Martedì 12 maggio 2009

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 maggio 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 22
Economia, Sassu incontra i “tecnici”
   
Oggi alle 12, nella sala 6 della facoltà di Economia, in viale Sant'Ignazio, il candidato rettore Antonio Sassu incontrerà il personale tecnico amministrativo del polo economico giuridico e umanistico.
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari – pagina 57
Chiude la società che combatte l'Aids
La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti  
Macchiareddu. Biologi e chimici sardi testavano molecole contro l'Epatite C e l'Hiv
Questa settimana cominceranno le trattative: i lavoratori posso sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità
 
Dieci anni di lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova di zecca nella zona industriale di Macchiareddu, cancellati da una crisi internazionale che non ha risparmiato neanche società dalle solide basi finanziarie. Non c'è ancora l'ufficialità, ma conta poco: i diciotto dipendenti della “Idenix Sarl”, multinazionale che combatte alcuni dei virus più pericolosi, dovranno fare velocemente fagotto e liberare scrivanie e armadietti occupati fin dal 1999. Licenziati a causa di una difficile situazione economica che ha tagliato le gambe alla loro società: queste le motivazioni all'origine della chiusura.
GLI STUDI Nessuno si aspettava questa conclusione, anche perché la decisione arriva neanche tre mesi dopo un grosso successo internazionale: la Idenix, società biofarmaceutica statunitense, lo scorso febbraio ha testato e venduto a un gruppo di caratura mondiale una molecola che si spera efficace contro l'Hiv. Scoperta che potrebbe fruttare - in caso di successo finale - circa 460 milioni di euro e che però evidentemente non è servita a salvare i posti di lavoro in Sardegna, dove due chimici e sedici biologi studiano da anni come debellare il virus dell'Aids e quello dell'Epatite C.
LA SOCIETÀ In Francia si trova la sezione chimica dell'azienda, che nell'area industriale di Macchiareddu ha creato invece la sezione di biologia. Il gruppo ha sede negli Stati Uniti, a Boston, dove saranno trasferite le ricerche che fino a qualche settimana fa avevano luogo nell'hinterland cagliaritano. Il gruppo di lavoro (sedici persone su diciotto sono sarde) testava l'efficacia di determinate molecole che, una volta superata quella che viene definita “la fase zero”, intraprendevano un percorso al termine del quale il medicinale finiva sui banchi delle farmacie e veniva utilizzato negli ospedali.
LE TRATTATIVE In Francia, dove la legge prevede che i sindacati possano ricorrere contro i licenziamenti collettivi, le consultazioni con i rappresentati dei lavoratori terminano oggi: poi partiranno le trattative coi sindacati italiani. L'azienda pare aver promesso una buona uscita per tutti i dipendenti (lo stipendio lordo più basso si aggira sui 1.600 euro), ma ancora non se ne conosce l'entità. Inoltre, per il tipo di contratto sottoscritto (quello riguardante il terziario), non è previsto il ricorso alla mobilità: si può sperare di averla in deroga per concessione dell'assessorato regionale del Lavoro. Un passo fondamentale e necessario: alcuni dipendenti sono sposati e hanno figli a carico.
ANDREA MANUNZA

 
3 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
L’inchiesta di Nino Luca 
Parentopoli all’università
il caso sardo 
 
SASSARI. Si parla anche delle università sarde nel libro-indagine di Nino Luca «Parentopoli», sull’università intesa come affare di famiglia. Nel caso sardo si parla molto delle facoltà di Medicina e si fa riferimento ai figli dei rettori che lavorano all’università. I rettori Alessandro Maida (Sassari) e Pasquale Mistretta (Cagliari) dicono di non avere niente da nascondere.
 
Pagina 6 - Sardegna
Parentopoli all’università
il caso dei due rettori sardi 
PIER GIORGIO PINNA 
 
SASSARI. Con il suo libro «Parentopoli», l’università come affare di famiglia, pubblicato da Marsilio, il giornalista siciliano Nino Luca è già arrivato alla seconda edizione in pochi mesi. E non c’è da stupirsi. L’inchiesta mette in luce un malcostume molto italiano: figli, nipoti, mogli, amanti chiamati a ricoprire docenze, dottorati, ruoli da ricercatore negli stessi atenei dove i loro parenti o sodali sono in cattedra. Illuminante il blog: http://parentopoli.splinder.com/. L’indagine tocca tutta la penisola e le due isole maggiori. Sviscerando, nel caso della Sardegna, situazioni che toccano Medicina più di altre facoltà. A volte con qualche storia che si trascina da tantissimo tempo e chiama in causa professori nel frattempo trasferiti dal Sud al Nord. Un lavoro che a Nino Luca (nato nel 1968 a Sydney da genitori emigrati in Australia, all’opera da anni a Corriere.it, il sito internet del «Corriere della Sera») ha richiesto parecchio impegno e ricerche ampie. Il perché lo spiega in quest’intervista.
 - È un periodo nel quale l’accademia è al centro di critiche. Prima c’è stato il libro di Roberto Perotti «L’università truccata». Qualche mese fa quello di Davide Carlucci e Antonio Castaldo «Un paese di baroni». Ora la sua idea: com’è nata?
 «In modo del tutto casuale. C’è stata la segnalazione di un concorso in Sicilia con un unico candidato. Naturalmente imparentato con un docente. Ho provato a informarmi parlando proprio con lui. Mi ha dato la sua spiegazione: “I nostri figli sono più bravi perché hanno la forma mentis di noi professori”. La risposta è andata su internet. Sono arrivate 500 mail di protesta in poche ore. Nel web si è scatenata la rabbia. Ho capito che era un argomento sentito».
 - Com’è proseguita l’indagine?
 «Molti hanno raccontato vicende personali, soprusi, arbitrii, testimonianze di selezioni-truffa. Abbiamo cominciato con le verifiche. È saltato fuori un panorama nel quale l’università appare a tutti gli effetti un affare tra parenti. Come al bar, nelle botteghe o nelle aziende di proprietà privata, in tanti dipartimenti parecchi membri della stessa rete familiare lavorano fianco a fianco. Alla fine, è arrivata una mail della Marsilio che mi ha proposto di fare un libro con il materiale raccolto. Ho accettato».
 - E i rettori?
 «Sono tra i primi a consentire che nei loro atenei vengano assunti mogli, figli, nipoti, portaborse. A pagare, ovviamente, siamo noi contribuenti».
 - C’è un fatto più scandaloso di altri?
 «Direi di no. La situazione limite è rappresentata da un malcostume allargato all’intera accademia. Basti pensare che sono 18 i rettori che hanno qualche parente in ateneo».
 - Qualcosa che l’ha colpita di più?
 «Mah, potrei citare un concorso organizzato per le 7.30 del mattino. O qualche figlio chiamato in cattedra senza alcuna pubblicazione scientifica. O selezioni fatte in solitario perché gli altri candidati sapevano che non si sarebbero potuti presentare».
 - Lei descrive tutto con ironia...
 «Volutamente: ho usato un tono leggero sia per rendere il testo più leggibile sia perché ho voluto dire agli interessati chiamati in causa: “Non ve la prendete più di tanto, non adiratevi... dopo che si sono visti certi tipi di concorso siate almeno tolleranti”».
 - Un capitolo è dedicato a Cagliari: come mai?
 «Lì l’ateneo è guidato da 18 anni in maniera incontrastata da Pasquale Mistretta. Nel web è famoso per aver dato questa risposta a chi sollecitava chiarimenti su come mai suo figlio Fausto fosse diventato ricercatore in architettura proprio nell’università nella quale il padre è rettore: “Molti figli illustri, a causa dei complessi d’inferiorità verso i padri, a volte si sono smarriti: alcuni sono finiti nel tunnel della droga”. In seguito l’ingegner Mistretta ha spiegato che gli stupefacenti erano un esempio ma slegato dal contesto. Le sue belle e umane parole sono comunque rimaste celebri».
 - Lei, sempre per Cagliari, scrive di «grandi famiglie che comandano nell’ateneo»: su quali basi?
 «È un mistero riuscire a capire come mai le famiglie dei docenti siano sempre così numerose. Non aiuta a risolverlo neppure il professor Mistretta. Soprattutto nel momento in cui sostiene che “quando un padre va in pensione, come un tempo succedeva in banca o all’Enel, è logico che esista un occhio di riguardo”».
 - «A Sassari ci sono i Maida’s»: così è intitolato un altro capitolo sulla Sardegna.
 «L’ateneo turritano conta 760 docenti e di questi “solo” due sono figli del rettore, Alessandro Maida, in carica da 12 anni. Dal maggio 2005 il professore è stato raggiunto dal figlio Carmelo. La sua università nel 2004 aveva bandito un concorso per due posti da ricercatore a Medicina (stessa facoltà del rettore). Tre domande presentate, due vincitori. Stranamente, il terzo candidato, il dottor Giovanni S., ha rinunciato alle prove».
 - Ma qual è il motivo per cui lei parla al plurale?
 «Il rettore può contare in ateneo pure sulla figlia Ivana Rita, confermata ricercatrice nel febbraio 2005: anche lei a Medicina, ma non nello stesso dipartimento del padre. Da intercettazioni su un’inchiesta giudiziaria promossa a Bologna circa un concorso controverso si apprende poi che Alessandro Maida è indicato da alcuni indagati come massone. Comunque, più in generale, sulle posizioni segnalate a Sassari ci sono i pareri favorevoli delle presidenze della Conferenza dei rettori, della Cun, della Conferenza nazionale dei presidi. Se sta bene a loro, sta bene a tutti».
 - Un’intera sezione della sua ricerca è riservata al professor Antonio Ambrosini, ora a Padova, in passato a lungo ai vertici della clinica di ginecologia a Sassari: che cos’ha scoperto?
 «Niente di diverso da ciò su cui hanno indagato in questi anni diversi magistrati e da ciò che è stato pubblicato sui giornali. Un valzer di firme per attestare la sua presenza in sala operatoria quando veniva segnalato altrove, addirittura in un viaggio in Cina».
 - Il docente però ha sempre parlato di un complotto ai suoi danni e chiesto che il figlio Guido fosse lasciato fuori da questa storia...
 «Il figlio di Ambrosini ha ereditato dal padre la passione per la ginecologia. È diventato ricercatore universitario nel 1993. Un anno dopo la laurea. Guarda caso all’università di Sassari dove il padre era direttore dell’istituto di clinica ostetrica e della scuola di specializzazione. Adesso è invece a Padova, sempre alla destra del padre».
 - Che cosa replicano in genere gli interessati di fronte a questo stato di cose?
 «Beh, ho parlato di frequente con tanti di loro. La difesa è spesso simile alle considerazioni fatte dal professor Mistretta. “Così fan tutti”, dicono in definitiva. “E voi giornalisti non siete diversi”, aggiungono. Ma io sostengo che c’è una bella differenza tra le assunzioni di parenti alla Rai e quelle fatte in un’impresa editoriale privata. Se l’azienda è pubblica, quando all’università un posto costa centomila euro all’anno, a pagare sono tutti i cittadini, non un singolo imprenditore che può buttare via i suoi soldi come vuole».
 - Fino a questo momento le sono arrivate querele per diffamazione o richieste di risarcimento?
 «Nessuna. Nelle ricerche sono stato preciso, scrupoloso. Qualche rimostranza l’ho avuta soltanto perché tra la fine della scrittura del libro e la sua pubblicazione un docente implicato in vicende giudiziarie nel frattempo è stato assolto dalle accuse».
 - Per quale ragione in queste relazioni familiari è coinvolta soprattutto Medicina?
 «Il malcostume si nota di più perché molti esercitano nelle cliniche e a volte sussistono interazioni con strutture private. L’ho potuto verificare a Napoli: laggiù esistono vere dinastie. A Roma, poi, nel numero chiuso per l’accesso a Odontoiatria si rileva un curioso, sorprendente fiorire di studenti con lo stesso cognome di illustri docenti di quel corso di laurea».
 - Parentopoli all’università è fenomeno solo nazionale oppure giungono cattivi esempi da atenei stranieri?
 «Altrove sono in corso indagini giudiziarie sulla compravendita di esami riservati a studenti cinesi. In Francia il nepotismo accademico è piuttosto diffuso. Negli Stati Uniti e in Spagna ogni tanto c’è qualcosa che non va. Ma solo in Italia non si è chiamati a rispondere di certe scelte: se viene assunta una persona che demerita, i finanziamenti continuano ad arrivare. All’estero non è così».
 - Davvero da noi nessuno paga mai dazio sino in fondo?
 «Ahimè, no. Ci sono stati condannati che non hanno perso la cattedra. Quel che rende veramente tipica, unica direi, l’università italiana è che l’andazzo viene tollerato nelle sedi dove studiano i migliori cervelli, i dirigenti del futuro. Con queste basi come si può pensare che un domani proprio loro si regoleranno in modo differente?»
 - Nel suo libro non ci sono prove di irregolarità o, peggio, di reati: e in effetti non è di sicuro un illecito essere parente di qualcun altro e lavorare nel suo stesso àmbito.
 «Certo, è così. Ma a preoccupare è la mancanza totale di etica proprio nel luogo per eccellenza della cultura».
 
Pagina 6 - Sardegna
Mistretta: «Mi meraviglia quest’assalto alla diligenza» 
 
CAGLIARI. Ecco il commento del rettore di Cagliari, Pasquale Mistretta: «Mi stupisce quest’assalto alla diligenza-università che da un po’ di tempo sembra essere lo sport preferito di tanti. Ma è sempre meglio che dell’università si parli comunque: in Sardegna i suoi problemi sono i problemi di tutta l’isola. Personalmente sul nostro ateneo sono sempre stato chiaro e trasparente, senza alcunché da nascondere. È vero, ho un figlio ingegnere strutturalista e per me non può che essere motivo d’orgoglio».
 
Pagina 6 - Sardegna
Maida: «Io massone? Grande frottola
I giornalisti non facciano i giudici» 
 
SASSARI. Questa la reazione del rettore di Sassari, Alessandro Maida, alle affermazioni contenute nel libro e ribadite dal suo autore nell’intervista con «La Nuova Sardegna». Che io sia massone è una frottola più grande di una mongolfiera - spiega il professore - È corretto invece riferire che due miei figli siano ricercatori universitari. Quanto infine all’indagine su un pubblico concorso a Bologna nel quale figuravo tra i membri di una commissione, l’apertura di un’inchiesta non equivale assolutamente a rilevare l’esistenza di irregolarità. Aspettiamo fiduciosi che l’indagine si concluda: le decisioni sotto questo profilo spettano alla magistratura, non ai giornalisti».
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Prorogateci il progetto Di Martino» 
L’Ersu: aspettiamo direttive dalla Regione, ma non arriva niente 
L’ente per il diritto allo studio: interventi per i fuori sede 
 
CAGLIARI. Entro questo mese scade la concessione edilizia del Comune per la realizzazione del campus universitario. Ed è per questo che l’Ersu (l’ente regionale per il diritto allo studio), titolare del progetto, ha chiesto al Municipio la proroga dell’autorizzazione. In questo caso si sta parlando della prima ipotesi, quella dell’architetto Di Martino. Per questo intervento la concessione edilizia era stata ottenuta nel maggio del 2007, con validità di due anni. Mentre l’ipotesi successiva, di Mendes Da Rocha, era stata respinta del Comune.
 Diniego, quest’ultimo, motivato col fatto che il progetto dell’architetto De Rocha ha una cubatura «eccessiva in rapporto agli standard dell’area». L’Ersu aveva presentato la domanda con la richiesta di deroga per un compenso di pubblica utilità. Poi l’ente regionale per il diritto allo studio ha presentato ricorso al Tar. «Si è trattato di un atto dovuto - ha spiegato Giancarlo Nonnoi, presidente reggente dell’Ersu - ed è per questo che non abbiamo chiesto la sospensiva. Nello stesso tempo, però, è nostro compito tutelare gli studenti. Da qui la richiesta di proroga per il primo progetto, quello che aveva tutte le autorizzazioni. Da parte sua la maggioranza del consiglio comunale, nel dire «no» al progetto di Da Rocha ha avanzato l’ipotesi di uno studentato diffuso con particolare riferimento al centro storico, oppure la riconversione in tal senso del vecchio ospedale San Giovanni di Dio.
 L’Ersu ha poi chiesto un incontro con la Regione per avere indicazioni sul da farsi in rapporto al campus universitario, ma sino ad ora non c’è stata risposta.
 I posti letto del progetto ideato per viale la Plaia sono 914 nella prima versione, 1.008 nella versione del brasiliano Da Rocha. La superfice disponibile per la realizzazione del campus è, per entrambi i progetti, di 19.201 metri quadrati, mentre quella lorda di calpestio dei fabbricati è di 20.000 metri per il primo progetto e di 43.560 per il secondo. Il che significa, trodotto per singolo studente, che ogni universitario potrebbe avere a disposizione 21,88 metri quadrati per il piano firmato da Di Martino e 43,1 per quello di De Rocha. E ancora: nel primo caso i metri cubi da realizzare sono 60.000, nel secondo 145.000, più del doppio. Ma in quest’ultimo progetto vi sono anche una mensa (con settecento posti), un teatro più una piazza coperta (per 500 posti), una biblioteca (capace di contenere trecento studenti), una palestra (per centosetanta persone), una sala informatica (con trecento posti), una serie di uffici (per 2.700 metri quadri), parcheggi (per settecento posti auto) e, sotto lo stabile del pensionato, spazi commerciali per libreria, lavanderia, bar, copisteria, farmacia ecc.
 Nell’ateneo di Caglari vi sono 12.000 studenti fuori sede che risiedono oltre la provincia di Cagliari. Mentre le attuali case dello studente permettono di ospitare 924 persone, a fronte di 2.000 universitari aventi diritto a un posto letto per merito e per condizione familiare (con un reddito lordo che va da 8.000 a 20.000 euro). Il che significa che circa 1.100 studenti bravi non possono frequentare in quanto non hanno la possibilità di pagare una camera nel mercato privato. Da qui l’esigenza di un nuovo campus. (r.p.)
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
ERSU
Concerto per l’Abruzzo
 
 CAGLIARI. Proseguono le iniziative dell’Ersu a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo. Vnerdì, alle 21, al Conservatorio, è in programma il concerto degli allievi del Conservatorio, di Cuncordia a launeddas, di Acoustics e Dorian Gray.
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Domani mattina a Sassari 
Vite precarie, Laura Fortini su Michela Murgia 
 
SASSARI. Laura Fortini, docente di Letteratura italiana all’Università di Roma 3, incontra gli studenti del Laboratorio testi del Corso di laurea in Scienza della Comunicazione (Facoltà di Scienze politiche) domani alle ore 10,30 nell’Aula Verde di Scienze Politiche (viale Mancini 9) sul tema «Vite precarie: Michela Murgia e le narrazioni della contemporaneità».
 L’incontro è dedicato all’approfondimento degli aspetti letterari de «Il mondo deve sapere», il libro di Michela Murgia, al quale quest’anno è stato dedicato il corso di Laboratorio testi tenuto dalla professoressa Paola Pittalis.
 Il libro nato dai post scritti dell’autrice sul suo blog, è stato analizzato negli aspetti multimediali, da numerosi punti di vista: il recensore, il critico, il regista. Non può essere definito «romanzo» nel senso tradizionale del termine: si colloca in una trasversalità di generi e di formati (blog, diario, lettera, inchiesta) nella quale trovano la loro strada molti dei nostri scrittori.
 La Fortini è stata per alcuni anni docente di Letteratura italiana all’Università di Sassari. Fa parte della redazione di DWF (Donnawomanfemme) e ha contribuito a fondare la Società italiana delle Letterate. L’incontro è aperto a tutti.
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Legalità: un confronto all’Università 
 
SASSARI. Di fronte all’interrogativo “Che cosa è la legalità?” si possono dare più risposte: politiche, sociologiche, storiche, giuridiche. Il convegno «Cittadinanza, Costituzione, legalità. Profili giuridici, socio-educativi e didattici» che si tiene domani alle 18 nell’aula magna dell’Università intende mettere a confronto, in una prospettiva di carattere interdisciplinare, il tema dell’educazione alla legalità, con particolare attenzione all’odierno contesto nazionale. Aiuteranno alla comprensione del problema Luciano Caimi, direttore del Il Centro Studi per l’Educazione alla Legalità, presso l’Università Cattolica del S. Cuore, sede di Brescia; Irene Di Dedda, collaboratrice del centro e autrice di una recente pubblicazione dal titolo Educare alla Legalità. Fondamenti, problemi, prospettive d’intervento; Paolo Calidoni, dell’università di Sassari, coordinatore del Progetto di ricerca nazionale relativo al tema dell’educazione alla cittadinanza nelle scuole italiane e Luisa Pandolfi, che ha contribuito alla raccolta dei dati in Sardegna; Franco Pilo e Paolo Fois, fondatori di un centro di ricerca dedito all’approfondimento, su di un piano giuridico, dei rapporti che legano l’uguaglianza dei diritti e il rispetto della legge. Il convegno è orientato alle fasce giovanili (studenti, gruppi, associazioni dedite alla formazione), a insegnanti, operatori scolastici e del mondo della giustizia.
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
CONGRESSO AD ALGHERO 
Tre giornate sulle terapie ormonali in menopausa 
 
SASSARI. Le nuove terapie ormonali a basso dosaggio per la menopausa, assieme ad altre novità cliniche e terapeutiche riguardo la fertilità e la prevenzione dei tumori ginecologici, saranno al centro dei lavori delle Seconde Giornate Sarde di Scienze Ostetriche e Ginecologiche, organizzato da Salvatore Dessole, direttore della clinica Ostetrica e Ginecologica, da Pier Luigi Cherchi, direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’università di Sassari, da Gian Benedetto Melis, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica di Cagliari e da Anna Maria Paoletti, direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’università di Cagliari, dal 14 al 16 maggio ad Alghero nel Centro Congressi dell’Hotel Carlos V.
 Dopo tante opinioni contrastanti su efficacia ed effetti collaterali della terapia ormonale sostitutiva (HRT) per la menopausa, il congresso sarà l’occasione per fare chiarezza sulla concreta utilità della terapia ormonale in menopausa.
 Il congresso, che riunirà nella città catalana i maggiori esperti italiani e stranieri di riproduzione medicalmente assistita, prevederà ben due sessioni di lavori in cui saranno presentate le nuove strategie diagnostiche e terapeutiche della sterilità maschile e femminile.
 L’analgesia in travaglio di parto sarà il tema di un’intera sessione che vedrà la partecipazione dei medici ginecologi ed anestesisti di Sassari e Cagliari. L’obiettivo dell’incontro è di sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto che hanno oggi le donne, nel terzo millennio, di partorire senza dolore.
 Tra i relatori non mancheranno ospiti internazionali illustri quali. Victor Gomel, dell’università di Vancouver (Canada), padre dell’endoscopia ginecologica e della chirurgia mininvasiva, il quale terrà una lettura magistrale sulle prospettive future della ginecologia e ostetricia.
 Inoltre Jean Marie Wenger, massimo esperto mondiale della chirurgia dell’endometriosi, presenterà le nuove strategie diagnostiche e terapeutiche dell’endometriosi, patologia sempre più diffusa e obiettivo di campagna informativa del ministero della Salute.
 Nell’ultima giornata di lavori scientifici una sessione sarà dedicata alle patologie del pavimento pelvico quali i prolassi genitali e l’incontinenza urinaria femminile, patologie molto frequenti e invalidanti soprattutto nella donna in menopausa.
 
 

Questionario e social

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