Giovedì 8 aprile 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 aprile 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Economia pagina 12
«Alla Sardegna non basta il turismo»
Federica Guidi: la crisi si sconfigge con l'innovazione  
Il presidente del gruppo giovani di Confindustria oggi a Cagliari. Nel mirino le banche: sono troppo lontane dalle imprese
Secondo Federica Guidi, la Sardegna deve puntare sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico
 
La crisi economica è ormai alle spalle, ma gli effetti potrebbero farsi sentire ancora sulle imprese più piccole. Federica Guidi, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, non ha dubbi. «Il rischio è che venga a mancare la liquidità nel sistema: le banche devono essere vicine al territorio e puntare sulla qualità delle idee imprenditoriali, non solo sulla fattibilità economica di un progetto. Serve poi uno sforzo della Pubblica amministrazione: la burocrazia va snellita, altrimenti le nostre aziende resteranno indietro sul fronte della competitività».
Federica Guidi, modenese, 39 anni, laureata in Giurisprudenza e figlia d'arte (suo padre Guidalberto per 10 anni storico vicepresidente di Confindustria), sarà oggi alle 11,30 a Cagliari ospite dell'Associazione degli industriali del Sud Sardegna, in viale Colombo 2. Si parlerà dei problemi dell'Isola, ma anche delle opportunità di sviluppo.
La Sardegna sta affrontando una crisi industriale pesante: si pensi alla metallurgia e alla chimica. Quali strade andrebbero percorse?
«Non tutti i settori produttivi potranno essere salvati. Credo tuttavia che non si potrà vivere di solo turismo. La Sardegna deve scommettere anche sull'innovazione, investendo sulle fonti alternative e sul risparmio energetico».
Le aziende sarde del fotovoltaico, recentemente, hanno contestato le norme varate dalla Giunta. Secondo loro, ci sono troppi ostacoli all'installazione degli impianti.
«Il nodo della burocrazia è il vero tema da sciogliere. Ci sono tante belle iniziative in giro per l'Italia, spesso però si scontrano con procedure farraginose, lontane dai bisogni di un'azienda che deve essere competitiva sul mercato».
Le piccole imprese lamentano una carenza di credito. È solo colpa delle banche?
«La sottocapitalizzazione tipica delle aziende piccole peggiora la situazione. Ma un fatto è certo: oggi assistiamo a una spersonalizzazione del rapporto banca-impresa, aggravata dall'applicazione delle regole di Basilea 2».
Il sistema di norme detto di Basilea 2 serve a rendere più forti, dal punto di vista patrimoniale, le banche, garantendo così stabilità al sistema finanziario. Che cosa c'è che non va in questo?
«Le banche sono costrette a capitalizzarsi, ma per farlo diventano ancora più selettive nel concedere i prestiti. Questo pesa soprattutto sulle piccole imprese, che hanno meno garanzie da offrire agli istituti di credito».
Come vede il ruolo dei consorzi fidi? La Regione, qualche giorno fa, ha creato un fondo da oltre 200 milioni per “controgarantire” le garanzie rilasciate dai confidi alle aziende.
«La considero un'iniziativa interessante, che va a sostenere un mondo, quello dei confidi, importante per l'accesso al credito delle imprese. Ma non basta. Lo ripeto, vedo troppa spersonalizzazione nelle banche. Non si possono concedere prestiti soltanto sulla base di valutazioni quantitative. Tra l'altro, si sente parlare di Basilea 3, con norme ancora più ferree. Credo che sia necessaria una moratoria sulle regole di Basilea, altrimenti fra giugno e luglio le aziende riceveranno pochissima liquidità dal sistema bancario».
Cosa ne pensa della riforma fiscale a cui sta lavorando il Governo?
«È necessario un abbassamento della pressione fiscale, è indubbio. Sarebbe opportuno un intervento per ridurre le tasse sui redditi personali, ma anche sul costo del lavoro. Penso all'Irap, un'imposta considerata, unanimamente, odiosa. L'obiettivo, per noi, è chiaro: la riforma dovrà essere in grado di liberare risorse per gli investimenti aziendali. Solo in questo modo si creerà nuova occupazione. Un problema che colpisce prima di tutto il Mezzogiorno d'Italia, Sardegna compresa».
Un'altra sfida per le aziende è il passaggio generazionale. In Sardegna il 30% degli imprenditori non ha ancora affrontato il tema.
«È un argomento più semplice di quanto si pensi. Il mondo è cambiato, l'imprenditore padrone non è più un modello vincente e tanto meno gestibile. Oggi le aziende hanno bisogno di eredi con una cultura manageriale di ampio respiro».
LANFRANCO OLIVIERI
 
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 3
consiglio
Oggi in Aula si parla di trasporti
 
Riprende oggi, dopo la pausa pasquale, l'attività dell'aula del Consiglio regionale, mentre ieri sono tornate al lavoro alcune commissioni permanenti.
In seduta congiunta, si sono riunite la Seconda (Politiche comunitarie, presidente Ladu, Pdl) e la Quarta (Trasporti, presieduta da Sanna, Pdl). All'ordine del giorno, c'era il Disegno di legge 119 legato alla destagionalizzazione del turismo. In audizione, è stato ascoltato l'assessore regionale dei Trasporti, Liliana Lorettu.
IN AULA Per oggi alle ore 10, è convocato il Consiglio regionale. All'ordine del giorno dell'assemblea il Disegno di legge 119 (Misure per lo sviluppo del trasporto aereo), la risoluzione numero 4 sul rafforzamento del ruolo delle Regioni nella partecipazione al processo normativo europeo, le richieste di istituzione delle Commissioni di inchiesta sulla mancata applicazione di alcune leggi regionali e sui finanziamenti erogati dalla Regione all'Università di Sassari.
Gli altri punti all'ordine del giorno riguardano l'elezione di un componente del Consiglio di amministrazione dell'Ersu di Sassari, una mozione sulla situazione delle strade statali in Sardegna, un'interpellanza sul mancato completamento della strada Abbasanta-Olbia, una sullo stato del tratto Alà dei sardi della strada Abbasanta-Olbia. Quindi, una mozione sullo stato dei lavori per la realizzazione delle opere connesse al vertice del G8 e una interpellanza sui lavori di dragaggio dei fondali intorno all'isola di La Maddalena previsti per i cantieri interessati dalle opere legate al G8. 

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
Le fasi delle indagini preliminari convegno della Scuola forense 
 
 NUORO. Si parlerà di “Indagini preliminari: accusa e difesa” sabato mattina nell’auditorium della Biblioteca Satta, per iniziativa della Camera penale e della Scuola forense di Nuoro. Il convegno inizierà alle 9.30.
 I lavori verranno introdotti dell’avvocato Mario Lai, che modererà gli interventi dei relatori: Renzo Orlandi, ordinario di Procedura penale all’Università di Bologna che tratterà la fase dell’iscrizione delle notizie di reato, Riccardo Luigi Rossi, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Tempio che parlerà delle indagini preliminari viste dall’ottica del requirente pubblico, e Franco Luigi Satta, avvocato del foro di Sassari, che tratterà l’argomento delle indagini difensive. Un tema di grande interesse anche per le continue modifiche alle quali è sottoposto il codice di procedura penale, tenuto conto delle innovazioni introdotte anche dal recente “pacchetto sicurezza”.
 Si tratta di uno dei seminari di studio promossi dalla Scuola forense (in questo caso con la collaborazione della Camera penale per la natura dell’argomento) su temi di stretta attualità, esposti dagli esperti delle materie che di volta in volta vengono proposte.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Un nuovo reparto per la chirurgia 
Consegnati ieri mattina i lavori all’impresa Mario Ticca Quattrocentomila euro per realizzare 14 camere doppie e 3 singole 
 
 SASSARI. Un nuovo reparto per la clinica Chirurgica diretta da Pinotto Dettori. Le stanze di degenza e gli ambulatori saranno trasferiti dal sesto al quinto piano del Palazzo Clemente che a breve sarà interessato da importanti lavori di adeguamento.
 Sono stati consegnati, infatti, ieri mattina i lavori per la ristrutturazione di un’ampia zona del Palazzo “Clemente” in viale San Pietro. I lavori sono stati affidati all’impresa Mario Ticca aggiudicataria dell’appalto.
 La durata dei lavori è fissata in 150 giorni e l’importo contrattuale è di 401.064,03. La consegna è prevista per la fine dell’estate.
 I fondi in questione rientrano nell’Intesa Interministeriale di Programma (legge n. 486 del 9/12/1989) e sono stati messi a disposizione dall’università degli Studi di Sassari con delibera del consiglio di amministrazione del 18/12/2009.
 Il nuovo reparto di degenza potrà contare su una superficie che si estende per circa 870 metri quadrati. Verranno realizzate quattordici camere doppie e tre camere singole, tutte con servizi igienici privati così come prevede la normativa anche a livello europeo.
 Inoltre saranno realizzati due spazi destinati alle medicazioni, una stanza per il medico di guardia e servizi distinti per personale interno e utenza esterna.
 Spazi ampi e moderni anche per la sala da pranzo e la sala colloqui tra medici e familiari. Anche medici ed infermieri, infine, a quanto si può dedurre dal progetto, potranno usufruire di un locale adibito a punto ristoro dove verrà installata una cucina attrezzata.
 L’azienda ospedaliero universitaria che gestisce l’assistenza nelle cliniche fa inoltre sapere che la ditta appaltatrice si occuperà della ristrutturazione anche di tutti gli impianti idrici, elettrici e di climatizzazione, oltre alla creazione ex novo degli impianti dei gas medicali collegati ad ogni posto letto.
 Ieri mattina alla consegna dei lavori erano presenti il commissario dell’Aou Gianni Cavalieri e il direttore amministrativo Piero Tamponi, oltre all’ingegner Roberto Manca, responsabile dell’ufficio tecnico dell’azienda sanitaria.
 Soddisfazione da parte del commissario che ha dichiarato al termine della cerimonia di consegna dei lavori: «Con quest’opera si compie un importante passo verso il miglioramento della qualità dell’ospedalizzazione dei pazienti».
 Una speranza dunque per quel rinnovamento della parte edilizia delle cliniche considerata unanimemente urgentissima. È sotto gli occhi di tutti infatti il degrado di quasi tutte le strutture ospedaliere dell’università.
 Adesso c’è da risolvere il grande problema del Materno Infantile, un servizio che non potrà essere considerato dignitoso per i bambini e per le donne fino a che non saranno realizzati i nuovi locali a valle della cosiddetta stecca bianca, sotto viale San Pietro.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
AZIENDA MISTA E BROTZU
Le uniche richieste da Cagliari
 
 CAGLIARI. Le prime e per ora uniche ordinazioni di Ru486 arrivano da Cagliari, dalla clinica ostetrica e ginecologica dell’azienda mista Regione-Università e dal reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di alta specialità Brotzu. Non risultano invece ancora essere arrivate richieste alla farmacia dell’Asl 8. E la direzione sanitaria fa sapere di non avere ricevuto direttive dalla Regione. Già oggi è possibile che i reparti debbano decidere di rispondere alle eventuali sollecitazioni delle pazienti. Le linee guida sono attese con urgenza: dovranno ufficializzare quanto già affermato dall’assessore Liori, a proposito della somministrazione della pillola abortiva in regime di ricovero ordinario.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
«Addio diritto alla privacy» 
Ginecologi contrari: «Le pazienti chiedono riservatezza, è giusto garantirla. E sono stati calcolati i costi aggiuntivi?» 
LE REAZIONI Medici perplessi contestano le scelte 
 
 SASSARI. C’è chi dice che questo è solo l’inizio, il preludio della nuova battaglia contro l’aborto e la legge dello Stato che l’autorizza. E c’è chi aggiunge che con la serie di paletti imposti, si rischia di vanificare i vantaggi della Ru486. Perchè se una donna sceglie l’aborto medico, lo fa per evitare il trauma dell’intervento chirurgico, ma anche per non essere obbligata a dare troppe spiegazioni a casa. E se con il day hospital, come accade all’estero, è possibile mantenere il segreto, senza dubbio tre giorni di ricovero in ospedale devono essere giustificati.
 Il via libera alla pillola abortiva arriva con uno strascico di polemiche. Luigi Mannu, responsabile del centro prevenzione diagnosi ginecologica e ostetricia all’ospedale San Camillo di Sassari, dice che «bisogna smetterla di trattare le donne come un oggetto. Nessuno può dire se la scelta di abortire è giusta o sbagliata, perchè si tratta sempre di una decisione personale nella quale non si ha diritto di mettere il becco. E una donna deve essere libera di scegliere come abortire, se con la chirurgia o con un farmaco. Perchè, in ogni caso, non è mai un gioco ma è sempre un momento dolorosissimo. Lo dimostra il fatto che una donna su due mette al mondo un figlio poco tempo dopo l’aborto, per provare a placare il senso di colpa. Dunque, che significato hanno tutte queste discussioni? La realtà - aggiunge Luigi Mannu - è che ci troviamo di fronte al tentativo di “disincentivare” l’aborto per arrivare, alla fine di tutto il percorso, ad abolire una legge odiata da una certa parte politica». Non si spiegherebbe altrimenti, aggiunge il ginecologo che presta servizio all’Aied (Associazione italiana educazione demografica) «l’obbligatorietà di un ricovero non necessario, perchè la paziente può essere seguita con attenzione anche in regime di day hospital». Con almeno due vantaggi, aggiunge Salvatore Dessole, direttore a Sassari della clinica ostetrica e ginecologica dell’Azienda mista ospedaliero-universitaria: «Sono tante le donne che non vogliono condividere con altre persone, neppure i familiari, un’esperienza così traumatica. Per questo, dopo l’aborto, vorrebbero tornare a casa. Tra chi sceglie di interrompere la gravidanza ci sono signore sposate, che hanno bambini da accudire. Oppure ragazze giovani, che non vogliono essere obbligate a giustificare l’assenza al papà». Con l’aborto chirurgico, dice Dessole, i tempi sono molto veloci: in ospedale si resta al massimo dalla mattina alla sera, a volte anche solo mezza giornata. «Gli stessi tempi dovrebbero essere garantiti con l’aborto medico, preferibile perchè meno traumatico per la paziente, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il ricovero è da consigliare solo nella fase di rodaggio, per poi essere sostituito con il day hospital». Ed evitare così, aggiunge Dessole, anche un altro problema che nessuno sinora ha affrontato: «Con tre giorni di ricovero i costi salgono parecchio. Chi paga la differenza?». Ancora: «È stato calcolato quanti posti letto in più serviranno per soddisfare le richieste? Considerato che si sta andando verso una riduzione dei tempi di degenza con l’aumento delle prestazioni in day surgery, il ricovero per 3 giorni appare alquanto contraddittorio».
 E a proposito di privacy, già ora accade che nella stessa stanza si trovino accanto una donna in procinto di partorire e un’altra che sta per abortire. Scelte diverse, stato d’animo opposto in un momento che, probabilmente, non tutte hanno voglia di condividere. (si. sa.)
 
 
 

Questionario e social

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