Lunedì 6 luglio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 luglio 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 10
università
Giurisprudenza, riconfermato Massimo Deiana
 
Massimo Deiana è stato confermato alla guida di Giurisprudenza. Il preside è stato eletto nel consiglio di facoltà dello scorso 30 giugno ottenendo 64 voti su 67 votanti (3 astenuti). Continuerà così il mandato fino al 2012. Ordinario di Diritto della navigazione si è laureato in Giurisprudenza con lode nel 1986. Studioso di diritto dei trasporti, di diritto aereo e marittimo si occupa dei problemi giuridici della continuità territoriale. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 10
ateneo
Non si placa la diatriba sul testo contestato
 
I rappresentanti della lista Ichnusa intervengono nella discussione che si è sviluppata all'interno della facoltà di Lingue, sul testo scritto dal professor Emilio Biagini, docente di Geografia, contenente alcune opinioni personali.
«La discussione», spiegano i rappresentanti degli studenti, «è giunta ad un epilogo che noi non vogliamo. L'Università ha bisogno di docenti che si prendano fino in fondo la responsabilità di quello che dicono e della ricerca che stanno intraprendendo. Altrimenti il risultato sarà un Ateneo ancora più mummificato di quello che è già. Il caso Biagini andava gestito meglio, ma il suo protrarsi nel tempo ha portato a galla un fatto chiaro: quando si parla di libertà d'insegnamento e diritto allo studio non si ha la minima idea della portata della questione. Sicuramente il professore non deve imporre agli studenti le sue idee. Ma il rischio più grande che stiamo correndo è quello di un'élite che si arroga il diritto di decidere cosa si possa dire o fare». 

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sassari
Oltre duemila visitatori alla mostra sull’epidemia. È l’archeologia l’ultima frontiera del turismo 
La peste del 500, trovate altre tombe 
Nuove importanti scoperte all’interno del cortile del Quarter ad Alghero 
La tragedia collettiva si consumò nel 1582 Decimati i catalani 
di Federico Spano
 
SASSARI. Ad Alghero, sepolture collettive di un’epidemia di peste, a Sassari, ambienti sotterranei di un castello che si pensava totalmente distrutto, a Porto Torres, una sala medievale nascosta per secoli nella basilica di San Gavino. Le scoperte archeologiche degli ultimi mesi sono già diventate nuove e importanti risorse turistiche per il territorio.
 Il ritrovamento delle sepolture collettive dei catalani uccisi dalla peste ad Alghero, in questi giorni si è arricchito di ulteriori e importanti testimonianze di quella immane tragedia collettiva. Gli archeologi, infatti, hanno riportato alla luce nuove tombe e sono riusciti a datare con più precisione il periodo in cui quell’epidemia travolse la città. I ritrovamenti sono stati fatti nel cantiere del Quarter ad Alghero, dagli archeologi e antropologi, diretti dal professor Marco Milanese, ordinario di Archeologia nell’università di Sassari. Gli studiosi lavorano nel cortile dell’ex Collegio Gesuitico della città, costruito a partire dal 1589 sul sito di un grande cimitero urbano. Il complesso architettonico, oggi noto come Lo Quarter, infatti, è al centro di imponenti e radicali opere di restauro e riqualificazione. «Quello che il sottosuolo continua a restituire ogni giorno - spiega il professor Marco Milanese - riveste un carattere eccezionale: sono già quattordici le trincee di sepolture collettive (la più grande conta 25 scheletri) e altre sepolture con 4-6 scheletri per fossa. Si tratta di una fase sepolcrale che testimonia un episodio di morte collettiva, forse databile alla fine del Cinquecento, probabilmente alla grande epidemia del 1582/83». Un aspetto straordinario di questi ritrovamenti è il tipo di sepoltura. «Collocare cadaveri, il busto di uno sulle gambe dell’altro, in trincee separate, sembra non avere confronti in Sardegna come nella Penisola - aggiunge Milanese -, né una prima ricerca svolta in area catalana ha prodotto alcun risultato. Il caso di Alghero sembrerebbe unico, anche se stiamo valutando un confronto nell’area di Marsiglia. Il ritrovamento ci consegna comunque una testimonianza di eccezionale valore per la storia della città.
 Nel frattempo la mostra “Antica Gente di Alghero”, che ha riproposto per tutto il mese di giugno una passeggiata virtuale nel cimitero con un allestimento al Quarter Sayal, ha riscosso uno straordinario consenso di pubblico, con oltre 2000 ingressi. La mostra è stata prorogata di qualche giorno. I curatori auspicano che il Comune accolga la richiesta per consentire all’esposizione di prolungare l’apertura nel pieno della stagione turistica e di poter stampare una pubblicazione divulgativa che riproduca i testi e le immagini dei 30 pannelli della mostra.
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie