Sabato 19 dicembre 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 dicembre 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 28
lettera-appello
«Un aiuto ai nostri Atenei»
   
I rettori delle Università di Cagliari e Sassari scrivono ai parlamentari sardi chiedendo il loro impegno a Montecitorio e a Palazzo Madama sui provvedimenti legislativi che disegnano il futuro degli Atenei. In particolare, sul disegno di legge governativo (il numero 1905) approdato al Senato, i rettori Giovanni Melis e Attilio Mastino chiedono ai politici «di seguire con attenzione tutto l’iter parlamentare di approvazione della legge in oggetto, tenendo d’occhio soprattutto i riflessi sulle Università sarde».
C’è in gioco il futuro delle due Università che, in conseguenza della recente valutazione ministeriale («a vantaggio di una élite di Università grandi o ricche») hanno subito un drastico taglio dei finanziamenti statali, «perché gli indicatori - ricordano i rettori - sono stati calibrati tenendo conto del tasso di occupazione degli studenti a tre anni dalla laurea, dei finanziamenti europei, del numero dei crediti superati». Senza considerare, invece, il tema dell’insularità, la difficoltà dei collegamenti, l’isolamento delle zone interne, i bassi livelli di investimento nella ricerca e la bassa densità demografica, tutti indicatori che penalizzano la Sardegna. «Siamo disposti a impegnarci per un sistema di valutazione premiante e rigoroso, consapevoli che il compito dell’Università è cruciale per orientare le politiche di sviluppo dell’isola».
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 28
Università. Il gruppo dell’Uxs contesta il bilancio preventivo, passato ieri in Senato
«Dimezzati i fondi per gli studenti»
Ma il rettore assicura: niente tagli, i servizi sono potenziati  
Il gruppo Università per gli studenti minaccia di votare contro il bilancio preventivo del 2005, primo banco di prova per il rettore
 
«Gli unici tagli evidenti riguardano gli studenti». I rappresentanti di Uxs contestano le poste del bilancio preventivo 2010, che ieri ha avuto il via libera del Senato accademico e martedì dovrà essere approvato dal consiglio di amministrazione. In una lettera, firmata da Lorenzo Espa, Francesco Deledda, Paolo Tambaro, Giomaria Cabras e Valerio Selis, rappresentanti del gruppo “Università per gli studenti” negli organi centrali di Ateneo, denunciano «il pesante taglio di 481.775 euro sulla voce di bilancio relativa al Fondo per il miglioramento dei servizi agli studenti. Si passa dai 936.067 - scrivono - stanziati nel 2009 ai 454.292 euro previsti per il 2010. Tutto ciò a fronte dei circa 20 milioni di euro di entrate contributive a carico degli studenti».
IL RETTORE Che non siano tempi d’oro per l’Università lo conferma anche il rettore Giovanni Melis che però nega assolutamente l’esistenza di tagli alle voci di bilancio che riguardano gli studenti. «Stiamo approvando un bilancio di previsione per il 2010 e lo chiudiamo in pareggio - spiega il rettore economista - pur scontando tagli ministeriali per circa 13 milioni di euro siamo riusciti a recuperare qualcosa, come i 2 milioni in più per la didattica, frugando tra i fondi europei e regionali e razionalizzando le spese. Nonostante le difficile situazione abbiamo evitato di ridurre sia le poste relative alla didattica e ai servizi agli studenti che quelle collegate all’attività di ricerca. Non si deve discutere sulle singole voci - avverte Melis - il discorso è diverso e gli studenti devono sapere che c’è l’impegno del rettore a non diminuire i fondi e, anzi, a migliorare la qualità dei loro servizi e ad affrontare tutte le questioni che li riguardano».
RIVENDICAZIONI Ma tant’è. «Abbiamo ripetutamente richiesto, nel Cda, in Senato e in Consiglio degli studenti, che nel bilancio venga preso un impegno di spesa chiaro per cose concrete: vogliamo, ad esempio, biblioteche aperte fino alle 22 e più copie di libri disponibili, che vengano stanziati i fondi del Cus azzerati per il 2010, abbattere le barriere architettoniche, aprire uno spazio mensa nel polo economico-giuridico. Insomma - spiega Lorenzo Espa - non voci generiche ma cose concrete». Il gruppo UxS, che nei consigli di facoltà ha 70 rappresentanti e altri 100 in tutti i corsi di laurea, è deciso a farsi sentire, con un sit-in di protesta il giorno dell’approvazione del bilancio: «Se non vi sarà un’apertura voteremo no, preludio a un 2010 di proteste per rivendicare i nostri diritti e servizi più efficienti».
CARLA RAGGIO

3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Salvate dal fallimento le nostre università» 
I criteri ministeriali di assegnazione dei fondi favoriscono solo gli atenei del Nord 
Il rettore Giovanni Melis e quello di Sassari Attilio Mastino hanno scritto una lettera appello ai parlamentari sardi 
 
 CAGLIARI. Il rettore Giovanni Melis e quello dell’università di Sassari, Attilio Mastino hanno scritto ai parlamentari sardi per sollecitare la loro massima attenzione nell’iter, in corso al Senato, del disegno di legge sulla riforma universitaria.
 «I recenti criteri ministeriali hanno fortemente penalizzato tutte gli atenei del Mezzogiorno e quindi anche quelli sardi, perchè gli indicatori sono stati calibrati tenendo di parametri che sono difficilmente applicabili nel Sud dell’Italia: tasso di occupazione degli studenti a tre anni dalla laurea, finanziamenti europei e numero di crediti superati», ricordano i due rettori, denunciano così forti sperequazioni con le regioni del Nord.
 «La conseguenza per le nostre università è stata un taglio drastico dei tarsferimenti e il taglio provocherà conseguenze gravi sullo sviluppo delle politiche universitarie, dell’alta formazione, della ricerca e dei servizi agli studenti».
 Giovanni Melis e Attilo Mastino sottolineano nella lettera ai parlamentari, come l’università in Sardegna sia «ancora fortemente penalizzata dal fragile tessuto socio-economico e produttivo, dalla difficoltà di collegamenti, dall’isolamento delle zone interne, dai bassi livelli di investimneto nella ricerca, dalla scarsa produttività della scuola. dalla bassa densità demografica. Manca, in sostanza, nei parametri ministeriali il tema dell’insularità, che invece vorremmo fosse introdotto nella normativa nazionale proprio in questi tempi di federalismo fiscale». C’è anche un altro passaggio importante nella lettera-appello:
 «I trecento chilometri che separano Sassari e Cagliari dalla penisola - aggiungono i rettori - sono uno spazio troppo ampio per poter pensare che le nostre università possano essere semplicemente equiparate a tutti gli altri atenei italiani. I nuovi indicatori mascherano i tagli di risorse e non sono veritieri, costruiti come sono a vantaggio di un’elite di università grandi e ricche».
 I due rettori sono convinti che l’intervento dei parlamentari sardi servirà a restituire alle unisartà quella “dignità finanziaria” indispensabile per evitare un fallimento che sarebne altrimenti inevitabile.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Presentato il Rapporto del Centro studi dell’Università di Cagliari sulla struttura dell’occupazione nell’isola 
Quando il lavoro c’è diventa sempre più precario 
ANDREA MASSIDDA 
 
 CAGLIARI. Un crollo dell’occupazione nell’industria, più profondo e prolungato che nel resto del Mezzogiorno. Ma anche una significativa crescita della richiesta di manodopera nel settore terziario e soprattutto uno sprint in avanti delle donne in tutti i comparti. E’ il quadro del mercato del lavoro in Sardegna tra il 1993 e 2008 così come lo disegna il primo rapporto sul tema realizzato dal Centro studi di relazioni industriali dell’Università di Cagliari. Curato dalla sociologa Maria Letizia Pruna grazie alle ricerche dei colleghi Piera Loi, Fabrizio Carmignani, Tiziana Putzolu e Gianni Loy, il «Rapporto 2009» va a colmare un vuoto di dati quasi tutto isolano, considerato che - come ha fatto notare nella sua presentazione anche Gianfranco Bottazzi, preside della Facoltà di Scienze politiche di Cagliari - la Sardegna è una delle regioni a non aver sinora potuto contare su uno strumento tanto utile, per non dire indispensabile. Dallo studio emerge un’isola che perde posti di lavoro nel settore secondario (ossia industria e costruzioni), poi una graduale e inarrestabile precarizzazione nel comparto terziario. Fenomeno iniziato alla fine dagli anni Novanta e foriero di grossa vulnerabilità sociale, ma che ha in qualche modo compensato il calo dell’occupazione. Una nota particolarmente positiva riguarda il lavoro femminile, che è aumentato con valori quasi doppi rispetto al Mezzogiorno mettendosi in linea con la media nazionale. L’indagine analizza anche il mercato del lavoro nel periodo 2004-2008, «durante il quale si consolida il distacco della Sardegna dal Mezzogiorno e si evidenziano crescenti differenze nella composizione settoriale dell’occupazione, nella partecipazione femminile, nella diffusione del lavoro a termine. Per la Sardegna - prosegue il Rapporto - il quinquennio si può considerare positivo, non solo per il saldo dell’occupazione: 77 mila occupati aggiuntivi, pari ad un incremento di quasi il 3 per cento nonostante il pesante impatto della crisi sul finire del 2008». Secondo lo studio la caduta dell’occupazione risale al decennio 1993-2003, con la perdita di quasi un quarto degli addetti nell’industria, la crescita del settore terziario.
 
5 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 20
Università
Contro i tagli un appello dei Rettori al Parlamento
 
Il disegno di legge sulla riorganizzazione dell’università in Senato stimola l’appello dei rettori di Cagliari e Sassari: una lettera aperta ai parlamentari sardi per denunciare quanto il ddl penalizzerà le facoltà dell’Isola. Soprattutto nel campo della ricerca: «Per le nostre università - scrivono Giovanni Melis e Attilio Mastino - il taglio drastico del fondo di funzionamento ordinario 2009, provocherà conseguenze gravi sullo sviluppo nell’alta formazione, nella ricerca, nella terza missione a favore del territorio, nei servizi agli studenti». Secondo i due rettori, a uscire con le ossa rotte sono tutte le università del mezzogiorno e delle isole. «Il ddl non tiene conto del tema dell’insularità». Melis e Mastino hanno da ridire anche sulla graduatoria di premialità: «Cagliari è stata collocata al quarantunesimo posto». Il punto è che «questo declassamento ha fatto perdere ai nostri Atenei cinque milioni di euro circa». Nonostante quella classifica sia stata rivisitata e i due Atenei siano risaliti di molte posizioni. ■

Questionario e social

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