Martedì 6 aprile 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 aprile 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
Sclerosi multipla, la sfida per guarire
Interessati 2500 sardi, la Marrosu avverte: studi prematuri
 Riflettori puntati sull'ultima frontiera nella lotta contro la sclerosi multipla
Ricercatori italiani scoprono una nuova causa. Sperimentazione nel centro del Binaghi
 
Molti malati gridano già al miracolo, ma la comunità scientifica sarda - in linea con quella nazionale - invita per ora alla prudenza. La recente scoperta di due ricercatori italiani (Paolo Zamboni, medico e docente all'Università di Ferrara e Fabrizio Salvi, neurologo al Bellaria di Bologna) sta alimentando le speranze di migliaia di malati di sclerosi multipla, patologia che vede la Sardegna al primo posto in Italia (e tra i primi al mondo) con 160 casi su 100 mila abitanti (rispetto ai 50 della media nazionale). I nuovi studi dimostrerebbero che la malattia può essere curata con una semplice operazione chirurgica. Qualcuno storce il naso, molti però ci credono, soprattutto i malati, protagonisti di una rumorosa mobilitazione su Internet per diffondere i risultati della ricerca. Un tam tam virtuale che ha coinvolto anche l'Isola, con uno dei più numerosi gruppi presenti su Facebook a sostegno della futura nuova cura contro la sclerosi multipla.
GLI STUDI La ricerca del professor Paolo Zamboni e dell'équipe dell'Università di Ferrara sta facendo il giro del mondo ottenendo l'interessamento degli scienziati e degli esperti in campo neurologico. La novità si chiama “CCSVI”, acronimo di “insufficienza venosa cronica cerebrospinale”, scoperta proprio dal professore di Ferrara: secondo il ricercatore, che ha diffuso i risultati della sperimentazione svolta su 65 malati, c'è un legame stretto tra la malattia e l'otturazione delle arterie. In sostanza, a causare la sclerosi multipla sarebbero le malformazioni delle vene cerebrali che, restringendosi, fanno defluire meno sangue causando l'infiammazione e l'accumulo di ferro che portano alla patologia. Una volta liberate le vene, con l'intervento chirurgico, diminuirebbero anche i sintomi della patologia neurodegenerativa.
LE REAZIONI La comunità scientifica che lavora sulla sclerosi multipla considera interessanti le nuove prospettive aperte dalla ricerca dei professori Zamboni e Salvi. Ma ritengono che gli studi debbano essere approfonditi su un campione più vasto. «La Società italiana di neurologia e il gruppo scientifico italiano in campo neurologico - spiega la professoressa Marisa Marrosu, direttore del centro regionale sclerosi multipla costituito al Binaghi - auspicano che la ricerca venga fatta su larga scala, in almeno 15 regioni italiane, dove esperti in metodiche doppler e neurologi possano valutare l'esistenza di queste alterazioni venose esplorando una larga fascia di persone sane e di malati: se si confermerà che queste anomalie sono effettivamente presenti sui malati di sclerosi multipla in misura maggiore rispetto alle persone sane si proseguirà con la seconda fase di ricerca per studiare l'efficacia del trattamento». Anche il centro sardo (2500 pazienti), unica clinica in Italia a dedicarsi totalmente alla cura della sclerosi multipla e dove si stanno sperimentando 4 nuovi farmaci, farà parte della sperimentazione che partirà all'inizio dell'estate, sotto la regia di un comitato scientifico nazionale. Come tutte le terapie c'è da seguire un percorso, passando al vaglio delle agenzie regolatrici come l'Emea, Agenzia europea per i medicinali. Di qui l'invito alla prudenza. «Si devono produrre risultati incontrovertibili - dice la professoressa Marrosu - bisogna avere pazienza e agire nel rispetto dei protocolli nazionali: dobbiamo saper dire ai pazienti quali sono gli effetti collaterali dei farmaci, che vanno approvati e sperimentati in maniera seria, tanto più che in questo caso si registrano anche due morti negli Usa. È dal '76 che seguo questi malati, quante volte ho visto gridare a terapie miracolose che poi si sono rivelate dei fallimenti: il nostro primo compito è tutelare i pazienti e sarei la prima a correre per alleviare le loro pene».
CARLA RAGGIO
 
Cronaca di Cagliari Pagina 23
I malati: «Per noi è una grande speranza»
Il Movimento che riunisce le voci di chi chiede il via libera alle nuove cure
 
«Oggi il professor Zamboni, a suo tempo ricercatore dell'Università di Sassari, dà a tanti, troppi malati sardi, una grande nuova speranza», scrive in una nota il Movimento Ccsvi Sardegna, superattivo nell'Isola nelle sue iniziative di sensibilizzazione sulla sclerosi multipla. Gli scienziati dell'Università di Buffalo, si ricorda, «rimasti affascinati da Zamboni», hanno iniziato a collaborare e proprio in questi giorni hanno confermato come l'insufficienza venosa cerebrospinale sia il più potente fattore di rischio identificato per lo sviluppo di sclerosi multipla.
«I sardi - si legge nel documento reso pubblico da Giusy Dore e Giovanni Saba - chiedono la creazione di due Centri per la diagnosi e il trattamento della Ccsvi nell'Isola e la cui realizzazione è auspicata, anche dagli stessi medici in contatto col professore di Ferrara, nei due maggiori poli sardi: Sassari e Cagliari. Si attende un pronunciamento dell'assessorato alla Sanità regionale per il finanziamento di tali importanti progetti che hanno bisogno di strutture, strumentazioni e formazione del personale». Sino a quel momento, il Movimento sardo continuerà la sua battaglia per il riconoscimento del diritto all'assistenza dei pazienti, senza dover ricorrere, ancora una volta, ai consueti viaggi della speranza. (c.ra.) 
 
2 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 15
Ricerca, una carriera all'estero
Dall'Università di Cagliari 227 borse di studio
In arrivo 227 borse di studio per formare ricercatori all'estero. L'Università di Cagliari offre opportunità in tutta Europa tra dottorati e post-dottorati
Opportunità per i laureati sardi in discipline scientifiche. L'esperienza formativa abbraccia tutta l'Europa
 
L'ateneo di Cagliari segnala 227 opportunità per la formazione avanzata dei ricercatori all'estero, tra dottorati e post dottorati. Nello specifico si tratta di 129 borse mobilità e 98 percorsi di studio specialistico finanziati dalle azioni Marie Curie (elaborate della Commissione europea per sviluppare le possibilità di formazione e mobilità dei ricercatori mediante l'assunzione di ricercatori esperti, soprattutto nelle regioni dell'Ue meno sviluppate o nei paesi candidati associati al Sesto programma quadro).
REQUISITI Queste borse si rivolgono ai ricercatori: Early stage researcher (laureati da meno di quattro anni), Experienced researcher (laureati da quattro a dieci anni) o Senior researcher (laureati da più di dieci anni).
BORSE MOBILITÀ Le mete abbracciano, tra le altre, Norvegia, Irlanda, Austria, Grecia, Germania, Francia, Polonia, Danimarca, Spagna, Regno Unito e Svizzera. Le discipline spaziano dall'oceanografia fisica, scienze informatiche, scienze psicologiche, architettura del paesaggio, chimica, chimica fisica, medicina, scienze della terra, scienze biologiche e ingegneria biomedica. «Al momento sono circa 129 le borse indicate nel sito internet dell'Università di Cagliari ma il loro numero è destinato a crescere», precisa Tiziana Cubeddu, responsabile del settore Programmi di ricerca internazionale dell'università di Cagliari. «Sul sito dell'Università di Cagliari c'è tutto. Non abbiamo trovato un servizio come questo dedicato ai ricercatori italiani». Per i dettagli sulle borse mobilità è possibile consultare la pagina web www.unica.it/pub/6/index.jsp?PageCounter=2&is=6&iso=709.
BORSE MARIE CURIE Le borse finanziate dalle azioni Marie Curie durano al massimo due anni e sono aperte a tutte le nazionalità e a tutte le fasce d'età. I fattori chiave che determinano l'ammissibilità sono l'esperienza di ricerca e l'eccellenza, non l'età. Le azioni riguardano tutti i livelli, dai ricercatori all'inizio di carriera a quelli di livello internazionale con competenza ed esperienza scientifica consolidata. Molti programmi sono aperti a ricercatori promettenti provenienti da paesi terzi e da paesi associati ma anche a imprese, università e istituzioni attive nella ricerca. Le sedi spaziano dal Regno Unito, all'Austria, al Belgio, Islanda, Belgio, Grecia, Spagna, Germania, Polonia, Cipro, Francia Paesi Bassi Portogallo, Svizzera e Israele. I riferimenti per le borse Marie Curie si trovano sul sito internet www.unica.it/pub/6/index.jsp?is=6&iso=672.
VANTAGGI Un'esperienza dai molteplici vantaggi. «L'approccio alla ricerca deve essere di respiro europeo», ha proseguito Tiziana Cubeddu. «Se i ricercatori vanno in giro per l'Europa è un accrescimento. Per trasformare questa prestigiosa opportunità in un lavoro bisogna dare il massimo. In Sardegna esistono laureati di alto profilo. Solo un ricercatore di qualità può trovare impiego anche se a causa della crisi nel mondo aleggia l'ombra del precariato».
INFORMAZIONI Per richiedere informazioni è necessario scrivere a: tcubeddu@amm.unica.it.
ALESSIA CORBU

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Università, le strategie dei rettori per arginare il crollo di iscrizioni 
 
SASSARI. I rettori delle due università sarde Attilio Mastino e Giovanni Melis illustrano le loro strategie per rispondere alla flessione delle iscrizioni che ha colpito gli atenei sardi più degli altri. Ma uno studente sassarese spiega molto concretamente: «I soldi non c’erano, ho dovuto lasciare gli studi e cominciare a lavorare».
 
Pagina 6 - Sardegna
Università, sulla flessione pesano i diplomati in calo e i fuoricorso che mollano 
La diminuzione degli iscritti riserva sorprese Un andamento differenziato a seconda degli atenei 
PIER GIORGIO PINNA 
 
 SASSARI. Fenomeni complessi. Processi in divenire. Realtà frammentate e difficili da ricomporre. Ci sono nuovi fattori di crisi, assieme al calo dei diplomati e alla riduzione del parco dei fuoricorso, dietro la flessione delle iscrizioni nelle università sarde. Situazioni che spesso hanno come unico denominatore comune le difficoltà economiche di un’isola dallo sviluppo bloccato.
 Su scala regionale le iscrizioni passano in un anno da 52.553 a 49.315: -3.238, pari a meno dell’11%. A Sassari la flessione nettamente maggiore: -1.962. Più confortante il dato sulle immatricolazioni, ossia i primi ingressi in assoluto nella realtà accademica: gli studenti diminuiscono meno, sin quasi a essere stabili a Cagliari.
 In questo senso i due atenei seguono l’andamento nazionale che ha fatto precipitare le presenze in tutte le facoltà. Ma la Sardegna vanta un tasso di denatalità più elevato. Basti pensare che negli ultimi anni si sono diplomati alle superiori poco più di 11mila ragazzi. E nonostante il passaggio dalla scuola all’università sia da noi maggiormente accentuato, il calo in ateneo non può da questo punto di vista essere considerato che fisiologico.
 Ma, ai dati oggettivi, se ne aggiungono di particolari. Per Roberto Santoru, presidente della lista Forum studentesco, componente del Senato accademico, i fattori da considerare sono almeno tre. «Il numero dei fuoricorso di lunga data si assottiglia: per loro rimanere iscritti è ormai impossibile», rileva in primo luogo. «Le nuove chance offerte dal low cost permettono poi d’iscriversi in università della penisola con facilità di collegamenti aerei - prosegue - E infine va valutata la contrazione dell’offerta formativa e la soppressione di tante sedi gemmate: in passato le possibilità erano forse ipertrofiche, ma il ventaglio ridotto ora condiziona parecchi nelle scelte».
 Il quadro varia da facoltà a facoltà. Con qualche sorpresa. Ingegneria cresce. Aumentano gli immatricolati nei corsi per professioni sanitarie a Sassari, dove il numero programmato è meno rigido. E sempre a Sassari in Lettere e Filosofia la riduzione delle iscrizioni è dipesa dall’avvio della selezione che blocca gli accessi su trend programmati. Insomma: il fenomeno si conferma articolato e non sempre decifrabile con facilità.
 
Pagina 6 - Sardegna
Ma le immatricolazioni tengono 
Il rettore di Cagliari, Giovanni Melis, propone moderne contromisure 
 
 CAGLIARI. «Da noi nessuna flessione clamorosa, adotteremo comunque provvedimenti per rendere l’ateneo sempre più appetibile e concorrenziale». Dati alla mano, il rettore Giovanni Melis ricorda come a Cagliari le immatricolazioni diminuiscano di appena 163 unità. Poche, decisamente. Soprattutto se raffrontate al numero complessivo degli universitari. Che sfiora i 35mila. Rispetto al 2008-2009, in termini assoluti, un calo sulle iscrizioni del 2.4%, nettamente inferiore alle medie nazionali.
 «Non bisogna dimenticare infatti di calcolare, oltre ad abbandoni che sono naturalmente al centro di analisi, il numero dei laureati: soltanto nell’anno accademico scorso sono stati 4.092 - prosegue il rettore - E se si pensa a quanto nel frattempo sono diminuiti i diplomati in Sardegna si ha subito un’idea dell’impossibilità oggettiva di un ricambio nei primi anni».
 «Direi perciò che si nota un sostanziale equilibrio rispetto al passato, spesso contrassegnato da spostamenti da facoltà a facoltà che rientra nelle normali scelte più approfondite fatte man mano dagli studenti - continua Melis - C’è da rilevare inoltre un trend positivo nelle nuove professioni sanitarie a Medicina, la costante crescita d’iscrizioni in Ingegneria e un buon andamento a Economia e in Giurisprudenza». «A ogni modo ci batteremo ancora di più per raccordarci al mondo del lavoro», garantisce.
 Didattica e ricerca restano quindi i punti centrali del programma che il più alto rappresentante dell’ateneo intende perseguire, così come aveva assicurato poco meno di un anno fa al momento dell’insediamento. «Potenzieremo la logistica, le biblioteche, l’offerta complessiva - promette Melis - Con l’orientamento mirato e nuovi intensi rapporti con le scuole cercheremo di fare conoscere al meglio tutte le possibilità date dai nostri corsi di studio». «Nelle relazioni col territorio saranno di fondamentale importanza gli accordi con la Regione e la Provincia di Cagliari, oltre che moderni collegamenti con il mercato internazionale attraverso corsi d’inglese, master, dottorati, visiting professor, scambi di alta formazione», conclude. (pgp)
 
Pagina 6 - Sardegna
Mastino: ecco come correremo ai ripari 
A Sassari più internazionalizzazione, borse per stranieri e lotta all’abbandono 
 
 SASSARI. Attilio Mastino non nasconde la rete di ostacoli che rischia d’imprigionare l’ateneo. Così, da rettore che guarda i numeri di oggi e studia le prospettive di domani, alza la guardia. «Ci sono ritardi da parte di corsi di laurea nell’accettare i trasferimenti e questo fa abbassare le medie degli iscritti», rileva. «Dobbiamo combattere il calo demografico e recuperare i fuoricorso», aggiunge.
 «Ma - incalza - dobbiamo soprattutto mettere insieme nuove azioni virtuose per rilanciare le potenzialità delle nostre facoltà. Così come abbiamo fatto programmando un percorso didattico più ragionevole per gli studenti-lavoratori, è indispensabile affrontare le difficoltà e superarle subito».
 «Non è un caso se attualmente nell’isola s’iscrive all’università soltanto il 53% dei ragazzi che hanno compiuto 19 anni - prosegue il rettore di Sassari - Partendo da elementi come questi, uniti alla crisi economica e sociale che attraversa l’intero territorio dell’isola, dobbiamo lavorare di più per attrarre il maggior numero di studenti possibile».
 Dopo aver ricordato come il 17% dei giovani sardi scelga d’iscriversi in atenei della penisola, Attilio Mastino annuncia che verranno istituite altre borse di studio per stranieri, rafforzate le opportunità offerte da alcuni corsi, potenziate tutte le occasioni d’internazionalizzazione.
 «A metà maggio si svolgerà una conferenza didattica d’ateneo e in questo quadro adotteremo altre soluzioni, compresa l’introduzione delle autovalutazioni per ogni corso di laurea - annuncia il rettore - Dobbiamo tutti rimetterci in gioco in modo intellegente, sperimentare la capacità di rispondere a una serie di requisiti operativi. Nella stessa ottica opereremo per migliorare il rapporto con la formazione e con il mondo del lavoro, tentando di aumentare il numero dei laureati nelle discipline scientifiche».
 In questi giorni Mastino è Tunisi. Sta siglando un’intesa con l’Istituto nazionale per il patrimonio, corrispondente al ministero della Cultura, per una campagna di scavi nell’antica Neapolis. Con lui i professori Aldo Morace, Marco Milanese, Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca, Piero Badaloni. «È anche dai contatti internazionali e dalle sponde offerte alle giovani comunità del Mediterraneo - dice in ultima analisi Mastino - che l’università di Sassari può cominciare un cammino per il rafforzamento». (pgp)
 
Pagina 6 - Sardegna
«Mancavano i soldi così ho dovuto lasciare gli studi» 
Ora faccio pratica per le verifiche sugli impianti elettrici
In questo modo sfrutto almeno il diploma 
La storia. Parla un ragazzo sassarese costretto a scegliere tra lavoro e facoltà 
 
 SASSARI. Carlo Demeglio ha lo sguardo intenso e il piglio deciso di chi ha fatto le sue scelte. «Non riuscivo più a frequentare l’università e allo stesso tempo a lavorare per mantenermi agli studi: significava rinunciare a qualsiasi vita sociale e così, dopo sette esami, ho mollato Scienze biologiche», dice, in apparenza senza rimpianti. Per poi proseguire con la stessa convinzione: «Adesso faccio il praticantato in un’impresa. Voglio diventare verificatore d’impianti energetici. Almeno in questo modo potrò sfruttare il mio diploma di elettrotecnico. E smettere di fare il portapizze, il cameriere o il lavapiatti guadagnando 400-500 euro al mese». È una storia emblematica, quella di Carlo. Segnale inquietante di tempi difficili. Simbolo di una generazione che parte svantaggiata, quasi cominciasse una corsa penalizzata da handicap. In ogni caso, una vicenda come tante in Sardegna. Spia delle ragioni per cui numerosissimi studenti cessano d’iscriversi all’università. Mancanza di mezzi, scarsa tranquillità, continui stress, impossibilità di concentrarsi solo sugli studi.
 Demeglio a giugno compirà 25 anni. A scuola ne ha perso due frequentando le Industriali a Sassari. Padre infermiere, madre impiegata, una sorella maggiore iscritta a Beni culturali in Lettere e un fratello minore che frequenta Lingue, sempre nell’ateneo turritano, Carlo Demeglio ha fatto il suo anno da matricola nel 2007-2008. «A Scienze, che è sempre stata la mia grande passione, come adesso c’era il numero chiuso: sono arrivato 5º su 146 posti - racconta - Ho frequentato con regolarità, dato gli esami-base, da chimica generale a informatica e matematica. E la sera andavo a lavorare. Come oggi. Settore ristorazione: dai catering ai ristoranti, sino alla consegna di pizze e panini a domicilio. Di tanto in tanto facevo anche volantinaggi. Ma dopo mesi di quella vita mi sono reso conto che non era più possibile andare avanti: troppe preoccupazioni in famiglia, troppo stress, troppa poca tranquillità. Di tasse, ho pagato prima 250 euro e poi una seconda tranche di 300. A questa somma andava aggiunto il costo dei libri». E allora? «Non mi sono più iscritto: la nostra non è una famiglia in grado di mantenere tre universitari, mi angosciava il fatto che i miei avessero tante spese, ho preferito dedicarmi da subito a un impiego che un domani dovrebbe darmi prospettive immediate e nel frattempo continuare a fare i soliti lavoretti», sostiene. «D’altronde le difficoltà non mi spaventano - spiega - Già dopo il diploma, sono andato a Cuneo. Facevo l’aiuto elettricista in un cantiere edile. Ma è durata finché è stato possibile. Quando l’attività alcuni mesi più tardi è cessata, sono dovuto rientrare a Sassari».
 E ora che ha deciso di lasciare passare in secondo piano l’università? «Penso che coltiverò le scienze un domani. Ma come passione personale. Magari m’iscriverò di nuovo, però non aggancerò più gli studi alle aspettative di occupazione - tiene a rimarcare - Del resto, non sono certo solo io a trovarmi in questa situazione. Conosco decine di colleghi che incontrano gli stessi ostacoli. Anzi, devo dire che in qualche modo le ultime disposizioni adottate a Sassari dall’ateneo agevolano gli studenti-lavoratori. Ma nel mio caso non potevano funzionare. Avrebbero portato troppo in là la laurea: io onestamente non me lo potevo permettere proprio». (pgp)
 
 

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