UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 18 novembre 2009

Mercoledì 18 novembre 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 novembre 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 17
scuola Università, no alla riforma
Studenti in piazza, traffico in tilt nelle vie del centro
 
Studenti in piazza e viabilità nel caos ieri mattina nel centro della città. Circa settecento manifestanti, tra universitari, ragazzi delle superiori e precari della scuola, hanno attraversato in corteo le vie Sonnino, XX Settembre e Roma, mandando letteralmente in tilt il traffico cittadino tra le 10 e le 11,30 e gettando nello sconforto migliaia di automobilisti che sono rimasti a lungo imbottigliati nelle strade laterali tra piazza Garibaldi e piazza del Carmine.
La grande mobilitazione, indetta in occasione della “Giornata internazionale dei diritti degli studenti”, si è svolta in contemporanea nazionale coinvolgendo una cinquantina di città. L’obiettivo? Rivendicare più fondi per il diritto allo studio e contestare il disegno di legge di riforma dell’università. A Cagliari hanno aderito all’iniziativa gli studenti di numerose facoltà (in primis Lettere, Ingegneria e Scienze politiche). Insieme a loro i ragazzi di diversi istituti superiori tra cui Levi, Buccari, Meucci, Alberti, Pacinotti, Michelangelo, Siotto e anche i rappresentanti del Comitato dei precari della scuola. «Siamo contro l’aziendalizzazione dell’università voluta dalle leggi Aprea e Gelmini», spiega Matteo Quarantiello, 22enne studente di Ingegneria. «Combattiamo per la salvaguardia del diritto allo studio e per il superamento del precariato». «Lottiamo per un’università che sia accessibile a tutti», dice Giacomo Spanu (Siotto), «e contestiamo l’ingresso dei privati nella gestione degli atenei perché siamo convinti che i luoghi del sapere debbano restare pubblici, liberi da influenze di privati che sono interessati solo al loro tornaconto». A pensarla così anche Alessio Frau, studente 16enne del liceo scientifico Pacinotti. «La scuola pubblica è in pericolo», afferma, «e siamo scesi in piazza per difenderla. In gioco c’è il futuro».
PAOLO LOCHE 
 
Cronaca Italiana Pagina 8
Scuola, cortei in tutta Italia
A Milano la manifestazione degenera: 4 fermi
Esplode la protesta contro la riforma della Gelmini. A Torino gli studenti hanno occupato il Rettorato
 
MILANO Sono partiti per protestare per lo sgombero del liceo serale Gandhi e per esprimere solidarietà ai cinque studenti anarchici arrestati venerdì attraverso una serie di iniziative spontanee nell’ambito della Giornata internazionale per il diritto allo studio. A metà giornata però gli studenti milanesi dell’Onda avevano un nuovo motivo di lotta: la liberazione dei quattro ragazzi fermati in mattinata dopo i tafferugli con le forze dell’ordine in centro città.
50 CORTEI Tra i circa 50 cortei che hanno attraversato le città italiane ieri al motto di «Il futuro è nostro, riprendiamocelo» e «L’educazione non è in vendita», quello del capoluogo lombardo è stato il più movimentato, con scontri con vista Duomo, tra i passanti e i turisti.
TAFFERUGLI In circa 400 sono partiti alle 9, come da tradizione, da largo Cairoli per dirigersi, nella solita cornice di fumogeni e cori, verso gli uffici dell’Assessorato comunale all’Istruzione di largo Treves. Il corteo selvaggio , dopo che i ragazzi avevano fatto una breve irruzione negli uffici comunali creando scompiglio, si è quindi diretto in centro dove le forze dell’ordine hanno tentato di fermarlo. Il fronteggiamento si è presto trasformato in tafferugli, con cassonetti dell’immondizia scagliati in mezzo alla strada e un inseguimento terminato in via Mercanti, dove la polizia è riuscita a isolare un gruppetto di ragazzi, molti del centro sociale Cantiere, e a bloccarne quattro, tutti studenti delle superiori e militanti del centro sociale di via Monterosa. In due sono poi stati rilasciati nel primo pomeriggio con una denuncia a piede libero per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, mentre per gli altri due, accusati di resistenza e lesioni, è scattato l’arresto.
REPRESSIONE Di «repressione all’italiana» ha parlato immediatamente il centro sociale Cantiere che in una nota ha spiegato i motivi dell’iniziativa promossa dal Coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano: «Venerdì e sabato a Milano sono state due giornate inaccettabili rispetto a cui non è possibile stare fermi», con «l’arresto di cinque studenti dell’università Statale per 200 fotocopie non pagate» e, sabato mattina, con «lo sgombero indecente» del Gandhi, «una scuola civica serale che sta lottando per la sopravvivenza ingiustamente messa in questione dal Comune di Milano che ne ha tagliato i fondi».
TRIBUNALE Dopo un presidio pomeridiano in piazza San Babila che, nonostante le aspettative, si è svolto pacificamente, il nuovo appuntamento del mondo studentesco è per questa mattina alle 9 davanti al Tribunale, quando i due arrestati verranno processati per direttissima.
RETTORATO OCCUPATO Prosegue nella notte l’occupazione del rettorato dell’università di Torino da parte degli studenti che protestano contro la riforma Gelmini. I manifestanti si sono preparati per la cena con fornelli da campo, nel cortile dello storico edificio di via Verdi. «Finché il rettore Ezio Pellizzetti non ci ascolta - dicono gli studenti - noi non ci muoviamo». 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Manifestazioni in tutta Italia, scontri a Milano. Cortei a Sassari, Nuoro e Cagliari 
Gli studenti tornano in piazza 
E nelle università sarde cresce la protesta contro i tagli 
 
SASSARI. Riesplode la protesta degli studenti contro la riforma Gelmini. Ieri manifestazioni in tutta Italia (tafferugli e arresti a Milano) e nelle principali città dell’isola (cortei a Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro). In Sardegna la protesta coinvolge anche le università sarde. C’è aria di mobilitazione nei due atenei contro i tagli. Nessuno, o quasi, condivide le linee del governo. «Reagiremo all’attacco contro l’autonomia accademica», affermano i docenti.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Rivolta nelle due università sarde 
Tagli e attacchi all’autonomia: critiche da Cagliari, a Sassari il rettore scrive ai parlamentari 
PIER GIORGIO PINNA 
 
SASSARI.  La riforma Gelmini non farà suonare le campane a morto per l’università sarda. C’è aria di mobilitazione nei due atenei. Nessuno, o quasi, condivide le linee del governo. «Reagiremo all’attacco contro l’autonomia accademica», incalzano tanti docenti.
 D’altronde, l’antefatto non è per niente incoraggiante: gli ultimi tagli imposti ai bilanci, con criteri che favoriscono il Nord, non sono andati giù a nessuno. «Ci scippano i fondi - dicono prof e ricercatori - E ora presentano un disegno di legge per rivoluzionare l’università con nessun investimento. Facile capire che cosa succederà: rischiamo di venire sacrificati a vantaggio di altri atenei».
Oneri. In che cosa possa consistere il giro di vite lo spiega il nuovo rettore di Sassari. Docente di Storia romana a Lettere, 59 anni, in queste ore Attilio Mastino ha preso carta e penna e scritto a tutti i parlamentari sardi. «Chiedo vigilanza sull’intero inter dei lavori legislativi - afferma - È bene che i nostri deputati e senatori tutelino i valori dell’insularità. Siamo penalizzati da un tessuto economico fragile, da scarsa produttività nelle scuole, da bassa densità demografica, dalle carenze nei servizi e nelle infrastrutture: non possiamo pagare due volte il prezzo di questo enorme svantaggio». Aggiunge il neoeletto rettore di Cagliari, Giovanni Melis, 63 anni, professore di Economia aziendale: «Se è un fatto positivo aver predisposto un ddl organico sulla materia, le riforme a costo zero non sono possibili. Oggi la situazione delle università, con i tagli del 2009 che avranno pesanti ricadute sul 2010, è insostenibile specialmente nel Mezzogiorno. Soprattutto se si pensa al tessuto produttivo debole e all’insufficiente dotazione di strutture».
Onori. Nella riforma sono previsti parametri estimativi in parte già inseriti nella «graduatoria degli atenei virtuosi» appena approvata. La stessa per la quale al top risultano gli atenei del Nord, in coda quelli del Sud. Con Sassari e Cagliari in fondo alla graduatoria. E con riduzioni degli stanziamenti per quasi 6 milioni complessivi. Nella rivoluzione prossima ventura voluta dalla Gelmini peseranno su ricerca e didattica indicatori che prendono in considerazione, per esempio, le possibilità di trovare lavoro dopo la laurea: «Per una terra dagli elevatissimi tassi di disoccupazione è come dire che si continua a far piovere sul bagnato», è l’opinione generalizzata.
 Calcoli. «I parametri andrebbero calibrati diversamente, prendendo in considerazione l’ambiente nel quale si opera - fa così notare Mastino - Com’è che la facoltà di architettura ad Alghero è in testa alle classifiche Censis e la nostra università in vetta per i servizi offerti agli studenti mentre nelle stime ministeriali siamo valutati in maniera negativa?». L’ipotesi di riforma non è vista bene né a Sassari né a Cagliari. «Chiedono lacrime e sangue - sottolineano un po’ tutti - Ma vogliono indebolire l’università pubblica». «I criteri sugli atenei virtuosi sono molto discutibili, in particolare quelli su attrattività, sbocchi occupazionali e performances degli studenti, perché non tengono conto dell’insularità e della debolezza delle infrastrutture scolastiche della Sardegna - sottolinea il rettore di Cagliari - Con quella ripartizione si toglie ulteriormente ai poveri per dare di più ai ricchi».
 Arretramenti. Al di là delle riduzioni delle sedi gemmate imposte da precedenti misure governative, nelle sedi con meno di 1500 docenti, e dunque nei due atenei sardi, si andrebbe alla contrazione dei dipartimenti (forse di un terzo) e alla trasformazione delle 22 facoltà in Scuole, sulla falsariga della Normale di Pisa, che potrebbero essere nell’isola al massimo 6 per ogni sede. Se il progetto andrà in porto, dunque, si arriverà a una fusione tra comparti omogenei, per esempio Ingegneria/Architettura o Legge/Scienze politiche.
 Esiste poi la possibilità di accentramenti tra atenei. Una possibilità che fa venire i brividi a molti. «La nostra università si avvia a festeggiare i 450 anni di storia e non abbiamo la minima intenzione di perdere un patrimonio di tradizioni specifiche - commenta Mastino - Gli atenei sardi sono tra i più antichi di tutto il Meridione. Devono svolgere un ruolo di sviluppo. Sacrificare autonomie e particolarità equivarebbe a contribuire alla desertificazione dell’isola sul piano culturale». «Gli atenei sardi collaborano già proficuamente all’obiettivo di costituire un “Sistema universitario regionale integrato” che faccia perno sulle due sedi storiche», prosegue Giovanni Melis. Che rileva ancora: «L’autonomia degli atenei, tutelata dalla Costituzione, va di sicuro messa a fuoco nel progetto di riforma. Così come va coniugata col principio di valutazione e di responsabilità». Perplessità anche sull’inserimento nei consigli d’amministrazine di banchieri e imprenditori privati.
 Spiragli. Non c’è dunque nulla che si salvi tra le idee governative? Nell’isola le uniche aperture riguardano le pagelle fatte dagli studenti sui prof, le misure anti-parentopoli, i nuovi criteri per la valutazione dei ricercatori. Osserva Giovanni Melis: «Nell’ambito delle proposte sul reclutamento appare positivo il ricorso alla lista di idoneità nazionale, ma non si affronta adeguatamente il problema del precariato di tanti giovani che, da molti anni, collaborano alle attività di didattica e ricerca». E se l’ateneo di Cagliari ha già nominato un Comitato etico dopo essersi dotata di un Codice ad hoc, la stesso si appresta a fare Sassari. «Perché», come conclude Attilio Mastino, «l’università vuole premiare il merito e la responsabilità».
 In definitiva, come si scandiva un tempo con gli slogan, si annuncia una «lotta dura senza paura». E, almeno per i due atenei sardi, senza funerali anticipati.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
PROGETTO DI RIFORMA GELMINI 
I PUNTI DEL DISEGNO DI LEGGE
Tra novità e sforbiciate
 
Ecco i tratti salienti del progetto governativo. 1) Ricercatori a tempo. 2) Rettori in carica per non più di 8 anni. 3) Scatti di stipendio solo per i prof «migliori». 4) Codice anti-parentopoli. 5) Docenti valutati dagli studenti 6) Fine dei finanziamenti a pioggia. 7) Obbligo per i prof di certificare la loro presenza a lezione. 8) Per diventare associati e ordinari servirà un’abilitazione nazionale. 9) Si abbassa l’età per poter entrare in ruolo (da 36 a 30 anni) con uno stipendio che passa da 1.300 a 2.100 euro. 10) Il Senato accademico avanza le proposte scientifiche, ma il Cda (non elettivo e col 40% di membri esterni) avrà la responsabilità di spese e assunzioni. 11) Tagli: possibilità di unire università vicine per abbattere i costi, meno settori scientifico-disciplinari (dagli attuali 370 alla metà) e meno facoltà o «scuole» (sino a un massimo di 12 per gli atenei con più di 1500 docenti).
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Cortei e proteste nelle città dell’isola 
In piazza per il diritto allo studio, l’Onda ritorna in azione 
Nel capoluogo manifestazione davanti alla Regione 
 
CAGLIARI. In quasi tutte le maggiori città sarde ritorna in azione l’Onda. Traffico bloccato in via Roma, a Cagliari: nel corso della mattina gli studenti si sono mobilitati per la giornata internazionale su scuola e università (in ricordo del sacrificio degli universitari greci uccisi nel 1973 per aver contestato la dittatura appena instaurata dal regime dei Colonnelli). I circa trecento ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione organizzata dall’Unione degli studenti si sono fermati, con bandiere e striscioni, davanti al palazzo del consiglio regionale impedendo la circolazione delle auto. I giovani sono stati scortati dalle forze dell’ordine. Non c’è stato alcun incidente. I vigili urbani hanno deviato il traffico per alcune ore.
Giornata di mobilitazione anche per gli studenti oristanesi: alle manifestazioni di protesta hanno aderito in parecchi e le scuole superiori sono rimaste in tanti casi pressoché deserte.
A Nuoro 500 ragazzi in corteo per le strade del centro. In questo caso la protesta è stata indirizzata contro la chiusura degli indirizzi di studio di alcuni istituti dovuta alla riforma Gelmini.
 Chieste a Sassari le dimissioni dell’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Baire, da parte del rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu, senza presidente da sei mesi. Ieri piazza d’Italia è stata la meta finale di un corteo partito da piazza Università. Ma non si è parlato solo di Ersu. Anche gli attivisti della Fgci hanno fatto il loro intervento davanti a una platea composta perlopiù da studenti delle superiori. La partecipazione al corteo, comunque, è stata piuttosto scarsa nonostante molti ragazzi non siano entrati a scuola nella prima ora di lezione. In particolare a Sassari si è rivelata esigua la presenza dei rappresentanti degli studenti universitari.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
CLASSIFICHE E MERITI
A Nuoro contestata la chiusura di alcuni corsi 
Quei voti agli atenei
 
A far partire la sommossa degli atenei del Sud è stata la graduatoria dei «virtuosi». Pubblicata dal ministero a fine luglio, è fondata su nuovi criteri. Ribaltate le ripartizioni del passato. Sassari risulta al 50º posto su 60 sedi pubbliche e perde oltre 2 milioni e mezzo. Cagliari è al 41º, con una riduzione degli stanziamenti che supera i 3 milioni. Ma a contestare la classifica non sono soltanto le università meridionali. Il rettore dell’ateneo di Parma, Gino Ferretti, ha redatto una contrograduatoria basandosi su parametri che tengono sempre conto del merito ma sono differenti e senz’altro più ancorati alle dimensioni delle sedi e alle realtà territoriali. In questa classifica Sassari è in 27ª posizione e Cagliari in 13ª. Segno che con indicatori più calibrati la situazione degli atenei sardi può rivelarsi tutt’altro che disastrosa. E che i fondi appena ridotti potrebbero essere ripristinati.
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«L’Ersu va commissariato» 
LA CSS ALLA REGIONE 
 
CAGLIARI. L’Ersu è governato da un presidente provvisorio e da un consiglio d’amministrazione dimezzato, che continuano a deliberare oltre l’ordinaria amministrazione. A sostenerlo è la Confederazione sindacale sarda in una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione. «È la nostra seconda segnalazione - scrive il segretario della Css, Giacomo Meloni - sulle palese violazioni commesse dai consiglieri dell’Ersu e, a questo punto, richiediamo a gran voce che l’ente sia immediatamente commissariato».
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
Università, i primi ventuno infermieri 
Cerimonia solenne nell’aula magna del consorzio di via Salaris 
 
NUORO. Sono 21 i primi laureati formati a Nuoro dal corso di laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Cagliari. La cerimonia si svolgerà oggi a partire dalle ore 10 e proseguirà nel pomeriggio dalle ore 15, nell’aula magna del Consorzio per la Promozione degli Studi Universitari nella Sardegna Centrale di via Salaris. Saranno presenti il commissario liquidatore del Consorzio universitario nuorese, Salvatore Cocco, il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria di Nuoro, Antonio Onorato Succu e il direttore sanitario Salvatore Bruno Murgia, Alessandro Riva, già Direttore del corso di laurea in Infermieristica di Cagliari. Parteciperanno, inoltre, Franco Mariano Mulas, ex direttore generale dell’Asl di Nuoro e Bachisio Porru che è stato presidente del Consorzio universitario, figure che hanno voluto fortemente l’avvio di un corso di laurea in Infermieristica a Nuoro. I laureandi hanno potuto contare su docenti altamente qualificati della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Cagliari e sulla possibilità di frequentare il tirocinio pratico nelle strutture sanitarie dell’Azienda sanitaria di Nuoro. La frequenza del tirocinio con un adeguato tutoraggio è condizione fondamentale per formare concretamente operatori sanitari responsabili e qualificati a prestare la delicata assistenza alla personale malata. Conseguita la laurea triennale, gli infermieri “nuoresi” potranno proseguire la formazione frequentando un master di primo livello o altre iniziative di formazione permanente oppure iscrivendosi al corso di laurea magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Diritto allo studio
Chieste le dimissioni dell’assessore Baire 
Ieri la questione Ersu al centro del sit-in in piazza d’Italia 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
 SASSARI. Una vera e propria ovazione ha accolto la richiesta di dimissioni dell’assessore regionale all’Istruzione Lucia Baire da parte del rappresentante degli studenti nel cda dell’Ersu. Ieri, in piazza d’Italia, destinazione finale di un corteo che era partito da piazza Università, si è svolta la manifestazione studentesca in occasione della giornata mondiale del diritto allo studio. E, come da copione, le polemiche l’hanno fatta da padrone.
 A partire dalla scottante questione dell’Ersu, senza presidente da sei mesi. «Siamo estremamente delusi dalle non scelte della politica - ha detto agli studenti il rappresentante nel consiglio di amministrazione dell’Ersu Giosuè Cuccurazzu -. E c’è da sottolineare anche il comportamento dei politici del territorio che fino ad oggi non hanno mosso un dito per sbloccare la situazione». Il blocco determina tutta una serie di danni a cascata, in particolare la mancata erogazione delle borse di studio agli aventi diritto.
 Anche gli attivisti della Fgci hanno fatto il loro intervento davanti a una platea composta perlopiù da studenti delle superiori mentre hanno brillato per la loro assenza gli universitari. «Sulla nostra scuola dobbiamo decidere noi - hanno detto -. Vogliamo in primo luogo un piano straordinario decennale destinato alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, la gratuità dei libri di testo, un presalario mensile di 200 euro per gli studenti provenienti da famiglie a basso reddito, la realizzazione di progetti didattici innovativi mediante l’uso delle nuove tecnologie e nuove modalità di insegnamento, sviluppate in un’ottica di cooperazione studente-insegnante. Infine, chiediamo il rafforzamento della funzionalità degli organi collegiali, favorendo la partecipazione di tutti gli studenti ai momenti decisionali che attengono alla gestione amministrativa e alla didattica».
 Insomma, un programma preciso che ha come destinatari anche i politici locali. E non a caso, su questo fronte, ieri alla platea degli studenti si è presentato l’assessore al Lavoro Salvatore Marino in rappresentanza della presidente Giudici impegnata altrove. Marino ha manifestato la solidarietà della Provincia e l’impegno affinchè più fondi possibili siano reperiti per la sicurezza delle scuole.
 Alla fine della manifestazione si è parlato ancora di università e si è sottolineato il pericolo che le scuole siano trasformate in fondazioni: «Con l’ingresso dei privati l’istruzione cesserà di essere un diritto».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Trecento in piazza contro la riforma 
«Scuola e università non devono finire in mano ai privati» 
Il ministro Gelmini contestato con slogan e striscioni 
 
 CAGLIARI. L’Unione degli studenti ha portato ieri in piazza, fin sotto le finestre del Consiglio regionale, trecento ragazzi e sono stati loro ad animare la giornata internazionale di mobilitazione per la scuola e l’università. Con bandiere e striscioni, hanno protestato contro la riforma Gelmini, che “spalanaca le porte alle scuole private” e invece “sbatte la porta in faccia a chi non ha i soldi per l’università”. È stato un corteo variopinto, che ha bloccato il traffico ma è andato avanti senza incidenti. Tra i molti volantini, quello della Fgci: «Lottiamo per un’università che sia accessibile a tutti e di qualità, contro l’idea di chi vuole trasformare gli atenei in fondazioni private dagli effetti devastanti sull’istruzione». Nel comunicato non mancano le denunce sulla carenza nella rete dei servizi: «Trasporti, casa dello studente e mense sono nuchi pazzeschi, mentre nulla è fatto per rendere le città sedi diveri poli universitari a dimensione di studente ed evitare che subito dopo la laurea ci sia la solita fuga dei cervelli».
 
 

Questionario e social

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