Giovedì 11 marzo 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 marzo 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 22
Università. I programmi di Daniela Noli, neo-presidente Ersu: il problema sono i fondi
«Campus, non c'è tempo da perdere»
L'ex assessore: da ripensare l'offerta dei servizi agli studenti
 Incontri con il presidente Cappellacci, il rettore Melis e i rappresentanti degli studenti
 
Dall'assessorato comunale alle Politiche giovanili alla presidenza dell'Ersu il passo non è poi lunghissimo. «Faccio quel che più mi piace: lavoro a contatto con i giovani, alla ricerca di soluzioni che rendano la loro vita di cittadini più facile».
I propositi di Daniela Noli non cambiano, ma le difficoltà (tutte politiche) si annunciano persino maggiori di quelle che hanno contrassegnato l'ultimo periodo della sua permanenza nella giunta Floris. Perché ottenere fondi e attenzione per il mondo universitario, specie in tempi di crisi economica, non sarà facile.
EMERGENZA ALLOGGI Il punto di partenza obbligato è quello delle residenze per studenti: i fuori sede sono 1886 e nell'anno accademico in corso meno della metà (923) si è visto assegnare un alloggio pubblico: «Preso atto della bocciatura del progetto Da Rocha per il grande campus di viale La Playa, dobbiamo subito riavviare il discorso con il Comune per ripartire dal progetto Di Martino-Edilia, che consentirebbe di realizzare circa 600 posti-letto, mensa e altri servizi. Non possiamo perdere altro tempo».
Ma, da sola, questa soluzione non può bastare. «E infatti l'offerta di servizi va ripensata anche nell'approccio - aggiunge il presidente Noli - servizi, alloggi e ristorazione vanno forniti vicino alle facoltà e non all'altro capo della città. Oggi questo riusciamo a farlo solo in via Trentino e a Monserrato».
I SERVIZI La vera rivoluzione sarebbe forse quella di restituire all'Ersu un ruolo diverso da quello del semplice affitta-camere. «Ma non ci occupiamo solo di alloggi - precisa l'ex assessore - eroghiamo borse di studio, contributi economici per tesi di laurea e per tirocini. Assegnando anche contributi per l'affitto agli studenti che entrano in graduatoria ma ai quali non viene assegnato un nostro alloggio».
L'ente non può fare altro? «Deve ridiventare promotore di attività culturali e di aggregazione. Le attuali case dello studente sono solo dei dormitori e non hanno spazi per confronto, crescita, svago e ricreazione. Il nostro sforzo deve tendere a individuare forme e luoghi che contribuiscano a una crescita vera dello studente universitario. Penso anche ai tanti pendolari (sono circa 16 mila, su una popolazione universitaria di 35 mila) che tornano ogni giorno nei proprio paesi dopo una giornata in facoltà qui a Cagliari: oggi non hanno spazi a loro riservati, né per poter studiare, né per il confronto con i loro coetanei».
LA PROPOSTA La soluzione potrebbe essere semplice e difficoltosa allo stesso tempo: «Abbiamo quattro piani inutilizzati nella nostra sede del corso Vittorio Emanuele - rivela - il mio sogno è quello di metterli a disposizione di questi ragazzi». Ma per farlo servono soldi e personale. «Questo è un tasto dolente - ammette la Noli - la macchina Ersu cammina ma le persone che ci lavorano fanno il triplo di quello che dovrebbero. Abbiamo necessità di più personale».
Già avviati i rapporti con gli interlocutori istituzionali. «Per prima cosa ho incontrato le associazioni studentesche e i rappresentanti delle varie facoltà, - conclude il presidente - poi mi sono confrontata con il presidente Cappellacci e il rettore Melis, ricavando speranze e auspici per il futuro dell'ente. Nei prossimi giorni incontrerò anche i rappresentanti del Comune, per capire quali sono i margini per il varo di nuovi progetti per alloggi e mense».
ANTHONY MURONI
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 5
Università e ricerca, asse Governo-Regione
Siglato ieri a Roma un protocollo d'intesa. Il ministro Gelmini: «Sinergia che valorizza studi e progetti»
 
 La valorizzazione del sistema universitario e della ricerca: è l'obiettivo del Protocollo d'intesa siglato ieri a Roma tra il ministero dell'Istruzione e la Regione sarda. L'intesa prevede un programma di interventi per il sostegno all'alta formazione, alla ricerca scientifica e all'internazionalizzazione e per valorizzare i risultati della cooperazione tra atenei, sistema di ricerca pubblico e privato e sistema produttivo della Sardegna.
Gli interventi saranno promossi nei settori di interesse strategico per la Regione e riguarderanno le priorità individuate dal Programma nazionale della Ricerca per lo sviluppo tecnologico dell'intero Paese.
I settori individuati sono biomedicina e tecnologie della salute; biotecnologie applicate; energie rinnovabili; ambiente e tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Sono inoltre previsti interventi sulle nuove tecnologie applicate alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
«Oltre all'importanza strategica per lo sviluppo territoriale della Sardegna - ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini - il protocollo realizza una sinergia tra le politiche del Miur, gli obiettivi del Pnr e le finalità del Programma regionale di sviluppo della Sardegna (Prs).
L'integrazione tra politiche ministeriali e regionali consente di utilizzare al meglio i fondi e di valorizzare i progetti di ricerca migliori, capaci di elevarci a livello internazionale.
Il protocollo - ha concluso il ministro - crea una rete tra atenei, altri centri di ricerca, parchi tecnologici e imprese per la qualificazione dell'offerta didattica, della ricerca e del diritto allo studio». Per la Regione il protocollo è stato sottoscritto dall'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa. 
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 19
La protesta contro il disegno di legge Gelmini provocherà la paralisi dell'Università
I ricercatori: non insegneremo più
Già bloccati i quattro corsi di Scienze della Formazione
È una sorta di sciopero “bianco” della cattedra: i ricercatori contestano la riforma, penalizzati dalla mancanza di concorsi e prospettive
 
Scoppia anche a Cagliari la rivolta dei ricercatori, la parte più attiva e più giovane dell'Università. «Specie in via di estinzione», è la sentenza che pende sulla loro testa da quando il Governo ha fatto conoscere i suoi progetti di riforma. Di qui la clamorosa protesta: niente più lezioni, dal prossimo anno accademico i ricercatori non insegneranno più. Si dedicheranno solo all'attività di ricerca per cui sono pagati e saranno valutati.
LA CONSEGUENZA A rischio le immatricolazioni 2010-2011: è una conseguenza della paralisi della didattica universitaria visto che, senza l'apporto dei ricercatori (di ruolo sono 123), moltissimi corsi di laurea non potranno essere attivati. I consigli di facoltà, riuniti in questi giorni per programmare l'offerta formativa del prossimo anno, se ne stanno rendendo conto: l'astensione in massa dall'insegnamento (le domande scadono questo mese) provocherà la cancellazione di numerosi corsi. Un'idea del caos che verrà se la son già fatti a Scienze della formazione dove il consiglio di facoltà, riunitosi l'altro ieri, ha deliberato all'unanimità di non votare su questo punto (lasciando in stand-by i 4 corsi) e di incaricare il preside di farsi portavoce presso il rettore del disagio della categoria, chiedendo «reali modifiche nei punti più cruciali e nevralgici» del disegno di legge Gelmini.
DISEGNO DI LEGGE Al centro della protesta la politica dei tagli di fondi all'Università e, in particolare, la riforma - presto in Parlamento - che sancisce «la definitiva messa ad esaurimento della figura del ricercatore a tempo indeterminato», sostituita dal ricercatore a tempo, con contratti di tre anni rinnovabili per altri tre. A essere penalizzati saranno sia i precari, che dopo aver dato tanto all'Università si ritroveranno senza prospettive, sia i ricercatori in ruolo, che da anni aspettano i concorsi (non ci sono soldi) per diventare associati. «Si annulla qualunque reale prospettiva di carriera - spiega Paola Devoto, ricercatrice a Neuroscienze, insegnante nella scuola di specializzazione in Farmacologia - finora abbiamo coperto con attività di volontariato le inefficienze del sistema, assumendo i compiti tipici dei professori per ovviare alla carenza di finanziamenti. Eppure il Governo umilia proprio noi, demotivandoci». La protesta potrebbe rientrare solo se il Governo tornerà sui suoi passi. «Chiediamo al ministero di destinare fondi ai concorsi, in modo che i ricercatori meritevoli possano proseguire nella naturale carriera diventando associati, e al rettore di portare le nostre istanze alla Crui».
CARLA RAGGIO
 
Cronaca di Cagliari Pagina 19
Testimonianze
«Così ci faranno morire»
 
La rabbia contro il Governo monta in tutte le facoltà e riguarda principalmente i 123 ricercatori di ruolo dell'Ateneo cagliaritano. Ma anche chi è precario e, dopo anni di gavetta e studio, ha davanti a sé una carriera senza sbocchi: in questi casi è naturale che gli allievi più brillanti lascino la Sardegna e vadano all'estero. «Non possiamo perderli», è l'appello dei ricercatori che seguono gli specializzandi, «sono persone altamente formate costate oltrettutto molti soldi alla comunità».
RACCONTI Maria Paola Castelli, ricercatore confermato in Scienze della formazione, insegna nel corso di laurea in Psicologia. «Non ci sono prospettive, siamo una specie in via di estinzione. Noi vorremmo fare ricerca ma i fondi sono sempre meno tanto che l'ultimo Prin uscito nel 2008 è stato finanziato solo adesso. È triste: ci sono ricercatori entrati all'Università anche dopo 15-20 anni di precariato e che sono destinati a morire».
Roberto Frau, laureato in Biologia, è all'ultimo anno della specializzazione in Farmacologia, dopo il dottorato di 3 anni in Neuroscienze, formazione negli Stati Uniti e pubblicazioni, attualmente impegnato con la ricercatrice Paola Devoto negli studi sulla sindrome di Tourette. «Il passo successivo potrebbe essere un assegno di ricerca - spiega - fino a questo stadio si viene seguiti molto bene, dopo c'è un gap visto che non c'è molta disponibilità di posti per diventare ricercatori. La mia speranza, dopo tutti questi sforzi anche economici, è di trovare un posto all'Università e poter un giorno insegnare. È il mio sogno, voglio continuare a fare questo lavoro, qui in Sardegna e con la passione di sempre: il Dipartimento di Neuroscienze ha dato tanto alla comunità internazionale ed è un peccato che tutto vada in fumo».
Antioco Floris, laureato in Pedagogia, ricercatore del Dipartimento di Studi storici, geografici e artistici: è stato assunto nel 2002 ma già da prima, nel '98, ha cominciato a insegnare Storia del cinema. «Il nuovo disegno di legge del Governo - accusa - ci relega in una sorta di limbo ad esaurimento, sopprimendo la figura professionale del ricercatore e contemporaneamente tagliando i fondi e precludendoci la possibilità di dare i concorsi per passare alla fascia superiore». Nessuno - aggiunge - «vuole automatismi ma chiediamo di essere valutati per quello che di fatto ci viene chiesto di fare: la docenza nell'ateneo cagliaritano è affidata per oltre il 40% ai ricercatori, che svolgono questo compito senza essere pagati. Deve riconoscerlo il Governo, altrimenti non esisteremo più». (c.ra.) 
 
4 – L’Unione Sarda
Nuoro e Marghine Pagina 22
I ragazzi studiano il loro Dna
Macomer. Liceali coinvolti in un progetto sulle biotecnologie a Pula
 
Studiare il Dna non solo sui libri di scuola, ma sperimentare in laboratorio le tecniche di biologia molecolare che consentono la sua estrazione e visualizzazione.
È l'esperienza di 27 ragazzi del Liceo scientifico Galilei che, seguiti dall'insegnante Elena Noli, hanno dato vita a un progetto iniziato lo scorso anno e sviluppato nella fase pratica nella sede di Shardna, la società di biotecnologie che si occupa di ricerca genetica a Pula.
«Il progetto - dice la coordinatrice - si è sviluppato in diverse fasi sia teoriche che pratiche. Durante le esperienze gli studenti hanno prima estratto ognuno il proprio Dna e dopo averlo visualizzato è stata fatta una valutazione quantitativa e qualitativa dei campioni ottenuti sui quali gli studenti, utilizzando un termociclatore hanno amplificato un frammento del proprio Dna. Hanno così potuto leggere la propria sequenza nucleotidica riferita ad un frammento del proprio Dna in un'esperienza unica nel suo genere. Per la prima volta i responsabili di un laboratorio di genetica hanno messo a disposizione di una classe di studenti non solamente gli specialisti altamente qualificati ma anche le attrezzature all'avanguardia nel campo genetico-molecolare, utilizzate nella ricerca. Gli studenti hanno seguito il progetto con grande interesse e hanno mostrato una preparazione di base che ha consentito loro di seguire con competenza le varie fasi della sperimentazione».
Un'esperienza del tutto nuova che si inserisce tuttavia in una tradizione della scuola. «Lo scorso anno - ricorda la preside Gavina Cappai - si è concluso un progetto che ha coinvolto il Cnr e l'Università di Sassari, e anche quest'anno è in fase di organizzazione una nuova sperimentazione».
LUCA CONTINI 
 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 7
Salvi i fondi per il grande radiotelescopio
San Basilio. Le rassicurazioni del Governo alle interrogazioni presentate in queste settimane da Mauro Pili e da altri parlamentari sardi
 
 Il radiotelescopio di San Basilio è salvo. Neppure un euro verrà tolto dal capitolo dei fondi destinati al completamento e al funzionamento dell'impianto realizzato dall'istituto italiano di Astrofisica nella vallata di Pranu Sanguni. Lo ha assicurato, rispondendo all'interrogazione presentata nelle scorse settimane dal parlamentare sardo Mauro Pili, il sottosegretario del ministero della Ricerca e dell'Università, Giuseppe Pizza. Una richiesta di chiarimenti, quella presentata dal deputato del Pdl (a cui si erano unite anche numerose altre interrogazioni), che faceva proprie le numerose sollecitazioni provenienti dal territorio e dall'intero mondo scientifico nazionale ma anche internazionale.
«Il progetto del Sardinian Radio Telescope - ha detto Pili in riferimento alla risposta del governo - sarà in funzione il prossimo anno proiettando la Sardegna nella rete mondiale della copertura telescopica».
Nel concreto, il governo, attraverso il viceministro, ha comunicato che «i fondi attualmente stanziati risultano sufficienti per la realizzazione dell'intera struttura, come dimostra anche il fatto che è attualmente all'esame del ministero soltanto una richiesta di proroga, presentata dall'Istituto nazionale di astrofisica, relativa ai termini per il completamento del radiotelescopio, ma non una richiesta di ulteriori fondi». Ancora: l'entrata in funzione del radiotelescopio - ha confermato Pizza - è prevista per la fine del 2011.
«L'Agenzia spaziale italiana - lo ha ribadito il rappresentante del Governo -ha sostenuto il programma del Sardinian Radio Telescope sin dalle fasi iniziali e partecipa alla realizzazione ed alla gestione operativa del radiotelescopio mediante un accordo con l'Inaf, firmato nel novembre del 2008, che prevede diritti riservati di utilizzo pari al venti per cento del tempo-antenna, al fine della sua utilizzazione per le comunicazioni con le sonde interplanetarie, nell'ambito delle attività di esplorazione interplanetaria che sta conducendo direttamente o in collaborazione con altre agenzie spaziali internazionali».
«L'Agenzia spaziale italiana - ha aggiunto il sottosegretario - ha contribuito alla progettazione ed alla realizzazione del radiotelescopio con 15 milioni, dei quali 12,8 già erogati; per la gestione operativa, prevista a partire dal 2011, il contributo sarà di un milione di euro l'anno. Il costo aggiuntivo relativo al sistema di comunicazione interplanetaria è previsto in 8,8 milioni. Tutte le spese trovano copertura nei bilanci, corrente e previsionale, dell'Agenzia stessa».
Per Mauro Pili, «la risposta del Governo è un primo passo importante per dare certezza al futuro della più importante struttura scientifica della nostra regione. Ora occorre vigilare sulla fase di avvio del funzionamento del Radiotelescopio e soprattutto sulle ricadute nel territorio che lo ospita. La ricerca scientifica, mai come in questo caso, deve coniugarsi con una realtà territoriale capace di trarre il massimo giovamento dalla nuova realtà tecnologica che oltre al grande valore scientifico rappresenta una vera e propria attrazione per l'intero territorio che ruota sul radio telescopio».
Il caso era esploso a gennaio. La paura del tagli di fondi aveva scatenato parecchie proteste degli amministratori sardi (in testa il sindaco Pino Cogodi), di quelli regionali, dei parlamentari sardi. Ma anche i timori dell'Osservatorio dell'Istituto nazionale di fisica diretto da Nichi D'Amico.
Intanto già ieri in serata sono arrivate le prime reazioni. Max Cordeddu, portavoce del Comitato Pro Sardinia Radio Telescope, ha commentato la buona notizia dal suo blog. «Il ministro Gelmini ha capito che il radiotelescopio verrà utilizzato da eminenti scienziati e ricercatori per studiare l'origine dell'universo. Il merito di questa vittoria va ai cittadini che hanno aderito al Comitato ma anche alla professoressa Margherita Hack e al suo appello.
ANDREA PIRAS

 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Fuori sede, si riparte dal campus 
Noli: agli universitari occorrono risposte veloci 
 
CAGLIARI. Si riparte da viale La Plaia. Daniela Noli, presidente dell’ente regionale per il diritto allo studio (Ersu), sottolinea che occorre fare in fretta per dare una risposta agli studenti. In città, su una popolazione di quasi trentottomila universitari vi sono diciannovemila fuori sede e mille di questi hanno tutte le carte in regola (per merito e reddito dei genitori) per avere un posto in una casa dello studente, ma senza alcuna possibilità. Gli spazi attualmente disponibili permettono di dare una risposta positiva soltanto a poco più di novecento richieste. Un dato sconfortante se si considera che, per molti di questi studenti, il non avere un luogo dove poter dormire significa una forte penalizzazione nel reddito universitario. Sino al ritiro dagli studi.
 Nell’autunno scorso Giancarlo Nonnoi, consigliere anziano che aveva sostituito l’allora presidente Ersu Cristian Solinas (che si era candidato, poi eletto, al consiglio regionale), aveva presentato un piano di risistemazione dello studentato. Tra le varie ipotesi c’era anche quella di rivedere in termini di student village, il campus universitario di viale la Plaia. Negli anni scorsi per quell’area erano stati presentati due progetti: uno di Di Marino e uno di Da Rocha. Il primo aveva le autorizzazioni municipali, mentre al secondo non sono state date per «mancanza di standard». Al di là della polemica, l’Ersu guarda ora all’ipotesi di Di Martino perchè ha le autorizzazioni e, se scadute, può riottenerle. «Ma - spiega Noli - quella struttura prevedeva 914 posti letto e un costo di 55 milioni, mentre noi oggi disponiamo di circa quindici milioni di euro. E questo significa che dovremo puntare a un realizzare una sistemazione di dimensioni minori, attorno ai 500 posti». Nello stesso tempo «è importante permettere agli studenti di avere un luogo non solo per dormire, ma che possa diventare anche momento di socializzazione. Quindi con una serie di servizi che permettano di poter studiare e vivere assieme agli altri».
 La presidentessa dell’Ersu punta ora ad accelerare i tempi: «In questi giorni dovrò incontrarmi con l’assessore comunale. Spero entro settembre che i lavori per la nuova struttura possano iniziare. Gli studenti hanno bisogno di risposte». (r.p.)
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 41 - Sport
Si è spento a 97 anni Cenzo Soro, grande atleta e grandissimo dirigente 
Addio al “professore” dello sport sardo 
«Il mio segreto? tenere in movimento i neuroni» 
MARIO FRONGIA 
 
CAGLIARI. “Voi mi date la laurea honoris causa. Ma non se me la merito”. Cenzo Soro disse così al rettore dell’ateneo di Cagliari, Pasquale Mistretta. Uomo di sport a 24 carati. Capace di parole e concetti che andrebbero bene sempre e comunque. Quel giorno, di fronte a una commissione ammirata si mostrò commosso. Per lui, scienziato della praticità fu un bel colpo. Genuino e sincero, anche allora. In aula magna come nella vita di tutti i giorni. Ieri, Cenzo Soro se ne è andato. In punta di piedi. Mantenendo sino alla fine le sue abitudini: la lettura dei giornali di primo mattino, il mugugno sulle esasperazioni dell’universo sportivo attuale. Il professore, come la Sardegna sportiva lo chiamava, fin da ragazzo aveva abbracciato, e promosso le attività fisiche. Tutte, senza confini. “Ogni giorno nel cervello nascono e muoiono milioni di neuroni. Bisogna metterli in azione per rinnovarli” ripeteva spesso. Un po’ il dna del suo segreto. Una giovinezza mai doma. Orgogliosa, vissuta fino in fondo. Al fianco dei suoi cari: la moglie Mariolina, i figli Ezio, Giorgio ed Elena. Il “ragioniere”, altro nomignolo affettuoso che lo ha accompagnato per tre quarti di secolo, avrebbe compiuto 97 anni il prossimo 23 aprile.
 Dalla cima di un curriculum sontuoso, Cenzo Soro ha seguito con caparbietà, attenzione e rigore scientifico l’evolversi dello sport nella sua isola. “Chi ha talento, possiede un dono straordinario. Non può sciuparlo in nessuna maniera” ha spesso detto ai tanti calciatori chiamati in rappresentativa o allenati con il piglio del fratello maggiore se non del padre. Un avvio con l’atletica leggera, poi, il grande amore: il calcio. Fu anche portiere della Juventus, anni ’30: lo fermò un infortunio. Ha allenato il Quartu e il Cagliari negli anni’50: è stato lui il tecnico dello sfortunato spareggio con la Pro Patria per la promozione in A. Presidente della federazione regionale di basket ha diretto anche il Centro Addestramento “Gigi Riva”. Alla famiglia le condoglianze dei redattori dello sport della Nuova Sardegna.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Nuovi progetti 
Università e ricerca Raggiunta l’intesa Governo-Regione 
 
 CAGLIARI. Ministero dell’Università e Regione hanno firmato un protocollo d’intesa per la valorizzazione del sistema universitario e della ricerca nell’isola. Gli interventi previsti per il sostegno ad alta formazione, ricerca e internazionalizzazione riguardano quattro settori d’interesse strategico, con priorità individuate dal Programma nazionale della ricerca: biomedicina e tecnologie della salute, biotecnologie applicate, energie rinnovabili, ambiente e tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il protocollo punta anche a valorizzare i risultati della cooperazione tra atenei, sistema di ricerca pubblico e privato e sistema produttivo della Sardegna.
 
9 - La Nuova Sardegna
 Pagina 5 - Nuoro
IN BREVE 
UNIVERSITÀ
Incontro a Sa Terra mala
 
 Oggi alle 16.30 nell’aula magna di via Colombo (Sa Terra mala), si terrà il primo di una serie di incontri promossi dal Comitato di sostegno dell’università nuorese. Associazioni di categoria, ordini professionali e sindacati chiamati a discutere su «L’Università di Nuoro, idee per lo sviluppo, la salvaguardia e la valorizzazione». Coordina l’avvocato Andrea Soddu.
 
Pagina 2 - Oristano
Proposta nuorese a Nonnis e Onida «Creiamo insieme un polo unico» 
 
 ORISTANO. La proposta arriva dal sindaco di Nuoro, Mario Zidda, che nei giorni scorsi ha scritto una lettera a Angela Nonnis, ipotizzando la creazione di un Polo universitario della Sardegna centrale, nel quale far confluire l’esperienza nuorese e quella oristanese.
 Un accordo che crei una sinergia in un polo di valenza regionale.
 Zidda ha scritto anche al presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu, e a quello della Provincia di Oristano, Pasquale Onida. Nella lettera il sindaco di Nuoro propone un incontro a breve fra i quattro enti nel quale discutere della possibilità della creazione del polo universitario unitario.
 «L’approvazione dell’emendamento all’articolo 7 della Legge regionale del dicembre scorso - ha sottolineato Zidda nella lettera inviata ai tre colleghi amministratori - al dì là delle criticità applicativa chiede un indirizzo rivolto alle amministrazioni locali di Nuoro e Oristano perché assumano iniziative volte alla creazione di un Consorzio che unifichi, in un unico polo di valenza regionale, l’Università della Sardegna centrale e raccolga in esso le parallele e fin qui separate esperienze di università avviate nei due territori di riferimento».
 Nella lettera il sindaco sottolinea il favore che la proposta ha ricevuto sia nell’opinione pubblica e in buona misura anche fra gli amministratori locali ma anche la necessità di affrontare le questioni tecnico-giuridiche e politico-amministrative che essa pone.
 «Pur non essendo tra coloro - ha sottolineato Zidda - che ritengono esaustiva l’iniziativa del consiglio regionale (in assenza di una iniziativa forte degli organi di governo regionale, attorno a un unico tavolo con le università e gli enti territoriali competenti, che chiarisca in via definitiva la reale volontà e l’impegno di tutti per la creazione del terzo polo universitario) sono tuttavia convinto della sua indubbia attualità».
 «Chiedo perciò - ha concluso il sindaco Zidda - la disponibilità ad un incontro in tempi brevi, per un immediato avvio dei lavori costitutivi della nuova unica realtà dell’Università della Sardegna centrale».
 L’idea di un polo unico che riunisca le potenzialità e ottimizzi le risorse disponibili era già stata affacciata in passato, ma ora c’è un importante passo ufficiale.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Gianni Poggiu all’Ersu: «Logiche spartitorie» 
Il medico nuorese, dei Riformatori, nominato dalla Regione 
Da ormai un anno la «casa» universitaria senza guida politica 
VANNALISA MANCA 
 
 SASSARI. Logiche spartitorie da prima Repubblica. Negli ambienti universitari e istituzionali è stata accolta con questo commento la notizia, pubblicata sulla Nuova di ieri, che Gianni Poggiu, dei Riformatori, medico nuorese, sarà chiamato a guidare l’Ersu di Sassari.
 La nomina sarà ratificata domani dalla giunta regionale e sarà quindi operativa entro il 20 marzo, quando scadrà la prorogatio del commissario straordinario Antonello Mattone.
 Qualche critica (velatissima) alla decisione arriva dal centro destra, non sulla scelta di Poggiu, figura considerata di alto profilo professionale, piuttosto sul fatto che ormai non ci si confronta più su nulla. Nello scacchiere delle poltrone del potere, quel posto spettava non più al Pdl (inizialmente era stato indicato il nome del consigliere comunale Giancarlo Carta) ma ai Riformatori. E loro hanno scelto Gianni Poggiu.
 Il fatto è che - come dice Nanni Campus - «ancora una volta il Pdl, partito di maggioranza relativa alla Regione, ha deciso di affidare un ente in mano a partiti alleati». Di certo, assicurano i consiglieri regionali del Pdl «l’operato di Poggiu sarà monitorato, dovrà garantire un convinto impegno a tempo pieno, ascoltando le esigenze degli studenti». Per il resto, dice Tore Amadu, «si tratta di scelte di partito nella spartizione degli enti, che non coinvolgono altri se non direttamente i partiti stessi». Per gli ambienti sassaresi, invece, la scelta è uno schiaffo al territorio e qualcuno si aspetta di vedere auto blu andare su è giù tra Sassari e Nuoro solo per firmare la mole di carte utili per fare andare avanti l’ente. Ersu che era stato premiato dal ministero, durante la gestione Mattone, per i grandi risultati ottenuti. Ora, da un anno senza guida politica, senza bilancio consuntivo e di previsione approvato, questa valutazione cambierà, e questo è un fattore che incide nel conferimento dei finanziamenti ministeriali, già decurtati l’anno passato.
 
 
 
 

Questionario e social

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