Sabato 16 maggio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 maggio 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
1 – Cronaca di Cagliari – pagina 21
Psicologia. Il ricordo
Milleseicento libri di Pietro Rutelli donati all’Università
   
Una sua frase lo rappresenta nel modo migliore: «Oltre al cosa si impara c’è il come si impara». Credeva in un’Università in cui i docenti delle diverse facoltà collaborano fra loro, interagiscono, si scambiano pareri e lavorano insieme. E a un anno dalla sua scomparsa si ha una convinzione: «Ciò che voleva continua a esistere». Hanno il respiro commosso di una promessa le parole di Gavino Faa, che ieri mattina è intervenuto per ricordare Pietro Rutelli, professore di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università di Cagliari, dove ha insegnato nei corsi di laurea in Psicologia e Medicina.
BORSE DI STUDIO Nell’aula magna di Scienze della formazione è stato realizzato un evento commemorativo al quale hanno partecipato numerosi suoi colleghi, che ne hanno ricordato la professionalità e le qualità di scienziato e docente. Ma soprattutto l’animo che lo aveva reso prima di tutto un amico con il quale lavorare a tanti progetti.
«Ci ha lasciato 1600 libri che hanno fatto parte della sua vasta formazione culturale», racconta Marcello Nonnis, uno dei suoi ex allievi e collaboratori, «ora li abbiamo censiti e catalogati. Presto li raduneremo in un centro studi a lui dedicato, così che possano goderne tutti gli studenti dell’ateneo». Non solo. Oltre all’imminente apertura della biblioteca Rutelli, presto arriveranno anche borse di studio destinate agli universitari. Una sarà istituita dal Rotary, club di cui faceva parte. «Rappresenterà uno stimolo a continuare la sua opera scientifica», spiega Giorgio Marracini, membro del club e medico del lavoro.
CHI ERA Nato a Roma nel 1949, laureato in Filosofia alla Sapienza di Roma, Pietro Rutelli si è successivamente specializzato in Psicologia alla Statale di Milano. Dal 2003 è stato a Cagliari, dove è diventato anche membro della commissione regionale per la formazione sanitaria della Regione. Autore di oltre sessanta pubblicazioni, ha concentrato il suo impegno soprattutto sulle tematiche della comunicazione medico-paziente e dell’umanizzazione in medicina. «La psicologia, tanto temuta dai medici», ricorda Faa, «con lui è entrata pian piano in Medicina. E grazie a lui abbiamo realizzato dei bellissimi lavori, utili alla formazione dei futuri medici».
Commossa la figlia Alice, che a conclusione della celebrazione ha ringraziato tutti i partecipanti perché con il loro ricordo contribuiscono a mantenere ancora viva la sua grandezza.
STEFANO CORTIS
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 21
Scoperta dall’équipe del dipartimento di Botanica l’origine neurotossica del fenomeno
Svelato il segreto del riso sardonico
A causare la manifestazione mimica è il “sedano d’acqua”  
Da sei anni l’équipe di Botanica diretta da Mauro Ballero è impegnata in questa ricerca e studia le cause del riso sardonico
 
Dietro quel “riso sardonico” non c’era proprio nulla da ridere. Gli scienziati sardi che studiano da tempo quell’espressione facciale ridente che incuriosì molto anche gli antichi greci e latini, sono giunti a una loro conclusione: non di sorriso si trattava, ma di una contrazione dei muscoli del viso che conferiva al volto dei condannati a morte nel periodo prenuragico le sembianze di chi ride.
LA RICERCA In realtà non c’era nulla da ridere, se è vero quanto i ricercatori hanno scoperto: a causare questa manifestazione mimica è un gruppo di sostanze acetileniche contenute in una pianta presente solo in Sardegna (da qui l’aggettivo sardonico), la “oenanthe fistulosa”, più nota col nome di “sedano d’acqua”, proprio perché la foglia, l’odore e il sapore è uguale a quello del sedano impiegato in cucina. A scoprire l’origine neurotossica del riso sardonico è stata l’équipe del Dipartimento di Botanica dell’Università di Cagliari, guidata dal professore Mauro Ballero. «Si conferma - spiega il direttore di Botanica - quel che dicevano gli scrittori classici: le sostanze contenute in questa pianta provocano quelle maschere ridenti ritrovate in alcune colonie fenicie, nonché a Tharros, testimonianza del terrore vissuto da coloro che, non abili alla fatica e ai lavori, venivano ubriacati e intossicati con questo veleno vegetale, da cui deriva il termine di riso sardonico». L’originalità della scoperta non sta solo nel fatto di avere individuato esattamente la pianta ma anche le molecole responsabili dell’intossicazione. «Si può partire da questa molecola - spiega Ballero - per capire se potrà essere utilizzata per creare un nuovo farmaco dall’industria farmaceutica, attratta dalle sue potenzialità».
LA PIANTA VELENOSA È da sei anni che l’équipe di Botanica è impegnata in questa ricerca e studia le cause del riso sardonico. L’enante è una delle piante più velenose della flora italiana ed europea. «Ancora oggi insieme alla cicuta - spiegano i ricercatori - è causa di involontarie e gravi intossicazioni, con un indice di mortalità compreso tra il 30 e il 70 per cento: si tratta di un’intossicazione molto pericolosa ed è possibile che il crescente interesse verso gli alimenti naturali o diete alternative aumentino l’incidenza degli episodi di avvelenamento». La piantina di sedano non è più alta di 40 centimetri: ne basta una per provocare la morte (e un rametto per un’intossicazione), com’è avvenuto anche in tempi recenti: si ricorda la tragica fine, due anni fa, di un agricoltore a Santulussurgiu e di due turisti veneziani che, apprezzando questo gustoso sedano dal sapore dolciastro, ne avevano fatto una scorta per mangiarselo a Venezia, dove morirono. Il decesso non è immediato: una volta ingerito il veleno dopo qualche ora subentra il “trisma della mimica” che nel giro di 24 ore porta a una morte certa. «I casi di avvelenamento - spiega Ballero - non sono casuali e interessano coloro che non conoscono la pianta». Dove si trova? Vicino ai torrenti, nelle aree paludose o umide, soprattutto nelle zone dell’interno come Abbasanta, Ghilarza, Santulussurgiu ma anche vicino a Cagliari, Campuomu, Sette Fratelli e Gutturu Mannu.
ANTICHI RITI Gli antichi greci conoscevano bene la leggenda del riso sardonico, un modo di ridere falso e beffardo. Gli scrittori raccontavano che gli abitanti dell’Isola sacrificavano i genitori ultrasettantenni e che questi mentre morivano ridevano. Da questo rito sarebbe nata l’espressione “ridere sardonicamente” che compare per la prima volta nell’Odissea di Omero. Assai diffuse nel mondo antico le “maschere ghignanti”: alcuni esemplari furono, appunto, ritrovati negli insediamenti fenici del cagliaritano.
CARLA RAGGIO
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca italiana – pagina 12
Palazzo Nuovo è stato chiuso per motivi di sicurezza: in città lunedì e martedì ci sarà la manifestazione
Torino, il rettore chiude l’Ateneo
G8 delle Università, l’Onda occupa il rettorato  
 
Arrivano gli studenti del G8 delle Università e il rettore di Torino chiude per ragioni di sicurezza Palazzo Nuovo, che ospita le facoltà umanistiche. «Ce lo riprenderemo», assicura l’Onda.
TORINO «Il rettore chiude l’Università, l’Onda se la riprenderà». Non si è fatta attendere la reazione degli studenti alla decisione del rettore Ezio Pelizzetti di chiudere Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche di Torino. «Motivi di sicurezza», ha spiegato il rettore. «La struttura - ha aggiunto a proposito delle contro-manifestazioni per il G8 delle Università - non è idonea a ospitare concerti, né a fare da dormitorio». «Una decisione dittatoriale e antidemocratica - hanno ribattuto gli studenti - che non ferma la nostra protesta».
PRESIDI DEL G8 Sale dunque la tensione in vista del summit che, da domenica a martedì, riunirà sotto la Mole i presidi dei Paesi del G8 e di altri 42 stati di tutti e cinque i continenti.
Ieri mattina alcune decine di studenti dell’Onda anomala, gli stessi che lo scorso autunno hanno occupato Palazzo Nuovo per protestare contro la riforma Gelmini, hanno reagito con un corteo spontaneo alla chiusura - fino a mercoledì - delle loro aule.
RETTORATO Poche centinaia di metri, fino al palazzo del rettorato, dove la protesta ha raggiunto i toni più forti. I manifestanti hanno sequestrato la sala in cui il rettore Pelizzetti stava tenendo una conferenza stampa, chiudendo la porta dell’ingresso principale con un catenaccio. Un gesto simbolico, visto che le altre uscite sono rimaste sempre aperte, a cui si è aggiunto il blocco del traffico nella centrale via Po. Mezzora di sit-in, dopo il quale gli studenti si sono allontanati verso il palazzetto Aldo Moro. «Ci è stato concesso di stare qui fino alle ore 20 - dicono i manifestanti - ma non non accettiamo limiti e divieti». La protesta, dunque, si sposta ma non si ferma: «Abbiamo ribattezzato queste aule - annunciano - Block G8 Building e qui svolgeremo l’intero programma delle contromanifestazioni al G8 dell’università».
CORTEO Compreso il concerto degli Assalti Frontali, in programma per ieri sera. E sempre di qui, martedì, partirà il corteo organizzato in concomitanza alla cerimonia di chiusura del summit per il quale è atteso l’arrivo di studenti anche da altre università. Italiane, ma non solo.
ATENEI La mobilitazione si sta infatti estendendo anche agli atenei di Milano e di Roma, dove ieri un gruppo di universitari ha compiuto un blitz nella sede della conferenza dei rettori. E L’Onda annuncia anche l’arrivo di giovani dalla Spagna, dalla Francia e dalla Grecia. «Vogliono negarci di passare in corteo per le vie del centro e di avvicinarci al castello del Valentino (sede del summit, ndr)», affermano i manifestanti. «Ma non ci riusciranno».
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 21
A Cagliari il primo master europeo in sinergia con l’Università di Madrid
Fitoterapia, così le piante curano le malattie
   
Della scoperta sul riso sardonico si parla anche nell’ultimo numero della prestigiosa rivista americana “Journal of natural products”. Ma la Sardegna sale agli onori della cronaca scientifica anche per il primo master europeo in Fitoterapia. Frutto della collaborazione tra l’Ateneo di Cagliari e l’Università Complutense di Madrid, una delle più prestigiose in Spagna inclusa nell’Europaeum, l’associazione delle dieci principali università europee.
FITOTERAPIA Il corso, diretto dal professor Gaetano Di Chiara, è iniziato il 9 maggio sotto la regia del coordinatore scientifico Corrado Giua, docente di Fitoterapia all’Università di Cagliari. Le lezioni, in corso all’Orto botanico (dove si può visitare anche la pianta del riso sardonico), sono seguite da 300 laureati in Farmacia e Medicina. Gli specializzandi saranno a luglio in Toscana e ad ottobre a Madrid per stage presso aziende del settore. Sono sempre di più, infatti, le persone che si affidano alle terapie naturali, sfruttando le potenzialità e il potere curativo di certe piante. «Ormai c’è l’esigenza - spiega Giua - di portare la Fitoterapia all’interno della Medicina scientifica e liberarla da quelle leggende del passato che pure rappresentano un patrimonio importante della Sardegna: la fitoterapia non è stregoneria ed è la progenitrice della normale farmacoterapia, visto che fino a 60 anni fa ci si curava solo con le piante medicinali».
OBIETTIVI La formazione degli esperti in Fitoterapia, con il conseguimento di un doppio titolo, italiano e spagnolo, di specializzazione post-universitaria riconosciuta in tutti i paesi Ue, consente di colmare un vuoto dell’offerta formativa universitaria ma nasce anche da un’analisi di mercato: «L’esigenza del prodotto naturale - evidenzia Giua - come soluzione terapeutica è sempre più sentita dalla popolazione ma non c’è un’adeguata informazione da parte di medici e farmacisti. In questo settore ci sono in Sardegna le condizioni ideali per ricadute scientifiche e occupazionali». (c. ra.)
 
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 25
Corsi di inglese per studenti
   
Sino al 19 maggio gli studenti dell’Ateneo, i laureati iscritti ad un percorso post-lauream attivo all’Università ed i candidati Master and Back potranno presentare domanda per frequentare i corsi d’inglese gratuiti che saranno attivati entro luglio. Info: corsicla@unica.it oppure consultare il sito: http://cla.unica.it/index.php.
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Ecco il veleno del riso sardonico 
Cagliari, per il botanico Mauro Ballero è nel sedano acquatico 
L’infuso dato agli anziani prima di farli morire 
di Andrea Massidda 
 
 CAGLIARI. Anche gli antichi sardi bevevano la loro cicuta. Per andare incontro alla morte sorridendo, seppure a denti stretti. Quella smorfia beffarda nota come «riso sardonico» non sarebbe altro che l’effetto tossico di una pianta chiamata «sedano acquatico», molto comune nell’isola, il cui infuso i prenuragici facevano bere agli anziani prima di scaraventarli da un dirupo. Altro che assistenza geriatrica. Ne è convinto Mauro Ballero, direttore del dipartimento di Botanica all’Università di Cagliari, che avrebbe chiarito come il termine sardonico sia da ricollegare alla Sardegna e alla sua flora.
 I risultati della ricerca di Ballero e della sua équipe, pubblicati sull’ultimo numero della prestigiosa rivista americana «Journal of natural prodocts», sono stati illustrati ieri nell’Orto botanico di Cagliari, dove è ovviamente esposta in bella mostra anche la pianta in questione, che dagli studiosi è chiamata «Oenanthe fistulosa» e in Sardegna si trova spesso vicino ai corsi d’acqua. «La nostra scoperta - ha detto Ballero - va finalmente a confermare le tesi degli antropologi culturali sui riti di morte degli antichi sardi, ma conferma anche che molti testi degli scrittori classici, a cominciare da quelli Omero, non trattano semplicemente di mitologia».
 Ma perché i nostri lontani antenati facevano bere questo infuso letale ai vecchi condannati a morte? «Intanto - ha continuato l’esperto - va detto che la pozione era destinata agli anziani o comunque agli inabili al lavoro, poi a quel tempo la convinzione era che la morte fosse l’inizio di una nuova vita da salutare con un’espressione gioiosa». E questa pianta tanto somigliante al sedano generava sui poveretti proprio una macabra risatina. A ben vedere, tuttavia, il riso sardonico non è affatto un sorriso, bensì una manifestazione caratteristica dovuta alla contrazione dei muscoli facciali.
 «La buona notizia - ha concluso Ballero - è che con grande probabilità la molecola di questa pianta, molto simile al sedano sia per forma sia per sapore, potrà essere utilizzata dalle case farmaceutiche per ricavarne in futuro chissà quale prodotto medicinale». E non sarebbe certo la prima volta che per curare una patologia si debba far ricorso a qualcosa di velenoso (tanto che in greco antico “farmaco” significa proprio “veleno”).
 Che all’origine del termine «sardonico» ci fosse una pianta tossica di tipo «oenanthe» in realtà già si sapeva. Ciò che ancora non era ben chiaro agli studiosi è se si trattasse dell’ «Oenanthe crocata» (che ha foglie molto simili a quelle del prezzemolo) o - come Ballero e il suo staff hanno accertato - dell’«Oenanthe fistulosa».
 La conferenza stampa di ieri è servita anche allo studioso Corrado Giua per presentare il primo Master europeo in Fitoterapia. «Frutto della collaborazione tra l’ateneo di Cagliari e l’Università Complutense di Madrid - ha spiegato Giua - questo corso di secondo livello rappresenta un esempio di cooperazione tra centri accademici e industrie leader del settore con forte tendenza all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica». L’obiettivo del master è infatti quello di dare a farmacisti e medici un titolo di specializzazione riconosciuto in tutti i Pesi dell’Unione europea.
 
 
 

Questionario e social

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