Martedì 20 ottobre 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 ottobre 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L'UNIONE SARDA
1 - Ma al Mezzogiorno una Banca non basta, editoriale di Beniamino Moro
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
La strategia del Governo
Ma al Mezzogiorno una Banca non basta
di Beniamino Moro  
 
Il ministro nordista dell'Economia Tremonti, nonostante il netto dissenso dei ministri meridionali Fitto (Affari regionale) e Prestigiacomo (Ambiente), è riuscito a far approvare al Consiglio dei ministri la costituzione della Banca del Mezzogiorno, che da tempo rappresentava un suo pallino fisso. La Banca, formalmente un soggetto privato, sorgerà però con un capitale iniziale dello stato di 5 milioni (le cui azioni saranno rivendute ai privati entro un periodo di 5 anni) e per il resto dovrebbe finanziarsi con l'emissione di titoli garantiti dallo stato (subito battezzati Sud-bond) resi appetibili da un'aliquota fiscale del 5% invece di quella normale del 12,5. Operativamente, essa si avvarrà della rete dei 650 sportelli delle Banche di credito cooperativo (Bcc) e di quella dei 4000 sportelli postali. Alle Poste, peraltro, è demandato il compito di avviare lo start up della Banca.
Secondo Tremonti, la Banca del Mezzogiorno (dove, ribadisce polemicamente il ministro, non si parlerà inglese, per sottolineare che non dovrà ricadere nella logica della finanza internazionale) nasce per incrementare la capacità di offerta del sistema bancario e finanziario del Mezzogiorno, sostenere le iniziative imprenditoriali locali e canalizzare il risparmio verso iniziative economiche in grado di creare nuova occupazione. La logica che ispira l'iniziativa è quella dell'albergo che vuole ampliarsi, del comune che vuole fare un centro congressi, dell'esercente di uno stabilimento balneare che vuole aprire una pizzeria. Sarà un lapsus freudiano, ma il ministro non accenna ad alcuna iniziativa industriale.
Fatti salvi i buoni propositi, tuttavia, le perplessità sull'iniziativa non mancano, come hanno fatto rilevare non solo i ministri Fitto e Prestigiacomo, ma anche Scajola e lo stesso Letta. Non è chiaro, infatti, perché le iniziative cui allude il ministro dell'Economia, se sono economicamente valide, non possano trovare finanziamento nell'ambito dell'attuale sistema bancario, né si comprende perché una nuova Banca dovrebbe essere più efficiente nell'erogazione del credito rispetto al sistema bancario vigente. Pensando che di privato la Banca del Mezzogiorno avrebbe solo la veste giuridica, ma di fatto sarebbe controllata dallo Stato e quindi dalla politica, il dubbio che sorge è che l'iniziativa sembri soddisfare più a esigenze e pratiche che si richiamano al passato (concessione clientelare del credito, nomina politica dei dirigenti, finanziamento mascherato dei partiti), piuttosto che a una esigenza effettivamente sentita di finanziamento dello sviluppo del Mezzogiorno.
Ma ciò che più ha fatto infuriare i ministri Fitto e Prestigiacomo è che simili iniziative mascherino la mancanza di un impegno preciso del governo per lo sviluppo del Mezzogiorno. Scajola ha rasentato i limiti della rottura attribuendo esplicitamente all'iniziativa di Tremonti finalità politiche invece che economiche. Di nostro aggiungiamo: perché non si parla più della fiscalità di vantaggio a favore dei nuovi investimenti nel Mezzogiorno che doveva costituire il pendant del federalismo fiscale a favore del Nord? Non a caso, la nuova trovata è di un nordista come Tremonti, l'alleato più fedele della Lega Nord, che sinceramente è un po' difficile vedere nelle vesti di un novello meridionalista.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Tra i banchi di scuola lezioni di Università
Progetto pilota realizzato in 8 istituti tecnici con la facoltà di Scienze
L'iniziativa dell'Ufficio scolastico regionale è volta ad orientare i ragazzi nella scelta dei corsi di laurea
Scocca la scintilla tra scuola superiore e Università: una collaborazione che può aiutare gli studenti ad avere più successo negli studi
 
Scuola e Università si parlano, si interessano l'una dell'altra. E insieme fanno progetti per conoscersi a vicenda e rendere più agile il salto dalle superiori al mondo universitario. Obiettivo: far sapere agli studenti cosa li aspetta dopo il diploma o la maturità, per andare preparati all'appuntamento.
L'INIZIATIVA È nato così “Eccellenza e transizione”, il progetto del ministero dell'Istruzione rivolto a studenti capaci e meritevoli degli istituti tecnici, particolarmente portati per le materie scientifiche. Lo scopo? Aiutarli a migliorare le loro competenze in vista dell'ingresso a un corso di laurea scientifico. Il progetto, realizzato dall'Ufficio scolastico regionale (rappresentante Tonino Loddo) con 100 mila euro di fondi statali, è frutto della collaborazione tra scuola secondaria e Università (in questo caso la facoltà di Scienze) a sostegno degli studenti di quinta superiore, future matricole. Sono stati coinvolti otto istituti tecnici, quattro cagliaritani - il “Duca degli Abruzzi” di Elmas, gestore del progetto, il “Giua” e il “Meucci” di Cagliari, l'Asproni di Iglesias -l'Angioj di Sassari, il Deffenu di Olbia, l'Othoca di Oristano e il liceo scientifico tecnologico “Fermi” di Nuoro. L'altro anno è stato un successo, tra verifiche e stage nei laboratori di Scienze a Cagliari e Monserrato: alla fine tre classi (del Duca degli Abruzzi, dell'Othoca e del Fermi) sono state premiate con una borsa di studio per aver ideato i migliori progetti riguardanti rispettivamente un impianto per i pomodori, scaldabagni sferici e celle fotovoltaiche organiche.
MONITORAGGIO Quest'anno, invece, gli studenti saranno seguiti e monitorati durante l'anno di frequenza dell'Università. «Abbiamo ideato il progetto - spiega Maria Gabriella Epicureo, dirigente scolastico del Duca degli Abruzzi - partendo dalla constatazione che fosse necessario supportare soprattutto gli studenti degli istituti tecnici, con una maggiore debolezza formativa rispetto ai coetanei dei licei. Anche chi ottiene risultati lusinghieri all'esame di Stato incontra difficoltà nell'accesso all'Università a causa delle lacune nelle competenze di base delle discipline scientifiche». Il risultato è una disaffezione verso i corsi scientifici, nonostante sfornino i laureati più richiesti. «Per la prima volta - sottolinea Anna Musinu, docente di Scienza dei materiali a Cagliari - un progetto vero di orientamento: è importante che i ragazzi capiscano cosa andranno a fare e che nell'ultimo anno colmino le loro lacune, anche perché le Scienze sono alla base di qualunque facoltà universitaria».
CARLA RAGGIO
 
Cronaca di Cagliari Pagina 21
le testimonianze
«È stato un primo assaggio della vita dentro l'Ateneo»
 
Il progetto “Eccellenza e transizione” è stato coordinato anche da un team di docenti: Paola Piu e Anna Musinu per l'Università, Patrizia Ciuccatosta e Maria Becchere per la scuola superiore. Sono 128 gli studenti coinvolti. Ecco l'esperienza di Pietro Puddu (Fermi di Nuoro) e di Giacomo Cossu (Duca degli Abruzzi).
PIETRO PUDDU È stata un'esperienza determinante per la preparazione al test d'accesso all'Università e che ha consentito a molti di noi di ottenere un discreto risultato alle prove. La parte più pragmatica, quella dell'analisi e preparazione di un progetto con applicazioni in campo scientifico, ci ha dato l'occasione di lavorare in gruppo, preludendo per certi versi l'esperienza universitaria nelle facoltà scientifiche. Per contro il progetto ha anche mostrato la differenza abissale di mezzi tra le scuole: a parità di entusiasmo, ci siamo accorti che i mezzi forniti a noi del Fermi (laboratori etc.., diciamo assenti) non erano assolutamente comparabili con quelli degli altri. Aspetto positivo del progetto è rappresentato dal confronto con i giovani di altre scuole come in un ambiente assimilabile a un rudimentale consesso scientifico, che ci ha anche fatto assaporare il piacere di condividere con altri, e da altri apprendere, delle nozioni e delle idee.
GIACOMO COSSU Esperienza positiva sotto tre aspetti. In primo luogo la realizzazione di un'idea innovativa ci ha fatto capire quanto sia importante la collaborazione in un gruppo di lavoro e quale sia la responsabilità. Visitando i laboratori, poi, ho capito quanto sia importante l'Università perché, da questo momento in poi, inizio a definirmi per quello che sarò, e il progetto mi ha aiutato a capire quanto sia vasta la scelta e a prepararmi per affrontare i test con più serenità, raggiungendo risultati migliori, soprattutto in chimica, essendo una matricola del corso di Ingegneria chimica. Molto hanno fatto i docenti facendoci capire dove andare e cosa fare, e chiarendo le idee anche a chi non aveva intenzione di continuare gli studi. Un'esperienza che induce i ragazzi a impegnarsi, ricevendo come premio una borsa di studio, e a tirare fuori progetti realizzabili e interessanti. 
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano Pagina 18
Oristano
Università, Comune e Provincia uniti
 
L'Università di Oristano e la sua sopravvivenza saranno al centro del Consiglio comunale, in seduta pubblica congiunta con il Consiglio provinciale, convocati per domani presso la sala dell'Hospitali Sancti Antoni di Oristano. L'inizio dei lavori è previsto per le 17. Un incontro che è stato fissato alla luce della lettera appello dei dipendenti del Consorzio Uno.
 
4 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 44
la ricerca
Progetto di urbanistica
Gli architetti sardi per ripensare la “Cagliari cinese”
 
 Si è conclusa la prima fase del vasto progetto che vede la Facoltà di Architettura di Cagliari protagonista di alcune delle più importanti trasformazioni urbane della provincia del Guangdong (Repubblica Popolare Cinese) e in particolare nella città di Zhaoqing, per le caratteristiche dimensionali e morfologiche dovute alla presenza di specchi d'acqua di enorme valenza paesaggistica interni al tessuto urbano, presenta delle forti analogie con l'area metropolitana di Cagliari. Ciò ha consentito di impostare un programma di ricerca congiunto italo-cinese per sperimentare modalità operative progettuali da applicare nei due contesti.
Riconoscendo l'eccellenza nel progetto dello spazio pubblico, di cui l'Italia è storicamente depositaria, le autorità cinesi hanno chiesto al gruppo di ricerca sardo-piemontese costituito dall'architetto Giovanni Marco Chiri, docente di Composizione Architettonica e Urbana e responsabile del Laboratorio “Offi-Cina Unica”, e dai colleghi del Politecnico di Torino, i professori Liliana Bazzanella, Michele Bonino, Gustavo Ambrosini e Pierre Alain Croset, di fornire suggerimenti progettuali per una vastissima area al centro della città, compresa tra il lago-parco dei Seven Stars Crags e il centro direzionale di Zhaoqing.
La proposta è stata formalizzata la scorsa estate in poco più di un mese d'intenso lavoro del gruppo, coadiuvato da dieci giovani laureati e dottorandi cagliaritani e piemontesi. Rappresentato in otto grandi pannelli componibili corredati da un video esplicativo di oltre venti minuti, il progetto è stato sottoposto ai partner asiatici riscuotendo grande consenso,tanto da consentire un convinto ottimismo per le altre collaborazioni bilaterali in atto. Tra queste segnaliamo il compendio museale della Missione cattolica del Padre gesuita Matteo Ricci.
«Può sembrare strano» afferma l'architetto Chiri «che una Facoltà sarda investa nella ricerca della qualità urbana in Cina, invece siamo convinti del fatto che il tema generale dell'equilibrio tra tutela e sviluppo, tra promozione degli investimenti e valorizzazione dei beni culturali e ambientali sia comune ad entrambe le realtà. Anzi per individuare, attraverso gli strumenti del progetto urbano, le strade più soddisfacenti alla soluzione di queste questioni, siamo in un certo senso costretti ad andare laddove le condizioni si mostrano più feconde. L'ambizione è quella di mettere a punto in Cina metodologie di intervento e prassi applicabili al nostro contesto regionale» Il riferimento è al sistema delle acque interne cagliaritane laddove si pongono irrisolte questioni di qualità del paesaggio e di qualità urbana. «Bisogna però costatare come spesso, un'eccessiva dose di esterofilia renda più praticabile un lavoro di ricerca svolto altrove piuttosto che in casa propria».
Gli elaborati del progetto messo a punto dalla squadra sardo-piemontese per l'intervento in Cina saranno esposti a Cagliari e al Forum internazionale per la qualità urbana di Canton. 
 
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 36
Sassari
L'inaugurazione a metà dell'orto botanico
 
 «È l'opera più rilevante dell'Università di Sassari». Il rettore uscente, Alessandro Maida, battezza con queste parole il Polo bionaturalistico e orto botanico di Piandanna, inaugurato ieri per metà. Il Polo, infatti, dopo dieci anni di lavori a intermittenza non è ancora ultimato. Per finirlo mancano all'appello 20 milioni che l'Università spera di ottenere dalla Regione, sulla base di un protocollo d'intesa firmato nel 2008 con l'allora governatore Soru. Ieri è stato comunque inaugurato il primo lotto dell'immenso progetto da 90 mila metri cubi, quello che riguarda le strutture didattiche e una parte dei laboratori, pronti a ospitare il Dipartimento di scienze botaniche, ecologiche e biologiche della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Restano da portare a termine i lavori per il Planetarium, Centro di climatologia mediterranea, i musei dell'Università, i centri di ricerca interfacoltà e l'orto botanico che con le sue 6000 specie di piante, sarà uno dei più grandi d'Europa. Già adesso le parole usate da Maida rendono l'idea dell'importanza della struttura. Per sincerarsene basta vedere quanto è affollata la sala dove per partecipare all'inaugurazione si accalcano autorità civili e militari, docenti, ricercatori e studenti. E basta mettere fuori il naso: il serpentone di cemento rosso e cristallo che si adagia sui dodici ettari di terreno all'ingresso della città, a Piandanna, sembra un'opera degna di un faraone, progettata negli anni Novanta dall'architetto Giovanni Macciocco, ora preside della Facoltà di Architettura, e che ancora oggi suscita non pochi dubbi. «Chiedo scusa ai cittadini, so che in molti aspettano di vedere l'orto botanico», continua Maida, «purtroppo dovranno pazientare ancora un po', perché mancano i soldi per finire l'opera». L'Università ha a disposizione circa 10 milioni di euro di fondi propri, ma ne servono altri 20. «Spetterà al rettore Attilio Mastino trovarli, e chiedo l'aiuto di tutti per reperire questi finanziamenti». (v. g.) 
 
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 20
Quando il piacere arriva troppo presto
Centoventimila sardi alle prese con l'eiaculazione precoce
Un problema che condiziona pesantemente uomini e donne: un italiano su tre non è soddisfatto della propria vita sessuale
Esperti a convegno sul disturbo sessuale: i nuovi interventi per aiutare i pazienti
 
Fatto! Già fatto? , era un noto refrain pubblicitario di qualche anno fa. Un bel vantaggio se Fatto! Già fatto? vale per una siringa. Quando, invece, riguarda il rapporto sessuale diventa un bel problema. E, sia chiaro, un problema ben più diffuso di quanto si immagini: circa 120 mila sardi tra i venti e i sessant'anni soffrono di eiaculazione precoce. Uno dei dati emersi nell'incontro organizzato ieri dallo Step (Specialisti nel trattamento dell'eiaculazione precoce).
L'INCONTRO Gli esperti si sono ritrovati al T-Hotel (e, in collegamento satellitare con Torino, Roma e altre undici città) per fare la conoscenza di un nuovo farmaco in grado di aiutare a risolvere questo problema. E ne hanno approfittato per fare il punto della situazione: a guidare la convention Furio Pirozzi Farina, andrologo dell'università di Sassari, e Antonello De Lisa, urologo dell'università di Cagliari. Due luminari che hanno posto l'accento su un problema di cui si parla poco. «Difficile dare cifre», spiegano, «a fronte di quelle persone che si rivolgono agli specialisti, un numero doppio, se non addirittura, triplo non si rivolge ai medici».
IL DISTURBO Eppure, talvolta, sarebbe sufficiente recarsi da uno specialista per superare il problema. Esistono due tipi di eiaculazione precoce: può essere causata da problemi fisici (per esempio, un infiammazione alla prostata). E, in questo caso, curando la causa, si risolve il disturbo. O può essere primaria, quando cioè nasce con l'inizio della vita sessuale. «Gli ultimi studi», spiegano i due specialisti, «hanno rilevato un problema genetico». In pratica, ci sono persone che nascono con l'alterazione di un gene che disturba i meccanismi dei recettori della serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo importante nella sessualità.
I SINTOMI Ma in che cosa consiste questo disturbo? Le autorità scientifiche internazionali hanno individuato tre elementi: eiaculazione che si verifica, in modo persistente o ricorrente, in seguito a stimolazione sessuale minima, prima o durante la penetrazione e perfino prima che quest'ultima sia avvenuta (comunque, entro il minuto dall'inizio del rapporto), mancanza di controllo dell'eiaculazione, conseguenze negative a livello personale (insoddisfazione e frustrazione). Tre elementi che devono essere presenti: non è considerato eiaculatore precoce, per esempio, chi, pur avendo i problemi fisici, è, comunque soddisfatto della sua prestazione sessuale.
IL FARMACO Il problema, ora, può essere risolto con una medicina: ieri è stata presentata una molecola, la dapoxetina. Il principio attivo agisce sulla serotonina e consente di affrontare e risolvere il problema. Nessun rischio di spamming sulle caselle di posta elettronica, come accade per il Viagra e per il Cialis: un codice sulla confezione consente subito di capire se il prodotto è originale o se, come capita frequentemente per vendite on line di medicinali, non contiene il principio attivo.
MARCELLO COCCO

 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Un grande tabù da sfatare 
Eiaculazione precoce, congresso di andrologi al T-hotel
Nella maggior parte dei casi si tratta di blocchi psicologici 
 
CAGLIARI. Il tema è uno dei grandi tabù legati alla vita sessuale maschile, eppure oggi combattere l’eiaculazione precoce è possibile: il primo passo, in questo senso, è parlare della patologia con il proprio medico di fiducia, fare luce sulle possibili terapie e affrontare il problema con fermezza ma con serenità. E soprattutto senza vergogna. Lo hanno ripetuto spesso anche gli specialisti riuniti a congresso ieri mattina al T-hotel per illustrare i passi avanti nella diagnosi e nella terapia dell’Ep. Il consesso, organizzato da Sia (Società italiana di andrologia), Siams (Società italiana di andrologia e medicina della sessualità) e Siu (Società italiana di urologia), si è svolto in contemporanea con altre undici città italiane. Secondo le stime di massima, in Italia sono circa tre milioni e mezzo gli uomini tra i 18 e i 65 anni che soffrono di questa particolare patologia, con un’incidenza del 20 per cento. ‹‹La Sardegna fa registrare la stessa percentuale riscontrata nella Penisola (con una stima di circa 100 mila casi, ndc) - ha affermato il professore Furio Pirozzi Farina, dell’università di Sassari -. È comunque importante distinguere il tipo di problema vissuto dal paziente. La forma patologica, detta anche “primitiva”, si ha quando l’eiaculazione precoce è una costante della vita sessuale e si presenta dopo pochi secondi dall’inizio del rapporto o addirittura prima della penetrazione, o interessa anche la masturbazione. Prendendo in considerazione questa forma di Ep, la percentuale di incidenza si abbassa notevolmente ma, in parallelo, si tratta dei casi più difficili da seguire e risolvere perché - ha sottolineato Pirozzi Farina - c’è anche una componente genetica. Ad oggi, il paziente viene aiutato con una terapia di tipo farmacologico che permette di ottenere una prestazione considerata “normale”. La maggior parte dei casi è comunque di tipo “situazionale”, avviene cioè solo in determinate occasioni e non si protrae nel tempo››. Il direttore della clinica urologica dell’università di Cagliari, Antonello De Lisa, ha precisato come ‹‹di solito, la durata media di un rapporto è stimata tra i 3 e i 7 minuti e si può parlare di eiaculazione precoce quando si scende sotto il minuto o, appunto, questa avviene prima della penetrazione. Il problema, com’è comprensibile, non riguarda solo il singolo, che si sente inadeguato, ma si estende anche alla vita di coppia››. Per questo i partecipanti al congresso hanno rimarcato l’importanza, per una sana vita a due, di affrontare apertamente il problema, anche perché nella maggior parte dei casi si parla di “blocchi psicologici”. ‹‹Se escludiamo i casi in cui la patologia è dovuta a disfunzioni fisiche come infiammazioni o accentuata sensibilità - ha aggiunto De Lisa - in 8 casi su 10 le cause sono tipo psicologico e il soggetto è trattato con terapie di tipo psico-comportamentale. Nei casi più gravi si usano i farmaci, che permettono l’eliminazione transitoria dei sintomi». (p.s.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Aperti i laboratori ma l’orto botanico resta un sogno 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
 SASSARI. «Chiedo scusa ai sassaresi che da tanti anni stanno aspettando l’orto botanico. Purtroppo dovranno avere ancora un po’ di pazienza». Con queste parole il rettore dell’università Alessandro Maida ha inaugurato una parte della faraonica struttura che sorge fra via Piandanna, via Amendola e la strada per Ittiri. Per adesso l’unico ma ingombrante segno tangibile di un progetto, quello dell’orto botanico appunto, partito più di dieci anni fa. Scuse più che opportune vista la delusione di quanti, dall’annuncio della realizzazione dell’opera in poi, avevano atteso di vedere spuntare un grande parco di specie provenienti da tutto il mondo, un bellissimo spazio verde fruibile da tutta la comunità e invece si sono trovati davanti un gigantesco intrico si vetro, cemento e mattoni rossi disteso su quelli che una volta erano i veri orti della città.
 Le polemiche in questi lunghi anni si sono sprecate soprattutto fra i detrattori dell’opera architettonica, considerata alla stregua di un ecomostro, e coloro che hanno condiviso e apprezzato il progetto realizzato dall’architetto Vanni Maciocco.
 Di sicuro si tratta dell’opera più imponente della città e non solo per volumetrie, visto che alla fine sarà costata poco meno di sessanta milioni di euro. A lavori completati, come ha spiegato ieri il rettore a una platea di addetti ai lavori ma anche al solito parterre di politici locali, l’edificio, che oggi è già occupato per un quarto della sua estensione, ospiterà la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali ma anche alcune strutture biologiche della facoltà di Medicina, centri di ricerca interfacoltà, i musei naturalistici e tecnologici dell’ateneo, il planetario (che all’esterno si presenta come una grande cupola argentata), un settore con aule e laboratori didattici.
 All’interno del primo lotto, inaugurato ieri con la benedizione dell’arcivescovo Paolo Atzei, stanno già lavorando i tecnici e i docenti del dipartimento di Botanica, Ecologia e Geologia. Due piani di quello che appare come un infinito corridoio rivestito in marmo, sono destinati ai laboratori della facoltà, un altro agli uffici amministrativi mentre all’ultimo piano troverà spazio la presidenza. Da settembre si stanno svolgendo lezioni e hanno avuto luogo alcune sessioni d’esame.
 Resta da completare tutto il resto: circa 9 ettari di superficie compreso l’orto per i quali al momento non ci sono fondi disponibili. Il problema è proprio questo, trovare i venti milioni necessari per portare a termine i lavori è la patata bollente che il rettore uscente passa al successore Attilio Mastino. Intanto Maida ieri ha lanciato un appello affinchè tutte le istituzioni cittadine diano una mano. «Si tratta di un’opera monumentale - ha detto il sindaco Gianfranco Ganau - che deve essere assolutamente portata a termine. Da parte dell’amministrazione comunale ci sarà tutto l’appoggio necessario. Non bisogna infatti trascurare che l’orto botanico, una volta completato sarà, oltre che una struttura di alto livello scientifico, anche un’attrattiva turistica che non potrà che far bene alla città».
 Ha incentrato il suo intervento sulla necessità di «battere cassa» con forza alla Regione la presidente della Provincia Alessandra Giudici. «È ora che Cagliari volga lo sguardo verso il nostro territorio. C’è bisogno di aiuto in tantissimi settori, e invece ci scontriamo sempre con il fatto che finanziamenti importanti, e già dati per certi, si sono misteriosamente volatilizzati».
 Certo non si può dire che la storia dell’orto botanico non sia stata travagliata. Nato nei primi anni Novanta il progetto ha avuto una prima tranche di finanziamento Cipe pari a 74 miliardi di lire. La gara d’appalto era stata vinta dalla ditta Astaldi con un ribasso d’asta del 32 per cento. I problemi però erano sorti con la concessionaria Proger con cui l’università aveva sottoscritto un contratto nel 1992. Continui disaccordi avevano portato alla rescissione del contratto con la presa in carico dei lavori direttamente da parte dell’università.
 Dopo tante traversie ed enormi perdite di tempo si è arrivati alla conclusione del primo lotto.
 Per vedere qualcosa che assomigli a un orto botanico, fra reperimento dei fondi, proseguimento dei lavori e piantumazione delle specie, ci sarà da attendere ancora molti anni.
 All’inaugurazione di ieri sono intervenuti anche il preside della facoltà di Scienze Giovanni Micera e il preside della facoltà di Architettura Vanni Maciocco che ha illustrato nei particolari il progetto e il significato che un’opera del genere può avere nell’ambito urbanistico della città.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Il nuovo processo tributario 
Analizzati i rapporti col Codice di procedura civile 
CONVEGNO Se n’è discusso all’Università 
FABIO FRESU 
 
 SASSARI. Il nuovo processo tributario, così come appare dopo le ultime novità introdotte dal Codice di procedura civile, è stato analizzato nei giorni scorsi, nell’aula magna dell’Università, durante il convegno: “ll processo tributario, attualità e rapporti con il novellato del codice di procedura civile”, organizzato dalla facoltà di Economia, dalla Camera tributaria degli avvocati di Sassari, dall’Associazione nazionale tributaristi italiani, dall’Associazione magistrati tributari e dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Sassari.
 «Un’occasione per fare il punto sulle ultime novità di questo procedimento - ha spiegato Piero Scudino, presidente dell’Ordine provinciale dei commercialisti - perché abbiamo potuto contare sul prezioso apporto di grandi esperti del settore».
 L’iniziativa, che è stata presieduta da Valerio Ficari, straordinario di Diritto tributario dell’Università di Sassari, ha preso il via con gli interventi di Giuseppe Marini, dell’Università di Bergamo su: «Atti inoppugnabili e giurisdizione tributaria» di Francesco Pistoleri dell’Università di Siena su «La disciplina del processo tributario e il novellato c.p.c.» e di Ennio Attilio Sepe, sostituto procuratore generale di Cassazione su: «Il principio di legittimità, acquisizione delle prove nel procedimento e nel processo tributario».
 I lavori sono poi proseguiti con «L’impatto dei principi comunitari sulla disciplina del processo tributario» trattato da Rossella Miceli della Sapienza di Roma, con la «Redazione e motivazione della sentenza» a cura di Vittorino Tedde, presidente di sezione Ctr Sardegna, e «Il litisconsorzio necessario», svolto da Maria Luisa Serra dell’Università di Sassari.
 
 

Questionario e social

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