Sabato 26 giugno 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 giugno 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Ricercatori, come muoversi nel mercato
Sa Duchessa. Lunedì un corso per orientarsi oltre le capacità scientifiche
 
Per avere successo nella scienza moderna sono necessarie capacità e competenze che vanno oltre quelle strettamente tecnico-scientifiche. Sulla base di questo presupposto lunedì alle 10 nell'aula magna della facoltà di Lettere (2° piano, Sa Duchessa) è in programma un “Corso di sopravvivenza per ricercatori e giovani scienziati”.
Il corso monografico di Francesco Rosei, dal titolo “Survival Skills for Scientists”, si rivolge a neo-laureati e dottorandi e più in generale a chiunque voglia intraprendere una carriera scientifica.
Il seminario fornisce indicazioni e suggerimenti ai ricercatori e ai giovani scienziati, principalmente a quelli che lavorano nelle discipline scientifiche e nell'ingegneria. Questi gli argomenti affrontati nel corso: “Il mercato del lavoro per i laureati in discipline scientifiche e ingegneristiche (industrie, laboratori nazionali e università: vantaggi e svantaggi)”; “Come trovare i finanziamenti nella scienza moderna”; “Publish or perish: come pubblicare articoli scientifici di qualità che abbiano un reale impatto sulla comunità scientifica”; “Come presentare efficacemente il proprio lavoro”; “Le leggi fondamentali della sopravvivenza nel mondo scientifico (conosci te stesso e pianifica la tua carriera)”; “L'etica nella scienza moderna”; “Percorsi alternativi di carriera”.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
università
Provvedimento sui fuori corso, la lista Ichnusa promette battaglia
 
Dopo aver votato “no”, con i loro rappresentanti nel senato accademico, al nuovo regolamento sulle carriere amministrative degli studenti, i rappresentanti della lista Ichnusa - Uniti e liberi, annunciano battaglia soprattutto contro il provvedimento “elimina fuori corso”. É già iniziata una raccolta firme contro il testo ed è probabile che verrà presentato un ricorso.
Le critiche sul nuovo regolamento sono parecchie. «Pensiamo che il rettore», scrivono i rappresentanti di Ichnusa in un documento, «abbia deciso di risolvere i problemi degli studenti semplicemente eliminando gli studenti. Ci sono troppi fuoricorso? Facciamoli passare al nuovo ordinamento. Gli studenti danno meno esami? Aumentiamo loro le tasse. È un'impostazione che mette in evidenza la carenza di idee degli organi di governo dell'Ateneo». Per questi motivi i rappresentanti annunciano battaglia e sono pronti a presentare ricorso. Martedì 29 giugno (alle 17,30), nell'aula 1 della facoltà di Economia, si terrà un'assemblea degli studenti interessati alla vicenda.
Spazio poi a una polemica: «Siamo arrabbiati con gli altri rappresentanti degli studenti perché non hanno votato contro questo regolamento che attacca il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione», aggiungono i responsabili della lista Ichnusa. (m. v.)
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 25
serdiana
Libro di Manunza alla Cittadella
 
Lunedì alle 11, nell'aula verde della Cittadella dei Musei di Cagliari, sarà presentato il libro di Maria Rosaria Manunza che illustra la tomba del III millennio avanti Cristo, ritrovata a Serdiana a Bau su Matutzu.
La sepoltura fu scoperta per caso durante lavori agricoli. Presiederà la presentazione Roberto Coroneo preside della facoltà di Lettere dell'università di Cagliari e interverranno, oltre all'autrice, Marco Minoja e Piero Matta della soprintendenza ai beni archeologici, Stefano Cara del Cnr, Luca Lai e Jessica F. Beckett dell'University of South Florida. (s. at.)
 
4 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia - Pagina 17
«Meno aborti? Tre donne su 10 usano la pillola»
Il convegno. Nell'Isola l'utilizzo dell'anticoncezionale supera la media nazionale
 
Esiste un modello sardo di contraccezione? La risposta è sì, almeno per gli esperti riuniti fino a domani al T Hotel di Cagliari nell'ambito del congresso “L'evoluzione ventennale delle scienze ginecologiche ed ostetriche”. In questo caso i numeri sono quanto mai eloquenti: il 28,6 per cento delle donne sarde utilizza la pillola come principale metodo anticoncezionale mentre nel resto della penisola la percentuale si attesta intorno al 16,3 per cento. Il dato isolano supera anche quello medio europeo (24 per cento).
POCHI ABORTI Le ragioni di questa tendenza sono state illustrate durante una conferenza stampa tenuta ai margini dell'evento da Gian Benedetto Melis, presidente del congresso e direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Cagliari. Con lui Vincenzina Bruni che dirige l'Unità operativa di Ginecologia dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ospedale Carreggi di Firenze. Per Melis una delle cause alla base della maggiore attenzione che qui viene data al controllo delle nascite è collegabile alla drammatica incidenza delle microcitemie. Una spiegazione che, naturalmente, da sola non basta: «Il merito è anche delle nostre università e dei nostri ospedali e di un migliore modello di informazione associato a un'attenta e diffusa politica di educazione alla gravidanza responsabile». Tra le conseguenze più importanti il calo del numero degli aborti: «Un tasso di 5,55 casi ogni 1000 donne contro il valore medio nazionale di 9,16», aggiunge il ginecologo illustrando i dati del 2006, «tra le giovanissime sarde la media scende addirittura a 3,7 casi». Melis sottolinea che, pur essendo presto per tirare delle somme, è minimo anche il ricorso alla pillola abortiva autorizzata recentemente in Italia: «Al San Giovanni di Dio sono state ordinate confezioni del farmaco ma nessuno ne ha ancora fatto richiesta».
I BENEFICI Per tornare alla pillola anticoncezionale sono numerosi invece gli studi che dimostrano i suoi benefici effetti extra contraccettivi. «È ormai famosissima tra le giovanissime la Yaz», spiega Vincenzina Bruni, «a base di drospirenone, un progestinico che può contrastare la ritenzione idrica, contribuisce alla riduzione della produzione di sebo e del grasso addominale». A proposito di peso sono le cagliaritane a detenere il record italiano di ricerche di informazioni sul web. Parole chiave: dieta, cellulite, dimagrire. «Proprio attraverso la rete in molte hanno conosciuto gli effetti delle pillole di ultima generazione», chiarisce Melis, «ma è meglio non cercare consigli su internet».
CARLA ETZO
 
5 – L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni - Pagina 43
I rimedi omeopatici
È placebo, dice la Scienza
 
Con buona pace del dottor Christian Boiron, presidente di una multinazionale che è la più grande produttrice di rimedi omeopatici, la mia posizione è ben diversa da quella di Silvio Garattini: non escludo che l'omeopatia possa avere un'influenza positiva sul paziente. Questo non vuol dire che sia il rimedio omeopatico a produrre questi effetti. Infatti, studi controllati dimostrano che i rimedi omeopatici hanno lo stesso effetto dell'acqua pura, sono cioè privi di effetti intrinseci, in accordo con il fatto che la loro diluizione supera il numero di Avogadro.
Nonostante siano passati due secoli dall'introduzione dell'omeopatia, nessun progresso è stato fatto nel senso di una dimostrazione diretta di specifiche proprietà fisiche o chimiche dei rimedi omeopatici. Tutte le spiegazioni proposte dagli omeopati a supporto dell'esistenza di proprietà fisiche del rimedio (memoria dell'acqua, emissione di radiazioni, onde elettromagnetiche etc) sono del tutto prive di valore scientifico. Il fatto che un medico possa dar credito a queste assurde ipotesi potrebbe essere considerato una sconfitta dell'università che lo ha formato, se non esistesse la possibilità che ciò sia dovuto a ragioni di puro interesse economico.
L'effetto placebo prodotto dall'omeopatia non ha nulla a che vedere con l'ipnosi e non differisce da quello che accompagna, in misura dipendente tanto dal paziente quanto dal medico, qualsiasi intervento terapeutico. Una spiegazione in termini scientifici degli effetti dell'omeopatia alla luce delle scoperte sul meccanismo neurale dell'effetto placebo è attualmente l'unica capace di conferire dignità scientifica all'omeopatia. Tutte le altre spiegazioni meta-scientifiche fin qui proposte non fanno altro che mantenere l'omeopatia in un'area grigia al confine tra la magia e la medicina.
La possibilità che l'omeopatia possa produrre effetti anche sugli animali è del tutto compatibile con un effetto placebo sul valutatore di questi effetti (il padrone per esempio). Non per niente le sperimentazioni cliniche sono effettuate in doppio cieco: anche il medico non è al corrente di ciò che viene somministrato. È falso che l'Oms abbia «consigliato» l'uso dell'omeopatia. L'Oms ha prodotto un documento sulle regole di standardizzazione dei prodotti omeopatici ai fini della sicurezza, ma si è guardata dal consigliarne l'uso. Boiron attribuisce molta importanza alla mancanza di effetti avversi dell'omeopatia. Ma questa è la migliore prova che gli effetti terapeutici dell'omeopatia non sono dovuti a proprietà intrinseche al rimedio; se lo fossero, il rimedio produrrebbe, a certe dosi e in certe condizioni, anche effetti avversi. O il dottor Boiron ritiene che la natura abbia creato una speciale radiazione omeopatica per il bene dei pazienti e la prosperità degli omeopati e dei laboratori che ne producono i rimedi?
GAETANO DI CHIARA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Sovranità, scontro politici-giuristi
Soddu, Soru e Cabras spingono. Replica: «Serve più cautela»
L’allarme per la crisi dell’autonomia e per l’astensionismo
FILIPPO PERETTI
 
 SASSARI. I politici spingono sino «ai limiti dell’indipendenza», i costituzionalisti frenano invitando alla prudenza, ma il promotore dell’iniziativa, Pietro Soddu, insiste e incita: «Se aspettiamo ancora, con questa Regione delegittimata, il 70 per cento dei sardi che ora non ha votato tra un po’ si rivolgerà direttamente a Berlusconi e gli dirà: pensaci tu». Su una cosa si sono invece trovati tutti d’accordo al convegno sassarese del centro studi Paolo Dettori e di Sardegna democratica: il centrodestra dei «falsi federalisti» sta distruggendo l’autonomia speciale. La divergenza, profonda, è su come reagire politicamente e sulle soluzioni concrete. E anche per questo il dibattito è stato stimolante e, rispetto ad altri appuntamenti, più incisivo, più determinato, quindi in grado di influenzare le prossime tappe, come la sessione del Consiglio regionale sulle riforme istituzionali che proprio ieri è stata convocata per il 7 settembre. Sarà la volta buona? Ieri i pessimisti erano in maggioranza.
 La giornata sassarese, nell’aula magna dell’università con il rettore Attilio Mastino a fare gli onori di casa, era stata divisa in due parti: la mattina per i giuristi, la seconda per i politici. E’ successo che anche di mattina si è finito per parlare soprattutto di politica, con critiche e prese di distanza da parte dei costituzionalisti. E la politica, con gli ex rivali Antonello Cabras e Renato Soru in primo piano e infine con Pietro Soddu, ha reagito con fermezza per rimarcare il proprio ruolo (e non quello dei tecnici) sulle grandi riforme.
 La parte politica del convegno, quella del pomeriggio, ha avuto come moderatore Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale. E Onida è stato un vero moderatore, nel senso che, alla fine di ogni intervento, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, di moderare gli annunci di sovranità e indipendenza, invitando i politici a «evitare gli inutili nominalismi come quello della sovranità del popolo sardo», a «pensare alle cose da fare nel concreto», senza diversivi», a «mantenere i piedi per terra pur guardando lontano». Tuttavia anche Onida, introducendo la sessione pomeridiana, aveva sottolineato «le contraddizioni stridenti del centrodestra tra proclami federalisti e gestione centralista».
 Ad aprire il fronte dei politici è stato Cabras. Il senatore del Pd, due volte presidente della Regione, ha ribadito che «l’autonomia va reinventata» e che può essere rilanciata solo se si spinge «ai limiti dell’indipendenza». E ha avvertito che il dibattito va inserito nel contesto politico e oggi in Parlamento le autonomie speciali reggono solo «perché la Sicilia è forte». Il sociologo Salvatore Cubeddu ha messo in dubbio che ci siano le condizioni per riscrivere lo Statuto. Per smuovere la sua Fondazione Sardinia ha presentato in Consiglio regionale un «ordine del giorno voto al Parlamento». Ma per andare avanti «dobbiamo sapere dove andare». Massimo Dadea ha risposto seccamente al costituzionalista Piero Pinna che in mattinata aveva mosso critiche anche alla giunta Soru. Dadea, che di quella giunta era assessore alle Riforme, si è soffermato sulle scelte innovative e di cambiamento che sono state introdotte. Ha poi avvertito che la sinistra deve superare il tabù dell’indipendentismo per arrivare a una riforma dello statuto che introduca un «di più di sovranità». Anche Renato Soru ha risposto in maniera netta per sottolineare che non si possono confondere le posizioni: «Io da presidente ho fatto i conti con sommergili nucleari e servitù militari, la presidente del Consiglio regionali difende gli insediamenti militari conteggiando le pizze che consumano i soldati. C’è una differenza». E a chi ha parlato anche della sua come una «legislatura sprecata» sul piano delle riforme, ha risposto: «Solo le nuove regole sulle entrate fiscali valgono una legislatura». E anche qui ha voluto segnare la differenza con chi «non rispetta quell’accordo, tanto che oggi alla Sardegna mancano già 400 milioni e un miliardo e mezzo mancherà a fine anno». E ha difeso le tasse sul lusso: «Ci hanno bocciato perché abbiamo distinto tra residenti e no, ma ci è stato riconosciuto il diritto di imporre tasse. Ed è la prima volta». Soru ha concluso con un appello ai sardi per l’assunzione di responsabilità. Paolo Dettori, nel 1968, aveva detto che l’autonomia serve ai sardi per presentarsi uniti nelle richieste allo Stato. «Io dico - ha concluso - che serve perché siamo noi stessi a darci le risposte».
 Nl dibattito è intervenuto il deputato del Pd Antonello Soro: «E’ difficile discutere in uno Stato in cui il governo mina i poteri di garanzia». Sil versante interno: «Soru ha dimostrato che il cambiamento si fa anche con i fatti». E ha invitato a rivedere l’istituzione delle otto Province: «E’ stato un errore». L’indipendentista Gavino Sale ha visto nelle ultime elezioni un passo in avanti «verso la richiesta di sovranità, che ci porterò poi all’indipendenza». Infine Pietro Soddu ha lanciato un appello: «La Sardegna deve risvegliarsi, la crisi di consenso si batte solo con l’autogoverno, non vogiamo uscire dall’Italia, la nostra è una battaglia di libertà». Replicando alle cautele dei giuristi, ha detto: «Di solito i professori non vedono i pericoli, non hanno il fiuto animalesco dei politici».
 Notevoli contributi al dibattito sono arrivati anche da Giorgio Macciotta («numeri alla mano, la Sardegna da sola non ce la può fare») e dall’eurodeputato Giommaria Uggias («servono nuovi poteri, ma l’importante è usarli bene»).
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Cagliari
Calasetta. Una storia lunga 240 anni, convegno con esperti a confronto
Le comunità tabarkine fanno festa
 
CALASETTA. Weekend di festa per i 240 anni dalla fondazione delle comunità calasettane. Nella sala consiliare (ore 10) c’è un convegno con studiosi da Francia e Spagna e rappresentanti delle comunità che da Tabarka sono sparse nel mondo.
 La Nueva Tabarka spagnola, Carloforte e Calasetta, ma anche la Tabarka in terra tunisina: tutte insieme costituiscono il nucleo di un esperimento di convivenza tra cristiani e musulmani che si è interrotto ma i cui legami e radici comuni vengono continuamente alimentate. Al convegno saranno presenti tra gli altri: Triki Mokhtar da Tabarka, Philippe Gourdin e Monique Longertay dalla Francia, Antonio Cipollina, Maria Cabras, Nicolò Capriata, Gampiero Vacca e Bruno Rombi. E poi Josè Luis Gonzalez Arpide dalla Spagna; Fiorenzo Toso dell’Università di Sassari insieme al rettore Attilio Mastino; Vincenzo Orioles dall’Università di Udine e Antonello Fois, rappresentante dell’Ordine Mauriziano che diede il suo patrocinio alla colonizzazione dell’isola. «Con questa manifestazione - dice il vicesindaco Scopelliti - intendiamo continuare il percorso iniziato quattro anni fa con il convegno di Tabarka. Esiste una proposta all’Unesco per considerare Tabarka e i tabarchini come patrimonio immateriale dell’umanità. Credo che i valori ed il patrimonio culturale e linguistico delle nostre comunità vadano salvaguardati per noi, per le future generazioni e anche per l’Europa».(cf)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
CENTRO STUDI URBANI
«Conversazioni sulla città», lunedì una tavola rotonda
 
 SASSARI. Lo scenario europeo e globale nel quale si colloca anche la città di Sassari è sempre più caratterizzato da innovazione tecnologica e conoscenza. C’è perciò la necessità di dotarsi di strumenti adatti per far fronte tanto alle vecchie e nuove domande sociali presenti nel territorio. Per questa ragione, il Centro Studi Urbani del dipartimento di Economia Istituzioni e Società dell’università di Sassari ritiene che si debbano rafforzare i legami Università-Città, in termini di produzione di idee e di progettualità condivise. A tal fine, il volume Tra Dedalo e Icaro. La nuova domanda di città, di Giandomenico Amendola, sociologo urbano della facoltà di Architettura di Firenze, diventa un’occasione per avviare un percorso comune nella tavola rotonda che si terrà lunedì, alle 17,30 nell’aula “Eleonora d’Arborea” dell’Università. L’incontro ha come titolo “Conversazioni sulla città. Desideri e progetti di una città universitaria”. A discutere sulle prospettive saranno Attilio Mastino, rettore dell’università di Sassari, Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari, e l’autore del volume. Presiede il dibattito Antonietta Mazzette, coordinatrice del Centro Studi Urbani, con i contributi di Sante Maurizi, attore e regista, Sandro Roggio, architetto urbanista, Camillo Tidore, sociologo urbano.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Quando la matematica dà una mano all’industria
 
CAGLIARI. Erano 270 gli studiosi che hanno partecipato al decimo congresso di matematica applicata che è terminato ieri in città. Promosso dalla Simai (Società italiana matematica applicata e industriale), in collaborazione con l’università di Cagliari e il Crs4 del parco scientifico e tecnologico, il simposio ha visto circa trecento comunicazioni scientifiche spaziare tra temi molto diversi tra loro. Si va infatti dalla realizzazione di algoritmi (regole di calcolo) per prevedere il traffico in tempo reale all’interno di una strada o di una città o in altri contesti, ai problemi dell’estrazione del petrolio «a colpo (quasi) sicuro», sino ai problemi legati al deposito delle scorie nucleari. Oppure da come individuare la progressione di crescita di un tumore e sul come fermarlo sino allo studio di una bolla di sapone. I matematici applicati, infatti, sono studiosi che utilizzano il grande patrimonio di questa disciplina per trovare delle soluzioni funzionali alla realtà. In questo modo si sviluppa ulteriormente il circuito virtuoso tra ricerca di base e applicata, di cui, ad esempio, è figlio anche google.
 
 

Questionario e social

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