Lunedì 4 gennaio 2010

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 gennaio 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e redazione web
    

L’UNIONE SARDA
1. Ersu, scadenze contributi studenti
2. Presepe all’orto botanico
3. Alghero. Ripascimento per la spiaggia Vip
 
LA NUOVA SARDEGNA
4. Sindaco Zidda: "Per salvare l'università di Nuoro serve uno sforzo comune"
5. Domusnovas. Centro sperimentale fotovoltaico in collaborazione con l'ateneo di Cagliari
  

  
L’UNIONE SARDA
  
1. L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 9
Ersu, scadenze contributi studenti
L’ufficio diritto allo studio dell’Ersu ha attivato la procedura per la compilazione delle domande per ottenere i contributi. Queste le scadenze che gli studenti universitari dovranno rispettare: tesi e viaggi di studio (ore 13 del primo febbraio 2010), affitto casa (ore 13 del primo marzo 2010). Informazioni sul sito www.ersucagliari.it.
 

2. L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 9
Presepe all’orto botanico
Sarà visitabile fino a domenica 10 gennaio il presepe dell’Orto Botanico. Come da tradizione, anche quest’anno i giardinieri del Dipartimento di Scienze botaniche dell’Università hanno allestito un presepe fatto di statuine di terracotta e capanna in ladiri. L’ingresso al pubblico è gratuito (dalle 8,30 alle 13,30). I visitatori possono lasciare una piccola offerta per il Convento dei Cappuccini di Sant’Ignazio da Laconi.
(p.l.)
 
 
3. L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 32
Alghero. Molti cittadini si sono recati alle Bombarde per rendersi conto dei danni
Un ripascimento per la spiaggia Vip
La proposta del geologo Ginesu: «Non c’è altra soluzione»
 La proposta di un intervento radicale potrebbe essere affrontata presto da una task force impegnata in uno studio sull’erosione.
Un piano straordinario per salvare la spiaggia delle Bombarde ormai ridotta a un ammasso di scogli. «È necessario un ripascimento» annuncia Sergio Ginesu, docente dell’istituto di Scienze Geologico Mineralogiche dell’Università degli Studi di Sassari, uno dei massimi esperto nel campo. «Quel litorale ha un ruolo determinante per l’economia della città e se non si interviene - avverte - sarà destinato a scomparire». Un pool tecnico-scientifico formato da rappresentati del mondo accademico e istituzionale è già al lavoro per studiare un progetto di massima. La task-force avrà il compito di individuare delle proposte concrete per tutelare i litorali colpiti dall’erosione, un fenomeno che sta interessando tutta l’Isola e per il quale non esistono ancora dei protocolli di intervento consolidati. La squadra multidisciplinare, formata da docenti dell’ateneo sassarese, esperti della Conservatoria delle Coste e dai direttori dell’area marina di Capo Caccia e del parco regionale di Porto Conte, individuerà una cura per ogni singolo litorale.
Si comincia dalla spiaggia delle Bombarde. «Una spiaggia fossile - spiega Ginesu - cioè che non ha più un contributo da parte del sedimento da terra e dal mare», l’unico rimedio per salvarla è l’intervento dell’uomo. Il carico di sabbia potrebbe essere prelevato dal mare «o da una cava che abbia le stesse identiche caratteristiche per pezzatura e colore - continua il professore - il che però è praticamente impossibile». Servono ingenti finanziamenti per mettere a punto un modello-Alghero che potrà essere di esempio anche per altre località della Sardegna. «Le spiagge sono la risorsa più importante che abbiamo - commenta l’assessore al Turismo Mario Conoci - e le Bombarde, in particolare, è l’arenile simbolo di Alghero».
L’Amministrazione guarda ai fondi comunitari. «Ho proposto di mettere insieme i Comuni costieri interessati dal fenomeno dell’erosione - prosegue il componente di giunta - in modo da portare avanti un progetto unitario, coordinato dalla Provincia». Complicata anche la situazione del lungomare Lido. «Da solo il ripascimento in questo caso non basta - conclude Sergio Ginesu - ci vogliono interventi di tipo ingegneristico, con la realizzazione di barriere sotto il livello del mare». Intanto ieri la mareggiata ha depositato sulla spiaggia del Trò un enorme tubo di plastica. Si tratta di un vecchio anello dell’impianto di acquacoltura che si è staccato dalle gabbie a causa della furia delle correnti.
Caterina Fiori
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4. La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Fatto del giorno
FORMAZIONE 
L’università di Nuoro va verso la liquidazione, per salvarla serve uno sforzo comune 
Il terzo polo regionale dopo Cagliari e Sassari non è un’utopia se da parte di tutti ci sarà volontà politica 
La proposta dell’Onorevole Roberto Capelli, fatta propria dal Consiglio regionale con l’approvazione di un emendamento alla Finanziaria, riguardante l’unificazione in un “Polo Universitario della Sardegna centrale”, dei Consorzi Universitari di Nuoro e Oristano, è degna di ogni attenzione, per l’intento di smuovere le acque stagnanti di una questione complessa e controversa come è quella di un terzo polo universitario in Sardegna.
All’iniziativa dell’onorevole Capelli sono seguite prese di posizione, tutte favorevoli, che spero varranno a costituire attorno all’idea di “terzo polo” una sorta di “cintura protettiva” istituzionale, perché quest’idea non ricada nel nulla. L’obbiettivo infatti richiederà determinazione e convergenza di volontà tra soggetti (lo Stato, la Regione, le università sarde, gli Enti Locali) che, su questa vicenda, fino ad ora hanno monologato a più voci con periodiche - non conclusive - interlocuzioni.
Una prima osservazione a margine della lodevole iniziativa consiliare, è che la sommatoria di due debolezze non fa una forza. Infatti, i poli gemmati di Nuoro e Oristano sono stati e sono oggetto di interventi di mantenimento, volti a procrastinare una decisione di cui non si è venuti a capo, e cioè: vi è ancora la volontà di tutte le istituzioni aventi titolo perché si realizzi l’università nella Sardegna centrale, in una forma che non sia un semplice e precario decentramento di corsi di laurea dell’università di Cagliari e Sassari?
Se sì, dovrebbe essere decisa l’istituzione di Dipartimenti, e meglio di Facoltà da localizzare esclusivamente nel nostro territorio, con i relativi servizi Ersu che rendano possibili condizioni di studio pari a quelle assicurate oggi agli studenti di Cagliari e Sassari.
Se sì, dovranno essere quantificate le risorse e definite le condizioni necessarie per togliere dalla precarietà i corsi “a scomparsa” attivati a Nuoro e (credo) a Oristano, e assicurare del pari i due livelli di laurea, creando le condizioni per attivare la ricerca nei campi di studio selezionati per il terzo polo.
Cosa fare dunque perché lo Stato - mantenendo gli impegni assunti con il nostro territorio - deroghi alla stretta determinata dai decreti Mussi e Gelmini? A coloro che sostengono la tesi della difficoltà per una tale battaglia ricorderei la determinazione vincente che i Deputati sardi ebbero in altre circostanze nel rivendicare e ottenere dallo Stato obbiettivi strategici per la Sardegna.
In alternativa cosa fare perché la Regione, in assenza di deroghe, crei le condizioni previste dai Decreti in modo tale che l’Università della Sardegna centrale possa esistere realmente? Per questo chiedo che la Regione convochi una Conferenza di Servizi, un Tavolo Istituzionale e non so che altro, che riunendo tutti coloro che hanno titolo decisionale, sciolga una volta per tutte il nodo senza ambiguità; soprattutto quelle legate ad una certa politica che non dice mai di no riuscendo a non dire mai di sì!
Con spirito assolutamente costruttivo, sottolineo anche la necessità che gli enti locali e la Regione verifichino con maggiore puntualità le condizioni giuridico-formali di quanto previsto dalla norma creata con la Finanziaria, così da non vanificarne lo spirito; è infatti necessario tenere presente che l’attuale Consorzio nuorese è in fase di liquidazione, pur continuando ad assicurare i servizi minimi.
Mario Demuru Zidda
SINDACO DI NUORO 


5. La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
«Sì alla centrale da 54 ettari» 
Da Domusnovas ancora appelli alla Regione 
DOMUSNOVAS. L’impianto fotovoltaico dovrebbe prendere forma su una superficie di 54 ettari, compreso un Centro sperimentale e dimostrativo sui sistemi di produzione di energia elettrica con l’ausilio di enti del settore e università, in testa l’ateneo di Cagliari. La centrale è concepita per produrre 36mila e 468 chilowattora all’anno. La struttura sarà formata da 227 stringhe da venti moduli (cioè i pannelli) ciascuna, distesi su circa cinquanta ettari. Ma su questo progetto la sola energia finora impiegata è quella dei proponenti, la società per azioni Noise, e del sindaco Angioletto Deidda.
Circa tre mesi fa il primo cittadino si mise a capo di un gruppo di disoccupati suoi amministrati e avviò una protesta all’indirizzo della Regione: sorda, diceva, alla necessità di questa iniziativa. Una marcia a tappe attraverso i centri del Sulcis Iglesiente, un viaggio di avvicinamento al palazzo del governo regionale per cercare di stringere i tempi, pena l’addio all’iniziativa: per accedere ai finaziamenti e alle procedure di accesso alla rete previste dal Gestore elettrico, i lavori di costruzione dovrebbero cominciare entro dicembre del prossimo anno.
Il cammino verso l’approvazione è però lastricato da alcune incertezze. La prima riguarda proprio il parere della Regione. La società Noise ha presentato il progetto al Savi (servizio di vigilanza dell’assessorato per la Difesa dell’ambiente) perché gli impianti fotovoltaici sono assoggettati alla Valutazione di impatto ambientale (Via). Ma il documento non è ancora approdato a pareri definitivi.
Qui si materializza la protesta del sindaco di Domusnovas: «Si deve tenere conto che questo progetto rappresenta un’occasione di lavoro per cento nostri disoccupati e per alcuni anni - ha contestato fin dal primo istante Angelo Deidda -. Senza considerare i benefici in termini di contributi che deriverebbero alla nostra comunità». Così ha avviato la sua seconda marcia (l’anno scorso aveva alzato gli scudi contro Abbanoa). Le incognite non sono tuttavia solo nei tempi burocratici dell’amministrazione regionale. Una decina di giorni fa la giunta ha deliberato una richiesta di chiarimenti quantomai precisa su alcune perplessità tecniche relative al regime dei terreni (non si possono realizzare impianti fotovoltaici su aree agricole), sulla superficie impiegata e soprattutto sull’impatto ambientale (l’impianto dovrebbe sorgere alla periferia dell’abitato). La Noise ritiene di avere prodotto uno studio del tutto rispettoso delle prescrizioni normative regionali.
Giampaolo Meloni 

Questionario e social

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