Sabato 6 giugno 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 giugno 2009
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati  articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 45
A Toledo, 438 anni fa, l'Inquisizione uccideva un martire del sapere e dell'onestà
L'università spenga il rogo di Arquer
«All'ateneo di Cagliari il nome dell'intellettuale arso vivo»  
 
Ci volle un colpo di alabarda per far tacere Sigismondo Arquer che, nell'imbarazzo generale, continuava ad invocare Dio tra le fiamme dell'Inquisizione mentre, il 4 giugno del 1571, veniva eseguita la sentenza per eresia. Dopo 438 anni, in un convegno è stato esposto il modo per rendergli giustizia. Giovedì alle 17, nella stessa ora dello stesso giorno in cui il giurista cagliaritano moriva a Toledo, nella sala settecentesca della biblioteca universitaria di Cagliari è stata espressa l'idea di intitolargli l'ateneo che, in 388 anni di vita, non ha mai avuto un nome. A giustificare la proposta, che sarà formalizzata al nuovo rettore non appena eletto, la singolare cultura del giurista che, grazie al suo trattato e le regali frequentazioni - da Carlo V a Filippo II - aveva fatto conoscere l'Isola in tutta l'Europa cinquecentesca, conquistando una fama internazionale poi caduta nell'oblio: la damnatio memoriae a cui erano destinati gli eretici. «Era diventato sconveniente persino citarlo. Consultare la sua opera, un atto sacrilego», spiega Giampaolo Marchi che racconta che il Viceré, pur di non utilizzare la carta di Arquer, nel 1576 commissionò un faticoso studio cartografico dell'Isola, utilizzato per eseguire l'affresco scoperto da Marchi nella sala est della Cattedrale.
Arquer parlava cinque lingue e a 17 anni aveva due lauree, in diritto e teologia. A cambiare il suo destino fu l'odio dei nobili sardi capeggiati da Salvatore Aymerich, i cui interessi erano intralciati dall'incorruttibile giurista che a 19 anni era stato nominato da Filippo II avvocato fiscale del Regno. Dopo aver tentato invano di corromperlo, avvelenarlo e imprigionarlo, lo accusarono di eresia trovando le prove in una frase contenuta nel suo “Sardiniae brevis historia et descriptio”, la prima trattazione storico-geografica della Sardegna. Lo scrisse su commissione di Sebastian Münster per la sezione sull'Isola nel suo compendio “Cosmographia universalis”, esposto nella sala del convegno in un'edizione del 1560. «La sua descrizione del clero sardo come corrotto e ignorante e la collaborazione col luterano Münster erano considerate prove decisive e, sulla sua eresia, giurarono 39 testimoni, quasi tutti sardi», spiega Salvatore Loi, docente alla facoltà di Teologia di Cagliari e autore di “Un innocente sul rogo dell'Inquisizione”, Ed. AM&D. A propendere per la sua innocenza è anche Riccardo Laria, organizzatore dell'evento e sceneggiatore della pièce sulla vita di Arquer che, dopo il convegno, è andata in scena al Teatro civico, evidenziando il montaggio ad arte dei suoi cospiratori e la fede del letterato che «nei sette anni di carcere, scriveva canti in cui invocava Cristo nei bordi dei documenti con cui costruiva la sua difesa». Invece, paragonandolo a Gramsci, ne sottolinea il valore laico Andrea Pubusa, docente alla facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, che già due anni fa avanzò la proposta di intitolargli l'ateneo. «Apparteneva a un'intellettualità che si può identificare con un movimento a respiro europeo che agiva spinto dal valore della libertà - spiega Pubusa - un movimento di resistenza che necessitava di risposte forti da parte dei suoi esponenti». Sulla stessa linea Giulio Angioni, autore di “Le fiamme di Toledo”, (Sellerio): «Poteva salvarsi col mea culpa, ma accettò di morire per quella cosa che chiamiamo dignità, per non ripudiare la sua coscienza. Da non credente dico che mi basta questo per considerarlo un eroe».
CRISTINA MUNTONI
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 22
Rettore, a caccia dei voti di Del Zompo
Università. Interviste a Giovanni Melis e Gavino Faa sulle strategie in vista del ballottaggio
 
Melis: «La politica? Mi dicono sia attiva nell'area medica»
   
Ringrazia Raffaele Paci, non dà per scontato che i voti di Maria Del Zompo andranno a confluire automaticamente su Gavino Faa. E pensa - perché glielo hanno riferito - che la politica sia stata molto attiva all'Università in questa fase elettorale.
Sulla squadra che lo affiancherà nel caso in cui diventi il sessantesimo rettore, preannuncia solo che sarà rappresentativa di tutte le facoltà perché «la collaborazione di colleghi autorevoli e rappresentativi delle diverse realtà accademiche è indispensabile per tener conto delle specificità nelle politiche della ricerca, della didattica e della funzione di servizio al territorio».
L'INCOGNITA VOTI Se dovesse essere eletto, Giovanni Melis sarebbe il primo rettore-economista della storia dell'Università. Un'eccezione, come Pasquale Mistretta, primo rettore-ingegnere. Ordinario di Economia aziendale, 64 anni, un curriculum accademico e professionale importante, sa di poterci provare. Il problema è trovare i voti. Perché un conto è stato incassare quelli di Raffaele Paci, economista come lui (che ritirandosi dopo il primo turno ha dichiarato pubblicamente che gli avrebbe ceduto i suoi 240 consensi), un altro è scardinare Medicina, la facoltà che ha espresso più Magnifici di qualunque altra: 13.
GRAZIE A PACI «L'aver superato il frazionamento fra economisti è stato certamente importantissimo per raggiungere il ballottaggio. Ringrazio pertanto il collega Paci. Ma ritengo che nella seconda votazione abbia pesato, per quanto mi riguarda, anche una maggiore attenzione alla qualità del programma ed alla coerenza con l'impegno che ho sempre espresso nell'Ateneo». Vero è che proprio il frazionamento tra medici ha impedito a Faa o a Del Zompo (o al contrario a lui o Paci) di imporre la forza dei rispettivi poli nei precedenti turni elettorali e che adesso è il suo avversario a contare sui voti della collega-rivale.
Ma per Melis non c'è nulla di scontato. L'unica certezza è che «saranno voti decisivi».
POLITICA INVASIVA Per ottenerli prova a spargere il seme del dubbio. E a chi gli chiede quanto abbia inciso la politica in queste elezioni risponde con una diplomazia solo formale. «Mi dicono che la politica sia stata molto attiva nell'area medica, mi auguro vengano rispettati i valori dell'autonomia universitaria che sono per noi un patrimonio inalienabile».
L'invito a specificare meglio questa accusa (la domanda è: in che modo, secondo quanto le riferiscono, sarebbe attiva la politica nell'area medica? In che senso, sempre secondo quanto le riferiscono, avrebbe influito sull'autonomia universitaria?) resta senza risposte.
TRASPARENZA Melis, in vista del ballottaggio della settimana prossima, ribadisce la volontà di rispettare il programma che, dice, «è già serio ed impegnativo per il rilancio dell'Ateneo nelle diverse facoltà ed attività (ricerca, didattica e servizio al territorio), avendo come indispensabili riferimenti la trasparenza nella gestione ed i principi della buona amministrazione». Non lo integrerà, insomma, con ulteriori promesse, magari rivolte proprio agli elettori del polo medico-scientifico.
SQUADRA TOP SECRET Top secret la squadra che lo affiancherebbe in caso di elezione. Ribadisce, però, i principi ai quali si ispirerà. «Ho già avuto modo di dichiarare che la squadra si forma sulla condivisione del programma. La collaborazione di colleghi autorevoli e rappresentativi delle diverse realtà accademiche è indispensabile per tener conto delle specificità nelle politiche della ricerca, della didattica e della funzione di servizio al territorio. Nel rispetto della distinzione dei ruoli, competerà alla dirigenza realizzare con efficienza ed efficacia i processi amministrativi».
F. MA.
 
Faa: «Dimostriamo di essere una facoltà unita»
   
È certo che ora tutti i voti del polo medico-scientifico confluiranno su di lui. E preannuncia che, per predisporre un programma comune, incontrerà Maria Del Zompo nei prossimi giorni. «Non c'è più alcuna ragione per dividerci e questo è il momento di dimostrare che Medicina è una sola facoltà». Si sbilancia anche sulla squadra che lo affiancherà in caso di conquista del rettorato, giovedì prossimo: «Sarà un mix tra giovani e anziani, tra esperienza ed entusiasmo».
ELIMINATA UN'INSIDIA Il giorno dopo il secondo turno del voto per l'elezione del rettore dell'Università, Gavino Faa, 57 anni, ordinario di Anatomia patologica, è sereno. È vero che ha conquistato solo 16 voti in più di Giovanni Melis, suo avversario al ballottaggio di giovedì prossimo, ma è anche vero che l'insidia maggiore era rappresentata da Maria Del Zompo, la farmacologa che ha costituito sino a giovedì un temibile avversario interno capace di attirare buona parte dei voti delle facoltà medico-scientifiche. L'anatomopatologo è certo che ora la frattura si ricomporrà: «Questo è il momento di dimostrare che esiste una sola facoltà». Del resto, dice, «credo che sia la soluzione naturale».
Faa, insomma, non vede «nessun ostacolo» anche se «la campagna elettorale è stata caratterizzata da programmi simili ma diversi in alcuni settori specifici: l'interazione nel territorio, il campus naturale, i fondi per la ricerca. Tematiche, tuttavia, molto care alla facoltà da sempre», aggiunge l'ex preside di Medicina. Che ora confida «su un programma unico» e per questo incontrerà presto Maria Del Zompo.
STESSE PRIORITÀ Dalla quale, tiene a precisare, non lo separa alcuna divergenza politica. «Non scherziamo. Io sono un ricercatore e nella mia vita professionale ho sempre lavorato per gli studenti, la didattica, la ricerca e l'attività assistenziale. Le stesse priorità di Maria Del Zompo. Per questo dico che ora anche su questi principi è necessario compattare la facoltà, realizzando un programma comune». Missione semplice, a sentire Faa, perché «abbiamo idee comuni su ricerca, didattica e assistenza. Ci differenziano sfumature che si possono limare». Piccole distanze colmabili, appunto. Non «progetti diversi» e «storie diverse», come quelle che lo dividono da Giovanni Melis «collega rispettabile ma con una storia differente dalla mia».
L'INTEGRAZIONE Nel suo programma, insomma, ci sarà qualche integrazione frutto del dialogo con la collega ex avversaria. Ma non aggiungerà, come fanno alcuni politici quando vogliono raggiungere un obiettivo, promesse irrealizzabili, magari finanziamenti dell'ultim'ora. «Ho sempre promesso solo ciò che posso mantenere e ciò che potevo promettere l'ho già promesso. Vengo da un paese (Masullas, ndr) dove la parola data conta più di ogni altra cosa e dove le strette di mano hanno un valore importante».
LA SQUADRA Sulla squadra, argomento tabù sino a pochi giorni fa, Faa fa un'anticipazione. «Sono un tifoso del Cagliari e dalla squadra di Allegri mi piace il mix di anziani e ragazzini. Voglio coniugare esperienza ed entusiasmo, cervelli fini e polmoni. E sa che cos'altro mi piace del Cagliari? La difesa nella tre quarti avversaria. Con me voglio persone che non si lamentino ma propongano, voglio più lavori scientifici e meno piagnistei. Una difesa così, alta nel centrocampo avversario, segna più gol e vince, anche se rischia di prendere qualche rete in contropiede. Sa che cosa farò il primo giorno, se sarò eletto? Insedierò l'ufficio progetti europei. Sino al 2013 ci saranno in gioco 50 mila milioni di euro. E sarebbe assurdo se una parte non la prendessimo noi ».
FABIO MANCA

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Rettorato, lo scontro Faa-Melis sarà su Medicina 
Giovedì prossimo il ballottaggio tra i due finalisti, aperta la caccia alle preferenze e alle alleanze a tutto campo 
ROBERTO PARACCHINI 
 
CAGLIARI. «Riposo? Per niente», il day after dei due vincitori aspiranti rettori è stato di attività piena. Gavino Faa che, nella votazione dell’altro ieri per la poltrona del Magnifico, ha riportato 452 preferenze, precisa di essere in movimento dalle sette del mattina. Giovanni Melis, che 436 persone hanno incoronato al secondo posto (con un sorpasso sul filo di Maria Del Zompo, 429) era ieri impegnato in riunioni continue. La vera battaglia, il gioco duro o la scommessa più entusiasmante (la si veda come si vuole) è iniziaa. Ora i numeri dicono che vincerà chi riuscirà a conquestare i voti voti della Del Zompo, ma soprattutto quelli di Medicina.
 Posto che l’anatomo patologo Faa si è conteso le preferenze di Medicina con la farmacologa clinica Del Zompo, è negli istituti più legati alla sanità che avverrà la caccia alle preferenze. Sapere come hanno votato i docenti delle singole facoltà non è facile, ma si può avere un’idea in base ai risultati espressi dai quattro seggi in cui gli interessati potevano recarsi alle urne (in quanto vicini a gruppi di facoltà). I docenti, gli studenti e gli amministrativi-tecnici che hanno indicato le loro preferenze nella cittadella universitaria di Monserrato (dove ci sono la maggior parte di Medicina, Scienze e Faramcia), hanno dato a Faa 170 preferenze, 150 a Del Zompo e 73 a Melis. Un fatto che conferma quanto accennato: che il gioco principale si disputerà sull’eredità delle 150 preferenze dell’area dei camici bianchi, «orfani» della Del Zompo. La situazione si è capovolta, però, nel seggio di viale Fra Ignazio dove c’è il grosso del polo economico giuridico (e non va dimenticato che Melis è un economista). Quest’ultimo ha riportato 156 preferenze, Del Zompo 47 e Faa 44. Interessante anche l’analisi della distribuzione del voto nel seggio di Ingegneria (dove, presumibilmente, hanno votato, oltre agli ingegneri, anche i docenti di Lettere e scienze della formazione e del corso di laurea in Geologia che stanno nell’area): 150 hanno selto Melis, 136 Faa e altrettanti Del Zompo. Numeri che raccontano che quelle 136 preferenze saranno un altro terreno di scontro. Infine c’è l’ex clinica Aresu dove si trova la facoltà di Lingue ma dove hanno messo la scheda nell’urna anche i clinici del San Giovanni di Dio. Qui Faa ha riportato 102 sì, 96 Del Zompo e 57 Faa.
 I numeri del risultato dell’altro ieri dicono che lo sprint maggiore lo ha fatto Melis che, nella prima tornata (del 21 maggio), aveva riportato solo 266 voti: ha guadagnato 170 preferenze. Un dato che dimostra due cose. Innanzi tutto che l’economista di è dato molto da fare e, in secondo luogo che la maggior parte del polo giuridico economico, che aveva sostenuto in precedenza i due candidati - anch’essi economisti - Raffaele Paci (con 240 voti) e Antonio Sassu (con 81) hanno scelto Melis. «La lettura del mio risultato - sottolinea quest’ultimo - è semplice: il polo da cui provengo mi sostiene. Inoltre c’è stata anche una maggior attenzione al mio programma». Ora, però, molto si giocherà su Medicina... «Indubbiamente - prosegue - e va detto che questa facoltà è centrale nell’economia dell’ateneo: sia nella ricerca che nei servizi sanitari. E come ho già detto in precedenza, dovrà andare avanti lo sforzo per completare il Policlinico».
 Sui camici bianchi è puntato anche lo sguardo dell’anatomo patologo Faa: «Ora spero che questo elettorao si ricompatti. L’altra canidata ha avuto una grande forza e la sua campagna va rispettata». Quindi? «Io sono un ricercatore è lo sviluppo di questo aspetto va perseguito con tenacia e progettualità. Ma occorre garantire un futuro a tutti i bravi giovani, e parlo delle aree che non sono d’eccellenza: non vanno dimenticate».
 I numeri dei votanti parlano di 1.514 aventi diritto, di cui 671 docenti tra ordinari e associati, 527 ricercatori e assistenti, 120 voti in rappresentanza dei tecnici-amministrativi, e 196 a nome dei 38mila studenti. Un corpo elettorale composito, ma con con ricerca, didattica e finanziamenti al primo posto. Un quadro in cui le alleanze potranno essere, sì, «di categoria» (medici con medici, economisti con economisti), ma anche di altro tipo. La competizione è aperta.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Dimmi il tuo cognome, ti dirò se arrivi a 100 anni 
Perfugas, un congresso scientifico spiega i segreti della longevità dei sardi 
I fattori che, secondo Luca Deiana, favoriscono il raggiumento di una vita lunga 
PASQUALE PORCU 
 
PERFUGAS. C’erano anche alcuni centenari ad assistere a un congresso sulla longevità, l’«Agi-Lab” Congress on «Laboratory Medicine of Aging and longevity» che ha inaugurato la moderna sala congressi in località Suiles di Perfugas.
 Ma perchè a Perfugas? «Una struttura all’avanguardia- dice il professor Luca Deiana, presidente dell’importante incontro scientifico organizzato da Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari e dalla società italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica - inaugurata da un appuntamento scientifico importante. Da parte mia un gesto di omaggio nei confronti del paese in cui sono nato e di cui sono stato sindaco».
 Il congresso, che ha riunito dal 4 al 6 giugno scienziati di tutto il mondo, propone all’attenzione del mondo scientifico le ricerche che da dieci anni conduce l’équipe del progetto AKeA (A Kent’ Annos), diretto dal prof. Luca Deiana. In Sardegna, in confronto ad altre realtà, esiste un elevato numero di centenari.
 «Quando si parla di longevità sono due le grandi realtà mondiali- dice Luca Deiana - una è la Sardegna, studiata dal progetto AkeA, l’altra è l’isola di Okinawa. Nella nostra isola abbiamo dati che parlano di 22 centenari ogni centomila abitanti, in altre zone sono 10-12. In altre zone del mondo il rapporto tra donne e uomini, tra centeneri, è di 7 a 1. In Sardegna, in alcune zone, il rapporto è di 1 a 1, o di 1 a 2. Non dimentichiamo che la nostra regione è stata quella in cui viveva l’uomo più vecchio del mondo, zio Antonino Todde di Tiana, morto a 113 anni nel 2002. Attualmente, la persona più vecchia della Sardegna è di Birori, 109 anni. Ma ci sono casi di centenari anche a Nulvi (zio Giommaria Buscarinu) a Bulzi (zia Domenica Curis), a Viddalba (zio Pietro Mele). Gli ultimi hanno assistito ai lavori congressuali di ieri».
 Attualmente, precisa Deiana, i centenari in Italia sono 345 (oscillano, in media, tra i 340 e i 350). Ma come vengono studiati questi nonnini? A ciascuno, come vuole il codice di bioetica, viene chiesto il consenso firmato per compilare una cartella clinica e per effettuare un prelievo del sangue. «Su ciascun soggetto- dice Deiana- facciamo studi di carattere genetico e sulle proteine coinvolte nei processi di invecchiamento. Ma abbiamo voluto studiare la longevità sia dal punto di vista dei caratteri trasmessi di padre in figlio, che quelli trasmessi dalla madre. Per questo facciamo studi sul cromosoma Y (linea paterna) e sul Dna mitocondriale (per i caratteri genetici trasmessi per linea materna). Poi, del milione e 650 mila abitanti sardi, abbiamo voluto vedere quanti sono i cognomi: ne abbiamo scoperto 14 mila (comprendendo anche gli extracomunitari). Poi abbiamo fatto un confronto con i cognomi più ricorrenti tra quelli iscritti al nostro registro di longevità (faat di centenari in vita e di quelli scomparsi negli ultimi 8-9 anni). Abbiamo scoperto che tra i centenari alcuni cognomi sono più frequenti di altri. Per esempio abbiamo visto che nel gruppo 1 (24 mila persone con lo stesso cognome) c’è un centenario ogni 1600 persone. Mentre nel gruppo 12 (1338 persone), uno su 126 ha raggiunto o superato il secolo di vita (con una percentale dieci volte maggiore del cognome del primo gruppo). La nostra équipe ha fatto a questo proposito un accordo per avviare le ricerche in quattro comuni (Perfugas, Erula, Tiana e Ovodda) ciascuno con un interessante numero di centenari».
 Ma quanto conta la genetica e quanto lo stile di vita? «Stiamo studiando il caso di 27 persone venute da fuori dell’isola e che in Sardegna hanno raggiunto il secolo - dice Deiana - e quello di 16 sardi che fuori dalla Sardegna hanno raggiunto i cento anni. Quanto conta l’alimentazione? Abbiamo messo sù un gruppo di ricerca costituito dalla facoltà di Medicina, Veterniaria, Agraria, Cnr e Agris per cercare di mettere a punto una”dieta della longevità” nel quale lavorano 50 ricercatori. Sarebbe bello scoprire che esiste una dieta che favorisce la longevità: chiederemmo subito il riconoscimento di una tale dieta da parte dell’Unesco e per la Sardegna sarebbe un terno al lotto».
 
Pagina 8 - Sardegna
LA SCHEDA 
Per vivere sani fino a 110 anni non è necessario essere ricchi 
 
La longevità è un fenomeno complesso e multifattoriale. Per vivere sani sino a 110 anni e più, concorrono molti fattori, tra i quali quelli genetici, proteomici, ambientali, alimentari, di costume, di attività lavorativa, sociale ed altri. Raramente sono compresi i fattori economici, perché anche i poveri diventano centenari. Arrivare fino ai 100 anni oggi è più facile, ma è ancora più difficile trovare certificazione dell’esistenza di persone longeve vissute due, tre o più secoli addietro. In talune popolazioni il fenomeno dell’invecchiamento è di particolare evidenza e fa sì che un numero crescente di individui raggiunga età estreme fino a toccare e superare la soglia dei 100 anni. Nonostante la longevità umana sia attualmente oggetto di numerose ricerche in tutto il mondo, i fattori che stanno alla base di tale fenomeno sono in gran parte sconosciuti. I dati epidemiologici, biologici, genetici e proteomici che il Progetto di Ricerca AKeA - A Kent’Annos - (ricerca iniziata in Sardegna 10 anni fa e tuttora in corso), sono un contributo per comprendere quali fattori incidono maggiormente nello sviluppo delle malattie età-correlate, e quali al contrario, promuovono il cosiddetto invecchiamento con successo.
 Nell’edizione del 2001 del Guinness World Record, è certificato Antonio Todde di Tiana, come l’uomo più vecchio del mondo.
 La celebrazione del Congresso “Agi-Lab” “Laboratory Medicine of Aging and Longevity” a Perfugas è l’occasione per confrontare i risultati ottenuti in questi ultimi anni su un numero elevato di centenari e ultraottantenni. Dalla elaborazione dei dati ricavati grazie alle diverse discipline della Medicina di Laboratorio e raccolti da gruppi di ricercatori a livello internazionale in diversi territori, si sono confrontati risultati biochimici clinici, genetici, proteomici e di salute in generale con l’obiettivo finale di poter scrivere nuovi capitoli sulla Medicina di laboratorio dell’invecchiamento e della longevità.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
ERSU 
Borse di studio per favorire corsi universitari all’estero 
 
SASSARI. Aiuti dell’Ersu agli studenti universitari che vogliono fare una esperienza all’estero. Tutti i beneficiari di borsa di studio potranno, nell’anno accademico 2008/09, usufruire di un contributo per la partecipazione a programmi di studio fuori dai confini italiani.
 «Con questo intervento - dice Maria Grazia Piras, direttore dell’ente per il diritto allo studio universitario - vogliamo rendere accessibile anche agli studenti con un reddito basso l’opportunità di perfezionare il proprio percorso di studi in un’università estera». Maria Grazia Piras è convinta che «entrare in contatto con una realtà culturale diversa dalla propria, affrontare programmi e ritmi di studio differenti da quelli consueti, approfondire la conoscenza di una lingua straniera sono esperienze fondamentali per la crescita formativa e culturale dei nostri giovani che dovranno confrontarsi, dopo la laurea, con il complicato accesso al mondo del lavoro, una realtà in continuo divenire che richiede competenze sempre più specializzate».
 Gli studenti idonei hanno diritto, una sola volta per ciascun corso, all’integrazione della borsa grazie alla quale potranno partecipare a progetti di mobilità internazionale che abbiano un riconoscimento accademico in termini di crediti nell’ambito del proprio corso di studi.
 La somma complessiva stanziata dall’Ersu è di 180 mila euro. L’integrazione riconosciuta ad ogni beneficiario è di 500 euro per ogni mese di studio trascorso nella sede universitaria straniera, sino a un massimo di dieci mesi. Nel caso di un numero di domande superiori allo stanziamento, l’Ente stilerà una graduatoria sulla base del merito e del reddito dichiarato al momento della presentazione della domanda di borsa di studio.
 Il bando completo, con tutti i dettagli e le modalità di partecipazione si può consultare sul sito www.ersusassari.it dove è possibile scaricare anche l’apposito modulo. La domanda dovrà essere presentata entro il 15 ottobre 2009.
 
 

Questionario e social

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