Mercoledì 4 marzo 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 marzo 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 17
convegno
I pediatri sardi e i bambini delle nuove etnie
 
La pediatria e il rapporto con i bambini delle nuove etnie sarà al centro di un dibattito in programma venerdì e sabato al Lazzaretto di Sant'Elia. L'appuntamento è stato organizzato dalla sezione sarda della Società italiana di pediatria, in collaborazione con l'Azienda sanitaria ospedaliera e universitaria e con l'amministrazione comunale.
L'appuntamento è rivolto ai pediatri, ai medici di medicina generale, ai ginecologi e a tutti gli operatori del settore pediatrico e sociale. Aprirà il convegno Giovanni Bona, docente dell'Università di Novara, con una lettura magistrale sul “Bambino migrante dall'accoglienza all'integrazione”. Al dibattito verranno presentati i primi dati epidemiologici territoriali locali e regionali, con le esperienze critiche degli operatori del territorio. Il titolo del convegno è “I pediatri e i bambini delle nuove etnie in Sardegna”. Il presidente della sezione Sardegna della società dei pediatri è il professor Stefano De Virgiliis. Programma e informazioni sull'appuntamento di Sant'Elia sono disponibili sul sito www.sipsardegna.it 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Universitari alle urne per il dopo Mistretta 
Votazioni sugli organi d’ateneo mentre il rettore lascia dopo 18 anni 
SABRINA ZEDDA 
 
 CAGLIARI. Poco meno di un mese per rifare i giochi e convincere gli studenti universitari a fare la scelta giusta. Dopo la sospensione di novembre, decisa dal Tar, il primo e il due di aprile gli universitari tornano alle urne per scegliere i loro rappresentanti in quattro organi d’ateneo: alle liste che già erano state presentate la prima volta, ora non è escluso se ne possano aggiungere delle altre.
 A dare il via libera alle elezioni di aprile è un decreto del rettore Pasquale Mistretta del 27 febbraio, con cui di fatto si sblocca una situazione che altrimenti sarebbe potuta andare per le lunghe: dopo un ricorso di alcuni studenti della lista Ichnusa, che avevano messo in dubbio il regolamento elettorale d’ateneo nella parte in cui di fatto li esludeva dall’elettorato passivo, le elezioni erano infatti rimaste congelate, in attesa di una decisione del Tribunale amministrativo regionale.
 Decisione che sarebbe potuta arrivare troppo tardi, così, già da gennaio, il rettore aveva prospettato la possibilità di elezioni in primavera, che adesso con il suo decreto trovano conferma. La campagna elettorale è aperta dunque, e visto lo slittamento del momento del voto non è escluso che rispetto agli schemi di novembre ora possa cambiare qualcosa. Di certo ci saranno le liste di sempre: UxS (Università per gli studenti), Ichunsa e Unica 2.0, ma qualcuno, tra gli aspiranti candidati, sussurra che forse potrebbe farsi avanti qualche lista nuova, legata magari al movimento Unicamente, nato in autunno per unire le diverse facoltà dell’ateneo nella protesta contro i tagli a scuola e università pensati dal governo Berlusconi. ‹‹Nemmeno per sogno - si affretta a smentire Enrico Puddu, studente di Scienze Politiche e tra i portavoce del movimento - Non ci sarà alcuna lista legata al nostro movimento. Al massimo si farà avanti, ma solo in alcune facoltà, qualche collettivo››. E’ il caso di Entula Arrubia, attivo proprio nella facoltà di Scienze Politiche, che potrebbe proporre suoi esponenti ma limitatamente all’elezione dei rappresentanti nel consiglio di facoltà. La tornata elettorale porterà infatti oltre che all’elezione di cinque studenti nel Consiglio d’amministrazione, cinque nel Senato accademico, cinque nel senato accademico allargato e due nel Cus (Comitato per lo sport universitario) anche a quella dei rappresentanti degli nei singli consigli di facoltà. I mesi passati da quando il Tar ha sospeso le elezioni potrebbero aver provocato altre conseguenze, oltre alla possibilità della nascita di nuove liste. ‹‹Non dimentichiamo che tra novembre e aprile c’è di mezzo una sessione - spiega Andrea Coinu, coordinatore di Unica 2.0 - Significa che chi a novembre per laurearsi doveva dare magari 10 esami oggi ne potrebbe dover dare tre o quattro e quindi potrebbe aver perso interesse nel candidarsi››. Un modo per dire che qualcuno ormai “troppo cresciuto”, perchè con un percorso universitario alla fine, non avrebbe più desiderio di imbattersi in questo percorso e che magari potrebbe aver liberato spazio a qualcun altro. Cosa succederà davvero si saprà dopo il 12 marzo, data entro cui dovranno essere presentate le liste dei candidati. Gli eletti avranno un gran bel daffare, e non solo perché dovranno riuscire a essere propositivi e a mettere al centro i problemi degli studenti in un periodo di grande crisi come quella attuale, ma anche perché, ricorda Lorenzo Espa di UxS, il 21 maggio finisce dopo 18 anni la gestione di Pasquale Mistretta.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Cultura e Spettacoli
Serve una nuova cultura del vivere per migliorare la qualità delle città 
FABIO CANESSA 
 
 SASSARI. L’immediata percezione che nelle città italiane ci sia qualcosa che non va la si ha dall’alto, vedendole «sdraiate» sul territorio senza logica. Se poi uno si trova al suo interno, magari nel tentativo di raggiungere il centro, scopre che rispetto alla sensazione aerea è anche peggio. Traffico, stress da stop e semafori. Spazi verdi ridotti all’osso. Aria irrespirabile. Cassonetti che eruttano rifiuti. E viene da chiedersi, perché? Perché in Italia è difficile applicare modelli di sostenibilità urbana? Una domanda sulla quale si sono confrontati, l’altro ieri a Sassari, esperti di sociologia del territorio di diverse università nel corso di un convegno organizzato all’interno della Scuola di dottarato di scienze sociali.
 Rapido sviluppo, cambiamenti degli stili di vita, crisi della politica. Sono diverse le cause. Sicura la conseguenza: è sempre più difficile vivere nelle città. Su questo si sono dimostrati tutti d’accordo i docenti che hanno preso parte all’incontro, introdotto da Antonietta Mazzette coordinatrice del Centro studi urbani dell’università di Sassari, e moderato dalla domande dei giornalisti Giacomo Mameli e Karl Hoffman. «Incide molto - ha sottolineato Roberto Segatori dell’università di Perugia - il fatto che da noi la cultura delle regole sia molto labile e questo favorisce gli speculatori ma non la pianificazione, una trasformazione condivisa. Manca il metodo della razionalità sinottica, far accettare da tutti un modello, e si va avanti con quello che viene definito incrementalismo sconnesso: le decisioni vengono prese non in base a un programma, ma mano a mano che il problema evolve. Sempre in emergenza, con interventi personali di chi spesso pensa solo a guadagnare».
 Ma come se ne esce allora? Alla base senz’altro ci dovrebbe una forte educazione civica: «Ma non è facile - ha spiegato Michela Morello dell’università di Palermo - Per fare un esempio, il sindaco della mia città voleva istituire la ztl e si è trovato tutti contro. Alla fine l’unico provvedimento che si è riusciti ad adottare è stato quelle delle targhe alterne».
 Ci sono per fortuna anche esempi positivi, di alcune amministrazioni che hanno cercato di fare qualcosa. Di solito nelle realtà più piccole. «Si è mosso pure qualcosa in città più grandi come Torino - ha detto Angelo Mela del Politecnico piemontese - impegnandosi molto nella raccolta differenziata, cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni».
 A Milano, richiamata spesso per il livello delle polveri sottili, si è provato ad adottare il provvedimento della tassa d’ingresso per entrare in città, come ha ricordato Francesca Zajczyk dell’università Bicocca. «A distanza di un anno dall’istituzione - ha sottolineato la docente - non è chiara l’incidenza sull’inquinamento, sicuramente poca, tuttavia è stata utile perché in qualche modo si è parlato dell’argomento. A fatto discutere».
 E in Sardegna? Parlando dell’isola il discorso non poteva che cadere sul Piano paesaggistico: «Al di là del discorso politico - ha evidenziato nel suo intervento Camillo Tidore dell’università di Sassari - bisogna essere tutti d’accordo sul fatto che il ragionamento sulla sostenibilità deve, per forza di cose, essere fatto sul lungo periodo. Anche se si è costretti a fare i conti con il presente».
 Al futuro, hanno pensato in passato, prima degli altri a Friburgo: città tedesca che rappresenta uno dei più importanti modelli di pianificazione sostenibile. Di questo piccolo paradiso ha parlato il city manger Wulf Daseking, da 25 anni impegnato a migliorare la vivibilità di questo centro della Germania.
 Elemento centrale del processo di riqualificazione è stato il ripensamento della mobilità urbana con il ridimensionamento della prospettiva «auto-centrica», tipica delle città italiane, dando importanza al tram, spina dorsale della città, ai percorsi pedonali e ciclabili un po’ dappertutto. Puntando poi alla valorizzazione del centro, evitando speculazioni sulle nuove costruzioni in periferia con l’istituzione di regole precise e aree protette. E soprattutto sul coinvolgimento della popolazione «che negli anni Ottanta - ha ricordato Wulf Daseking - si è opposta all’idea del governo di costruire vicino una centrale nucleare».
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
ISCRIZIONI 
Gestione del personale, un master universitario 
 
 CAGLIARI. Aperte le iscrizioni al master di II livello in «Gestione dei processi di sviluppo umano e organizzativo», promosso dall’università con l’adesione di Aidp, Confindustria e Api sarda. Il master affronta problematiche della gestione del personale nelle Pmi e rappresenta un’opportunità d’approfondimento di competenze utili per un inserimento occupazionale.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Attualità
«Le Borse scommettono contro i governi» 
L’economista Giacomo Vaciago: «Il governo può solo aiutare i più poveri» 
L’INTERVISTA «Fortunato chi ha uno stipendio» 
GIGI FURINI 
 
 MILANO. Scende il Pil, crollano le Borse, crescono i disoccupati e i precari. L’opposizione chiede al governo di intervenire. Berlusconi dice che salterebbero i conti. Parliamo di questi conti, di soldi e di Borsa con Giacomo Vaciago, docente di economia politica all’Università Cattolica di Milano. «Le Borse - dice - continuano a scendere perchè scommettono sul fatto che i governi non riescono a intervenire, non riescono a capire che cosa sta succedendo».
 Il governo italiano che cosa può fare?
 «Ci sono vicende macroeconomiche sulle quali non può intervenire, siamo d’accordo. Ma nello specifico il governo deve aiutare quella fetta di popolazione che è sempre più povera. I ricchi soffrono un po’ se scende la Borsa, ma i poveri soffrono molto di più se perdono il posto di lavoro».
 Non c’è equità sociale, vuole dire questo?
 C’è uno squilibrio fra i pochi che hanno molto e i molti che hanno poco, o che non hanno affatto».
 Chi soffre di più la crisi?
 «Chi ha uno stipedio fisso ed è garantito non si è neanche accorto della crisi. Per lui è tutto come prima, anche perchè i prezzi sono stabili».
 E chi se ne accorge?
 «I precari, i lavoratori in cassa integrazione. Loro pagano per tutti».
 E il governo cosa deve fare per aiutare i più deboli?
 «Adesso non dà davvero niente a chi sta veramente male. Sta mantenendo la situazione di prima, quando tutto andava bene. Invece deve aiutare i giovani, perchè loro sono il futuro. E per aiutarli deve fare le riforme, prima fra tutte quella delle pensioni. Bisogna alzare l’età pensionabile. Il padre dovrà lavorare un anno in più e, con i soldi risparmiati dall’Inps, il governo deve dare un aiuto ai giovani disoccupati».
C’è un’altra possibilità? Si possono mettere le mani sulla cassa?
 «Se si fanno le riforme tutto diventa possibile, altrimenti non resta che aumentare le tasse».
 Sono già alte...
 «Appunto».
 Si può ancora alzare il debito pubblico?
 «E poi chi lo paga? I nostri figli? Gli lasciamo un’eredità pazzesca».
 Fare le riforme vuol dire sfidare anche l’impopolarità...
 Ma il governo deve essere un po’ impopolare. Non può pretendere l’applauso di tutti. E tutte le mattine. Invece, se prende misure impopolari, nel giro di qualche anno vedrà i benefici».
 Si parla da anni di riforme, si fa pochissimo.
 «Bisogna ridistribuire le risorse, dai vecchi ai giovani, da chi ha di più verso chi ha di meno».
 I giovani non sembrano così squattrinati.
 «Ci sono le famiglie che fanno da ammortizzatori sociali. Mamme e papà danno i soldi ai figli che non lavorano».
 E chi non può?
 «Infatti. Le famiglie più ricche possono, quelle povere no. E così si aumentano le disuguaglianze».
 Parliamo del rapporto fra debito e Pil. Sta peggiorando. Rischiamo grosso?
 «No, il problema resta la crescita. Se c’è crescita si pagano anche i debiti, senza crescita puoi solo peggiorare. E lasceremo ai nostri figli un’Italia peggiore».
 Come va a finire?
 «Che i migliori se ne vanno. Se il governo non investe in nuove tecnologie, la qualità non migliora e la ripresa sarà sempre una chimera».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Nazionale
Il progetto. La città diventa il polo forestale della Sardegna. Protocollo d’intesa con l’Istituto zooprofilattico 
Agris, un centro di ricerca in Barbagia 
Cavalli a rischio di estinzione, i veterinari studiano le razze minori 
L’iniziativa coinvolge anche il corso di laurea della facoltà di Agraria 
NADIA COSSU 
 
 NUORO. Nuoro diventa polo forestale della Sardegna. Non ha alcun dubbio il direttore generale di Agris Giuseppe Pulina: «Se dobbiamo occuparci di ricerca scientifica sulle razze equine, canine e specie minori a rischio di estinzione, il fulcro dell’attività non può che essere Nuoro». E infatti il capoluogo barbaricino da tre giorni ospita il settore di ricerca sulle razze locali e specie minori.
 Un settore, quello ospitato nella sede dell’Ente foreste di via Deffenu, che rientra nell’ambito del dipartimento di ricerca per l’incremento ippico dell’agenzia Agris. La scelta di Nuoro deriva proprio dal fatto che in città esistono delle strutture d’eccellenza quali l’Ente foreste, il corso di laurea della facoltà di Agraria in Scienze forestali, oltre all’istituto zooprofilattico sperimentale con il quale Agris ha stipulato un protocollo d’intesa per la collaborazione scientifica. Senza dimenticare che, sempre all’interno della sede di via Deffenu, opera già per Agris il servizio Silvicoltura del dipartimento della ricerca per il sughero e, appunto, la silvicoltura.
 «Dal 1 marzo - spiega Pulina - si sono insediati a Nuoro i primi ricercatori, saranno tre in tutto, che verranno in seguito supportati da quattro tecnici. Il loro compito sarà quello di svolgere un’attività scientifica mirata al censimento delle razze locali a rischio di erosione genetica». I ricercatori veterinari arrivano prevalentemente da Ozieri dove il dipartimento per l’incremento ippico ha la sua sede operativa.
 Il loro lavoro effettivo partirà tra brevissimo tempo.
 «L’insediamento è già avvenuto - spiega il direttore di Agris -, ora si tratta di avviare il collegamento con l’ente foreste e l’istituto zooprofilattico attraverso i protocolli di intesa e quindi si procederà all’indagine vera e propria». Che avrà, tra gli altri obiettivi, anche quello di studiare l’impatto che la presenza di queste razze a rischio di estinzione ha sul territorio silvicolo. E sarà questo uno dei punti chiave dell’attività che i ricercatori andranno a svolgere. I principali ambiti di ricerca sono gli studi del genoma degli equidi, indagini demografiche, sistemi di allevamento, impiego delle biotecnologie nella conservazione della biodiversità, ricerche genetiche e tecnologie d’allevamento sugli ungulati selvatici (cinghiale, cervo, daino, ecc...) e delle specie canine autoctone (pastore e mastino fonnese), oltre a studi e analisi socio-economiche.
 L’attivazione di questo nuovo settore di ricerca a Nuoro ha chiaramente l’ambizioso scopo di integrare meglio le attività di studio e ricerca sulle specie minori con quelle sulla silvicoltura, considerato che il patrimonio boschivo è particolarmente fiorente in alcune zone di questo territorio. «Attività che - come hanno spiegato gli addetti ai lavori - pur appartenendo a dipartimenti differenti, vogliono dimostrare quella interdisciplinarietà che l’agenzia Agris persegue, dal momento in cui ha accomunato storie, esperienze e patrimonio scientifico di enti regionali che prima operavano autonomamente e in ambiti distinti». Nei prossimi mesi si arriverà a una elaborazione di tutti i dati raccolti.
 Non è che l’inizio, la sintesi servirà infatti ad avere una prima stima.
 «In autunno - annuncia già Giuseppe Pulina - verrà organizzato, sempre qui a Nuoro, un seminario tematico dove forniremo tutti i dati scientifici che verranno poi utilizzati per le successive attività». Un progetto scientifico di vasto respiro, dunque, che vede nel territorio del Nuorese la collaborazione tra enti importanti che hanno deciso di portare avanti nel capoluogo della Barbagia un lavoro di squadra che permetterà di fare grandi passi in avanti nella ricerca per l’incremento ippico.
 
 
 

Questionario e social

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