Martedì 19 maggio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 maggio 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
EPOLIS - IL SARDEGNA

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
«I due Atenei al servizio della Sardegna»
Si va verso una maggiore collaborazione tra Cagliari e Sassari
Ultimo confronto con i candidati alla carica di rettore, a due giorni dalle elezioni nell'Ateneo cagliaritano
I cinque in gara per il trono dell'Università: più attenzione per gli studenti lavoratori e i sindacati
 
1)Cagliari e Sassari, due atenei che non si parlano? Bisogna incrementare i rapporti e su quali fronti?
Del Zompo: «È vero, sono due atenei che fanno fatica a parlarsi: è imprescindibile che si trovi una modalità di dialogo e di incontro, se ne gioveranno tutti e due, oltre che il sistema dell'alta formazione e della ricerca della nostra regione. D'altra parte la legge ci impone di federarci: non sarebbe meglio che fossimo noi, autonomamente, a trovare le forme di collaborazione e sinergie con l'ateneo di Sassari?».
Faa: «Non è che non si parlino, ma non abbastanza. Da preside di Medicina sono stato il primo ad aprire il dialogo col preside di Sassari e il rettore e recentemente le scuole di specializzazione si sono consorziate. La facolta di Medicina fa da apripista, ma ci sono altri campi di collaborazione: come Architettura, dove le sinergie tra Alghero e Cagliari sono strettamente necessarie, e le università diffuse: sono state sprecate risorse, è ora di definire gli ambiti di intervento delle due Università, soprattutto a Nuoro e Oristano, prendendo decisioni assieme alla Regione».
Melis: «Cagliari e Sassari sono i due più importanti centri di ricerca e alta formazione nell'Isola; è importante avviare una discussione per potenziare il contributo nel territorio. Recentemente i ricercatori dei due Atenei hanno presentato progetti di ricerca previsti dalla Legge regionale 7. Si tratta di un patrimonio di idee che attende di essere valutato e finanziato per dare slancio alla ricerca».
Paci: «Dobbiamo favorire la creazione di un sistema regionale della conoscenza con Sassari e la Regione dove, pur garantendo l'autonomia, i due Atenei realizzino un'effettiva collaborazione per i dottorati di ricerca, le scuole di specializzazione. Anche nel campo dell'insegnamento a distanza i due atenei possono operare in sinergia, com'è accaduto col corso di laurea telematico in Scienza dell'Amministrazione, unico in comune».
Sassu: «La collaborazione puo esistere su diversi fronti, per alcune facoltà ci puo essere addirittura una fusione di alcuni servizi. Finora la collaborazione è stata molto sporadica e limitata nel lavoro, qualche volta c'è stata una sinergia nei confronti della Regione. L'economia lo giustifica, la società lo richiede e il governo ce lo impone».
Così protesta un fuoricorso, studente lavoratore, a meno 6 esami dalla laurea: “Pago il 30% in più di tasse rispetto a chi è in corso e altri 100 euro perché non sostengo esami da un anno: incredibile, non usufruisco di nessun servizio...”. Ha ragione?
Del Zompo: «Se è uno studente lavoratore ha ragione. Miglioreremo l'organizzazione della nostra offerta culturale, è un dovere farlo: diversamente dal normale fuoricorso, lo studente lavoratore ha necesssità di regole particolari per il suo percorso formativo, quindi anche il discorso sulle tasse è giusto affrontarlo».
Faa: «Ha ragione: un ragazzo che riesce a fare l'Università lavorando va aiutato molto più degli altri. In che modo? Penso alle biblioteche aperte la sera, accessibili dopo l'orario di lavoro, a un tutoraggio apposito, a lezioni estive per recuperare quel che si è perso durante l'anno. Mi sentirei onorato di aiutare chi, non avendo i mezzi, lavora e frequenta l'Università».
Melis: «L'Ateneo è al 77° posto su 87 per produttività nella didattica. Una penalizzazione sui fondi ministeriali. Quindi gli incentivi a migliorare la durata del percorso di studio sono indispensabili. Per fronteggiare le oggettive difficoltà degli studenti lavoratori si può pensare ad attività formative specifiche o all'utilizzo di supporti informatici, nonché ad organizzare meglio le forme di iscrizioni come studenti a tempo parziale».
Paci: «Il problema degli studenti fuori corso va affrontato con vari strumenti e al pagamento delle tasse deve sempre corrispondere un servizio adeguato. Dobbiamo organizzare meglio i corsi di studio per i lavoratori, adeguando i contenuti al numero dei crediti, organizzando un servizio di tutorato per aiutarli a completare gli studi, creando percorsi specifici. Allo stesso tempo gli studenti devono essere consapevoli che iscriversi all'Università comporta dei doveri e devono rispettarli».
Sassu: «Il Fondo di finanziamento statale ci penalizza, uno dei suoi criteri è la percentuale di laureati in corso e no. Non c'è dubbio che gli studenti lavoratori ci procurano in qualche modo un danno: credo però che la facoltà abbia il compito di migliorare la performance dello studente con un'attività collaterale, un miglior tutoraggio e monitoraggio continuo. Le tasse non hanno mai risolto il problema del bilancio universitario, ci sono tanti altri strumenti: deve essere, invece, una preoccupazione della facoltà capire perché uno studente non si laurea in tempo e metterlo nelle condizioni di farcela».
Figli dei baroni in cattedra: come intendete contrastare questo fenomeno?
Del Zompo: «Gli incompetenti in cattedra sono il problema, che siano figli o no di baroni. Io sarò garante dell'adozione di un sistema di valutazione che salvaguardi la qualità delle nuove forze, per garantire che i migliori, indipendentemente dai gruppi di affiliazione, siano riconosciuti come meritevoli».
Faa: «Credo non sia giusto che un professore universitario abbia un figlio nel suo Dipartimento e nel suo settore scientifico e disciplinare. È un problema etico e bisogna evitare che ci siano ingiustizie. Dovrebbe essere il secondo articolo del codice etico. Il primo è scontato: rispettiamo il merito in ogni competizione».
Melis: «L'introduzione nello statuto dell'Ateneo di un codice etico basato sul principio della valutazione dei titoli secondo criteri standard riconosciuti a livello internazionale costituisce uno strumento indispensabile per evitare qualsiasi forzatura e strumentalizzazione».
Paci: «Il nepotismo è un problema effettivo dell'Università italiana che va certamente contrastato introducendo nel nostro ateneo un codice di comportamento. Allo stesso tempo bisogna introdurre un rigoroso criterio di meritocrazia che favorisca i più bravi e non i figli dei baroni».
Sassu: «Innanzitutto con il rispetto delle regole, dell'etica e incaricando i presidi di prendere adeguati provvedimenti. Può darsi che il figlio di un barone possa essersi meritato il bel voto ma non gli sarà mai riconosciuto: la gente parlerà di lui sempre come un figlio di papà».
Le relazioni sindacali in ateneo vivono un momento di crisi: come intendete reimpostare il patto con le parti sociali?
Del Zompo: «È fuori discussione che occorra mantenere fede e applicare con rapidità gli accordi nazionali: il rapporto tra Ateneo e sindacati deve essere salvaguardato per quel che riguarda qualità del lavoro, formazione e premialità relativa al merito».
Faa: «Le parti sindacali sono una componente dalla quale non si può prescindere sia per la concertazione che per la condivisione del programma futuro dell'Ateneo. Sono sicuro che sarà possibile instaurare una collaborazione in un clima diverso e di reciproco rispetto».
Melis: «Nel rapporto con i sindacati occorre tenere presente il fatto che vanno sempre garantiti i diritti del personale e rispettati gli accordi che si sottoscrivono».
Paci: «Propongo un nuovo modello di relazioni sindacali basato sull'autonomia delle parti, sulla sistematicità e tempestività del confronto, sul potenziamento delle forme di rappresentanza».
Sassu: «Il nuovo rettore dovrà riprendere i fili del discorso e stabilire regole certe sia nelle relazioni sindacali che nei rapporti con il personale».
CARLA RAGGIO
 
2 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 12
Venerdì a Cagliari
Bassi redditi, uno studio sulla regione
 
“Povertà e bassi redditi in Sardegna. I dati puntuali”. È il titolo del seminario in programma venerdì dalle 10 nell'aula magna di Scienze politiche, a Cagliari. Sarà presentato uno studio con i dati di tutti i Comuni sardi sulla povertà, elaborati secondo i parametri dell'Istat e della Banca d'Italia, sul modello Ocse. Interverranno Antonello Angius, Gianluigi Giuliano, Antonella De Arca e Mariano Porcu. Seguirà una tavola rortonda con i docenti universitari Gianfranco Bottazzi e Francesco Pigliaru (coordinatori dello studio), l'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa, i consiglieri regionali Mario Bruno e Paolo Maninchedda e il docente universitario Vittorio Pelligra. 
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16
Economia, nuovi laureati
 
Oggi, alle 16.30, nell'Aula Magna della facoltà di Economia, sarà presentato alle parti sociali il profilo dei laureati 2008-2009 del corso di laurea in Economia manageriale, presieduto dal professor Giovanni Melis.

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Scaduti ieri i termini
Candidature ufficiali: in corsa Attilio Mastino e Pietro Luciano 
Al via dibattiti, forum e confronti: il nuovo rettore sarà eletto il 18 giugno 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
SASSARI. Le candidature sono ufficiali. Alla corsa per la poltrona di rettore si sono iscritti il prorettore Attilio Mastino e il preside di Veterinaria Pietro Luciano. Nessuna sorpresa dunque, rispetto a una campagna elettorale cominciata da tempo. Ora al via il rush finale che si concluderà il 18 giugno.
 Intanto i due candidati fanno il punto sui programmi già illustrati in varie sedi anche con il coordinamento del Progetto Magnifico, un gruppo di docenti e operatori dell’università che ha organizzato dibattiti, raccolto e formulato proposte sul futuro prossimo dell’ateneo sassarese.
 Il progetto di Attilio Mastino, prorettore ma anche docente nella facoltà di Lettere, ha il proprio punto di forza sulla costruzione di una università di diritti e di doveri: «Di diritti, a cominciare dalla possibiltà reale di accesso agli studi universitari, dalla libertà di insegnamento e ricerca, dal miglioramento dell’ambiente di lavoro, dal riconoscimento per l’impegno e la produttività nei dipartimenti e dalla missione a favore del territorio. Doveri a partire dalla presenza in sede per i docenti, dalla responsabilità personale e dalla disponibilità a sottoporsi a una valutazione». Ma il programma parla anche di politiche reali di promozione e sostegno della ricerca, oggi fanalino di coda di tutti gli investimenti in Italia e delle problematiche dell’Azienda Ospedaliera Universitaria ai fini dell’accreditamento europeo della facoltà di Medicina.
 Ma sono tanti altri i temi su cui insiste Mastino, forte, come dice lui stesso nell’introduzione al proprio programma, della lunga esperienza amministrativa come prorettore. Fra i più importanti allargare il bacino di utenza, migliorare l’attrattività, istituire borse di studio per studenti stranieri, individuare gli sbocchi professionali per i vari titoli di studio, trovare un equilibrio fra le spese per il personale docente e quelle per il personale tecnico amministrativo. In vista modifiche sostanziali della governance, a partire dalla revisione dello statuto e dalla trasformazione dei rapporti fra Senato accademico, Consiglio di amministrazione, Consulta e Consiglio degli Studenti.
 Sui rapporti fra università e territorio, fra l’altro, punta il discorso programmatico di Pietro Luciano, preside di Veterinaria. «L’università - dice - deve diventare il fattore unificante del centro-nord dell’isola per controbilanciare l’antagonismo fra future autonomie locali. In particolare dovrà essere potenziata l’offerta formativa in modo che non sia lontana dalle effettive esigenze del territorio e del mercato del lavoro». E su questo tema Luciano propone cinque azioni concrete: costituire la Fondazione Università di Sassari aperta al sostegno economico-finanziario dei soggetti del territorio, pubblici e privati. Promuovere e strutturare l’incubatore per nuove imprese e nuove professioni. Promuovere e strutturare l’Osservatorio permanente sulla domanda di formazione. Promuovere e organizzare il Forum internazionale di alta formazione e ricerca scientifica. Pubblicizzare il bilancio sociale di Ateneo al termine di ogni anno accademico.
 Si parla anche delle nuove funzioni della Giunta di Ateneo e dell’apertura all’ambito internazionale. Infine, Luciano dice che «l’università di Sassari deve cambiare scegliendo un modello di sostenibilità che mostri ai giovani come sia possibile soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri».
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Economia
Il lavoro? Più facile se laureati in ingegneria 
Anche studiare per diventare infermieri o ostetriche è un buon investimento 
Studio dell’Istat sugli sbocchi dopo l’università: rivalutati i corsi triennali. Gli abbandoni più frequenti nel gruppo geo-biologico 
 
ROMA. Per non penare troppo nella ricerca di un lavoro è meglio laurearsi in ingegneria o studiare per diventare infermieri. E’ la conclusione a cui si arriva leggendo l’ultimo aggiornamento dello studio «Università e lavoro: orientarsi con la statistica» diffuso dall’Istat. Tra quanti hanno concluso corsi lunghi, la percentuale più alta di occupati in modo continuativo dopo aver messo in tasca l’ambito «pezzo di carta», riguarda i laureati in ingegneria.
 A tre anni dalla laurea ha un’occupazione continuativa l’88,9% degli ingegneri meccanici, l’88,1% di chi ha scelto ingegneria delle telecomunicazioni e l’84.9% di coloro che hanno optato per ingegneria chimica. Buone prospettive occupazionali mostrano pure le lauree in Farmacia (82,5), Economia aziendale (76,3), Odontoiatria e protesi dentaria (75,4). Sul fronte dei corsi triennali, le lauree acchiappa-lavoro sono soprattutto quelle relative alle professioni infermieristiche e ostetriche: il 72,4% dei laureati ha un’occupazione continuativa iniziata dopo la laurea. Un buon assorbimento sul mercato del lavoro si registra anche per scienze e tecnologie farmaceutiche (67,3%) e delle scienze e tecnologie informatiche (66,4%). Superiori alla media sono anche le percentuali di occupati relative ai laureati in scienze della mediazione linguistica (62,4) e in disegno industriale (61). I livelli più bassi di occupazione continuativa si osservano, invece, per i laureati del gruppo giuridico (solo 22 su 100 hanno un lavoro continuativo dopo il conseguimento del titolo); seguono i laureati dei gruppi geo-biologico (31,3%), psicologico (32,2%) e letterario (35,3%). Per quanto riguarda gli stipendi, a poco più di tre anni dal conseguimento del titolo i laureati che svolgono un lavoro iniziato dopo la laurea (continuativo e a tempo pieno) guadagnano in media circa 1.300 euro ed è lievemente più elevato lo stipendio mensile netto dei laureati in corsi lunghi (1.310 euro contro i 1.293 relativi ai triennali). Dallo studio emerge pure che il numero delle matricole, dopo annate che hanno fatto registrare decisi cali nel numero dei neo-iscritti, si è stabilizzato: poco più di 307mila nell’anno accademico 2007-2008. Nello stesso anno la gran parte delle immatricolazioni (83,4%) si è indirizzata vero i corsi di durata triennale, mentre il 15,5% delle matricole ha scelto corsi di laurea a ciclo unico (medicina, farmacia, lauree magistrali in giurisprudenza, ecc..).
 Su cento nuovi iscritti, inoltre, 56 sono donne e la loro presenza è particolarmente alta (oltre l’80%) nei gruppi insegnamento, psicologico e linguistico. La fetta più consistente di «fuori sede» riguarda i giovani del Mezzogiorno che nel 19,2% dei casi vanno a studiare negli atenei del Centro-Nord. La disaffezione allo studio si rivela in genere precocemente: gli abbandoni o le interruzioni di frequenza, infatti, avvengono per lo più all’inizio del corso di studi. Gli abbandoni più consistenti si registrano per i corsi del gruppo geo-biologico, scientifico e chimico-farmaceutico.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Un convegno internazionale sulla desertificazione 
Le esperienze dei paesi con scarse risorse idriche
In arrivo ottanta studenti da mezza Europa 
 
SASSARI. Un convegno internazionale per parlare dei temi dell’ambiente, delle strategie e delle attività da adottare e che vedrà seduti al tavolo dei relatori esperti del settore, docenti universitari sassaresi e soprattutto studenti italiani, turchi, spagnoli e greci. Tutti accomunati tra loro dagli studi sulle problematiche della desertificazione e del degrado del territorio, condotti o sul proprio territorio di provenienza o in zone del mondo con scarse risorse idriche. A organizzarlo, con il patrocinio dei comuni di Sassari e Stintino è lo Iaas-Asa Sassari, l’associazione degli studenti della facoltà di Agraria. Gli ottanta partecipanti provengono da undici Paesi europei: Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Macedonia, Turchia, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia, Germania.
 Gli studenti si ritroveranno per un intenso programma che prende il via il 21 a Sassari e si conclude il 27 a Sa Corona Arrubia di Collinas.
 Il meeting coinvolge gli ottanta studenti europei e si intitola “Desertification, loss of biodiversity and renewable energies-Finding the way to go”.
 Il meeting prenderà il via appunto il 21 maggio alle 17,30 nella Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari con un convegno dal titolo “Decrescita e sobrietà per un futuro sostenibile” che sarà l’occasione per la presentazione, alla presenza del preside della Facoltà Pietro Luciano e dell’autore, del libro “La decrescita felice” di Maurizio Pallante.
 Le attività proseguiranno il 22 maggio, all’interno del Maggio sassarese, con un convegno (dalle 9 alle 18) all’aula magna dell’Università centrale sulla biodiversità e il rapporto tra le specie esotiche in Sardegna e la Corsica.
 Nel pomeriggio, in piazza Tola a Sassari è prevista la manifestazione “Folklorando” alla quale parteciperanno tutte le associazioni dell’Ateneo sassarese.
 Il tema dell’evento saranno la cultura tradizionale sarda, l’aggregazione sociale, la collaborazione tra associazioni studentesche.
 Saranno allestiti stand delle singoli associazioni e alcune offriranno prodotti dell’enogastronomia isolana.
 Il 23 maggio è prevista una escursione a Villa Piercy e a Bolotana.
 Gli studenti avranno per guida il professor Ignazio Camarda, docente di Botanica alla Facoltà di Scienze naturali di Sassari.
 Il 24 maggio invece gli studenti parteciperanno alla Cavalcata Sarda e, all’interno del cortile della Facoltà di Agraria, dove saranno allestiti alcuni stand, verranno offerti prodotti enogastronomici.
 Il 25 maggio è previsto l’incontro di Stintino.
 Il 26 maggio gli studenti visiteranno il Museo delle tradizioni contadine a Santu Lussurgiu.
 Quindi nel pomeriggio a Collinas è prevista la presentazione della mostra fotografica sulla biodiversità, la natura e le specie endemiche.
 In serata, sempre a Collina è prevista un’asta benefica il cui ricavato sarà devoluti agli studenti universitari dell’Abruzzo.
 Il 27 maggio è in programma la visita al Museo di Sa Corona Arrubia quindi la visita al Caseificio Seppi di Marrubiu.
 Il meeting si svolge con il contributo dell’Università di Sassari, della Facoltà di Agraria, dell’Ersu, della Banca di Sassari, dell’Ordine degli Agronomi e della Federazione degli Agronomi.
 Inoltre ha ricevuto il patrocinio dei Comuni di Sassari, Stintino, Castelsardo e Collinas, quindi della Provincia di Sassari, della Coldiretti, dell’Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), del Nucleo di ricerca sulla desertificazione dell’Università di Sassari e dell’Agris.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Così l’isola aiuta l’infanzia 
Folla delle grandi occasioni all’assemblea dell’Unicef 
 
SASSARI. Non amano le autocelebrazioni e sono riusciti a riempire di contenuti anche un’occasione solenne come la prima assemblea regionale. Folla delle grandi occasioni, domenica, per il primo incontro-confronto dei comitati sardi dell’Unicef. L’aula magna dell’Università, eccezionalmente aperta al pubblico nonostante la giornata di festa, si è riempita ospiti autorevoli. Ma sono stati loro, i tanti volontari che dedicano il proprio tempo libero all’infanzia nei paesi in via di sviluppo, i veri protagonisti di un evento che ha marcato il successo del comitato regionale dell’Unicef. Un organismo che cura l’attuazione delle campagne nazionale e, con grande cura, la formazione degli insegnanti e dei suoi volontari.
 L’incontro ha fornito l’occasione per parlare di ciò che è stato fatto e di cosa si potrebbe ancora fare per aiutare i bambini che nascono in realtà svantaggiate. Ne hanno parlato la presidente regionale dell’Unicef, Paola Manconi; il presidente del Comitato italiano, Vincenzo Spadafora; il direttore generale Roberto Salvan.
 Parole di plauso all’impegno dell’Unicef sono arrivate dal sindaco Gianfranco Ganau, arrivato al convegno con gli assessori Cecilia Sechi e Rino Tedde. Applauditi anche gli interventi dell’assessore provinciale ai Servizi sociali, Laura Paoni; del questore Cesare Palermi; del responsabile regionale dei vigili del fuoco, Pippo Mistretta. È stata poi la volta delle testimonianze di persone che dedicano ogni minuto libero alle campagne dell’Unicef per i diritti alla salute e alla istruzione dei bambini.
 Toccante il racconto di Carlo Murgia, presidente del comitato provinciale di Nuoro. Murgia è appena tornato dal Bangladesh e ha consegnato ai volontari sardi le emozioni del suo viaggio tra bambini bisognosi di aiuto. Una infanzia per la quale, hanno detto tutti, vale la pena di continuare a lottare ogni giorno.
 Per una volta l’Unicef, che per statuto si occupa di bambini del cosiddetto «terzo mondo», ha stanziato fondi per bambini italiani. È successo, ha raccontato il presidente Spadafora, con la sovvenzione di centomila euro per la ricostruzione della scuola elementare di Onna crollata per il terremoto. «I bambini italiani hanno sempre aiutato i loro coetanei nel mondo - è stato il commento di Spadafora -, questa volta sono stati loro a ricevere aiuto».(d.s.)
8 - Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 26
Università. La professoressa lancia la sfida ai quattro colleghi maschi
Ateneo, Del Zompo in pista: “La cultura come ricchezza”
“L’elezione di un Rettore donna potrà generare una carica di innovazione e entusiasmo”
Ennio Neri
 
La cultura come ricchezza. Anche nell’economia reale. Si presenta così Maria Del Zompo, decente di Neuroscienze, unica femminuccia contro 4 maschietti impegnata nella corsa alla successione a Pasquale Mistretta. «Comincia una nuova era», esordisce la Del Zompo, «e porre la candidatura a Rettore dell’Ateneo Cagliaritano in questo momento storico rappresenta un impegno più gravoso e difficile di quanto non fosse in passato. La sfida verso un futuro che si intravede appena è impegnativa e va colta in tutta la sua delicatezza, sia per lo scenario internazionale e nazionale », aggiunge, «sia per le peculiarità di un Ateneo che si appresta ad uscire da circa un ventennio in cui non vi è stato ricambio nella carica di vertice ». Capitolo sprechi e nepotismo. Per uscirne, la ricetta della professoressa mira all’adozione della cultura della valutazione come motore di miglioramento in tutti gli ambiti dell’Ateneo: ricerca, formazione e amministrazione. La chiave sta nella scelta dei criteri di valutazione, che dovranno essere comparabili ai migliori standard internazionali. La Del Zompo si annuncia un Rettore garante della adozione di un sistema di valutazione che salvaguardi la qualità delle nuove forze soprattutto per garantire che i migliori, indipendentemente dai gruppi di affiliazione, siano riconosciuti come meritevoli. «La riqualificazione del nostro Ateneo deve partire dal contrastare fortemente la tendenza alla ‘liceizzazione’ dell’insegnamento», prosegue la candidata, «dobbiamo contrastare efficacemente anche: eccessivo numero di abbandoni, frammentazione dei percorsi, parcellizzazione dei corsi, loro debolezza ‘strutturale’, scarsa o nulla internazionalizzazione. La didattica universitaria fornisce strumenti per la conoscenza, prima ancora della conoscenza stessa, per questo si serve di docenti-ricercatori e questa è la strada che dobbiamo seguire con sempre maggior vigore ». Un Rettore in gonnella: una responsabilità in più? «No», spiega, «credo invece che sia una opportunità da sfruttare per la carica di innovazione e di entusiasmo che l’elezione di un Rettore donna potrà generare nell’Ateneo e nella società isolana». ■
 
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie