Sabato 6 marzo 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 marzo 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari   
Pagina 23
Unicanews
Daniela Noli (Ersu): «Subito il campus»
 
Le nuove strategie dell'Ateneo sulla ricerca scientifica, un'intervista alla presidente dell'Ersu Daniela Noli, gli interventi di Andrea Deidda, Roberto Mura e Marco Meloni, rappresentanti degli studenti nel Senato accademico, un'intervista al Prorettore vicario Giorgio Piccaluga sulla nuova mission di UnitelSardegna, il consorzio telematico formato dagli atenei sardi.
Sono alcuni argomenti trattati nell'ultimo numero di Unicanews, il periodico dell'università. Nell'intervista, Noli, prima presidente donna dell'Ente regionale spiega i progetti per il rilancio dei temi legati al diritto allo studio e annuncia il primo obiettivo: «La costruzione del campus di viale La Playa, perché un terreno pagato 40 milioni di euro non può restare inutilizzato».
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano Pagina 23
Terralba
Università on line, superato il primo esame
 
Primo esame ieri all'Università on line di Terralba. A sostenerlo con successo è stata Samuela Grussu residente nella borgata di Tanca Marchese, che in “Istituzione diritto privato” ha preso 28, dopo aver seguito le lezioni in teleconferenza con i docenti dell'Università di Sassari. «È stato doppiamente emozionante, poiché con la prof Franca Galletta ci eravamo sentite solo in videoconferenza - racconta Samuela - Tutte le lezioni le ho seguite nella sede universitaria on line di Terralba, mentre a Sassari sono andata solo per sostenere l'esame». Ma quali sono i vantaggi di seguire le lezioni a Terralba? «Soprattutto economici e di tempo -risponde la studentessa - Se non avessi avuto questa opportunità non avrei mai potuto seguire i corsi poiché lavoro». ( a. l. )
 
3 – L’Unione Sarda
Esteri  
Pagina 13
Scioperi e proteste: 150 finiscono in manette
Contro il caro università studenti Usa in piazza
 
SAN FRANCISCO È finita con oltre 150 studenti arrestati e un ferito, un ragazzo ricoverato in gravi condizioni, una manifestazione universitaria nel centro di Oakland, vicino a San Francisco, dove ci sono stati scontri tra studenti e forze dell'ordine. La giornata di sciopero organizzata in California ha visto scendere in piazza migliaia di studenti californiani, contro i tagli ai finanziamenti delle scuole pubbliche e gli aumenti dei costi d'iscrizione. La protesta, partita dalla prestigiosa università di Berkeley ora rischia di estendersi anche fuori dal Golden State, coinvolgendo, come era successo alla fine degli anni Sessanta, atenei di tutti gli Stato Uniti. Una quindicina di studenti della University of Wisconsin a Milwaukee, sono stati per esempio arrestati per aver cercato di fare irruzione negli uffici amministrativi del campus. A Berkeley, famosa per le lotte studentesche del '68, dopo una manifestazione partita prestissimo e in sordina nel campus, a metà giornata una folla di circa duemila persone, ha iniziato a marciare verso il centro di Oakland. Musica, cartelloni e slogan come “A chi appartiene l'università? A Noi”, hanno accompagnato i manifestanti per circa otto chilometri in una protesta pacifica. Ma a fine giornata un gruppo di circa cento giovani, molti a viso coperto, ha iniziato un'altra protesta nel centro della città. La folla ha raggiunto la sopraelevata dell'autostrada, bloccando il traffico. Quasi immediatamente, i poliziotti in tenuta antisommossa sono intervenuti con spray al pepe e manganelli, e ci sono stati decine di arresti. A San Francisco e nel resto della California, invece, le manifestazioni sono finite senza scontri.

4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Dagli atenei sardi un no alla riforma
Non piace il disegno di legge del ministro Gelmini: «Troppi tagli ai fondi»
ANTONIO MELONI
 
 SASSARI. Il futuro degli atenei sardi appare più incerto dopo la presentazione del disegno di legge che riforma il sistema universitario nazionale. Ai rettori Attilio Mastino e Giovanni Melis, il provvedimento voluto dal ministro Gelmini non piace e non lo hanno certo mandato a dire. L’altro ieri, nell’aula magna della facoltà di Scienze, lo hanno ribadito a chiare lettere illustrando nel dettaglio le ragioni del dissenso. Un’occasione speciale per fare il punto sul dibattito legato al progetto di riforma del’accademia italiana che proprio nei giorni scorsi è approdato in commissione parlamentare. Ai lavori del convegno «L’università che cambia», organizzato dall’ateneo sassarese, c’era anche Antonello Masia, capo dipartimento del ministero per l’Università, che, dati alla mano, ha elencato le numerose criticità di un sistema obiettivamente datato. Ma se da più parti si concorda sulla necessità di una riforma dell’università, non si condivide, invece, il metodo adottato, giudicato troppo drastico, soprattutto nella parte che riguarda la riduzione dei fondi.
 Nel testo all’esame della commissione, la frase «senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica» ricorre sedici volte. Una litania che nel mondo accademico è stata letta come presagio nefasto di ciò che nel breve e medio periodo potrebbe avvenire nelle università, specie in quelle periferiche. Le reazioni non si sono fatte attendere, a cominciare da quella del rettore di Cagliari, Giovanni Melis, che chiudendo il suo intervento ha rimarcato: «Se saranno confermati i tagli previsti per il 2011, credo sia difficile evitare il dissesto». Opinione condivisa e ripresa da Attilio Mastino che, senza usare mezzi termini, ha paventato il rischio di uno svilimento delle università sarde in un territorio già martoriato da una crisi senza precedenti. «Le riforme a costo zero sono possibili, ma non all’università - ha incalzato Lio Mura, preside di Scienze Politiche - da questo punto di vista la riforma parte col piede sbagliato». Il timore diffuso è che il disegno di legge targato Gelmini possa compromettere quelle specificità che hanno sempre caratterizzato il sistema universitario italiano, e che incida un po’ troppo sulla tanto discussa autonomia degli atenei. Ciò che il ministro Gelmini chiede con la riforma è una nuova assunzione di responsabilità a cui non corrisponderebbe, stando alle critiche dei detrattori, un adeguato sforzo finaziario per avviare un cambiamento necessario. L’economista Marco Vannini, presidente della conferenza dei dipartimenti universitari, ha disegnato uno scenario a tinte fosche, prevedendo la rapida scomparsa di istituti tradizionali del panorama universitario. E’ pur vero che senza un’adeguata riforma potrebbe essere difficoltoso l’accesso in Europa, come non possono passare inosservate le numerose criticità di un sistema che risente il peso degli anni e la concorrenza sempre più agguerrita dei partner europei. E’ toccato ad Antonello Masia, capo dipartimento del ministero, passare al setaccio tutte le magagne del sistema universitario nazionale e spiegare dove e come interverrà la riforma per allineare gli atenei italiani a quelli dell’Unione. Dai dati snocciolati dal dirigente, infatti, sembrerebbe che il problema più serio sia il confronto con le istituizioni degli altri paesi europei. Un dato che colpisce è proprio quello relativo al livello di internazionalizzazione: il 2,1 per cento contro il 6,5 di studenti stranieri presenti nelle nostre università che per il dottorato di ricerca passa dal 4,3 per cento in Italia contro il 14,5 nell’Unione europea. La riforma, salvo complicazioni, dovrebbe essere approvata entro la prossima estate e c’è già chi prevede che quello prossimo sarà un autunno rovente.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Ersu ancora senza presidente, la Regione «nicchia»
Il posto promesso al Pdl sembra invece destinato a essere ricoperto da un uomo dei Riformatori
Gli studenti protestano e il sindaco scrive a Ugo Cappellacci
 
 SASSARI. La Regione deve nominare il presidente dell’Ersu, ma l’ente regionale per il diritto alla studio universitario continua a navigare senza una guida politica. Anche questo ente è incappato nelle maglie delle logiche spartitorie e, pertanto, mentre sembrava scontato che il presidente sarebbe stato un rappresentante del Pdl, ora si parla di un uomo dei Riformatori. Nel frattempo, all’Ersu tutto è bloccato, in attesa che la Regione approvi il bilancio predisposto dal commissario straordinario (a termine quindi). E fioccano le proteste degli studenti, del sindaco e della Provincia.
 
Pagina 19 - Sassari
Senza presidente l’Ersu non può funzionare
Deve nominarlo la Regione: il posto (forse) va ai Riformatori
VANNALISA MANCA
 
 SASSARI. Le logiche spartitorie, a livello regionale, per l’occupazione delle poltrone da parte dei partiti impediscono, ormai da un anno, che l’Ersu sia guidato da un presidente, che gli studenti universitari ricevano le borse di studio (circa 600 quelle bloccate).
 Non c’è ancora nulla di ufficiale, sembra che il presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci sia pronto a decidere in queste ore sul nome del designato, ma sembra anche - nelle logiche di cui si diceva - che quel posto non sia più appannaggio del Pdl ma dei Riformatori. Se così fosse, sfumerebbe la «candidatura» di Giancarlo Carta, il consigliere comunale che, per un pugno di voti, non era stato eletto in consiglio regionale, risultando primo dei non eletti.
 Sta di fatto che l’Ersu non riesce a svolgere il suo ruolo di ente per il diritto allo studio per il quale a suo tempo è nato. Recentemente, per rimediare alla totale assenza di governo dell’istituzione, la Regione ha nominato commissario straordinario Antonello Mattone, già presidente del Cda che aveva concluso il suo mandato dopo tre anni. Un commissario a tempo, quindi, che ha potuto elaborare, e inviare lo scorso gennaio alla Regione per la sua approvazione, il bilancio consuntivo 2009 e di previsione 2010. Strumento contabile, senza il quale non si può muovere foglia. L’altra mattina, a denunciare un «Ersu senza testa», nel corso del congresso della Cgil, è stato il rappresentante dell’Unione degli studenti eletto nel Cda Ersu (chiaramente non operativo), Giosuè Cuccurazzu, che ha ricordato come «la spartizione di potere va oltre i legittimi diritti degli studenti», dalle borse di studio, ai trasporti, ai viaggi studio o ai posti letto.
 Sulla questione, è intervenuto il sindaco Gianfranco Ganau con una lettera al presidente Ugo Cappellacci, ritenendo necessario porre fine a questo stato di precarietà dell’ente, perchè possa riprendere a lavorare nella normalità e nell’efficienza massima. Una situazione «grave e allarmante - scrive Ganau - che gli studenti stanno subendo a causa del blocco inaccettabile nell’erogazione delle borse di studio, nelle attività culturali, nella convenzione con l’Azienda trasporti pubblici e, più in generale, in tutta l’azione di programmazione dell’ente e di conseguenza dell’Università». Sui ritardi nelle nomine dell’Ersu, la consigliera provinciale Alba Canu segnala il caso all’assemblea di sala Sciuti e chiede che siano attivate le procedure per sollecitare la nomina del presidente e l’approvazione del bilancio da parte della giunta regionale. Bilancio che può mettere in moto il sistema Ersu, consentendo l’erogazione delle borse di studio - circa 600 -, agli universitari che ne hanno diritto. «Un blocco che crea spesso - dice Alba Canu - gravi rispercussioni economiche ed evidente difficoltà per i giovani e le loro famiglie».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 42 - Cultura e Spettacoli
La crisi e il ruolo dell’Europa
Presentato ieri sera a Sassari il libro dell’economista Andrea Saba
IL DIBATTITO Le difficoltà che frenano l’integrazione europea, un continente che rischia di rimanere al palo
LUISA PIRAS
 
 SASSARI. Sobrietà, ricerca, equilibrio. Termini che si caricano di nuovo valore nell’ambito di un discorso ampio e problematico come quello della crisi, non solo finanziaria, che attanaglia il pianeta. Vocaboli che sono i temi portanti de «L’Europa incompiuta e la crisi globale», il libro di Andrea Saba presentato ieri all’Aula Eleonora d’Arborea in piazza Università.
 Andrea Saba, la cui lunga carriera si fregia di importanti traguardi come una laurea nel 1961 al King’s College dell’Università di Cambridge sotto la guida di Nicholas Kaldor (uno dei più grandi economisti post-bellici), dopo aver partecipato come esperto alle prime riunioni per la creazione della moneta unica europea (un’opera «folle e straordinaria» come egli stesso la definisce), analizza nel libro la gravissima crisi dei subprime, che, se non fosse stata fronteggiata dalla Banca Centrale Europea, avrebbe potuto avere conseguenze disastrose. Ma questo non basterà finché alla base non ci sarà un’Europa solida, finché non si creerà un equilibrio fra sistema economico ed istituzioni europee. Ambiente, energia, ricerca scientifica, sono problemi che non possono avere una soluzione solo al livello nazionale, ma al livello europeo. È dunque necessario completare la costruzione dell’Europa e della sua democrazia. L’Europa, come scrive Saba, dopo la rivoluzione del welfare state deve essere in grado di costruire l’economia del risparmio energetico e della conoscenza.
 La presentazione del libro, patrocinata dalle Facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche e dalla Fondazione Antonio Segni, ha visto la partecipazione, oltre che dell’autore, dei docenti portavoce dei tre dipartimenti. Il dibattito animato dai professori delle Facoltà promotrici dell’iniziativa ha evidenziato le diverse sfaccettature e prospettive di fronte al medesimo problema: come uscire dal tunnel della crisi.
 Mario Segni (intervenuto in quanto docente della Facoltà di Giurisprudenza), appoggiando uno dei temi portanti del libro, ha affermato che non si uscirà dalla crisi fin quando non si tornerà a una sorta di austerità sociale, quella che Saba definisce sobrietà.
 Per Rodolfo Ragionieri (Scienze politiche) il futuro in Europa (che vede come un grosso coccodrillo che ha mangiato troppo e troppo in fretta) è un governo decentrato e sensibile ai sistemi complessi, come la gestione dell’energia.
 L’Italia poi, come scrive Saba, deve risolvere tre gravi problemi: la questione del Mezzogiorno; l’arretratezza, rispetto alla media europea, e la logistica che consentirebbe una nuova funzione del Mezzogiorno nel Mediterraneo. Oltre a questo, come ha affermato Elisabetta Addis (docente di Economia), l’Italia ha visto un progressivo decadentismo del discorso politico e di quello economico, diventati rispettivamente spettacolo e mero accademismo.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
«Pronto a sacrifici per fare l’accordo»
Il costruttore Cualbu aspetta una proposta e si dichiara favorevole alla trattativa a partire dalla delibera della giunta Cappellacci
Dalle intercettazioni non emerge nessun rilievo penale, ma anche dal punto di vista morale ogni singola parola ha una spiegazione. La figlia del sovrintendente Santoni è stata selezionata tra altre otto professionalità
MAURO LISSIA
 
CAGLIARI. Una battaglia sul fronte della giustizia amministrativa che va avanti da cinque anni, poi l’inchiesta penale e il calderone ribollente delle intercettazioni. Ora Gualtiero Cualbu è stanco («anni di vessazioni»), dice che per Tuvixeddu è ora di trovare una soluzione «nell’interesse generale, soprattutto della città». Soluzione da discutere in fretta, perchè lo scontro è durato fin troppo: «Soru, con cui ero in buoni rapporti, ha scatenato una battaglia forsennata di cui non ho ancora capito le ragioni - scuote la testa il costruttore - ma al di là delle sentenze favorevoli mi sento sconfitto come imprenditore ed è una sconfitta che riguarda anche la città. C’è un parco da fare, ci sono servizi da dare ai quartieri ed è tutto fermo. Forse il progetto non è perfetto, d’altronde non esistono progetti perfetti. Si può migliorare, modificare, aggiornare. Ma lasciare tutto così, questo no».
 Due ore davanti ai cronisti - prima che il consiglio regionale discutesse la mozione su Tuvixeddu - ed è la prima volta. Alla destra di Cualbu il figlio Giuseppe, appena più in là il fido avvocato amministrativista Antonello Rossi. Lo scenario è il quartier generale del gruppo, il T-Hotel. Vista lunga sull’orribile cittadella della musica («non l’abbiamo progettata noi») e un carteggio ordinatissimo sul tavolo: atti, documenti, mappe, ritagli di quotidiani con frasi evidenziate in giallo. Cualbu aspetta una proposta dalla Regione («pronti ad ascoltare, lo siamo sempre stati anche con Soru») e pur di chiudere la partita si dichiara disposto a riconsiderare il conto dei risarcimenti, quelli per il ritardo nella realizzazione del piano immobiliare provocato dalle iniziative della giunta di centrosinistra: «Sono questioni che viaggiano su canali diversi, stiamo valutando la possibilità di ricorrere a un arbitrato - conferma l’ingegnere - ma quando c’è la volontà di arrivare a un accordo tutti fanno sacrifici». Una certezza ripetuta come fosse un mantra: «Siamo nel pieno diritto, abbiamo tredici sentenze a favore e una sola contro ma su aspetti non sostanziali. La validità dell’accordo di programma del 2000 è stata riconfermata e non è in discussione». Come dire: possiamo andare avanti, alle tre palazzine in costruzione sul versante di via Is Maglias potrà seguire la quarta e poi il resto. «Perchè nell’annullare le ultime due autorizzazioni - spiega Giuseppe Cualbu - il Consiglio di Stato non ci ha tolto le volumetrie, ci ha solo detto che dobbiamo specificare i colori, le facciate, i dettagli degli edifici». Comunque si può trattare, partendo dalla delibera della giunta Cappellacci che garantisce sull’accordo di programma. Le aree in ballo sarebbero quelle a ridosso del «catino» di Tuvixeddu: «Dato che su Tuvumannu e il polo universitario non ci dovrebbero essere problemi, non rimane che quell’area. Ma ripeto: lo dico solo perchè se ne è parlato tanto. Non siamo noi a dover fare le proposte alle istituzioni».
 Si parla del colle punico ma il rimando inevitabile è alle conversazioni registrate e pubblicate dai giornali: «Parole e situazioni devono essere lette nel contesto - spiega l’imprenditore - non si può comprendere lo scenario generale dalle singole frasi. Sono un imprenditore moralmente integro e lo sono sempre stato. Emerge che mi sono lamentato del comportamento di qualcuno? Sì, ma ci sono anche degli atti che dimostrano come ho reso pubbliche queste mie lamentele e questa mia mancanza di gradimento, al di là delle intercettazioni. Quindi - insiste Cualbu - nessun segreto, tutto alla luce del sole. Da quelle intercettazioni, è chiaro per tutti, non emerge alcun rilievo penale. Ma anche dal punto di vista morale, ogni singola parola ha una spiegazione». Su Giulio Steri, che gli ha presentato un giudice del Tar: «E’ stato uno dei nostri più grandi avversari nella controversia per Tuvixeddu, era in aspettativa dall’avvocatura dello stato e quel magistrato apparteneva a una sezione estranea a quella che giudicava sui nostri ricorsi».
 Secca la smentita di fronte ai sospetti manifestati dalla Procura nell’inchiesta penale per corruzione, chiusa con una richiesta di archiviazione: «La figlia del sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni è stata selezionata fra altre otto professionalità». Tutto limpido anche a Napoli, dove Cualbu è stato accusato di aver messo a libro paga la figlia del vicesindaco per ottenere l’appalto della ristrutturazione dell’ex stabilimento Peroni: «Mai assunta, neppure la conosco. Il vicesindaco ha presentato una querela e si vedrà come sono andate le cose». Cualbu ha in mente tutto tranne i dialoghi con alcuni politici del centrosinistra - non trascritti dalla Procura - che avrebbero garantito l’appoggio elettorale a Cappellacci: «Non è una cosa che mi interessa, comunque non ricordo». Mentre il brindisi alla vittoria del centrodestra è agli atti, immortalato in una foto: «Dopo anni di vessazioni - risponde il figlio - mi pare normale che si sia espresso un po’ di sollievo».

Questionario e social

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