Sabato 28 agosto 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 agosto 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 - L’Unione Sarda 
Cronaca di Cagliari - Pagina 18
Università, chiusura convegno
 
Si conclude oggi nell’aula magna del polo universitario di Sa Duchessa, in via Is Mirrionis 1, il XIX convegno dell’Associazione internazionale dei professori di italiano (Aipi) sul tema “Insularità e cultura mediterranea nella lingua e nella letteratura italiane”. I lavori si sono aperti venerdì 20 con le lezioni magistrali di Vincenzo Consolo (romanziere catanese, premio Strega nel ’92) e Giovanni Pirodda (protagonista dell’italianistica sarda). Il calendario completo è consultabile sul portale www.unica.it. (p.l.)
 
2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 17
Le associazioni denunciano: «Tutto come prima, contentino solo per i ricchi»
Aumenti dell’Arst, studenti sul piede di guerra
 
Le nuove tariffe dei pullman dell’Arst pubblicate ieri sul sito della Regione insieme alla delibera 30/21, che prevedono sconti sugli abbonamenti per gli studenti tra il 42 e il 55 per cento (a seconda che si superi o meno i 28.500 euro di indicatore Isee), non soddisfa l’Unione degli Studenti che ribadisce la linea dura. «Gli unici cambiamenti riguardano gli studenti che hanno un valore Isee superiore ai 28.500 euro - denunciano -. Per gli altri gli aumenti mostruosi sono quelli che abbiamo già pubblicato sul nostro sito. Si tratta di una presa in giro per gli studenti meno abbienti (non cambia nulla!) e di un contentino per i ricchi». Dopo aver ribadito che l’assessorato continua a «ignorare le richieste dei veri utenti del servizio, gli studenti universitari e specialmente quelli delle superiori», l’associazione studentesca annuncia: «Se entro il 31 agosto non saranno sospesi gli aumenti Arst e non saremo convocati, non ci sarà alcuna trattativa sulle nuove tariffe».
Quanto ai ritocchi su biglietti e abbonamenti Ctm per l’associazione «resta impensabile non essere considerati studenti nei mesi estivi e dover pagare 60 euro per muoversi in città o 46 per andare al mare». Oggi alle 17,30, nella sede dell’associazione di via San Giorgio 12, si terrà un’assemblea sulla spinosa questione.
3 - La Nuova Sardegna 
La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Vista del sindaco Beniamino Scarpa agli scavi archeologici del «Bubastis»
EMANUELE FANCELLU
 
 PORTO TORRES. In campagna elettorale l’allora candidato sindaco Beniamino Scarpa diceva di puntare molto sulla valorizzazione dell’area archeologica di Turris Libisonis.
 Vinte le elezioni e diventato primo cittadino Scarpa, accompagnato dall’assessore al Patrimonio archeologico Francesco Porcu, si è recato in quella che al momento è l’unica campagna di scavi in atto a Porto Torres, il “Progetto Bubastis” alle Terme Pallottino, finanziato dall’amministrazione comunale, università di Sassari e Cagliari e Soprintendenza ai beni archeologici.
 Qui Beniamino Scarpa ha incontrato il responsabile dello scavo Gian Piero Pianu, l’archeologa della Soprintendenza Antonietta Boninu accompagnata da Franco Satta e i ragazzi che imparano il mestiere dell’archeologo operando sulle vestigia dell’antica Colonia Julia Turris Libisonis.
 Antonietta Boninu ha illustrato al sindaco la situazione degli scavi in città soffermandosi sulle altre problematiche dell’archeologia turritana, mentre Gian Piero Pianu ha illustrato lo stato di avanzamento e le finalità del Progetto Bubastis, mostrando gli ultimi tesori scoperti dai ragazzi, un sesterzio di Gordiano III ed un anello recante una decorazione con un candelabro a sette bracci tipico del mondo ebraico.
 Alla fine, Antonietta Boninu ha invitato il sindaco Scarpa a visitare il centro di restauro di Li Punti dove, oltre ai Giganti di Monti e’ Prama, sono ospitate le magnifiche statue di Ercole e dei due personaggi di rango imperiale rinvenute lo scorso anno durante la campagna di scavi di via delle Terme.
 
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Catalogati oltre duemila reperti
Completato il lavoro di pulizia e schedatura nell’ex Collegio Gesuitico
Una marea di oggetti permette di ricostruire il commercio dell’antichità
 
ALGHERO.Un’intensa attività di schedatura e di studio di oltre 2000 reperti rinvenuti ad Alghero negli scavi dell’ex Collegio Gesuitico, nel Quarter, è stata recentemente realizzata a cura dell’Università di Sassari, con la direzione scientifica del professor Marco Milanese, Ordinario di Archeologia Urbana e di Archeologia Medievale.
Al Workshop algherese hanno partecipato 18 laureati e studenti di archeologia medievale, che hanno collaborato alla pulizia, inventariazione e classificazione dei reperti, secondo le più recenti indicazioni della storia degli studi, aggiornate al 2010. Ottocento ore di lavoro che hanno permesso la ricostruzione virtuale di pagine inedite del commercio che nel medioevo ha interessato la città catalana di Sardegna e che rappresentano materiale “fresco” e contenuti nuovi per l’allestimento del Museo della città. Questi oggetti sono prevalentemente di produzione catalana, ma anche di produzione sarda, ligure, pisano-valdarnese, provenzale e siciliana. Il vasellame in uso ad Alghero tra il Medioevo ed il Cinquecento proveniva da Barcellona, Valencia, Tarragona ed i contatti privilegiati con l’area catalana si spiegano con lo stretto rapporto etnico, politico, commerciale e culturale che legava strettamente Alghero e la Catalogna, tanto da configurare Alghero come una sorta di mercato interno di Barcellona. Le stesse pentole che le massaie algheresi nel Medioevo utilizzavano nel quotidiano provenivano da Barcellona e dalla Catalogna (in parte anche da Montpellier, fino al 1400 circa), così come i grandi catini (sciveddas, in Sardo) usati per fare il pane e per altri usi domestici, le brocche per attingere l’acqua dai pozzi ed i mortai per la cucina. I reperti rappresentano inoltre testimonianze di storia della cucina, in quanto manufatti utilizzati nella preparazione e nel consumo degli alimenti, secondo usi gastronomici che possiamo ipotizzare essere in parte sardi e catalani ed in parte di origine continentale.
 Dalle manifatture ceramiche di Oristano, di Sassari, forse della stessa Alghero, di Savona, Albisola, Pisa, Montelupo Fiorentino, Gubbio o Deruta provenivano invece i piatti e le stoviglie in uso in città, fra la popolazione urbana, a riprova della notevole vivacità dei traffici commerciali che interessavano Alghero alla fine del medioevo e all’inizio dell’età moderna.
 I reperti studiati si riferiscono principalmente ai lavori di edificazione del complesso architettonico gesuitico ed il loro studio contribuisce in modo significativo alla comprensione delle dinamiche cronologiche di realizzazione del Collegio gesuitico algherese e a una più puntuale ricostruzione storica.
 
 

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