Sabato 30 maggio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 maggio 2009
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati  articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cronaca di Cagliari
università
Festival delle emittenti, Unica Radio è terza
   
Ottimo risultato per Unica Radio - la stazione web degli studenti dell'Università di Cagliari - nel Festival delle radio universitarie 2009, che si è tenuto nei giorni scorsi a Salerno. Nella rassegna che metteva in competizione tredici idee di programmi radiofonici provenienti da trentacinque università italiane, il format di intrattenimento "Fancult '90", nato dall'ingegno di Francesco Marcucci e Giacomo Scheich, ha regalato all'ateneo cagliaritano un sorprendente terzo premio. Battuto solo dal primo posto di Teramo, che ha vinto il festival con un format sulla scienza, e dal secondo posto di Padova, argento con un titolo - "Viva Radio Bue" - che fa il verso al celebre programma di Fiorello su Radio Due. (l. m.)
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cronaca di Cagliari
I consigli degli specialisti per evitare le notti in bianco
«Il rimedio contro l'insonnia? Al letto soltanto per dormire»
   
Un sardo su 5 soffre di insonnia e il 44 per cento accusa stanchezza e sonnolenza diurna legata a un disturbo del sonno. Ecco come si cura nel Dipartimento di Scienze neurologiche del Policlinico.
«Sentirsi dire sei addormentato è un'offesa. Per me è un augurio». Roberto ha una maschera sul viso, mille fili che spuntano da un aggeggio e vanno finire in un computer. Soffre di disturbi al sonno. Di giorno è una delle persone più miti del mondo, di notte si trasforma: senza rendersene conto urla, si agita, cade dal letto. E picchia la moglie. È uno dei tanti pazienti curato da Monica Puligheddu, responsabile del Centro di riferimento regionale per i disturbi del sonno del Dipartimento di Scienze neurologiche e cardiovascolari del Policlinico di Monserrato diretto da Francesco Marrosu.
L'INSONNIA Dormire poco e male rappresenta un rischio concreto per la salute. Un problema che può causare problemi all'apparato cardiovascolare, aumentando il rischio di infarti e ictus. La carenza di sonno altera il sistema immunitario esponendo al pericolo di infezioni, modifica il funzionamento del metabolismo, favorendo l'insorgenza di obesità e diabete. C'è poi un aspetto di sicurezza da non trascurare: la carenza di sonno può essere uno degli elementi all'origine di incidenti stradali e sul lavoro.
IL PROBLEMA Francesco Marrosu e Monica Puligheddu non hanno dubbi: il disturbo è democratico, colpisce indistintamente uomini e donne. «Un sardo su 5 soffre di insonnia e ben il 44 per cento accusa stanchezza e sonnolenza diurna legata a un disturbo del sonno». Ci sono poi da sfatare alcuni miti. «Russare è un aspetto negativo del sonno, un disturbo che può avere conseguenze catastrofiche con apnee notturne che possono durare anche un minuto». Dormire poco e male ha dei riflessi nella vita quotidiana ed è la causa delle sindromi delle gambe senza riposo, dei movimenti periodici delle gambe durante il sonno, delle apnee ostruttive in sonno e di narcolessia.
I RIMEDI Come si rimedia a questi disturbi? «Nel 90 per cento dei casi è sufficiente applicare semplici regole di igiene». Quali sono le più importanti? «Stare a letto solo per dormire, non trasformarlo in luogo di lavoro o di gioco. Non addormentarsi di fronte alla tv, evitare caffeina, alcol e tabacco nelle ore serali. Fare esercizio fisico durante la giornata ed evitarlo nelle ore serali. Limitare i pisolini durante il giorno». E se non dovesse bastare? «Allora è una patologia, da curare nel nostro centro».
ANDREA ARTIZZU

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Università di Cagliari. Testi razzisti? I pareri di alcuni docenti 
Doppio esame per il prof contestato 
Sui libri di Biagini si pronunceranno i colleghi di due corsi di laurea 
MAURO LISSIA 
 
 CAGLIARI. La prima ‘sentenza’ sui contestatissimi libri di testo firmati dal docente di geografia Emilio Biagini - che attacca omosessuali, islamici e una moltitudine di personaggi della storia e della cultura internazionale - arriverà il 4 giugno, quando si riunirà il consiglio del corso di lingue e mediazione: l’argomento è al primo punto dell’ordine del giorno.
 Cinque giorni dopo si parlerà dei suoi volumi - che il rettore Pasquale Mistretta ha bocciato come «inadeguati all’insegnamento della geografia» e il preside Massimo Arcangeli come «incongrui» - al consiglio di lingue e culture.
 Ma qui c’è un punto interrogativo legato al parere dell’ufficio legale dell’ateneo, cui la presidente del corso Maria Elena Ruggierini ha preferito rivolgere alcuni quesiti: «E’ una situazione delicata, si tratta di un collega qualificatissimo e prima di proporre la cosa all’attenzione del consiglio ho bisogno di capire quale sia la procedura più corretta». C’è in ballo il dissenso forte manifestato dai rappresentanti degli studenti, che accusano Biagini di farli studiare su un testo «dogmatico, generico e non rispettoso delle diversità». Ma c’è da tener conto anche di un principio sacro dell’università, la libertà d’insegnamento: «Posso dire che non condivido lo stile del professore - avverte la Ruggierini - ma questo non significa che il testo contenga offese o che non sia adatto allo studio della geografia. In tanti anni ho ricevuto soltanto una lettera di protesta e trattandosi di un insegnamento facoltativo chiunque dissenta può toglierlo dal piano di studi. Dicono che contiene opinioni? Non so, il libro è così ampio e credo che il suo valore dipenda da altre cose, d’altronde il docente non ha mai preteso che gli studenti fossero d’accordo con le sue idee, che certo sono molto precise». Diverso sarebbe il discorso se nel complesso i tre volumi rappresentassero un inno al razzismo: «In questo caso - spiega la docente - sarebbe un problema dell’ufficio legale... come consiglio di corso noi abbiamo il dovere di stabilire se il libro è adatto alla didattica».
 Molto più netta la posizione di Franca Ortu, la docente che presiede il corso di lingue e mediazione: «Valuteremo con i colleghi, io posso soltanto augurarmi che il professor Biagini metta a disposizione degli studenti altri testi, alternativi ai suoi. Se questo non avverrà, vedremo. C’è un ufficio legale e se il contenuto dovesse violare la legge c’è anche la magistratura».
 L’ipotesi di istigazione all’odio razziale - i passaggi sugli islamici, sugli aborigeni e sulle categorie che Biagini considera ‘deboli’ sono quelli più esposti all’attenzione di studenti e colleghi - sembra prendere corpo nelle valutazioni di chi frequenta l’ateneo, da una settimana a lingue e letterature straniere non si parla d’altro: «A leggere quello che Biagini ha detto alla Nuova Sardegna non mi pare che emerga una grande disponibilità da parte sua a rivedere i testi - avverte ancora Franca Ortu - quindi la cosa migliore sarebbe che ci scrivesse una lettera, una risposta chiara alle nostre proposte. In modo che poi il consiglio di corso sia in grado di fare una valutazione compiuta e si prenda una decisione. Noi non siamo giudici, siamo solo colleghi e dobbiamo stabilire se quei testi, che gli studenti contestano, siano in linea con gli obbiettivi didattici del corso. Ed è quello che faremo».
 Pacato ma chiaro il parere di Giuseppe Marci, che insegna filologia italiana: «E’ una situazione difficile - spiega - ma al collega Biagini è stata offerta da me una soluzione ragionevole, quella di proporre un testo alternativo lasciando agli studenti la scelta. Purtroppo, alla seduta del consiglio di facoltà, ha reagito andandosene. E questo non aiuta a risolvere il problema». Problema che per Marci riguarda da vicino tutti i docenti, oltre che gli studenti: «Lavoriamo in una comunità e chi lavora in una comunità deve trovare ragionevoli punti d’intesa con gli altri, visto che si coopera per il risultato». Marci non vuole entrare nel merito dei testi: «Sono convinto che il Rinascimento sia stato un periodo molto produttivo e non credo, come sostiene Biagini, che tutto si sia chiuso col Medioevo, non sono d’accordo con quel libro e con quello che Biagini scrive e dice, ma il punto non è questo. C’è un progetto cui tutti devono lavorare, allontanarsene non giova a nessuno». Marci respinge il sospetto, avanzato da Biagini, che dietro la contestazione ci sia il preside della facoltà: «Non vedo che interesse potrebbe avere a creare un caso, in realtà Arcangeli è un preside giovane che si è posto come interlocutore forte per docenti e studenti. Il problema c’è e non è stato certo lui a inventarselo».
 
 

Questionario e social

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