Lunedì 12 luglio 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 luglio 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
L’esame di maturità
Studenti fuori tema? Docenti da bocciare
di Giuseppe Marci
 
Corretto un campione di 545 temi della maturità, il giudizio è stato molto severo: è emersa «la scarsa padronanza della lingua italiana dei ragazzi in tutte le quattro competenze fondamentali: testuale, grammaticale, lessicale semantica e ideativa». Significa che molti diciottenni non conoscono la grammatica, l’ortografia, l’interpunzione; hanno un vocabolario ristretto e ignorano il significato delle parole che usano; non capiscono bene (o si infischiano di) quel che propone la traccia del tema e in ciò che scrivono non ci sono organizzazione logica e coerenza argomentativa.
Un quadro che diviene ancora più preoccupante se si considera che il livello di sufficienza eventualmente conseguito nella scuola media, solo nel 20% dei casi viene confermato alla maturità. Bisogna poi aggiungere che, superato in un modo o nell’altro l’esame di licenza, quanti entrano all’Università si portano dietro un deficit difficilmente colmabile che li condizionerà negli esami e si manifesterà patentemente nella stesura della tesi di laurea: chi saprà scriverla? con quanta competenza linguistica e con quale capacità di costruire un ragionamento che parta da una premessa e arrivi a una conclusione?
È un problema che riguarda la scuola e il modo in cui funziona: forse non bene, già in partenza; sempre peggio in una stagione ormai lunga di limitazioni economiche, di tagli del personale e di progressiva delegittimazione. Ciascuno valuti da sé (spero con quella coerenza logica che tanti giovani mostrano di non possedere, almeno nei test scolastici), riflettendo sui tagli delle classi, sulla riduzione degli organici, sui blocchi della progressione in carriera, sulla penuria dei mezzi, sul generale disprezzo che la politica manifesta nei confronti dell’istruzione. Che cosa pensereste si possa ricavare, da queste premesse?
Naturalmente, analizzando il test per aree geografiche, il Sud compare al vertice per le insufficienze e al fondo per le eccellenze. Non abbiamo dati scorporati relativi alla Sardegna e possiamo soltanto ipotizzare basandoci su quanto abbiamo davanti agli occhi.
In un’estrema sintesi sembra che gli storici svantaggi non siano stati colmati, che ogni timido segnale positivo venga immediatamente annullato e che il problema della formazione dei giovani, al di là delle dichiarazioni di facciata, non sia stato all’ordine del giorno dei governi regionali, compreso questo in carica.
C’è un’immagine pubblicitaria che mi pare descriva bene la situazione: un bel volto di ragazza, un occhio chiaro e il rimmel che si scioglie formando sulla guancia la scritta: emozionarsi. Ecco, così piacciono, i giovani: liberi di emozionarsi e senza la capacità di articolare parole per organizzare un’idea. È pericoloso, se pensano. E una buona scuola potrebbe aiutarli a pensare. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 12
Scuole di architettura a confronto
   
Un dibattito e un confronto tra la scuola di architettura di Cagliari e quelle di Londra, Parigi, Strasburgo, Rouen, Toulouse, Zurigo, Barcellona, attorno ai temi del progetto della città e della tutela e valorizzazione del paesaggio. L’iniziativa è in programma oggi alle 9.30 nell’aula magna della facoltà di Architettura nell’ambito del programma Visiting Professor dell’Università.
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari – pagina 14
Provincia
Un piano di protezione per salvare le dune
Piscinnì, Campana, Isola dei Cavoli
   
Il piano è della Provincia, l’imput dell’Unione europea. Nero su bianco si tratterà di mettere al riparo dai guai e intervenire per salvarli, i litorali sabbiosi costituiti da dune e circondati dai ginepri, quei tratti di costa ad alto rischio e già sottoposti ai vincoli Sic. Il progetto si chiama “Providune” e Piscinnì in territorio di Domus de Maria, ma anche Porto Campana, l’Isola dei Cavoli, Serpentara e
Punta Molentis a Villasimius. Sono 41 mila i metri quadri che dovranno essere recuperati e risanati. Habitat dunari che potranno contare su sistemi di protezione per fermare l’erosione. Si procederà inoltre alla raccolta di materiale tassonomico e alla produzione di piante per la conservazione "ex situ e in situ", mentre saranno realizzati 3.200 metri quadri di passerelle rimovibili, 6.200 di aree di sosta per auto e moto così da evitare il raggiungimento delle aree dunari. Ancora: 4.500 metri quadri di delimitazione delle arre dunari per scoraggiare l’accesso con le macchine e 600 mila metri quadri di eradicazione delle specie aliene e rinaturazione degli habitat.
Numeri importanti, questi del progetto che dovrebbe concludersi nel 2013, come ha spiegato l’assessore provinciale alle Politiche ambientali, Ignazio Tolu. «Providune è il progetto presentato per la componente Natura e biodiversità all’interno di Life 2007 Italia ricordando che il 2010 è l’anno internazionale della biodiversità. Un piano che gha tra l’altro ottenuto il finanziamento più elevato, pari a 3.352.392 euro con un cofinanziamento della Comunità europea del 71,5 per cento , pari a 2.396.010 euro». Partner dell’iniziativa, oltre la Provincia, l’Università di Cagliari con il Centro conservazione biodiversità e osservatorio coste e ambiente naturale sottomarino, l’associazione Tecla e il Comune di Domus de Maria.
A. PI.
 
4 – L’Unione Sarda
Estate Pagina 9
Antropologi con la videocamera: in settembre workshop internazionale all’Isre di Nuoro
 
 L’Isre, in collaborazione con David e Judith MacDougall del Centre for cross-cultural research dell’Australian national university, organizza a Nuoro un video workshop di antropologia visuale dall’11 al 17 settembre. L’iniziativa è aperta a laureati o studenti che abbiano completato almeno 3 anni di studi universitari (titolo preferenziale la laurea magistrale): 12 i posti a disposizione, di cui cinque riservati a candidati sardi e tre a candidati dell’Africa mediterranea. Gli studenti dovranno essere muniti di una videocamera e di videocassette per almeno due ore di girato. Potranno essere utilizzate videocamere dei più comuni formati digitali purché dotate di un attacco per un microfono esterno che verrà fornito dall’organizzazione insieme al materiale didattico. Letture, lezioni e discussioni saranno in inglese. Le domande dovranno essere inviate all’Isre, in via Papandrea 6, a Nuoro, entro il 23 luglio. Bando e modulistica sono scaricabili all’indirizzo www.isresardegna.it. (m. b. d. g.) 
 

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cronaca
ARCHITETTURA
Seminario ispirato all’opera di Maria Lai
 
 «Paesaggi in trasformazione. Dialoghi» è il titolo del seminario internazionale, ispirato dall’opera artistica di Maria Lai, che sarà l’occasione per la costruzione di un confronto tra la scuola di architettura di Cagliari e quelle di Londra, Parigi, Strasburgo, Rouen, Toulouse, Zurigo, Barcellona, attorno ai temi del progetto della città e della tutela e valorizzazione del paesaggio. L’inizio del seminario è oggi, alle 9.30 nell’Aula Magna della facoltà di Architettura.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Cultura e Spettacoli
Prove di dialogo tra Islam e Occidente La ricetta di Cardini 
Sono molti di più i punti di vicinanza che quelli di divisione, nessuna guerra è in atto 
FRANCESCO BELLU 
 
 SASSARI. «Noi occidentali siamo un po’ pirati e per la nostra volontà di potenza, non di conoscenza, abbiamo usato il sapere appreso dagli arabi per arricchirci e diventare più forti. Noi ci siamo allargati non certo per portare l’Umanesimo o Gesù Cristo, per quanto poi lo mettiamo nelle bandiere. Una cosa del genere farebbe ridere i polli. Anche se in una maniera più raffinata, poi questo viene fatto credere ai nostri giovani».
 Franco Cardini non rinuncia alla sua vena lucida e ironica, anche quando tratta un argomento complesso quale è il rapporto tra Islam e Occidente. Questo tema è stato al centro dell’incontro tenuto nella sala Umanistica della facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Sassari organizzato dalla associazione Alef, il Dipartimento di Storia e la facoltà di Lettere. Professore di storia medievale all’Istituto di Scienze Umane di Firenze, Cardini è uno dei più noti storici del periodo delle Crociate a livello internazionale.
 La lunga chiacchierata incentrata sul mondo musulmano e il nostro cambia spesso prospettiva, ma non viene meno il concetto di base che lo studioso ripete più volte: «sono molti di più i punti di vicinanza che non quelli di divisione tra noi e l’Islam». Con buona pace di chi oggi parla di “guerra di civiltà” e scontri apocalittici. Semmai, rimarca Cardini, il nodo attuale che stringe l’Islam in una morsa è il come rapportarsi alla modernità attuale: «Il nostro mondo è ormai il “basic english” che conosciamo, in cui ci sono delle nicchie più o meno ampie, e l’Islam è uno di queste, che in un modo o nell’altro vorrebbero mantenere il loro spazio». Ed è in questo senso che vanno molti intellettuali arabi contemporanei. Cardini fa il nome di Tariq Ramadan, il discusso nipote di Hasan al Banna fondatore nel 1928 del movimento “fondamentalista” dei Fratelli Musulmani, che parla di un “Islam europeo”: cioè una cultura musulmana su cui innescare un discorso originale di convivenza con il mondo attuale. Una cosa non semplice, fa notare Cardini: dietro c’è comunque uno scenario complesso in cui si agitano gruppi di ogni genere, dove si religionizza la politica, e dove i tanti modi di intendere l’Islam nel mondo musulmano cozzano tra loro, spesso in maniera violenta, come ad esempio in Pakistan. Ma esclude categoricamente che ci sia in atto una guerra contro l’Occidente. «Quell’idea è nata ipertrofizzando i tragici eventi dell’11 settembre 2001. La stessa Al-Qaeda non è certo quella organizzazione tipo “Spectre” che ci vogliono far credere. Semmai è un nome generico dato a una pluralità di organizzazioni che peraltro si fanno la guerra tra loro».
 Il punto cruciale semmai è un altro: «L’Islam è la punta di diamante dell’80 per cento della popolazione mondiale che si sente povera rispetto a un 20 per cento ricco. Hanno la coscienza di essere, per dirla come Lenin, “l’aristocrazia della rivoluzione”. Cioè sono quelli che riescono ad afferrare e a gestire meglio la situazione del momento e a tradurre in termini politici un disagio. Resta, semmai, da capire in che modo».
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Cultura e Spettacoli
La Sardegna è donna, ma non per la politica 
Da Sassari a Nuoro predominano le giunte di soli uomini 
ANTONIETTA MAZZETTE 
 
Perché la Giunta provinciale di Sassari è senza donne, a parte la presidente? Ma la stessa domanda, con maggiore enfasi, andrebbe posta ai governi locali di Nuoro.
 Proviamo a dare delle risposte.
 1.Ai partiti del centro sinistra non importa un bel nulla della rappresentanza femminile. Nella distribuzione degli incarichi ad ogni partito della coalizione è spettata una certa quota e, guarda caso, a nessuno di questi è venuto in testa di indicare una donna. Ma in tal caso la Presidente, almeno per ragioni biologiche se non culturali, non avrebbe dovuto mostrare una certa sensibilità e correggere il tiro delle scelte dei partiti?
 2.Il problema è tutto interno al Pd. Nel momento in cui il partito di maggioranza agisce in modo neotribale - leggo che a Sassari (ma anche a Nuoro) ogni assessore è in quota di qualcuno: Spissu, Dettori, Area democratica (assai pochi per la verità), Presidente, Sindaco (ricordo che al Comune è un uomo ad avere la delega per le pari opportunità), e così via -, è abbastanza evidente che, quando ci sono guerre per bande, le prime vittime sono le donne. Accade nella società e, a maggior ragione per l’assenza di intermediazioni, accade nella politica.
 3.La scelta degli assessori è avvenuta seguendo criteri di competenza e, perciò, le donne sono automaticamente escluse perché notoriamente poco abituate a fare politica. Sulla competenza dei neo-assessori resto in stand-by. Vediamoli all’opera. Sugli eventuali titoli inesistenti delle donne, mi limito a ricordare che dal Rapporto Donne 2000 in poi la situazione italiana, in termini di accesso femminile all’istruzione e rendimento negli studi, di conseguimenti di laurea e titoli post-laurea, è la chiara e costante dimostrazione che le donne sono più istruite e più motivate rispetto ai maschi. Direi anche che, se l’accesso alla politica venisse garantito con indicatori di competenza e qualità chiari e trasparenti, sarebbero ben pochi gli uomini che riuscirebbero a superare un qualunque test, se non quello lobbistico.
 Qualunque sia la ragione che ha portato a questa esclusione, registro una povertà di fondo della politica che non può non allarmare. La presenza femminile è ormai ben visibile e diffusa nei diversi campi delle professionalità presenti nel territorio, in quelli del pubblico impiego, dell’innovazione tecnologica, dell’intrattenimento e del consumo. È sufficiente fare una ricognizione dei quattro settori chiave - culturale (da quelli istituzionali e dell’istruzione fino all’organizzazione di mostre e di eventi), commerciale (dai negozi di tipo tradizionale a quelli specializzati e innovativi), produttiva (dalle attività che appartengono alla cultura regionale a quelle etniche di altra provenienza) e della community welfare (istituzionale, assistenziale e della sanità) -, per avere un’idea chiara di quanto l’economia della Sardegna sia in buona misura un’economia al femminile.
 A ciò si aggiunge che le donne sono nel contempo erogatrici ed utenti dei servizi offerti, e non è un caso che in alcune città italiane si sia riservata loro un’attenzione particolare, in termini di organizzazione urbana. Ad esempio, alcune amministrazioni hanno applicato forme di destinazione d’uso di genere: si pensi alle “quote rosa” dei parcheggi, presenti ormai in molti centri, e alle politiche dei tempi. Ovvero, si è innescato un processo virtuoso tra conoscenza di genere e politiche di pari opportunità, anche se ancora in Italia troppo poco diffuso. Ma questo processo è stato reso possibile solo grazie alla presenza di donne dentro il governo locale, cosa che invece non accade mai in loro assenza.
 Concludo con una frase di un celebre sociologo degli inizi del ‘900, Georg Simmel: «le donne hanno non solo la possibilità di vedere cose diverse dagli uomini, ma sanno anche vedere le stesse cose in maniera diversa». Pensando alla Presidente della Provincia di Sassari, ciò può avvenire solo a condizione che ci sia anzitutto da parte delle donne la disponibilità a guardare con occhi nuovi, perché solo così questo modo di guardare può contaminare anche l’altro genere. Se ciò non dovesse accadere, è la politica a diventare “altro” rispetto al mondo reale. In tal caso, per favore, che i politici non si lamentino della crescita dell’astensionismo, perché ne sono la causa primaria.
 
 
 
 

Questionario e social

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