Martedì 20 aprile 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 aprile 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 10
Gli studenti di Giurisprudenza fanno pratica alla Caritas
Firmato il protocollo d'intesa tra il preside e monsignor Lai
 
 Un protocollo d'intesa tra Facoltà di Giurisprudenza e Caritas diocesana. L'obiettivo è quello di permettere agli studenti di occuparsi degli sportelli che la Caritas ha aperto in città.
Consentire agli studenti di fare pratica sul campo e di arricchire nel contempo il proprio bagaglio professionale e umano. Questo il duplice obiettivo del protocollo di intesa siglato ieri tra la Facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo cagliaritano e la Caritas diocesana. Gli studenti di legge che su base volontaria aderiranno al progetto avranno la possibilità di prestare servizio nello Sportello di consulenze giuridiche gratuite o il Centro d'ascolto della Caritas. In questo modo i ragazzi potranno conoscere i problemi delle fasce deboli assistite dalla Caritas e saranno impegnati per due mesi nel risolvere problematiche molto attuali come quelle dei migranti residenti in città e bisognosi di assistenza legale.
LA FIRMA L'accordo, sottoscritto ieri mattina nella nuova Aula Arcari dal preside di Giurisprudenza Massimo Deiana e dal direttore della Caritas di Cagliari monsignor Marco Lai (nella foto), prevede che agli studenti sia assegnato un certo numero di crediti formativi. Oltre ai tirocini, il programma di collaborazione prevede anche l'organizzazione di seminari, incontri e dibattiti. «Credo che la nostra facoltà, come tutti i centri di formazione», ha commentato il preside Deiana, «debba farsi carico anche delle situazioni di disagio e di sofferenza che la società vive. In questo modo intendiamo contribuire a creare cittadini migliori».
COLLABORAZIONE Facoltà di Giurisprudenza e Caritas s'incontrano dunque per avviare una proficua collaborazione su studio, formazione, specializzazione e qualificazione professionale degli studenti universitari, dei laureati e degli operatori della Caritas. «L'incontro tra il mondo accademico e scientifico e la realtà della vita di ogni giorno», ha detto monsignor Lai, «permetterà una crescita culturale importante, di cui va dato merito alla facoltà di Giurisprudenza. Il mondo dell'emarginazione, in cui opera la Caritas, richiede grande attenzione perché l'Università detta la mentalità ai giovani che rappresentano di fatto il futuro della società». Il direttore della Caritas ha infine ricordato le due iniziative in cui è più probabile l'inserimento degli studenti: lo sportello giuridico-legale, in cui già operano gratuitamente ogni giorno una decina di professionisti, e Kepos, il Centro d'ascolto del quartiere Marina, a cui si rivolgono centinaia di immigrati al loro arrivo a Cagliari. Per partecipare basta presentarsi in segreteria e compilare il modulo di domanda. (p.l.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 10
università
Qualità dell'insegnamento, l'esperienza di Cagliari sarà esportata
 
L'esperienza del “Laboratorio Didattico Calaritano” sarà esportata negli altri Atenei. Lo ha detto Emanuela Stefani, direttore della Conferenza dei rettori delle università italiane, intervenendo sabato al convegno “Insegnamento e apprendimento”, nell'Aula magna del rettorato.
Significa che può essere vincente una programmazione che punta alla qualità. Esattamente il contrario di ciò che impongono i parametri nazionali per la ripartizione delle risorse agli atenei «che sono puramente quantitativi», come ha fatto notare il prorettore vicario Giorgio Piccaluga.
Una contestazione condivisa dal direttore della Crui: «L'allocazione delle risorse avviene oggi solo sulla base di indicatori numerici, ma voi mostrate di voler ragionare su un livello molto più alto: la nostra idea è utilizzare il vostro modello all'interno di un progetto nazionale e proporlo come standard per il sistema della valutazione di tutti gli atenei».
Il modello cagliaritano ha tra i suoi obiettivi la verifica oggettiva dell'apprendimento e della capacità di insegnamento: nei mesi scorsi più di 50 docenti dell'Università si sono impegnati per l'innovazione della didattica. Il progetto, cominciato a gennaio 2009, terminerà a giugno con la fase di monitoraggio dei risultati. L'iniziativa si sviluppa all'interno del Progetto Qualità, coordinato da Vincenzo Solinas. 
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 4
«Contro la crisi innovazione e trasparenza»
Pubblica amministrazione, ieri il Forum. L'assessore Corona: nuove tecnologie per vincere l'isolamento
 
Per uscire dalla crisi la Sardegna punta sull'innovazione. E, come ha annunciato ieri alla Fiera di Cagliari, al Forum della pubblica amministrazione, l'assessore agli Affari generali, Personale e Riforme Ketty Corona, con il progetto Sardegna 20 Mega per il potenziamento dell'Adsl l'Isola dovrebbe colmare molti gap.
LE RETI «L'obiettivo è arrivare a un miglioramento dei collegamenti telematici», ha detto Corona. «L'apice di questo percorso sarà Sardegna 20Mega, che migliorerà l'offerta e la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese. Stiamo promuovendo la creazione di opportunità professionali attraverso la fornitura di servizi che, per loro natura, possono essere delocalizzati, attraendo in Sardegna investimenti e siti produttivi di imprese».
TRASPARENZA Per l'assessore Corona, «si sta tentando di trasformare l'isolamento in opportunità di sviluppo, attraverso la semplificazione della burocrazia e lo sviluppo delle reti di comunicazione». L'esponente della Giunta Cappellacci ha illustrato le strategie e i progetti. In sintesi: efficienza dei procedimenti, delegificazione, meritocrazia, flessibilità e trasparenza, formazione d'eccellenza, digitalizzazione e de-materializzazione. Un esempio sono il timbro digitale e la conservazione sostitutiva dei documenti cartacei.
I RISULTATI Durante la giornata di lavori, che ha visto l'adesione di circa mille partecipanti, è stata presentata una ricerca sulla pubblica amministrazione. I risultati: per l'80 per cento degli intervistati, negli ultimi cinque anni la è diventata più efficiente. Per migliorare ancora, però, deve rimuovere alcuni ostacoli: rigidità nell'organizzazione (29 per cento), mancanza di meritocrazia (20 per cento), ingerenza della politica nella gestione (18 per cento).
FORMAZIONE L'assessore alla Pubblica istruzione e Beni culturali Lucia Baire ha puntualizzato che la tappa sarda del Forum testimonia «la volontà della Regione di investire sul capitale umano». E poi: «Con la digitalizzazione della scuola stiamo rispondendo al bisogno di progresso attraverso le tecnologie più avanzate». L'innovazione non entrerà solo in classe: «Interesserà anche beni e attività culturali, per creare sviluppo e occupazione».
TAVOLA ROTONDA E se all'ultimo è saltata la videoconferenza con il ministro Renato Brunetta, il governatore Ugo Cappellacci, impegnato a Roma, ha sottolineato attraverso un messaggio che con l'innovazione la Sardegna può diventare protagonista della politica italiana ed europea sul Mediterraneo: «Proporremo l'Isola come sede di un incontro-evento sul tema». L'assessore della Programmazione Giorgio La Spisa, intervenendo a una tavola rotonda (a cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di Confindustria sarda Massimo Putzu, il rettore dell'Università Giovanni Melis e il prefetto di Cagliari Giovanni Balsamo), ha osservato che è possibile innovare nonostante le ristrettezze economiche: «Siamo in un periodo di crisi globale e dobbiamo innovare partendo da noi stessi», ha rilevato. «Per questo stiamo puntando molto sulla ricerca: abbiamo incrementato i fondi per le borse di ricerca arrivando a 50 milioni di euro per finanziare 700 ricercatori e accresciuto le risorse destinate alla legge sulla ricerca di ulteriori 12 milioni arrivando a 35 milioni. La vera innovazione sta nella testa delle persone», ha concluso La Spisa, «ma anche nella capacità di enti di ricerca, Regione, impresa e università sarde, di marciare nella stessa direzione, superando i dualismi». (lo. pi.) 
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 24
Sassari
No del Senato universitario
Benservito ai nonni della cattedra: via a settant'anni
 
 Il Senato accademico mette a riposo i nonnini dell'Università di Sassari: niente prolungamento di carriera per sette docenti che hanno chiesto di continuare a occupare una cattedra anche dopo aver tagliato il traguardo dei 70 anni.
SETTE DOCENTI Nei giorni scorsi il Senato ha respinto a maggioranza le loro richieste. Lo stop riguarda nomi di spicco dell'Ateneo, come il direttore della clinica oculistica, Francesco Carta, il direttore responsabile delle testate giornalistiche del Master di giornalismo, Rosario Cecaro, il docente di Fisica della facoltà di Farmacia, Roberto Cesareo, il professor Carboni di Giurisprudenza.
La decisione di mandare in pensione i sette docenti non è definitiva: le loro domande dovranno essere votate anche dal Cda dell'Ateneo, e infine l'ultima parola spetterà al rettore, Attilio Mastino.
RISPARMI La conferma del no farebbe risparmiare alle casse universitarie 1 milione e 300 mila euro, e potrebbe aprire le porte a qualche assunzione di giovani docenti. In passato i professori che raggiungevano l'età pensionabile potevano chiedere e ottenere automaticamente di restare altri due anni in cattedra.
Con una legge del 2008 questo automatismo è stato bloccato, mettendo nelle mani di ogni singolo ateneo la possibilità di accettare o meno la proroga di due anni per i docenti che la richiedono.
NOMI ILLUSTRI A Sassari l'ultimo nome illustre che ha usufruito di questo trattamento è stato proprio l'ex rettore Alessandro Maida, che nei mesi scorsi, allo scadere del suo mandato, ha ottenuto dal Senato altri due anni di contratto. Insieme a Maida avevano chiesto di restare al lavoro altri quattro professori ordinari, un assistente e un lettore.
Il Senato aveva detto sì solo a Maida, al direttore della clinica radiologica Giulio Cesare Canalis e al professore di chimica Antonio Saba. Fra i bocciati c'era anche Mariotto Segni, che nonostante il no del Senato è rimasto in cattedra (ma solo per un altro anno) appellandosi a un'altra norma di legge.
SVOLTA Ora la linea dell'Università è cambiata, a 70 anni si va in pensione e le aule e gli uffici dell'Ateneo restano un ricordo: con un altro provvedimento il Senato ha disposto che i docenti cessati dal servizio non possono più usufruire di spazi e strumentazione dell'Ateneo.
VINCENZO GAROFALO
 
5 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 44
Nel Risorgimento l'idea dell'identità nazionale
Incontro. Promosso dalla Fondazione Asproni con storici delle università di Cagliari e Firenze
 
Le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia riaprono il dibattito sull'uso strumentale della storia
 A pochi giorni dalla ricorrenza della spedizione dei Mille, che inaugura le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, il Risorgimento diventa tema di discussione. Finalmente si dà spazio agli storici per riaprire, anche sui media, un dibattito serio e scientifico, oltre le strumentalizzazioni politiche che stavano riducendo l'epopea unitaria a un confronto tra revisionisti, leghisti e clericali con un'appropriazione "indebita" della storia. Vittima di questa offensiva politico-mediatica il mito di Giuseppe Garibaldi, il protagonista più popolare di quella pagina che iniziò a Quarto il 5 maggio 1860 con la partenza della spedizione dei Mille e si concluse il 17 marzo1861 con la proclamazione dell'Unità d'Italia. Un dibattito tra studiosi delle università di Cagliari e di Firenze, sotto gli auspici della neonata Fondazione Asproni, al Palazzo Regio ha aperto le manifestazioni che si succederanno per un anno anche in Sardegna. L'isola, come sempre nella millenaria storia, ha partecipato marginalmente ai grandi eventi che hanno coinvolto la penisola dalla Sicilia alle Alpi, ma a Caprera custodisce la casa, le memorie e le tomba del Generale.
I garibaldini isolani furono appena quattro, eppure esiste un legame fortissimo tra il movimento risorgimentale e i sardi. Come è emerso nel confronto cagliaritano partito dalla presentazione di due importanti volumi sull'epica risorgimentale. Il primo "Garibaldi mille volte, mille vite", edito da AM&D a cura del ricercatore Giuseppe Continiello che ha raccolto sedici saggi di giovani colleghi. L'età anagrafica degli autori (attorno o sotto i trent'anni) dimostra che si può fare ricerca storica, libera da condizionamenti politici e strumentali, scandagliando temi e indirizzi inediti. Soprattutto su un personaggio come Garibaldi, oggetto di oltre 30 mila studi di ogni genere.
L'altro volume ( Cultura laica e liturgie politiche fra il XVIII e XX secolo, edito da Il Mulino) sposta il tiro del dibattito sull'evoluzione del pensiero laico nella sfera dell'Italia appena unita. L'autore Fulvio Conti, dell'università di Firenze, è uno studioso di fama che ha approfondito il ruolo della Massoneria (di cui Garibaldi fu un autorevole esponente) nella costruzione del Risorgimento.
REVISIONISMO «Oggi è fondamentale ridefinire i contorni del periodo con la partecipazione di storici qualificati», afferma Idimo Corte, presidente della "Asproni": «Il Risorgimento era stato messo da parte per lasciare spazio alle discussioni sui totalitarismi, le guerre, il revisionismo che svaluta i valori della Resistenza e parzialmente riabilita il fascismo. In tempi recenti di Risorgimento si è parlato in modo strumentale per fare un uso distorto della storia, adattandolo alle polemiche su Stato e Chiesa, alla questione meridionale, al federalismo. Tutto ciò senza contestualizzazione e con evidenti manipolazioni. Così è stato creato un altro genere di revisionismo che pone Garibaldi, quale maggiore interprete del laicismo, al centro degli attacchi più grevi».
IDENTITÀ NAZIONALE Il vero problema - sottolinea lo storico Aldo Borghesi - è il fallimento della costruzione dell'identità di nazione (il processo culturale che gli storici anglosassoni definiscono nation building ). «Esistono - dice- diversità nella visione del Risorgimento, storie e memorie differenti su cui gli storici devono indagare lottando contro l'appropriazione del mito. Un esempio? Nel 1922 a Sassari si fecero due celebrazioni contemporanee per i 50 anni della morte di Mazzini. Una di fronte al monumento all'emiciclo Garibaldi con radicali e monarchici, l'altra alla stazione con repubblicani e simpatizzanti del partito sardo d'azione. Ciascuno rivendicava Mazzini al proprio ideale. In realtà solo il fascismo, creando uno stato autoritario col partito unico e puntando sulla molla del nazionalismo, riuscì in parte a costruire uno spirito di nazione. Un tentativo che però finì nel sangue con la guerra civile. Nel dopoguerra ci riprova lo stato repubblicano col mito e con i valori nati dalla Resistenza, ma senza successo. Come dimostra il revisionismo garibaldino padano col rovesciamento dei miti positivi. Attenzione, però, perché la distruzione dei miti risorgimentali - conclude Borghesi - non l'ha iniziata la Lega, ma è partita tempo prima con le correnti storiografiche di matrice marxista».
CAPRERA Stefano Pira, storico dell'ateneo cittadino, ricorda il filo che lega la Sardegna a Garibaldi: «Il primo atto notarile del Generale risale al 1849 e fu l'ordine di acquistare parte dei terreni di Caprera dove aveva intenzione di stabilirsi. Il tema di Caprera, come luogo di culto laico del Risorgimento nell'ottica di quella costruzione dell'identità nazionale, lo ritroviamo alla morte di Garibaldi che aveva espresso il desiderio di essere cremato. Fu Francesco Crispi, massone e più volte ministro, pur contro la volontà del Generale a convincere i familiari all'idea che bisognasse conservare il corpo e custodirlo in una tomba a Caprera per creare la religione della patria».
Secondo Gianfranco Tore, storico della facoltà di Lettere, «la crescente influenza su giornali, televisioni ed editoria, più che leghista è di stampo cattolico integralista. È evidente il tentativo di creare il mito di un Risorgimento di sopraffazione di piccolissimi gruppi. I briganti napoletani diventano eroici partigiani contrapposti ai garibaldini invasori che occupavano l'Italia in nome della monarchia sabauda. Oppure il Risorgimento viene visto come opera di qualche migliaia di briganti luciferini laici e massoni. La storiografia deve rispondere a queste insidiose accuse». In che modo? «Esplorando i diari, le lettere, i romanzi, le attività dei circoli - dice Tore - ci si accorge che a metà dell'Ottocento il tema dell'unità nazionale è al centro dell'opinione pubblica, oltre le manifestazioni di piazza e le lotte contro la polizia che ci raccontano i manuali. Questo grande interesse testimonia impegno e partecipazione. Grazie a nuovi indirizzi di ricerca che oggi abbracciano diverse discipline (letteratura, storia della cultura, sociologia) si può studiare l'evoluzione dell'idea di unità».
PENSIERO LAICO Nel suo ultimo libro Fulvio Conti ricostruisce il pensiero laico nella sfera pubblica dell'Italia appena unita attraverso quell'insieme di liturgie che alimentavano una forma di vera e propria religione civile. «Da qui si capisce perché Crispi volesse creare un luogo di culto dove si potesse coltivare la "religione della patria". Ecco perché Caprera si aggiunge al Pantheon di Roma e al cimitero Staglieno di Genova dove è sepolto Mazzini».
CARLO FIGARI 
 
6 – L’Unione Sarda
Carbonia Pagina 22
Archeologi sulle tracce dell'“Uomo del Sulcis”
La ricerca Campagna di scavi a Su Carroppu
 
Su Carroppu è di nuovo teatro di una missione archeologica alla ricerca delle tracce dei primi insediamenti dell'uomo nel Sulcis e in Sardegna. Da un paio di settimane archeologici e antropologi sono infatti all'opera nel famoso riparo sotto roccia di Sirri: l'importante sito già una trentina di anni fa aveva restituito le testimonianze delle prime comunità del neolitico antico, datato fra i seimila e i quattromila anni avanti Cristo). Ebbene, il ministero ai Beni culturali ha dato all'Università di Cagliari, Centro interdipartimentale per la Protostoria e la Preistoria del Mediterraneo, la concessione agli scavi per cinque anni.
Le nuove affascinanti indagini sono iniziate pochi giorni fa. In previsione di questa ulteriore attività scientifica, l'estate scorsa il riparo sotto roccia era stato al centro di una brevissima campagna preliminare servita a rintracciare e ripulire vecchi sentieri e a ricercare depositi di reperti in vista della nuova campagna. Quello che in passato è stato indagato e recuperato sarebbe solo una minima parte dell'insediamento e delle sepolture dei primi uomini che abitarono il Sulcis, ma non si era mai riusciti ad approfondire la successione cronologica della presenza umana nel sito. È questa, quindi, una delle mete che si prefigge la campagna di scavi che sarà guidata da Carlo Lugliè. Una campagna ritenuta dallo stesso docente universitario «fondamentale per la conoscenza dell'origine e dello sviluppo delle prime fasi del Neolitico territoriale e sardo».
Gli scavi andranno avanti ancora per diverse settimane. Fra venerdì e sabato sarà possibile effettuare una visita guidata, Ad organizzarla sarà il Comune, insieme alla coop Mediterranea e all'Università di Cagliari nell'ambito della dodicesima edizione della Settimana nazionale della Cultura cui Carbonia ancora una volta aderisce. Doppio appuntamento il venerdì al museo di villa Sulcis con i convegni delle 9,30 e delle 18. Poi sabato dalle 9,30 visita guidata al riparo sotto roccia con Carlo Lugliè e le guide del museo. (a. s.) 

 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
PATTO UNIVERSITA’-CARITAS 
Stage gratis sul fenomeno dei migranti 
 
CAGLIARI. Stage gratis negli studi legali per gli studenti di giurisprudenza: è il risultato dell’accordo di collaborazione siglato ieri dal preside della facoltà Massimo Deiana e dal direttore della Caritas don Marco Lai: «Per alcuni mesi i nostri studenti potranno vivere sul campo quello che hanno appreso nelle aule - ha spiegato Deiana - i temi che saranno trattati durante lo stage sono legati soprattutto ai problemi dei migranti, soprattutto le implicazioni sociali e legali». Per partecipare agli stage basta che gli studenti presentino domanda alla segreteria di facoltà: «Con la firma di questo documento - ha ricordato don Marco Lai - prosegue la collaborazione con l’Università di Cagliari, avviata con l’accordo siglato con la facoltà di Medicina. L’obiettivo principale riguarda la promozione della cultura della legalità e del diritto dei migranti». Gli stage garantiranno cinque crediti formativi: «Credo che la nostra facoltà - ha aggiunto Deiana - debba farsi carico anche delle situazioni di disagio che la nostra società vive. Da oggi i nostri studenti potranno acquisire crediti liberi anche partecipando alle attività della Caritas, arricchendo il proprio bagaglio professionale e umano». (p.s.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
La notte di San Lorenzo con Margherita Hack 
 
 SAN BASILIO. L’astrofisica Margherita Hack sarà a Pranu Sanguni dal 10 al 12 agosto ospite del comitato “Pro Sardinia radio telescope”, fondato da Max Cordeddu. La professoressa emerita dell’università di Trieste la notte di San Lorenzo osserverà il fenomeno delle stelle cadenti dalla collina ai cui piedi è in fase di completamento il montaggio della parabolica.
 Margherita Hack accompagnata da Tommaso Maccacaro, presidente dell’istituto nazionale di astrofisica, l’ente che assieme alla Regione e al ministero dell’università, ha finanziato il progetto, e da Nichi D’Amico direttore del progetto Sardinia Radio telescope, quel giorno visiterà il cantiere, il complesso megalitico di Pranu Muttedu a Goni e il museo deicato ad Emilio Lussu ad Armungia. Inoltre parteciperà a incontri e dibattiti con gli studenti delle facoltà di fisica e astrofisica dell’università di Cagliari.
 Il testimonial del radiotelescopio Max Cordeddu intanto espresso soddisfazione per le dichiarazioni dell’assessore regionale del bilancio e della programmazione Giorgio La Spisa sulle disponibilità di fondi nazionali e regionali per il funzionamento del Sardinia radio telescope. «Vorremmo che adesso l’assessore sostenga anche la realizzazione del campus universitario eco sostenibile», dice Max Cordeddu. (jbu)
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Gallura
Aleo, dottori in turismo al servizio della città 
Nasce l’associazione dei laureati nella sede gemmata dell’ateneo 
ALESSANDRO PIRINA 
 
 OLBIA. Da anni va in scena uno scontro tra «pro» e «contro» le sedi gemmate. Un dibattito in cui spesso si chiama in causa anche il polo universitario di Olbia, sede staccata di Sassari. Ieri quelle voci contrarie sono state zittite da una sessantina di laureati. Un esercito di giovani che hanno tutti conseguito il titolo nel miniateneo gallurese e ora hanno deciso di mettersi insieme. La Aleo, è questo il nome dell’associazione, è la risposta migliore per chi mostra ancora dubbi sull’importanza di un corso di laurea in Economia del turismo per un luogo come Olbia. I numeri sono eccezionali. Dal 2002, quando è stato varato il polo universitario, sono stati sfornati oltre 130 dottori. Gli ultimi otto questa mattina alle 11.
 L’Aleo si vuole porre come la terra di mezzo tra università e mondo del lavoro. «L’associazione nasce grazie alla volontà dei suoi soci - ha affermato la presidente Tiziana Gusinu, tra le prime laureate del polo olbiese -. Siamo partiti in pochi, ora siamo già oltre i 60. La speranza è quella di coinvolgere tutti quelli che hanno studiato in questa università. Vogliamo essere una voce pensante all’interno del nostro territorio. Una sorta di “melting pot” tra università e lavoro, utilizzando gli strumenti acquisiti e trasferendoli nel contesto in cui andremo a operare. Ci stiamo già attivando per realizzare un portale internet, dove poter dar vita a un blog di discussione su vari temi di attualità con un occhio di riguardo per il territorio, e dove inserire filmati, foto e informazioni sulle attività svolte dall’associazione. Pensiamo poi di organizzare eventi per supportare gli studenti attualmente iscritti all’università, trasferendo così le nostre conoscenze ed esperienze».
 Al debutto dell’Aleo e del suo piccolo esercito di soci erano presenti tutte le autorità. Dal sindaco Gianni Giovannelli alla presidente Pietrina Murrighile, che non ha mancato di stigmatizzare l’organizzazione per non aver previsto il suo intervento. Sono intervenuti il preside di Economia, Enrico Grosso, il presidente del corso di laurea Francesco Morandi, e il numero uno di Geasar, Silvio Pippobello. «Mi inorgoglisce vedere quando siamo cresciuti - ha detto il preside -. Mi viene in mente il 2002, quando abbiamo cominciato. Allora non era tutto luccicante come oggi e venivamo ospitati al Deffenu. In otto anni siamo riusciti a trasformare Olbia in un’ottima università». «L’unica dentro un aeroporto - ha aggiunto Pippobello -. Ci sono state anche difficoltà, ma le abbiamo sempre superate». Nella sala, affollata, del Costa Smeralda erano presenti anche il vicepresidente della Provincia, Antonio Satta, e il docente Carlo Marcetti, padre-fondatore dell’ateneo olbiese.
10 - Il Sardegna - epolis
Grande Cagliari – pagina 19
Sociale
I giovani avvocati al servizio dei poveri
 
Dai prossimi giorni, grazie a un accordo siglato dal preside della facoltà di Giurisprudenza Massimo Deiana e dal direttore della Caritas don Marco Lai, gli studenti di Legge potranno effettuare stage negli studi degli avvocati che collaborano con l'organizzazione diocesana.  
 

Questionario e social

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