Martedì 10 marzo 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 marzo 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 4
Al nord più longevi dei sardi
Ma per ora all'Isola resta il record dei centenari
 La Sardegna continua ad avere il record dei centenari: ben 330 su un milione e 600 mila abitanti. Le statistiche dicono tuttavia che presto gli italiani del Nord saranno più longevi di sardi e meridionali
di Giancarlo Ghirra
 
La fotografia dell'esistente dice che i sardi sono fra gli esseri umani più longevi al mondo. Dati alla mano, il professor Luca Deiana parla di un numero fra 330 e 340 di ultracentenari, un vero record. Il docente di Biologia all'Università di Sassari chiarisce che si tratta di numeri aggiornati quotidianamente sulla base dei registri dei 377 Comuni dell'Isola.
DUECENTO PER MILIONE Sono dati incredibili, che parlano di qualcosa come duecento centenari per milione di abitanti. Se l'oggi parla sardo, il domani della longevità ha un forte accento lombardo-veneto. L'Istat, istituto superiore di statistica, ha reso noto che la speranza di vita degli abitanti di Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia puntano decisamente verso l'alto: gli italiani che vivono in queste regioni, ma anche nelle Marche, hanno visto allungarsi il proprio tasso di longevità di oltre il quindici per cento negli ultimi trentacinque anni.
IL NORD RAGGIUNGE IL SUD
Esaminando i numeri di nati nel 1974 e nel 2008 colpisce il vero e proprio ribaltamento fra Nord e Sud. Trentacinque anni fa i primi in classifica erano calabresi, abruzzesi, lucani, che oggi stanno nelle ultime posizioni, con la Campania fanalino di coda.
Quanto alla Sardegna, nel 1974 la speranza di vita degli uomini era di 71 anni, e quella delle donne di 76,6. I nati nel 2008 hanno chances maggiori: le donne puntano addirittura a 84,5 anni (con un aumento di 7,9 anni) e gli uomini hanno una speranza di 78,7, con un aumento di 7,6 anni.
SARDEGNA CHIAMA ITALIA In realtà le previsioni formulate per la Sardegna dall'istituto di statistica sono assai simili a quelle della media nazionale: in Italia, infatti, la media per il 2008 è di 78,8 anni per gli uomini ed è cresciuta, in 34 anni, sempre per gli uomini di 9,2 anni. Quanto al gentil sesso, l'aspettativa di vita media è di 84 anni e un mese, con una crescita in circa sette lustri di 8,2 anni. Le popolazioni di Abruzzo, Marche, Molise, Umbria, Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige sono tutte oltre i 79 anni per gli uomini. Fa storia a sé l'isola felice delle Marche, con oltre 85 anni di media per le donne, più della Sardegna ma anche di Molise, Abruzzo, Veneto e il Trentino.
MASCHI LONGEVI I numeri vanno però letti a fondo. Matteo Bellinzas, ricercatore di demografia impegnato nel Crenos, Centro di ricerche economiche e sociali interuniversitario, chiarisce subito quale sia la lettura corretta dei dati elaborati dall'Istat «La crescita maggiore, quella che colpisce di più riguarda l'età degli uomini, in proporzione in aumento maggiore rispetto a quella delle donne. Queste ultime arrivano a sfiorare gli 85 anni, mentre i maschi non arrivano a 79, ma rispetto al 1974 la forbice si riduce. E, soprattutto, i settentrionali raggiungono sostanzialmente i meridionali, prima decisamente più longevi. Oggi si registra una convergenza, dovuta principalmente al mutamento delle abitudini di vita. Se prima in meridione l'ambiente era decisamente di qualità superiore, oggi il Nord colma i divari intanto grazie a un sistema sanitario più efficiente nei controlli e nella prevenzione».
LO STILE DI VITA «I settentrionali- aggiunge il dottor Bellinzas-riescono a colmare il divario anche grazie al miglioramento delle condizioni di lavoro e a stili di vita più equilibrati. Gli stessi che, paradossalmente, spiegano perché le donne, in proporzione crescono meno nelle aspettative di vita: un dato legato al fatto che cattive abitudini quali il fumo, l'alcol e, non per scelta, i lavori usuranti, coinvolgano ormai anche un numero crescente di signore».
PRESENTE E FUTURO Le statistiche sul futuro prossimo venturo (l'Istat studia le aspettative dei nati nel 2008) confliggono però decisamente con i dati sugli ultracentenari studiati dal team che ruota intorno a Luca Deiana e alla sua cattedra di Biochimica clinica dell'Università di Sassari. «Ho grande rispetto per chi studia l'evoluzione delle situazioni - dice il docente - ma preferisco dedicarmi allo studio dei numeri che ogni giorno vengono aggiornati grazie ai contatti con i Comuni sardi». Numeri sensazionali, che riguardano l'intera Isola, città comprese, anche se nelle aree più montuose del Nuorese, in paesi come Ovodda e Tiana, la percentuale dei centenari sale a 250 per milione di abitanti. Scienziati, case farmaceutiche (e anche qualche ciarlatano) tentano di capire il perché di un fenomeno nel quale è possibile che anche l'originalità dei geni dei sardi giuochi un ruolo. «Ci stiamo studiando sopra- spiega il professor Deiana- perché i fenomeni sono complessi. A differenza dei giapponesi, che fuori dal loro ambiente muoiono, i sardi riescono a superare i cento anni anche a New York, Savona, in Francia. Ma c'è da dire che anche non sardi trapiantati nell'isola hanno superato il secolo di vita».
Gli studi vanno insomma intensificati, per comprendere un fenomeno originalissimo. «E assolutamente unico al mondo per quel che riguarda la longevità maschile. Se nel resto del mondo c'è un rapporti si sette centenarie per ogni maschio - spiega il professor Deiana - in Sardegna siamo due a uno». E in alcune aree interne (Barbagia, Mandrolisai, Ogliastra) ci si avvicina all'uno a uno. Da quelle parti anche i maschi sono superlongevi. C'è chi pensa che la spiegazione sia legata al fatto che uomini e donne sardi contino su geni radicalmente diversi da quelli degli altri italiani. Ma altri ritengono che la genetica non possa spiegare tutto, e l'ambiente eserciti un ruolo determinante. Nell'attesa che si chiariscono i segreti della longevità, dall'Istat arriva uno stop a chi pensa alla Sardegna come isola di lunga vita. Con un ambiente sano, un sistema sanitario efficace e la lotta alla disoccupazione la partita potrà tuttavia essere vinta. E non soltanto a Tiana e Ovodda. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 19
Ecco come commercianti e gestori di locali notturni cercano di attirare gli studenti
Contro la crisi sconti agli universitari
La protesta: manca un albo dei negozi con agevolazioni  
 
Per gli universitari cene e drink scontati. Per una messa in piega a prezzo ribassato è obbligatorio aver pagato le tasse.
Contro la crisi bisogna studiarle tutte. E i maestri nell'arte di arrangiarsi sono proprio gli universitari, sempre a caccia di sconti e agevolazioni, soprattutto per quel che riguarda il tempo libero. I commercianti cagliaritani, per accaparrarsi una fetta importante di clienti, non sono rimasti insensibili alla richiesta, con abbuoni sui prezzi che oscillano da un minimo del 5 per arrivare anche al 50 per cento. Per non parlare dei locali notturni che riservano una serata a chi sta ancora combattendo contro esami e professori. Ma chi propone convenzioni avanza in ordine sparso, affiancandosi ad associazioni che fanno poco o nulla per pubblicizzare le offerte.
LA CARENZA Lorenzo Espa, presidente del consiglio degli studenti, lancia una critica. «Purtroppo in città manca un elenco degli esercizi commerciali che propongono agevolazioni agli universitari. Per gli sconti bisogna andare alla cieca, affidarsi al passaparola». Esistono dei locali speciali per studenti? «Vicino alle facoltà qualcuno offre pasta e cappuccino a un euro, sappiamo, sempre per sentito dire, che palestre, piscine, parrucchieri fanno riduzioni. Di certo ci sono alcune sale cinematografiche che il lunedì permettono la visione di un film a 4 euro. Troppo poco. Serve con urgenza un albo degli sconti, necessario in una città che vuole essere anche universitaria».
LE AGEVOLAZIONI Ma chi e quando offre sconti agli studenti per il tempo libero? Il cuore delle agevolazioni sembra essere in viale Trieste. Una tra le serate più gettonate è il Giovedì universitario proposto dal Microclub, in via Cesare Battisti. «Quel giorno con 10 euro è possibile prendere 4 consumazioni», spiega un organizzatore. «Certo la crisi si sente e questo è un periodo di esami, ma i ragazzi fuorisede rispondono». A poche centinaia di metri c'è l'Hancock che però mira agli studenti stranieri. «Tutta la settimana pratichiamo tagli sul costo dei pasti del 10 per cento», afferma un promoter. «Il mercoledì è possibile cenare a metà prezzo». Al Movida il martedì è Erasmus con serate a tema. Non solo pizze, bistecche e drink. Tagli sui prezzi vengono proposti anche dai parrucchieri. Nei saloni Jean Luis David per una messa in piega o per i colpi di sole sono previsti abbuoni del 20 per cento. Un'offerta valida tutti i giorni tranne la domenica. C'è un particolare, non basta avere un libretto senza macchia è necessario essere in regola con le tasse universitarie. Stesso discorso da Biguine.
LA COOPERATIVA Qualcosa, comunque, si muove. A Cagliari, grazie ad alcuni volontari, opera la Cusl (Cooperativa universitaria studio e lavoro), con oltre 5000 associati. «Con un euro all'anno mettiamo a disposizione una tessera che permette di ottenere sconti in circa 40 negozi convenzionati, tra loro autoscuole gelaterie, librerie, gioiellerie e abbigliamento», spiega Antonio Tamponi. Non è tanto, ma si può migliorare. (a. a.)

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Cronaca
Addio al giovane che si è battuto per l’ateneo 
 
NUORO. Per uno strano scherzo del destino se n’è andato via in circostanze tragiche proprio nel giorno in cui l’università nuorese, quella per cui si era sempre battuto come un leone, ha toccato uno dei suoi giorni più tristi. Giovanni Zidda, 32 anni, nuorese con origini a Orune, a lungo presidente regionale dell’Aisa, l’associazione degli studenti in Scienze ambientali, se n’è andato via ieri mattina, in silenzio.
 Lo ha trovato il papà intorno all’una, ormai privo di vita, a casa sua, in via Macomer mentre altri familiari si preoccupavano di avvisare la polizia e i soccorsi. Ma purtroppo non c’era più nulla da fare. Solo per una formalità, solo perché lo richiede la prassi oggi ne verrà fatta l’autopsia. La scomparsa di Giovanni Zidda ha lasciato sgomenti moltissimi a Nuoro e provincia. Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un ragazzo generoso, con un animo grande, appassionato di ambiente, di tradizioni e di canto. A lungo, il giovane, ha cantato in un coro nuorese e ha fatto parte del gruppo a tenore Nugoresu. Ma più di tutto, Giovanni Zidda, era attaccato profondamente alla sua università.
 Impossibile per gli studenti nuoresi, non ricordare le sue battaglie decise, convinte, appassionate a favore dell’ateneo nuorese. «L’ateneo deve essere promosso - aveva detto quattro anni fa - nel corso di un’assemblea a Nuoro - occorrono politiche di promozione decise per la crescita dell’università nuorese e progetti a lungo termine perché Nuoro diventi un centro di sviluppo in controtendenza con la descolarizzazione e l’abbassamento del grado culturale». Parole forti, concetti chiari ma che, alla luce dei fatti di ieri, sembrano, almeno per il momento, essere stati privi di riscontro. Purtroppo. Eppure Giovanni Zidda, quel ragazzone dalla faccia bonaria, ci credeva eccome, nell’università a Nuoro. A tal punto da non mancare neppure a un dibattito sulla questione, a non perdersi per nulla al mondo un’assemblea, a tempestare i mass media di comunicati. Nel 2002, quando era ancora uno studente universitario alle prime armi, aveva denunciato senza troppi giri di parole i danni provocati dalle lottizzazioni degli enti. (v.g.)
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Cronaca
Università, il futuro finisce in tribunale 
Il Comune diserta l’incontro dedicato allo scioglimento del consorzio 
La Provincia va avanti e chiede la nomina di un «liquidatore» 
GIOVANNI BUA 
 
 NUORO. E alla fine il destino dell’università nuorese lo deciderà la sezione civile del tribunale di Nuoro. O meglio sarà compito del tribunale nominare il commissario liquidatore che accompagnerà allo scioglimento il «consorzio per la promozione degli studi nella Sardegna centrale» che, nei progetti della Provincia, verrà sostituito da una fondazione.
 L’assemblea di ieri, in cui i due unici soci paritari del consorzio (Provincia e Comune) avrebbero dovuto trovare l’accordo sul nome del commissario è infatti saltata per assenza di rappresentanti del Comune.
 E quindi, salvo improbabili ripensamenti dell’ultima ora, il presidente della Provincia Roberto Deriu darà corso alla decisione annunciata ufficialmente nell’ultima riunione consiliare: la Provincia uscirà dal consorzio avviando di fatto la procedura di liquidazione. E porterà avanti di pari passo il progetto della creazione di una fondazione, formata da Provincia, fondazioni bancarie, camera di commercio e unione dei Comuni, per il quale l’ente intermedio ha già messo in bilancio 500 mila euro e la camera di commercio 120 mila.
 Uno schema che annacquerebbe non poco il ruolo del Comune di Nuoro, e che infatti il Comune non ha mai gradito, disertando sistematicamente tutti gli incontri «informali» convocati per discutere del nuovo soggetto. E sottolineando più volte che «l’unico progetto che ufficialmente l’amministrazione comunale conosce è quello per un allargamento ulteriore del consorzio esistente e non per il suo scioglimento».
 Scarso gradimento ribadito con l’assenza di ieri all’assemblea convocata dal consorzio su richiesta della Provincia. Assenza che causerà, se la Provincia non desisterà dal suo intento di uscire dal consorzio, la trasmissione per le pratiche dello scioglimento alla sezione civile del tribunale di Nuoro, che nominerà un commissario.
 Proprio ieri, ironia della sorte, il sindaco Mario Zidda era impegnato nei locali di Sa Terra Mala a parlare di università con gli studenti delle scuole superiori che partecipavano alla prima giornata di orientamento organizzata da consiglio del corso di laurea di scienze forestali e ambientali.
 Durante l’incontro Zidda ha ribadito l’importanza dell’università come elemento di sviluppo e di attrattività del territorio e si è soffermato sul ruolo svolto dal Comune, specie per ciò che riguarda le strutture a disposizione dell’università nuorese.
 «Pochi giorni fa - ha spiegato il sindaco agli studenti - abbiamo firmato con il ministero della difesa, con il demanio e con la Regione Sardegna, la modifica dell’accordo di programma del 1997 che ci permetterà di entrare in possesso in tempi brevissimi di una parte della caserma Loi e iniziare a trasformarla in campus universitario. Inoltre sono ad un punto molto avanzato i lavori per la trasformazione dell’ex convento delle carmelitane in locali da destinare all’università. Nuoro ha la dimensione giusta - ha concluso il sindaco - per realizzare una idea di “campus diffuso” che possa ruotare intorno all’area della ex artiglieria, con il recupero di edifici che gravitano nell’area come l’ex brefotrofio».
 «Al di là dello strumento che ne gestirà la promozione - chiosa il presidente del consorzio Sergio Russo, ben attento a non farsi tirare dentro nessun tipo di polemica - il tema dell’università della Sardegna centrale resta di grandissima attualità. Ed è giunto il momento di un nuovo accordo di programma con la Regione, un cui si ridefiniscano progetti, tempi e finanziamenti. Il tutto con un quadro di interventi a medio e lungo termine».
 «È innegabile - continua Russo - che quello dell’università è uno dei progetti più interessanti ed economicamente sostenibili per il rilancio del nostro territorio. Come è innegabile che solo creando un sistema inter ateneo, in cui i corsi non siano duplicati, o necessariamente gemmati da una sola università, questo progetto potrà avere le gambe per iniziare a correre. Le possibilità ci sono, ora la compessità deve trovare una giusta sintesi, e per operarla serve l’intervento della politica, quella con la P maiuscola però».
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
 
SEMINARIO ALL’ERSU
Luoghi e cooperazione
 
 CAGLIARI. Gli scenari di cooperazione attraverso gli occhi di chi ci ha vissuto: è il tema del seminario che avrà luogo domani, alle 16. alla Casa dello studente, in via Trentino, nella sala Giovanni Cosseddu, organizzato dall’associazione di volontariato ‘Ingegneria senza frontiere Cagliari’. Relatori saranno Gianni Loy, Felix Adandedjan, Barbarangelo Licheri e Annalisa Balestrino, che prima del dibattito illustreranno le loro esperienze.
 
UNIVERSITÀ
Comuni e federalismo
 
 CAGLIARI. I comuni nella prospettiva del federalismo è il tema del convegno organizzato giovedì - alle 9.30 al Palazzo Regio - dall’Università e dal ministero dell’interno.
 
 

Questionario e social

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