Sabato 12 settembre 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 settembre 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Oristano – pagina 32
Università
La proposta del preside
Corso di archeosub: teoria a Sassari e pratica a Oristano
   
Tutti uniti per salvare il corso di Archeologia subacquea, ormai unico superstite in Italia. E per sopravvivere ancora alle recenti normative del Ministero la soluzione potrebbe essere quella di dividere pratica e teoria. «Gli insegnamenti teorici comuni con altri corsi si potrebbero svolgere a Sassari - spiega Aldo Morace, preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo sassarese, - mentre le esercitazioni pratiche e i laboratori potrebbero restare a Oristano che sarebbe sempre l’asse portante del corso». Si tratta di un ipotesi che il consiglio di facoltà sta valutando attentamente e potrebbe essere l’unica strada per non rinunciare completamente al corso. «Sarebbe immorale privarsi dell’unico corso di archeo -sub presente in Italia - va avanti il preside, - abbiamo richieste di iscrizione da altre regioni, questo indirizzo di studi rappresenta una grande risorsa e dobbiamo tutelarla». La difficoltà deriva dalle riduzioni di fondi decisi dal Ministero che ha tagliato ben 2 milioni 500 mila euro per l’ateneo sassarese.
CONSORZIO UNO E mentre si cerca un’ancora di salvezza per il corso, al Consorzio Uno è di nuovo palpabile il malumore e la preoccupazione tra i dipendenti. «Il collegato alla finanziaria approvato dal Consiglio regionale non prevede stanziamenti per i corsi universitari oristanesi - si legge in una nota del personale. - Il grido d’allarme che abbiamo già lanciato la scorsa primavera, oggi si fa ancora più preoccupante». Secondo i lavoratori esiste il pericolo che si vada verso «una smobilitazione dei corsi». Nei giorni scorsi durante una riunione tra la direzione del Consorzio Uno e il personale sono state messe in luce queste preoccupazioni. «Temiamo che in mancanza di stanziamenti aggiuntivi, ci possano essere nuovi tagli - vanno avanti. - Alla fine a pagarne le conseguenze non saranno solo i dipendenti ma anche gli studenti che vedranno ridursi ulteriormente i servizi offerti». La biblioteca universitaria è chiusa dal 30 giugno scorso con comprensibili disagi per i ragazzi che frequentano le lezioni al Chiostro del Carmine. Inoltre il personale è stato ridotto di cinque unità, per gli altri c’è stata una riduzione dell’orario di lavoro e di stipendio. I lavoratori aspettano un segnale dalla Regione (devono essere ancora suddivisi i 6 milioni 500 mila euro assegnati in Finanziaria alle università diffuse), ma anche dagli enti locali rappresentati nel direttivo del Consorzio. ( v. p. )

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Lingue, il caso del docente che attacca omosessuali e musulmani 
Biagini non ritira il testo: ricomincia il braccio di ferro 
Mercoledì prossimo la questione ritorna in consiglio di facoltà 
 
CAGLIARI. Passata la tregua estiva, riprende il braccio di ferro alla facoltà di lingue sull’ormai noto volume di Emilio Biagini, docente di geografia che ce l’ha con i gay, i musulmani, il rock e con tutti i personaggi della storia considerati lontani dai dettami della chiesa cattolica.
 Varato a tempo di record il codice etico e incassati i pareri dei tre corsi di laurea in cui il libro contestato dagli studenti viene indicato da Biagini come unico riferimento scientifico, il preside Massimo Arcangeli ha chiesto al docente genovese di adeguarsi ai suggerimenti dei colleghi: dare il proprio assenso all’uso di un testo alternativo per sostenere l’esame facoltativo di geografia. La risposta di Biagini è stata categorica e peraltro ampiamente annunciata in diverse interviste e dichiarazioni pubbliche: nessun passo indietro, il testo rimane quello. Il docente e scrittore ha affidato la propria replica a una lettera molto stringata, che Arcangeli ha protocollato senza alcun entusiasmo.
 Ora l’attenzione si sposta sul consiglio di facoltà di mercoledì prossimo: Arcangeli ha scelto la linea del silenzio («parlerò solo durante la seduta») ma l’impressione diffusa è che lo scontro stia per entrare nella fase più critica. Se fino a qualche mese fa la facoltà non aveva alcun riferimento normativo per dare risposta alle proteste degli studenti - che hanno chiesto a gran voce il ritiro dei tre volumi firmati da Biagini - le regole stabilite con il codice etico, seppure prive di efficacia legale, una strada l’hanno tracciata. Resterebbe poi aperta la via dell’iniziativa giudiziaria: il materiale è già nelle mani della Procura della Repubblica, in alcuni passaggi del testo è stato lo stesso Biagini, in un’intervista alla Nuova Sardegna, a ipotizzare la presenza di contenuti razzisti che a giudizio di molti studenti e di una parte dei docenti ci sono eccome. Al centro della controversia resta comunque il tema legato alla libertà di insegnamento, un diritto che alcuni docenti considerano prevalente anche rispetto ad eventuali abusi come quelli che vengono addebitati a Biagini. Ed è su questo che alla facoltà di lingue e letterature straniere il dibattito va avanti ormai da maggio, da quando il caso del professore genovese è venuto alla luce su iniziativa prima di una studentessa e poi di un gruppo. (m.l)

Questionario e social

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