Domenica 30 agosto 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 agosto 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Primo piano – pagina 2
Paolo La Colla, ordinario di Microbiologia e Virologia generale: «Abbiamo il 70 per cento di probabilità di subire sintomi meno gravi»
Lo studioso di virus: vaccinarsi conviene
   
Vaccinarsi. Per Paolo La Colla, ordinario di Microbiologia e Virologia generale nonché direttore del dipartimento di Scienze e Tecnologie biomediche dell’università di Cagliari, non ci sono dubbi: contro l’influenza A che per la prima volta ha colpito in modo grave in Italia, il vaccino, in vista della ripresa delle scuole e dell’arrivo dell’autunno, è l’arma migliore.
Non è troppo tardi? Si parla di vaccinazioni a partire da novembre, ma siamo ad agosto e c’è già il primo malato grave.
«La preparazione dei vaccini è iniziata mesi fa, appena il ceppo che sta causando la pandemia è stato isolato e si è avuta la certezza che sarebbe rimasto in circolazione. Purtroppo è necessario del tempo per stabilire con certezza quali sono gli antigeni del virus, nel nostro caso gli H1N1, le proteine che mediano il passaggio del virus stesso: inibite quelle, si blocca il contagio».
Quali caratteristiche rendono particolarmente temibile questo virus?
«Guardi, il virus è veloce, cioè ha un’alta capacità di diffondersi in tempi rapidi, ma non troppo aggressivo, nel senso che non ha la capacità di provocare infezioni dalla sintomatologia particolarmente grave. I rischi sono soprattutto legati alla rapidità impressionante con cui abbiamo visto diffondersi, di continente in continente, il contagio».
Anche per l’aviaria si paventarono rischi di contagio planetari: poi l’allarme si sgonfiò.
«Una delle preoccupazioni principali dei ricercatori è proprio quella di riuscire a spiegare i fenomeni scientifici in modo da evitare reazioni di diffidenza e sottovalutazione. È importante evitare che la gente pensi all’allarmismo dei “soliti scienziati”, a manovre delle case farmaceutiche o addirittura, come è stato fatto, all’ipotesi dei virus prodotti in laboratorio».
Solo dietrologie, deliri complottistici? O c’è qualcosa di vero?
«Non siamo ancora capaci di manipolare geneticamente un virus in modo da farne un’arma micidiale. Quanto all’aviaria, l’allarmismo nasceva dalla scoperta che anche il virus dell’epidemia del 1914-1918, quella che produsse un numero enorme di vittime, secondo alcuni studi addirittura 200 milioni di persone, era di origine aviaria».
Certo tanto allarmismo ha fatto fare affari d’oro a diverse case farmaceutiche.
«Non c’è dubbio che gli interessi economici siano consistenti. Sia per i vaccini che per i farmaci. Ma non bisogna dimenticare gli aspetti scientifici della faccenda: il vaccino preserva dal contagio. Si stima che quello contro l’influenza A possa avere un 70 per cento di efficacia».
Che, in pratica, significa?
«Che su cento vaccinati che dovessero entrare in contatto col virus, settanta avranno un decorso sub-clinico, cioè sintomi molto meno gravi. Ovviamente, occorre che la vaccinazione sia fatta per tempo e che il paziente non abbia difetti nel sistemi immunitario. Poi dipende dalla quantità di virus con cui si entra in contatto».
È previsto che i primi a essere vaccinati siano medici e personale sanitario. Quindi anziani, bambini e persone con malattie croniche dell’apparato respiratorio, circolatorio, urinario, del sangue, diabetici. E poi?
«Viviamo in un’epoca segnata dall’ansia: i malati immaginari, oggi, sono molto più numerosi che ai tempi di Moliére. Farebbero bene a vaccinarsi anche loro: starebbero più tranquilli».
Il vaccino non ha controindicazioni?
«Guardi, il rapporto rischi/benefici è così sbilanciato a favore dei benefici che c’è poco da discutere: vaccinarsi conviene».
MARCO NOCE

2 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
La beffa degli assegni di merito 
Niente soldi prima di febbraio per quasi 6mila universitari in attesa da mesi 
di Pier Giorgio Pinna
 
 SASSARI. Una beffa. E in piena regola. Gli assegni di merito destinati agli universitari rischiano di arrivare a tempo scaduto. Almeno così succederà per quasi seimila giovani sardi: per l’esattezza, tutti quelli che fanno parte della terza graduatoria stilata dalla Regione, l’ente che da tempo si era impegnato a garantire i presalari agli studenti migliori. Colpiti dai ritardi della burocrazia sono i ragazzi che a fine 2007 risultavano iscritti non al primo ma agli anni successivi di qualsiasi corso di laurea, sia in Sardegna sia in atenei della penisola. Mentre i colleghi delle altre due categorie hanno già cominciato a incassare i 3mila euro (o 6mila, se fuori sede), per loro nella migliore delle ipotesi se ne parlerà all’inizio del 2010, forse in febbraio. Sì, perché la giunta regionale ha recentemente deciso di affidare all’esterno il servizio per la verifica delle posizioni e per la compilazione delle classifiche. Il che, analizzando nel merito i termini della gara d’appalto, significa causare una dilatazione dei tempi quasi senza fine.
 Fatto che tra gli interessati e le loro famiglie sta provocando una valanga di proteste, reazioni, interventi. E prese di posizione che, così come già accaduto in passato, sconfinano sul web alimentando blog e forum.
 Ma un passo indietro consente sicuramente di capire meglio. Gli assegni di merito rientrano nelle misure adottate qualche tempo fa dalla giunta di centrosinistra guidata Renato Soru. L’idea, assieme ai Master and back sul versante dei ragazzi già laureati, era quella di dare una mano sul piano finanziario ai giovani dell’isola con un buon rendimento negli studi. Tutto a prescindere dal reddito, con un occhio di riguardo agli iscritti nelle facoltà scientifiche.
 Fin dall’inizio la gestione dell’intera materia da parte degli uffici amministrativi della Regione è stata contrassegnata da manchevolezze e lungaggini. Carenze in parte attribuibili all’enorme mole di richieste, in parte dovute all’impossibilità da parte dell’assessorato alla Pubblica istruzione di fronteggiare il nuovo lavoro per via di organici da tutti giudicati insufficienti. Dopo che in primavera la giunta di centrodestra ha confermato gli impegni dichiarando pubblicamente la validità dell’iniziativa, il disservizio non è cessato. Dall’inizio dell’anno è stato così possibile varare soltanto i primi due elenchi di candidati e pagare gli assegni a parecchie centinaia di selezionati.
 Da quest’estate, però, tutto cambia. Riconoscendo implicitamente che l’apparato amministrativo della Regione non è in grado di occuparsi delle migliaia di domande già presentate e di quelle che saranno inoltrate con i nuovi bandi già finanziati per altri 15 milioni (2009-2010), l’esecutivo del governatore Ugo Cappellacci ha disposto quella che è stata chiamata «un’esternalizzazione dell’attività». Tradotto dal burocratese al linguaggio corrente, questo vuol dire che d’ora in poi, e cioè dal prossimo autunno, sia pure sotto la super vigilanza della Regione, sarà una società privata a occuparsi dell’intera faccenda. Con il compito tanto di «smaltire l’arretrato», ossia la definizione della classifica legata all’ormai famigerata terza categoria, quanto di governare concretamente i nuovi flussi di richieste.
 Tutto ciò per una complessiva erogazione di denaro pubblico che supera i 18 milioni. Tra i 5.633 (in origine più di 7mila) per il momento inseriti nell’elenco finale della terza graduatoria dovranno infatti essere individuati i più meritevoli, quelli che in definitiva si spartiranno i 3 milioni 333mila e spiccioli previsti per la loro fascia di appartenenza. Gli altri fondi sono invece destinati a finanziare il nuovo ciclo del prossimo anno. L’importo a base d’asta per l’appalto connesso al servizio ammonta a poco più di 185mila euro, con un importo massimo complessivo stimato in 444mila compresa qualsiasi forma di opzione o rinnovo. Resta solo da augurarsi che, a questi prezzi, d’ora in poi venga garantita almeno la tempestività nella definizione delle graduatorie.
 
Pagina 4 - Sardegna
La Regione dà in appalto il servizio 
«E intanto io, a un anno dalla domanda, non ho risposte» 
 
 SASSARI. Viaggia soprattutto su internet la protesta degli studenti. Che, giorno dopo giorno, continuano a contattare gli uffici della Regione per sapere se riceveranno mai gli assegni di merito. Tra loro, Giancarlo, un ragazzo sardo di 22 anni che frequenta l’ateneo di Pisa. Il quale, forse a suo stesso beneficio dopo un’attesa così lunga, riassume le tappe della propria odissea in una lettera fatta pervenire a uno degli indirizzi di di posta eletronica della «Nuova».
 «Il bando che mi riguarda risale a oltre un anno fa - spiega - Nello scorso febbraio 2009 l’assessorato ha notato che i dati raccolti per la terza categoria (iscritti ad anno diverso dal primo), erano insufficienti. È stata dunque richiesta una integrazione in cui venissero riportati gli esami sostenuti con crediti formativi e voti associati. Ma a tutt’oggi, a 13 mesi dalla pubblicazione del bando, noi studenti della terza categoria non abbiamo nemmeno visto la graduatoria provvisoria».
 Sul sito della Regione, nella parte riservata alle comunicazioni istituzionali, e quindi anche agli studenti in attesa, in effetti si forniscono informazioni soltanto di carattere generale. Oltre all’assicurazione che si sta facendo il possibile per dare una risposta in tempi brevi su questo specifico punto.
 Ma per capire che in realtà sta per cominciare una nuova procedura con affidamento del servizio a terzi bisogna cercare altrove. Magari parlare con gli operatori ai numeri indicati dalla stessa amministrazione. Oppure spulciare tra le gare d’appalto in corso di svolgimento. Insomma, una situazione che non può non provocare amarezza tra le migliaia di ragazzi che aspettavano gli assegni della terza categoria.
 E che porta lo studente fuori sede a Pisa a concludere: «In parole povere, vedremo i soldi quasi due anni dopo la pubblicazione del bando. E nel frattempo resteremo qui a roderci le budella». (pgp)
 

Questionario e social

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