Lunedì 23 novembre 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 novembre 2009
 
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
LA NUOVA SARDEGNA
IL SARDEGNA
 

 

L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Prima pagina
Il virologo La Colla spiega come il nostro corpo reagisce all’attacco dei virus
La doppia faccia del vaccino contro l’influenza
Vaccino sì, vaccino no, vaccino forse. In attesa dell’arrivo del picco dell’influenza suina, previsto a cavallo delle feste di Natale, l’ultima fase del piano di prevenzione varato dal ministero della Salute ripropone una domanda troppe volte rinviata: giovani e bambini che non rientrano nelle categorie a rischio devono essere vaccinati?
Il virologo cagliaritano Paolo La Colla sottolinea come i virus siano da sempre nostri compagni di viaggio e dà una risposta introducendo il concetto di vaccinazione intelligente.
 
Cronaca Regionale - Pagina 5
AH1N1, le due facce del vaccino
Il virologo La Colla: più informazioni e meno paura
Nella fattoria della paura adesso tocca ai maiali. Dieci anni fa c’erano le mucche pazze con il morbo capace di rosicchiare il cervello di un uomo come un topo fa col formaggio. Poi sono arrivate le galline, portatrici malate con polli, oche e via starnazzando di un virus artefice dell’infezione conosciuta come febbre aviaria. Mancavano solo i tre porcellini. Incolpevoli protagonisti dell’influenza suina. Una nuova minaccia resa ancor più temibile da un particolare diventato negli ultimi mesi un incubo per milioni di genitori: colpisce soprattutto giovani e bambini.
Ma dobbiamo vaccinarli anche se sono sani? All’alba del terzo millennio e in mancanza di certezze sulla pericolosità dei virus trasmessi dagli animali, pediatri e medici si dividono in tre categorie. Quelli "assolutamente sì perché il vaccino è sicuro, protegge dal contagio e frena la pandemia, riducendo la possibilità che il mostro AH1N1 possa mutare, cambiare codice nel continuo passaggio da un uomo (e un continente) all’altro, rafforzarsi e diventare più aggressivo". Quelli "assolutamente no perché l’influenza suina è leggera e le nostre difese immunitarie sufficienti a produrre in modo naturale gli anticorpi necessari per fermare l’infezione". E quelli che consigliano di "lavarsi bene le mani" e per dare il buon esempio iniziano a farlo loro, lasciando ai genitori la responsabilità della decisione dopo aver elencato vizi e virtù delle due possibilità.
Insomma, dando per scontata la competenza scientifica e la buona fede di chi si occupa della nostra salute, la scelta è un tiro al bersaglio. Con il cinquanta per cento delle probabilità di sbagliare. «Ma esiste anche una vaccinazione intelligente: quella destinata solo alle categorie a rischio». Seduto dietro la scrivania di un’aula quasi asettica nella cittadella universitaria di Monserrato, il virologo Paolo La Colla allarga le braccia e usa un esempio per far passare un concetto troppo spesso ignorato. «Ogni donna prima di diventare mamma dovrebbe vaccinarsi contro l’azione del virus della rosolia». Per evitare gli effetti, spesso devastanti, che la malattia produce sul bebè durante la gravidanza. «Ma nessun uomo fa altrettanto prima di diventare babbo». In questo modo i papà danno il loro contributo: si lasciano infettare (i sintomi sono lievi) e producono altri virus della rosolia. Che sopravvivono, continuano a circolare e funzionano come dosi di richiamo di una vaccinazione naturale che garantisce immunità anche alle mamme in occasione di future gravidanze. «Questo processo è in grado di far progredire il nostro sistema immunitario, rendendolo sempre più forte e capace di difendersi dalle continue aggressioni».
Rosolia, influenza e altre malattie causate da un’infezione virale hanno, quindi, anche una funzione positiva nell’evoluzione della specie. «Microrganismi e virus non sono nemici da cancellare dalla faccia della terra perché hanno un ruolo insostituibile anche se lasciano morti sul campo. Vivono da sempre con noi e svolgono una funzione indispensabile in natura per far evolvere nel modo più efficiente possibile le capacità di difesa del nostro organismo». Sono compagni di viaggio, qualche volta scomodi e pericolosi, con i quali dobbiamo convivere. Ed è anche merito della loro azione se oggi la vita media si è allungata. «C’è un equilibrio naturale, e questo equilibrio, pur con inevitabili costi, non si deve rompere». L’evoluzione di una specie, quindi, trascura i lutti del singolo per inseguire la salvezza del collettivo.
Molto facile dirlo (e capirlo). Più difficile accettarlo. Soprattutto sulla pelle di tuo figlio. Che, senza il vaccino, rischia di buscarsi la suina anche se applica alla lettera le cinque regole suggerite da Topo Gigio nella campagna per prevenire il contagio. «Vedendolo all’opera, abbiamo tutti imparato che il virus AH1N1 non è il responsabile diretto delle morti, ma solo un complice in grado di aggravare, in modo anche molto veloce, l’evoluzione negativa di altre malattie già in atto. In alcuni casi uccide non perché sia forte lui, ma perché è molto debole l’organismo che aggredisce». Il messaggio passa forte e chiaro per chi appartiene alle categorie a rischio. Ma gli altri, quelli sani, come devono regolarsi? «C’è un riscontro in entrambi i casi. Chi si vaccina continua a vivere normalmente e non si ammala. Chi non si vaccina può prendersi l’influenza, avrà un po’ di febbre, mal di testa, altri dolori, dovrà stare a casa magari per una settimana, ma non muore. Sono due diversi modi di agire per centrare comunque l’obiettivo che giustifica la scelta: non ammalarsi nel primo caso, ammalarsi, subendo solo un minimo disagio che rinforza le difese immunitarie, nel secondo». Allora perché tanto allarme? Perché questo gioco al massacro con la conta nei telegiornali e sulle prime pagine dei quotidiani dei morti? Di persone che, senza la minaccia dell’influenza suina, sarebbero passate a miglior vita col conforto dei familiari, ma nell’indifferenza generale. E, soprattutto, perché i governi dei maggiori Stati del mondo hanno fatto a gara per accaparrarsi centinaia di milioni di dosi di vaccino, da destinare, in un secondo tempo, anche a chi è sano? «Lo scontro in atto tra favorevoli e contrari, schiavo di un meccanismo perverso di terrore da cui bisogna uscir fuori, è alimentato dalla continua richiesta di informazioni. Le gente ha paura e vuol sapere, giornali e televisioni cavalcano questo bisogno, il politico sotto pressione deve dare risposte e, sulla base di suggerimenti di uno staff di esperti, prende una serie di decisioni per soddisfare le richieste di chi lo ha eletto».
Cesare, i romani vogliono panem et circenses cantava il poeta Giovenale. E la vecchia logica del benessere popolare (e quindi politico) nella Roma antica, evidentemente funziona anche sostituendo il pane col vaccino. Ieri per la sars e l’aviaria, oggi per l’influenza suina. In un vortice di informazioni, spesso contraddittorie, che disorienta e impaurisce chi non è ancora riuscito a capire dove stia la ragione. E quando all’uscita di una scuola elementare i genitori in attesa dei figli non parlano più del Grande Fratello o di Cassano in Nazionale, ma solo di "squalene e di altre sostanze tossiche contenute nel vaccino potenziato" o assicurano che "devi fare il richiamo dopo due settimane", c’è qualcosa che non funziona. O, forse, funziona troppo bene. Perché c’è anche chi, sfruttando l’ondata di paura alimentata dalla grancassa dei mezzi di informazione, ha pochi dubbi sulla necessità e l’efficacia del vaccino: per le industrie farmaceutiche l’influenza suina è un affare colossale come la benzina per i petrolieri, soprattutto quando la domanda supera di gran lunga l’offerta. E l’ipotesi di una grande montatura organizzata per vendere di più, aggiunge panico e altri dubbi sulla necessità di vaccinare i bambini sani. «Ci sono interessi colossali e i fatturati delle industrie farmaceutiche aumentano in proporzione alla pressione psicologica sulla gente comune. Escludo però che ci siano atti di terrorismo premeditati a scopro di lucro». Insomma, tra farmaci antivirali e vaccini, le azioni delle multinazionali della salute volano in Borsa. Perché questi interessi si incrociano quasi sempre con «un problema di corretta informazione», precisa La Colla.
Quando il nostro organismo viene aggredito da un virus si difende con le sue forze e in modo naturale. Il sistema immunitario, allertato dalla presenza in casa di un estraneo, fabbrica le cartucce adatte a fermare l’aggressore, le carica nel fucile e spara: uno, mille, centomila colpi. Con il vaccino, invece, l’aggressione è solo simulata: non è il virus vivo a portare la minaccia, ma la sua controfigura. Un sosia al quale apriamo noi la porta di casa. Dopo averlo prima indebolito quanto basta per essere credibile, ma non pericoloso. E poi rianimato con l’uso di sostanze chimiche (gli adiuvanti come lo squalene) per scatenare ugualmente la reazione del sistema immunitario. La differenza è semplice e intuitiva. «Le cartucce naturali sono più numerose ed efficaci di quelle, pur utili (e in certi casi indispensabili), costruite con l’aiuto della chimica: un domani, potrebbero servire anche per fermare altri aggressori simili al virus per il quale sono state fabbricate, ma più pericolosi».
E allora come la mettiamo? «Raccomandando vivamente la vaccinazione di tutte le categorie a rischio reale». Con un consiglio. «In Italia siamo tutti allenatori della Nazionale quando pretendiamo di dettare a Lippi la miglior formazione. Ma, per favore, non facciamo anche i commissari tecnici della nostra salute: squadra e ruoli li devono decidere medici e pediatri». Che ci seguono da quando siamo nati, conoscono i punti di forza e di debolezza del nostro organismo e, pur con opinioni diverse e argomentate, hanno tutti lo stesso obiettivo: darci un parere motivato, in scienza e coscienza, per migliorare la qualità della nostra vita. Magari col suggerimento di abbassare il volume del terrore scatenato da giornali e tv. In attesa di un vaccino contro un virus micidiale capace di contagiare tutti: la paura.
Stefano Salone
 
 
2 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 57
Agenda Archeologia. Convegno
Sardegna millenaria dal primo uomo all’età nuragica
Con la lectio magistralis dell’accademico dei lincei Giovanni Lilliu (oggi alle 10) si apre il convegno “La preistoria e la protostoria della Sardegna” che si svolge per l’intera settimana tra Cagliari, Barumini e Sassari. Stamane si inaugura nell’aula verde della Cittadella dei musei con la relazione dell’insigne archeologo su "Contadini e pastori della Sardegna neolitica", seguiranno i primi dei novanta interventi previsti nel corso della riunione scientifica dell’Istituto italiano di Preistoria e protostoria, che quest’anno dedica il suo appuntamento alla Sardegna, terra di grande interesse per la conoscenza del passato nell’area mediterranea. È la seconda volta che si svolge in Sardegna: la prima fu trent’anni fa a Sassari. Sei le giornate di studio con l’organizzazione del Cippm dell’Università di Cagliari (Centro Interdipartimentale per la Preistoria e Protostoria del Mediterraneo), diretto dalla professoressa Giuseppa Tanda. Dieci le sessioni nel programma: Paleolitico, Mesolitico e Neolitico, Eneolitico, Età del Bronzo, Età del Ferro, Arte, Uomo e Ambiente, Tecnologie e Risorse, Contatti e Scambi, Metodologie, con la partecipazione di studiosi sardi e in arrivo da Italia, Francia, Spagna, Inghilterra. Gli interventi saranno pubblicati nel volume “Atti delle Riunioni Scientifiche”, la pubblicazione annuale dell’Iipp.
Al centro del dibattito gli studi più recenti sul patrimonio delle antichità nell’isola, i dati emersi dagli ultimi scavi archeologici, le riflessioni sulle conoscenze già note alla luce delle più evolute tecniche di analisi partendo dal Paleolitico per arrivare fino all’età del Ferro.

 



 
LA NUOVA SARDEGNA

3 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
Brevi

LABORATORIO
Università e teatro
SASSARI. Oggi alle 19,30 nel teatro Il Ferroviario (corso Vico 14) primo incontro, ingresso libero, del laboratorio teatrale “Università e Teatro” organizzato da Materia Grigia e libreria Koinè con il patrocinio dell’Università, dall’Ersu. Info 340-4757162.


LEZIONE
Gli animali nell’antica Roma
SASSARI. Domani alle 16,30, nell’aula magna della facoltà di Agraria, il docente universitario Pietro Paolo Onida terrà una lezione su: «Gli animali nel Diritto romano».

  

 

4 - La Nuova Sardegna

Pagina 4 - Sardegna
Concorsi, borse di studio, gare d’appalto del mese 
Opportunità dall’Europa 
CAGLIARI. Ambiente, energia, ricerca ma anche politiche sociali, istruzione e cultura sono materie al centro di bandi e programmi comunitari in scadenza tra novembre e la fine dell’anno. Per i giovani ci sono alcuni concorsi in atto e le borse di studio per accedere a centri di ricerca universitaria.
La Fondazione europea per il miglioramento di vita e lavoro (sede a Dublino) intende assumere un redattore come agente con contratto a tempo indeterminato: termine per la presentazione delle candidature il 27 novembre. L’Agenzia europea per i medicinali (sede a Londra) indice una procedura di selezione per posti di caposettore festione dati e per amministratore. Domanda in scadenza il 3 dicembre. La Banca europea degli investimenti propone una borsa di studio nel quadro del programma Eiburs che fa parte dell’azioen congiunta Bei-Università a favore della ricerca. La dotazione complessiva è di 100 mila euro l’anno per un periodo di tre anni. Le borse di studio sono assegnate tramite una selezione. Le domande devono essere presentate entro il 30 novembre (maggiori informazioni sul sito della Regione).  

 





E POLIS - IL SARDEGNA
 
5 - E Polis / Il Sardegna

Il campus. L’Ersu presenta il piano per la residenza universitaria: edifici ecocompatibili da 130 posti letto
All’Ex Sem uno "student village", addio al progetto voluto da Renato Soru
 

Questionario e social

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