Giovedì 2 aprile 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 aprile 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

 
L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 14
Latte ovino, incontro a Sassari
 
«Il prezzo del latte ovino e il suo costo di produzione in Sardegna» è il tema al centro del seminario organizzato dalle agenzie in agricoltura della Regione Sardegna - Agris, Laore e Argea - per domani (ore 9) nell'aula magna della facoltà di agraria dell'Università di Sassari. La formazione del prezzo del latte di pecora rappresenta per la Sardegna uno dei momenti più importanti del confronto fra tutti gli attori della filiera lattiero-casearia ovina. Il seminario ha l'obiettivo di indagare le modalità di formazione del prezzo di una materia prima alimentare quale è il latte di pecora, di analizzare il suo costo di produzione nelle condizioni operative delle aziende ovine sarde, di verificare la possibilità di trasformazione e stabilire l'importanza del supporto pubblico ai tre segmenti del sistema. Al seminario, coordinato dal direttore generale di Agris, Giuseppe Pulina, interverranno i dirigenti delle Agenzie in agricoltura, tecnici dell'Aras ed esperti dell'ateneo sassarese. Concluderà i lavori l'assessore regionale dell'Agricoltura, Andrea Prato.
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 21
università
Elezioni studentesche, oggi chiudono i seggi
   
Prima giornata di votazioni ieri all'Università di Cagliari con i 38 mila studenti che devono eleggere i loro rappresentanti nel cda, nel senato accademico e in quello allargato, nel cus e negli undici consigli di facoltà. Urne aperte anche oggi dalle 8.30 alle 16.
 
3 – L’Unione Sarda
Nuoro – pagina 18
Grazie all'opposizione dell'unico studente, il Senato accademico ha rinviato la decisione
Scienze politiche a rischio chiusura
La delibera del rettore Mistretta è stata ritirata in extremis  
 
I tagli ai finanziamenti incombono pesantemente sull'ateneo barbaricino, adesso si spera nel nuovo cda.
Ormai nella possibilità di tenere aperta nel Nuorese una Università degna di questo nome sembrano credere solo gli studenti, e forse neanche tutti. Chi invece vuol sacrificare la giovane ma vivace esperienza barbaricina sull'altare dei tagli imposti all'istruzione dall'ultima Finanziaria è il rettore dell'Università di Cagliari Pasquale Mistretta.
LA DELIBERA Portata all'attenzione del Senato Accademico senza che le fosse data la necessaria pubblicità, la delibera proposta da Mistretta riguardava la soppressione dei corsi di Scienze politiche che attualmente si svolgono a Nuoro ed è stata portata in votazione lunedì scorso. Durante il dibattito che ne è seguito, l'unico rappresentante degli studenti (in tutto sono cinque) presente in quel momento, Alessandra Frau, espressione di Università per gli studenti, si è opposta con forza, trovando la solidarietà di alcuni docenti. Viste le argomentazioni degli oppositori, il rettore Mistretta ha deciso di ritirare la delibera e di rinviare la discussione alla seduta successiva. È stato evitato così un vero e proprio golpe, che avrebbe minato alle fondamenta l'esistenza stessa dell'esperienza universitaria nel Nuorese.
LA REAZIONE I rappresentanti di Università per gli studenti Alessandra Frau, Marco Paniziutti (candidato di Nuoro al consiglio di amministrazione dell'Università di Cagliari nelle elezioni che si svolgono in questi giorni) e Lorenzo Espa hanno diffuso un volantino denunciando quanto era accaduto. «Ci chiediamo - si legge nel documento - dove fossero gli altri rappresentanti degli studenti ed in particolare dove fosse Roberto Mura, rappresentante in Senato Accademico del gruppo Ichnusa, che nell'assemblea del 27 marzo a Nuoro aveva promesso un suo impegno deciso in difesa dell'Università Nuorese. Forse però quando si discuteva della chiusura dei corsi a Nuoro, Mura era impegnato in cose che riteneva più importanti.
LA PROPOSTA Durante la seduta di Senato Accademico dell'11 luglio dello scorso anno, i rappresentanti di Università per gli studenti si erano battuti inutilmente per chiedere la chiusura del corso di Scienza dell'amministrazione a Cagliari per farlo rimanere solo a Nuoro. «La strada di far svolgere a Nuoro corsi unici, non ripetitivi di quelli esistenti nelle Università di Cagliari e di Sassari - sostiene Antonio Arghittu, uno degli animatori di Università per gli studenti - ci pare l'unica strada per salvare l'esperienza degli studi universitari nel Nuorese. Perciò nel prossimo Consiglio di amministrazione i nostri rappresentanti ripeteranno la proposta, sperando di ottenere una maggiore solidarietà». ( a. a. )

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Cagliari
«Senza fondi la nostra università è al declino» 
Lettera-appello alla giunta regionale
Corsi trasferiti, tagli netti alla cultura 
La riduzione dei fondi ha imposto il calo dell’attività didattica e degli iscritti 
Istruzione e sviluppo. I venticinque operatori del Consorzio Ausi di Monteponi 
 
 IGLESIAS. Non è solo l’industria del Sulcis Iglesiente che perde occupazione, il ramo formazione universitaria, e ricerca sta subendo analoghe situazioni. E mentre il territorio si stringe compatto per salvare il polo industriale di Portovesme e Rockwool, a due passi dal centro della città, a Monteponi, altri 25 lavoratori, dipendenti del consorzio Ausi (Associazione per l’Università del Sulcis Iglesiente), sono travolti dalla preoccupazione per la perdita del poto di lavoro.
 Sono impiegati, tecnici, ricercatori, assistenti di laboratorio, collaboratori tecnici e tutori esperti. Insomma, gente con un alto grado di specializzazione acquisita in anni di impegno anche in altri atenei dell’isola e della penisola.
 Con le decisioni maturate con la precedente amministrazione regionale, l’Ausi sta andando ad esaurimento e i 25 dipendenti del consorzio hanno inviato, ieri mattina, una nota al governatore della giunta regionale Ugo Cappellacci, al presidente del consiglio Claudia Lombardo, agli assessori regionali Maria Lucia Baire (pubblica istruzione), Giorgio La Spisa (programmazione e assetto del territorio), e Andreina Farris (industria).
 «L‘incertezza del futuro di Monteponi, sede universitaria - scrivono i dipendenti del consorzio - è legata ai contributi che la Regione Sardegna ha erogato alle sedi universitarie decentrate passando da un milione di euro dell’anno 2003 a circa 302 mila euro nel 2008. Nel 2003 a Monteponi, oltre al corso di laurea in Scienza dei materiali, oggi trasferito a Cagliari, era presente il corso di Informatica in videoconferenza, e il corso di Ingegneria ambientale». Tre corsi frequentatissimi dagli studenti che avevano creduto nella validità della proposta formativa e sull’incremento del livello culturale del territorio.
 Ma Villa Bellavista è stata riconosciuta come fulcro e punto di riferimento per la formazione di alcune centinaia di ricercatori provenienti da diversi paesi stranieri riuniti a Monteponi da Forgea International che ha utilizzato come punto logistico le strutture del consorzio Ausi. Sembrava che Iglesias potesse assurgere a punto di riferimento culturale e formativo invece all’improvviso la macchina dello sviluppo formativo e delle ricerca è stata bloccata. «La notevole diminuzione delle risorse - insistono i 25 dipendenti del Consorzio Ausi - ha provocato, oltre all’impossibilità di replicare altre edizioni di master in telerilevamento e Gis dell’anno 2005, anche la riduzione dell’offerta formativa relativa ai corsi di laurea triennali. In particolare dall’anno accademico 2007-2008 il primo anno del corso di laurea in ingegneria per l’ambiente non è stato più attivato. Ora proseguono solo i corsi del secondo e terzo anno. L’impossibilità di intravedere prospettive nell’attivazione di linee e progetti di ricerca, all’impossibilità di poter programmare i cicli triennali del corso e l’incertezza circa l’importo dei finanziamenti erogati hanno obbligato il consiglio del corso di laurea in scienza dei materiali a trasferire l’attività didattica e di ricerca a Monserrato». A nulla in questo versante è servita la mobilitazione del territorio e l’agonia del consorzio Ausi è iniziata. I dipendenti del consorzio chiedono un incontro alle autorità politiche regionali.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Cagliari
Questa Università non vuole scomparire 
Dopo le assicurazioni dell’assessore regionale all’ex monastero del Carmine c’è ottimismo 
 
ORISTANO. Il clima di tensione si è notevolmente affievolito. Soprattutto da quando, circa due settimane fa, durante l’assemblea convocata dai lavoratori, c’è stata una presa di posizione trasversale da tutte le parti, politico-amministrative per dire che no, l’Università del Consorzio Uno non si tocca. In attesa di fatti concreti, comunque la spada di Damocle resta sull’ateneo gemmato che a Oristano vede operare facoltà uniche anche a livello nazionale, come il curriculum di archeologia subacquea.
 Insomma, al Chiostro del Carmine, sede prestigiosa dalla quale, secondo i piani della Provincia, l’ateneo dovrebbe in futuro traslocare per far spazio al museo medioevale, il cui progetto è tuttavia ancora in embrione, si respira un clima di cauto ottimismo. Studenti e docenti in aula a far lezione, altri a studiare in biblioteca, negli uffici, impiegati al lavoro. Come se il taglio di circa 300mila euro contenuto nella Finanziaria approvata dalla giunta Soru, faccia un po’ meno paura.
 Soprattutto da quando il neo assessore regionale all’Istruzione e Beni culturali, Maria Lucia Baire, intervenendo appunto all’assemblea del 21 marzo scorso, si è impegnata a trovare una soluzione che punti non solo a salvaguardare l’esistente, ma se possibile, anche a potenziarlo. «Questa Università è una realtà non solo per il territorio, ma che opera, dando risposte, anche al resto della Sardegna.», precisano Corrado De Seneen e Cristina Tatti, rispettivamente responsabile dei servizi tecnici e della segreteria degli studenti.
 Studenti che in questa università decentrata, nata nel 1996, sono attualmente 619, dei quali, il 40% provenienti da altre province della Sardegna, se non da altre regioni. Già, perchè fra i quattro corsi che rappresentano l’offerta formativa, troviamo ad esempio enologia che è unico in Sardegna; senza considerare il curriculum di archeologia subacque, unico a livello nazionale e fra i pochi presenti in Europa.
 Un’esclusività didattico-formativa che fa si che l’ateneo di Oristano attiri studenti provenienti non solo dalle otto province sarde, ma anche da altre regioni, con due studenti - uno toscano, l’altro lombardo - che vorrebbero frequentare proprio archeologia.
 Tanti fuori sede costretti a fare i conti con carenze di servizi, come ad esempio, una Casa dello studente o una mensa: «Ma in condizioni di continua precarietà come quella che la nostra Università sta attraversando è impensabile che si realizzino progetti a largo respiro come ad esempio, la costruzione di apposite strutture residenziali per i fuori sede, che pure sarebbero ormai indispensabili.», spiegano i dipendenti.
 In dodici anni di attività, sono stati 329 gli studenti ad aver conseguito la laurea triennale, undici quella specialistica, 75 il diploma universitario. E una cosa tengono a precisare Tatti e De Seneen: «Questa non è una fabbrica di disoccupati, basti pensare che ad un anno dalla laurea, la percentuale di occupati è del 46%, mentre il 35% prosegue gli studi».
 Insomma, questa relativamente piccola Università, con 140 docenti e 28 fra impiegati della segreteria, tecnici, bibliotecari (due part time) e tutor, è diventata un punto di riferimento importante e non solo entro i ristretti confini della provincia di Oristano.
 Loro, i lavoratori, spiegano come questa sia una Università come tutte le altre, dove ad esempio, si svolge lavoro di ricerca, come quella in ambito statistico-economico condotte dal centro di ricerca sul turismo, avviato dal corso in economia o i progetti di ricerca e valorizzazione sulla Vernaccia e il Mostacciolo di Oristano, senza trascurare la scoperta del porto di Tharros, compita da archeologia subacquea, solo per fare qualche esempio.
Michela Cuccu 
 
Pagina 10 - Cagliari
E alla Casa dello studente sono ricomparsi gli operai 
 
 ORISTANO. E mentre l’esercito degli studenti universitari fuori sede si arrangia come può per trovare un alloggio, magari una camera a prezzi non proprio modici, vanno avanti al passo di lumaca i lavori per il completamento - ma sarebbe più opportuno scrivere, recupero - della casa dello studente. Già, perchè in quella che si può considerare l’eterna incompiuta per antonomasia (ormai è persino difficile trovare qualcuno che ne ricordi la posa della prima pietra che risale a oltre trent’anni fa) dopo una lunga sosta, i lavori sembrano finalmente aver ripreso. Che sia la volta buona? Per ora sono ricomparsi gli operai e fin qui è una buona notizia. Chissà quale generazione di studenti (probabilmente solo delle Superiori, perchè, stando almeno ai progetti iniziali la struttura era stata pensata solo per loro dato che all’epoca, l’università di Oristano era solo un progetto) potrà avere la fortuna di poter sedere nell’edificio di via Mattei e magari, consumare un pasto caldo prima di far rientro in classe. Più che altro, in questi anni, la struttura è stata frequentata con assiduità da vandali e ladri. (m.c.)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Secondo giorno di votazioni 
UNIVERSITÀ. PER GLI STUDENTI-ELETTORI 
 
 CAGLIARI. Oggi seconda giornata di voto per gli studenti universitari chiamati a eleggere i loro rappresentanti nel Consiglio d’amministrazione dell’Ateneo, nel Senato accademico, nel senato accademico allargato, nel Cus e nei consigli di facoltà. Ieri l’affluenza più alta è stata registrata nella facoltà di Medicina, dove un’ora prima della chiusura delle urne erano già andati a votare in 600, quella più bassa in Architettura. Oggi seggi aperti dalle 8.30 alle 16, subito dopo lo spoglio delle schede. Domani alle 10.30 la Commissione elettorale proclamerà gli eletti. (s.z.)
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
UNIVERSITA’ 
Il vescovo celebra la Pasqua nell’aula magna dell’ateneo 
 
 
SASSARI. Si è rinnovata ieri pomeriggio, nell’aula magna dell’ateneo centrale, la celebrazione della Pasqua dell’Università. In previsione della solennità pasquale, si è dato vita anche quest’anno al consueto momento di aggregazione e riflessione promosso in collaborazione con l’arcidiocesi di Sassari.
 Alla presenza di autorità accademiche e di rappresentanze di docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo dell’università, l’arcivescovo, padre Paolo Atzei, ha voluto offrire una riflessione improntata all’Anno paolino. Una scelta naturale, nel bimillenario della nascita del grande apostolo san Paolo.
 «Anno paolino. La morte e la risurrezione di Gesù Cristo, causa di salvezza e ragione di speranza», è stato il filo conduttore sul quale il presule ha sviluppato il suo approfondimento. Con questi richiami alle tematiche paoline, la Pasqua dell’università con la “lectio” di padre Paolo Atzei si è di fatto inserita anche tra i significativi momenti fissati nell’arcidiocesi sassarese, dall’inizio del 2009, in riferimento all’ anno giubilare proclamato da Papa Benedetto XVI per rendere omaggio all’”Apostolo delle genti”.
 Dopo l’incontro ospitato in aula magna, nella chiesa di Santa Caterina, sede della Cappellania universitaria, è stata officiata una santa messa. La celebrazione eucaristica ha visto l’animazione liturgica del coro dell’Università, diretto dai maestri Michele Cossu e Daniele Manca, e della formazione “a tasgia” del coro dei giovani cantori sardi dell’ateneo turritano. (m.d.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
«Settanta dibattiti sulla città, perché non hanno funzionato?» 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
 SASSARI. La crisi che attanaglia Sassari non si può risolvere con i dibattiti e ne hanno consapevolezza gli Amici di Sassari, membri di un’associazione che delle discussioni ha fatto il suo cavallo di battaglia.
 E adesso che compie vent’anni decide di lanciare quella che potrebbe apparire come una provocazione: «20 anni di dibattito: perchè tanti problemi irrisolti?». Manco a dirlo del tema si discuterà in un incontro in programma venerdì 3 aprile nella sala conferenze della Nuova Sardegna.
 «Continueremo a scambiarci le idee - dice con convinzione il presidente dell’associazione Giovanni Maniga - perchè siamo convinti che il confronto sui temi che interessano tutti siano sempre posiviti. Da lì può nascere qualcosa».
 E infatti in 20 anni gli «Amici di Sassari» hanno organizzato oltre settanta dibattiti sui più vari problemi della città. Ogni aspetto della vita cittadina, dal territorio alla cultura, dall’economia ai problemi dei giovani, dalla storia all’urbanistica (per citare solo qualche tema) è stato trattato con approfondite riflessioni che hanno coinvolto molte delle intelligenze più attente delle quali Sassari dispone.
 «Della maggior parte dei dibattiti - dicono i responsabili dell’associazione - è stata conservata un’ampia documentazione che rappresenta una fonte interessantissima per comprendere come i problemi della città siano stati discussi e affrontati».
 Tuttavia gli appartenenti all’associazione non possono non porsi la questione del perchè a tanti problemi negli ultimi decenni non è stata data una risposta soddisfacente. «Alla ricchezza del dibattito, allo spessore delle riflessioni sembra non abbia fatto seguito un’effettiva rinascita della città. È evidente - prosegue Giovanni Maniga - che Sassari sta attraversando un periodo difficile. I problemi sono molti e soltanto alcuni, nel tempo, sono stati definitivamente risolti».
 Un minimo di «soddisfazione» gli Amici di Sassari l’hanno avuta grazie alla realizzazione dei megaparcheggi nel centro cittadino: al tempo del primo dibattito sulla viabilità, che si svolse nel 1989, sembrava un progetto così lontano da essere un sogno. Oggi, seppure a tanti anni di distanza, quel sogno si è quasi realizzato con i parcheggi di piazza Fiume, dell’Emiciclo e, probabilmente a breve, del Mercato.
 Ma è una delle poche note positive in un mare di delusioni. In primo piano c’è la sanità. Un incontro seguitissimo si è svolto a maggio dello scorso anno alla presenza dell’allora assessore Dirindin e di Renato Soru. «Assistiamo da anni - dice Maniga - al decadimento di un settore che in passato rappresentava il fiore all’occhiello della nostra città e del territorio. Nonostante tutti gli sforzi molti utenti sassaresi sono costretti a rivolgersi a strutture di altre città, ad andare a Nuoro e persino in Ogliastra. Probabilmente si tratta anche di scelte politiche poco incisive che hanno finito per penalizzare il territorio».
 Un discorso, quello della politica, che investe quasi tutti i settori, il primo fra i quali quello dello sviluppo d’impresa: «Gli amministratori spesso sono distanti dal mondo dell’impresa, che non viene stimolata a realizzare progetti collettivi. È davanti a tutti ciò che è successo con la nascita dei complessi commerciali fuori dalla città. A questa inevitabile trasformazione non è seguito, come da altre parti, un diverso sfruttamento del centro storico». Ma secondo Maniga non è il caso di abbandonarsi al piagnisteo, anche pensando a una delle pagine «buie»: quella dell’Auditorium a cui fu dedicato un dibattito nel 2004. Ancora oggi la megastruttura è ben lungi dal vedere la luce. «Il problema sarà creare un ente di gestione che non schiacci le realtà già esistenti».
 E tanti altri sono i temi che saranno affrontati venerdì. Davanti al pubblico si alterneranno il sindaco Gianfranco Ganau, il docente di economia Marco Vannini, il docente universitario Antonello Mattone, il giudice Francesca Maieli, e il docente Sandro Ruiu.
 
 
 

Questionario e social

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