Lunedì 15 dicembre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 dicembre 2008
Rassegna quotidiani locali
a cura dell'Ufficio Stampa

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 9
Manifestazioni «Oltre tremila presenze»
Musica e cinema per la Notte bianca degli universitari
   
La soluzione ai problemi dell'università è rappresentata da un paio di occhiali tridimensionali, in grado di mostrare «la gioia di vivere in Italia». Ovvero i prodotti della televisione di oggi: “Amici”, “Grande fratello”, “Uomini e donne”, “Veline”, “Lucignolo”. Sono stati presentati con ironia in una delle tante istallazioni che hanno arricchito la Notte bianca universitaria di sabato notte al Magistero, una festa che ha coinvolto migliaia di giovani con mostre, esposizioni, proiezioni, spettacoli e concerti, fino alle ore piccole.
Non il solito ritrovo di ragazzi un po' alternativi, a caccia di birra e spinelli, come si è soliti immaginare quando si mettono insieme musica, alcolici a poco prezzo e ingresso gratuito. Questa volta, a popolare il piazzale delle facoltà di Lettere e Psicologia, c'erano soprattutto studenti che hanno saputo vivere serenamente l'iniziativa, senza lasciarsi andare agli eccessi.
L'ORGANIZZAZIONE Iniziata alle 17.30, è stata organizzata e promossa da “Unicamente”, un coordinamento universitario originato durante le proteste contro la riforma Gelmini, strutturato senza alcun ordine gerarchico. «Non c'è un capo. Ognuno di noi rappresenta il gruppo allo stesso livello», spiega Giovanni Fancello, uno dei portavoce: «Per preparare questo appuntamento - aggiunge - abbiamo lavorato per un mese e mezzo. Ci aspettavamo molta affluenza ma non così tanta. Non credo siano passate da queste parti meno di 3000 persone. E siamo soddisfatti che non ci siano stati problemi di alcun tipo».
Oltre 40 ragazzi si sono alternati tra i banchetti della roba da mangiare e da bere (birra venduta a 2 euro, vino a 1, cola e tè freddo a 1,50), servizio d'ordine, vigilanza e coordinamento.
FILM E FOTOGRAFIE Numerose le proposte artistiche offerte gratuitamente al pubblico. A partire dalle proiezioni di film, come “Un cane andaluso”, capolavoro di Luis Buñuel, che non ha lasciato libero alcun posto a sedere in sala, fino alle mostre fotografiche sul periodo delle mobilitazioni dello scorso ottobre e le creazioni che ironizzavano sull'attuale situazione dell'università italiana, realizzate negli anditi della facoltà.
I CONCERTI L'ingresso della Facoltà di Lettere, invece, è stato trasformato in un palco che ha ospitato numerose band sarde, in grado di far ondeggiare a ritmo di musica rock, folk, hip hop ed elettronica i tanti che si sono accalcati sulle scalinate. Nemmeno gli accenni di pioggia all'1 di notte hanno scoraggiato il divertimento, che è proseguito fino alle 2,30. Ma per gli organizzatori quell'orario ha dato solo il via a una nuova fase della serata: riordinare e ripulire tutto. Un lavoro che si è prolungato fino a ieri. E da stamattina si ritorna a lezione. (st. co.)

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Sassari
Start Cup, i cervelloni sardi brillano a Milano 
«Hydrogenera» conquista il quinto posto al Premio nazionale dell’innovazione 
Debutto con il botto nella competizione tra idee per gli atenei di Sassari e Cagliari 
di Silvia Sanna 
 
SASSARI. Podio sfiorato e profumo di contratto in arrivo. Come inizio non c’è male per la Start Cup Sardegna, al suo debutto al Pni, il Premio nazionale dell’innovazione. A Milano, il lavoro portato avanti dai Liaison office delle Università di Sassari e Cagliari ha ricevuto una valanga di apprezzamenti per la qualità delle proposte presentate. E il gruppo vincitore della fase regionale si è classificato al quinto posto generale, in una graduatoria dominata da “cervelloni” settentrionali.
 Nella coppa dei campioni tra le 42 università italiane, la medaglia d’oro è andata a un gruppo piemontese, che ha vinto l’assegno da 60mila euro firmato dalla Vodafone. Ma tra i 57 partecipanti si è fatto onore il gruppo misto Sassari-Cagliari, l’unico a distinguersi tra i rappresentanti degli atenei dell’Italia centro-meridionale che si sono messi in vetrina al campus Bovisa del Politecnico di Milano. A ottobre il gruppo aveva vinto la fase regionale e si era aggiudicato l’assegno da 10mila euro staccato dal Comitato tecnico scientifico.
 Hydrogenera è il nome della squadra formata da Gabriele Mulas (ricercatore del dipartimento di chimica dell’università di Sassari), Francesco Delogu (ricercatore afferente al dipartimento di chimica dell’università di Cagliari) ed Elisabetta Arca (dottoranda al Trinity College di Dublino). Il progetto si basa sullo sviluppo di apparecchiature destinate alla produzione “on demand” di idrogeno a elevata purezza, attraverso la reazione chimica tra acqua e alluminio in attivazione meccanica. Sul mercato mondiale non c’è niente di simile: la tecnica proposta dai tre ricercatori appare in grado di competere con le tecnologie di produzione di idrogeno attualmente utilizzate in ambito industriale. Ma c’è di più. L’idea è piaciuta anche perchè ha ridotti costi di produzione, basso consumo energetico e maggiore sostenibilità ambientale: proprio per questo la tecnica proposta da Mulas e soci potrebbe avere successo in un segmento di mercato occupato dai generatori di idrogeno mediante elettrolisi dell’acqua.
 Ma l’avventura milanese è andata bene anche alle altre due squadre presentate da Start Cup Sardegna. Si tratta di Eios, impresa cagliaritana seconda classificata a livello regionale, che propone un progetto legato allo sviluppo di un dispositivo universale, basato sul riconoscimento dell’unicità delle impronte digitali, per la gestione di tutti gli accessi a chiave identitaria: Eios ha conquistato il ventesimo posto.
 Un altro gruppo dell’università di Sassari, formato dall’ingegnere Roberto Pitzalis e dallo studente Davide Pala, ha presentato, sotto il nome di Custcom, un’idea legata alla produzione di ausili innovativi per disabili con difficoltà nella comunicazione (come gli autistici). L’apparecchio consente la comunicazione mediante simboli anche per la ricezione dei messaggi e permette di incrementare il livello di autonomia degli utenti. A quest’ultima iniziativa, quarantasettesima in graduatoria, è stato dedicato un articolo di presentazione nel periodico dedicato all’innovazione (Nòva) del Sole 24 Ore.
 Tra gli organizzatori c’è soddisfazione. Il Liaison office di Sassari, coordinato da Francesco Meloni e Giuseppe Demuro, e di Cagliari, hanno centrato l’obiettivo in pieno. Nati per trasferire le conoscenze tecnologiche dal mondo accademico a quello dell’impresa, qualche mese avevano esortato studenti, ricercatori e docenti ad accendere la lampadina per tirare fuori idee innovative. L’invito è stato accolto con entusiasmo e i risultati non si sono fatti attendere.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Cultura e Spettacoli
Il fascino delle falesie sarde nelle foto di Bruno Manunza 
IL LIBRO Obiettivo sulla natura 
PIERO MANNIRONI 
 
«Se non ci fossero anche i libri, nel nostro destino, certi luoghi non potremmo abitarli mai» scriveva Lalla Romano in “Come un’isola”. Non solo luoghi che appartengono ai diafani orizzonti dello spirito, ma anche luoghi che percorriamo nel viaggio quotidiano del nostro vivere. Luoghi che guardiamo e, quasi un paradosso, incredibilmente non riusciamo a vedere. Perché non ne percepiamo il respiro nascosto, la poetica bellezza, l’infinita fragilità. Ci sono libri che possono diventare una guida nel viaggio verso questa ricerca, perché ci aiutano a vedere e, soprattutto, a capire la qualità del nostro rapporto con la natura.
 Falesie è uno di questi libri. Bruno Manunza lo ha “costruito” raccontando a modo suo le coste della Sardegna nord occidentale. Con amore e con grande fatica. Perché in questa straordinaria raccolta di foto si intuiscono lunghe attese per “catturare” la luce giusta, la difficile ricerca degli abitanti delle scogliere, lo studio anche di quell’infinitamente piccolo che brulica sotto la supercifie del mare, la scoperta delle mutevoli possibilità del colore. Come quando, per esempio, l’Iris fotografato a Porto Conte può diventare simile al velo delicato di un acquerello o intenso e brillante come una tempera.
 E qui, in quello che apparentemente può sembrare un virtuosismo, una padronanza perfetta della tecnica e dell’obiettivo, c’è invece il segreto del linguaggio per immagini di Manunza. E’ la ricerca dell’anima profonda dei luoghi. Esercizio difficile, molto difficile per chi racconta per immagini.
 Se infatti il pittore domina e piega la materia e il colore, filtrandoli attraverso il suo intimo sentire e lo scrittore e il poeta sfruttano la magica immaterialità della parola per far vivere sensazioni e sentimenti, chi racconta con le fotografie ha un solo strumento per raggiungere lo stesso scopo. O meglio, la mediazione tra la percezione e il racconto è costituita da un oggetto meccanico, rigido.
 Allora non bastano sensibilità e istinto. Si deve infatti prima scoprire cosa si vuole raccontare, conoscerlo, metabolizzarlo completamente. Solo dopo, quando cioé si sa quali emozioni possono donare certe luci abbaglianti o quali sentimenti possono annidarsi nel silenzio di certe ombre, si può cercare di “catturarli” in una pellicola o riprodurli nel complesso mosaico dei pixel.
 C’è poi il capitolo delle fotografie subacquee. Capitolo a parte, perché è il racconto di un universo davvero separato che Bruna Manunza conosce perfettamente perché lo frequenta anche nella sua vita professionale. Manunza è infatti ricercatore nel Dipartimento di Scienze Zootecniche dell’Università di Sassari, dove lavora nella Sezione di Acquacoltura ed Ecologia Marina. Eppure, nelle immagini contenute in Falesie non c’è la precisa e fredda sapienza di chi deve professionalmente documentare. Il mondo sottomarino viene infatti reinterpretato da Manunza dopo essere stato filtrato culturalmente. Ecco così che quella vita silenziosa diventa lucente sorpresa, geometria e perfino dolcezza.
 Libri come Falesie costituiscono oggi preziose testimonianze di un presente che ancora resiste alla furia dell’urbanizzazione e all’inciviltà di comportamenti distruttivi figli dell’omologazione del consumismo. Una Sardegna da conoscere per poi difenderla e lasciarla così alle future generazioni.
 Bruno Manunza è oggi uno dei più stimati autori di fotografia naturalistica. Le sue immagini hanno ricevuto premi e segnalazioni in molti concorsi. Tra questi: il Nikon International Photo Contest (1995 e 1999), i Concorsi di Oasis (2000 e 2003), l’Afpan (2006, 2007), l’Euronatur del 2007 e ha raggiunto con più immagini la finale nelle edizioni 1999, 2000, 2001 e 2003 del Bg Wildlife Photographer of the world. Manunza ha pubblicato immagini e reportages su numerose riviste e volumi tra cui: Aqua, Mondo Sommerso, Il Subacqueo, Natura Mundi, Mare Nostrum, Sardegna e Dintorni, Oggi, Fotografare, Oasis, FotoCult, Geo, Qui Touring, Parchi e Riserve.
 Il suo ultimo libro Falesie (Pubblinova edizioni Negri) sarà presentato domani nell’aula magna della facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, alle 18,30, dal preside Pietro Luciano e da rappresentanti della stampa. L’evento sarà curato della libreria Koinè.
 
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie