Giovedì 18 giugno 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 giugno 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
LA NUOVA SARDEGNA
 
IL SARDEGNA - ePOLIS
 
ALTRAVOCE.NET
 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Marchio di qualità per la ceramica 
Studi comuni con la Turchia per valorizzare i prodotti del Mediterraneo 
Un convegno organizzato dal Sil assieme all’ateneo di Cagliari e all’università Anadolu 
 
ORISTANO. Siamo una delle Città della ceramica, ma pochi se ne sono accorti. Il concorso per la ceramica artistica è stato spolverato di recente dopo un periodo trascorso in soffitta e il traguardo dell’inserimento nel circuito nazionale non ha portato sinora i benefici sperati. L’antica arte dei figoli, che tanto lustro ha avuto nel passato oristanese e che ancora oggi vive tra le mani di alcuni abili artigiani locali, vive oggi un periodo di scarsa vitalità.
 Ma il prodotto ceramica continua a suscitare attenzione, tanto che un progetto europeo punta a creare un marchio di qualità per il Mediterraneo.
 Il Sil, Società di intermediazione locale, in collaborazione con l’università di Cagliari e con l’università turca Anadolu, ha portato avanti uno studio sugli aspetti storico-artistico e economico che caratterizzano la realtà imprenditoriale della ceramica sia nella provincia di Oristano che in Turchia.
 I risultati dello studio sono stati illustrati ieri mattina nel corso del convegno: «Cer-Med: azioni di supporto al comparto della ceramica artistica nel bacino del Mediterraneo, ospitato in un’aula del Consorzio Uno per la promozione degli studi universitari.
 «In particolare lo studio di Giuseppe Melis del dipartimento di Economia dell’impresa dell’Università di Cagliari - spiega Antonio Ladu, presidente del Sil - ha evidenziato le peculiarità delle imprese della ceramica della provincia di Oristano mentre lo studio condotto a cura di Roberto Coroneo e di Daniela Moi del dipartimenti di scienze archeologiche dell’Università di Cagliari, che ieri ne ha illustrato i contenuti, ha analizzato le caratteristiche comuni dell’arte della ceramica nella provincia di Oristano e a Kinik in Turchia».
 GLi studi realizzati a cura di Zehra Cobanli, Kaya Ozlem e Hasan Salim dell’università di Anadolu in Turchia, hanno invece approfondito le caratteristiche delle produzioni delle ceramiche della Turchia.
 «Il progetto - continua Ladu - è stato l’occasione per confrontare due paesi diversi nella lavorazione dello stesso prodotto, per individuare metodologie pratiche e stilistiche comuni che portino all’elaborazione di una linea prodotto identificabile con il marchio Cer-Med Ceramiche del Mediterraneo».
 Al convegno di ieri ha partecipato anche il presidente della Provincia, Pasquale Onida, che ha invitato la delegazione turca a un incontro con la Giunta che si terrà oggi. Ci sono stati anche gli interventi di saluto dell’assessore comunale alle attività produttive, Ivano Cuccu, e del direttore generale del Consorzio uno, Eugenio Aymerich.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Oristano
Al professor Antonio Cao il premio «Il Faro» 
Il neurogenetista cagliaritano scelto dal Rotary Club cittadino 
 
BOSA. Andrà al pediatra neurogenetista e neurofarmacologo di livello internazionale Antonio Cao il premio “Il Faro” edizione 2009, attribuito dal Rotary Club della città del Temo. La cerimonia si terrà sabato sera dalle 20 nei locali dell’Hotel Mannu, in viale Alghero. Nato a Cagliari nel maggio 1929, laureato in medicina nel 1954 Cao è dal 1973 titolare della cattedra di Clinica Pediatrica all’Università di Cagliari dove, dal ’74 al ’99 ha diretto l’Istituto di Clinica e Biologia dell’età evolutiva e anche, dal ’98 al 2004, la scuola di specializzazione in pediatria.
 Dal 2006 è membro del Comitato scientifico Fase-1 e presidente del Comitato etico dell’ospedale Brotzu. Numerosi i riconoscimenti internazionali. Tra i quali (1993) Allan Award, American Society of Human Genetics; (1994) Fellow of the American Association for the Advancement of Science; (1995) First International Award”Maria Vilma e Bianca Querci”; (2000) Marta Philipson Award. Nel dicembre 2008 il presidente Renato Soru gli ha consegnato l’onoreficenza Sardus Pater. «È per noi un onore quindi consegnare il premio “Il Faro”, giunto alla settima edizione al professor Antonio Cao, direttore dell’Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Cagliari.», sottolinea il presidente del Rotary Club cittadino, Mario Contini, «Il professor Cao è uno fra gli uomini che maggiormente, in campo scientifico, ha dato lustro all’isola». Alla cerimonia di consegna del premio sono state invitate numerose autorità cittadine, compresi esponenti del mondo della medicina, alcuni dei quali hanno avuto occasione in passato di lavorare al fianco dell’illustre genetista cagliaritano. (al.fa.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Cagliari
Università, ancora un rinvio 
Il Consorzio non prende decisioni in attesa del nuovo Cda Il presidente: dobbiamo salvare i corsi legati al territorio 
Resta aperto il nodo dei finanziamenti necessari per l’attività 
di Erminio Ariu
 
IGLESIAS. E’ stata rinviata ogni decisione di merito sul Consorzio Ausi, da parte dei nuovi potenziali componenti del Consiglio di amministrazione per evitare complicazioni e decisioni d’imperio senza che il nuovo CdA sia perfetto. Lo stravolgimento degli incarichi negli enti pubblici, Carbosulcis, Igea, hanno visto completamente rinnovato lo staff politico dirigenziale e il presidente del consorzio Ausi, Pierfranco Gaviano, in armonia con gli altri presenti, ha deciso di rinviare la seduta alla prossima settimana per completare il nuovo organico rappresentativo. «Questo - ha precisato Sergio Matzuzzi - per consentire che sia completamente rinnovato il CdA evitando quindi disagi nelle decisioni. Di fatto, però, alcuni rappresentanti (presidenti delle aziende pubbliche) si sono già espressi favorevolmente per garantire all’Ausi i necessari apporti finanziari per mantenere in piedi l’università del Sulcis Iglesiente. E’ convinzione unanime che occorrerà anche incontrare l’assessore regionale alla Cultura. «Alcune facoltà a Monteponi, come ingegneria ambientale e Scienza dei materiali, non possono essere soppresse - ha detto il presidente Bista Zurru - perché gli insegnamenti che vengono e venivano proposti, in questi corsi di studi, sono radicati nel territorio».
4 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 21
Università. Il quartiere ambito dai giovani: “Ci sono tante strutture sportive poco utilizzate”
Sant’Elia, la trovata degli studenti
Campus e alloggi invece del Betile
Sondaggio su Facebook nelle facoltà. Bocciati sistema dei trasporti e servizio mensa
 
Il campus universitario a Sant'Elia. Arriva dagli studenti universitari dell'urban center la proposta-contributo alla valorizzazione del popolare rione cagliaritano. Una riqualificazione che passi dalla realizzazione di un campus o sul lungomare (al posto del Betile) o davanti al mercato rionale, in grado di connettere il quartiere al resto della città. Sistemando gli studenti in una zona di grande valore paesaggistico e dotata di importanti strutture sportive (piscina, pista di pattinaggio, di atletica, palazzetto dello sport e della boxe), qualcuna sotto utilizzata. La proposta sarà discussa stasera al forum “La città degli studenti d'Europa. Cagliari futura”, organizzato dall'urban center cittadino alle 18 nella sala dei ritratti della fondazione “Giuseppe Siotto” in via Genovesi 114. Si chiamano Stefano Gregorini, Andrea Deidda e Andrea De Guio. Sono i tre studenti universitari iscritti all'urban center, il comitato di studi sulla città di recente inaugurazione. Stasera presentano l'esito del confronto tra l'offerta universitaria cagliaritana e quelle di due città europee: Bristol e Valencia. La prima capofila per  quanto riguarda lo studentato diffuso, la seconda presa in esame per il campus “separato”. I giovani restano del'avviso della necessità in città dei due differenti sistemi. Tesi confortata anche un sondaggio (effettuato facebook e email su un campione di circa trecento studenti) sull'offerta universitaria cittadina. Numerosi i disagi raccontati dagli studenti. Su tutti il problema dei trasporti e delle mense.
Ma stasera, davanti al nuovo Rettore e all'assessore all' Urbanistica, i giovani discuteranno l'ipotesi del campus ac-canto allo stadio. «La nostra idea mira a realizzare un nuovo campus universitario a Sant'Elia», spiegano Stefano Gregorini e Andrea Deidda, «quartiere da integrare con la città, vicino al mare e dotato di importanti strutture sportive». La proposta del campus arriva dopo la polemica tutta cittadina tra l'Ersu e il Comune relativa al progetto dell'archistar brasiliana Mendes Da Rocha. Subentrando ad un progetto già approvato da Regione e Comune, Il nobel per l'architettura, aveva progettato per l'Ersu un campus in viale La Playa nell'area dell'ex semoleria. Ma il Comune aveva bocciato il progetto giudicando eccessive le volumetrie proposte nel piano di Da Rocha. Seguirono forti polemiche sia da parte dell'ex giunta regionale che degli studenti. Al no del Comune l'Ersu rispose piccato «ci stanno trattando come un supermercato». La questione è tornata a galla dopo le elezioni e il cambio della giunta. Ora si cerca l'intesa tra Regione e Comune (stavolta allineate politicamente) per una soluzione condivisa. Del resto sia Floris che i consiglieri più decisi nel no a Da Rocha avevano sempre lasciato aperti spiragli in caso di acquisizione (da parte della Regione) delle aree delle ferrovie in via di dismissione proprio dietro l'ex semoleria. E ora arriva la proposta degli studenti: il campus a S.Elia. ■
 
Urban center al via
Esordio per Giovanni Melis
Neorettore alla prima uscita
 
■ ■ Il Rettore alla prima uscita pubblica. Entrerà in carica a ottobre, ma stasera Giovanni Melis, fresco di successo nel testa a testa contro Gavino Faa nella corsa al Rettorato, parteciperà al convegno dell’urban center. Dopo la presentazione del nostro Comitato, i lavori saranno introdotti dall’ingegnere e progettista Aldo Vanini, aderente al comitato. Previsti anche gli interventi dell’assessore comunale all’urbanistica Campus e dell’imprenditore Gualtiero Cualbu. Dopo gli interventi via al dibattito.
 
5 – altravoce.net
Giovannino Melis Rettore a sorpresa?
Ha iniziato a vincere sfidando Mistretta quando nessuno osava affrontarlo
E ora dalla transizione alla democrazia
di Gianni Loy
 
Facile dire: sorpresa, quando dalle urne esce un candidato che non corrisponde a quello che veniva dato per favorito. Ed invece il successo di Giovanni Melis nella corsa al Rettorato è tutt'altro che una sorpresa.
Per meglio comprenderlo occorre risalire alle penultime elezioni, quando “Giovannino” lanciò con azzardo il guanto di sfida al principe Mistretta. Fu sconfitto, ma ottenne un ottimo risultato. Troppo superficialmente, allora, si disse che aveva raccolto i voti di chi non voleva più votare per Pasquale Mistretta. In parte vero. Ma fu l'unico a scendere in campo, mentre altri pretendenti, di fronte all'impossibilità dell'impresa, preferirono attendere in panchina tempi migliori.
Il suo successo di oggi nasce in quel momento. Poiché ebbe modo di conoscere l'elettorato, di capirne gli umori, le aspettative, virtù e difetti, allacciare relazioni che col tempo ha saputo coltivare. Quella esperienza ha costituito la base di partenza per la ultima, decisiva, sfida, quando ormai l'avversario invincibile, malgré soi, è stato costretto dall'anagrafe a tirarsi da parte e sul rettilineo finale si è avventata, sgomitando, una agguerrita pattuglia di pretendenti.
In fondo, anche il giovane Mistretta, a suo tempo, aveva percorso la medesima strada, quando azzardò un primo, difficile, tentativo contro il potente Rettore dell'epoca . Ciò, però, gli aveva consentito di tastare il polso dell'elettorato, di fargli acquisire esperienza, prima di quello che sarebbe stato l'affondo decisivo in occasione delle elezioni successive.
Il prof. Melis, quell'affollata volata avrebbe anche potuto perderla. Avrà avuto anche un po' di fortuna, che non guasta mai, ma soprattutto ha avuto il merito e la tenacia di non cedere mai. La sua ambizione, detto in senso positivo, gli ha dato la forza di non arrendersi tutte le volte che la strada si inerpicava. Ed alla fine ha vinto, nettamente, senza se e senza ma, grazie sopratutto a se stesso.
Queste elezioni offrono alcuni spunti di riflessione. Segnano, definitivamente, il superamento del vecchio modo di eleggere il rettore. Un tempo poteva essere facilmente barattato, anche la notte prima del voto, tra i rappresentanti dei pochi elettori. Ciò deriva, evidentemente, anche dall'ormai incontrollabile estensione del corpo elettorale. Segna e sconta l'irrompere degli studenti, il maggior peso delle categorie entrate a far parte del corpo elettorale, come i ricercatori, il personale amministrativo. Queste elezioni testimoniano anche il fatto che la politica incomincia a premere sempre più insistentemente sulla vita universitaria. Ma dimostra anche che la tradizione di autonomia, almeno per ora, prevale. Pertanto, questo Rettore non è certamente espressione di coalizioni politiche esterne.
Ma non è stato neppure un vero voto di opinione anche se, negli ultimi round, tale aspetto si è affacciato, positivamente, con una certa forza. Anche le corporazioni interne, quelle accademiche, le facoltà ed altri gruppi di pressione, quelle che, tradizionalmente, erano in grado di influire in maniera spesso decisiva, si sono spese. Alcune hanno tentato di chiamare a raccolta, soprattutto quelle che esprimevano candidati, ma anche la loro capacità di catalizzare adesioni è stata, in fin dei conti, assai limitata.
In definitiva, hanno prevalso le caratteristiche, le capacità, i programmi dei candidati. Le caratteristiche e gli appeals individuali hanno avuto la meglio sugli interessi dei gruppi di pressione. Un tempo, qualche decennio fa, prima dell'era Mistretta, ci si chiedeva se il Rettore lo avrebbe espresso quella o quell'altra Facoltà. Ed invece è diventato Rettore colui che, senza poter contare sull'appoggio decisivo di un cartello, perché neppure le facoltà del Polo di viale Sant'Ignazio sono state decisive, ha saputo raccogliere, ad uno ad uno, i consensi di un elettorato quanto mai eterogeneo e poco disposto ad accodarsi a giochi di scuderia.
Ciò, mi induce a pensare che sarà possibile contare su di un Rettore eletto senza troppe cambiali, o almeno così spero. E se così fosse potrà affrontare con maggiori risorse, il principale compito che lo attende: quello di operare la transizione alla democrazia.
Senza voler qui neppure accennare al complesso bilancio, fatto di luci ed ombre, dell'era Mistretta, certo è che il suo metodo di governo era improntato allo spirito del principe assoluto, e che tutto ciò dovrà cambiare. E che non sarà facile, a cominciare dall'inventario di quanto, tra qualche mese, lascerà al suo erede, proprio stato colui che con più costanza si è contrapposto alla monarchia elargitoria del suo predecessore. Non sarà un'impresa facile!
Non posso unirmi al coro di chi si affretta a dargli consigli. Per due motivi. Il primo è che chi vince una competizione così lunga e faticosa ha certamente, di suo, idee e programmi di governo che, semmai, occorrerà calibrare più avanti, quando impatteranno sulla realtà delle cose e delle persone, quando dovrà fare i conti con grandi e piccole sacche di resistenza che, inevitabilmente, gli si presenteranno davanti.
Il secondo motivo è che, in prima istanza, avevo scommesso su un altro candidato, che nel passato i miei rapporti con il nuovo rettore non sono stati dei migliori, per utilizzare un eufemismo, e che non ho mai amato salire sul carro del vincitore.
Voglio scommettere, però, sull'ottimismo, in una fase che dovrà vederci tutti impegnati per salvare l'università pubblica, la nostra università pubblica. Quindi auguri al Rettore, o meglio: in bocca al lupo! in bocca al lupo!
 
6 – altravoce.net
Laurea a Gheddafi, oltre 400 no a Sassari
Lettera al rettore Maida: «Si opponga»
 
Dopo la contestazione degli studenti dell'Onda durante il viaggio a Roma, dopo l'annullamento dell'incontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini per il ritardo di due ore all'appuntamento, per Muammar Gheddafi ecco il no da Sassari. 402 no: tante sono le firme raccolte tra i cittadini dall'associazione LibertAria contro il conferimento al leader libico della laurea honoris causa proposto dalla facoltà di Giurisprudenza turritana.
Il documento, una lettera con centinaia di firme in calce, è stato consegnato ieri al rettore Alessandro Maida dal rappresentante dell'associazione Giampiero Muroni: «Sarà mia cura farlo presente nelle sedi dovute», ha assicurato il rettore. Nessuna risposta e nessuna opinione ufficiale sulla proposta di una laurea al colonnello: anche se, ricorda lo stesso Maida, al Senato accademico non è ancora arrivata una richiesta ufficiale.
La proposta di conferire al leader libico, reduce dalla visita di Stato a Roma, una laurea in diritto internazionale era stata approvata circa un mese fa dal consiglio della facoltà di Giurisprudenza, su proposta del preside Giovanni Lobrano. «Ci appelliamo a lei, come rappresentante della massima istituzione culturale sassarese, per chiederle di non dare il suo assenso», si legge nella lettera, perché «l'università di Sassari non merita la violenza di una scelta che la isolerebbe dal consesso accademico e civile di questo Paese. L'estraneità del leader libico dai principi dello stato di diritto, la sua storia di rapporti ambigui con il terrorismo lungo i decenni del suo potere mai legittimato da un'elezione democratica, lo scarso rispetto per i diritti umani e il pluralismo del suo regime lo rendono del tutto inadatto a ricoprire quel ruolo esemplare che giustificherebbe una laurea».
Se come appare dalle notizie di stampa, prosegue il documento indirizzato a Maida, la decisione ha una «motivazione del tutto politica, in ragione delle posizioni di forza che per varie ragioni il governo libico vanterebbe nei confronti del nostro Paese, La invitiamo a opporsi ancora con maggior forza a un disegno che squalificherebbe la sua e nostra università».
 (red)
 
Sotto la tenda e la laurea ad honorem
Gheddafi campa: è forse un premio
per i "respingimenti" degli immigrati?
di Cristina Lavinio
 
Di incredulità è stata la prima reazione di molti alla notizia che a Sassari si intende dare una laurea honoris causa al colonnello Gheddafi. Ma chi pensava a uno scherzo si è dovuto subito ricredere: una piccola passeggiata in rete fa scoprire che se ne è parlato da subito su “Libero news”, evidenziando che “il conferimento della laurea honoris causa al presidente Gheddafi da parte di una facoltà che si pone certamente in un contesto diverso da quello islamico contribuisce a un processo gia' in corso di dialogo e di conoscenza reciproca fra sistemi giuridici diversi ma convergenti nel Mediterraneo". Questa sarebbe la motivazione di una proposta discussa e votata a maggioranza dal consiglio di Facoltà di Giurisprudenza qualche giorno fa (l'8 maggio).
E, sempre su “Libero”, il preside Giovanni Lobrano precisa di essersi limitato ad avanzare la proposta (“non posso definirla come una mia iniziativa”, dice; suggeritagli da chi?, viene da chiedere). Ciò dopo averne parlato prima con il rettore Maida e avere accertato, più in generale, la “disponibilità politico-diplomatica” all'iniziativa. Di più, però, dichiara di non poter dire perché “non si tratta di questioni personali” di cui poter “disporre”, aggiungendo di essere “impegnato alla riservatezza”.
A questo punto, si aprono parecchi interrogativi, oltre che su chi l'abbia suggerita, su che cosa possa aver spinto una intera facoltà ad approvare questa proposta, proprio in questi giorni di “respingimenti” verso la Libia di barconi di disperati, fatti in nome degli accordi tra Berlusconi e Gheddafi. E viene il fondato sospetto che ci sia sotto qualcosa di più dell'idea balzana di qualche professore, comunque privo, oppure - al contrario - munito di un grande senso dell'opportunità. A seconda dei punti di vista. Certo che, in questi tempi di continui tagli governativi di risorse destinate all'Università, deve essere forte la tentazione di ottenere un po' di visibilità e di attenzione con iniziative che siano gradite e, magari, remunerate da qualcuno che conta... E dunque, se in questo momento c'è una sorta di idilliaco accordo tra il nostro presidente del Consiglio e Gheddafi, perché non coronare tale accordo con una laurea honoris causa a questo simpatico colonnello?
Bazzecole che abbia fama di dittatore con un passato di terrorista, bazzecole il fatto che non abbia mai firmato gli accordi di Ginevra per i rifugiati, bazzecole che svariate associazioni internazionali non facciano che denunciare la frequente violazione dei diritti umani da parte del regime di un paese, quello libico, in cui è prevista la pena di morte, bazzecole queste e altre cose giustamente ricordate in un'interrogazione ai ministri dell'Università e ricerca scientifica e degli Esteri promossa al riguardo dai radicali.
Sembra ci sia dunque un Ateneo italiano, quello di Sassari, disposto a passare sopra tutto ciò (d'altra parte, sappiamo bene che, come dice il proverbio “pinta la legna e portala in Sardegna”...). Forse si vuole così prestar fede a qualche promessa? senza avere ancora imparato nulla dalle tante promesse, rivelatesi da marinaio, fatte proprio nel Nord Sardegna tempo fa: nessuna traccia della SS-Olbia, lavori a metà per il G8 trasferito, fondi FAS scomparsi...
Ma è più giusto, in questo momento, inserire un grande “forse” in tutto ciò: la cosa infatti non è ancora stata decisa, visto che deve passare per il vaglio del Senato Accademico dell'Università di Sassari, prima di arrivare al Ministero per una approvazione definitiva. E c'è da sperare che, intanto, ci si ripensi, anche sulla spinta di chi, dentro lo stesso ateneo sassarese, vi si oppone decisamente; e di chi sta cominciando a mobilitarsi, all'esterno, con documenti, prese di posizione, e relativa raccolta di firme. C'è un documento dell'ARCI, c'è un testo da firmare che circola all'Università di Cagliari, si spera che anche gli studenti si facciano sentire.
Si può ancora sperare, insomma, che il Senato Accademico sassarese decida che non vale la pena di compromettere ulteriormente l'immagine di una Università che, di questi tempi, qualcuno sembra volere disposta a scendere sempre più in basso, in balia delle sirene del mercato o in attesa di improbabili mecenati. Si può sperare che ci si ricordi che l'Università è la sede per eccellenza dell'alta formazione e della ricerca scientifica, che ha il diritto di vedere garantite e sostenute dallo Stato, come prevede la nostra Costituzione. Una Costituzione democratica alla cui luce è sicuramente scandaloso pensare che possa essere insignito di una laurea honoris causa, in una università italiana, il colonnello libico.
 
 
 
 

Questionario e social

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