UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 4 settembre 2009

Venerdì 4 settembre 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 settembre 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
IL SARDEGNA - ePOLIS
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 20
Da tutta Italia per i test a Medicina
In corsa in 1292 per 165 posti: tra loro cinque palestinesi  
Per sostenere la prova, iniziata in contemporanea con le altre facoltà italiane, si sono presentanti 1292 studenti. Oggi tocca a Odontoiatria
Università. La prova «non complicata» nelle aule-forno della Cittadella di Monserrato
 
Gli è squillato il telefonino mentre stava per completare il test: i vigilantes gli hanno fatto consegnare le cartelle e ha dovuto lasciare l'aula. È stato l'unico caso di prova annullata tra le 1292 sostenute dagli studenti (150 provenienti da altre regioni italiane) che ieri mattina si sono presentati nella Cittadella universitaria di Monserrato per l'appuntamento col test a numero chiuso della facoltà di Medicina e Chirurgia. Una prova resa impossibile dal caldo: in sette aule su dieci non c'era l'aria condizionata.
I NUMERI Si erano iscritti in 1533 per contendersi i 165 posti a disposizione. Alla fine oltre il 15 per cento degli studenti ha rinunciato. Alle undici in punto il via in tutte le facoltà italiane. I giovani candidati hanno avuto due ore di tempo per rispondere alle 80 domande del questionario.
I QUESITI «Per me la domanda più difficile era quella sul vernacolo fiorentino - ammette Elena, 18 anni di Assemini - non avevo proprio idea di cosa fosse e ho tirato ad indovinare. Per il resto, non mi sembrava particolarmente complicato». Poco lontano, alcuni ragazzi usciti dal liceo classico sembravano stremati. «Ma come si fa a farci stare dentro quei forni - dice Michele, 19 anni di Cagliari - c'erano oltre 30 gradi. La prova è complicata, in più la nostra aula era senza condizionatore».
L'INTOPPO Delle dieci aule utilizzate, infatti, solo tre erano climatizzate. «È stato un problema - ammette Luigi Demelia, presidente del corso di laurea - per me è la prima volta da presidente, ma chiederò che per il futuro si intervenga perché effettivamente il caldo in queste condizioni si fa sentire». Tra gli argomenti dei test di cultura generale proposti quest'anno ai candidati c'erano la politica economica di Obama, i premi Nobel, i presidenti della Repubblica e, per la letteratura, i Promessi Sposi. Nel test anche una domanda sull'intifada che potrebbe aver stupito i cinque studenti palestinesi con passaporto israeliano che avranno accesso ai posti messi a disposizione per gli stranieri.
IL PRESIDE «Tutto si è svolto con assoluta serenità - chiarisce il preside Mario Piga - impossibile copiare sia per il sistema di vigilanza che per l'assegnazione prestabilita dei posti». A garantire la regolarità delle prove c'erano 65 tra docenti e vigilanti, più agenti di polizia e carabinieri. Ora le buste sigillate verranno spedite a Bologna per la correzione. Da lunedì, grazie ad una password, saranno a disposizione le risposte per i candidati. Oggi tocca al test per odontoiatria.
FRANCESCO PINNA
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari e provincia – pagina 17
La disputa. Alberto Concu replica agli ex studenti dell'Istituto di educazione fisica
Il docente: «L'Isef non è meglio di Scienze motorie»
   
«L'Isef meglio della facoltà di Scienze motorie? Un'affermazione da bar dello sport». Alberto Concu, professore ordinario di Metodi e didattiche delle attività sportive della facoltà di Scienze motorie, polemizza con gli ex studenti Isef che nei giorni scorsi, in occasione della chiusura definitiva della sede cagliaritana dell'Istituto di educazione fisica, avevano comparato la loro esperienza con il corso di studio attuale sostenendo, tra le altre cose, che «sotto il profilo formativo era meglio della attuale laurea in Scienze motorie perché all'epoca si curava di più la parte pratica, cosa che oggi non si fa».
«Ahimè, il bar dello sport tenta di invadere l'accademia», attacca Concu. «Questi detrattori della formazione universitaria, questi che pensano che la pratica sia meglio della grammatica, questi che “… noi sì che ci facevamo il mazzo per 11 ore al giorno…” e che non hanno mai calcato il suolo delle aule universitarie non hanno la capacità di percepire che per fare l'ingegnere non si deve passare per un duro lavoro da muratore o che per fare l'avvocato non si deve passare per un soggiorno nelle patrie galere. Ovvero per diventare dottore in scienze motorie non si deve per forza passare per un duro impegno di attività fisica».
Il professore è caustico quando sostiene che «c'è chi non riesce a capire che lo sport non è più un'attività artigianale ma un'attività alla cui base ci deve essere una robusta formazione scientifica: la scienza dello sport, appunto. Oggi anche nel mondo delle attività motorie e sportive», prosegue Concu, «l'empirismo non è più necessario; infatti, il sapere scientifico attuale consente di sostituire l'osservazione diretta di un soggetto in movimento, per trarne notizie utili in funzione del protocollo di training, con la previsione delle stesse sulla base di un modello costruito tramite competenze bio-fisico-matematico-ingegneristiche. Questo è ciò che vedo girando per il mondo come visiting professor, in strutture accademiche e non, dove la scienza dello sport viene creata ed applicata utilizzando al massimo team di cervelli con competenze scientifiche di altissimo livello e diversificate (biologi, ingegneri, matematici, metodologi dello sport, medici). Sarà per questo», conclude il docente a Scienze motorie, «che in questi paesi la quantità di medaglie vinte in occasione di meeting sportivi internazionali è così elevata? Sarà per l'assenza di questo che il nostro paese ai mondiali di atletica di Berlino non ha preso neanche una medaglia? Questi quesiti li lancio simbolicamente sul bancone del bar dello sport».
 
3 – L’Unione Sarda
Sulcis – pagina 27
Iglesias. La presidente Anna Musinu: «Mancavano le risorse, le autorità dovevano muoversi prima»
Niente fondi, l'Università chiude
Scienze dei materiali, un trasloco annunciato
 
Scienza dei materiali è stato trasferito a Cagliari unicamente in quanto mancavano le risorse perché potesse continuare a svolgersi nella sede di Iglesias. E l'intervento delle autorità è stato tardivo. Lo spiega la presidente del corso di studi Anna Musinu.
Non ci sarà nessun ripensamento. Il numero esiguo di studenti che ha deciso di iscriversi al primo anno di Scienza dei materiali, dirottato a Monserrato, non basta per ipotizzare un ritorno a Monteponi. Anna Musinu, presidente del corso di laurea, lo dice con chiarezza: «I problemi che hanno determinato il trasferimento persistono. Anche la nuova Giunta regionale, che in un primo momento sembrava aver mostrato un vago interesse, non è stata sinora conseguente. Continuano a mancare i fondi che servono per tenere in piedi l'Università diffusa, le cui sorti erano state già segnate dalla precedente amministrazione regionale. Senza finanziamenti non si va avanti, è impossibile fare programmazione, portare avanti la ricerca, indispensabile in un campo come questo».
LE ISCRIZIONI La speranza di un ritorno a Iglesias è stata determinata dalla recente pubblicazione, sul sito dell'Università, dei dati relativi agli studenti candidati ai test per l'ammissione ai vari corsi di laurea.
Per Scienza dei materiali sono appena 15 su 44 posti disponibili. Un risultato negativo, che potrebbe salire soltanto grazie all'esodo degli studenti che non rientreranno nelle graduatorie dei corsi più gettonati. Alla luce di questo flop il sindaco Pierluigi Carta aveva auspicato un ripensamento da parte dei docenti e dell'Università, accusati di avere adottato «un comportamento dannoso per il nostro territorio e per le sorti dello stesso corso di laurea. Non sono riusciti ad incrementare il numero di iscrizioni, anzi. Per cui ritengo si debba essere conseguenti e riportare il corso di studi nel territorio che più è congeniale. Tutti possiamo sbagliare, ma perseverare è diabolico».
LA POLEMICA La replica non si è fatta attendere. «Avremmo voluto che il sindaco si fosse mosso quando era opportuno farlo per salvare Scienza dei materiali - incalza Anna Musinu - invece tutte le volte che abbiamo lanciato l'allarme, chiedendo il supporto delle istituzioni locali per fare in modo che la Regione erogasse i finanziamenti necessari, ha sempre rassicurato, sostenendo che non ci sarebbero stati problemi».
Ma se il trasferimento di Scienza dei materiali alla cittadella universitaria aveva come scopo quello di rivitalizzare un corso di laurea in agonia, il risultato non è stato affatto lusinghiero.«Inutile negare che i dati siano poco confortanti, anche se il numero preciso lo avremo a fine settembre, dopo i test - prosegue la docente universitaria - ma in un certo senso era prevedibile, con quello che è accaduto attorno a Scienza dei materiali». CONFUSIONE L'ultimo episodio è avvenuto a luglio, con la pubblicazione del manifesto del corso di studi predisposto dall'Università. Una postilla specificava che «in caso di disponibilità di fondi il corso sarebbe partito a Monteponi. Il che - denuncia Musinu - non ha fatto altro che disorientare gli studenti, ai quali in questo modo non è stata data neppure la certezza sulla sede nonostante si sapesse che sarebbe stato impossibile ripartire a Monteponi». Per ora a villa Bellavista vanno avanti il secondo e terzo anno e poi l'esperienza, iniziata dodici anni fa andrà ad esaurimento. A questo punto per cambiare la situazione ci vorrebbe un miracolo.
CINZIA SIMBULA

 
4 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
La tribù dei futuri medici
Università, folla di candidati ai test di Cagliari e Sassari
 
Pagina 5 - Sardegna
Cagliari: 150 studenti arrivano da oltremare 
Alla Cittadella l’84,3% dei 1.533 candidati, molti genitori supporter 
di Paolo Camedda
 
 CAGLIARI. Preoccupazione, tanta tensione, speranza. Con questo stato d’animo 1.292 studenti dei 1.533 che avevano chiesto di accedere al test per la facoltà di Medicina, tra questi 150 arrivati da altre regioni, hanno risposto al questionario di 80 domande, sotto la vigilanza di 65 dipendenti dell’università. I posti a disposizione sono 172, cui si aggiungono i sette per studenti stranieri.
 L’appuntamento con l’appello è per le 9 e trenta alla Cittadella universitaria. In poco tempo la piazza antistante le aule si riempie di gente. I cagliaritani sono numerosi, ma la maggior parte degli studenti arriva da fuori porta. «Siamo molto tese», dicono Isabella e Roberta, di Ulassai, «abbiamo studiato e speriamo di farcela, anche se siamo davvero in tanti».
 «È la terza volta che tento di passare il test», dice invece Andrea Virdis, di Oristano, «quindi so cosa mi aspetta. Sono preparato, ma non mi faccio illusioni, perché i posti sono pochi». Qualcun altro non si preoccupa più di tanto. «Abbiamo studiato», affermano Andrea e Giuseppe, di Cagliari, «ma domani faremo anche le selezioni per odontoiatria». Non manca chi è venuto senza un’adeguata preparazione.
 «Sono tranquillo», dichiara Luca, di Sestu, «perché non essendo molto preparato sono venuto a tentarmela». Tesissimi i genitori: Costantina e Antonella vengono da Sassari, duecento chilometri per accompagnare i figli. «Cerchiamo di restare tranquille, ma non è semplice», dicono. E contestano il numero chiuso. «La selezione è molto rigorosa, per cui è difficile passare. Inoltre chi ha potuto seguire a Roma i corsi a pagamento dell’ordine dei medici parte avvantaggiato», denunciano le due mamme. Perché fare il test a Cagliari e non a Sassari? «A Sassari le possibilità di passare sono ancora meno», spiegano, «perché ci sono 1800 domande per 110 posti». Tanti anche coloro che sono venuti dalla penisola. Patrizia Barcellona e Giuseppe Celestra arrivano da Palermo. I figli, nonostante i costi degli affitti più alti rispetto alla Sicilia, hanno preferito Cagliari perché ci sarebbero maggiori possibilità di passare, dato che lì le domande sono 2000 per 250 posti. Anche loro vorrebbero un accesso libero all’università.
 «Con questi test d’ammissione si viola il diritto allo studio», ha detto Patrizia Barcellona, che ha aggiunto: «Chi ha la volontà di fare il medico viene scoraggiato. Dovrebbe esserci una selezione naturale negli anni successivi». Alle 11 i ragazzi cominciano la prova, due ore per 80 domande a risposte multiple, Per il gran caldo vengono distribuite bottigliette d’acqua. Verso l’una meno venti escono i primi che hanno consegnato il compito.
 Facce sollevate, volti finalmente distesi.
 «Il test era abbastanza difficile e c’era molto caldo», dice lapidaria Maria Elena, arrivata da Palermo. «Copiare era impossibile, eravamo controllati a vista», aggiunge. Le domande più difficili? Tutti concordano nell’indicare quelle di biologia. «C’erano molti quesiti di biologia molecolare», ha detto la cagliaritana Francesca Cossu, «ci aspettavamo più domande di anatomia». «Nonostante il test mi sia sembrato accessibile», ha aggiunto Federico Contu, di Carbonia, «c’era una domanda di biologia sui virus che è stata tolta dal programma ministeriale».
 Ora tutti incrociano le dita e ciascuno spera di essere tra i pochi che saranno baciati dalla fortuna.
 
Pagina 5 - Sardegna
Il materiale valutato a Bologna dal Cineca 
Le risposte esatte dal 7 settembre saranno su internet 
E dall’11 settembre si conosceranno i risultati individuali 
 
 SASSARI. Le prove, al termine della mattinata, sono state sigillate e oggi saranno inviate a Bologna, dove saranno corrette. La suddivisione in base all’età evita la presenza di candidati già laureati che partecipavano solo per aiutare i parenti più giovani. Sarà il Cineca, il Consorzio interuniversitario che, su incarico del ministero dell’Università, curerà l’elaborazione dei risultati. Dal 7 settembre l’elenco degli 80 quesiti oggetto delle prove e le rispettive risposte corrette si potrà consultare sul sito del Consorzio, mentre i risultati individuali non saranno disponibili prima dell’11 settembre. Gli interessati potranno controllarli su internet con una userid e una password personali ricevute ieri. Oggi sono previsti gli altri test d’accesso alle facoltà secondo il calendario pubblicato su www.unica.it. Per Medicina è in programma la selezione per il corso di laurea specialistica a ciclo unico in Odontoiatria. Mercoledì prossimo ci saranno quelle per le lauree triennali di primo livello per le professioni sanitarie.
 
Pagina 5 - Sardegna
Sassari, a 60 anni aspira al camice 
Medicina: dei 1.450 iscritti al test, solo 893 hanno risposto all’appello 
UNIVERSITA’ Numero chiuso: al via le selezioni, oggi è la volta di Odontoiatria, seguiranno le lauree triennali 
di Federico Spano
 
 SASSARI. Gli iscritti erano 1450, ma all’esame di ammissione al corso di laurea in Medicina si sono presentati in 893. Ieri mattina, l’ingresso posteriore del palasport di piazzale Segni è stato letteralmente invaso da aspiranti medici, provenienti da mezza Italia.
 Chi è arrivato a Sassari immaginando di avere più chance, rispetto ad altre università italiane, ieri si è dovuto ricredere. Anche se forse è rimasto meno deluso rispetto ai «colleghi» che, sperando nell’«effetto terremoto», si sono presentati al test di accesso alla facoltà di Medicina dell’università dell’Aquila: erano in mille, il doppio dell’anno scorso.
 I posti disponibili alla facoltà di Medicina sassarese sono 110, più altri cinque riservati a cittadini non comunitari residenti all’estero. Oltre un candidato su dieci, quindi, riuscirà a entrare in Medicina e Chirurgia.
 Ieri mattina, alle 8,15 il parcheggio di piazzale Segni era già invaso dalle auto e davanti al cancello posteriore del palazzetto dello sport c’erano almeni 500 persone. «È la seconda volta che provo il test - ha raccontato Alessia Carnevale, aspirante neurochirurgo -. In questi mesi ho studiato proprio in funzione di questo test, per il quale è fondamentale avere buone basi scientifiche».
 «A Bologna, per iscriverti all’esame di ammissione, devi pagare 60 euro, qua a Sassari soltanto 20 - ha spiegato Andrea Pucci, arrivato direttamente da Crotone, in Calabria -. Fuori si parla molto bene di questa università. Per prepararmi per il test, durante l’estate mi sono trasferito a Bologna, dove ho seguito un corso specifico».
 Poco dopo le 8,30 i cancelli sono stati aperti dalle guardie giurate e i «candidati» sono potuti entrare mostrando un documento. Dopo l’adunata all’aperto, dove gli iscritti al test hanno ricevuto le indicazioni sullo svolgimento della prova (80 quiz a risposta multipla), pian piano è iniziato il controllo dei documenti e dei cellulari (rigorosamente spenti). «Hanno anche staccato le etichette dalle bottigliette d’acqua - ha raccontato Claudia Achenza, di Uri -. Ho dovuto chiedere il permesso per portare dentro un santino. Poi ci hanno dato una cartella nera rigida, una penna e la busta chiusa con i fogli del test».
 Superati i controlli, gli studenti si sono distribuiti sulle tribune: in quella di destra i 427 nati dal 1990 al 1992, al loro primo tentativo. Nella curva i 363 nati nel 1988/1989, che l’anno scorso non avevano superato la prova. Nell’altra tribuna, i 103 candidati nati prima del 1988. L’aspirante medico più anziano era un pensionato di 60 anni.
 I componenti della commissione hanno verificato che nessuno studente conoscesse il proprio vicino, facendo spostare diverse persone.
 Alle 11,10 è stato dato l’ok per l’apertura delle buste ed è iniziato ufficialmente il test: due ore di tempo a disposizione (vietato alzarsi, neppure per andare in bagno) per rispondere alle 40 domande di cultura generale e ragionamento logico, alle 18 di biologia, alle 11 di chimica e alle 11 di fisica e matematica. All’una e dieci, alla conclusione della prova, in molti avevano già consegnato. Le buste sono state sigillate e in serata sono state spedite al Cineca di Bologna dove i compiti verranno corretti. Lunedì prossimo si saprà chi avrà superato il test e potrà iniziare la sua carriera universitaria alla facoltà di Medicina.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
Al via la corsa per l’elezione del nuovo preside di Medicina in programma il 23 settembre 
«Una facoltà da salvare» 
Tre i candidati, Giulio Rosati lascia dopo 12 anni 
di Gabriella Grimaldi
 
 SASSARI. Ci sono da affrontare i problemi della didattica. Perchè se non ci sono riconoscimenti a livello europeo si rischia di finire nel cono d’ombra delle facoltà «strapaesane». E c’è da ripensare a un nuovo metodo per prendere decisioni nel modo più ampio possibile.
 Sono questi i punti principali su cui si basa la corsa alle elezioni per la presidenza della facoltà di Medicina in programma per il 23 settembre. In lizza ci sono tre nomi eccellenti del mondo accademico cittadino: Isidoro Aiello, ordinario di Neurologia, Andrea Montella ordinario di Anatomia umana e Giuseppe Madeddu, direttore di Medicina nucleare, nonchè attuale vicepreside.
 A lasciare, dopo 12 anni e quattro mandati consecutivi, il direttore della clinica Neurologica Giulio Rosati: «In questi anni mi sono impegnato al massimo per cercare di mantenere questa facoltà a un livello accettabile. I problemi sono tanti ma qualche risultato è arrivato - dice il neurologo -. Fra questi l’ottenimento, dalla Regione, delle borse di studio anche per gli specializzandi non medici. Resta da risolvere il problema della didattica, legata in modo imprescindibile all’assistenza. È ovvio che se non ci sono strutture ospedaliere adeguate sarà un’impresa riuscire a formare».
 Un problema, quello dei livelli qualitativi della didattica, particolarmente sentito da tutti i candidati. Ne è un esempio il programma elettorale diffuso da Isidoro Aiello. «Una delle emergenze - dice - riguarda sicuramente l’adozione di un sistema efficiente per il monitoraggio della qualità. Per me un protocollo valido è quello messo a punto dal Crui. Permette di certificare la qualità dei corsi a livello europeo. Una premessa fondamentale per fare in modo che si esca dalla dimensione provinciale. Dobbiamo fare in modo che Sassari sia davvero una città universitaria, sia come supporto alla didattica (alloggi e altri servizi per gli studenti) già ottimo sia come possibiltà di non farsi sfuggire le grandi potenzialità della ricerca». Aiello si riferisce all’investimento di fondi della presidenza - e sarebbe questo uno dei primi passi che farebbe dopo l’eventuale elezione - per rendere più concreta la partecipazione di gruppi di ricerca a progetti europei: «È ovvio che diversamente continueremo ad assistere alla fuga dei ricercatori».
 Gli elettori (circa 180) andranno alle urne i 23. Sarà eletto il candidato che avrà raggiunto la maggioranza qualificata. Se così non sarà si andrà avanti con votazioni successive (il 25 e il 28) mentre il 30 si terrà l’eventuale ballottaggio fra i primi due più votati.
6 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 19
Ateneo. Ieri i test d’ingresso a Monserrato
Selezioni in Medicina, in 150 dalle altre regioni
 
Ben 150 aspiranti medici provenienti da altre regioni italiane si sono presentati stamane nella cittadella università di Monserrato per sostenere la prova d’accesso al corso di laurea a numero programmato in Medicina e chirurgia, fra i più ambiti fra quelli dell’ateneo di Cagliari. Dei 1.533 ragazzi che avevano chiesto di accedere al test, l'84,3%, pari a 1.292 suddivisi in dieci aule, ha risposto al questionario di 80 domande, sotto la vigilanza di 65 dipendenti dell’università. I posti a disposizione sono 165, cui si aggiungono i sette per studenti stranieri, di cui due riservati a cittadini cinesi. Questi ultimi potrebbero non essere assegnati per mancanza di candidati. I risultati individuali non saranno disponibili prima dell’11 settembre. Oggi sono previsti gli altri test d’accesso.  
 

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