Venerdì 13 marzo 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 marzo 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 4
Un piano all’avanguardia: solo sulla carta
Il docente Raffaele Paci: «Sviluppo sostenibile, un progetto ancora tutto da mettere in pratica»
 
 Il turismo non può essere gestito da un unico assessorato, ma per far decollare i piani promossi dalla precedente giunta sarà necessario il coinvolgimento di più comparti: programmazione, enti locali, trasporti, agroindustria, ambiente. Ne è convintissimo Raffaele Paci, esperto di programmazione del turismo, e coordinatore dei venti tecnici che hanno realizzato il Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile. Docenti universitari e anche imprenditori come consulenti. «È uno strumento originale che mette la Sardegna all’avanguardia tra le regioni italiane» assicura Paci: «Siamo partiti dall’idea di un piano unitario per un turismo sostenibile che abbia alla base l’ambiente e che nel contempo sappia creare ricchezza come volano per l’economia». Un anno di studi e ricerche con grande attenzione a ciò che si fa all’estero e nelle regioni turisticamente più avanzate. Cinque volumi con 500 pagine di analisi, tanti numeri e proposte. Varato nel 2005 è stato concluso nel giugno del 2006. Poi c’è voluto un altro anno perché la giunta lo rendesse "ufficiale" con una delibera del maggio 2007. E oggi a che punto è? «Mai stata attuata neppure una riga» ammette con una certa amarezza il docente cagliaritano. Ex preside della facoltà di Scienze politiche, ora in corsa per l’ambita poltrona di rettore dell’ateneo cittadino, Paci non nasconde di essere stato un estimatore del primo Soru: «Un innovatore, senza dubbio, con idee brillanti che ha saputo coinvolgere le università sarde», dice. Poi la delusione, come tanti altri. «La giunta ha preso atto del nostro lavoro e non ha fatto niente per realizzare il progetto». Per passare dalla carta all’azione - sostiene il docente «occorre al più presto una proposta di legge unitaria sul turismo. Bisogna mettere insieme tutti gli interventi per le imprese, le regole per le seconde case, far ripartire la formazione professionale, organizzare la filiera agroalimentare e promuovere un’incisiva azione di marketing».
Gli obiettivi sono quelli che da anni, ancor prima dell’era Soru, si sono sempre proposti tutti gli amministratori sardi: allungare la stagione, attirare i flussi turistici verso l’interno, valorizzare l’enorme patrimonio storico culturale. «Oggi in più c’è la consapevolezza maggiore dell’ambiente come ricchezza unica e originale rispetto ad altre destinazioni soggette a forti pressioni di antropizzazione e edificazione che basano la competizione sul prezzo», conclude Paci: «E su questa strada la nuova giunta si dovrà muovere rapidamente se vorrà ottenere i risultati prefugurati nelle analisi del piano

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Dossier. Lo rivela un’indagine dell’università 
Comuni poco trasparenti, i cittadini pretendono di più 
 
 CAGLIARI. La gestione finanziaria dei Comuni italiani? Nella maggior parte dei casi non viene stilata in base ad obiettivi da raggiungere e, come se non bastasse, le amministrazioni evitano accuratamente di pubblicare dei report consuntivi che indichino i risultati raggiunti. Il desolante quadro emerge da uno studio effettuato da una equipe di esperti della facoltà di Economia dell’università cagliaritana per conto dell’Osservatorio per la finanza e contabilità degli enti locali del ministero dell’Interno. Il team, guidato da Aldo Pavan, ha illustrato i risultati ieri mattina a palazzo Viceregio durante un convegno dedicato al tema della contabilità pubblica e ai cambiamenti della gestione economica e finanziaria dei Comuni. ‹‹A distanza di quindici anni dall’attuazione della riforma contabile - si legge nello studio - la differenza tra realtà operativa delle amministrazioni e aspettative si presenta veramente ampia››. Se da un lato lo studio rimarca come vi sia stato un miglioramento del metodo tradizionale di contabilità finanziaria, dall’altro segnala ‹‹una programmazione di medio periodo fortemente carente››. E’ poi paradossale il rapporto ‹‹tra la dichiarata attuazione degli inventari e la persistente disattenzione nella gestione del patrimonio››. Per i professionisti che hanno curato la ricerca, uno dei punti negativi maggiormente riscontrati risiede nella constatazione che ‹‹la cultura dell’adempimento formale continua a prevalere su quella dell’attenzione alle risorse in funzione dei risultati di utilità››. Come risolvere i problemi riscontrati? Secondo lo studio, è importante tenere in debito conto il fatto che la ricerca abbia ‹‹mostrato il disagio degli operatori davanti a una normativa troppo impegnativa per i piccoli enti e, probabilmente, non sufficiente per i grandi››. In sostanza, i ricercatori hanno dimostrato dati alla mano che nella maggior parte dei casi i disagi vissuti dagli enti locali sul versante dell’amministrazione contabile siano strettamente connessi al fatto che la legge di riordino non prenda in considerazione la grandezza dei Comuni ma fissi delle regole generali che, in molti casi, non possono essere applicate per carenza di personale e di fondi. Infine lo studio ha indicato quali sono le informazioni fornite dai Comuni per le quali i cittadini mostrano più attenzione: secondo il campione formato da 508 responsabili dei servizi finanziari comunali, gli argomenti più sentiti riguardano le tariffe (95 per cento) e la qualità e quantità (88 per cento) dei servizi erogati dai Comuni. Più scarso l’interessamento sui costi di produzione (56 per cento), sull’indebitamento degli enti (49 per cento) e, quasi per contrappasso, sull’efficacia dei controlli contabili effettuati dalle amministrazioni (47 per cento). (p.s.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
CONFERENZA
Terra cruda
 
CAGLIARI. Da oggi a domenica Conferenza mediterranea sulle architetture in Terra cruda nell’aula magna della Facoltà di Ingegneria in piazza d’Armi. La conferenza ha come obiettivo quello di delineare lo stato di ricerche, studi, acquisizioni recenti sia sulla conservazione e la riqualificazione del patrimonio costruito in terra cruda, sia sulle nuove opportunità di utilizzo del materiale coerentemente con i principi fondamentali della bioarchitettura. Venti i Paesi rappresentati, 132 autori, tra docenti, ricercatori e professionisti portano il loro contributo per definire lo stato dei saperi e delle pratiche con un approccio multidisciplinare che investe i settori dell’antropologia, della storia e dell’archeologia, della costruzione e dell’architettura, della didattica.
 
SEMINARI
Orientamento lavoro
 
CAGLIARI. Nel mese di aprile si terranno le ultime tre edizioni dei “Seminari di Orientamento al lavoro” organizzati dalla Direzione orientamento e comunicazione dell’Ateneo, in collaborazione con l’Agenzia regionale del lavoro e con il Bic Sardegna. Il corso si svolgerà in 5 giornate e consisterà in 20 ore di attività di didattica attiva e testimonianze.
  
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Davide e la legge di un miracolo a Milano 
Portatore di un grave handicap si è laureato grazie alla “162” 
SABRINA ZEDDA 
 
 CAGLIARI. Parla con il linguaggio sciolto e competente di uno che ha studiato, e tanto, ma la laurea in Scienze politiche, presa l’anno scorso all’Università Statale di Milano, per Davide Tagliacarne ha qualcosa in più rispetto a quella di tanti altri suoi coetanei: è un po’ il simbolo della sua rivincita. Perchè Davide, originario di Capoterra, seppure portatore di un grave handicap è riuscito a essere padrone della sua vita.
 Della sua esperienza, ma sopratutto della legge 162, una legge dello Stato nata per finanziare progetti personalizzati a favore delle persone con gravi disabilità, Davide parlerà, insieme al consigliere regionale del Pd, Marco Espa, questa sera a Milano nel convegno “Legge 162, una possibilità di scelta”, da lui stesso voluto e organizzato insieme all’Università Statale.
‹‹Studiare all’università è qualcosa che è andato da sè - racconta Davide, raggiunto telefonicamente a Milano - Nel senso che per le persone come me l’università prevede già una serie di agevolazioni pensate per consentire un proficuo percorso di studi››. Davide, ad esempio, ha po tuto contare sul supporto di alcuni tutor, ma anche, rivela, sull’affetto e l’aiuto dei tanti colleghi con cui è nata un’amicizia profonda. Il vero miracolo è quello accaduto fuori dalle aule della facoltà: la possiblità, grazie alla legge 162, di fare la vita che lui ha sempre sognato. ‹‹Volevo una vita autonoma e indipendente - dice il giovane, con un pizzico d’orgoglio nella voce - Grazie ai fondi di questa legge, che in Sardegna viaggia a una velocità infinitamente maggiore rispetto ad altre regioni, ci sono riuscito, mettendo su un piano che mi ha permesso di avere qualcuno che facesse per me, senza che ci fosse in mezzo la mia famiglia, tutte le cose che io da solo non sono in grado di fare››. Insomma, Davide è bravo nello studio, ma per lui sarebbe impossibile, senza l’aiuto di qualcuno, cucinare, lavarsi la roba, pulirsi la stanza o andare in piscina: per farlo senza l’aiuto di mamma o papà aveva bisogno di trovare qualcun altro. ‹‹Questa possibilità me l’ha data la legge che, mettendo a disposizione dei soldi, mi ha permesso di realizzare il mio sogno: lasciare Capoterra e la mia famiglia, per andare a studiare a Milano e prendere in mano la mia vita››. Semberà incredibile, ma proprio nella ricca capitale lombarda i professori sono rimasti di stucco quando Davide gli ha raccontato come tutto questo è stato possibile: ‹‹Mentre da noi in Sardegna - racconta il giovane, che sull’argomento ha scritto la sua tesi di laurea - negli ultimi anni la 162 è stata utilizzata con uno spirito più improntato ai veri bisogni del malato, in Lombardia i fondi di quella legge sono usati soprattutto per garantire l’assistenza diurna››. Un’assistenza calata dall’alto, senza alcuna possibilità per il beneficiario di studiare insieme alla famiglia e ai servizi sociali del comune, come avviene qui, un progetto più adeguato alle sue vere esigenze. ‹‹In Sardegna abbiamo voluto questo tipo di applicazione della legge 162 - sottolinea Marco Espa - Presentare ora a Milano il nostro modello di buona prassi che in questi anni ha finanziato più di 20 mila persone, con più di 230 mila euro, è per l’Isola motivo di orgoglio››.
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
L’evento oggi alla sala Sassu del Conservatorio 
Le donne rivoluzionarie di Cuba si raccontano in un video 
 
SASSARI. L’associazione Italia-Cuba in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità dell’Università e con il patrocinio del Comune di Sassari presenta “Mujeres de la guerrilla”, film documentario che raccoglie la testimonianza di 10 donne fra le oltre 300 che parteciparono alla guerriglia nella Sierra Maestra, fino alla vittoria della Rivoluzione Cubana. Raccontano delle loro umili origini, degli avvenimenti che le spinsero a partecipare attivamente alla lotta, in quale ruolo vi parteciparono e poi il successivo ritorno alla società fino alla quotidianità dei nostri giorni.
 Una testimonianza necessaria, sostiene l’autrice Consuelo Elba, perchè quella storia è stata focalizzata tutta sugli uomini, sui “barbudos”. Ed è anche un riconoscimento alla presenza e al contributo dato da tutte queste donne praticamente sconosciute. È questa l’idea dell’associazione per celebrare la giornata internazionale della donna che si è svolta l’8 marzo e il 50º anniversario della Rivoluzione Cubana. La manifestazione si terrà oggi venerdì alle 19 nella sala Sassu del Conservatorio di musica.
 Consuelo Elba, che sarà presente alla proiezione, ha partecipato direttamente alla lotta clandestina già dai 13 anni e nel 1958 faceva parte della colonna n.1 Josè Marti comandata da Fidel Castro. Giornalista, fondatrice della tv cubana, ha diretto per la televisione moltissimi programmi: musicali, informativi e drammatici.
 Ha tenuto conferenze in università della Spagna, Francia e Stati Uniti. L’ingresso è libero. Info: amicuba.sassari@tiscali.it
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Gabriele Torsello in facoltà di Lettere racconta i suoi scatti d’autore tra gli afgani 
La guerra di un fotoreporter 
«La paura della morte come un brutto mal di denti» 
 
 Capelli neri e mossi tirati all’indietro sulla fronte pelata, poi una barba molto lunga. Look vagamente talebano, quello del fotoreporter di guerra Gabriele Torsello: anche per rispetto ai suoi migliori “clienti”: gli afgani. Che nell’ottobre del 2006 lo rapirono per 23 interminabili giorni sino alla poco limpida liberazione, sulla quale ancora la magistratura sta indagando, tanto che lui ancora preferisce non svelarne i particolari.
Trentanove anni, nato in provincia di Lecce, Torsello (in arte Kash) ieri sera ha tuttavia raccontato il suo mestiere agli studenti della facoltà di Lettere. Anche perché - grazie alle associazioni culturali Omega e Màgusu - i suoi scatti d’autore sono diventati una mostra intitolata “Staramasce”, da oggi sino al 23 marzo alla Passeggiata coperta del Bastione, poi sino al 5 aprile al centro commerciale “Le Vele”. Si tratta di trenta bellissime gigantografie che descrivono la vita quotidiana a Kabul, Badakshan, Khost e Kandarhar.
 Come è noto - e come sempre ricorda l’associazione Reporters senza frontiere - ogni anno nel mondo i giornalisti muoiono a decine (110 nel 2006, 87 nel 2007, 68 nel 2008). E altre centinaia sono imprigionati senza diritti nelle carceri dei Paesi più dispotici. Ma perché, allora, nella vita c’è chi sceglie di fare una professione così pericolosa? Sacro fuoco del giornalismo? Amore per la verità? Voglia di avventura? “A spingermi - spiega Torsello - è stato il desiderio di approfondire argomenti che la stampa ormai tratta con troppa superficialità”. I rischi? “In fondo - continua il reporter con un’osservazione tragica quanto acuta - se proprio parliamo di numeri muoiono molti più operai nei cantieri edili italiani che giornalisti nelle zone di guerra del pianeta”.
 In attesa di scrivere un libro quando l’inchiesta giudiziaria sarà conclusa, sulla vicenda del suo sequestro Torsello preferisce raccontare soltanto gli aspetti umani, anche quelli più intimi. “Se ho avuto paura di essere sgozzato? Ebbene, sì - ammette serissimo il reporter - ma ho tentato di rassicurarmi con un espediente psicologico: mi ero convinto che il dolore fosse simile a quello di un brutto mal di denti”. Escamotage utile anche per non cedere emotivamente al terrore.
 Andrea Massidda 

Comuni italiani: carente gestione finanziaria, no report consuntivi
I Comuni italiani si caratterizzano mediamente per una carente propensione alla gestione finanziaria per obiettivi e per l'assenza di "report" consuntivi sui risultati raggiunti. E' quanto emerge da un'indagine nazionale fatta, su un campione scelto casualmente di 508 comuni con più di 5.000 abitanti, dall'Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali del Ministero dell'Interno e da una equipe della Facoltà di economia dell'Università di Cagliari guidata da Aldo Pavan. I dati sono stati illustrati in un convegno sul ruolo dei Comuni nella prospettiva del federalismo.
 
CAGLIARI - A distanza di 15 anni dall'attuazione della riforma contabile - si legge nella relazione - il confronto fra la realtà operativa delle amministrazioni e le aspettative si presenta veramente ampio". Si parla di "migliore attuazione della tradizionale contabilità finanziaria", ma anche di "programmazione di medio periodo fortemente carente".
 
Viene definito "paradossale" il rapporto fra la dichiarata attuazione degli inventari e la persistente disattenzione nella gestione del patrimonio. Per i ricercatori si configura "un forte indizio che la cultura dell'adempimento formale continui a prevalere su quella dell'attenzione alle risorse in funzione dei risultati di utilità".
 
La conclusione dell'indagine è che bisogna chiedersi come intervenire affinché la gestione dei modelli informativo contabile e di controllo degli enti locali possa meglio rispondere alle esigenze di una economia avanzata e della crescita del benessere dei cittadini. Si suggerisce una differenziazione degli strumenti in quanto "la ricerca ha mostrato il disagio degli operatori davanti ad una normativa troppo impegnativa per i piccoli enti e, probabilmente, non sufficiente per i grandi".
 
Infine sono sicuramente quelle relative alle tariffe (95,1%) ed alla qualità e quantità (88,9%) dei servizi erogati dagli enti locali le informazioni che maggiormente suscitano l'attenzione dei cittadini. Il campione di 508 responsabili dei servizi finanziari sentiti dai ricercatori ritiene, invece, abbastanza contenuto l'interessamento della collettività sui costi di produzione dei servizi (56,1%) e sull'indebitamento dell'ente (49,1%). Il cittadino dimostra anche di essere parzialmente interessato a fare confronti con quanto finanziariamente avviene in altri comuni. Di certo è alto il dato di coloro che mostrano una attenzione nulla all'efficacia dei controlli contabili (47,7%).

Questionario e social

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