Venerdì 22 gennaio 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 gennaio 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
I rapporti con la Regione
Tira un'aria nuova nelle università sarde
di Gaetano Di Chiara
 
Che l'Università di Cagliari non navighi in buone acque lo si capisce, ma sarebbe perlomeno prematuro prendersela con Giovanni Melis, il rettore insediatosi da appena 4 mesi. Infatti, che il 2010 sarebbe stato un annus horribilis per le università della Sardegna, era ampiamente previsto da almeno due anni, cioè dal 2008, l'anno del decreto Tremonti, che stabiliva il taglio progressivo dei fondi statali alle università dal 2009 al 2013, con un incremento negativo massimo del 300% dal 2009 (- 63,5 milioni di euro) al 2010 (-190 milioni di euro).
Tuttavia, in mezzo a tanta crisi vi è un'aspetto positivo: quello dei rapporti tra il governo regionale e l'università di Cagliari. Come ben sanno gli universitari, tra l'Università di Mistretta e la Regione di Soru, salvo un tardivo riavvicinamento, non è mai corso buon sangue.
Questa mancanza di feeling ha comportato un'insuperabile difficoltà dell'università di Cagliari ad istaurare un rapporto di collaborazione con la Regione Sardegna su temi di reciproco interesse. Inoltre vi è stata in passato, a voler essere benevoli, poca coordinazione tra le università di Cagliari e Sassari per quanto riguarda l'accesso ai fondi regionali.
Come è immaginabile, le possibilità di interazione proficua tra Università e Regione sono estremamente ampie, dal campo dell'istruzione a quello della ricerca di base ed applicata. L'università è, di fatto, la maggiore impresa pubblica dell'Isola, e i suoi prodotti hanno un elevato valore aggiunto che la Regione può convenientemente utilizzare ai fini dello sviluppo (un tempo si diceva Rinascita) della Sardegna.
Premessa necessaria per questa collaborazione è l'elaborazione di una politica regionale globale che non veda le due università come alternative ed in competizione ma piuttosto complementari e che d'altra parte consideri la Regione Sardegna e l'Università come istituzioni indipendenti e dotate di funzioni e poteri distinti ma integrabili.
Sta di fatto che il bando del governo Soru per il 2009 sulla legge regionale Gessa (LR 7/2007) per la ricerca di base, ha ricevuto dall'attuale Giunta regionale un finanziamento aggiuntivo di 11,6 milioni di euro, quasi il doppio di quanto stanziato a suo tempo dalla Giunta Soru per lo stesso bando. A questi fondi si aggiungono altre risorse che portano a circa 23 milioni di euro i fondi per la ricerca universitaria stanziati solo per il 2009 dalla Giunta Cappellacci. Altrettanti fondi saranno disponibili per il 2010.
Per quanto riguarda la didattica e l'alta formazione, la Regione, attraverso l'assessorato alla programmazione, prevede di destinare un totale di almeno 100 milioni di euro dei fondi europei per l'attivazione di borse di studio per i dottorati di ricerca, per posti di ricercatore a tempo determinato e per la mobilità dei ricercatori sardi presso centri di eccellenza internazionali al fine di costituire una rete di piattaforme di ricerca presso le università sarde. Questi fondi, bisogna precisare, sono aggiuntivi a quelli che sono da sempre disponibili per l'attivazione di corsi di studio necessari a coprire le esigenze regionali nei vari comparti professionali.
Questi sono fatti e su questi fatti c'è poco da obiettare ma solo da auspicare che il clima di collaborazione, che ha coinciso con il rinnovo dei rettori sia a Cagliari che a Sassari e della Giunta regionale, continui.
 
2 – L’Unione Sarda
Iglesias Pagina 20
Inizia lo smantellamento dell'Università di Monteponi
Laboratori, archivi, lavagne e banchi finiscono a Cagliari
 
Nella sede di Iglesias sono rimasti gli ultimi studenti. Tra qualche mese chiuderà definitivamente anche l'attività didattica dopo quindici anni. Gli arredi e i banchi finiranno nella sede di Monserrato.
Dopo i corsi universitari, tornano a Cagliari anche i banchi, le lavagne e gli strumenti da laboratorio.È cominciato ufficialmente lo smantellamento della sede universitaria di Monteponi. L'Università di Cagliari, dopo aver trasferito a Monserrato l'ultimo corso attivato a Iglesias, quello in Scienza dei Materiali, si porta via gli arredi delle aule, archivi, registri e le attrezzature dei laboratori.
LA CHIUSURA Niente di inaspettato, ma certo un segnale chiaro e definitivo del fatto che la chiusura del Polo di Monteponi è ormai un dato acquisito e incontrovertibile, tanto per l'Ateneo quanto per le istituzioni. Nel silenzio generale, dunque, si sta scrivendo la parola fine su un'esperienza accademica fra le più proficue di quelle sperimentate nell'ambito dell'università diffusa sarda, nel cui panorama Monteponi si è sempre distinta per qualità e specificità dell'offerta formativa e dei servizi. A osservare oggi Villa Bellavista, quei tempi sembrano quantomai lontani, sebbene si stia parlando di non più di qualche anno fa. Al posto del viavai di studenti c'è ora quello degli operai intenti a e portar via in fretta e furia le suppellettili delle aule, proiettori, provette e microscopi ben imballati in scatole di cartone. Destinazione Monserrato, nuova sede di Scienze dei Materiali, di cui a Iglesias è rimasto solo il terzo anno, che finirà la primavera prossima. Sarà probabilmente quella la data ufficiale in cui calerà definitivamente il sipario sull'Università del Sulcis Iglesiente.
FINE DI UN SOGNO Il sogno era quello di un masterplan, che avrebbe riqualificato l'intero compendio di Monteponi riservando all'università un ruolo da protagonista. Gli architetti svizzeri Herzog e De Meuron avevano progettato edifici e aule, laboratori e un centro congressi, e qualcuno, anche fra i vertici dell'ateneo cagliaritano, si era spinto a proporre il trasferimento a Iglesias dell'intero Dipartimento di Scienze della Terra. Nel frattempo anche Sardegna Ricerche aveva aperto una sua sede a Monteponi, e i risultati dei primi programmi di alta formazione attivati in sinergia con le imprese del territorio sono stati lusinghieri. L'ultimo in ordine di tempo l'assunzione di 15 laureati alla Sarmed di Iglesias: non poco in un territorio dove la crisi sta polverizzando ogni opportunità di lavoro.
PAOLO MOCCI
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 5019
Sarule Una giovane ricercatrice
Da Sarule a Milano per scoprire la formula salva api
 
 Molti giovani sardi, costretti a emigrare per studiare e perfezionarsi, non perdono di vista le loro radici e sperano un giorno di poter rientrare per contribuire alla sviluppo della propria terra.
È iniziata con la borsa di studio Master and back l'esperienza imprenditoriale di Annalisa Balloi, di Sarule, laureatasi in scienze biologiche all'università di Cagliari, con una tesi redatta in Svezia. Dopo la laurea, la studentessa sarulese ha seguito un master di secondo livello in desertificazione dell'ambiente mediterraneo che le ha permesso di svolgere uno stage di tre mesi al Cnr-Ise di Pisa.
Successivamente grazie alla borsa di studio ha potuto intraprendere un dottorato in chimica, biochimica ed ecologia degli antiparassitari lavorando gomito a gomito nello staff del professor Daniele Daffonchio, nella facoltà di agraria dell'Università di Milano. «Il mio peregrinare - dice la ricercatrice - non deriva da un desiderio di allontanarmi dalla mia isola, ma dalla necessità di crearmi una professionalità sfruttando al massimo le possibilità che mi si proponevano» Lavorare nel gruppo del professor Daffonchio le ha dato l'opportunità di fare ricerca, e i cui risultati sono stati pubblicati da importanti riviste scientifiche, tra cui Nature. Annalisa Balloi ora sta lavorando ad un progetto imprenditoriale, insieme ad alcuni colleghi, ancora riservato agli ambienti accademici. «Il progetto ha l'obiettivo di sviluppare prodotti a base microbiologica che risolvano alcune criticità delle aziende agroalimentari - spiega Annalisa Balloi - il primo prodotto sarà un formulato capace di proteggere le api da patologie batteriche». Qualcuno potrebbe chiedersi: ma cosa c'entrano le api con l'agricoltura? Pensando alla celebre frase di Albert Einstein “se un giorno le api dovessero scomparire all'uomo resterebbero solo quattro anni di vita” le api c'entrano e come: niente api, niente impollinazione, quindi niente frutti e scarsa produzione agroalimentare.
Il team guidato da Daffonchio ha rilevato come nel mondo si stia verificando una progressiva moria di api, con gravi danni economici. «Dopo cinque anni di ricerca il risultato al quale siamo giunti è stato l'individuazione di un mix di batteri, già presenti nell'intestino dell'ape che, se somministrati nelle giuste proporzioni, agisce come probiotico in grado di proteggere questi insetti».
La formula per ora è top secret perché se venissero svelati i risultati sperimentali, non si potrebbe ottenere il brevetto, cosa che il gruppo scientifico intende fare dopo aver individuato un partner finanziario. L'idea ha ricevuto riconoscimenti a livello internazionale, ma il pallino di Annalisa resta quello di tornare, con una marcia in più, in Sardegna. «Nonostante i limiti della ricerca nell'isola bisogna essere fiduciosi - dice - Annalisa Balloi - per dare qualcosa in più alla Sardegna bisogna, almeno per un po', saperci rinunciare».
MARIA B. DI GAETANO
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
università
Rocha e Ortiz, due luminari tengono lezioni ai futuri architetti
 
Due professori di fama internazionale arrivano a Cagliari per tenere lezioni agli studenti della facoltà di Architettura. Durante tutto l'anno accademico sono previsti corsi, laboratori, seminari per i giovani della scuola di Architettura. E una delle principali fonti dell'architettura contemporanea è, anche a detta dei più interessanti critici, proprio la penisola iberica.
Joao Alvaro Rocha, esponente prestigioso della scuola di Porto, che tiene il Laboratorio di progettazione del terzo anno nella Facoltà di Cagliari, traccerà un quadro dei suoi progetti recenti, che lo vedono impegnato tra l'altro in alcune importanti città europee sul tema dell'architettura per i luoghi del traffico e dei trasporti.
L'architetto Antonio Ortiz, professore onorario dell'Università di Siviglia, è invece un esponente tra i più rappresentativi di una delle maggiori scuole spagnole.
IL PROGRAMMA La prima conferenza è prevista lunedì prossimo alle 10 nell'aula magna, in via Corte D'Appello 87: Antonio Ortiz presenterà il lavoro dello studio Cruz&Ortiz Arquitectos. Il giorno successivo, sempre nell'aula magna, ma questa volta alle 17, parlerà Joao Alvaro Rocha.
Le due manifestazioni hanno avuto l'adesione e il patrocinio dell'Ordine degli architetti di Cagliari e della sezione Sardegna dell'Inarch. 

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
La storia delle università sarde 
Appuntamento con i «Mercoledì della Cultura» del Fai 
 
 SASSARI. Un viaggio nella Sassari del Cinquecento, dalla fondazione del tribunale dell’Inquisizione alla nascita del collegio dei gesuiti, da cui ebbe origine l’università. Si svolto l’altro ieri, il primo appuntamento con i «Mercoledì della Cultura», organizzati dal Fai.
 In una affollatissima sala conferenze della Camera di Commercio, il professor Raimondo Turtas ha presentato la sua relazione dal titolo «Cantieri gesuitici a Sassari tra Cinquecento e Seicento». La scuola turritana fu aperta nel 1562, grazie alla donazione di Alessio Fontana, un sassarese illustre che fu alto dirigente della segreteria imperiale spagnola, sotto Carlo V. Nel 1612 il collegio gesuitico potè rilasciare i primi titoli accademici, diventando di fatto una università. Nel 1632, Filippo IV concesse a Sassari l’istituzione delle facoltà di Diritto Canonico e civile e di Medicina. La storia dell’università di Cagliari è parallela a quella sassarese. «Intorno al 1630, ha spiegato Turtas, i due atenei sardi contavano circa 2mila studenti su una popolazione complessiva di circa 30 mila abitanti. Negli anni precedenti alla fondazione delle due università isolane, gli studenti universitari sardi nella penisola erano circa 250». Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 3 febbraio.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Odontoiatria in tre dimensioni 
Sarà presentato domani uno studio sui pazienti oncologici 
 
SASSARI. Nuove avveniristiche tecniche per impiantare protesi dentali nei pazienti oncologici che hanno avuto l’asportazione di parte della mandibola.
 È il frutto di una ricerca in materia di Implantologia Orale Avanzata, condotta di recente, dall’Università di Sassari, Unità Operativa di Chirurgia Maxillo Facciale diretta dal professor Tullio. Si tratta del primo studio al mondo di questo genere e verrà presentato all’hotel Grazia Deledda domani dalle 9 alle 13.
 Il progetto, condotto da Silvio Meloni, borsista all’interno della struttura, è stato cofinanziato dalla stessa Università degli Studi di Sassari e dalla Nobel Biocare, un’azienda leader mondiale nel settore degli impianti dentali.
 La ricerca nasce dalla volontà di superare le difficoltà esistenti nella applicazione di protesi dentali in pazienti nei quali sia stata fatta la ricostruzione della mandibola o della mascella, mediante innesti di sezioni di osso prelevati dalle ossa della gamba o del bacino, a seguito dell’asportazione di tumori o perdita di tessuto per gravi traumi. Questi pazienti, di regola, rimangono senza denti o utilizzano protesi mobili con evidenti difficoltà nella funzione.
 Nella fase di realizzazione del progetto è stato coinvolto Gavino Cattina, odontoiatra, esperto nel trattamento di pazienti portatori di protesi totali attraverso la tecnica della «chirurgia computer guidata». Grazie a questa tecnica dopo l’acquisizione della tac, l’odontoiatra è in grado di visualizzare l’osso tridimensionalmente e progettare l’intervento con l’inserimento simulato degli impianti. Grazie alla tecnologia Cad Cam, da virtuale l’intervento diventa reale, gli impianti vengono inseriti senza l’incisione della gengiva e i denti vengono fissati immediatamente.
 Nell’ambito del congresso, verranno presentati, per l’appunto, i risultati dell’applicazione di tale tecnica su un campione di pazienti tumorali e traumatici ricostruiti nel Centro Operativo di Chirurgia Maxillo Facciale negli anni 2008 -2009.
 
 
 

Questionario e social

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