga, la media nazionale. Per fare il punto sullo stato della ricerca, sulle nuove prospettive della terapia e sui riscontri delle sperimentazioni in atto, il 7 ottobre, alle 16,30, nella fiera mercato a Gonnosfanadiga si svolgerà un convegno,organizzato dal circolo culturale Incontri, dall'Aisla Sardegna e dal Comune, in ricordo di Eugenio Concas, malato di Sla, strappato all'affetto dei suoi cari lo scorso anno. Sarà presentato il progetto chiamato "Eugenio" che prevede uno studio delle cause genetiche della Sla condotto dal Dipartimento delle Scienze Mediche e Internistiche dell'Università di Cagliari. (s.p.)
 
6 – L’Unione Sarda
Commenti - Pagina 12
Le potenzialità dell'Isola
Minacce d'indipendenza per avere l'autonomia
 
Ha avuto inizio martedì scorso, in Consiglio regionale, la discussione su numerose mozioni che trattano temi di fondamentale importanza per il futuro dell'Isola, come quello del rafforzamento dell'autonomia o dell'inizio di un percorso destinato a sfociare nell'indipendenza. Si tratta di concetti del tutto diversi fra loro: il primo risultato della discussione dovrebbe essere proprio quello di scegliere quale dei due obiettivi s'intende perseguire.
Decidere di rafforzare l'autonomia significherebbe procedere all'adeguamento dello Statuto sardo - che risale al 1948 - alle mutate condizioni politico-istituzionali: tenendo in particolare considerazione l'impatto dovuto al fenomeno dell'integrazione europea. Si tratterebbe, in buona sostanza, di un'esigenza dovuta al trascorrere degli anni; di trovare nuove norme per disciplinare nuove situazioni, senza mettere in discussione l'impianto complessivo dei rapporti fra Stato e Regione: a loro volta interessati dall'evoluzione in senso federale dell'Ordinamento repubblicano. L'argomento dell'usura dovuta al trascorrere degli anni è però destinato a fare i conti con un'obiezione difficilmente superabile. Ci si può chiedere come mai in Sicilia, dove lo Statuto è stato approvato nel 1946, non sia sorta un'analoga esigenza di aggiornamento. Nel rispondere a questa domanda emerge la differenza fra autonomia e indipendenza. I siciliani agirono in assenza di uno Stato capace di imporre loro dei limiti, sentendosi pienamente indipendenti. Ottenendo, di conseguenza, delle norme che oggi si preoccupano di difendere piuttosto che di aggiornare. Norme pensate in un periodo nel quale era ben presente l'ipotesi secessionistica, rappresentata dal Movimento per l'indipendenza della Sicilia. Lo spauracchio della secessione è stato poi utilizzato dalla Lega Nord negli anni '90. Anche in questo caso si è minacciata indipendenza per avere autonomia: sotto forma di maggiori risorse che dovrebbero essere garantite alle regioni settentrionali dai meccanismi del federalismo fiscale. Sembra mirare agli stessi risultati la proposta con la quale l'On. Maninchedda ha aperto la discussione in Consiglio regionale: un ordine del giorno, il più possibile unitario, con il quale comunicare al Parlamento italiano l'avvio del percorso d'indipendenza, e su questa base procedere ad una trattativa con lo Stato centrale da una posizione che si presume dotata di maggior forza. Non si tratterebbe, in tal caso, di semplice aggiornamento.
RICCARDO DELUSSU
(Università di Cagliari)
 
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro - Pagina 19
Maria Antonia Pirisi festeggia oggi il grande evento
Nonna Nina e i suoi cent'anni «La mia vita per la famiglia»
 
La signora, originaria di Macomer, ha una memoria di ferro. Ora, alla sua veneranda età, ha un solo cruccio: «Sono preoccupata per la mancanza di lavoro e per il futuro dei miei nipoti».
La città di Nuoro festeggia una nuova centenaria. Si tratta di Maria Antonia Giovannina (nota Nina) Pirisi, originaria di Macomer, che oggi raggiunge il traguardo delle 100 candeline circondata dall'affetto dei suoi cinque figli, genero, nuore, di quattro nipoti e cinque pronipoti. Sembrerebbe dunque confermata una delle ipotesi avanzate dall'équipe del progetto A'KeA guidata dal professor Luca Deiana dell'Università di Sassari, che individua tra i segreti della longevità l'essere circondati dall'affetto dei familiari.
L'AFFETTO La nonnina infatti, che a parte l'artrosi che non le permette di camminare da sola, gode di ottima salute, ha una memoria molto viva e fino a qualche mese fa lavorava ad uncinetto senza gli occhiali. Durante la sua lunga vita non è mai rimasta sola, nemmeno quando nel '54 perse il marito, Gavino Satta, nuorese di origini gavoesi, dipendente del Banco di Sardegna.
LA VEDOVANZA Ad aiutarla ad allevare i suoi sette figli, tre femmine e quattro maschi (due dei quali scomparsi prematuramente) è stata la madre, che lasciò Macomer per trasferirsi definitivamente a Nuoro dalla sua unica figlia. Anche lei vanta un record di longevità essendosi spenta nel 1973 all'età di 103 anni. Da allora Nina Pirisi abita nel condominio familiare di viale Trieste, con la figlia Maria Antonia e il figlio Francesco, ma nella stessa palazzina abitano anche gli altri suoi figli con le rispettive famiglie. Insomma una famiglia allargata a cui non mancano le occasioni di incontro e di far festa, tutt'insieme.
GIORNATA SPECIALE Ma oggi per la famiglia Satta-Pirisi, il pranzo di famiglia sarà veramente speciale, quattro generazioni riunite ad augurare a nonna Nina A kent'annos e prusu . I dispiaceri, la perdita di due figli in tenera età e del marito, non hanno scalfito il suo sorriso e la sua serenità. Trascorre le giornate a conversare con i familiari e a leggere i quotidiani per essere aggiornata su ciò che accade. In perfetto italiano racconta degli anni della guerra, della sua giovinezza trascorsa a Macomer, «una cittadina tranquilla dove il continuo via vai di persone, la ferrovia, l'industria casearia, la facevano sembrare lontanissima da Nuoro».
I RICORDI Racconta anche dell'incontro con il futuro marito avvenuto in casa di amici di famiglia. «I figli mi hanno dato tante soddisfazioni, hanno studiato e si sono sistemati - dice con orgoglio - ma sono preoccupata per la mancanza di lavoro e per il futuro dei miei nipoti».
MARIA BONARIA DI GAETANO
 
8 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Convegno
L'eliminazione della malaria in Sardegna
 
 “L'eliminazione della malaria in Sardegna. Il bilancio dopo sessant'anni”. È questo il tema che sarà trattato nel convegno in programma oggi a partire dalle 10 nell'aula magna di via Università 40. Per l'occasione arriveranno in città gli scienziati Vladimir P. Sergiev (Mosca) e Robert Sallares (Manchester). Sono previste le relazioni, tra gli altri, di Ugo Carcassi, Licinio Contu, Alessandro Maida, Luigi Demelia, Mario Piga, Alessandro Mathieu. All'incontro sono stati inoltre invitati Ugo Cappellacci, Graziano Milia, Emilio Floris e Antonello Liori
La giornata di studi è curata dall'ateneo con la partecipazione della Regione e dell'Organizzazione mondiale della sanità. L'apertura è affidata al rettore Giovanni Melis e al preside di Medicina, Mario Piga, che introdurranno i lavori degli studiosi internazionali. Nel pomeriggio, a partire dalle 15, le sessioni su “Malaria e malattie correlate in Sardegna” e “Malaria e altre affezioni”. Interventi di Ida Mura, Paolo Castiglia, Eugenia Tognotti, Giovanni Sotgiu, Licinio Contu, Giorgio La Nasa, Marco Songini, Stefano Mariotti, Luigi Demelia, Alessandro Mathieu.
 
9 – L’Unione Sarda
Primo Piano - Pagina 3
L'esperto
«Prima puntura, poi si diventa più vulnerabili»
 
«Quando una persona viene punta da una vespa, in genere il suo organismo diventa più sensibile al veleno iniettato da questi insetti. E quindi in caso di un secondo attacco, anche a distanza di giorni, mesi o anni, può correre il rischio di uno choc anafilattico». Carlo Contini, consulente entomologo dell'Università di Cagliari, spiega che in Sardegna la specie più diffusa è la Vespa germanica . «Rispetto alle api - prosegue l'esperto - hanno un pungiglione formato da molti denti piccolissimi che non si staccano dopo il contatto con la cute. Le vespe non muoiono dopo il primo attacco, come succede alle api, ma possono colpire uno stesso individuo diverse volte. In genere questo accade quando gli insetti si muovono in sciame per difendere il nido sotterraneo dove alloggia la “regina”».
Non tutti gli incontri ravvicinati con questa specie sono mortali per l'uomo. «Il veleno delle vespe - spiega ancora Carlo Contini - possiede un siero che può provocare reazioni fortemente allergiche e presenta anche una sostanza come la serotonina. In genere causa dolore, gonfiore, eritema, prurito e febbre. Reazioni più tossiche sono decisamente rare. Ma ogni organismo può reagire in maniera diversa».
In genere la vita di una vespa è legata a quella della sua colonia, nata attorno a un nido e a una “regina”, come per le api. Si tratta di insetti che si cibano di zuccheri. Gli amanti delle scampagnate in campagna, sui monti o al mare devono fare molta attenzione: le vespe possono essere attratte dallo zucchero presente nelle bibite racchiuse in lattina, oppure dai frutti particolarmente maturi e dolci.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Università, slittano le lezioni
Protesta dei ricercatori, a Cagliari mozione del Senato accademico
A Sassari didattica bloccata in quasi tutte le facoltà, mobilitazione contro i tagli del governo
PIER GIORGIO PINNA
 
 SASSARI. Università: il via alle lezioni è rinviato. In Sardegna la protesta dei ricercatori fa slittare l’inizio dei corsi di almeno una decina di giorni. La situazione interessa 50mila studenti. Nella gran parte degli istituti così l’intera attività didattica non comincerà come sempre ai primi di ottobre ma solo più tardi e con modalità diverse da facoltà a facoltà. Tranne qualche eccezione dove il lavoro è riniziato interamente o in parte: per esempio, Architettura ad Alghero ed Economia a Sassari.
 A Cagliari, comunque, tutto posticipato all’11 ottobre. L’ha deciso, dopo una seduta durata fino alla tarda mattinata di ieri, il Senato accademico con una mozione-delibera approvata all’unanimità. A Sassari i vertici dell’ateneo guidati dal rettore, Attilio Mastino, hanno «suggerito ai presidi e ai docenti di valutare l’ipotesi di un rinvio di due settimane» e «invitato i consigli di facoltà a intraprendere iniziative per manifestare il malessere». Appello, nella pratica, raccolto quasi ovunque.
 Nel documento votato a Cagliari si sottolinea «la gravità del progressivo disimpegno dello Stato dall’alta formazione in una prospettiva di drastico ridimensionamento dell’università». E ci si augura che nei prossimi giorni si realizzino nelle facoltà assemblee e incontri «che coinvolgano, insieme al corpo docente, famiglie e società civile» (un incontro nel capoluogo di regione, prima di quest’invito, era già stato promosso dai ricercatori per domani). «Non c’è futuro per il Paese, nel mondo globalizzato, senza alta formazione, ricerca e innovazione, che in Italia è quanto dire “senza università pubblica” - è scritto ancora nella mozione approvata a Cagliari - L’iniziativa governativa si è finora caratterizzata per il taglio dei finanziamenti, la riduzione dell’autonomia e l’impianto centralistico del modello di gestione degli atenei, il ridimensionamento del diritto allo studio e dell’accesso dei giovani al sistema-ricerca».
 A Sassari il Senato accademico «solidarizza con le giuste rivendicazioni dei ricercatori». Ed esprime «la più grave preoccupazione sugli effetti che scelte politiche non adeguatamente meditate e mediate potrebbero avere sul sistema universitario».
 In qualche caso, come ad Agraria, il consiglio di facoltà non si limita ad aderire alla lotta. Nell’indicare la ripresa dei corsi (il prossimo 18 ottobre) si riserva di «mettere in atto ulteriori e più energiche forme di protesta per ottenere una revisione del disegno di legge attuale». La normativa dovrebbe venire presto messa ai voti in Parlamento. Un pacchetto che prevede una serie di riforme con sforbiciate e penalizzazioni per gli atenei italiani. E che colpisce in particolare i ricercatori sardi.
 I quali non vogliono però stare a guardare. Come i colleghi della penisola, hanno già annunciato che stavolta non organizzeranno manifestazioni, cortei o sit-in. Si limiteranno a fare quello per cui sono pagati e saranno un domani rivalutati nei concorsi: la ricerca, appunto. Ma la loro assenza da esami, lezioni, attività di laboratorio provocherà una paralisi negli atenei. Si calcola che il 40% del lavoro ricada infatti su queste figure professionali. Facili da immaginare, quindi, i contraccolpi a cascata della protesta.
 
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università, una porta aperta verso il Giappone
Firmato l’accordo di collaborazione tra l’ateneo cagliaritano e quello di Miyazaki
 
 CAGLIARI. Quello di Cagliari è il primo ateneo europeo a siglare un accordo di collaborazione con l’Università giapponese di Miyazaki: la firma dell’intesa è avvenuta ieri, nei locali del Rettorato. Lo scopo è attivare un canale di scambio di studenti e opportunità tra le due istituzioni.
 L’importanza della cooperazione internazionale è stata sottolineata dal rettore dell’università di Cagliari, Giovanni Melis, che ha evidenziato come «gli accordi internazionali permettano di conoscere culture diverse dalle nostre e di soddisfare standard di eccellenza per lo sviluppo di percorsi formativi che rispondano alle nuove sfide della società della conoscenza».
 Il rettore di Miyazaki, l’anatomista Tatsuo Suganuma, ha dichiarato che «l’intesa, di durata quinquennale, permette di consolidare le collaborazioni avviate negli anni scorsi», ricordando le recenti conferenze - tenute in Giappone - dal collega anatomista Alessandro Riva, e dal preside della Facoltà di Medicina, Mario Piga (entrambi presenti alla firma dell’accordo).
 «Si tratta di un’intesa molto ampia - ha concluso il prorettore per l’internazionalizzazione, Giovanna Ledda - A breve seguirà un accordo specifico per la mobilità studentesca.
 Con quello di Miyazaki, sono quattro gli atenei che hanno stretto attività di collaborazione con la nostra Università».
 Mercoledì sarà in città una delegazione di un altro ateneo giapponese, l’Università di Akita, per perfezionare un’intesa raggiunta alcuni anni fa, e che ha permesso a numerosi studenti giapponesi dei primi tre anni di frequentare il dipartimento di Tossicologia di Cagliari.
 L’intenzione è quella di allargare l’intesa ad altri settori scientifico-disciplinari.
L’Università di Miyazaki University è stata fondata nel 1949, a seguito della fusione tra la Scuola Superiore di Agricoltura e Silvicoltura, la Scuola Normale Prefettizia per l’educazione primaria e la Scuola Tecnica Superiore Prefettizia.
 Attualmente la UoM ha 4 Facoltà: Pedagogia e Cultura, Medicina, Ingegneria e Agricoltura.
 
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
La salute mentale della donna
Meeting internazionale nell’aula congressi della facoltà di Medicina
 
 CAGLIARI. Si svolgerà, oggi, nell’aula congressi della Facoltà di Medicina e Chirurgia, a partire dalle 9.30, il primo meeting sulla Salute Mentale della Donna. L’evento è organizzato dalla Commissione Regionale Pari Opportunità in collaborazione con l’Università di Cagliari (Master Internazionale Salute Mentale e Primary Care) e con la Società Mediterranea di Salute Mentale. L’Oms stima che fra il 2010 ed il 2020 un adulto su tre soffrirà di un disturbo mentale nel corso della vita e che la depressione sarà al secondo posto, dopo i disturbi cardiovascolari, fra le cause di disabilità.
 La stima è che una percentuale di donne fino al 25% sia destinata a soffrire di depressione in un qualche momento della vita. E a parlare di salute mentale della donna saranno in gran parte donne: delle problematiche dell’adolescenza parlerà al meeting del 28 Settembre la professoressa Noemi Sanna, psichiatra dell’Università di Sassari, mentre “Donna, Migrazione e Salute Mentale” è il titolo della lectio magistralis di Nereide Rudas. E ancora: Cecilia Tasca, del Dipartimento di Studi storici, geografici e artistici dell’Ateneo cagliaritano illustrerà i diversi approcci al problema che nella storia si sono verificati, mentre la farmacologa Maria Del Zompo parlerà nello specifico di depressione post partum.
Dell’alcolismo, problematica che va estendendosi anche al femminile in Sardegna, parlerà Graziella Boi, responsabile del Centro per il trattamento dei disturbi psichiatrici alcool correlati della Asl 8 di Cagliari. Rosa Cristina Coppola, del Dipartimento di Sanità dell’Università di Cagliari, parlerà della tendenza delle donne ad occuparsi degli altri prima che di se stesse.
 
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Cultura e Spettacoli
«AniMatti», l’arte del sogno ad Alghero
Si è chiusa sabato la scuola estiva d’animazione della facoltà di Architettura
Presentati i cortometraggi realizzati dagli studenti con l’aiuto di esperti internazionali come Chris Gavin e Eleni Mouri
FABIO CANESSA
 
 ALGHERO. Rappresentare i sogni, tramutarli, anche solo per pochi minuti, in qualcosa che assomiglia da vicino alla realtà. È il potere dell’animazione, l’arte del sogno. Una magia che sedici ragazzi hanno imparato a conoscere nelle due intensive settimane di «AniMatti».
 Sabato sera, con la presentazione all’asilo Sella dei lavori realizzati dagli studenti del laboratorio di animazionedesign, si è chiusa la scuola estiva sull’immagine animata della facoltà di Architettura.
 Come tanti Harry Potter educati alle arti magiche a Hogwarts, i ragazzi del corso hanno imparato ad Alghero i “trucchi” di base del mondo dell’animazione sotto la guida di importanti maestri come Eleni Mouri, docente di animazione ad Atene, e Chris Gavin, animatore e regista inglese che lavora a Londra per la Tandem Films. Frutto della full immersion di due settimana sono stati i cortometraggi presentati al pubblico (in collaborazione con il festival «Pensieri e parole»), nati in un manciata di giorni, ma assolutamente godibili. Quattro in tutto i progetti: «Sa filonzana», che riprende un racconto della tradizione sarda, realizzato animando dei pupazzi. «Super Dario Bros» che vede protagonista un ragazzo in carne ossa che si muove come in un videogioco. «Filastrocca impertinente» dove ad animarsi sono semplici oggetti come un bottone o un gomitolo e «2d contro 3d» che mescola figure bidimensionali ad altre tridimensionali.
 La serata di sabato è stata anche l’occasione per presentare la grande novità in cantiere: I-Am-Ation, un progetto che mette insieme animazione, design della comunicazione e giornalismo. «Lo scopo di I-Am-Ation - spiega il docente Nicolò Ceccarelli - è rendere facilmente comprensibili attraverso l’animazione anche le dinamiche o i concetti che presuppongono conoscenze tecniche, così da avvicinare persone che per limiti culturali, per la distanza fra generazioni o, spesso, per la difficoltà dell’argomento, tendono a restare all’oscuro di una serie di informazioni».
 Anche in questa occasione il laboratorio di animazionedesign della facoltà di Architettura coinvolgerà docenti internazionali: di Atene, Madrid, Cardiff. Da qui arriveranno, per tre anni consecutivi, docenti e allievi, a cui si aggiungono quelli della facoltà algherese. Il tutto grazie a un finanziamento legato all’Erasmus intensive program. Inoltre il progetto che dovrebbe partire nella primavera del 2011, lavorerà anche al rapporto fra i media e i nuovi strumenti dell’informazione, dagli smartphone ai tablet pc. E coinvolgerà anche istituzioni del settore no-profit.
 
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
Università, boom di iscrizioni al corso di scienze forestali
La soddisfazione del preside Franceschini e i progetti dell’ateneo
 
 NUORO. Boom di iscrizioni al corso di laurea in Scienze forestali e ambientali. Un centinaio gli studenti iscritti: di questi 93 si sono presentati alla selezione avvenuta venerdì scorso, ma solo 50 sono stati selezionati così come stabilito dal consiglio dell’Università. «L’ aumento delle iscrizioni significa una sensibilità diversa del territorio e degli studenti alle problematiche ambientali - ha spiegato Antonio Franceschini presidente del corso di laurea in Scienze forestali e Scienze ambientali - si ricercano maggiori conoscenze di settore».
 «E si vuole intraprendere - aggiunge - questa carriera che asseconda la peculiarità territorio. Questo vuol dire che si sta creando coscienza universitaria intorno a Nuoro. Le famiglie riconoscono che in questa città esiste una realtà. Gli studenti continuano a venire in larga misura dalla Provincia di Nuoro ma aumentano quelli che provengono da altre città sarde. Le attività collaterali che abbiamo messo in campo hanno fatto crescere questa realtà e stiamo iniziando a raccogliere i primi frutti».
 I primi due anni di studio sono comuni sia per il corso in scienze forestale sia per quello in scienze ambientali, le differenze di facoltà vengono marcate invece nel biennio specialistico, quando l’attività di laboratorio diventa più intensa e gli studenti si spostano da Sa Terra Mala a Carta Loi. Strutture inadeguate e finanziamenti, restano i nodi principali da sciogliere per avere una università all’altezza. Il preside della facoltà di Agraria dell’Università di Sassari Pietro Luciano (da cui i corsi di laurea nuoresi sono gemmati) era a Nuoro venerdì scorso per le selezioni e fa un bilancio dei primi 15 anni di attività dell’Università: «Il progetto era grandioso alla partenza ma poi sono venuti meno alcuni presupposti: il parco del Gennargentu è abortito, sul campus della ex artiglieria si è perso tempo, la scuola forestale è ancora lettera morta. La legislazione nazionale non ci ha favorito e zoppichiamo soprattutto sul numero dei docenti. I ruoli sono insufficienti: abbiamo 12 docenti per entrambi i corsi di laurea in luogo di 20». Ma negli ultimi tempi è arrivata nuova linfa per potenziare il personale: «Recentemente l’amministrazione provinciale ha stanziato 204 mila euro che abbiamo destinato per alcuni bandi decisi nel mese scorso dal senato accademico: 3 tutor che sono in fase di selezione e 1 concorso per un ricercatore in idraulica e sistemazione idraulica e forestale che sarà operativo massimo entro la fine dell’anno. È arrivato un po’ di ossigeno, ma non tutto quello di cui abbiamo bisogno». I problemi non mancano e neanche le proposte: «Servono strutture più accoglienti e capienti - prosegue il preside della facoltà di Agraria – in maniera tale che Nuoro diventi un riferimento formativo».
 
15 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
L’ESPERTO
«Il veleno di quegli animali in alcuni individui è fatale»
PASQUALE PORCU
 
 SASSARI. «Ma siamo sicuri che fossero vespe e non api?», chiede il professor Ignazio Floris, specialista in api, docente di Entomologia alla facoltà di Agraria dell’università di Sassari. Il 7 e l’8 ottobre, a Cala Gonone, il professor Floris parteciperà al convegno nazionale di allergologia dedicato alle terapie da adottare nel caso di punture di insetti. «La differenza sulle punture di questi insetti è semplice- dice- l’ape che ha una sorta di arpione nel pungiglione, nell’atto di ritrarsi subisce lesioni gravi che ne provocano la morte. La vespa ha degli uncini più piccoli che permettono all’insetto di ritrarre il pungiglione senza problemi». Vespa o ape, però, alla fine non fa gran differenza rispetto alle conseguenze della puntura. Quello che importa, invece, è la ipersensibilità della vittima che può morire per shock anafilattico. «Purtroppo - dice Floris - molti di questi soggetti non sanno di avere una ipersensibilità per il veleno degli insetti e una volta punti se non attuano una adeguata terapia a base di cortisone nel giro di una ventina di minuti possono morire». Basta un test allergologico per sapere se si è ipersensibili alle punture degli insetti. Api e vespe, però, sono termini generici. Oggi nel mondo si conoscono 20 mila varietà di api (in Sardegna sono circa 200) e qualche migliaio di vespe.
«Recentemente - dice il professor Floris- ci hanno segnalato la presenza in Sardegna (in Ogliastra e in Gallura) della vespa più grande che si conosca in Europa: vespa Crabro, il calabrone vero e proprio, il doppio di una vespa normale e quindi dotata di un pungiglione doppio».
 Di vespe, nella nostra isola, molti conoscono quella cosiddetta «germanica»: molto aggressiva, vive in popolazioni di migliaia di esemplari preferibilmente in campagna. L’altra varietà è la «poliestis»: fa il nido nelle grondaie, negli anfratti, nei tronchi degli alberi e vive in comunità di centinaia di individui.
 Come ci si può difendere da questi insetti? «Innanzittutto con la prevenzione- spiega Floris- Entro il mese di ottobre, in genere, le vespe muoiono (a parte le femmine-regine). Se non si vuole che il nido, che comunque resta, venga ripopolato, deve essere distrutto senza pietà. Si tenga conto che ormai si trovano nidi anche nei giardini pubblici e privati, nei tronchi degli alberi, negli anfratti: prima si fa il monitoraggio dei nidi e prima eliminiamo il pericolo alla radice». Api e vespe si comportano in maniera differente. «Le api - ricorda Floris - in genere non aggrediscono, anche perchè per loro si tratterebbe di un suicidio. Ma se le api, che sciamano alla ricerca di pollini, incrociano nella loro traiettoria e sbattono su un individuo, pungono per paura che voi costituiate un pericolo per la loro comunità. Altrimenti non succede nulla. A meno che non si tratti delle cosiddette “api assassine”, un incrocio creato dall’uomo, che vive nelle zone tropicali».
 «Diverso - dice il docente di apidologia - è il caso delle vespe: sono più aggressive e si nutrono di tutto: dagli zuccheri alla carne, dai rifiuti ai succhi di frutti, al panino che state per addentare. Se le allontanate possono pungere. E dal momento che lasciano sulla pelle delle tracce chimiche a base di feromoni, altri individui sono spinti a pungervi, a catena. Infatti, sono insetti meno evoluti e per questo più aggressivi.
 
 
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie