Martedì 1 dicembre 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 dicembre 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L’UNIONE SARDA
1 - Tra nuove entrate e patto di stabilità, editoriale di Beniamino Moro 
6 - Quella pomata gradita alla Chiesa, intervento di Paolo La Colla
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
 

1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina  
La Regione e lo Stato
Tra nuove entrate e patto di stabilità
di Beniamino Moro
 
Nuovo capitolo sulla vertenza delle nuove entrate regionali . La giunta ha contabilizzato nel bilancio 2010, in corso di approvazione in Consiglio regionale, il nuovo regime di entrate concordato dalla giunta Soru col governo Prodi nel 2006 e che sarebbe dovuto entrare a regime nel 2010, da cui deriverebbero nuove entrate per 2,9 miliardi di euro, che al netto delle nuove spese per la sanità e trasporti pubblici locali, si ridurrebbero a 1,6 miliardi. Una boccata d’ossigeno con cui, come propone la giunta, ridurre i disavanzi pregressi per 1,3 miliardi e fare una manovrina di incremento della spesa di 300 milioni.
Il guaio è che nel bilancio dello Stato per il 2010, anch’esso in corso di approvazione al Parlamento, non figurano in uscita le maggiori somme che il bilancio di previsione regionale ha contabilizzato in entrata. Peraltro, neanche nel pacchetto di misure aggiuntive da 8 miliardi (di cui 3,7 provenienti dallo scudo fiscale e il resto da tagli alle spese), con cui il governo intende chiudere la partita della finanziaria nazionale, figurano le maggiori entrate regionali. In particolare, con gli 8 miliardi aggiuntivi il governo prevede di finanziare le missioni all’estero, il 5 per mille, il fondo per l’università e altri interventi per la scuola, la riforma della giustizia (un miliardo), il potenziamento degli ammortizzatori sociali e di altre misure sul lavoro (un miliardo), la difesa del suolo (un miliardo), il credito d’imposta sulla ricerca (650 milioni), i fondi per Roma capitale (600 milioni) e per la società Stretto di Messina (470 milioni) e, infine, una lunga lista di provvedimenti minori. Per la Sardegna neanche un euro.
Se così stanno le cose, è facile prevedere che la vertenza entrate per la nostra Regione resterà ancora aperta, magari lasciando inalterati i precedenti trasferimenti (con la sanità ancora finanziata dal Fondo sanitario nazionale) e con la promessa che il nuovo regime sarà applicato quando la situazione del bilancio pubblico lo consentirà. Alle forze politiche sarde spetta il compito di contrastare questo scenario e trovare l’accordo col governo per una soluzione ragionevole del problema.
La giunta, partendo dal presupposto che il nuovo regime di entrate sia già operativo, si pone il problema del patto di stabilità interno, che in tal caso limiterebbe gli incrementi di spesa anche in presenza di un consistente incremento delle entrate. Perciò, ritiene che la vera battaglia col governo nazionale sia da combattere sul piano della revisione del patto di stabilità. Ma anche questa strada è difficilmente percorribile. Il patto di stabilità, infatti, esiste a garanzia della solvibilità del debito pubblico italiano e del rispetto della normativa comunitaria; costituisce un argine alla spesa in deficit incontrollata della Pubblica amministrazione e perciò svolge un ruolo di protezione dei nostri risparmi. Il fatto è che la Regione ha soldi che non riesce a spendere (circa 10 miliardi di residui passivi) e, nel contempo, chiede allo Stato (che gliele nega) nuove risorse da spendere e imputa al patto di stabilità interno la responsabilità del blocco della nuova spesa, che per il momento esiste solo sulla carta. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 44
Il primo uomo in Sardegna? Ancora mistero sulle date
Ricercatore di Siena contesta le attuali ipotesi: «Non c’è alcuna prova assoluta»
Archeologia. Il convegno nazionale svoltosi a Cagliari con duecento esperti a confronto
 
A quando risale la prima presenza dell’uomo in Sardegna? Secondo i manuali le tracce più antiche sono attribuibili al Paleolitico inferiore, un’età compresa tra 250-450 mila anni fa: si tratta di manufatti di pietra trovati in due siti dell’Anglona. Il primo a Sa Coa de sa multa, nel comune di Laerru, sulla cima di un rilievo posto sul versante destro del torrente Altana. Il secondo nel territorio di Perfugas, sulla collina di Sa Pedrosa-Pantallinu tra il rio Altana e il rio Anzos. In questi due luoghi è stato l’aratro dei contadini a mettere in luce abbondanti depositi di schegge e pietre lavorate che rappresentano la primissima testimonianza dell’ homo sapiens nell’isola. Ma il fossile umano più antico è il frammento della falange di una mano scoperto nella grotta Corbeddu di Oliena nel 1993 dall’equipe olandese del professor Sondaar dell’università di Utrecht. «Le correlazioni stratigrafiche con la trincea principale e con i livelli datati radiometricamente permettono di attribuire alla sezione oggetto dello studio un’età di circa 20 mila, un dato cronologico che consente di considerare questa falange come una prova indubitabile della presenza dell’uomo nel Paleolitico superiore», scrisse Sondaar nella relazione sottolineando che «il reperto, però, non era associato a manufatti e questo fatto precludeva ogni informazione di tipo culturale». Come dire: abbiamo la certezza che la Sardegna fosse frequentata dall’uomo, ma non siamo in grado di sapere quale fosse il livello di civiltà (stiamo parlando di un periodo dell’età della pietra).
I DUBBI Queste datazioni, date per buone dagli studiosi, sono oggi messe in discussione dalle ricerche più recenti presentate a Cagliari nel corso della riunione scientifica dell’IIPP, l’Istituto italiano di preistoria e protostoria che raccoglie gli archeologi di tutte le specializzazioni. Per una settimana duecento docenti e ricercatori (anche una decina di stranieri) hanno illustrato i risultati del lavoro dell’ultimo anno. Una novantina di relazioni che coprono un arco vastissimo della ricerca in Sardegna (tema centrale del convegno) hanno fatto il punto sugli studi dal Paleolitico al Neolitico, dall’età del Bronzo alla civiltà dei nuraghi. Impossibile riassumere, anche per grandi linee, quanto è emerso dagli interventi e soprattutto dalle successive discussioni che, in certi casi, hanno acceso il confronto tra gli esperti. Un dato, sicuramente, fa riflettere. E riguarda proprio gli studi preistorici sulle origini dell’uomo in Sardegna.
Daniele Aurelio, ricercatore dell’università di Siena, per cinque anni ha scavato e studiato il sito di Sa Pedrosa, soffermandosi sull’analisi del materiale litico: «Le datazioni su cui oggi discutiamo - dice Aurelio - sono riferibili a una cronologia relativa. In realtà manca del tutto una datazione assoluta eseguita col radiocarbonio. Non sono mai state fatte nè sul materiale litico e neppure sugli strati geologici. Il vero problema è l’approccio metodologico: occorre rivedere tutte le valutazioni sinora consolidate attraverso i risultati delle tecnologie più moderne». Il ricercatore non si sbilancia nell’azzardare nuove ipotesi, ma rileva come in un arco temporale di due milioni e mezzo di anni (compresi nell’era paleolitica) non fa molta differenza se si sposta una datazione in avanti o indietro anche di 100 mila anni. Così anche la grotta Corbeddu, che fu il nascondiglio del celebre bandito, rappresenta una miniera tutta da studiare «perché anche qui non è mai stata utilizzata una datazione assoluta».
MENHIR Maggiori certezze, invece, vengono fuori dagli studi su epoche più recenti che negli ultimi trent’anni stanno restituendo una grande quantità di reperti. «Dalla riunione scientifica dell’IIPP a Sassari del 1978 a questa di Cagliari l’archeologia sarda ha fatto passi da gigante», sottolinea Giuseppa Tanda, coordinatrice del convegno: «soprattutto per i periodi del prenuragico e del nuragico». Risale al terzo millennio, all’età del Neolitico recente quando nell’isola si diffondeva la pacifica cultura San Michele-Ozieri, lo straordinario menhir trovato di recente nelle campagne di San Giovanni Suergiu. A presentare questo "unicum" tra centinaia di menhir rinvenuti sinora nell’isola, è stato Enrico Atzeni, uno dei "padri" dell’archeologia sarda. A lui si devono tantissime scoperte di scavo e di interpretazione. «La scultura di San Giovanni è un pezzo davvero eccezionale» dice, quasi commosso, nell’ammirare la maestrìa di quegli scultori di cinquemila anni fa: «La statua, alta poco più di mezzo metro, appare mutila della parte inferiore. Mostra un berretto a calottina e un classico schema facciale a T. Ma il particolare inedito è il bassorilievo delle mani orizzontalmente contrapposte sulla vita, con dita a frangia, poco al di sopra della frattura di base».
GRANDE CIVILTÀ «I protosardi - aggiunge il professor Atzeni - hanno continuato a produrre menhir (alcuni alti tre metri) sino all’età del Bronzo, quindi per oltre duemila anni (dal 3800 al 1600 a. C.): sono la testimonianza di una grande civiltà che partendo da Occidente, dalla Bretagna e dalla Spagna, si diffonde in tutta Europa sino al Caucaso. Sono statue dedicate a divinità o eroi».
«In epoche successive - riprende l’archeologo - vengono riutilizzate all’interno di tombe dei giganti o di nuraghi, cosa che fa ancora discutere. C’è chi pensa a una continuità religiosa e quindi considera i menhir come reliquie. Al contrario c’è chi parla di una furia iconoclasta delle nuove civiltà che spaccano i simboli del passato». Per Atzeni il periodo prenuragico continua a riservare sempre nuove sorprese: come i due giganteschi menhir trovati in un ovile di Ruinas che «presentano una maschera "cornuta" simbolo del culto del toro assai caro a quelle genti». Ed ancora quattro modellini di mehir, anche questi una novità assoluta, rinvenuti nella campagna di Allai, non più grandi di un bronzetto.
NURAGOLOGI Il dibattito si riscalda tra gli esperti del periodo nuragico che si dividono tra chi fa concludere la costruzione delle torri di pietra nel Bronzo finale (1000-850) e chi invece arriva alla prima fase del ferro (600-500). «Anche qui è determinante l’esame cronologico dei materiali e dei reperti per i quali sarebbe necessaria una datazione assoluta con il carbonio 14», afferma Giovanni Ugas, docente di archeologia e autore di importanti studi: «In realtà si deve considerare che le civiltà non si succedono a compartimenti stagni, ma si integrano con fasi di passaggio in una continuità temporale. Ben vengano, dunque, convegni come questo che consentono un confronto aperto tra gli studiosi, uno scambio di conoscenze, per arrivare a nuove e più precise interpretazioni».
CARLO FIGARI
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 22
Nuovo anno accademico
Università. Giovedì l’inaugurazione nell’aula magna del rettorato
 
ANNO ACCADEMICO Giovedì avrà luogo, nell’aula magna del rettorato di via università 40, l’inaugurazione dell’anno accademico 2009-2010. All’evento parteciperanno le massime autorità dell’ateneo di Cagliari e i rappresentanti di studenti e dipendenti. Alle 10.15 è prevista la relazione del rettore Giovanni Melis, che farà il punto sull’attuale situazione e sulle prospettive future dell’ateneo. A seguire l’intervento su “Adolescenza, stili di vita e psicopatologia”, a cura di Giovanni Biggio, ordinario di neuropsicofarmacologia della facoltà di Scienze.
 
4 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 14
Università di Cagliari
Al via il master in relazioni industriali
 
Un master in relazioni industriali. A offrirlo per l’anno accademico 2009-2010 è la Facoltà di Scienze politiche insieme al Centro studi di Relazioni industriali dell’Università di Cagliari.
Il master forma esperti nei campi delle relazioni sindacali, della gestione del personale nelle aziende private e nelle pubbliche amministrazioni, delle istituzioni del mercato del lavoro, sviluppando le competenze degli allievi in materia di diritto del lavoro, sociologia economica, economia del lavoro e aziendale, psicologia del lavoro, con una specializzazione nei settori della pubblica amministrazione, del mercato del lavoro e dell’orientamento, della gestione delle risorse umane.
Quest’anno, il corso ha ottenuto la qualifica a livello nazionale di “Master Inpdap certificated”, pertanto i dipendenti e gli iscritti Inpdap, i figli e orfani di iscritti e di pensionati dell’ente, possono partecipare all’assegnazione di borse di studio, a copertura delle tasse di iscrizione.
Le lezioni si svolgeranno con formazione a distanza ma anche con lezioni in aula, a vantaggio degli studenti lavoratori. Le lezioni “frontali” si svolgeranno il pomeriggio del venerdì e il sabato mattina. È previsto un tirocinio della durata di tre mesi nelle aziende o enti pubblici. Possono fare richiesta i laureati secondo il vecchio ordinamento delle facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze politiche e i dottori con laurea specialistica o magistrale delle medesime facoltà. La domande dovranno essere presentate entro il 28 dicembre 2009. Il bando è reperibile sul sito www.unica.it/pub/3/ index.jsp?is=3&iso=15 e sul sito del Centro studi di Relazioni industriali www.csri.it. Per maggiori informazioni, contattare la tutor del master Alessia Anchisi (070/6753966 e 070/669038 o master@csri.it). 
 
5 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 12
Unione europea
Anche un sardo tra i progettisti del “simulatore” sulla crisi economica
 
C’è anche un tecnico dell’Università di Cagliari tra il pool di esperti chiamati da Bruxelles a mettere mano a un nuovo software che consenta di monitorare gli umori dell’economia. Visto che gli economisti che non sono stati in grado di prevedere con adeguato anticipo la crisi che ha travolto i mercati mondiali, l’Unione europea affida proprio ad un nuovo software l’analisi dell’andamento di borse e banche, strumento che aiuterà a tenere sotto controllo la situazione e a predire le prossime emergenze.
IL SIMULATORE Ultimo ritrovato della ricerca finanziata dalla Ue (a cui hanno partecipato anche due economisti e un ingegnere italiani delle Università di Genova, Cagliari e delle Marche), è un simulatore in grado di gestire una grande quantità di dati e considerare innumerevoli variabili. Così, inserendo dati legati per esempio alla popolazione e all’occupazione, il programma darà un’idea di come si evolverà la società e soprattutto di come reagiranno le banche al variare delle condizioni economiche e sociali. Per Bruxelles, il nuovo software può servire soprattutto a testare le varie politiche sociali e dell’occupazione. «Dall’economia della carta e della penna all’economia dei supercomputer», ha detto il commissario alle Tlc, Viviane Reding. «L’economia tradizionale ha fallito». 
 
6 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 5
L’opinione
Quella pomata gradita alla Chiesa
di PAOLO LA COLLA*
 
Nella lotta per rallentare la corsa dell’Aids da oggi c’è un’arma in più. Ad astinenza, fedeltà e uso del profilattico, si aggiunge un salvagente chimico di facile impiego e basso costo: una pomata che permetterà a donne e uomini di proteggersi dalle infezioni da virus Hiv.
Questa crema microbicida, testata con successo sulle scimmie e brevettata dall’Università di Cagliari nell’ambito di un progetto realizzato con la partecipazione di undici gruppi di ricerca in Europa e Africa, ha un valore doppio: contrasta la trasmissione del virus e sostituisce il profilattico nei rapporti sessuali senza limitare la capacità della donna di procreare.
Una rivoluzione scientifica, ma anche etica che restituisce all’anello più debole della catena, la donna, la totale autonomia nell’assunzione della pomata rispetto al partner maschile. Con un vantaggio extra: la crema microbicida funziona prima e dopo i rapporti sessuali. Perché il virus Hiv impiega circa 24 ore prima di centrare le cellule bersaglio e aggredire l’organismo. La pomata risulta quindi efficace anche per evitare l’infezione di una donna sottoposta a stupro. O quella di una potenziale vittima di un incontro sessuale occasionale con un partner malato. E nel 95% dei casi, la diffusione del virus Hiv avviene proprio attraverso rapporti eterosessuali non protetti.
La crema microbicida rappresenta, quindi, una barriera al dilagare dell’Aids: è facile da usare grazie all’applicazione locale vaginale (o rettale nel caso di rapporti omosessuali) e blocca la replicazione del virus anche quando viene somministrata per brevi periodi di tempo prima dell’infezione. Il principio attivo rilasciato dalla pomata penetra nelle cellule della mucosa vaginale o rettale e sviluppa la sua azione bloccando quella del virus con risultati incoraggianti: ha protetto il 50-60% delle scimmie infettate durante la sperimentazione. La strada è quella giusta. Ma la ricerca va ancora potenziata. Soprattutto per lei. Ma anche per lui. E per gli altri.
* (virologo)

 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Il manifesto degli intellettuali contro l’edificazione del colle di Tuvixeddu 
Prosciolti i 59 professori 
Il pm: «A giudizio solo l’ex capo ufficio stampa di Soru» 
 
 CAGLIARI. Il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha chiesto al gip l’archiviazione delle accuse contro cinquantanove docenti universitari, indagati per diffamazione a mezzo stampa per aver firmato il 26 gennaio di due anni fa un documento d’appoggio al governatore Renato Soru nella sua battaglia contro l’edificazione dell’area di Tuvixeddu. Il magistrato ha chiesto invece il rinvio a giudizio con la stessa accusa per l’ex capo ufficio stampa del governatore, Umberto Cocco, che gli uffici regionali hanno indicato alla Procura come responsabile dei contenuti del sito internet istituzionale. All’udienza preliminare si aprirà però una questione giuridica interessante: il sito della Regione infatti non è una testata giornalistica registrata in tribunale e Cocco non poteva esserne il direttore responsabile. La sua colpa, diretta o per omesso controllo, dovrà quindi essere valutata con attenzione dal giudice.
 A querelare il gruppo di cattedratici sardi, della penisola e stranieri erano stati l’ex sindaco di Cagliari Mariano Delogu, oggi senatore di An, e l’avvocato Agostinangelo Marras per conto dell’imprenditore Gualtiero Cualbu, cui fa capo il progetto della Nuova Iniziative Coimpresa. Progetto al centro per anni di un furibondo conflitto giudiziario con l’amministrazione regionale guidata da Soru. L’uno e l’altro si erano sentiti offesi dal contenuto del documento intitolato “Per una svolta nella politica di tutela dei beni culturali” in cui i firmatari scrivevano di “una pubblica, incestuosa e concertata collusione tra politici, imprenditori e funzionari con l’unico obbiettivo di privatizzare tutte le aree panoramiche e di pregio ancora esistenti”. Frasi forti, che facevano seguito allo stop imposto dalla Regione ai cantieri aperti sui colli punici. Diffuso nel sito della Regione il testo incriminato uscì anche sui quotidiani e su numerosi siti internet di informazione, su blog privati e rassegne stampa. Ma la scelta di Delogu e di Cualbu fu stata di querelare soltanto i responsabili della diffusione e i firmatari. Fra questi nomi importanti e notissimi del mondo accademico nazionale, scrittori e intellettuali che si erano riconosciuti in un testo ad alto contenuto critico. Ecco i loro nomi: Bruno Anatra, Gianfranco Tore, Giovanna Murgia, Francesco Atzeni, Sandro Maxia, Antonio Loi, Giovanni Ugas, Giancarlo Nonnoi, Luciano Marrocu, Anna Saiu Deidda, Franco Masala, Marisa Frongia, Simonetta Angiolillo, Luigi Leurini, Claudio Natoli, Antioco Floris, Cristina Lavinio, Roberto Coroneo, Patrizia Mureddu, Gianfranco Nieddu, Antonietta Dettori, Ines Loi Corvetto, Laura Pisano, Antonio Trudu, Maurizio Trifone, Laura Sannia, Gabriella Da Re, Mariella Lorinczi, Ignazio Putzu, aria Sofia Casula, Nicoletta Da Crema, Antonella Marra, Franca Ortu, Placido Cherchi, Mariolina Falzari, Tonina Paba, Augusto Puxeddu, David Bruni, Maria Grazia Dongu, Francesco Asole, Andrea Maurizi, Gabriella Mazzon, Goeffrey Gray, Steve Buchledee, Marilisa Piga, Carlo Antonio Borghi, Felice Tiragallo, Elisabetta Marini, Tristano Gargiulo, Clara Incani, Mauro Pala, Nicoletta Puddu, Helmuth Moysich, Fabio Parascandalo, Angela Basso, Giovanna Caltagirone, Antonello Dessì.
 Nel “manifesto” firmato a gennaio di due anni fa i docenti avevano valutato “positivamente la sensibilità dimostrata dal presidente della Regione a tutela del patrimonio culturale dell’isola e delle aree storiche e archeologiche più significative”.
 Il documento conteneva poi un “plauso all’iniziativa di fermare i lavori su Tuvixeddu ponendo finale alla colpevole inerzia degli organi amministrativi statali, regionali e comunali”. (m.l)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Cagliari
Va avanti il progetto per la zona di San Salvatore: interventi per tre licei e spazi per gli studenti 
Grazie al progetto sul polo della cultura anche un borgo per novecento abitanti 
 
IGLESIAS. Un’altra notizia positiva verso la razionalizzazione del polo scolastico che si trova alla periferia est della città. Nei giorni scorsi il consiglio comunale ha deliberato l’adozione del piano di lottizzazione in zona C in località San Salvatore nel quale si insedieranno quasi centomila metri cubi di volumetrie, di cui il 20 per cento saranno destinate ad edilizia economica e popolare. Si tratta di un intervento di qualità, che è stato progettato - come specifica un comunicato - la facoltà di architettura dell’Università di Cagliari. L’intervento è frutto dell’attività di programmazione avviata dalla Giunta Carta con la redazione del piano strategico comunale durante il quale si è evidenziata la necessità di razionalizzare e urbanizzare al meglio il cosiddetto «polo della cultura». Nella zona di San Salvatore e dove è stato programmato l’intervento edilizio si trovano infatti il liceo pedagocio-sociale «Baudi di Vesme» e lo scientifico «Asproni», mentre a poche centinaia di metri in linea d’aria è presente l’istituto tecnico commerciale «Fermi». Il principale obiettivo dell’amministrazione è stato quello di mettere in rete questi istituti scolastici e chiedere ai lottizzanti di studiare la possibilità di creare spazi per l’aggregazione dei ragazzi prima e dopo l’inizio dell’orario scolastico nonchè la risoluzione dei problemi di viabilità esistenti nel comparto. «Abbiamo subito accolto con interesse la proposta di piano particolareggiato perchè risolve l’annoso problema del caos della viabilità nella zona che ogni giorno assilla insegnanti ed alunni dei Licei - ha dichiarato Antonio Castiglione Assessore all’urbanistica ed ai piani di sviluppo - Le soluzioni prospettate consentiranno di realizzare a carico dei lottizzanti le strade di piano previste nel PRG e collegare funzionalmente i due istituti con il tessuto urbano della città senza gli ingorghi che ogni mattina si registrano a causa di una errato utilizzo degli spazi. La lottizzazione sarà collegata al viale Villa di Chiesa ed in futuro potrà collegarsi funzionalmente alla strada che porta al Fermi». Nel progetto si parla inoltre di case a schiera da destinare ad edilizia economico popolare, villette singole nonchè la realizzazione di un «borgo» con caratteristiche urbanistiche autonome che potranno creare un vero e proprio quartiere cittadino dove potranno insediare circa 900 abitanti. Nella lottizzazione sono previsti spazi pubblici dove, per combattere la dispersione scolastica, si potrà realizzare eventualmente una mensa scolastica con annesso centro di aggregazione per gli studenti. Sono previste zone di sosta di fronte agli ingressi dei licei anche alla luce del nuovo plesso scolastico che dovrà essere realizzato per il liceo linguistico. A questo proposito l’assessore Castiglione si augura che il raddoppio del liceo pedagogico finanziato dalla Provincia ormai dal 2006 con oltre un milione di euro «si realizzi al più presto in maniera tale che la nuova viabilità prevista esplichi al meglio le sue potenzialità».(re.su.)
 
 

Questionario e social

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