Venerdì 27 agosto 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 agosto 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari  - Pagina 22
monserrato
L'assessore Liori in visita al Policlinico
 
«Il blocco Q del Policlinico deve passare all'Azienda ospedaliera universitaria, per accelerare il trasferimento del pronto soccorso e degli ultimi reparti del San Giovanni di Dio». L'ha detto ieri l'assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori, al termine di una visita al Policlinico di Monserrato. L'assessore ha discusso con i primari i problemi dei rispettivi reparti e della sanità sarda nel suo complesso.
 
2 – L’Unione Sarda
Estate – pagina 11
Mediterraneo e mito: in Cittadella l'installazione di Antonello Dessì legata al convegno degli italianisti
 
Ancora oggi e domani, nella sala mostre temporanee della Cittadella dei Musei, a Cagliari, l'installazione di Antonello Dessì “Il Mediterraneo e il mito”. La performance del pittore cagliaritano, che vede la partecipazione di Andrea Loria, Giovanni Oppo, Adriano Orrù, rientra nelle manifestazioni legate al XIX Convegno dell'associazione internazionale professori di Italiano, Adi, che ha portato a Cagliari docenti provenienti da 25 paesi: Camerun, Croazia, Brasile, Stati Uniti, Spagna, Belgio, Olanda, Germania, Polonia, Russia, Malta, Canada, Francia, Norvegia, Slovacchia, Austria, Israele, Regno Unito, Romania, Irlanda, Tunisia e Portogallo. E Italia, naturalmente. Tema del convegno (aperto in facoltà di Lettere prosegue ancora oggi e domani nella facoltà di Lingue di via San Giorgio) l'insularità e la cultura mediterranea nella lingua e nella letteratura italiana.
 

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Promessi 80 milioni per realizzare gli ultimi reparti
Sanità, Liori al Policlinico «Il San Giovanni presto chiuso»
 
 CAGLIARI. Con il Policlinico Universitario di Monserrato, questa mattina è proseguito il ciclo di visite alle strutture ospedaliere della Sardegna, programmato dall’assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, insieme ad alcuni incontri con gli operatori della sanità isolana, in vista dell’approvazione in Consiglio regionale della Riforma sanitaria.
 L’assessore Liori, accompagnato dal capo di gabinetto dell’Assessorato, Antonino Dessì, dal commissario straordinario, Ennio Filigheddu, e dal direttore amministrativo, Attilio Murru ha visitato alcuni reparti (Medicina interna, Chirurgia generale, Rianimazione, Farmacia, Radiologia, Neurologia, laboratorio ed il Centro di chirurgia del colon retto) in compagnia dei primari, confrontandosi con loro sui problemi dei rispettivi reparti e della sanità sarda nel suo complesso.
 «È mia intenzione definire in breve tempo la presa in carico da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria del “blocco Q” del Policlinico - ha detto Liori al termine della visita - si potrà, quindi, accelerare il processo di trasferimento del Pronto soccorso e degli ultimi reparti dall’ospedale San Giovanni di Dio. Inoltre, nella programmazione degli investimenti, intendo stanziare i circa 80 milioni di euro necessari per la realizzazione ed il funzionamento degli ultimi due blocchi del Policlinico. Così da fornire sia servizi sanitari di altissima qualità ai cittadini, sia la possibilità di completare e migliorare l’offerta formativa alla facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari». La chiusura del San Giovanni di Dio, a seguito del trasferimento degli ultimi reparti al Policlinico aprirà un nuovo fronte: il destino del più antico degli attuali ospedali cagliaritani, realizzato dal Cima, ormai monumento storico-architettonico di valore assoluto. Non potrà certo essere abbattuto, nè ricevere nuove destinazioni d’uso.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
L’OPINIONE
Parco vuol dire ambiente ma anche economia
ELISABETTA ADDIS*
 
La missione di un Parco Nazionale è difendere l’ambiente naturale e la biodiversità, permetterne lo studio e educare le persone alla necessità del rispetto e della conservazione ambientale. L’ingresso di Stintino nell’amministrazione del Parco Nazionale dell’Asinara contribuirà a fare si che il Parco possa svolgere al meglio questa missione, oppure no? E se si, come?
 E’ questa la domanda cui i sindaci di Stintino e di Porto Torres devono dare una risposta per convincere.
 Ho fatto parte come economista del gruppo che ha steso il piano di sviluppo socio-economico del Parco. All’epoca del nostro lavoro, due erano i problemi principali. Primo, il governo nazionale sul Parco non aveva mai fatto un investimento adeguato. Secondo, non era stata individuata e costruita un’appropriata Comunità del Parco.
 L’Ente Parco dell’Asinara, nato in tempi in cui la spesa pubblica italiana era già imbrigliata per il debito ereditato degli anni’80, ha avuto finora dotazioni assolutamente insufficienti per svolgere la propria missione. L’economia di un Parco funziona così: i soldi pubblici spesi dall’Ente Parco creano indotto per aziende private che danno lavoro e fanno profitti nel territorio circostante. Ma i Parchi stessi sono “non profit”, e la loro “mission” non è di dare lavoro, è di proteggere l’ambiente. Faccio un solo esempio. Si è svolto domenica mattina il Trofeo di Pesca Sportiva a Traina Costiera Città di Stintino, cui hanno partecipato una ventina di imbarcazioni. Organizzazione impeccabile, sponsorizzata dalla camera di Commercio del Nord Sardegna e da ditte locali di nautica, buffet magnifico, premi ricchissimi: l’unica cosa carente era il pescato. Manifestazioni come questa, che muovono persone e denaro, non potrebbero continuare ad esistere se la situazione dei fondali dell’area continuasse a deteriorarsi. No fish, no future.
 Secondo, la propria Comunità è un pezzo importante del funzionamento di ogni Parco, incaricata di custodire e tramandare l’identità ambientale e culturale. Sono loro le persone che, in altri Parchi Naturali, desiderano continuare a vivere in modi antichi e rispettosi della natura e offrire ai visitatori turismo ambientale e prodotti di nicchia e di alta qualità.
 Il Parco dell’Asinara è anomalo perché la sua Comunità deve ancora essere ricostruita, sia nelle persone che negli intenti. Stintino si candida a entrare nel Parco perché vuole conservare almeno un pezzo di quella identità di pescatori dei nonni scacciati dall’Asinara, che vivevano grazie ai pesci del Golfo dell’Asinara, o vuole fare solo sviluppo turistico come una qualsiasi altra Costa dal nome inventato?
 Dal punto di vista della conservazione ambientale cosa cambierebbe alla Pelosa, nelle spiagge che hanno alle spalle zone umide, e sull’Asinara stessa se nella gestione ci fosse anche Stintino?
 Il territorio che ha prodotto due regate di vela latina, e una cultura capace di tramandare questa grande tradizione, lascerà che il centro velico dell’Asinara sia uguale tanti altri, oppure riuscirà a dare un’impronta locale a quel centro velico, e farne un polo di rilancio che difenda ed esporti l’armo a vela latina nel Mediterraneo?
 Una cosa è sicura: l’ingresso di Stintino, e un progetto condiviso per il futuro del Parco e dell’area non possono iniziare con una gestione politica provvisoria: ci sono tutte le condizioni e le competenze per superare questa provvisorietà e portare il Parco Nazionale dell’Asinara a quel regime di funzionamento normale che potrebbe farne uno dei parchi più belli e più utili d’Italia.
*Elisabetta Addis è professore di Economia all’Università di Sassari.
 

Questionario e social

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