Sabato 27 giugno 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 giugno 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Commenti – pagina 37
dopo le spaccature nell'ateneo cagliaritano
Una nuova era (forse) per l'università
di Paolo Pani*  
 
Per l'università: voltare pagina. Sembra che ci siano le premesse: è quanto ha promesso, nella sua recente campagna elettorale e in quella precedente (contro Mistretta), il prossimo Rettore, l'economista Giovanni Melis. Non sarà facile dopo i 18 anni ininterrotti dell'amministrazione Mistretta, senza cambiamenti di politica accademica, di rinnovamento. Sono molte le incrostazioni, inutile negarlo: l'ateneo è giunto, alle recenti elezioni, molto diviso secondo vecchie logiche di spartizione d'interessi particolari, delle singole Facoltà, dei diversi gruppi di pressione, politici e non, anche dei singoli docenti, e spesso oltre i meriti.
È del tutto legittimo ammetterlo, è una constatazione: le recenti elezioni hanno rotto i vecchi e consolidati equilibri di Facoltà, quelli dei numeri nei diversi bacini di voti, fino a ieri decisivi per un Rettore. In pratica sono state azzerate le vecchie alleanze tra le Facoltà con i maggiori gruppi elettorali. Quelle alleanze sono state la regola non scritta nella storia dell'accademia, non solo cagliaritana. Sono i limiti della nomina con sistema elettorale. In altri termini, succede che un Rettore ha sempre dovuto anteporre gli interessi delle clientele del suo bacino di votanti a quelli generali dell'ateneo. Melis è il primo che proviene dal comparto economico-giuridico di viale Fra' Ignazio, designato con un elettorato trasversale, in concreto di tutte le Facoltà; non avrebbe avuto, infatti, un proprio numero di elettori sufficiente da mettere in campo per possibili accordi. Quali le ragioni?
L'origine è stata la spaccatura della Facoltà di Medicina, divisa tra Faa e Del Zompo, è stata rotta la sua vecchia compattezza, degli equilibri accademici, i suoi voti in libertà. A poco è valso l'intervento del Preside di Medicina di dichiarazione di voto della Facoltà per il suo candidato immediatamente prima del ballottaggio. Per Melis vi è stata la dichiarazione di voto del Preside di Giurisprudenza. Ambedue gli interventi sono stati inopportuni dal punto vista della prassi, i Presidi, in quanto istituzione, devono essere super partes. Il confronto elettorale è stato aspro, di divisioni e di contrasti, e non sempre espliciti e dichiarati. Gli avvenimenti hanno però garantito, all'elettorato, maggiori gradi di libertà sul piano delle proprie scelte, è presumibile, quanto è successo nel ballottaggio, più sul piano del merito dei programmi elettorali dei candidati che non su quello di preventivi accordi accademici. È stato premiato con largo margine Melis, che si è presentato, soprattutto, come momento di discontinuità rispetto all'amministrazione Mistretta (non bisogna dimenticare che Melis si presentò come alternativa a Mistretta nel suo ultimo mandato).
Sarà necessario ricostruire, nel rinnovamento, una ragionevole trama accademica, di condivisione d'obiettivi e per finalità comuni. In questo senso si può condividere uno dei primi commenti di Melis: la sua elezione è stata una vittoria dell'ateneo. Su quali basi? Dovrebbe essere necessario, per trasparenza istituzionale, indicare obiettivi certi, facilmente identificabili e immediatamente valutabili. Può essere suggerito che uno dei primi obiettivi è quello di riportare l'ateneo cagliaritano in un contesto nazionale e internazionale, di confronto. È possibile. È diventata prassi la valutazione degli atenei sulla base di indicatori di qualità, di "produttività" (la capacità di garantire un regolare percorso del ciclo di studi), di "didattica" (garantire un rapporto equilibrato fra docenti e studenti, offrire strutture per un'adeguata offerta formativa), di "ricerca" (la capacità di progettare ricerca e di acquisire adeguati finanziamenti), di "rapporti internazionali" (stabilire il grado di apertura degli atenei alle esperienze internazionali, per docenti e studenti), del "profilo docenti" (apprezzare le Facoltà che puntino sul ringiovanimento e sulle relazioni internazionali del proprio organico). L'obiettivo per ogni ateneo, avere un'adeguata collocazione nelle classifiche nazionali. È uno dei traguardi che dovrà porsi la nostra università e il suo nuovo Rettore, far risalire l'ateneo e le Facoltà nelle classifiche nazionali. Sono questi criteri generali, validi per ogni università. Rimangono gli obiettivi specifici per quella cagliaritana, peraltro già indicati da Melis, ma forse meritevoli di ulteriori approfondimenti per la specificazione di obiettivi concreti.
*Università di Cagliari
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 15
Campus universitario, c'è la proroga
Commissione Urbanistica. Botta e risposta tra maggioranza e Pd anche su Su Stangioni
   
Per il campus universitario nell'area dell'ex Sem di viale La Playa e per il Piano di zona di Su Stangioni i tempi non sono ancora maturi. La certificazione è arrivata dalla riunione di ieri della commissione Urbanistica, nel corso della quale sono emerse nuove difficoltà di tipo procedurale.
Per quel che riguarda lo studentato, la commissione ha approvato all'unanimità la proposta della Giunta di prorogare di cinque anni i tempi di attuazione del programma integrato per viale La Playa, mentre su Su Stangioni si lavora per riportare la proposta di delibera sul Piano di zona in Consiglio comunale, per aggiustamenti ritenuti necessari da maggioranza e opposizione.
LA CRITICA A distinguersi è Claudio Cugusi, commissario del Pd: «Nonostante tutte le promesse, i cagliaritani e soprattutto i 20 mila studenti fuorisede non vedranno sorgere a breve in quell'area abbandonata una nuova cittadella universitaria, aperta agli universitari e ai cagliaritani. E le imprese che attendono il via libera per iniziare le costruzioni subiranno un danno enorme».
Critiche anche sul Piano di zona per Su Stangioni: «Come avevo pronosticato tre mesi fa, smentendo il presidente della commissione Urbanistica, tutto è fermo: la pianificazione dell'area, prima di tutto, che pure i piccoli proprietari reclamano. Le giovani coppie cagliaritane si mettano l'anima in pace e continuino a cercare casa nell'hinterland: questa Giunta e questo centrodestra non le vuole nella città e con il suo immobilismo le invita a cambiare residenza».
LA DIFESA Dal presidente della commissione Urbanistica Massimiliano Tavolacci una visione diametralmente opposta: «Per quel che riguarda il campus universitario si è trattato di una scelta obbligata, visto che il precedente piano integrato sarebbe scaduto a settembre e non prorogarlo avrebbe significato dire addio allo studentato».
Per quel che riguarda Su Stangioni ci sono «dei piccolissimi dettagli tecnici da sistemare e già la prossima settimana la questione sarà portata all'attenzione del Consiglio». ( a. mur. )
 
3 – L’Unione Sarda
Sulcis – pagina 27
Iglesias. Proteste per la decisione del Senato accademico
Il Sulcis Iglesiente dice no alla chiusura dell'Università
   
Coro unanime di proteste dopo la decisione del Senato accademico di spostare il corso di Scienze dei materiali da Monteponi a Monserrato: «Si annientano anni di lavoro, uno scippo al nostro territorio».
Il Sulcis Iglesiente dice no alla chiusura del Polo universitario di Monteponi. Un coro unanime si è levato in seguito alla decisione ufficializzata ieri dal Senato accademico cagliaritano, di spostare il corso in Scienze dei materiali a Monserrato.
I COMMENTI «È un vero e proprio scippo al territorio» ha tuonato ieri il presidente dell'Ausi e della Provincia Pierfranco Gaviano, che ha espresso a chiare lettere il proprio «vivo rammarico per una decisione che sembra sottendere una volontà di annientare il lavoro fatto in 12 anni a Monteponi». Gli hanno fatto eco i sindaci dei capoluoghi Tore Cherchi e Pierluigi Carta, che hanno stigmatizzato la decisione del Senato accademico e sottolineato il valore dei percorsi formativi e di ricerca avviati e in progetto sia a Monteponi che a Serbariu, che rischiano di venire interrotti bruscamente e - almeno è questa l'opinione condivisa - senza valide motivazioni.
GLI STUDENTI La pensano così anche gli studenti, che in un documento firmato da Alessandra Frau e Lorenzo Espa, rispettivamente rappresentanti studenteschi al Senato e nel Consiglio d'amministrazione dell'ateneo, fanno presente che il trasferimento del corso da Iglesias a Monserrato comporterà quasi certamente un depauperamento dell'offerta didattica, visto che l'Ausi aveva già stanziato per il 2009 la cifra di 160.000 euro, a fronte dei 1400 destinati alle attività del primo anno a Monserrato, e considerato che negli anni la sede di Monteponi si è dotata di efficienti laboratori che le sono valsi la certificazione di qualità Iso 9001/2000. Certificazione che - ricordano gli studenti - è stata sospesa in seguito alla decisione di spostare il corso a Cagliari.
LA LOTTA Gli studenti dell'Auci (associazione universitari Carbonia Iglesias) stanno portando avanti da mesi la lotta contro il trasferimento del corso, e ora premono perché si apra immediatamente un tavolo tra Università, Regione ed Enti Locali per discutere del futuro dell'università diffusa sarda, e in particolare di quelle sedi periferiche che non costituiscono un mero decentramento dell'attività didattica, ma che hanno dimostrato di poter conferire a questa un forte valore aggiunto, in virtù delle peculiarità dei territori dove sorgono. Orientamento condiviso anche da Gaviano, che annuncia «iniziative di massiccia protesta», e la richiesta di una chiara presa di posizione anche da parte dei vertici della Giunta e del Consiglio regionali.
PAOLO MOCCI
 

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Nazionale
Università, verso il rilancio 
Il commissario punta a confermare i corsi e le risorse in calendario incontri con i rettori e la Regione sarda 
di Nino Bandinu
 
NUORO. Università, ora il commissario punta a una serie di incontri con la Regione e con i due rettori sardi. Se sarà possibile, prima del «Manifesto di studi».
 Nel «Manifesto di studi» infatti risulteranno i corsi reali destinati all’ateneo nuorese. C’è da dire, comunque, che dopo la nomina del commissario liquidatore Cocco e lo scambio epistorale intercorso tra il sindaco della città Mario Zidda e il presidente della Provincia, Roberto Deriu, dal mare agitato si è passati alla bonaccia. Il clima sembra improvvisamente cambiato. In positivo. Così a cominciare dalla prossima settimana, il commissario liquitarore incontrerà a Sassari Maida e il nuovo rettore Mastino. Il punto sarà quello di una conferma del corso esistente. Lo stesso liquidatore punta poi alla conferma dei corsi di laurea di Infermieristica e di Scienza dell’Organizzazione.
 Ma l’appuntamento più atteso è quello con l’assessoree regionale alla Cultura. «Gli abbiamo chiesto un incontro dieci giorni fa e l’assessore Baire ha dimostrato tutta la sua attenzione», sottolinea a proposito Tore Cocco, deciso a porre soprattutto il «problema risorse», alla luce anche del «decreto mille proroghe» che sembra risparmiare per questo anno tutte le università del Mezzogiorno. Quindi si punta alla «conferma del finanziamento» dello scorso anno per l’ateneo nuorese.
 Questo per quanto riguarda i soldi, per i corsi invece l’obiettivo è consolidare l’esistente (ambientale con Sassari e amministrazione con Cagliari) in attesa di infermieristica. In questo quadro sorprende l’attivismo del commissario liquidatore, che a tutto sembra pensare, tranne che a liquidare l’università nuorese. Anzi, la sua linea sembra tutta proiettata sul rilancio. «Diciamo che puntiamo a confermare l’esistente in attesa del nuovo soggetto di gestione dell’Università» commenta Cocco. Insomma, anche lui, come tutti i nuoresi, attende una risposta al solito dilemma: consorzio o fondazione? Quando sarà sciolto l’intricato nodo? La ripresa del dialogo tra Zidda e Deriu e il costante contatto del commissario con i due assessori Carroni e Pintori lascia ben sperare.
 A meno che la situazione politica non precipiti, improvvisamente, sia al Comune che in Provincia, dove le maggioranze di centrosinistra sembrano viaggiare non molto bene, strette come si trovano tra i marosi del Puc, da una parte, e le debolezze strutturali di una coalizione precaria, dall’altra.
 In mezzo, ad attendere giorni migliori, ci sono centinaia di studenti che arrivano dalla Barbagia, con un pugno di impiegati a rischio.

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie