Giovedì 14 maggio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 maggio 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
I 5 concorrenti che si sfidano per la poltrona di Magnifico dicono la loro anche sui corsi di studio
«La nostra Università più vicina agli studenti»
I progetti dei candidati per i 36 mila iscritti all'Ateneo cagliaritano
Seconda puntata del forum con i 5 candidati alla carica di rettore in vista del voto del 21 maggio
 
I cinque aspiranti Magnifici, Gavino Faa, Maria Del Zompo, Giovanni Melis, Raffaele Paci, Antonio Sassu, rispondono alle domande poste da docenti, studenti e amministrativi, domande ricorrenti nei dibattiti della loro campagna elettorale.
Al di là dello slogan “Cagliari città universitaria” come valorizzerete sul piano economico la presenza di 36 mila studenti?
Faa: «Sia chiaro, Cagliari città universitaria per me non è uno slogan. Ma un progetto serio e concreto cui la mia squadra lavora da anni e che consentirà ad almeno tremila studenti di risiedere nei quartieri storici, rivitalizzando l'intera città».
Del Zompo: «Essere di stimolo perché Regione, Comune e Ersu facciano il possibile per migliorare la ricettività. Incentivare gli studenti a “vivere la città” con convenzioni per facilitare la fruibilità di servizi: Arst per facilitare gli spostamenti, Camera di commercio per l'accesso a punti di ristoro, multisale o per l'acquisto dei libri di testo, tutto a costi prestabiliti».
Melis: «Gli studenti fuori sede spendono per alloggi e vitto importi significativi nell'economia della città. Non sempre sono accolti bene, si vedano le ripetute aggressioni nella mensa di via Premuda e le presenze notturne inquietanti in viale Sant'Ignazio. Con il campus nel centro storico si può migliorare l'ospitalità e realizzare una vetrina per il patrimonio di beni culturali e museali dell'Ateneo, creando un centro importante di attrazione per il turismo».
Paci: «Gli studenti devono trovare nei due campus del centro storico e di Monserrato servizi residenziali (centralizzati e diffusi) e di ristorazione, servizi didattici (aule, laboratori, biblioteche) e spazi di socializzazione e svago. È necessaria una Conferenza dei servizi con i Comuni, la Regione, l'Ersu e gli altri enti interessati».
Sassu: «Oltre che città in cui ci deve essere il fermento della scienza e della formazione, Cagliari può offrire diverse opportunità agli studenti universitari. Prima di ogni cosa, uno spazio culturale e politico in cui si possa discutere, poi uno spazio musicale. Le grandi università hanno una loro orchestra e un loro coro in cui è possibile coltivare le proprie passioni. Altrettanto si può dire per le sale cinematografiche e teatrali. Anche dal punto di vista economico è possibile offrire occasioni di lavoro, basti pensare alla Casa dello studente».
Come attirare più studenti stranieri?
Faa: «È indispensabile migliorare e potenziare i servizi relativi all'accoglienza e all'integrazione sociale. Va subito creato un centro di accoglienza internazionale, dove i nostri ottimi funzionari lavoreranno in sinergia con le associazioni studentesche».
Del Zompo: «Con la qualità della nostra ricerca e didattica per prima cosa, migliorando la ricettività, sottodimensionata. Bisogna potenziare i servizi culturali come biblioteche, aule e laboratori. E favorire l'accesso a punti di ristoro e di relax attraverso convenzioni che limitino i costi».
Melis: «Forse non tutti sanno che attualmente l'accoglienza degli studenti stranieri dipende, in gran parte, dal volontariato delle associazioni degli studenti. Sono iniziative lodevoli che vanno sostenute, ma unitamente con l'Ersu e gli enti territoriali occorre potenziare l'ospitalità e sviluppare le occasioni di scambio».
Paci: «Servono i servizi prima descritti ma anche un'ottima qualità della didattica e della ricerca. In alcune aree dovremo organizzare percorsi formativi in lingua inglese. L'internazionalizzazione è uno degli elementi strategici per il futuro e l'Ateneo di Cagliari può svolgere un ruolo importante al centro del Mediterraneo».
Sassu: «Innanzitutto devono esserci scuole e laboratori, in genere, le strutture, in cui la ricerca sia di buona qualità. Ciò richiama, in primo luogo, gli studenti e gli studiosi stranieri. Tuttavia questo non è sufficiente. Sono necessarie strutture universitarie ad hoc ma anche accordi con i Comuni limitrofi. Molto rimane da fare».
Quali criteri guideranno le vostre scelte sulla chiusura di corsi di laurea e sedi staccate?
Faa: «La qualità dei corsi e la loro integrazione con il tessuto economico e sociale sono la risposta vincente. Verranno mantenuti i corsi meglio organizzati, con livelli di docenza elevati e che forniscono agli studenti maggiori opzioni per inserirsi nel mondo del lavoro. Non ho preconcetti sui corsi nelle sedi staccate».
Del Zompo: «Non chiuderei neanche una scuola elementare con 5 alunni! Ma ora dobbiamo razionalizzare le risorse. La mia idea è progettare la creazione di Università monotematiche, con sedi in città diverse da Cagliari: progetto ambizioso ma possibile sfruttando i fondi Por. Criteri: qualità della didattica e della ricerca, possibilità di internazionalizzare i corsi, sede unica per quella laurea che richiami studenti da tutta l'isola, valutazione delle risorse».
Melis: «L'insularità non può essere ignorata nell'articolazione dell'offerta formativa. Inoltre vanno difesi quei corsi che esprimono il patrimonio culturale specifico dell'Ateneo. Per salvare le iniziative più radicate (Nuoro, Oristano, Iglesias), occorre uscire dall'attuale situazione di precarietà e realizzare un investimento durevole negli organici e nelle strutture».
Paci: «Vi è stata una proliferazione delle sedi distaccate che ha portato sprechi e inefficienze. È necessario ora definire con la Regione e l'Università di Sassari un disegno strategico che porti alla creazione di un sistema regionale della conoscenza con il mantenimento di poche presenze qualificate nel territorio».
Sassu: «Ciò che è importante, nelle sedi staccate, è il bacino di utenza e l'utilità per il territorio. Spesso la domanda da parte degli studenti è stata progressivamente decrescente per varie ragioni e l'Università non è stata capace di influire sull'ambiente».
L'introduzione di criteri meritocratici rischia di far retrocedere l'Università nelle classifiche nazionali?
Faa: «Il valore dei ricercatori del nostro Ateneo è riconosciuto a livello internazionale. Ma vanno potenziate le attività di sostegno alla ricerca. Penso a un Ufficio per i progetti europei; a un ampliamento dei fondi; a un numero maggiore di borse per le scuole di dottorato. Con queste modifiche prevedo la promozione della nostra università, non una retrocessione».
Del Zompo: «Possiamo competere a testa alta ma dobbiamo migliorare l'organizzazione della ricerca e fare “sistema” con il potenziamento dei servizi comuni per la ricerca, scientifici e amministrativi, migliore distribuzione del carico didattico, la componente tecnico-amministrativa sempre più valorizzata».
Melis: «La qualità dei ricercatori non è una criticità, siamo nella media nazionale con importanti eccellenze. È la produttività della didattica che porta verso il basso il rating dell'Ateneo. Pesano la qualità della scuola media, le carenza nelle aule, nei laboratori e nei supporti per la didattica, il pendolarismo. Ecco perché vanno sostenuti i progetti per la creazione dei campus nella ex semoleria e nel centro storico».
Paci: «L'introduzione di criteri di merito è una strada corretta che permetterà al sistema universitario di migliorare. Cagliari si posiziona molto male per quanto riguarda la produttività della didattica mentre sul fronte della ricerca le cose vanno meglio. Sarà quindi necessario agire con visione strategica su entrambi i fronti».
Sassu: «I criteri meritocratici possono solo migliorare la performance dei ricercatori. Non c'è il rischio di una retrocessione nelle classifiche nazionali».
CARLA RAGGIO
2. continua 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 23 - Iglesias
Università, incertezza sul futuro
Il Senato accademico rinvia la decisione su Monteponi  
Resta in sospeso la sorte della Facoltà di Scienza dei materiali che rischia di chiudere
Ieri il Senato accademico dell'Ateneo di Cagliari non ha affrontato il caso dell'Università del Sulcis Iglesiente. Preoccupazione tra gli studenti
 
Resta in sospeso la sorte dell'Università del Sulcis Iglesiente. Il Senato accademico dell'Ateneo di Cagliari, riunitosi ieri per discutere alcuni ordini del giorno relativi alle sedi periferiche dell'Università, non ha affrontato nel particolare la questione di Monteponi. Il Ministero ha prorogato i termini per l'approvazione dell'offerta formativa al 15 giugno prossimo, cosicché, forse anche per una certa prudenza politica nell'imminenza delle elezioni per il rinnovo del rettorato, i senatori non si sono espressi sulla delibera del Consiglio della facoltà di Scienze, che vorrebbe riportare definitivamente a Cagliari il corso in Scienze dei Materiali.
GLI STUDENTI I rappresentanti degli studenti in Senato, hanno comunque chiesto e ottenuto che la questione della sede di Monteponi venga messa all'ordine del giorno e discussa nello specifico nella prossima seduta, prevista entro le prossime due settimane. Come noto, il trasferimento di Scienza dei materiali avrebbe come conseguenza la chiusura della sede universitaria periferica di Monteponi. Si chiuderebbe in tal modo un'esperienza di oltre dieci anni, che ha prodotto risultati lusinghieri sia dal punto di vista della qualità dell'offerta formativa, sia da quello dei riscontri ottenuti dalla comunità scientifica. Giova ricordare, a questo proposito, che il Polo di Monteponi è stato di recente scelto come sede del consorzio Sardegna Ricerche (che ne ha altre due, a Pula e Alghero), e che da diversi anni è il centro dell'attività formativa del Forgea, che ha attivato diversi master internazionali ai quali sono stati attribuiti prestigiosi riconoscimenti.
IL TERRITORIO Le peculiarità del territorio costituiscono un indubbio valore aggiunto per chi si occupa di formazione nei campi scientifici legati alla Terra e all'Ambiente. Senza contare che i progetti di bonifica su vasta scala che presto verranno avviati nel Sulcis Iglesiente, da un lato necessitano di un forte apporto da parte della ricerca, dall'altro potranno senz'altro costituire il terreno ideale dove formare gli esperti del settore. In questo senso, dunque, il Sulcis Iglesiente è una sorta di laboratorio a cielo aperto, in grado di mettere in campo un reale valore aggiunto all'offerta formativa di corsi come quello in Scienze dei materiali. Ma solo una valida progettualità e, ovviamente, una forte volontà politica, potranno essere decisivi perché la sede universitaria sulcitana possa sopravvivere e puntare a diventare, com'è nelle sue potenzialità, un centro di eccellenza.
PAOLO MOCCI
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 21 – Provincia di Nuoro
Nuoro. Il Comune alla Provincia: «Serve una discussione senza prevaricazioni»
Università, paura per la fine dei corsi
Cresce la preoccupazione dopo la nomina del liquidatore  
Mozione dell'opposizione per inserire in bilancio un contributo all'università
 
Dopo la nomina del liquidatore del consorzio per l'università si profilano due strade e altrettante interpretazioni. Da una parte c'è chi, a iniziare dal Comune che medita il ricorso, teme la chiusura condividendo la preoccupazione esternata dal consiglio di amministrazione del consorzio che annuncia la sospensione dei servizi e dell'attività didattica. Dall'altra ci sono le rassicurazioni della Provincia che nessun contratto sarà interrotto. Il commercialista Salvatore Cocco, nominato liquidatore dal presidente del Tribunale dopo l'istanza presentata dalla Provincia il primo aprile, si trova così a dover liquidare un'azienda che ha anche la necessità di tenere in vita, ricorrendo magari all'esercizio provvisorio o ai tempi tecnici per l'inventario. Lui per ora evita annunci. Ma la politica ribolle di tensioni e timori.
COMUNE La reazione più dura viene dal Comune, pronto a fare ricorso per fermare la liquidazione del consorzio, ritenuta anticamera della chiusura. L'assessore alla Cultura Teresa Pintori bacchetta, intanto, il presidente della commissione Cultura - «dimissionario solo a parole» - Mario Angioi che imputa al Comune la mancata adesione alla Fondazione sostenuta dal presidente della Provincia Roberto Deriu. «La sua sicurezza nell'indicare la fondazione sembra più appropriata a un consigliere provinciale». Chiarisce l'assessore: «Il Comune si è sempre battuto per il contenuto dell'università e non ha mai espresso preferenze per un qualsiasi modello di gestione che è bene scaturisca da un confronto tra tutti e tenga conto della vocazione pubblica dell'ateneo». Nel frattempo, il Comune è deciso a fare di tutto per evitare il blocco dell'attività didattica. Teresa Pintori invita a discutere «con il tavolo sgombro da soluzioni predeterminate, senza tentativi di prevaricazione» rilanciando le conclusioni della verifica sottoscritte a novembre dalla maggioranza e dal sindaco.
MOZIONE Il gruppo d'opposizione “Città in Comune” presenta una mozione per sollecitare nel bilancio di previsione «un contributo finanziario adeguato da destinare alle attività dell'università, di concerto con la Provincia e gli altri soggetti». Proposta accompagnata dall'apprezzamento per la «lodevole iniziativa della Provincia di stanziare 500 mila euro».
CGIL «È vero che stiamo convivendo con commissari liquidatori e curatori fallimentari; basti pensare alla grave crisi che ha investito il sistema industriale provinciale, ma non vogliamo assistere anche alla perdita dell'università perché se cade muore la concreta possibilità di dare a questo territorio una prospettiva non solo di arricchimento culturale e formativo». Parole del segretario provinciale della Cgil Gianfranco Mussoni che raccomanda di «riaprire un confronto costruttivo sviluppando un largo consenso sinergico che metta insieme il sistema istituzionale locale, quello politico, gli amministratori locali, in particolare il Comune di Nuoro, la Provincia e la Regione. Basta bisticciare. Serve senso di responsabilità da parte di tutti. Si discute troppo sullo strumento (fondazione o consorzio) piuttosto che sul contenuto; eppure negli anni passati l'università ha funzionato».
CENTRODESTRA «Il commissariamento è la naturale evoluzione di una situazione ormai ingestibile a causa della diatriba infinita tra Comune e Provincia», commenta Silvestro Ladu, presidente della commissione Politiche comunitarie in consiglio regionale. «In una situazione di oggettiva difficoltà il presidente Deriu e il sindaco Zidda hanno contribuito a dare il colpo di grazia ingaggiando una guerra infinita su consorzio o fondazione e perdendo di vista il vero obiettivo che è difendere l'università nuorese». Per questo Ladu chiede a entrambi le dimissioni. ( m. o. )

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITÀ
Candidati a confronto
 
CAGLIARI. I cinque candidati al Rettorato Maria Del Zompo, Gavino Faa, Raffaele Paci, Giovanni Melis e Antonio Sassu saranno questa sera, alle 21, i protagonisti della trasmissione «I dibattiti su Videolina», a cura della redazione del Tg. In studio il conduttore Andrea Frailis e i giornalisti Carla Raggio (Unione Sarda) e Roberto Paracchini (La Nuova Sardegna) che intervisteranno i cinque candidati alla successione di Pasquale Mistretta.
 
MASTER
La salute mentale
 
 CAGLIARI. Sul sito www.unica.it è stato pubblicato il bando del master “La salute mentale per la medicina di base”, riservato ai medici di base, infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori, pedagogisti e tecnici della riabilitazione di base. Le iscrizioni scadano il 12 giugno. Informazioni all’indirizzo www.unica.it, nella sezione news.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Dure reazioni dal mondo politico sulla proposta della facoltà di Giurisprudenza 
Tutti contro la laurea honoris causa a Gheddafi 
Prudenza da parte dei candidati rettori: «Il Senato accademico attende le motivazioni» 
 
 SASSARI. Come era prevedibile l’affaire della laurea honoris causa a Gheddafi da parte della facoltà di Giurisprudenza di Sassari ha monopolizzato l’incontro di ieri con i due candidati alla carica di rettore. Che sulla spinosa questione si sono espressi con grande prudenza mentre le reazioni politiche, perlopiù sdegnate, sono arrivate non solo dalla Sardegna ma anche dal Parlamento. Il preside della facoltà Giovanni Lobrano, invece, difende la sua proposta: «Il conferimento della laurea honoris causa al presidente Gheddafi contribuisce a un processo di dialogo fra sistemi giuridici diversi del Mediterraneo».
 Intanto, ieri pomeriggio, durante i question-time organizzati dal Progetto Magnifico con i due candidati rettori nell’aula Eleonora d’Arborea l’esposizione dei programmi è stata quasi travolta dal dibattito sull’opportunità o meno di proporre il conferimento del prestigioso titolo al discusso presidente della Libia. «Il Senato accademico è in attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato alla proposta del consiglio di Facoltà - ha detto Piero Luciano, preside di Agraria -. Pare di capire che sia stata considerata la capacità di innovazione istituzionale in una cultura, come quella islamica, totalmente diversa dalla nostra. C’è poi da considerare che Gheddafi è attualmente il presidente dell’Unione Africana e l’intento è quello di creare un ponte con un continente molto vicino a noi ma con problemi del tutto diversi. Non mi sono ancora fatto un’idea sull’opportunità della proposta». Una grande performance di equilibrismo anche la dichiarazione del prorettore Attilio Mastino: «Io ieri non ero in Senato - ha detto -. Tuttavia penso che il consiglio di Facoltà non possa non tenere conto delle reazioni che la proposta ha provocato. Sarà comunque l’occasione di affontare la questione dei respingimenti dei migranti dalla Libia».
 Un argomento che serpeggiava nei corridoi fra i docenti che erano accorsi a sostenere l’uno o l’altro candidato. Perchè la «vera motivazione del conferimento sarebbe il tentativo di suggellare l’accordo già firmato dal governo italiano».
 Durissime le reazioni dal mondo politico a cominciare da quella dei radicali che sul tema hanno fatto un’interrogazione al ministro Gelmini. Dello stesso tenore l’intervento della deputata del Pd Caterina Pes: «Come componente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e come cittadina della Sardegna, esprimo tutta la mia riprovazione per la proposta, avanzata dal Consiglio di Facoltà di Giurisprudenza di Sassari».
 Anche a livello locale le reazione sono state molto dure. Il coordinamento provinciale dell’Italia dei Valori ha espresso la propria avversione al provvedimento: «La nostra ostilità non è preconcetta, ma basata sulla azione che ha contraddistinto, negli anni, questo capo di governo, soprattutto in tema di appoggio al terrorismo internazionale e di violazione dei diritti umani». E si annunciano proteste clamorose se la delibera della facoltà venisse accettata dal Senato: «Il movimento giovanile de La Destra Gioventù Italiana organizzerà una manifestazione di protesta davanti all’università e fino ad allora non fermerà la propaganda di informazione e di protesta contro questa scelta». Lo ha detto Luca Lorenzi, segretario nazionale del movimento e a lui si affianca la responsabile provinciale di Sassari di Gioventù Italiana, Paola Rais che esprime, «insieme a tutta la federazione provinciale, lo sdegno e l’incredulità per la notizia. L’assurdità di un laureato “disonoris causa” come il colonnello Gheddafi, a cui l’Italia ha sottoposto parte dei suoi quattrini per chiudere un succulento accordo tagliato e cucito sotto i diktat della sua tenda di Tripoli, ci fa chiedere quale tipo di motivazione ha portato ad una decisione del genere».
 Contrario anche il consigliere comunale di Sassari Marcello Orrù che in una nota afferma che «siamo arrivati al punto di conferire la laurea honoris causa a un personaggio le cui azioni sono macchiate di grandi ombre delittuose come la strage di Locherbie e la tragedia di Ustica». Sdegno anche da parte dell’Arci provinciale: «Mentre tutto il mondo dell’associazionismo, laico e cattolico, le istituzioni internazionali, Onu e Consiglio d’Europa, protestano con il governo italiano per i respingimenti di cittadini stranieri verso la Libia, Paese che non ha neppure firmato la Convenzione di Ginevra ed è governato da quarant’anni da un dittatore che ignora i diritti civili e politici, l’università di Sassari decide di conferire a Gheddafi la laurea “honoris causa” in Giurisprudenza».
 Infine, un gruppo di docenti del Dipartimento di Economia Istituzioni e Società dell’università di Sassari ha indirizzato una lettera aperta ai colleghi e ai candidati alla carica di rettore. Tra i primi firmatari Maria Grazia Giannichedda, Luigi Bua, Antonietta Mazzette, Antonio Fadda, Patrizia Patrizi, Camillo Tidore, Rodolfo Ragionieri, Fabrizio Bano e Mauro Tebaldi.
 «Sulla proposta della facoltà di Giurisprudenza di conferire una Laurea honoris causa al colonnello Gheddafi sentiamo doveroso esprimere pubblicamente il nostro dissenso e invitare a esprimersi in merito i colleghi di tutte le facoltà e in primis i candidati alla carica di rettore».
 
Pagina 21 - Sassari
IL PRESIDENTE EMERITO 
Cossiga: «Niente di strano, è un grande personaggio» 
 
SASSARI. «Non riesco a comprendere le riserve e le proteste dei Radicali per il conferimento della laurea Honoris causa in Giurisprudenza al colonnello Gheddafi». Lo afferma il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. «La Libia - spiega - è un Paese con il quale siamo legati da molteplici vincoli storici e verso cui abbiamo ancora grossi debiti. Seppure abbiamo contribuito alla evoluzione moderna delle infrastrutture di quel Paese, abbiamo esercitato in un nefasto periodo su di esso una sanguinosa oppressione integralista. Gheddafi - puntualizza - è una delle personalità più prestigiose e autorevoli del mondo arabo e dell’Africa, e mi onoro di esserne amico da lungo tempo. Sono lieto che diventi mio “collega” all’università che mi ha laureato e in cui ho insegnato diritto».
 
Pagina 21 - Sassari
«È lo sdoganamento definitivo» 
Interrogazione dei radicali eletti in Parlamento nel Pd 
 
SASSARI. Gheddafi dottore in diritto non è altro che «l’ennesimo tentativo di sdoganamento del colonnello da parte del nostro governo». Così i parlamentari dei Radicali eletti nelle file del Pd, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, con il leader storico Marco Pannella, nella quale hanno presentato una interrogazione al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e al ministro degli Esteri Franco Frattini, sulla proposta arrivata dall’università di Sassari della laurea honoris causa «a un dittatore non eletto democraticamente e al potere da quarant’anni».
 «È solo l’atto finale di uno sdoganamento in corso da anni - spiega Pannella che, aiutato dal deputato Matteo Mecacci, ricostruisce «la resistibile ascesa di Gheddafi» negli ultimi anni. Ascesa partita, secondo i radicali, nel 2003, quando fu affidato a Gheddafi un ruolo di primo piano nel tentativo di esiliare Saddam Hussein e evitare così l’invasione americana dell’Iraq. I radicali chiedono oggi a Berlusconi di rendere pubblico il “memorandum” che il premier trasmise a Gheddafi nei primi mesi del 2003.
 Da lì, secondo Emma Bonino, è cominciato lo sdoganamento del leader di Tripoli. Con l’Italia attraverso il trattato di amicizia, il risarcimento per il passato coloniale e oggi, accusano in coro, anche la laurea honoris causa. Perduca sottolinea infine che la sua interrogazione al Senato ha già raccolto una ventina di firme.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
Il galeone e l’incognita costi 
L’archeologo Zucca: «L’università pronta a collaborare ma la decisione finale spetta alla Soprintendenza» 
LA SCOPERTA Campagna di scavi molto dispendiosa 
 
ORISTANO. «L’Università è pronta a collaborare, ma la decisione spetta alla Soprintendenza». Arriva dal professor Raimondo Zucca, direttore del Curriculum di Archeologia subacquea, la conferma della disponibilità da parte dell’ateneo sassarese, cui fa capo appunto il corso di studi con sede a Oristano, per l’avvio di una collaborazione scientifica sulle ricerche sul relitto della nave, forse un galeone spagnolo del Cinquecento, rinvenuto lo scorso ottobre nei fondali del Sinis.
 Un ritrovamento importante, quello compiuto dai due sub di Forlì, Marco Montanari e Marco Testarella, che durante una immersione nel mare di Putzu Idu erano rimasti attratti da quel pezzo di legno coperto dalla sabbia, a tre metri di profondità, rivelatosi poi qualcosa di valore inestimabile. Un’antica nave, appunto, che la successiva ispezione della Soprintendenza ipotizzerà trattarsi di un galeone spagnolo o portoghese, che solcava il Mediterraneo a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento affondato per un incendio, oppure assalito dei predoni.
 La parola ritorna appunto alla Soprintendenza cui spetta la decisione più difficile: stabilire se avviare le avviare o meno una campagna di scavi, oppure, lasciare che il galeone rimanga ancora lì, sepolto sotto uno strato di sabbia che lo protegge da secoli.
 «Le scelte sull’avvio o meno di una campagna di scavi dipendono da molti fattori - dice Zucca -. Innanzittutto i gradini di interesse scientifico, ma soprattutto, la disponibilità finanziaria. Una campagna di scavi, subacquea, è molto più onerosa di una in superficie. Necessita di attrezzature personale tecnico altamente specializzati. In ogni caso, siamo pronti a collaborare, mettendo in campo i nostri studenti che dal punto della ricerca scientifica possono offrire un importante supporto».
 Anche il professor Piergiorgio Spanu, docente di argheologia tardo, antica e medioevale all’Università di Sassari e di metodologia di ricerca a Oristano, conferma come per l’Ateneo si tratterebbe di una importantissima occasione. Il professor Spanu, che spiega di aver compiuto alcune immersioni nell’area del ritrovamento, però è piuttosto cauto nell’attribuire una identità precisa al relitto. «Non dispongo degli elementi scientifici che mi permettano di stabilire se si tratta o meno di un galeone e neppure sono in grado di attribuirne la provenienza. Di sicuro - dice il docente - si tratta di una nave post medioevale, ma su tutto il resto servono indagini programmate».
 Su un aspetto, tuttavia, lo studioso non ha dubbi: l’importanza del ritrovamento. «Studiarlo permetterebbe di arricchire ulteriormente la conoscenza sull’uso delle coste, soprattutto per quelò che riguarda la rada di Putzu Idu. È probabile - ipotizza - che quella nave si trovasse in quella rada per riparasi da una bufera. Ma solo le indagini potranno permetterci ci capire ad esempio come mai si trovasse in quella zona. Forse, si trattava di una imbarcazione collegata con le attività produttive della zona. Non dimentichiamoci, infatti, che da quelle parti vi erano anche delle saline».
 Solo ipotesi, per il momento, mentre il mondo accademico adesso è in attesa delle decisioni che assumerà la Soprintendenza. «Il problema in questi casi - ribadisce Raimondo Zucca - è su due priorità. Da un lato, il riperimento di ingenti risorse economiche per campagne di scavi che potrebbero protrarsi molto al lungo, dall’altro, la tutela. Perchè se è vero che la sabbia protegge meglio i relitti, conservandone anche materiali organici, come appunto lo stesso legno di cui è fatta questa imbarcazione, è anche vero che molto dipende dalla coscienza dei cittadini. Non dimentichiamoci infatti che questo relitto come altri (ad esempio la nave francese ritrovata al Poetto di Cagliari, ma anche, in questo tratto di costa, i relitti di Is Benas e di Su Pallosu) si trovano in zone frequentatissime dai turisti».
 Insomma, proteggere il relitto di San Vero diventa una priorità. E di questo si parlerà negli incontri che avrà l’Università con la Soprintendenza, per decidere del destino della nave “custodita” da più di mezzo secolo dal mare dei fondali del Sinis.
Michela Cuccu 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
Gianluca Floris presenta a Sassari il thriller «L’inferno peggiore» 
 
SASSARI. Gli appassionati di gialli potranno incontrare oggi un eclettico autore cagliaritano, che non è solo scrittore ma anche cantante lirico, viaggiatore, formatore. Una ricchezza culturale e di vedute non comune e che contribuisce a rendere Gianluca Floris un interlocutore mai banale, e le sue opere una lettura stimolante. Floris presenterà il suo nuovo thriller “L’inferno peggiore”, e incontrerà i lettori alle 18 nell’Open Space di Lettere in via Zanfarino in occasione della prima giornata della manifestazione “Incontri a mente aperta”, messa a punto da Koinè con Passi Perduti, Ersu e Facoltà di Lettere.
 Il libro. Agosto: a Cagliari c’è molto caldo e l’anziano giudice Alessandro Maniero vorrebbe andare in vacanza. Ma ci sono due morti, apparentemente suicidi, e vanno fatte le indagini. Troppe cose non tornano nella scena del crimine, c’è uno splendido quadro dove non dovrebbe essere e c’è una donna, la governante Zina, che si comporta in modo strano.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Città capitale dell’Unicef per un giorno 
Domenica nell’aula magna dell’Università primo incontro regionale dei volontari sardi 
 
SASSARI. Da decenni si battono per i diritti dell’infanzia nei paesi poveri. Un impegno quotidiano che accomuna centinaia di volontari sardi dell’Unicef. Uomini e donne che spendono le proprie energie per una causa nobile, ma che non avevano mai avuto l’occasione di riunirsi tutti insieme. Domenica Sassari diventerà la capitale dell’Unicef, che ha scelto la città come sede del primo incontro regionale dei propri volontari.
 Il tema ufficiale dell’incontro è dare informazioni sui programmi e sui progetti che impegneranno i volontari nei prossimi anni. La presenza dei rappresentanti nazionali e regionali del Fondo internazionale di emergenza delle Nazioni Unite per l’infanzia, però, potrebbe essere l’occasione per affrontare anche temi di stretta attualità che riguardano i bambini.
 L’incontro sassarese avrà luogo nell’aula magna dell’Università e sarà diviso in due momenti: la mattina, dalle 10 alle 13, sarà dedicata alla componente motivazionale dei volontari e degli stakeholders. Il programma dei lavori prevede la testimonianza di un ambasciatore o di un funzionario internazionale dell’Unicef. Nel pomeriggio, dalle 14 alle 17, i vertici dell’Unicef e dei comitati provinciali attivi in Sardegna ascolteranno dai protagonisti le buone pratiche che ciascun volontario ha sperimentato nel corso del proprio impegno per l’Unicef.
 Il comitato regionale ha ringraziato il rettore Alessandro Maida che ha concesso l’aula magna dell’Università per l’importante assemblea.
 «Scopo dell’incontro - si legge in una nota - è di favorire il dialogo e lo scambio di buone pratiche tra tutti i volontari del nostro territorio che vivono e condividono la missione dell’Unicef, al fine di rafforzare il loro spirito di appartenenza e la loro motivazione».
 L’incontro sassarese sarà presieduto dalla presidente regionale dell’Unicef, Paola Manconi. Saranno presenti il presidente del Comitato italiano per l’Unicef, Vincenzo Spadafora, e il direttore generale Roberto Salvan. «L’invito a prendere parte a questo evento - si legge nel comunicato che annuncia l’incontro regionale - è naturalmente esteso a tuttii volontari, anche coloro che non sono ancora iscritti all’Albo, ma che hanno partecipato alle diverse campagne promosse dall’Unicef in questi ultimi anni, così come anche ai donatori e agli stakeholders che ci sono vicini: sindaci del territorio, giornalisti, insegnanti, medici»
 
 

Questionario e social

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