Mercoledì 3 giugno 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 giugno 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Pagina 15 – Cronaca di Cagliari
Università. Domani alle urne per scegliere il rettore. Decisivi i candidati usciti di scena
Caccia grossa ai voti dei due ritirati
   
Ultimi incontri e accordi perché anche un voto potrebbe essere determinante. I tre candidati al dopo Mistretta sanno bene che la sfida elettorale di domani sarà combattutissima e lascerà sul campo una vittima. Impossibile, a meno di clamorose sorprese, che uno tra Maria Del Zompo, Gavino Faa e Giovannino Melis riesca a raccogliere il consenso della metà più uno degli aventi diritto al voto per poter essere nominato subito rettore. Dalla competizione di domani dunque usciranno i due docenti (i più votati) che andranno al ballottaggio.
SCARTO MINIMO La prima tornata (a cinque, con Raffaele Paci e Antonio Sassu) era stata molto equilibrato: vittoria alla Del Zompo (349 preferenze) con otto voti in più rispetto a Faa. Leggermente staccato Melis (266) che aveva battuto gli altri due esponenti del polo di viale Sant'Ignazio: Paci aveva raccolto 240 voti, Sassu 81. Un esito che aveva portato al ritiro degli ultimi due docenti classificati, aprendo una caccia frenetica ai voti che avevano ottenuto. Paci, nel comunicare il ritiro, aveva annunciato di votare Melis, nel rispetto di un accordo preso all'inizio della campagna elettorale. Sassu invece aveva lasciato la competizione senza dare indicazioni. Sul campo sono rimasti così 321 voti. Più che sufficienti per sparigliare quanto accaduto lo scorso 21 maggio.
LA SFIDA Secondo logica Melis potrebbe avere così i numeri necessari (se il polo economico-giuridico gli garantirà lo stesso appoggio dato a Paci e Sassu) per scalare la classifica e cercare di agguantare il ballottaggio. Ma nel polo di Monserrato (base operativa di Del Zompo e Faa insieme al seggio di Ingegneria) gli altri due candidati contano di accrescere il loro consenso e resistere al ritorno del docente di Economia aziendale. Per questo negli ultimi giorni si sono registrati molti contatti in tutte e undici le facoltà. Anche una preferenza potrebbe fare la differenza. Una campagne elettorale che ha avuto un grande assente: il rettore uscente Pasquale Mistretta. Il “magnifico”, in sella da diciotto anni, è rimasto nell'ombra. In molti sono però convinti che è anche grazie a lui che verrà eletto il sessantesimo rettore dell'Università di Cagliari.
MATTEO VERCELLI
 
 2 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Cronaca di Cagliari
bastione
Incontro sull'astronomia alla Passeggiata coperta
   
Un incontro pubblico sull'astronomia tenuto dalle ricercatrici dell'Inaf-Osservatorio astronomico di Cagliari, Marta Burgay, Paola Castangia e Silvia Casu, è in programma oggi alle 18 alla Galleria dello Sperone della Passeggiata coperta del Bastione di Saint Remy. Marta Burgay è considerata tra le più promettenti giovani scienziate del mondo mentre Paola Castangia, laureata in fisica all'Università di Cagliari, ha fatto parte del gruppo di ricerca tedesco che ha scoperto l'esistenza di una nube di vapor d'acqua risalente a 11 miliardi di anni fa, quando la terra ancora non esisteva. La mostra sull'astrologia allestita al Bastione sarà ancora visitabile per tutta la giornata di oggi dalle 9.30 alle 13.30 e nel pomeriggio dalle 16 alle 21.

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
L’università tra lobby e ideali 
Domani alle urne oltre millecinquecento elettori 
Raffaele Paci si è ritirato, 240 voti al primo turno 
ROBERTO PARACCHINI 
 
CAGLIARI. Comunque vada si tratta di una svolta storica. E non solo perchè l’uscente Pasquale Mistretta, ingegnere e urbanista, si è meritato lo scettro di monarca, strappandolo nel 1991 al medico del lavoro Duilio Casula che a, suo tempo, veniva chiamato «re Duilio» perchè aveva governato per dodici anni. Ma anche perchè d’ora in avanti, i magnifici potranno regnare per un massimo di otto anni: quattro a mandato, con la possibilità di raddoppiare una sola volta.
 Ora si volta pagina. E non è solo una questione di limiti temporali, di instaurazione di una repubblica della conoscenza più matura, ma di un momento storico in cui tutto sta cambiando. Diciotto anni fa, all’elezione del rettore uscente, il problema centrale era quello degli spazi e dell’edilizia universitaria e Mistretta, pur criticato per diversi altri aspetti, ha ben svolto questo suo compito storico (col completamento della cittadella universitaria di Monserrato e del policlinico).
 Se ieri la ricerca scientifica era internazionale, oggi - se è possibile - lo è ancora di più. L’impresa scientifica è diventata sempre più anche «impresa» che cerca finanziamenti visto anche che il quadro normativo nazionale è orientato a stringere i cordoni della borsa e a dire «nuotate da soli»: trovate voi i fondi. E questo significa, più di ieri, guardare all’Europa. Poi c’è una consapevolezza diversa verso il territorio e i temi della ricerca-sviluppo. L’esperienza nata dal parco scientifico e tecnologico Polaris dice pure che non sempre i rapporti col mondo universitario sono stati ottimali. E poi ci sono gli studenti, che vogliono dire didattica e che rappresentano l’investimento maggiore per garantire la conoscenza di domani.
 Tutti problemi che negli ultimi dieci anni hanno assunto dimensioni ben diverse. Ed è su questi che i tre candidati rimasti si stanno misurando. Ma non solo: la farmacologa clinica Maria Del Zompo, l’anatomo patologo Gavino Faa e l’economista Giovanni Melis sanno benissimo che la bontà dei programmi conta e molto, ma non basta. Le preferenze vanno conquistate una ad una, comprese quelle dei due candidati (Raffaele Paci e Antoniio Sassu) che si sono ritirati.
 L’ateneo di Cagliari è una struttura che oscilla tra due poli opposti: è un sistema complesso in cui le varianti sono tali e tante da rendere difficile una predeterminanzione del suo comportamento; nello stesso tempo, però, è anche un sistema-lobby o, meglio, è orizzontalmente attraversato da diverse lobby. Niente di cui scandalizzarsi, anche quese espressioni di interessi hanno una loro logica e funzione. Ma nella mente del non addetto ai lavori la scienziato (quindi chi opera nel tempio della conoscenza, l’università) è solo colui che si muove tra provette, libri e discussioni. Dietro il «sapere» si muovono, invece e spesso, interessi molto più spiccioli fatti di spazi dove lavorare, carenze di tecnici e ricercatori, convegni, borse di studio, biblioteche, abbonamenti ecc., e finanziamenti per tutto questo. In un quadro che non ha ancora elaborato criteri condivisi e trasparenti per supportare tutti.
 Inoltre anche tra chi fa ricerca (e vota) ci sono delle differenze: i ricercatori (un tempo gli assistenti) sono 525, i professori (ordinari e associati) 671. Poi vanno aggiunti i 194 voti degli studenti (in rappresentanza di circa 38mila iscritti) e i 120 del personale tecnico e amministrativi. Ed è per questa complessità che un buon programma non basta per essere eletto.
 Domani il popolo dell’ateneo, 1.510 persone, si recherà nei cinque seggi aperti (nell’ex clinica Aresu, nel dipartimento di Botanica in viale Fra Ignazio, nella cittadella di Monserrato e nella facoltà di Ingegneria) dalle ore 8 alle 19. Anche in questa seconda votazione, per essere eletto è necessaria la maggioranza più uno di chi si reca alle urne (numero che non deve, però, essere inferiore a un terzo degli aventi diritto: nella prima tornata sono stati 1:300).
 Se la fumata sarà nera, si voterà di nuovo l’11 di questo mese: per scegliere, con ballottaggio, tra i due docenti domani più gettonati.
 
Pagina 1 - Cagliari
MARIA DEL ZOMPO 
«Super fondi per la ricerca, rapporti forti col territorio» 
 
Ricerca. «Occorre mettere più energia per attivare i servizi per la ricerca. E questo è importante sia per gli aspetti scientifici che amministrativi. Ed è indispensabile che l’ateneo si doti di un ufficio specifico che aiuti tutti i colleghi a partecipare ai bandi per la ricerca, migliorando la qualità delle progettazioni al fine di ottenere i fondi».
 Formazione. «Per ottimizzare questo settore bisogna fare il piano di ateneo per la ricerca, la didattica e l’alta formazione. Ma per farlo occorre reperire le risorse necessarie. In questo quadro ci si deve muovere per obiettivi con tempistica e indicatori precisi, dotandosi di un sistema di valutazione dei risultati».
 Rapporti col territorio. «Attivarsi per fare in modo che i finanziamenti europei per la società della conoscenza arrivino in Sardegna: per l’università e il territorio. L’ateneo dovrà fare la sua parte. In questa prospettiva abbiamo moltissime cose da fare coi mezzi che già abbiamo costituito (come i Liaison Office o i Centri di competenza), ma anche nuove opportunità che aiutino reciprocamente a capire le esigenze e le opportunità».
 
Pagina 1 - Cagliari
GAVINO FAA 
«Potenziare i progetti, puntare sulla formazione» 
 
Ricerca. «Il discorso fondamentale è che per la ricerca servono dei fondi. Noi a Cagliari abbiamo la ricchezza più grande, tantissime eccellenze in tutti i campi. Ma quello che manca è una organizzazione che permetta a queste persone di esprimere compiutamente la loro bravura. I soldi? Ci sono, innanzitutto in Europa: cinquantamila milioni di euro che la Commissione ha messo a disposizione dei ricercatori per i prossimi anni. Da qui la necessità di un ufficio d’ateneo che si specializzi in progetti europei».
 Formazione/didattica e rapporto col territorio. L’isola non ha bisogno di un numero maggiore di laureati, ma di più laureati che si inseriscano nel sistema produttivo. Per fare questo dobbiamo cominciare un lavoro di interazione con le province e tutte le comunità locali per riuscire a capire quali sono le professionalità che servono e su questo puntare tutto. Evitiamo gli errori del passato: la Regione non ha interagito con l’università nella formazione degli operatori sanitari, così abbiamo molti infermieri stranieri. E i nostri ragazzi disoccupati nei bar della Sardegna».
 
Pagina 1 - Cagliari
GIOVANNI MELIS 
«Tutelare i fuori sede, più servizi per la didattica» 
 
Ricerca. Occorre poter disporre di una maggiore quantità di fondi. Mi auguro che la Regione proceda rapidamente a valutare alcune centinaia di progetti che i ricercatori sardi, anche coinvolgendo colleghi nazionali ed internazionali, hanno da tempo presentato. Costituirebbe la prova vera dell’attenzione del governo regionale per lo sviluppo della ricerca scientifica e dell’innovazione».
 Formazione. Il trasferimento delle nuove conoscenze nel processo di formazione degli studenti spesso è ostacolato dalle carenze nei servizi per la didattica. Inoltre sono molto deboli le iniziative a favore degli studenti fuori sede e per gli studenti lavoratori. Col campus a La Plaja e nel centro storico si può ridurre il numero degli studenti pendolari.
 Rapporti col territorio. L’Ateneo deve aprirsi maggiormente al confronto con il territorio. Da un lato occorre riconsiderare gli attuali vincoli amministrativi, dall’altro va definito un rapporto più funzionale con l’agenzia regionale al fine di sviluppare una maggiore collaborazione con il mondo imprenditoriale e con le istituzioni territoriali.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 12 - Cagliari
Da oggi a Bellavista un importante convegno nazionale 
La fisica rilancia l’università 
Scienziati riuniti per fare il punto sulla nanomateria 
 
  IGLESIAS. Fisici, chimici, ingegneri e ricercatori si sono dati appuntamento a Monteponi per partecipare a partire da oggi al IX convegno nazionale sui materiali nanofasici. La sede universitaria di Monteponi è da anni uno dei punti d’interesse della ricerca e anche in quest’occasione è stata in grado di accogliere centinaia di ricercatori che si stanno occupando, in campo nazionale, di settori tecnologici di punta e che sono poi in vista, anche e soprattutto, del mondo produttivo. L’iniziativa è patrocinata dal Centro nazionale delle ricerche e dai Consorzi nazionali di chimica e fisica dei materiali.
  La scelta di Iglesias è peraltro un importante riconoscimento al lavoro dei ricercatori dell’Università di Cagliari e dell’Ausi che si sono fatti carico di organizzare l’edizione 2009. Ma rappresenta anche il tentativo di imprimere una virata alle ipotesi di ridimensionamento del presidio universitario della provincia del Sulcis Iglesiente. Contrariamente alle conclusioni dei politici regionali il tasso di visibilità scientifica e organizzativa che Monteponi è riuscita a ritagliarsi in questi anni è di alto profilo e lo dimostra la massiccia partecipazione di gruppi di ricercatori provenienti da tutt’Italia.
 Per l’assise di questi giorni sono stati presentati oltre 100 lavori anche se non tutti saranno esposti dai relatori. «Questo significa - ha voluto precisare il presidente del comitato organizzatore, il professore Giorgio Piccaluga - che Monteponi ha raggiunto livelli apprezzati dai ricercatori italiani. I materiali nanofasici costituiscono uno degli argomenti di punta di scienza dei materiali. Le loro uniche e sorprendenti proprietà fisiche hanno suscitato un enorme interesse nel mondo della ricerca. E questo interesse è testimoniato dalla grande quantità di risorse che è stata destinata al finanziamento di progetti di ricerca nel campo delle nanotecnologie in tutto il mondo ed in particolare all’interno dei programmi quadro dell’Unione Europea. E’ pertanto di grande importanza richiamare l’attenzione del mondo imprenditoriale sulle possibili ricadute applicative dell’uso dei nanomateriali in una regione come la Sardegna, dove le attività produttive tradizionali sono in uno stato di grave crisi».
 Mentre l’esperienza Ausi, per quanto sembra dalla mancanza di interventi dell’inverno scorso, sta scemando, l’unico corso ancora in vita, è quello di Scienza dei materiali: la mancanza di fondi pubblici, ha decretato il trasferimento di ingegneria ambientale e di Informatica a Cagliari. Tuttavia il mondo scientifico nazionale e internazionale continua ad apprezzare il lavoro svolto dai ricercatori dell’Università di Cagliari e quindi del Sulcis Iglesiente.
 Ci sono anche ricadute economiche importanti legate a simili avvenimenti: gli hotel della città, per quasi una settimana, hanno decretato il tutto esaurito per dare ospitalità ai convenuti.
 Le sessioni del 3 e del 5 giugno saranno aperte da due relazioni affidate rispettivamente al professore Palacio dell’Università di Saratoga e dalla professoressa Volz dell’Università di Berlino.
 Il futuro dell’Ausi è legato a un filo e alla volontà dei politici sardi perché il consorzio universitario provinciale sta accusando defezioni importanti con l’uscita delle industrie di Portovesme: la crisi ha ridotto il numero delle partecipazioni nell’organizzazione amministrativa. Sicuramente con il prossimo anno chiuderà anche il corso di Scienza dei materiali e si spera che a Villa Bellavista, la postazione sede del presidio nell’area mineraria di Monteponi, possano almeno affermarsi i master, sempre in Scienza dei materiali.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
In vendita digestivo che ridurrebbe gli effetti della sbornia 
Drink salva-patente, è polemica 
Il farmacologo Gessa: «Per ora non c’è nulla di scientifico» 
NADIA COSSU 
 
 NUORO. C’è chi la chiama pozione magica, chi bevanda salva-patente. Qualcuno, più semplicemente, bibita antisbornia. Una cosa è certa: a due anni dalla messa in vendita «Security Feel Better» fa discutere. Anche in Sardegna. Qui, infatti, la bevanda è arrivata nei banconi di alcuni locali del Nuorese poche settimane fa.
 Il drink al sapore di pera, scoperto da due ricercatori francesi e distribuito in Italia da Lumax srl di Pordenone, «agisce - stando a quanto detto dall’azienda produttrice - a livello gastrico ed epatico, facilitando la digestione di alimenti e bevande, anche alcoliche. Un prodotto del tutto naturale che risponde ai requisiti sanitari imposti dall’Unione europea». In sintesi: una bibita capace di far dimenticare i postumi della sbornia nel giro di mezz’ora. Sarebbe sufficiente bere Security Feel Better dieci minuti dopo l’ultimo bicchiere per smaltire l’alcol e mettersi alla guida in sicurezza. Superando, e questo sarebbe uno dei vantaggi, l’esame dell’etilometro. Ma, forse proprio per queste tanto acclamate eccezionali proprietà, la bevanda ancora non sembra convincere scienziati e medici italiani. Che vogliono vederci chiaro.
 «Una scoperta di questo tipo è pura fantascienza». Non usa mezzi termini Gianluigi Gessa, noto farmacologo italiano e docente di Neuropsicofarmacologia nel dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Cagliari. «Mi sembra alquanto improbabile che la scoperta del secolo, perchè tale sarebbe se fosse vera, non venga pubblicizzata sulle più importanti riviste nazionali e internazionali di medicina e scienza». Parole pronunciate da una persona che, manco a farlo apposta, tempo fa scoprì il cosiddetto “sito della sbronza nel cervello”, ossia il bersaglio specifico su cui l’alcol agisce. L’idea che possa esistere una sostanza a base di carciofo, erba angelica, tè yunan e altri estratti sconosciuti, in grado di ridurre gli effetti post sbornia, lascia una buona dose di perplessità.
 Il rischio che passi un messaggio sbagliato soprattutto ai giovani è piuttosto realistico. Qualcuno, infatti, potrebbe sentirsi autorizzato a bere senza limiti dal momento che c’è la bottiglietta tascabile da 30 ml. «Non entro nel merito della bevanda - spiega Antonio Pigozzi, comandante della polizia stradale di Nuoro - perché non la conosco. E, soprattutto, non sono medico nè scienziato. In ogni caso, a mio parere, non ci sono bibite che tengano». Per Pigozzi la ricetta per gli automobilisti è ben lontana da quella scoperta, e tenuta segreta, dai due ricercatori francesi. «Chi guida non deve bere e chi beve non deve guidare». O il tasso alcolemico è pari a zero, quindi, oppure il rischio di provocare incidenti stradali, o restarne vittime, è alto.
 «Lascerei l’onere della prova a chi vende» dice Gessa. Eppure c’è chi ha sperimentato Security Feel Better e sarebbe pronto a raccontarne gli effetti miracolosi. «Attenzione a chiamarlo miracolo» aveva detto a proposito Mario Mele, il proprietario di alcuni tra i più rinomati locali di tendenza della costa orientale sarda, colui che sta vendendo la bevanda nell’isola. «Questo digestivo va usato con responsabilità e intelligenza. E non sperate possa avere effetto su chi si scola due bottiglie di vino».
 Al momento della messa in vendita, la direzione “Repressione frodi” del ministero francese delle Finanze cercò di vietarne il commercio sostenendo si trattasse di pubblicità ingannevole. Ma, dopo un lungo processo, il tribunale della città di Evreux ha stabilito che il prodotto non poteva essere vietato. La giustificazione? Non c’è frode. L’alcol in Occidente non è proibito e il Security Feel Better aiuterebbe a eliminare alcuni effetti negativi che esso produce.
 «Ho delle remore a credere sia possibile una cosa di questo tipo - continua il farmacologo Gessa -, a me sembra tanto un’operazione commerciale di basso profilo». Remore tuttavia non assolute e definitive. «Se si facesse un discorso serio, supportato da ricerche pubblicate su riviste scientifiche, a quel punto potrei anche ragionare diversamente». Nel frattempo, però, la prudenza è d’obbligo. «D’altronde - continua Gessa - in base a che cosa si parla di una bibita capace di far smaltire la sbornia in tempi rapidi? Hanno provato gli effetti direttamente sull’uomo, mentre una ricerca di questa portata avrebbero prima dovuto sperimentarla sugli animali. A maggior ragione considerato che non esistono sul mercato farmaci che abbiano un effetto così importante come quello conclamato nel caso di assunzione di questa bibita». E va anche oltre, Gessa: «Mi pare un nuovo caso Di Bella, la cura miracolosa dei tumori». Che, evidentemente, non fu tale.
 Detto questo, però, resta sempre la curiosità di approfondire il tema. «In Oriente - spiega Gianluigi Gessa - utilizzano il ginseng per impedire che l’alcol venga assorbito dall’intestino. Ma si tratta di ricerche pubblicate. Nel caso del Security Feel Better non abbiamo riscontri di questo tipo». E, soprattutto, l’intento dell’azienda produttrice non è (nè potrebbe esserlo) quello di impedire che il fegato venga danneggiato dall’alcol. Lo ha puntualizzato bene Umberto Tirelli, responsabile del centro oncologico di Aviano in Friuli, dove ha sede la ditta che importa la bevanda: «L’abuso di alcolici fa male al fegato e l’unico vantaggio che potrebbe avere questa bevanda è la riduzione di incidenti stradali, sempre che venga dimostrata l’effettiva validità». Tirelli aveva anche suggerito l’esperimento: «Far bere ad una persona una bottiglia di vino e misurare il tasso alcolemico con l’etilometro. A distanza di qualche giorno nuova prova dopo, però, aver bevuto il Security». In questo modo, si valuterebbero gli effetti sulla stessa persona.
 Certo è che, in un territorio come il Nuorese, dove i numeri della polizia stradale dicono che il 40 per cento degli incidenti gravi o mortali è causato dalla guida in stato di ebbrezza, bisognerà tenere alta la guardia. «Anche tassi alcolemici non sanzionati dalla legge - spiega Pigozzi - possono compromettere la lucidità di una persona». L’attività di prevenzione della polstrada è particolarmente severa in questo senso: nel 2008 sono state ritirate in provincia di Nuoro 580 patenti per guida in stato di ubriachezza.
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie