UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 15 settembre 2010

Mercoledì 15 settembre 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 settembre 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cultura  - Pagina 43
Etnomusicologi, incontri e musica folk
Simposio. Da oggi a Cagliari esperti da tutto il mondo per studiare i canti a tenore della Sardegna
 
Si apre oggi a Cagliari il primo Simposio dello Study Group ICTM on Multipart Music, ossia del comitato designato dalla più grande e importante organizzazione mondiale di etnomusicologi per lo studio scientifico delle musiche a più parti vocali e strumentali. Formato da specialisti europei, lo Study Group ha sede a Vienna ed è presieduto da Ardian Ahmedaja, vicepresidente è il docente dell'università di Cagliari Ignazio Macchiarella che cura il simposio. Il comitato dipende dal direttivo dell'ICTM (International Council for Traditional Music), organizzazione fondata a Londra nel 1947, attualmente con sede negli Stati Uniti e in Australia che raccoglie etnomusicologi di Università e centri di ricerca di tutto il mondo. Per la prima volta l'ICTM è presente in Sardegna.
PROGRAMMA Organizzato dal Dipartimento di Studi Storici Geografici e Artistici dell'Università di Cagliari, il simposio si articolerà in due fasi: la prima (da oggi a sabato) di carattere teorico si svolgerà presso l'aula magna della Facoltà di Lettere e vedrà la partecipazione di specialisti provenienti da tutto il mondo (Australia, Stati Uniti, Georgia, Argentina, Lituania, Estonia, Argentina, Portogallo, Francia, Spagna, Inghilterra, Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Germania, Belgio) e vari italiani. La seconda si terrà in Baronia, fra i comuni di Irgoli, Orosei e Galtellì e sarà costituita da una serie di laboratori a cura di Sebastiano Pilosu) sul canto a cuncordu, a tenore e su altre espressioni.
FILM Durante la fase cagliaritana, ogni sera, dalle 18,45-20, sempre nell'aula magna di sa Duchessa, verrà proiettato un film su espressioni vocali a più parti (rassegna a cura di Marco Lutzu), mentre dalle 21,30 nel Teatro Nanni Loy si darà spazio alla musica tradizionale sarda con concerti oggi de su Cuntrattu seneghesu (Seneghe) e su Tenore Supramonte (Orgosolo); domani di Daniele Giallara ed Emanuele Bazzoni accompagnati alla chitarra da Bachisio Masia; venerdì di Roberto Corona, Gianfranco Mascia, Rocco Melis e Salvatore Trebini alle launeddas e sabato di Su Cuncordu 'e su Rosariu di Santu Lussurgiu.
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari - pagina 23
Energia e nucleare, il futuro dell'Italia
Ingegneria - Università, a congresso 400 esperti
 
L'Italia può fare a meno di investire nell'energia nucleare e nei combustibili fossili per garantire ancora per un paio di secoli la produzione di potenza a costi controllati? È ragionevole tagliare una parte cospicua del Pil nazionale per produrre potenza dalle fonti rinnovabili con le tecnologie disponibili oggi? A queste domande sui tenterà di dare una risposta nel corso del 65mo Congresso Nazionale dell'Associazione Termotecnica Italiana (ATI) che si è aperto ieri presso il Chia Laguna Resort. "Energia e ambiente: motori dello sviluppo" è il tema dell'evento che ha richiamato in Sardegna 400 esperti di energia, dal nucleare al riscaldamento domestico ed alle energie alternative, provenienti dalle aziende elettromeccaniche italiane, dalle università e dagli studi professionali. Tra i partecipanti ricercatori e manager che operano nei processi delle trasformazioni energetiche con ruolo da protagonisti della innovazione.
IL CONGRESSO Organizzato dalla Sezione Sardegna dell'ATI presieduta da Francesco Floris, docente di Ingegneria Meccanica dell'Università di Cagliari, il congresso si svolge nell'Isola per la terza volta (i precedenti nel lontano 1974 e nel 1991). È articolato in sessioni tecniche per quattro giornate (si concluderà venerdì) su dodici temi principali, dall'energia nucleare al benessere ambientale, dall'idrogeno al risparmio energetico negli edifici, dalle fonti rinnovabili ai motori a combustione interna.
FLORIS «Questo congresso - spiega il professor Francesco Floris - è un'occasione importante per affrontare temi di grande attualità e urgenza con i massimi esperti nazionali. Se non si apre un dibattito chiaro, con analisi severa dei costi e benefici, è sicuro che l'Italia andrà incontro ad una crisi energetica le cui conseguenze non potranno che essere gravi».
 
3 - L'Unione Sarda
Prov Sulcis - Pagina 22
Università del Sulcis: l'agonia
Mancano i finanziamenti, dal prossimo anno si chiude
 
I corsi sono stati trasferiti a Cagliari, le risorse non bastano e dal prossimo anno l'Università del Sulcis Iglesiente potrebbe essere costretta a chiudere. A Monteponi sono rimasti soltanto venti studenti.
A un passo dalla chiusura. Quello che sta per iniziare potrebbe essere l'ultimo anno accademico dell'Università del Sulcis Iglesiente aperta nel 1997 a Monteponi negli edifici della vecchia miniera alle porte di Iglesias. Sono rimasti 20 studenti: si accingono a ritornare nelle aule della palazzina Bellavista per il terzo anno che li condurrà alla laurea in Scienza dei materiali. Poi, si chiude. Già dall'anno scorso, a Monteponi, non c'è più la possibilità di accogliere nuove iscrizioni, dirottate all'Ateneo di Cagliari, cittadella universitaria di Monserrato. Resta soltanto il terzo anno e, a meno di un miracolo, sull'Università del Sulcis (che prima di Scienza dei materiali aveva perso Ingegneria ambientale) calerà definitivamente il sipario.
AL CAPOLINEA Una cruda realtà di cui hanno preso atto, lunedì sera, i soci del Consorzio Ausi guidato da Tore Cherchi che, in quanto presidente della Provincia (socio di maggioranza del Consorzio che sostiene l'Università) presiede anche il consiglio di amministrazione. «Stando così le cose è evidente che si va verso l'esaurimento dell'attività didattica - ammette Cherchi - ma è altrettanto chiaro che l'intento dell'Ausi non è di limitarsi a prendere atto di questa drammatica situazione. C'è, al contrario, la volontà di battersi per evitare la chiusura definitiva e fare in modo che ci sia un rilancio non solo dell'attività didattica, ma anche della ricerca scientifica». Dal punto di vista economico è chiaro che i soci dell'Ausi (in primis Provincia, Comuni di Iglesias e Carbonia) non sono nelle condizioni di fare di più, ma possono esercitare il loro ruolo politico nei confronti dell'interlocutore principale: la Regione.
LA BATTAGLIA Cherchi evidenzia questo aspetto con determinazione e tira in ballo il ruolo di “Sardegna ricerche”, l'organismo regionale (ex Consorzio ventuno) che ha tra i compiti la promozione della ricerca. «Chiediamo che Sardegna ricerche batta un colpo e si esprima in merito ai programmi per lo sviluppo di questo territorio. Abbiamo assistito alla fine dell'epopea mineraria, siamo alle prese con la crisi industriale, non possiamo permetterci il lusso di farci scappare di mano le opportunità legate a un progetto innovativo come l'Università».
LE RISORSE Non è soltanto una questione legata ai finanziamenti regionali, seppure drasticamente ridotti, a partire dal 2004, e passati da oltre 700 mila euro a 399 mila all'anno. «Bisogna capire se da parte della Regione c'è la volontà di investire sullo studio e sulla ricerca. Non sappiamo ad esempio cosa si intenda fare del progetto, presentato dal pro-rettore per la ricerca scientifica Giorgio Piccaluga, per costituire un Centro interdipartimentale per la Ricerca scientifica. È tutto in stand by».
CINZIA SIMBULA
 
4 - L'Unione Sarda
Prov Sulcis - Pagina 22
«È stata la Regione a condannare l'Ausi»
Iglesias Le accuse di Roberto Frongia
 
Dice che le sorti dell'Università erano segnate da tempo: «Dai tempi della Giunta Soru per la precisione». Ma Roberto Frongia, esponente dei Riformatori sardi, non salva neppure l'attuale amministrazione regionale di centrodestra: «È chiaro che la Regione deve fare la sua parte e dedicare le risorse necessarie a questo territorio. Deve fare, cioè, quello che non ha fatto nella finanziaria del 2010. Anzi, che non ha fatto fino a questo momento». Quando è nata l'Università di Monteponi, nel 1997, Frongia era amministratore comunale e, insieme all'allora sindaco Mauro Pili, ha fortemente sostenuto il progetto. Oggi ribadisce che «la rinascita della nostra economia non può che ripartire dall'Università, dalla cultura e dalla ricerca in tutti i campi». Il punto di vista dell'esponente dei Riformatori è in linea con quello espresso dal presidente della Provincia: «Bisogna rilanciare l'Università e creare un polo didattico e di ricerca, un polo di eccellenza sia per quanto concerne il corso di scienze dei materiali, sia per la didattica e la ricerca, soprattutto nel campo geologico». Frongia si sofferma, inoltre, sull'aspetto turistico. «Coglierei l'occasione per proseguire il lavoro iniziato nel 2000 dall'assessorato regionale del Turismo perché se si vuole puntare verso lo sviluppo del turismo si dovrà sostenere la promozione di nuove competenze nel settore». Nello specifico il riferimento è «alla realizzazione di una filiera formativa costituita da un diploma universitario in tecnologia e gestione di piccole e medie organizzazioni del turismo, una laurea in scienze e tecniche di gestione turistica e un diploma di specializzazione post lauream in economia dell'integrazione fra risorse culturali e turismo, fra risorse naturali e turismo, nelle relazioni interculturali con specifica attenzione al turismo quale fattore di sviluppo». Una proposta che Frongia avanza non soltanto per Iglesias, ma per tutto il territorio.
Al momento nella sede di Bellavista (che a novembre ospiterà gli studenti del terzo anno in Scienza dei materiali) è in corso il master di secondo livello su “Metodi e tecnologie per le bonifiche ambientali” cui sono iscritte 13 persone con laurea specialistica. A breve ne inizierà un altro, di primo livello aperto a chi ha la laurea triennale, in “Tecnologie strumentali nella diagnostica e restauro dei beni culturali”. Ma è evidente che il futuro non può essere legato soltanto ai master. (c. s.)
 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano - Pagina 20
università
La scommessa del Consorzio Uno: i laureati trovano subito un lavoro
 
Piccola ma produttiva e con tanta voglia di emergere. Questo si legge tra le righe dei dati diffusi dal Consorzio uno sull'Università di Oristano, realtà consolidata e sempre più radicata nel territorio.
In un momento di crisi dell'università italiana in cui soltanto l'ateneo di Bologna si attesta tra le prime duecento università del mondo, anche Oristano vuole dire la sua e fa un piccolo bilancio sull'attività e sui risultati ottenuti negli ultimi tempi dai giovani che hanno scelto di frequentare i corsi al Chiostro del Carmine.
Su 459 iscritti totali, più della metà (ben 265) sono studenti in corso, in totale si sono laureati in 54. Ad indossare la corona di alloro, però, in corso regolare sono stati soltanto 18. Le statistiche occupazionali sui laureati oristanesi sono incoraggianti. Il 43 per cento degli studenti, infatti, trova un lavoro con contratto a tempo indeterminato nell'arco di 5 anni dal conseguimento del titolo accademico. Dal 2004 al 2008 c'è stato invece un calo della percentuale di laureati con un diploma triennale. Con l'aumento della disoccupazione a livello nazionale, sembra che molti studenti oristanesi abbiano preferito proseguire gli studi con la laurea magistrale, seguita oppure sostituita da una specializzazione dopo la laurea breve.
Secondo l'indagine svolta dal Consorzio Uno, dal 2004 al 2008 gli occupati sono scesi del 14 per cento, ma quasi il 9 per cento degli studenti ha proseguito il corso di studi. Dati coerenti con le rilevazioni nazionali Almalaurea, che evidenziano un calo del tasso di occupazione di quasi il 7 per cento nel 2007.
Analizzando le statistiche occupazionali per i singoli corsi di laurea attivi a Oristano, primo tra tutti si attesta quello di Viticoltura ed enologia: l'83 per cento dei laureati trova subito un'occupazione. Lavorano almeno metà dei laureati in Archeologia subacquea che, da quest'anno, potranno proseguire gli studi con il corso di specializzazione in Archeologia Subacquea e dei Paesaggi Costieri. I dati relativi al corso di Tecnologie alimentari ed Economia e gestione dei servizi turistici evidenziano un quadro sempre positivo: rispettivamente il 40 e il 30 per cento dei laureati trova un lavoro.
CATERINA COSSU
 
6 – L’Unione Sarda
Cultura  - Pagina 45
Marina Cafè Noir, le storie e l'impegno
Al via il festival nel quartiere di Cagliari Stasera lo spettacolo tratto dal libro di Abate
Rassegne. Fino a domenica incontri, musica e reading. Tra gli ospiti Wu Ming, Brizzi e Murgia
 
«Il festival si distingue quest'anno per la ricchezza dei temi e delle storie. Storie e diversi linguaggi creativi che ci auguriamo possano diventare un pretesto per cercare altre storie e mettere in relazione più persone possibili. Intorno al nero, tema scelto per questa edizione, si raccoglie l'attenzione su temi importanti come la donazione degli organi». Auspici di Giacomo Casti dell'associazione culturale Chourmo che organizza, per l'ottava volta, Marina Cafè Noir, da oggi sino a domenica 19 gratuitamente tra le vie del quartiere a ridosso del porto di Cagliari.
Nelle dichiarazioni di intenti e nelle aspettative non viene accantonato a comparsata l'impegno nel sociale, fatto anche di dialogo con il mondo delle carceri, per il secondo anno consecutivo. E tirando fuori dagli armadi della memoria il dramma dei desaparecidos, con la presenza dell'ex diplomatico e scrittore Enrico Calamai, in città con il fotoreporter Giancarlo Ceraudo, nell'incontro di sabato (ore 20, 30 in piazza San Sepolcro) coordinato dal giornalista dell'Espresso Gigi Riva.
I PROTAGONISTI Tanti gli ospiti della scena letteraria, musicale, teatrale del teatro, della fotografia e dell'illustrazione. Il carosello di nomi non può che partire dalla vincitrice del Campiello Michela Murgia, che sarà domenica 19, in piazza Savoia, con le scrittrici Antonella Lattanzi e Rossella Postorino per l'appuntamento di “Nero, femminile”. Ancora, gli scrittori Enrico Brizzi e Wu Ming (entrambi venerdì 17, giornata che si concluderà col reading di mezzanotte del nuovo libro di Paolo Maccioni, Buenos Aires troppo tardi ), i musicisti Roy Paci (sempre venerdì), Gavino Murgia (domani) a Joe Perrino (ancora venerdì 17), Marco Baliani (domenica 19), Tito Topin e Serge Quadruppani (insieme, sabato 18).
E, domani alle 20,30 in piazza Santo Sepolcro il cartellone prevede la presenza dell'altro Gigi Riva: “Rombodituono”, stando al programma ufficiale, si racconterà con i giornalisti Gianni Mura e Nando Mura.
Domani, alle 18, invece l'inaugurazione dell'edizione 2010 e delle otto mostre che la accompagnano: “Destino Final” del fotoreporter Giancarlo Ceraudo, “Uomo Faber” dell'illustratore Ivo Milazzo, “Cagliari Nera” dei fotografi sardi Max Solinas e Mario Rosas, “Sguardi dal carcere” del disegnatore ed ex carcerato Laurent Jacqua, “Uno alla volta - Casale Monferrato 2010” di Alfredo Covino, “Uno sguardo nel buio” di S'Umbra, “Gravures” di Tito Topin e “Le furiose” del regista e sceneggiatore Jean-Cristophe Lie.
ANTEPRIMA ALLE 19 Eppure si entra nel vivo oggi, alle 19, con l'attesa anteprima nazionale di Presentazioni a domicilio , in scena gli attori Giacomo Casti e Tiziana Martucci e i musicisti Marco Noce e Matteo Sau nel debutto di una particolare tournée “a domicilio” che, raccontano, li vedrà entrare, nei prossimi mesi, nelle case di mezza Italia. Lo spettacolo è tratto da Chiedo scusa , libro appena pubblicato da Einaudi e presentato all'ultimo festival della letteratura di Mantova alla presenza degli autori Francesco Abate e Saverio Mastrofranco. E dietro Mastrofranco si cela l'attore Valerio Mastrandrea, amico del giornalista e scrittore cagliaritano. Il romanzo, a dirla con sincerità, tira con sé anche una luce autobiografica perché racconta una vicenda, quella del trapianto, che Abate ha vissuto sulla propria pelle. Ma il protagonista, il cronista Valter, non è pedissequamente Francesco Abate, o almeno non solo. Preziosità di scrittura. Piuttosto è chiunque abbia affrontato quel percorso doloroso che porta verso la rinascita in una vita fatta dal nascere e, spesso, dal rinascere.
NELL'OSPEDALE L'appuntamento è nella sala di Anatomia dell'ospedale San Giovanni di Dio (ingresso fino a esaurimento posti). Secondo gli organizzatori non esisteva luogo più adatto in città per presentare libro (oggi ci sarà Abate) e progetto: qui, in pieno centro a Cagliari e a due passi dal quartiere Marina, molti cagliaritani sono nati e molti altri sono rinati. «Ospitiamo la presentazione del romanzo di Francesco Abate perché ne condividiamo lo spirito. Tratta un argomento di grande attualità che dovrebbe avere la massima diffusione, rivelando una storia di grande bellezza che deve essere svelata e che, soprattutto, può essere raccontata», afferma Gian Benedetto Melis, direttore sanitario dell'azienda ospedaliera universitaria che sottolinea l'importanza di parlare del tema in un momento in cui si assiste alla riduzione nella donazione degli organi e in cui i nosocomi finiscono sulla ribalta solo per i casi di malasanità. E conclude: «Invece questa è una storia vera che è anche un esempio della sanità autentica».
Una lezione del vivere il commento di Abate: «L'ospedale può anche essere bellissimo, soprattutto per l'umanità che trovi». Premesse di un festival di tante storie da narrare e da ascoltare.
MANUELA VACCA
 
7 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 27
monserrato
I test d'ingresso alle facoltà fanno impazzire il traffico sulla 554
 
Il traffico sulla Statale 554 si è velocizzato, da quando il ponte strallato ha sostituito il semaforo, ma all'uscita dalla Cittadella universitaria le code sono ricomparse. La causa sono gli oltre tremila studenti che hanno partecipato alle prove di ammissione dei corsi di laurea in professioni sanitarie.
Nel giro di qualche giorno, sono accorsi nell'Ateneo 1.470 ragazzi per i test d'ingresso alla facoltà di Scienze (che disponeva di 731 posti disponibili), mentre sono stati 3.365 i ragazzi che si sono presentati per il corso triennale in professioni sanitarie. Troppi, e in molti casi alla guida di un'auto, tanto che i parcheggi della Cittadella erano pressoché pieni (salvo quello ai margini del Policlinico). Conclusa la prova, l'incrocio con la strada provinciale per Sestu si è trasformato in un imbuto.
Conclusi i lavori di costruzione del ponte, ora sarà necessario intervenire anche sullo svincolo, considerato che ogni giorno la sede universitaria è frequentata non solo da migliaia di studenti, ma anche da pazienti e familiari che si recano al Policlinico e possono contare su un'unica via d'ingresso e d'uscita. (fr. pi.)
 
8 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 7
Il popolo della Festa Pd attende Bersani
Oggi il discorso del segretario: e poi intervista con Vergassola
 
Avviso ai naviganti e ai fan di Pier Luigi Bersani: anche stasera al Bastione di Cagliari si prevede vento fresco, meglio munirsi di giubbotti. A meno che non piova (resta l'alternativa della passeggiata coperta) sarà la terrazza all'aperto ad accogliere il segretario nazionale del Pd, l'ospite più illustre della festa democratica in corso fino a domenica.
IL PROGRAMMA Alle 19 il discorso politico, insieme al leader regionale Silvio Lai. Chi vuole invece misurare l'abilità di Bersani in un contesto leggero, potrà seguirlo alle 22 - sempre al Bastione Saint Remy - nell'intervista con Dario Vergassola. Difficile, viste le relative stazze, che il comico possa prendere in braccio il segretario come fece Benigni con Enrico Berlinguer (a una festa dell'Unità): ma l'alchimia tra i due si annuncia comunque interessante.
Nel pomeriggio, prima di intervenire alla festa, il leader democratico incontrerà i giornalisti e poi, alle 17.30, sarà a Monserrato per inaugurare il circolo Pd di via del Redentore. Alle 18.30 trasferimento al Bastione per incontrare i precari della scuola e i lavoratori del quotidiano Epolis, che ha sospeso le pubblicazioni.
Oggi l'agenda della festa prevede anche (alle 16) l'assemblea degli amministratori locali del partito: con Davide Zoggia, della segreteria nazionale, e Tore Mattana, responsabile enti locali nell'Isola. Tra gli appuntamenti di contorno, da segnalare il concerto dei Tenores di Neoneli, alle 23 dopo il duetto Bersani-Vergassola.
I TEMI POLITICI L'arrivo del segretario riempirà sicuramente la terrazza del Bastione, cosa che finora non è sempre accaduta anche a causa del clima autunnale. Ieri, per esempio, avrebbe meritato maggiore audience il dibattito sulle “Idee per uscire dalla crisi”, forse il più interessante tra quelli visti finora. Anche per la presenza di una voce dissonante, quanto a collocazione politica: quella dell'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa.
Un confronto pacato, però senza reticenze, aperto dal rettore dell'Università di Sassari, Attilio Mastino: che ha parlato dei tagli del Governo all'istruzione, e anche degli operai Vinyls e dei dati sulle imprese che chiudono. Il segretario della Cgil Enzo Costa ha rivendicato «interventi per dare risposte ai 350mila sardi sotto la soglia di povertà», chiedendo di accelerare la spesa.
Mario Bruno, capogruppo Pd, è ritornato sulle risorse che lo Stato non concede, e sulla mancata continuità con le scelte della Giunta Soru: «Non possiamo cambiare impostazione a ogni legislatura». «Non è vero che siamo proni alle volontà di Roma», ha ribattuto La Spisa, «ma prima di dichiarare guerra cerchiamo la collaborazione. Se non darà risultati, siamo pronti a sollevare il conflitto alla Consulta». Su questi temi lo ha sfidato il presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu: «Non siete proni? Allora dite al ministero dell'Istruzione che non chiuda le scuole montane del Nuorese. A luglio dissero: con 18 iscritti per classe, le salveremo. Ora, grazie al contributo della Provincia alle famiglie, ci sono 19 alunni: ma le chiuderanno lo stesso». «Verificherò subito», ha promesso La Spisa.
L'APPELLO Ma l'intervento più deciso è stato quello di Francesco Pigliaru, assessore al Bilancio nella Giunta Soru. Molto netto non tanto col suo successore, che anzi ha detto di apprezzare, ma sulla necessità di «dire parole chiare, avere una visione del mondo. Berlusconi, la Lega, ce l'hanno: anche se non la condivido. E il Pd?». Per esempio non si può dire, secondo Pigliaru, che non si dovrà perdere neppure un posto di lavoro nell'industria: «Perché è impossibile. Il modello da imitare è la flexsecurity europea, che non salva imprese decotte ma si fa carico di chi perde l'impiego». Poi una proposta a entrambi i poli: «Si vari un'istituzione bipartisan per la valutazione degli effetti delle scelte politiche. Anni fa stanziammo 25 milioni per il lavoro: non abbiamo un'idea di quel che hanno prodotto. È inammissibile».
GIUSEPPE MELONI
 
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
UNIVERSITÀ
Simposio di Etnomusicologia
 
 CAGLIARI. Da oggi, fino al 21 settembre, l’Università di Cagliari ospita il primo simposio internazionale dello Study Group on Multipart Music dell’International Council for Traditional Music. Si tratta della più importante organizzazione di etnomusicologi del mondo, con sede negli Stati Uniti. L’iniziativa comincerà alle 15 nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere. Organizzato dal Dipartimento di Studi Storici, Geografici e Artistici, coordinato da Ignazio Macchiarella, il Simposio porterà in Sardegna specialisti della musica polifonica provenienti da Australia, Stati Uniti, Georgia, Lituania, Estonia, Argentina, Portogallo, Francia, Spagna, Inghilterra, Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Germania e vari studiosi italiani.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Attualità
Puniti i ricercatori che protestano
Caos e polemiche all’Ateneo di Bologna, il rettore vuole sostituire i “ribelli”
Spedita una lettera per censire i disponibili, poi scatteranno i bandi per professori a contratto
 
 BOLOGNA. Tre giorni (fino a venerdì alle 13) per sapere, nero su bianco, quanti sono i ricercatori disponibili a insegnare rispetto a quelli che attueranno il blocco della didattica come protesta contro la riforma Gelmini. A lanciare l’ultimatum sono i presidi dell’Università di Bologna. Ma nella lettera-censimento che stanno inviando ai ricercatori, annunciano: in caso di silenzio o di rifiuto a insegnare, «la facoltà dovrà individuare modalità alternative di copertura degli insegnamenti al fine di assicurare l’avvio delle lezioni». A quel punto si aprirebbe la strada dei bandi per professori a contratto, che di fatto sostituiranno i ricercatori anti-Gelmini. Così a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, l’ateneo più antico d’Europa fa i conti da un lato con le proteste e dall’altro con i diritti degli studenti. Ovvero, le attività didattiche che, ricordano i presidi nella lettera, «rappresentano un dovere dell’ateneo nei confronti degli studenti e delle famiglie». Per questo, intanto, il Senato accademico ha deciso di invitare i ricercatori a sciogliere la riserva sull’insegnamento con una dichiarazione firmata. Ma cosa succederà se i rinunciatari saranno così tanti da lasciare cattedre vuote? Il rettore Ivano Dionigi si limita a dire: «L’Università farà di tutto per garantire il più possibile il regolare svolgimento delle lezioni». Niente di più sul come. Né sugli eventuali costi aggiuntivi. Per il preside di agraria Andrea Segrè è prematuro fare ipotesi, soprattutto di spesa. «In realtà i costi potrebbero essere ridotti o simbolici», spiega, citando quello che succede in alcune università tedesche dove «gli insegnamenti da parte di professionisti esterni è a titolo gratuito». Tuttavia il preside, che è stato a lungo ricercatore, convocherà i “suoi” ricercatori dopo l’assemblea di lunedì. E rimarca: «Una soluzione bisogna trovarla. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca».
 Sulle barricate ovviamente i ricercatori: «Invitiamo tutti a esplicitare liberamente la propria decisione e non farsi intimorire», ribadisce Daniele Bigi che fa parte del Cda dell’Alma mater. Sulla querelle ha le idee chiare anche il collettivo studentesco Bartbley. «Noi siamo incondizionatamente a sostegno dei ricercatori strutturati e precari - spiega Michele Barbolini - e capiamo che la loro protesta non significa andare contro gli studenti. Spesso lo studente medio non sa che tipo di contratto ha il prof che ha di fronte». Ma soprattutto il collettivo dell’Onda contesta il tentativo, dell’Università, di «mettere gli uni contro gli altri andando a pescare tra chi ha più fame dei ricercatori e quindi è disposto ad accettare un contratto». Contro una guerra intestina si schiera anche il senatore del Pd Ignazio Marino: «Chiamare in causa dei docenti a contratto rischia di scatenare una guerra tra i soggetti meno tutelati, che non serve né all’Università né agli studenti». Solidarietà ai ricercatori anche da Roberto Sconciaforni, capogruppo della Federazione della sinistra in Emilia-Romagna, che punta il dito contro rettore e Senato accademico: «Proprio nella fase più acuta delle mobilitazioni del mondo della scuola e dell’Università contro i tagli, la precarietà e le controriforme classiste della Gelmini, si scagliano contro coloro che operano e lavorano nell’ambito della ricerca».
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Inserto Estate
Storia di una rinascita «Chiedo scusa» di Abate apre il Marina Café Noir
Stasera lo spettacolo tratto dal libro scritto con Valerio Mastandrea
PAOLO CORETTI
 
 CAGLIARI. Parte oggi, con lo spettacolo «Presentazioni a domicilio» tratto da «Chiedo scusa», il libro di Francesco Abate e Saverio Mastrofranco (pseudonimo di Valerio Mastandrea), il Marina Café Noir.
 Il primo appuntamento della manifestazione è in programma alle 19, all’Ospedale San Giovanni di Dio, sala di anatomia.
 Dopo il successo del Festival di Mantova, Abate presenterà il suo nuovo romanzo per la prima volta in Sardegna con questo spettacolo - in anteprima nazionale - con gli attori Giacomo Casti e Tiziana Martucci e i musicisti Marco Noce e Matteo Sau.
 Valter, cronista, una mattina sviene davanti ai colleghi dopo aver perso sangue dal naso e dalle orecchie. Epatite allo stato avanzato, lo stesso male che aveva ucciso il padre. La via d’uscita è una sola e si chiama trapianto. Valter è il protagonista del nuovo romanzo di Francesco Abate che firma il terzo libro per la casa editrice Einaudi. Opera scritta a quattro mani con Saverio Mastrofranco, l’attore-amico dello scrittore, Valerio Mastandrea. Una vicenda, quella del trapianto, che Francesco Abate ha vissuto sulla propria pelle. Ma Valter non è Francesco, o almeno non solo: Valter è chiunque abbia affrontato quel percorso, fatto di sofferenza e del suo attraversamento. Una strada che è un percorso verso la rinascita. E quale miglior luogo, per la presentazione del libro a Cagliari, se non quello in cui molti cagliaritani sono nati e molti rinati? Da qui l’idea dell’associazione culturale Chourmo, storica organizzatrice del Marina Café Noir, che apre così il suo Festival: la location ideale è l’ospedale San Giovanni di Dio, in pieno centro a Cagliari, a due passi dal quartiere Marina.
 Un progetto che ha trovato subito la disponibilità del direttore sanitario dell’azienda ospedaliera universitaria, Gian Benedetto Melis: «Ospitiamo la presentazione del romanzo di Francesco Abate - spiega Melis - perché ne condividiamo lo spirito. Tratta un argomento di grande attualità che dovrebbe avere la massima diffusione. Rivela una storia di grande bellezza che deve essere svelata e che, soprattutto, è potuta essere raccontata. È importante ancora di più in un periodo in cui riscontriamo una certa riduzione nella donazione degli organi: chi meglio di un paziente può parlare di questo argomento? E quale luogo migliore si potrebbe trovare?».
 
 
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie