Giovedì 28 gennaio 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 gennaio 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 22
Pochi laureati? Servono i corsi on line
Il rettore: la Regione dovrebbe sostenerli con propri fondi
Università. In crescita costante la richiesta dei lavoratori per la formazione a distanza
Sperimentati due corsi: Scienze della comunicazione e Scienze dell'amministrazione
 
Dare una formazione universitaria a chi non ha la possibilità di seguire le lezioni nelle aule dell'ateneo. È l'obiettivo dei corsi di laurea online: lo studente può seguire le lezioni da casa propria, attraverso un computer connesso a Internet, organizzando le ore di studio come meglio crede. Ormai sono presenti nell'offerta formativa di tutte le Università: accanto ai percorsi tradizionali ci sono quelli a distanza, sfruttando la tecnologie dell'e-learning.
CAGLIARI Un'esperienza che decolla a Cagliari qualche anno fa, all'interno del progetto europeo Unisofia: con i fondi Por sono stati attivati due corsi di laurea online, uno in Scienze dell'amministrazione (facoltà di Scienze politiche), l'altro in Scienze della comunicazione (ex Magistero). Solo quest'ultimo (quest'anno 169 iscritti) sopravvive all'interno dell'Ateneo cagliaritano: giunto al quarto anno è ora un corso autonomo, finanziato dagli studenti con “supertasse”, duemila euro all'anno. Scienze dell'amministrazione, invece, non è più attivo da due anni: una decina di studenti (tutti lavoratori) si è laureata puntuale nelle sessioni di settembre e novembre, altri si presenteranno a marzo. Il ciclo di lezioni, per gli studenti ancora in corso, è, come si dice, a esaurimento, entro i prossimi tre anni, il tempo che tutti si laureino (erano 120 in tutto).
L'ORIENTAMENTO «Sarebbe auspicabile che la Regione continuasse a sostenere questa attività - spiega il rettore Giovanni Melis - non solo nell'interesse di tanti studenti fuorisede e lavoratori che così frequentano virtualmente l'Università ma anche per incrementare il numero dei laureati, che sono pochi. La mia idea, già presentata alla classe politica, è di utilizzare questa tecnologia per dare una risposta alla richiesta di decentramento degli atenei, visto che i vincoli ministeriali non lasciano molta scelta: i corsi online, in ogni facoltà, garantirebbero un servizio a chi non si può avvicinare a Cagliari consentendoci di recuperare una buona percentuale di studenti fuoricorso e creare nuovi laureati. Noi abbiamo anche corsi in videoconferenza, a Nuoro quello per infermieri e a Iglesias di informatica: un successo da ripetere».
PROSPETTIVE Il corso di Scienze in amministrazione era, tra l'altro, l'unico esempio di corso interuniversitario tra gli Atenei di Cagliari e Sassari. Purtroppo è durato 2 anni. «Si vive in un'aula virtuale in cui gli studenti interagiscono con i professori - spiega il docente Raffaele Paci, presidente del corso di laurea - la strategia dell'Università è di affiancare il canale dell'e-learning al percorso tradizionale: per la popolazione adulta non ci sono alternative ed è l'unico modo per consentire a tante persone di riprendere gli studi o perfezionarli. Per lo studente diciannovenne è diverso: deve seguire le lezioni, per interagire anche coi suoi coetanei, e utilizzare la teledidattica come qualcosa in più, per approfondire e rafforzare le conoscenze». Il manager didattico del corso è Alessia Farci che sottolinea un aspetto: «Gli studenti lavoratori aumentano di anno in anno e crescono anche i pubblici dipendenti che devono completare la loro formazione: ricevo tuttora domande di persone che vorrebbero iscriversi al nostro corso telematico, proprio perché non hanno possibilità di seguire quello tradizionale». Chi gestisce Scienze della comunicazione vorrebbe che si attivasse online anche la laurea magistrale: «Per ora è un'idea - spiega il presidente del corso di laurea Elisabetta Gola - con le nuove regole del ministero è sempre più difficile assicurare la sopravvivenza di queste attività: certamente l'esperienza dei corsi telematici consente a chiunque di affrontare un percorso universitario, senza sentirsi emerginati. Siamo riusciti a creare una vera e propria comunità di apprendimento, di interscambio tra adulti e ragazzi, con risultati molto positivi sulla produttività. È un patrimonio che non vorremmo disperdere, visto il grosso investimento che c'è voluto per avviarlo».
CARLA RAGGIO
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 44
Ricerca Fondazione Itt di Genova
Nanomateriali, arriva a Cagliari il progetto Seed
 
 La crescita economica e la ricerca scientifica camminano di pari passo: le Regioni europee nelle quali le imprese effettuano i maggiori investimenti in termini di ricerca presentano generalmente i tassi di occupazione più elevati. D'altro canto la stessa conoscenza scientifica spesso si traduce in occasioni di sviluppo: la spesa in ricerca di un Paese è direttamente proporzionale al suo livello di produttività. Per questa ragione la Fondazione IIT di Genova (Istituto Italiano di Tecnologia) ha varato un importante progetto di finanziamento di attività di ricerca svolte in ambito nazionale e denominato Seed. La commissione scientifica ha scelto 37 progetti da finanziare, su un totale di 234 presentati entro il luglio scorso, nei settori scientifici in cui è attivo lo stesso IIT: robotica, nano-tecnologie, ambiente, energia, salute, nuovi materiali e neuroscienze.
Tra i beneficiari del finanziamento compare anche Anna Corrias, professore associato di chimica fisica al dipartimento di Scienze Chimiche dell'Università di Cagliari: l'IIT finanzierà il progetto con 645 mila euro, ripartiti in tre anni. Le ricerche riguarderanno nanocompositi da utilizzare in processi catalitici per la produzione di nanotubi di carbonio e saranno condotte all'interno del gruppo di ricerca "Materiali Funzionali" diretto dalla stessa Corrias e composto da Maria Francesca Casula, Daniela Carta e Danilo Loche. Abbiamo chiesto a Anna Corrias di spiegare il significato del progetto, denominato “Highly Porous NANOcomposites for CATalysis”.
Cosa sono i materiali porosi?
«Quelli di cui ci occupiamo noi, chiamati aerogel, sono costituiti da uno scheletro solido di silice molto leggero, assimilabile ad una "spugna", che lascia al suo interno una larga parte di spazio vuoto. Il nostro gruppo di ricerca ha sviluppato in questi ultimi anni dei metodi di sintesi che permettono di inserire nanoparticelle di metalli o ossidi all'interno della "spugna" di silice. I materiali risultanti sono dei nanocompositi altamente porosi estremamente promettenti come catalizzatori. I nostri materiali saranno usati per catalizzare reazioni chimiche coinvolte nel funzionamento di celle a combustibile e nella produzione di nanotubi di carbonio a costi contenuti».
Perché i nanomateriali sono importanti?
«I nanomateriali, con le loro dimensioni dell'ordine di qualche milionesimo di millimetro, possono essere utilizzati in campi dove i corrispondenti materiali massivi non sarebbero impiegabili, dalla nanobiomedicina alla magneto-ottica. Le peculiari caratteristiche dei nanocompositi prodotti nei nostri laboratori sono dovute alla coesistenza dei due componenti di cui sono costituiti: la matrice, la "spugna", e le nanoparticelle in essa ospitate. L'estesa porosità della silice e l'elevata reattività della superficie delle nanoparticelle garantiscono ottime prestazioni catalitiche dei nanomateriali».
In che senso lo studio riguarda anche reazioni di interesse energetico?
«Tra le varie applicazioni dei nanotubi di carbonio possiamo annoverare la capacità di immagazzinare idrogeno. Inoltre ci aspettiamo che i nanocompositi da noi preparati possano migliorare l'efficienza delle celle a combustibile, dispositivi efficaci nella conversione di energia caratterizzati da bassa emissione di inquinanti ma dai costi attualmente ancora elevati».
ANDREA MAMELI
 
3 – L’Unione Sarda
Iglesias Pagina 23
«Salvate l'università di Monteponi»
Appello alla Regione, unanimità in Consiglio comunale
 
L'Università di Monteponi non deve chiudere. Anzi, vanno potenziati i corsi di formazione. A sostenerlo è il Consiglio comunale di Iglesias che ha approvato un ordine del giorno unitario in cui sollecita la Regione a stanziare le risorse necessarie. «Tutto il Consiglio regionale deve impegnarsi, nella predisposizione del documento collegato alla finanziaria, a individuare le risorse necessarie per il mantenimento e il potenziamento dei corsi ordinari già presenti nell'Università di Monteponi».
Un appello è rivolto anche al Senato accademico e all'Ausi (il consorzio che sostiene il polo di Monteponi) affinché si impegnino a portare avanti un piano di progettazione formativa «incentrato sulla realtà socio economica e sulla tradizione mineraria del nostro territorio». Il Consiglio comunale sottolinea che l'Università di Monteponi è ritenuta da tutti un eccellente polo universitario e pertanto «può conquistare, nella prospettiva di riqualificazione dell'intera area, un ruolo centrale di sviluppo, ricerca, alta formazione rivolta anche all'estero».
Visto lo stato di crisi del Sulcis-Iglesiente, inoltre, «è necessario dare impulso ai processi socio-economici-culturali che possano riconvertire l'economia del territorio, a partire dalle bonifiche ambientali indispensabili per valorizzare in modo appropriato le immense bellezze naturali e paesaggistiche presenti». Traguardo possibile, a patto di battersi tutti insieme per rilanciare l'attività politico amministrativa. ( c. s. )

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
COORDINAMENTO TRA UNIVERSITÀ 
 
CAGLIARI. Il Comitato regionale di coordinamento delle università si è riunito per analizzare l’offerta formativa dei due atenei (Cagliari e Sassari) e stilare il manifesto degli studi per il prossimo anno accademico. All’incontro hanno partecipato, i due rettori - Giovanni Melis e Attilio Mastinu - l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Lucia Baire e i due presidenti del consiglio degli studenti. L’obiettivo comune è la razionalizzazione dei corsi di studio e l’avvio di uno stretto coordinamento tra le due sedi universitarie, con la stipula di accordi sul piano dell’offerta didattica, dei servizi comuni per biblioteche e orientamento dei servizi per il territorio. (p.s.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Summit di don Verzè sul San Raffaele 
Due tappe, a Olbia e Cagliari con i manager della Asl e l’università 
 
OLBIA. Don Verzè è tornato nell’isola. Il prete manager che sta per aprire il suo San Raffaele sardo, si è fermato prima a Olbia e poi ha proseguito per Cagliari, dove - ieri - doveva partecipare a un incontro con la Regione. Nelle due tappe, però, non si è parlato di posti letto nè dei settori della specialistica che dovrà ospitare la struttura privata, ma solo di ricerca e collaborazione.
 Il fondatore del San Raffaele ha partecipato alla riunione, allargata ai rappresentanti delle università, con l’assessore alla programmazione Giorgio La Spisa. E l’attenzione è stata concentrata sull’accordo siglato tra Sardegna e Lombardia per rafforzare il sistema della ricerca scientifica e promuovere l’innovazione in settori strategici delle due regioni.
 Ovviamente - hanno fatto sapere da Cagliari - si tratta di un rapporto che si deve ancora costruire. Ma appare certo il ruolo determinante del San Raffaele. Per parlare invece di quella che sarà l’offerta sanitaria del nuovo ospedale privato di Olbia, don Verzè dovrà tornare a Cagliari. E, in quell’occasione, dopo gli accordi verbali, si cercherà di chiudere definitivamente la partita sul gigante privato con 150 posti letto convenzionati che dovrà integrarsi perfettamente con il pubblico.
 Nella tappa olbiese, invece, il prete-manager ha incontrato (in una sala riunioni dell’aeroporto), il commissario della Asl Giovanni Antonio Fadda, il magnifico rettore dell’università degli Studi di Sassari Antonio Mastino, il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia Giuseppe Madeddu e il direttore della clinica neurologia dell’Università di Sassari Giulio Rosati. «E’ stato un vertice informale - ha spiegato il commissario Fadda - durante il quale si è discusso di ricerca, formazione, professionalità e collaborazione. E sui servizi sanitari di alto livello che presto la Gallura sarà in grado di offrire: tutto a vantaggio della popolazione che non sarà più costretta a spostarsi dal territorio». (s.p.)
 
 

Questionario e social

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