Lunedì 20 aprile 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 aprile 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
I ritardi della Sardegna
Ricerca e imprese, la Finlandia è lontana
di Gaetano Di Chiara  
 
A parole siamo tutti d'accordo: la ricerca scientifica e tecnologica è la base dello sviluppo di un paese. Gli Stati economicamente più avanzati sono infatti quelli che hanno investito di più in ricerca e sviluppo: in Europa i Paesi scandinavi, nel mondo il Giappone.
La ricerca scientifica non inquina, al contrario del paradigma di sviluppo degli anni sessanta, l'industria pesante e la petrolchimica. La ricerca ha un elevato valore sociale, dato che può offrire un impiego ai lavoratori della conoscenza, i giovani che l'università sforna al ritmo di centinaia ogni anno. Infine la ricerca ha un alto valore economico, dato che le sue applicazioni e i suoi brevetti possono accedere al mercato globale.
La Sardegna come la Finlandia, dunque ? Quest'idea è stata alla base della nascita dei parchi scientifici di Porto Conte al nord e di Pula al sud, con la funzione di mettere a disposizione delle piccole-medie imprese un'insieme di infrastrutture per la ricerca.
Purtroppo Porto Conte Ricerche, è ormai da più di 10 anni praticamente in smobilitazione. Quanto al parco di Pula, Polaris, il numero di imprese che da esso venivano ospitate si riduce progressivamente.
L'agenzia regionale, Sardegna Ricerche, nata per promuovere il finanziamento della ricerca applicata, ormai si limita a mantenere in vita un pugno di imprese del Parco la cui sopravvivenza è diventata la sua principale ragione di vita. Con l'uscita della Sardegna dall'Obiettivo 1 e il venir meno dei finanziamenti europei a fondo perduto, Sardegna Ricerche è semplicemente subentrata all'Europa. Ma se qualche impresa del parco sopravvive grazie ai fondi regionali, fuori dal Parco la ricerca muore.
Le cause di questa crisi sono tre: inadeguatezza del credito; rigidità burocratica; mancato trasferimento tecnologico dall'università e dai centri di ricerca pubblici alle imprese.
La ricerca tecnologica è, tra gli investimeni industriali, quello più a lungo termine. Finiti i tempi dei finanziamenti a fondo perduto, oggi il finanziamento pubblico alla ricerca richiede la partecipazione dell'impresa in una misura dal 30% al 50%. Ma quale piccola e media impresa sarà mai in grado di disporre di questi fondi vari anni prima che la ricerca abbia dato un profitto? Serve quindi un credito facilitato, che si prenda anche in minima parte una quota di rischio.
Un altro impedimento alla ricerca sono le pastoie burocratiche. Per esempio, alcuni zelanti funzionari pretendono dalle imprese, semplicemente per partecipare a un bando di ricerca, una costosa certificazione da parte di società internazionali. Risultato: i bandi vanno deserti.
Infine non basta che la Regione Sardegna apra bandi o sportelli per il finanziamento alla ricerca. Bisogna che si attivi un meccanismo virtuoso di trasferimento dei saperi e delle esperienze di ricerca dalle università e i centri di ricerca, e cioè dalla ricerca di base, alle imprese. In pratica, per pescare, cioè per stimolare la ricerca applicata, non basta buttare l'amo, cioè stanziare i fondi, bisogna anche stimolare i pesci, cioè le imprese, a mangiare, cioè a investire in ricerca, presentando progetti e partecipando ai bandi. E per questo bisogna creare un organismo capace di reclutare le imprese, promuoverne l'interazione con l'università e i centri di ricerca così da incentivare l'impegno dell'impresa nella ricerca. Ci piacerebbe che la nuova Giunta raccogliesse una sfida potenzialmente salutare per lo sviluppo dell'isola.

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Nazionale
Al San Giovanni di Dio via al servizio di accompagnamento dopo la nascita del bambino 
In aiuto di mamma e neonato 
Sedute con psicologa e pediatra, anche domiciliari 
Melis: «Un’altra tappa nell’approccio al parto e ai problemi del dopo» 
 
CAGLIARI. Per le mamme italiane di un bimbo appena nato l’Inghilterra sembrava un miraggio con quella storia dell’assistenza dopo parto che dura almeno 15 giorni e consiste nell’azione di un’operatrice dell’ospedale che si affianca alla neomamma. Nel Regno Unito l’assistenza è pratica, fra qualche giorno comincerà nella clinica ostetrica e ginecologica del San Giovanni un corso di accompagnamento dopo la nascita per madre e bambino. «Corso» perché insegna, «accompagnamento» perché non lascia sola la mamma.
 L’iniziativa è stata presentata al San Giovanni di Dio, prevede regolari sedute, se è necessario anche a domicilio, con la partecipazione della psicologa, dell’ostetrica, della fisioterapista, della ginecologa e, soprattutto, di una pediatra, la nuova figura con la quale la madre avrà a che fare frequentemente negli anni successivi e con cui è molto importante imparare a dialogare per ottenere le risposte giuste. «E’ un supporto nuovo - si spiega nella nota - per la mamma che subito dopo il parto ha il problema di come gestire il suo rapporto con il bimbo, l’allattamento, la famiglia, il benessere psicologico». Il servizio è certo una continuazione del corso di preparazione delle puerpere all’allattamento al seno e alla prevenzione dei disturbi genitali legati al parto (prolasso e incontinenza urinaria). Ma la decisione di organizzare il corso di accompagnamento dopo la nascita viene dai risultati di questi anni in cui l’attività di accompagnamento è stata abbozzata e sviluppata sulle necessità riscontrate nelle donne con il bambino appena nato. Non è un servizio utile soltanto alle primipare che d’altronde a volte non promuovono ulteriori gravidanze per le difficoltà incontrate col primo figlio e quindi si rivela fondamentale per loro un supporto agile e adeguato. Il servizio si dimostra valido anche per chi ha altri figli: i bambini che eventualmente seguono portano comunque un ulteriore bagaglio di vita e di emozioni che, qui sta il punto, entrano in un sistema già organizzato e che deve ampliarsi senza traumi per i bambini più grandi e per quelli appena nati nonché per gli adulti protagonisti della vita familiare. «Un altro tassello - spiega il direttore della clinica universitaria dell’azienda mista Gian Benedetto Melis - che si aggiunge al percorso di accompagnamento alla nascita dove si dà spazio al parto naturale con l’utilizzazione dei metodi più moderni e umanizzanti di preparazione al parto. Abbiamo attivato un corso che vede l’intervento di psicologa, anestesista, pediatra, ostetrica e ginecologa, tutte donne, che si confrontano, discutono, comunicano e solidarizzano con le donne gravide e con i loro partner per creare una sorta di gruppo omogeneo che si ritroverà in sala parto al momento della nascita». «Questo corso - spiega la psicologa coordinatrice del corso, Francesca Congia - non è solo per la gravida, ma anche per il suo partner che diventa attivo partecipante al percorso di preparazione, al percorso nascita, al percorso travaglio, all’evento nascita e all’evento puerperio. L’arrivo del proprio figlio, con la gioia, le incertezze, le paure, l’immaginario viene condiviso con le altre coppie: un meccanismo di comunicazione tra coppie e personale medico che diventa utilissimo in sala parto». Una scelta possibile, fatta ormai dal 65 per cento delle donne che nei primi mesi del 2009 hanno partorito al San Giovanni è il parto indolore: su richiesta e gratuitamente un’équipe coordinata dall’anestesista Pietruccia Girau garantisce il parto in analgesia.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cronaca
Fotovoltaico, nuove prospettive 
Esperti a confronto in un seminario della Provincia 
 
NUORO. «Impianti fotovoltaici e prospettive del settore». È questo il tema al centro del seminario organizzato per stamane (a cominciare dalle ore 10, nei locali della ex Comunità montana) dall’assessorato provinciale all’Energia e dal Laboratorio fotovoltaico di Sardegna Ricerche. L’assessore Rocco Celentano, nella relazione introduttiva, affronterà il tema dell’importanza della filiera fotovoltaica connessa al terzo polo energetico in Provincia di Nuoro. «Il terzo polo energetico è infatti indispensabile per ridurre i costi energetici ma questa strada - spiega Celentano -, è percorribile solo con l’integrazione fra Ottana e Macomer e tutte le migliori tecnologie per la produzione da Fer. In questo senso si procederà alla zonizzazione del territorio in esame, individuando tutte le macroaree da destinare all’installazione di impianti fotovoltaici, eolici, solare termico».
 La Provincia di Nuoro svolgerà un ruolo di controllo attraverso lo Sportello energia e l’Agenzia per l’energia per favorire la nascita di consorzi e suggerire alle imprese e alle amministrazioni le migliori strategie e soluzioni nel settore delle fonti rinnovabili, divenendo lo strumento di attuazione del Piano energetico provinciale nel contesto della zonizzazione del territorio sulla base delle vocazioni proprie di ogni area.
 È un percorso fondamentale per consentire alle industrie presenti nel territorio della provincia di divenire competitive nel mercato internazione e contestualmente per attrarre nuove iniziative produttive. Il gruppo di esperti del settore sulle energie rinnovabili di Sardegna ricerche, coordinato dal professor Alfonso Damiano dell’Università di Cagliari, affronterà le problematiche relative agli elementi tecnici, normativi ed economici propedeutici alla progettazione di impianti fotovoltaici ed illustrerà infine un esempio guidato di progettazione di un impianto.
 
3 – La Nuova Sardegna
 
 

Questionario e social

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