Martedì 23 giugno 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 giugno 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 20
Melis vince anche in campo: Medicina sconfitta ai rigori
Università. A viale Fra Ignazio la rivincita del dopo-voto
 
Una partita di calcio per mettere da parte le tensioni della lunga sfida per l’elezione del nuovo rettore. A uscire vittorioso dal campo di calcio è ancora una volta il polo economico-giuridico.
Il nuovo rettore, Giovanni Melis, ha accettato l’invito dei colleghi e ha giocato una manciata di minuti con la maglia numero quattro. Lo sfidante dell’ultimo ballottaggio, Gavino Faa, ha invece dato forfait, per sopraggiunta indisponibilità. Nella sfida calcistica tra il polo giuridico-economico e la facoltà di Medicina, che si è svolta ieri sera sul campo del Cus, non c’è stata dunque la stretta di mano tra i due ex rivali. C’è stata, però, dentro e fuori dal campo, un’atmosfera di gioco e grande cordialità tra gli studenti, i tecnici e i professori delle facoltà che sono state direttamente interessate dalla corsa al rettorato.
Una corsa lunga, a tratti aspra e carica di tensioni, non solo tra i due schieramenti ma anche al loro interno, in una conta spasmodica all’ultimo voto. Una sfida segnata da alcuni eccessi dialettici che la partita di ieri, come sottolineano gli organizzatori dell’iniziativa Paola Piras, preside di Scienze politiche, e Mario Piga, preside di Medicina, «ha messo definitivamente da parte», dimostrando che nulla impedisce «di lavorare insieme, come sempre, alle sfide che attendono oggi il mondo dell’Università».
LA PARTITA E a giudicare dalle presenze trasversali al campo del Cus, il messaggio degli organizzatori è stato largamente condiviso all’interno dell’ateneo cagliaritano. Innanzitutto, dal rettore uscente, Pasquale Mistretta («non potevo mancare») e da quello entrante, Giovanni Melis («è una bella occasione per scaricare le tensioni degli ultimi mesi»). Poi, dagli altri due candidati presenti, Raffaele Paci («non c’erano particolari fratture da sanare ma ben venga questa partita») e Maria Del Zompo (che si limita a dire «una partita bella e combattuta»), a bordo campo per tifare le rispettive squadre.
VITTORIA DI RIGORE E poi, naturalmente, da tutti i presidi (oltre a Piga e alla Piras, anche Aldo Pavan di Economia, in gran spolvero, e Massimo Deiana di Giurisprudenza, con una gamba fasciata), i professori, gli amministrativi e gli studenti che hanno giocato o sostenuto dalle tribune le loro squadre. Animando una partita in cui gli studenti di Medicina, nonostante il reclutamento all’ultimo momento di Giovanni Sulcis, ex del Cagliari ora specializzando in Ortopedia, hanno retto l’assalto del gruppo di viale Fra Ignazio fino allo scadere del secondo tempo, per poi arrendersi ai rigori (finale 5 a 3). Un po’ come nella corsa al posto di Magnifico ormai esorcizzata.
LORENZO MANUNZA

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
La facoltà è compatta, Biagini all’angolo: «Un testo alternativo» 
Parte una lettera del consiglio di facoltà e oggi l’appello pubblico di un collega 
di Mauro Lissia 
 
CAGLIARI. Arriva l’ultimatum del consiglio di facoltà per il geografo Emilio Biagini, al centro di una contestazione nazionale per il contenuto - secondo studenti e associazioni «omofobo e razzista» - dei suoi libri di testo: acquisiti i verbali dei tre consigli di corso che hanno esaminato il caso, il preside di Lingue e letterature straniere Massimo Arcangeli invierà nelle prossime ore una lettera al docente genovese per chiedergli se «intende recepire» l’invito dei colleghi di indicare un testo alternativo sul quale gli studenti in disaccordo con le sue tesi possano studiare.
 A Biagini verrà chiesto formalmente di dare una risposta scritta e sarà in base a quella che il consiglio dei docenti deciderà il passo successivo da compiere, non escluso quello del ricorso per via legale: «Per ora aspettiamo - ha spiegato Arcangeli - poi vedremo quale strada prendere a seconda di quello che ci dirà il collega Biagini».
 Una risposta il vulcanico geografo l’ha già data, sia pure attraverso la Nuova Sardegna: «Il testo rimane, non ho alcuna intenzione di ritirarlo». Ora però i colleghi, fra cui alcuni sono meno critici di altri, sembrano offrirgli una soluzione indolore: un testo alternativo da affiancare al suo, un titolo che non riporti la sua firma e che affronti i temi della geografia e della geografia economica senza le digressioni che gli studenti non hanno gradito. Se Biagini accettasse di chiuderla così, la vicenda non avrebbe probabilmente strascichi. Ora come ora tutt’altro che improbabili considerato che la Procura della Repubblica è informata di quanto sta accadendo nella facoltà cagliaritana. Finora non si parla di inchieste ma di semplici acquisizioni conoscitive del materiale: le copie dei giornali che hanno trattato il caso Biagini e gli estratti dei tre tomi elaborati dai rappresentanti degli studenti. Una fatto che non sorprenderà Biagini, il primo a ipotizzare per se stesso un’accusa di razzismo contro cui - ha annunciato alla Nuova Sardegna - è pronto a difendersi «fino alla Cassazione». Dove peraltro la libertà di insegnamento, che il consiglio di facoltà gli ha confermato e intende confermargli, acquista un valore relativo: ci sono le norme del codice penale che regolano l’istigazione all’odio razziale, quelle in cui è incorso a suo tempo il docente di filosofia Pietro Melis, condannato in primo grado. A quelle, se sarà formalizzata un’indagine, farà riferimento la magistratura cagliaritana ed è su quelle che si discuterà indipendentemente dalla scelta di un testo alternativo.
 Stamattina intanto Marco Pignotti, che insegna storia contemporanea nella stessa facoltà, presenterà - a mezzogiorno, Caffè degli Spiriti - un appello al neorettore Giovanni Melis «in merito all’esigenza di dotare l’Ateneo di Cagliari di tutti gli strumenti necessari a garantire la libertà d’insegnamento e il diritto degli studenti a non sentirsi discriminati da eventuali abusi didattici, che possano offendere anche minimamente la sensibilità di qualsivoglia confessione religiosa, appartenenza etnica, genere e orientamento sessuale, in modo che la libertà di insegnamento non sia mai sinonimo di dispotismo didattico». All’appello potranno aderire docenti e studenti universitari, che sono invitati a partecipare all’incontro.
 L’ex rettore Pasquale Mistretta aveva definito «inadeguato alla didattica» il testo in tre volumi firmato da Biagini, mentre il preside Arcangeli l’aveva bocciato come «incongruo». Più pesanti i giudizi degli studenti, mentre durissime critiche sono arrivate soprattutto dalle organizzazioni gay. Contestate anche alcune valutazioni del docente genovese su personaggi della storia e della cultura internazionale.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
E Sassari festeggia gli ottant’anni del suo Professore 
di Fabio Canessa
 
 SASSARI. Un teatro stracolmo di persone e personalità, di amici, allievi o solamente lettori. A costo di rimanere in piedi, in tanti non sono voluti mancare ieri al Civico di Sassari per rendere omaggio a Manlio Brigaglia, per festeggiare gli ottant’anni dello storico e giornalista. Più semplicemente per tutti «il professore».
 Una serata quella di ieri per ripercorrere l’attività straordinaria di un grande intellettuale. E parlare di Brigaglia, vuol dire innanzitutto parlare di memoria: di Sassari, ma anche di tutta la Sardegna. Ottant’anni di storia e di storie di una città e di una regione che Brigaglia ha raccontato - e continua a raccontare - per iscritto, in un gran numero di libri, articoli, trasmissioni radiofoniche, e a voce con una verve, uno stile affabulatorio che non annoia mai chi ascolta.
 A ricordare insieme a Brigaglia il suo percorso intellettuale e umano sono stati, oltre il direttore della Nuova Sardegna, Stefano Del Re, anche alcuni suoi ex studenti illustri come il senatore Guido Melis, il giornalista Rai Gianni Garrucciu, lo storico Antonello Mattone, direttore del Dipartimento di Storia fondato proprio da Brigaglia. Ma sono tanti a Sassari che hanno avuto la fortuna di avere come professore Manlio Brigaglia nella sua lunga carriera come insegnante iniziata nel 1948 a Pozzomaggiore, in una scuola media, e proseguita per tanti anni al liceo Azuni, prima, e all’università poi. Lunghi anni di insegnamento che hanno contraddistinto anche la vita della compagna di una vita, la moglie Marisa «tanto che - ha sottolineato Angela Mameli, assessore comunale alla Cultura - su tre sassaresi, almeno due sono passati per casa Brigaglia».
 Percorso di insegnamento che è stato ricordato anche nella lunga intervista di Tonino Oppes, caporedattore Rai Sardegna, che è stata proiettata prima dell’incontro-dibattito. Insieme agli studi universitari in una Cagliari distrutta dai bombardamenti, la laurea a soli 19 anni, l’impegno come giornalista iniziato alla Gazzetta Sarda nel 1950 e proseguito all’Unione Sarda, prima da corrispondente poi da collaboratore, fino alla Nuova Sardegna sulla quale continua a scrivere come editorialista e a curare diverse iniziative editoriali di grande successo. Libri che sono entrati nelle case delle famiglie sarde come tanti di quelli scritti direttamente dallo stesso Brigaglia che nell’intervista confessa di essere particolarmente affezionato «a quelli dedicati a Emilio Lussu». Ma a parte il ricordo della grande produzione, i meriti che anche il sindaco ha voluto sottolineare con la consegna di una targa «ai primi 80 anni» del professore, il «Brigaglia day» è stata occasione per il pubblico di sentire, tra un applauso e l’altro, aneddoti, incontri, piccole e grandi storie, raccontate con uno stile inconfondibile che affascinava i suoi allievi e continua a conquistare chi ha il piacere di ascoltarlo.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
In Sardegna una crisi meno pesante 
Da un convegno è emerso che le imprese pagano cronici ritardi strutturali 
L’analisi del Crenos sull’economia: «Nessuna onda lunga della depressione ma c’è poco da stare allegri» 
di Antonello Palmas
 
 SASSARI. La Sardegna ha risentito meno di altre realtà della crisi mondiale. Ma c’è poco da stare allegri: è il riflesso di un’economia poco sviluppata, che non deve temere l’eventuale “onda lunga” della depressione che ha colpito regioni sviluppate, come quelle venete.
 La nostra regione era già in crisi, prima del crollo di Lehman Brothers. È una delle indicazioni emerse dal convegno «L’economia della Sardegna. Analisi, confronti e prospettive», tenutosi all’Università e durante il quale sono stati illustrati e commentati gli studi redatti dal Crenos (il Centro di ricerche ecomiche degli atenei di Sassari e Cagliari) e dalla Banca d’Italia.
 «E’ importante capire dove stiamo andando - spiega uno dei coordinatori, il direttore della filiale sassarese di Bankitalia, Gennaro Gigante - e mettere a confronto le idee di commentatori di gran livello al cospetto di una crisi mai vista».
 Gli ha fatto eco il neoeletto rettore Attilio Mastino, affermando che il mondo accademico sente il peso della responsabilità di lavorare per trovare soluzioni».
 Giuseppe Saporito (del Nucleo di ricerca economica di Bankitalia Cagliari) ha illustrato i risultati della ricerca dell’istituto di credito basata sui dati raccolti monitorando 140 imprese cominciando dal calo del pil in misura analoga a quello nazionale nel 2008: -1%. L’indagine ha messo in rilievo come il calo riguardi soprattutto il settore industriale, in particolare nella chimica (vedi ad esempio la vertenza del Petrolchimico), nei metalli e nel tessile, confermato dalle indicazioni dei primi mesi del 2009. Meno colpito il settore del commercio: solo -1,2%, mentre il turismo ha addirittura mostrato un incremento del 2,3%, così come appare confortante il momento del settore trasporti, con un aumento del traffico in tutti i principali scali regionali.
 Metà delle imprese prevede l’inizio della ripresa nel giro di 12 mesi (quindi intorno ad aprile 2010), ma c’è un’altra consistente fetta più pessimista che parla di 18-24 mesi. A una diminuzione dell’occupazione, si contrappone una netta crescita della disoccupazione: da 9,9% a 12,2 %. Da segnalare la contrazione dei prestiti bancari (per la contrazione del mercato immobiliare), l’aumento dei tassi di interesse e la crescita dei depositi.
 Il rapporto del Crenos, illustrato da Anna Maria Pinna, si chiede cosa c’è da aspettarsi per una piccola regione come la Sardegna, che quando fa bene riesce a seguire la non esaltante media nazionale e che, peraltro, negli ultimi anni sembra addirittura non esserci nemmeno riuscita. E questo nonostante il turismo faccia vivere all’isola un «processo di internazionalizzazione» grazie all’apprezzamento da parte della domanda estera dei prodotti della nostra economia e quelli ambientali. Ma questo interesse non è stato sfruttato dalle imprese sarde per superare il pesante limite della ridotta dimensione locale, perché vanificato dagli evidenti e cronici ritardi strutturali. Ora che questi ultimi si sommano alla crisi globale, l’industria isolana si trova in affanno con pesanti ripercussioni economiche e sociali.
 
Pagina 22 - Sassari
POTENZIALITÀ 
Fondamentali le infrastrutture e i collegamenti 
 
SASSARI. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha previsto potenzialità di crescita a livello nazionale del 30% a patto che si migliorino infrastrutture e turismo. Una valutazione che sembra calzare a pennello per le esigenze del nord Sardegna, maggiormente votato ai flussi turistici, ma che soffre di una carenza infrastrutturale in grado di frenare qualunque ambizione di crescita. Il simbolo del freno è la Sassari-Olbia. «Su questa arteria vengono riposte parecchie speranze di crescita - ha spiegato il presidente provinciale di Confindustria, Stefano Lubrano, dolendosi anche per i danni provocati dallo spostamento del G8 -. È certo che agevolerebbe gli scambi sviluppando notevolmente un indotto nelle imprese locali». E per il direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Sassari, Marco Vannini «non bisogna preoccuparsi del numero crescente di persone che vanno via con una laurea. È inutile pensare di trattenerli a tutti i costi: la Sardegna deve piuttosto diventare un’occasione e dev’essere attraente per chiunque abbia intenzione di lavorarci». (a.pa.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Sardegna
Alle origini del buco dell’ozono 
Sassarese firma su «Science» con équipe tedesca 
Abbiamo potuto osservare la formazione di una piccolissima goccia d’acido 
 
 SASSARI. C’è un ricercatore sardo nell’équipe internazionale che ha consentito di gettare qualche sprazzo di luce sulle origini del buco dell’ozono. Si chiama Marco Masia, ha soltanto 33 anni ed è un sassarese che lavora nell’ateneo turritano anche per il Cnr.
 Il gruppo di cui fa parte, coordinato da un luminare tedesco in questa materia d’indagine, Dominik Marx, ha potuto osservare la formazione della più piccola goccia d’acido in grado di generarsi a bassissime temperature: un processo che costituisce, come spiegano al Consiglio nazionale delle ricerche, «l’anello iniziale della catena» che porta alla formazione dell’allarmante processo nell’atmosfera e spiega inoltre «la formazione di molecole nello spazio interstellare». Il lavoro, frutto di una collaborazione tra Italia e Germania, è già stato pubblicato sul magazine online della prestigiosa rivista internazionale Science e presto apparirà nella versione su carta stampata.
 Acido cloridrico che, inspiegabilmente, si dissocia in gocce di acqua di pochi miliardesimi di metro nel gelo della stratosfera: sarebbe appunto questo il primo anello - finora inspiegato - della reazione chimica. A osservare la dissociazione, Marco Masia, del laboratorio Slacs di Infm-Cnr e dell’università di Sassari, e sei colleghi dell’ateneo di Bochum. «Con questo studio abbiamo chiarito precise dinamiche, con una teoria che riesce a spiegare la formazione di molecole complesse in ambienti difficili come il vuoto cosmico o la superficie dei nanocristalli di ghiaccio sulla Terra - sostiene Masia, che ha dato il suo contributo con simulazioni al computer - Nella stratosfera, la dissociazione dell’acido nelle nanogocce d’acqua catalizza, cioè favorisce e accelera, la creazione di cloro. È questo cloro che va poi a interagire con l’ozono causandone la scomparsa».
 «Una reazione ben compresa dagli scienziati, tranne che per la sua prima fase - continua Masia - Come può avvenire questa dissociazione nella stratosfera, dove la temperatura è bassissima? Perché ci sia una reazione, infatti, le molecole che vi prendono parte devono avere sufficiente energia termica (calore) da interagire tra loro. Energia che certo non posseggono nel gelo di quelle regioni».
 Di qui la conclusione: «Per risolvere questo rebus abbiamo studiato il caso grazie ai nanoaggregati, molecole piccolissime, le più piccole unità chimiche in grado di prendere parte a reazioni. Questi oggetti microscopici sono stati analizzati grazie a una tecnica innovativa, la spettroscopia infrarossa in elio superfluido, che consente di catturare in una goccia di elio le molecole componenti il nanoaggregato nel quale avviene la reazione. La piccolissima goccia diventa così un “laboratorio microscopico”, nel quale è possibile studiare in dettaglio la massa e le interazioni delle molecole intrappolate».
 Raffreddando questo microlaboratorio al di sotto dei 272 gradi, i ricercatori hanno osservato in diretta la dissoluzione dell’acido. Ma da dove deriva l’energia per la reazione? «La spiegazione - sostengono il ricercatore sassarese e i suoi partner tedeschi - sta in un fenomeno chiamato di aggregazione molecolare: molecole “lontane” fra loro - anche se dotate di poca energia termica - tendono ad attirarsi, e da questo processo di avvicinamento si genera proprio l’energia cinetica (e quindi termica) necessaria a causare la reazione. Un effetto che avviene nella dissociazione dell’acido nella stratosfera come nella formazione di molecole complesse nello spazio o, più vicino a noi, sulla Terra, sulla superficie dei nanocristalli di ghiaccio».
 Marco Masia ha potuto partecipare alla ricerca per via dei contatti intrapresi negli ultimi anni con il gruppo tedesco. E, al di là di risvolti scientifici che soltanto gli esperti della materia sono ingrado di valutare appieno, naturalmente appare più che soddisfatto dei risultati raggiunti e della pubblicazione su Science. Non è escluso che i rapporti con l’équipe consentano al Cnr e allo stesso ricercatore sassarese ulteriori sviluppi. Nel frattempo rimane il fatto che della scoperta gli ambienti internazionali legati a questo particolare tipo di settore della chimica hanno già cominciato a parlare. Il tema più generale del buco dell’ozono, del resto, è di quelli che fanno discutere, strettamente connesso com’è alle polemiche che spesso hanno portato negli ultimi tempi gli ambientalisti a scendere in campo per cercare di salvaguardare il futuro del pianeta dalle eccessive emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. (pgp)
 
Pagina 10 - Sardegna
CHI È
La passione per la chimica
 
Da due anni e mezzo ricercatore nel dipartimento di chimica dell’università, Marco Masia lavora per conto del Cnr all’Infm, l’Istituto superiore per la fisica della materia, e a Scienze. Sempre nell’ateneo sassarese si era laureato in Chimica nel novembre 2000. Ha poi fatto formazione superiore all’Università Politecnica di Catalunya, dove ha conseguito il diploma di Studi Avanzati (Dea) nel 2004, e poi il dottorato in Fisica applicata e simulazione in scienza. In seguito ha operato appunto come assistente nel gruppo di Chimica teorica di Dominik Marx. Coautore di articoli su riviste internazionali, ha partecipato a diversi congressi e scuole internazionali presentando una serie di contributi scientifici.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Maturità, meno ammessi all’esame 
Cristina Lavinio: «È diminuito il dialogo tra insegnanti e istituzioni» 
Peppino Loddo (Cgil): «Stiamo subendo i primi effetti negativi della riforma del ministro Gelmini» 
 
CAGLIARI. Meno alunni ammessi all’esame di maturità, un’alta percentuale di studenti rimandata a settembre e una selezione più rigida. Dicono questo i primi dati sull’ultimo anno scolastico resi noti dagli istituti superiori cittadini. Benché si tratti di cifre parziali (alcune scuole devono ultimare gli scrutini), è evidente che gli effetti della riforma Gelmini iniziano a farsi sentire.
 Amministratori scolastici, docenti e sindacati manifestano preoccupazione. «Il dato più evidente», fanno sapere dalla segreteria del liceo scientifico Alberti, «è un aumento di tre punti percentuali dei non ammessi all’esame di maturità. L’anno scorso i non ammessi erano il 5,2 per cento, quest’anno l’8,2».
 «La riforma del ministro Gelmini - ha detto il segretario regionale di Cgil scuola, Peppino Loddo - ha prodotto negli insegnanti un disagio che ha portato a un inasprimento del giudizio sugli alunni. Di fronte al dubbio se promuovere o bocciare un alunno, i professori, sulla base delle indicazioni provenienti da Roma, quest’anno hanno preferito optare per la prima soluzione o rinviare il giudizio a settembre. Infatti sono stati respinti ragazzi con due sole insufficienze o con un basso voto in condotta. Ciò su cui prima spesso si sorvolava, come ad esempio il comportamento, è diventato dunque uno dei criteri discriminanti per il giudizio finale». L’effetto è una rigida selezione. «A farne le spese - ha continuato Loddo - sono ancora una volta i più svantaggiati, i ragazzi più poveri, che spesso provengono da famiglie disadattate che non hanno insegnato loro come comportarsi a scuola. Ad andare avanti sono i figli delle famiglie più abbienti, con un ritorno ad una scuola “di classe”».
 Preoccupata del futuro della scuola in Sardegna è anche Cristina Lavinio, docente ordinario di Linguistica italiana ed educativa alla facoltà di Lettere. «La scuola sarda in questo momento è in grosse difficoltà, soprattutto per la mancanza di fondi», ha affermato. «In questo senso mi sembra di poter vedere che un dato comune alle diverse scuole è quello relativo ai giudizi sospesi a settembre», ha aggiunto. «Mi domando che senso abbia rimandare gli alunni per i debiti formativi se poi non ci sono dei veri corsi di recupero. A fine aprile, grazie ai fondi Por dell’Unione europea, i laboratori per alunni e docenti erano pronti. Ma il nuovo assessore regionale Lucia Baire ha bloccato tutto, e ora c’è il rischio serio che i corsi di recupero diventino una mera ripetizione delle lezioni seguite durante l’anno, senza possibilità per loro di affinare in modo specifico la preparazione». Ma anche la didattica andrebbe aggiornata. «I problemi ci sono, e inutile negarlo. Fra questi il persistere di una didattica arretrata e non al passo con i tempi e l’eccessivo bombardamento quantitativo di nozioni che un ragazzo deve conoscere, che conduce a una perdita di qualità nell’apprendimento. Si sa un po’ di tutto ma in modo superficiale», ha precisato ancora Lavinio: «Ma negli ultimi mesi è venuto meno anche il dialogo fra istituzioni e insegnanti e questo è l’unico modo che consente di prendere decisioni e fare riforme che tengano conto delle esigenze della scuola».
Paolo Camedda 
 
 
 
 
 

Questionario e social

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