Sabato 4 aprile 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 aprile 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 21
Vince la lista Unica, mille voti in più delle favorite
Università. I nomi degli eletti con i dati definitivi la settimana prossima
   
È “Unica 2.0” la lista che ha raccolto il maggior numero di voti alle elezioni studentesche. Un successo, non definitivo visto che i risultati sono provvisori, un po' a sorpresa perché “Unica 2.0” ha staccato le due liste inizialmente favorite, “Uxs” e “Ichnusa”, di circa mille voti in tutte e quattro le sfide per l'elezione dei rappresentanti negli organismi centrali dell'Ateneo.
Nel consiglio d'amministrazione la lista che si definisce «apartitica ma non apolitica» (le posizioni sono vicine a quelle del centrosinistra) ha ottenuto 2.648. Nettamente indietro le altre: Uxs si è fermata a 1.543, Ichnusa, la vera sconfitta di questa tornata elettorale, a 1.397. Nettamente staccata “Università futura” (259), al suo esordio. Anche negli altri organismi centrali la situazione è stata più o meno la stessa. Nel Senato accademico Unica 2.0” ha chiuso con 2.594. Mille voti in meno per Uxs (1.608). Ichnusa ha ottenuto 1.388 preferenze, “Università futura” 281. Nel Senato allargato 2.594 voti sono andati ad “Unica 2.0”, 1.559 a Uxs, 1.333 a Ichnusa, 325 a “Università futura”. Per l'elezione dei rappresentanti al Cus altra larga vittoria per “Unica 2.0” con 2.540 preferenze. La settimana prossima si dovrebbero conoscere i risultati definitivi e i nomi degli eletti, anche nei consigli delle undici facoltà. ( m. v. )
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 22
Un premio alle migliori idee imprenditoriali
Start Cup. Iniziativa della Regione e delle Università sarde destinata a studenti, laureati e aziende
   
Nelle economie di libero mercato, in genere, dietro un'impresa di successo c'è sempre un'idea o un'intuizione di successo. Il problema è che purtroppo spesso non è vero il contrario e cioè che dietro un'idea fortunata ci sia sempre un'altrettanto fortunata attività imprenditoriale. Tanti colpi di genio, infatti, muoiono poco dopo essere nati perché chi li ha partoriti è troppo giovane o inesperto per crescerli. Per questo la Regione e le Università di Cagliari e Sassari hanno deciso di importare in Sardegna la fortunata formula della Start cup, l'iniziativa che premia e dà un futuro alle migliori idee di giovani potenziali imprenditori senza strumenti e senza impresa. Perché le forze fresche possano avere tutti gli incentivi e l'assistenza che servono per trasformare in realtà quello che altrimenti resterebbe per sempre chiuso in un cassetto. Con buona pace dell'economia di mercato.
L'INIZIATIVA Alla Start cup Sardegna, tornata a grande richiesta dopo il successo dello scorso anno, potranno partecipare tutti: studenti, laureati, ricercatori e persino imprese già esistenti, se non costituite prima del 1 gennaio 2009. Non ci sono limiti di qualifica, età o settore, basterà avere un'idea imprenditoriale originale e innovativa, un vero e proprio progetto d'impresa da realizzare attraverso una società di capitali. Sarà poi il comitato tecnico-scientifico del concorso a scegliere, tra tutte le proposte pervenute al sito www.startcupsardegna.it entro il prossimo 31 maggio, le tre migliori, degne di ricevere un premio in denaro (10 mila euro al primo classificato, 5 mila al secondo e 2 mila e 500 al terzo) e soprattutto di andare oltre la fase regionale, partecipando al Premio nazionale per l'innovazione, la finalissima che a Perugia, agli inizi del dicembre 2009, metterà in competizione gli atenei di tutta Italia e si concluderà con l'assegnazione di tre importanti premi (60 mila euro al primo classificato, 30 mila al secondo e 20 mila al terzo).
IL PRECEDENTE L'anno scorso, nella finalissima di Milano, un'idea sarda si classificò al quinto posto, sfiorando il podio nazionale e ottenendo comunque di fare la propria comparsa in un palcoscenico seguito con attenzione dai media, dagli investitori e da società del livello di Enel, Finmeccanica e Vodafone. Chissà che all'Isola quest'anno non riesca il grande colpo. ( lo. ma. )

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
ELEZIONI STUDENTESCHE 
All’università stravince la sinistra 
Il “movimento” fa il pieno insieme a un altro raggruppamento di area 
 
CAGLIARI. Avrà pesato di più la mobilitazione anti-Gelmini d’autunno, o la voglia di rivalsa di quel pezzo di sinistra rimasto deluso dal risultato delle Regionali? Forse un po’ l’uno e un po’ l’altro nella tornata elettorale per il rinnovo della componente studentesca negli organi dell’ateneo, dove Unica 2.0, la sigla che raggruppa i movimenti studenteschi e i gruppi che si riconoscno nell’area del centrosinistra ha fatto un po’ l’asso pigliattutto, battendo, e di gran lunga, tutte le altre liste. Ma c’è un altro fatto curioso: dietro a Unica 2.0, seconda forza dell’università non è una lista di area politica opposta, ma UxS, altra formazione che si ispira ai valori della sinistra.
 I risultati diffusi ieri dall’Ufficio elettorale dell’università non sono ancora quelli definitivi, ma dal quadro che emerge la situazione a questo punto è abbastanza netta.
 Per il Consiglio d’amministrazione Unica 2.0 ha inacassato 2.648 voti, UxS (Università per gli studenti) 1.543, Ichnusa (area Comunione e liberazione) 1.397, mentre a Università futura (centrodestra) sono andati 259 voti. L’andamento del voto è stato lo stesso anche per gli altri organi: per il Senato accademico UxS porta a casa 1.608 voti, Ichnusa 1.388, Unica 2.0 arriva a 2.579 e Università futura 281. Per il Senato accademico allargato 1559 voti vanno a UxS, 1333 a Ichnusa, 2.594 a Unica 2.0, 325 a Università futura. Infine per il Comitato per lo sport universitario (Cus) i voti se li son ripartiti UxS (1.601), Ichnusa (1.470) e Unica 2.0 (2540). Tradotti in seggi i voti dovrebbero dar vita a questa situazione: in ciascun organo su cinque seggi in palio, tre spetterebbero Unica 2.0, i rimanenti due andrebbero uno a UxS e uno Ichnusa. Ma considerando che Unica 2.0 e UxS, anche se in modo diverso, sono comunque espressione di un orientamento di sinistra, si potrebbe anche dire che per ogni organo d’ateneo, nella componente studentesca quattro seggi su cinque andrebbero a quest’area.
 Non è solo questo ciò che le elezioni dell’1 e 2 aprile hanno fatto venire a galla: rispetto al passato stavolta l’affluenza alle urne è aumentatata, passando al 19,17 per cento (i votanti sono stati in tutto 6.882), con un picco di votanti soprattutto nel polo scientifico di Monserrato, dove la sola facoltà di Medicina ha segnato un’affluenza del 34,79 %. Davanti a numeri che sembra non ammettano discussioni, l’esultanza degli studenti di Unica 2.0 è palpabile: ‹‹A farci vincere è stata forse la grande mobilitazione d’autunno contro il ministro Gelmini - commenta tutto soddisfatto Enrico Lallai, per tutti Lallo, eletto nella facoltà di Lettere - L’impegno di quei giorni ha fatto crescere la sensibilità verso il mondo elettorale››. Guai però a dire che in Unica 2.0 sono confluiti solo i nomi di Unicamente, la sigla che delle proteste di questi giorni è stata l’anima. ‹‹Al nostro interno- continua Lallo - ci sono anche movimenti che non si riconoscono in alcun partito››.
 Soddisfatti sono anche i giovani della lista UxS: ‹‹Da soli siamo riusciti a essere la seconda forza d’ateneo - commenta Lorenzo Espa, leader della sigla - Nel polo scientifico di Monserrato, poi, siamo stati i più votati››.
 Adesso qualche giorno per ufficializzare il verdetto degli studenti, e poi tutti concentrati sull’appuntamento più importante: l’elezione, a maggio, del nuovo rettore, dopo 18 anni di regno di Pasquale Mistretta.
Sabrina Zedda 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
«Attraverso la conoscenza si può sconfiggere la crisi» 
Nella sala conferenze della Nuova esperti a confronto nel dibattito organizzato dall’associazione «Amici di Sassari» 
SILVIA SANNA 
 
 SASSARI. Dopo vent’anni di dibattiti nessuno è sorpreso di scoprire che i problemi sono sempre gli stessi. Probabilmente ad essere sbagliati erano i tempi, visto che il nuovo Puc sembrava dietro l’angolo nel 1992: gli Amici di Sassari ne parlavano già allora. E di un carcere più moderno si sentiva l’esigenza già nel 1994. Anni in cui discutere del recupero del centro storico aveva ancora un senso, prima che Predda Niedda e i grandi centri commerciali prendessero il sopravvento. Oggi il dibattito su ciò che non va si trasforma in una caccia alle responsabilità reciproche.
 Nella sala convegni della sede della Nuova Sardegna, quella che «sarebbe dovuta rimanere in città», dice lo storico Sandro Ruiu, si confrontano le diverse anime protagoniste della rinascita possibile. La crisi c’è, lo dicono i dati, le scelte sbagliate compiute negli anni hanno scavato un solco difficile da colmare. Gli Amici di Sassari vogliono celebrare il loro ventesimo compleanno spargendo un po’ di ottimismo. Si parte dalle cose fatte per incoraggiare, chi può, a impegnarsi di più. Il presidente dell’associazione Giovanni Maniga esordisce con l’elogio al piano strategico e al bilancio sociale, «strumenti di programmazione ragionata, attraverso i quali l’amministrazione comunale ha scelto di seguire un percorso chiaro e condiviso». Forse è proprio questo il cambiamento che ha segnato gli ultimi 20 anni di storia della città. Sandro Ruiu ricorda le preoccupazioni che emergevano nei primi anni ‘90 dagli incontri organizzati dagli Amici di Sassari: «A quei tempi dominava il triangolo edilizio, segnato dalle speculazioni, dai progetti di dubbia utilità e di forte impatto ambientale. Per fortuna molti sono rimasti sulla carta. Fu la giunta guidata dal sindaco Anna Sanna a dire il primo no alle varianti urbanistiche, ad avviare la progettazione del nuovo piano». In quel periodo di vacche grasse, nulla sembrava ostacolare la realizzazione di opere faranoiche, più adatte a una metropoli che a una città di provincia di 130mila abitanti. Il sindaco Gianfranco Ganau fa il primo esempio: «L’Auditorium non è stato concepito come un teatro ma come un ente lirico. Un monumento mastodontico che nessuno sano di mente oggi si sognerebbe di ipotizzare. Un’amministrazione che pensa così in grande, senza guardare cosa c’è nelle sue casse, fa del male alla città e lascia un cimitero di incompiute. Noi l’Auditorim crediamo di poterlo completare, ma il vero problema arriverà dopo: come sostenere i costi di gestione?».
 Il rettore Alessandro Maida fa il secondo esempio: «Quando mi sono insediato, l’orto botanico a Piandanna era già stato progettato ma a disposizione c’era solo metà dell’importo. L’Università ha trovato i soldi, 20 milioni ce li ha promessi l’ex presidente della Regione Renato Soru. Tra poche settimane partirà il bando per il completamento delle strutture: Cagliari dovrà mantenere i patti». Basterà questo perchè gli studenti inizino ad amare l’Università? Basteranno i 410 posti letto in più (rispetto a 15 anni fa) ricordati dallo storico e già presidente dell’Ersu Antonello Mattone? No, secondo l’economista Marco Vannini, che indossa i panni del provocatore. Dice che l’ateneo sassarese «è lento, poco aperto al confronto con quello che fanno da altre parti. Dobbiamo imparare a guardare il mondo, a prendere esempio da chi ottiene risultati migliori dei nostri». Perchè, secondo Vannini, solo la conoscenza e il capitale umano, possono essere la chiave dello sviluppo. «Sassari è priva dei luoghi della cultura della modernità - dice il docente di Economia -, in passato avevamo una squadra di artisti, musicisti e cultori delle arti visive. Ce li siamo lasciati scappare». Ma forse quello che veramente manca a Sassari è una classe dirigente di alto livello: «C’è un problema di selezione - aggiunge Vannini -, negli enti la qualità media non è elevata. Pochi sono bravissimi, molti sono scarsi».
 Il rettore Maida non ci sta. Dice che in questi anni a penalizzare Sassari è stato il rapporto difficile tra l’Università e le istituzioni. «A Ferrara il Comune regala all’ateneo palazzi ottocenteschi, io aspetto da un anno e tre mesi la valutazione dell’Istituto dei ciechi, che l’Ateneo vuole acquistare per ampliare il polo umanistico». Il sindaco Ganau replica subito: «La valutazione è stata fatta, l’immobile ha un valore di circa 4 miliardi. Ma il comune di Sassari non può permettersi di regalare neanche uno spillo, le sue casse non lo consentono». Poi il discorso si sposta sul polo agro-veterinario di Bonassai. Maida dice di non avere mai visto quell’idea di buon occhio, «perchè le facoltà vanno potenziate in sede», e aggiunge che secondo lui quel progetto non decollerà mai «perchè la Regione non metterà i soldi». Poi non fa nomi, ma guarda dritto negli occhi il sindaco quando ricorda la recente polemica con l’assessore alla Sanità Dirindin, «che ha detto che qui non si fa nulla perchè Sassari si perde nelle sue beghe», e aggiunge: «Speravo che oltre all’Università le replicasse qualcun altro». Di invidie, di scarso senso di collaborazione parla anche l’imprenditore Rinaldo Carta, che il giorno dopo la rapina nel supermercato di via Degli Astronauti confessa che gli è mancata «la solidarietà di qualcuno». Ma contesta anche il livello di preparazione dei laureati che assume come dipendenti: «Molti non sanno neppure le tabelline, alcuni ignorano l’Atto di Dolore e persino il Padre Nostro». Ma la colpa, in questi casi, di chi è? Molto più grave, secondo il giudice onorario Francesca Maieli, non avere la percezione di un altro fenomeno che cresce. A Sassari, città in crisi e a caccia di un’identità, i primi a soffrire sono i più giovani. I minorenni che scelgono droga e alcol per allontanarsi da una realtà che non gli piace e nella quale non riescono a trovare un’alternativa.
 

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