Venerdì 23 gennaio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 gennaio 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L'UNIONE SARDA
1 - La retorica della tregua in Medioriente, un commento di Gianfranco Sabattini
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 36
il mancato impegno degli stati
La retorica della tregua in Medioriente
di Gianfranco Sabattini*
 
 Gli appelli di molti politici, istituzioni e associazioni di varia natura, per un cessate il fuoco in Medioriente, per il ritiro immediato delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e per l'organizzazione di una protezione umanitaria internazionale per i palestinesi sono stati valutati da molti osservatori una pura e semplice "retorica della tregua". I civili massacrati nella Striscia non sono diversi da quelli delle guerre del Darfur, di Grozny, Srebrenica, Bagdad, Kabul e delle città e villaggi israeliani colpiti dai missili Qassam. Gli appelli alla tregua erano motivati da ragioni condivisibili sul piano morale e su quelle del realismo politico; tuttavia, se non accompagnati da un impegno che vada al di là del puro e semplice obiettivo del "dare voce alla coscienza civile del nostro Paese" per rifiutare la "sproporzione" della risposta di Israele alle "provocazioni" di Hamas, si corre il rischio che i risultati concreti siano destinati a conservarsi fragili e poco duraturi. Perché sia possibile acquisire uno stop a tempo indeterminato occorre, obiettivamente, che non sia solo il risultato di una mobilitazione acritica volta a evocare un'"interposizione di forze di pace" per conto di un'istituzione internazionale da tempo delegittimata come l'ONU o iniziative inconcludenti di altri organismi come le istituzioni dell'Unione europea, ma sia anche conseguenza della creazione delle condizioni necessarie perché le parti in conflitto si riconoscano reciprocamente e dell'individuazione dei motivi per cui ciò, allo stato attuale, non avviene.
Tutti coloro che si dichiarano impegnati per la realizzazione di una tregua duratura devono riconoscere e chiedere che siano chiamate in causa su un piano di parità le parti più direttamente coinvolte (incluso Hamas, previa la sua rinuncia al non-riconoscimento dello Stato di Israele e ad azioni terroristiche condotte al riparo della realizzazione di "scudi" umani coinvolgenti le popolazioni civili dietro le quali nascondere la costituzione di forze armate e di riserve di materiale bellico); in secondo luogo, che siano individuati gli attori internazionali che, per un verso, hanno sinora latitato nella risoluzione del problema mediorientale e che, per un altro, sono stati i principali responsabili della mancata realizzazione delle condizioni di pace. Tutto ciò nella consapevolezza di queste dure alternative: o si riesce a fare rinunciare, da parte di chiunque lo sostenga, al "rifiuto di Israele", oppure ci si dovrà adattare alla vista di ulteriori ingiustificate sofferenze delle popolazioni civili, nel qual caso tutti gli appelli dei pacifisti dovranno allora avere come scopo principale la liberazione dei palestinesi dalla mortale influenza di Hamas. Ciò è tanto più vero se si tiene conto del fatto che la fase "pace contro territorio" è finita, per cui la nuova fase non coincide più con la vecchia "questione palestinese" del passato, in quanto Hamas, estraneo ad essa, è parte di una "questione" che trascende la causa del popolo palestinese e che coinvolge attivamente anche altri Stati limitrofi, come l'Iran, che non esita a utilizzare la causa palestinese per soddisfare le proprie aspirazioni ad assurgere a "potenza regionale".
Se si tengono nella dovuta considerazione le osservazioni sin qui esposte, nella tragedia, la vicenda più riprovevole non è la brutalità di chi si difende dagli esiti delle azioni dei kamikaze e del lancio dei missili Qassam, ma il fatto che gli Stati, dotati della necessaria forza politica, economica e militare, non sappiano, e non vogliano, predisporre un progetto politico in grado di garantire la sicurezza a Israele e il diritto a un focolare nazionale del popolo palestinese.
Tutti coloro che in Italia si dicono favorevoli alla soluzione del problema mediorientale, perciò, piuttosto che fare della "retorica della tregua", devono rivolgere le loro critiche ai "Cinque Grandi" del Consiglio di Sicurezza perché, cessando di essere continuamente in disaccordo sull'argomento, considerino che la pace tra Israele e i palestinesi è ancora difficile, sia per la presenza di Hamas tra i palestinesi, sia per la presenza di posizioni integraliste all'interno dello Stato ebraico che spingono Israele ai tavoli negoziali a offrire - come ebbe a dire un importante uomo politico e militare dello stesso Israele - condizioni di pace che rappresentano «un massimo che è meno del minimo di ciò che i palestinesi possono accettare». È questa la ragione per cui i "Grandi" della Terra devono farsi carico di un progetto col quale deradicare Hamas dal popolo palestinese e, nel contempo, aiutare lo Stato ebraico a liberarsi dell'influenza delle componenti sociali più intransigenti nei confronti dei palestinesi. Ovviamente, qualsiasi progetto politico che non sia accompagnato dalla necessaria forza "dissuasiva" nei confronti di quegli Stati che nello spazio mediorientale svolgono un ruolo destabilizzante sarebbe destinato a restare lettera morta, al pari della famosa "map road" che, dopo la caduta di Saddam Hussein, avrebbe dovuto indicare la strada verso la definitiva soluzione dell'eterno conflitto.
*Università di Cagliari 
 
2 – L’Unione Sarda
Iglesias Pagina 20
Fluminimaggiore
Tesi di laurea sulle cave di Antas
 
Della storia della valle di Antas e in particolare delle antiche cave romane, si parlerà oggi alle 16,30 nella scuola elementare di via Argiolas, in un incontro organizzato da coop Star Uno e Comune. L'ingegner Carla Pani presenterà la sua tesi di laurea dal titolo “Il sito delle cave di Antas da luogo di prelievo e contesto storico - culturale”. Interverranno Ginevra Balletto, Alessandra Milesi, Stefano Maizza e Bruno Murtas. (fe. ma.)
 
3 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 15
la malattia
In Trexenta trentacinque casi in dieci anni
 
Nel Medio Campidano la situazione della sclerosi laterale amiotrofica (Sla) è allarmante con la percentuale più alta dell'intera Sardegna. La situazione peggiora con il passare degli anni: secondi i dati esposti a San Gavino in un recente convegno da Giuseppe Borghero, responsabile dell'ambulatorio per i pazienti con malattie del motoneurone del policlinico di Monserrato dell'azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, nel Medio Campidano dal 1998 al 2003 i nuovi casi sono stati 13 mentre dal 2004 al 2008 se ne sono aggiunti altri 22.
«Nel mondo», spiega Borghero, «la prevalenza (numero dei malati effettivamente presenti in un dato momento) è stimata tra 1 e 8,5 per 100.000 abitanti. In Italia è di 1,56 - 5,4. Inoltre pare che si sia abbassata l'età delle persone colpite da Sla addirittura a partire dai 17 anni.
Con le cure domiciliari la Asl 6 del Medio Campidano ha seguito in dieci anni 18 pazienti. L'assistenza domiciliare integrata (Adi) si distingue in tre livelli, il terzo più complesso viene affidato a medici ed infermieri della rianimazione mentre il primo e il secondo può essere attribuito a società esterne. Il piano interventi prevede, tra le altre cose, un'adeguata istruzione dei familiari sulle tecniche di aspirazione e sull'utilizzo per sommi capi del ventilatore meccanico, un protocollo assistenziale personalizzato, una cartella medico-infermieristica, le eventuali disposizioni da concordare con il medico di famiglia e la visita mensile a domicilio del medico rianimatore e infermiere.
GIGI PITTAU

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
CONVEGNO FIDAPA 
Il futuro nelle cellule staminali 
 
SASSARI. Si tiene oggi alle 17 nell’aula magna dell’università centrale il convegno dal titolo «Cellule staminali: una speranza in più». L’incontro, organizzato dalla Fidapa di Sassari, si prefigge di affrontare un tema di grande attualità e importantissimo per il futuro della ricerca e per la lotta contro gravi malattie fino ad oggi incurabili.
 Fra i metodi per ottenere cellule staminali da utilizzare per ricerca e terapie c’è quello della donazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. Un metodo facile, indolore e senza alcun rischio per il donatore, che sono poi le donne che hanno appena partorito. Il sangue contenuto nel cordone - parte di tessuto che in mancanza di indicazioni diverse viene eliminato - è ricchissimo di cellule staminali che possono essere «estratte» e organizzate nei laboratori per i trapianti.
 Al convegno prenderanno parte fra gli altri il direttore dell’azienda mista Renato Mura, il direttore della clinica ematologica e del Centro trapianti Cellule staminali Maurizio Longinotti e il direttore della clinica chirurgica infantile di Cagliari Gian Benedetto Melis.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Oristano
FORDONGIANUS 
Tutti i segreti della «limba» 
 
 FORDONGIANUS. Al suo secondo anno di programmazione, ritorna il convegno sulla lingua sarda proposto e organizzato dal Comune. L’evento è calendarizzato per il 31 gennaio e si svolgerà nell’aula consiliare. “Limba sarda: dae su càntidu a poesia a s’impure in s’ amministratzione Pùblica e in s’iscola” è il titolo della manifestazione. I lavori si apriranno alle nove con la nota introduttiva di Antonella Pinna, operatrice dello sportello linguistico comunale. Seguirà il contributo di Salvatore Cubeddu, esperto in lingua sarda e moderatore del dibattito, la cui relazione verterà sull’impiego dell’idioma nell’amministrazione pubblica; Duilio Caocci, docente all’Università di Cagliari, farà un’incursione nella letteratura sarda, mentre Cristiano Becciu, operatore linguistico, parlerà di “Poesia a Bolu e suberoso lessicales”. Alle 12 il dibattito, che terminerà con l’intervento del sindaco Efisio Demartis. (mac)
 
 

Questionario e social

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