Domenica 14 marzo 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 marzo 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  

 
L’UNIONE SARDA
1 - Assegni ricerca. Il rettore: entro l’anno faremo 70 concorsi
2 -  Efficienza energetica, un bando del ministero dell’Ambiente
3 - Dalle Alpi al Purgatorio la mappa dell’Italia scritta
4 - Martedì al Massimo è il giorno dei poeti 
  
LA NUOVA SARDEGNA
5 - Naso anti-ubriachi al volante l’invenzione che piace ai cinesi
6 - Cliniche di Sassari, finisce l’emergenza in Radioterapia
7 - Sassari. Centro studi urbani, domani tavola rotonda
8 - Olbia non è più prima in Italia per l’abbandono scolastico
9 - Olbia. Bando programma Erasmus
    
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Nienti rinnovi per il terzo e quarto biennio: via una ventina su 255 col contratto in corso
L’Università taglia gli assegni di ricerca
Il rettore: scelta sofferta ma entro l’anno faremo 70 concorsi
Assegni di ricerca ridotti al lumicino, per far fronte alla grave situazione finanziaria dell’Università.
Si apre un altro fronte di protesta all’interno dell’Università: è quello degli assegnisti di ricerca a cui non verrà più rinnovato il contratto. In scadenza, e dunque costretti ad andar via, ci sono - secondo i dati dell’ufficio del rettorato - circa venti persone su 255 attualmente impegnate nell’Ateneo. Un’altra decina di assegnisti è già “fuori” da qualche mese. Sono le prime vittime che il consiglio di amministrazione sacrifica sull’altare delle regole del risparmio imposto dal Governo: vista l’attuale situazione delle finanze pubbliche, lo Stato taglia (quest’anno ben 12 milioni in meno) e l’Università tira la cinghia, non rinnovando gli assegni a coloro che chiederanno un ulteriore terzo e quarto biennio. Cambiando la prassi finora seguita: molti assegnisti hanno firmato il contratto con la prospettiva di poter continuare il rapporto di lavoro sino a un massimo di otto anni, con contratti biennali rinnovabili ogni due anni. L’unica certezza, ora, è che «sono salvi i diritti maturati». Magra consolazione per chi ha l’unico torto di aver abbracciato la carriera di ricercatore e di aspirare a un posto stabile: molti, sulla soglia dei 40 anni, si ritrovano con la prospettiva di dover cambiare lavoro e riciclarsi chissà dove. Un destino comune, a quanto pare, a tutti i ricercatori precari delle Università italiane: quest’anno siamo alla resa dei conti.
LA SCELTA «È stata - spiega il rettore Giovanni Melis - una decisione molto sofferta del Consiglio di amministrazione, conseguenza dei pesantissimi tagli nei finanziamenti ministeriali, necessaria per consentire di lasciare spazi aperti per la concorsualità indispensabile per sanare le situazioni precarie, come quella degli assegnisti pluriennali». Uno spiraglio potrebbe arrivare dai prossimi concorsi per ricercatore. Il rettore assicura che, oltre ai 35 in corso di svolgimento, «altrettanti si potranno bandire entro l’anno, anche grazie alla scelta in discussione». Settanta nuovi posti di lavoro a cui potranno ambire molti dei ricercatori a tempo senza più contratto. «L’augurio - dice il professor Melis - è che questi posti vengano ricoperti dagli stessi assegnisti. Non va dimenticato che in questo momento l’Ateneo sta dando ospitalità a qualche centinaio di borsisti di ricerca regionale e si appresta a coinvolgere numerosi giovani ricercatori in altri progetti di ricerca nazionali e regionali che stanno per partire, all’interno dei quali potrebbero trovare spazio gli stessi assegnisti». Prospettive difficili per tutti i ricercatori, anche alla luce dell’allarmante scenario disegnato dalla riforma Gelmini sull’Università che il Parlamento si appresta a discutere.
L’ASSEGNISTA Non c’è nulla di illegale, naturalmente tutto avviene nel rispetto della legge che fa riferimento sia alla finanziaria 449 del ’97 (che ha introdotto la figura professionale) che al decreto ministeriale del ’98, sulla base del quale l’Ateneo cagliaritano ha emanato il proprio regolamento prevedendo, all’articolo 2, «l’instaurazione di rapporti contrattuali biennali, eventualmente rinnovabili compatibilmente con l’effettiva disponibilità dei fondi per la loro copertura». Ci sono, infatti, due tipi di assegni: uno, quello “istituzionale”, che grava interamente sul bilancio universitario, l’altro finanziato per il 70 per cento da fondi privati. Tutto per un assegno di 1200 euro al mese.
Carla Raggio
 
 
2 - L’Unione Sarda
Economia - Pagina 16
A disposizione 17 milioni, il ruolo dell’Università
Efficienza energetica, un bando del ministero dell’Ambiente
L’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile in aree urbane sono al centro dei finanziamenti del ministero dell’Ambiente. A disposizione quasi 17 milioni di euro.
DESTINATARI Tra i soggetti beneficiari vi sono: le associazioni d’imprese, anche temporanee, che comprendano necessariamente enti pubblici di ricerca e (facoltativamente) associazioni di categoria, enti pubblici, agenzie energetiche locali, Esco, agenzie o enti o istituti preposti alla comunicazione, informazione e formazione in materia ambientale
OGGETTO I progetti devono riguardare l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali, con particolare riguardo agli interventi mirati alla riduzione delle emissioni inquinanti in aree urbane; produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili o anche solo lo studio e lo sviluppo delle componenti degli impianti purché tali componenti siano significative ai fini della caratterizzazione degli interventi.
FINANZIAMENTI Modalità di finanziamento: fino al 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo di 500 mila euro a progetto. La durata deve essere ricompresa fra i 12 e i 24 mesi e fino a 36 mesi nel caso di in cui sia prevista la realizzazione di prototipi.
DOMANDE Le domande devono essere presentate esclusivamente a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento a ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Direzione generale per lo sviluppo sostenibile, il clima e l’energia via Cristoforo Colombo, 44 00147 Roma entro lunedì 22 marzo.
INFORMAZIONI Per avere ulteriori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo e-mail: bandirinnovabili@minambiente.it o contattare Nicola Ruju della Direzione ricerca scientifica, settore ricerca industriale e applicata al numero 070/675652, e-mail: aricerca@amm.unica.it.
(al. co.)
 
 
3 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 57
L’incontro. L’aula magna di Lettere affollata per una lezione tra Baudelaire, De Sanctis e la Lega
Dalle Alpi al Purgatorio la mappa dell’Italia scritta
Lo storico della letteratura Giulio Ferroni a Cagliari per due conferenze sulla “geopolitica del narrare”
 La passione per la cartografia l’aveva fin da giovanissimo, già da prima di leggere Baudelaire e scoprire che «per il ragazzo, amante delle mappe e delle stampe, / l’universo è pari al suo smisurato appetito. / Com’è grande il mondo al lume delle lampade! / Com’è piccolo il mondo agli occhi del ricordo!».
E così venerdì Giulio Ferroni, italianista e critico tra i più autorevoli del panorama nazionale, ha tracciato con mano rapidissima e sicura una mappa letteraria italiana nella seconda delle due conferenze tenute nella facoltà cagliaritana di Lettere. Dalla cattedra di un’aula magna colma di studenti, accanto alla professoressa Gonaria Floris che lo ha presentato e introdotto, Ferroni ha proposto un itinerario tra le patrie lettere, sottolineando i forti collegamenti con le altre terre europee e partendo da una notazione geopolitica: «Non è giusto parlare, come fa qualcuno, di un’unità d’Italia solo letteraria: una identificabilità italiana geografica, non solo culturale, c’è già in Dante», e quindi la contestazione politica e storica dell’unità «è un assurdo: l’assurdo di chi vede il bene costruito pur in mezzo a tanto male e vorrebbe sostituirlo con il male delle lacerazioni, delle divisioni».
Il Paese va lasciato integro come lo raffigura il trentesimo canto del Purgatorio, quella specie di immagine satellitare che vede la neve rapprendersi sull’Appennino, addensata dal gelo che soffia d’infilata sui venti dalmati, e scende di cresta in cresta fino alla sponda che guarda l’Africa.
Dalle immagini dall’alto di Dante alla mappa del tesoro tracciata nell’Ottocento da Francesco De Sanctis: quella Storia della letteratura italiana «in cui le opere sembrano muoversi e agire quasi come i personaggi di un romanzo». E se alcuni giudizi desanctisiani oggi ci suonerebbero sbagliati o incomprensibili, è a quest’opera ancora fondamentale che dobbiamo un concetto importante come «lo stretto nesso tra letteratura e vita civile».
Attenti a chi prova a scindere questi due aspetti, siate cauti nel credere al divorzio tra cultura e politica: se va ascoltato con puntigliosa attenzione il Gramsci che parla di intellettuali separati dal nazional-popolare, a maggior ragione bisogna «diffidare dalle formule giornalistiche, dai luoghi comuni che pur avendo un fondamento di verità ci fanno dimenticare che la letteratura è sempre complessa».
E allora, sulla mappa di Ferroni, eccole segnate in rosso le paludi della banalità, le praterie dei luoghi comuni. Innanzitutto la formula che riduce la letteratura italiana al classicismo, «addirittura si parla di un’autostrada classicistica» che percorre le nostre pagine. E invece, obietta Ferroni, il classicismo porta in sé i germi dell’anticlassicismo. Non c’è bisogno di guardare ad autori particolarmente ribelli o anticonformisti: «prendiamo Della Casa: un ecclesiastico addirittura reazionario, che però nella sua poesia apre squarci impensabili, e lo fa perfino nel Galateo».
Secondo luogo comune: «Quello che recita: ci manca la Tragedia: siamo sempre stati melodrammatici, mai tragici . Beh, tanto vale dire - come fanno alcuni parlando di politica - che non siamo un Paese normale : ma quale Paese lo è?». E quegli altri «che dicono che in Italia è mancato il romanzo : ma insomma... Certo, può darsi che la mole dei Promessi Sposi abbia intimidito per un po’ i nostri scrittori, ma direi che ci si è ripresi abbondantemente». Ma il male della banalità non si annida solo nelle formulette. Lo stereotipo può corrompere anche un concetto in sé sano, e anzi fondamentale, come il policentrismo. La bella dialettica tra unità e pluralità che anima la nostra letteratura vede le narrative dialettali fiorire «e rivolgersi all’intero orizzonte culturale italiano»: tutto il contrario «dell’uso particolaristico e limitato che si auspica oggi».
E in effetti come si può pensare alle lettere “etniche” come un fatto escludente, settario, antiunitario quando le piccole patrie regionali hanno avuto autori di respiro e intenzione nazionali come Belli, i lombardi, i napoletani del Seicento?
E ha davvero senso dare una stretta coloritura locale alla letteratura, se è già difficile darle un tono puramente nazionale? Come possiamo incaponirci sulla nordicità o “padanità” quando un concetto molto più ampio, quello di italianità, è irreversibilmente, furiosamente e fecondamente intrecciato con altri luoghi, altre lingue? L’elenco dei nostri autori che hanno trovato asilo, ispirazione e ragione d’arte in Francia, per esempio, va da Leonardo a Goldoni e Alfieri. E l’eredità di Metastasio non sarebbe la stessa senza l’Austria, per non parlare dei rapporti di Giordano Bruno con l’Inghilterra di Shakespeare «che hanno indotto qualche fantasioso a sostenere che Bruno era Shakespeare».
E insomma per orientarsi servirebbe una carta dell’Europa, più che una mappa dell’Italia congelata “da li venti schiavi”. Ci vorrebbe un atlante almeno continentale che comprenda Avignone, dove Petrarca seguì il padre, e Magonza, dove nacque la stampa, e poi i sentieri tracciati dalla geocritica di Westphal e i saggi geostorici di Carlo Dionisotti. Un diagramma nel quale perdersi, autori e lettori, fantasticando su “com’è grande il mondo al lume delle lampade”.
Celestino Tabasso
 
 
4 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 57
Cagliari, iniziativa dell’Endas
“Cantami o diva...” Martedì al Massimo è il giorno dei poeti
“Vola alta, parola, cresci in profondità, tocca nadir e zenith della tua significazione, giacché talvolta lo puoi”. I versi di Mario Luzi annunciano una serata speciale dedicata alla poesia. Si intitola Cantami diva (ma questo è Omero) e si terrà dopodomani alle 17.30 nel Ridotto del Teatro Massimo di Cagliari, in via De Magistris. «Non è un concorso, è il giorno dei poeti», spiega Rosabianca Cadeddu Rombi, anima infaticabile dell’Endas e da quasi un trentennio appassionata fomentatrice di poesia. Sua l’idea di chiedere a chi ama la poesia di mettersi in gioco, suo il nuovo tentativo di scovare i poeti, snidarli dai loro nascondimenti e dare loro voce e ascolto. All’appello hanno risposto un centinaio di persone, (una sarda verrà da Cesena), una quarantina le opere scelte. Molti poeti martedì leggeranno le loro poesie, altri delegheranno a farlo la stessa Rosabianca Rombi, l’attore Marco Spiga e (per quelle in lingua sarda) Maurizio Virdis, direttore del Dipartimento di filologie e letterature moderne dell’Università di Cagliari, che promuove l’iniziativa con l’Endas e il teatro di Sardegna (e il patrocinio di Regione e Provincia). A comporre la giuria che ha selezionato «dolorosamente» le opere migliori, Franca Cornaglia, docente e poetessa, Gian Gavino Irde, poeta, traduttore e docente di scienze matematiche, Donatella Lissia, docente e studiosa di poesia contemporanea. Sua la faticosa cura della raccolta delle poesie. Alla serata parteciperà Rossella Faa, che proporrà alcune canzoni. Ospiti illustri, presenti con i loro versi, saranno alcuni dei poeti che negli anni hanno partecipato alle iniziative sarde dell’Endas. Sono Maurizio Cucchi, Giulio Angioni, Milo De Angelis, Giovanni Dettori, Bianca Maria Frabotta, Mariangela Gualtieri, Franco Loi e Salvatore Mannuzzu, che hanno inviato a Rosabianca Rombi una poesia inedita. Saranno lette tutte, perché «in tempi di violenza, di incertezza, di volgarità la poesia è una parola urgente e necessaria, contro il vuoto e il dolore».


 
 
LA NUOVA SARDEGNA

5 - La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Il dispositivo di Gianfranco Azzena all’Expo di Shanghai 
Naso anti-ubriachi al volante l’invenzione che piace ai cinesi 
Il congegno messo a punto dal professore supera rigide selezioni 
SASSARI. Ci sarà un pizzico di genialità made in Sardinia all’Expo di Shanghai. Tra i 265 inventori italiani appena selezionati, proprio nella griglia di partenza, compare il nome di Gianfranco Azzena. È il professore sassarese che ha ideato il naso anti-ubriachi al volante. Il dispositivo è composto da tre sensori che rilevano il tasso alcolico di un automobilista ogni 10 secondi. Fa rallentare la vettura e la ferma se accerta che il conducente ha bevuto troppo. Un sistema adattabile al controllo degli stupefacenti assunti da chi guida.
 «Abbiamo aderito all’iniziativa del ministero per l’Innovazione guidato da Renato Brunetta e siamo stati scelti per rappresentare il nostro Paese», ha dichiarato il docente universitario, non dimenticando di ricordare Antonio La Gatta, l’ingegnere padovano che ha collaborato con lui. «Adesso avremo la possibilità di promuovere sul mercato internazionale il prodotto brevettato in Italia», ha aggiunto, visibilmente soddisfatto. «Con ogni probabilità dovrei essere io l’unico sardo a partecipare», ha poi concluso.
 Qualche mese fa, nel dicembre 2009, ad Azzena era stato assegnato il Minatore d’argento nel corso della cerimonia per il premio organizzato a Iglesias dall’associazione Lao Silesu. Ordinario di chirurgia generale nell’ateneo di Ferrara, il professore sassarese è riuscito a mettere a punto la sua contromisura per limitare la guida in stato di ebbrezza al termine di complessi studi scientifici e a una serie di adattamenti pratici.
 Ma come funziona esattamente il naso spia anti-beoni in auto? Lo strumento blocca la partenza o la corsa di una vettura quando al volante rileva un tasso alcolico fuori norma. Qualsiasi tentativo di aggirare l’ostacolo rimettendo il veicolo in moto si rivela vano, come quando scatta il bloccasterzo contro i furti. Il dispositivo si chiama Angel. Nome che richiama aiuti extraterreni. Ma che in realtà è solo la sigla di «Analizer gaz espiratory level».
 Nato 72 anni fa, Azzena è figlio d’arte: suo padre, Josto, in passato è stato a lungo primario di chirurgia nell’ospedale di Tempio. Prima di trasferirsi sulla penisola, il creatore dell’utilissima apparecchiatura all’inizio della sua carriera ha studiato a Sassari, laureandosi nella facoltà di medicina dopo il liceo classico all’Azuni.
 La partenza per la Cina è fissata per luglio. Dall’altra parte del mondo, durante la sezione dell’Expo di Shanghai riservata alle eccellenze nazionali, il docente sarà in buona compagnia. Insieme con lui sono stati selezionati inventori e scopritori dal sicuro talento (in Italia a proporsi erano stati 25mila, i finalisti 454). Si va dal produttore del robot spazzino all’ideatore del prato verticale. Dall’aquilone cattura-energia all’ecografo portatile. Dall’ufficio in tasca ad altre incredibili trovate. Tutte made in Italy.
 Ma una sola con la firma della Sardegna. Evidentemente apprezzata in modo particolare, come dimostrano due dati. Il primo: l’81% dei partecipanti era costituito da imprese e consorzi, il 6% da centri ricerca, il 4% da parchi scientifici e tecnologici, solo il 9% da università. Secondo elemento: della commissione esaminatrice dei progetti facevano parte esponenti di primo piano nel mondo dell’innovazione.
Pier Giorgio Pinna 
 

6 - La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Radioterapia, finisce l’emergenza 
Pronti 750mila euro: i raggi colpiranno i tumori con più precisione 
I soldi serviranno per acquistare un «collimatore», cioè una sorta di mirino per l’acceleratore lineare 
SASSARI. Manca solo la firma, ma i soldi, a quanto pare, ci sono davvero. Le Cliniche universitarie di Sassari, dopo 10 anni di digiuno, riceveranno una sostaziosa fetta di finanziamenti per ammodernare i macchinari. L’emergenza da risolvere è sicuramente la radioterapia. Dunque i fondi serviranno all’acquisto di accessori per migliorare le prestazioni degli acceleratori lineari. La conferma si avrà domani, quando il commissario dell’Azienda Mista Gianni Cavalieri, assieme agli altri commissari, incontrerà a Cagliari l’assessore alla Sanità Antonello Liori. Niente accordi nero su bianco, ma sarà l’occasione per chiedere dei chiarimenti sulla disponibilità effettiva e sulla tempistica di erogazione dei finanziamenti. Se tutto filerà liscio, il professor Cesare Canalis potrà tirare un sospiro di sollievo. Il suo reparto di radioterapia funziona a singhiozzo, ostaggio dei capricci e dei limiti di due acceleratori lineari che hanno fatto il proprio tempo. Il primo, acquistato due anni fa, è sofisticato ma non sufficientemente potente: l’ambito di applicazione, dunque, non riesce ad abbracciare tutte le tipologie di tumore. Il secondo acceleratore, invece, si porta dietro tutti gli acciacchi della vecchiaia. Dieci anni di obsolescenza, in un settore in così rapida evoluzione come la lotta al cancro, equivalgono a un’eternità. E’ potente ma inadeguato all’innovazione tecnologica: per circoscrivere il raggio di azione, infatti, ha bisogno ancora delle scermature al piombo sul corpo del paziente. Significa che le maschere protettive dovevano essere fabbricate artigianalmente dai tecnici, con trapano e seghetto. E ogni paziente aveva bisogno di una propria schermatura piombata, cucita come un abito. Il dispendio di tempo ed energie era insostenibile. Ma soprattutto i due acceleratori utilizzavano tecnologie incompatibili: il più recente, infatti, è già dotato di “collimatore multilamellare”, cioè di un accessorio che permette di circoscrivere più precisamente la zona di irradiazione. Come una sorta di zoom applicato alla macchina fotografica. La precisione cioè, invece di essere ottenuta proteggendo le parti del corpo sane, viene garantita da un mirino tecnologico. Se la Regione garantirà invece 750mila euro (stornati dai 3milioni promessi dalla Dirindin per l’Aou sassarese), il reparto di radiologia potrà acquistare il collimatore da applicare anche all’acceleratore più potente. Sarà un bel passo avanti: per esempio i pazienti potranno essere dirottati da un macchinario all’altro (quando uno è fuori uso), senza dover ricalibrare la terapia. Ma sarà anche una fase di rinnovamento molto delicata: «Abbiamo subito bisogno di tempi certi - avverte Canalis - dobbiamo programmare il fermo degli apparecchi per l’aggiornamento e ricalcolare il calendario delle sedute di terapia»
MEDICINA NUCLEARE 
Presto anche la Pet per la diagnostica precoce di neoplasie e metastasi 
SASSARI. La seconda buona notizia riguarda la diagnostica oncologica. A quanto pare il reparto di Medicina nucleare delle Cliniche universitarie tra qualche mese potrà contare sulla Pet. La Tomografia a Emissione di Positroni è un macchinario estremamente preciso nel delineare una mappatura delle alterazioni molecolari nell’organismo, quali, ad esempio, le metastasi. Funziona pressapoco così: nel paziente si inietta una sostanza tracciante (glucosio modificato) che una volta entrato in circolo andrà ad accumularsi nelle cellule neoplastiche ghiotte di zucchero. L’apparecchiatura rileva la la concentrazione del glucosio e crea una mappa. Quindi rispetto a una Tac, che delinea la morfologia di un tumore e percepisce delle anomalie anatomiche, la Pet descrive le alterazioni a livello biologico, cioè evidenzia le zone dove l’assorbimento del marcatore è eccessivo. Può scovare un tumore sul nascere, prima ancora che attacchi l’organismo. La prima richiesta di Pet per Sassari il professor Madeddu la inviò 20 anni fa. Nel frattempo in tutta Italia se ne contano 124, altre verranno allestite a breve e Cagliari ne ha due. Alle cliniche di viale San Pietro verrà data in comodato d’uso e i costi saranno per singola prestazione. Ma anche questo, per la diagnostica oncologica, è solo un piccolo progresso. Sarà fondamentale l’acquisto di una nuova Tac-simulatore da affiancare ai macchinari per la radioterapia.
Luigi Soriga

 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Centro studi urbani, domani tavola rotonda 
SASSARI. Proseguono gli appuntamenti sui temi dell’occupazione organizzati dal Centro Studi Urbani dell’università e dall’Assessorato al Lavoro della Provincia. Domani alle 16 nell’aula Eleonora d’Arborea (palazzo dell’Università centrale) è in programma un nuovo incontro dal titolo “Città in trasformazione: assetti urbani e nuove professioni”. Alla tavola rotonda parteciperanno Fabrizio Bottini, docente del Politecnico di Milano, redattore del sito web eddyburg.it e direttore di mall.lampnet.org, dedicati ai temi della città e del governo del territorio, Antonietta Mazzette e Camillo Tidore, sociologi urbani dell’Università di Sassari, Salvatore Marino, assessore provinciale al lavoro. Coordinerà i lavori l’architetto Sandro Roggio.
 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Gallura
I dati saranno presentati al decimo salone dello studente 
La città non è più prima in Italia per l’abbandono scolastico 
OLBIA. Schiodarsi dall’ultimo posto, da quel primato di Cenerentola del sapere che faceva della città la terra della fuga dalla conoscenza. Il decimo Salone dello studente, che si apre domani all’Expo, segna l’anniversario di una delle battaglie più importanti, quella del sapere. Non solo un luogo in cui scuola e studenti si incontrano, ma anche un laboratorio in cui confrontare i dati e i risultati dell’Osservatorio permanente sulla dispersione scolastica. «In questi 10 anni sono stati raggiunti risultati insperati - spiega l’assessore alla Pubblica istruzione, Paolo Calaresu -. La dispersione scolastica e l’insuccesso restano una delle piaghe maggiori da combattere, ma la città non è più fanalino di coda in Italia». Anche il sindaco Gianni Giovannelli mette in evidenza i risultati. «La nostra è ancora una città fragile - afferma -. Cerchiamo un incontro intenso con le famiglie per riuscire a favorire i momenti di confronto come il salone dello studente». I risultati vengono illustrati anche dalla responsabile dell’Osservatorio, Anna Maria Chessa, che è anche presidente dell’associazione Agorà. «Siamo passati in questi anni, lo sportello è aperto dal 2002, da una posizione drammatica, in cui insuccesso e abbandono costituivano una grossa fetta - dichiara -, a risultati straordinari». Il 20% degli studenti rientra ancora tra quelli che abbandonano gli studi o li portano avanti con debiti formativi. Ma il punto di inizio era molto più alto. Risultati messi in evidenza anche da Paola Sini, docente e ispettrice scolastica, una delle anime del Salone. «Il lavoro svolto dall’osservatorio è preso come esempio anche nelle ricerche universitarie - dice -, dagli atenei di Sassari e Cagliari, all’università del Minnesota». Martedì ci sarà anche il dibattito «La scuola si riforma istruzioni per l’uso», a cui parteciperanno il consigliere del ministro dell’Istruzione che ha elaborato la riforma della scuola, Max Bruschi, il dirigente scolastico regionale Enrico Tocco, la moderatrice sarà Paola Sini.
 
 
9 - La Nuova Sardegna
Cronaca di Olbia - Pagina 51
università
Programma Erasmus: bando
Il corso di laurea in economia e management del turismo ha pubblicato il bando per il programma Erasmus. Gli studenti che vogliano presentare la propria candidatura per l’assegnazione di tirocini all’estero con borsa di studio della durata da 3 a 12 mesi dovranno compilare il modulo scaricabile dal sito www.uniolbia.it. L’iniziativa è inserita nel Lifelong learning programme e le richieste potranno essere inviate fino alle 12 di martedì.

 

Questionario e social

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