Lunedì 18 maggio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 maggio 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari Pagina 14
Nuraminis
Universitari coinvolti nei servizi sociali
 
Il Comune vara le collaborazioni studentesche universitarie. L'assessorato dei Servizi alla persona ha dato vita ad una forma di rapporto che, sull'esperienza di quello definito dalle Università, consente agli studenti universitari di svolgere attività in servizi attivati dagli enti pubblici come i Comuni. «Al pari di quelle poste in essere dall'Università la nostra iniziativa è pensata per sostenere, anche economicamente, gli studenti residenti nel territorio del Comune di Nuraminis», spiega l'assistente sociale Maria Bonaria Porcedda. Gli studenti saranno impiegati nella biblioteca comunale, nei centri di aggregazione sociale e culturale di Nuraminis e Villagreca, nella Comunità alloggio per anziani. (ig.pil.) 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - sassari
Università centrale «invasa» dall’Unicef
 
 SASSARI. Aula magna dell’Università affollata, ieri, per l’assemblea regionale dell’Unicef. I gruppi sardi hanno parlato per tutta la giornata dei progetti in corso e dei programmi per il futuro. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco Gianfranco Ganau e l’assessore ai Servizi sociali Cecilia Sechi.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - sassari
LA POLEMICA 
Laurea a Gheddafi, sit-in de La Destra 
 
SASSARI. La Destra e il suo movimento giovanile in campo contro l’ipotesi del conferimento di una laurea honoris causa al leader libico Gheddafi. Oggi, alle ore 10,30, sit-in e volantinaggio in concomitanza con il Consiglio della facoltà di Giurisprudenza. «È il nostro modo di manifestare tutto lo sdegno per una decisione incomprensibile e ai limiti del ridicolo - commenta il segretario regionale de La Destra, Antonio Piu -. Qualora la decisione dovesse venire ratificata, siamo pronti ad azioni clamorose in occasione della cerimonia di consegna».
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cronaca
Giovani barbaricini sotto i riflettori 
Un convegno analizza i comportamenti di scolari e studenti 
KETY SANNA 
 
 NUORO. Si è concluso nella mattinata di sabato il convegno “Giudizio morale e comportamento sociale in allievi in età scolare” organizzato dall’istituto comprensivo di Orune ma rivolto a tutte le scuole della Sardegna. Due giorni di confronto con studiosi, insegnanti e storici che hanno dato uno spaccato del passato e del presente di una generazione di persone, futuro della società: i giovani nel mondo in cui vivono influenzati dalle dinamiche che in esso si susseguono.
 «Due gli scopi del convegno - ha sottolineato il capo d’istituto Eros Mangiaracina, nonchè ricercatore del Dipartimento di Scienze Pedagogiche dell’Università di Cagliari -: il primo quello di riportare la ricerca nella scuola per studiare e analizzare i fenomeni che si verificano. Il secondo, quello di fare incontrare dimensioni diverse non facilmente rapportabili. Proprio come si è fatto questi due giorni - ha aggiunto - che si è dato una definizione di giudizio morale inteso come responsabilità soggettiva dell’individuo delle conseguenze di un’azione, la capacità di riflettere su ciò che è bene e ciò che è male, chiamando a se tutte le risorse emotive della mente umana. Il merito di Orune è il sostegno che ha dato all’iniziativa di ricerca riuscita anche in un punto sperduto dell’isola. Non si è fatto nel paese solo per una questione di spazi, ma - aggiunge Mangiaracina - magari il prossimo...».
 Venerdì il via con lo studioso Giulio Angioi che ascrive le condotte morali della offesa e della vendetta barbaricina ad un codice di guerra. I comportamenti sociali si apprendono per impregnazione sin dalla prima infanzia. Un codice di guerra dalle conseguenze incontrollabili. Ma esiste una via di uscita: è nella figura del balente nel senso di persona che gode di grande stima e che può superare l’offesa. Tesi rafforzata dall’intervento di Francesco Carboni che ribalta la dimensione violenta del codice barbaricino in codice di pace, documentando diversi episodi storici, dal 1500 al 1800 in cui il fatto grave o l’offesa veniva ricomposta grazie alla mediazione dei saggi.
 Di dimensione pedagogica dell’evoluzione del pensiero morale parla Claudio D’Alessandro mentre di modifica del livello di disimpegno morale dei ragazzi attraverso un training di educazione prosociale sostiene Marcella Caputi. Conflitti all’interno del cammino di formazione scolastica nella tesi di Marco Pitzalis. Un percorso che genera conflitti tra l’autorità, l’insegnate e l’allievo che cerca spazi di autonomia alternativa. Quindi le iniziative didattiche volte all’educazione alla legalità nelle scuole di Assemini raccontate da Carmen Campus e seguite dai dati della collega Regina Maria Marrocu che attestano come la dimensione morale migliori al passaggio tra prima e seconda media per poi peggiorare leggermente nelle terze classi. Testimonianza tutta orunese arriva dagli insegnati: Maria Assunta Moreddu che racconta la scuola dell’infanzia, le famiglie numerose, la severità, la povertà di mezzi, ma tutti animati da grande rispetto per le istituzioni educative. Due generazioni a confronto, insomma. Mentre la collega Loredana D’Amico presenta una ricerca condotta nella scuola elementare, in cui emerge un’interessante correlazione tra quadri familiari e disimpegno morale. Giuseppino Cossu prospetta la dimensione del giudizio morale attraverso l’esperienza dei giochi orunesi dell’infanzia, nonché dei detti locali che la tradizione antica conserva. Quindi Zelinda Secchi che attraverso i dati di una ricerca della scuola media di Orune fa emerge una correlazione tra livelli di disimpegno morale e comportamento sociale attraverso le analisi degli indici di dispersione sociometrica trattati sabato mattina anche da Anna Norcia, dell’Università La Sapienza che parla di status sociometrico nel definire la posizione che un bambino occupa all’interno del gruppo. Posizione dalla quale dipende la sua crescita. Poi la figura del bullo, l’aggressività nel bambino e nell’adolescente gli argomenti trattati da Fabrizio Mustaro, vice questore di Nuoro e responsabile dell’Otb. L’aggressività che un individuo manifesta maggiormente quando si trova in gruppo. L’essere leader in un contesto che glielo permette. Ma il gruppo potrebbe ribaltare il proprio ruolo diventando un punto di riferimento positivo per il singolo individuo. E il peso del silenzio, vero nemico da abbattere in una società sempre più virtuale dove tutto si può distruggere e ricostruire mentre nella realtà le cose, ovviamente, cambiano. «La scuola - dice Mustaro - si faccia carico delle cose attraverso attività di prevenzione e formazione per gli insegnanti e chi ha rapporti coi giovani».
 Testimonianza di vittime del bullismo riportate da Gianfranco Oppo ed estrapolate da una ricerca della Lariso in diverse realtà sarde. Giovani che hanno bisogno di essere aiutati e che non devono sentirsi responsabili di ciò che sono. «Davanti al disimpegno e al disagio di un ragazzo - dice Franca Carboni, neuropsichiatra infantile - occorre studiare il contesto in cui il giovane vive. Valutare la famiglia, il suo quoziente intellettivo, valutare quanto si pretende dal ragazzo e quanto invece lui è capace di dare. Solo così lo si può aiutare a riconquistare l’autostima perduta. Punire non è educativo, attribuite i piaceri anziché vietarli. Parlate, comunicate». Quindi Roberta Fadda e Marinella Parisi che parlano dei fattori di rischio per lo sviluppo morale dei bambini. Di disimpegno morale e relazioni interpersonali nella scuola secondaria di secondo grado tratta Giovanni Pirastru mentre di giudizio morale e comportamento relazionale Sabina Pau delle scuole di Bitti.
 Così è calato il sipario sull’ incontro-studio che ha fornito nuovi strumenti per rapportarsi con le nuove generazioni.
 
 

Questionario e social

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