UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 25 novembre 2008

Martedì 25 novembre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 novembre 2008
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio Stampa

 
L'UNIONE SARDA
1 - Istruzione, riforme profonde e condivise, editoriale di Giuseppe Marci
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Non servono contrapposizioni
Istruzione, riforme profonde e condivise
di Giuseppe Marci  
 
Chiunque osservi le cose con mente serena comprende che l'egemonia della sinistra nel campo della cultura non è stata determinata, in origine, da casualità o arbitrio. Se gli altri - legittimamente - preferivano trascorrere le mattine al tennis club e le serate a giocare a pinella nel retro del bar, è evidente che non potevano competere con chi (sia pure senza capire tutto ciò che leggeva: ammettiamolo) trascorreva le giornate chino sui libri.
Da tale situazione sono derivati due effetti, positivo l'uno e l'altro deleterio. L'aspetto positivo è rappresentato dal fatto che alla sinistra, in buona misura, si deve l'azione forte di sostegno dell'istruzione. Due esempi: l'introduzione della scuola media unificata (voluta dal primo centrosinistra) che ha fatto compiere un salto in avanti all'istruzione pubblica in Italia e la successiva apertura dell'università a masse studentesche prima impensabili.
L'effetto negativo consiste nel fatto che la sinistra - deviando dai suoi ideali - nel mondo della cultura, della scuola e dell'università, troppo spesso si è sentita padrona e, più degli altri, ha violato le regole: ha costruito gruppi di potere, conventicole, famiglie che nel salotto di casa valutavano progetti pubblici, (si) assegnavano finanziamenti, decidevano chi dovesse progredire in carriera. In genere i più obbedienti; che non necessariamente erano meritevoli. Quando tutto ciò è rimasto nei limiti della razionalità e della decenza, il sistema ha tenuto. Poi, cresciuti gli appetiti, si è arrivati al collasso: dall'aggiustamento delle regole inizia sempre lo sfascio.
Si spiega anche, così, perché una vera riforma della scuola e dell'università non sia mai stata attuata, nonostante fosse da tutti ritenuta necessaria e urgente. Non si voleva correre il rischio di guastare un meccanismo ben oliato.
Dovremmo pensarci, oggi che tanto parliamo di tagli finanziari e poco di riforma della scuola e dell'università. Dovrebbero pensarci i giovani che in queste settimane, con grande serietà, hanno affrontato i problemi, cercando la soluzione del rebus. C'è da sperare che capiscano due cose. La prima è che serve una riforma vera e profonda, che non si può conservare l'esistente ma occorre innovare. La seconda è che quanto è più arduo il compito, tanto più è necessaria la collaborazione di tutti.
L'istruzione non può riguardare uno schieramento, né è ragionevole pensare che sia possibile risolvere il problema imboccando la strada delle contrapposizione: sinistra contro destra, laici contro cattolici e così via.
Forse proprio dal metodo che i giovani hanno adottato, mostrandosi pragmatici e propositivi, non bloccati dalle ideologie, può venire un'indicazione per gli adulti. Che portano sulle loro spalle, tutta intera, la responsabilità di ciò che è successo.
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 22
Ecco le migliori idee imprenditoriali
   
Saranno presentate oggi a partire dalle 16 nell'aula magna della facoltà di Economia le 20 migliori idee imprenditoriali maturate nel percorso di formazione manageriale denominato Spin Off, organizzato dalla Direzione orientamento e comunicazione dell'ateneo cagliaritano nell'ambito delle iniziative del Pon Orientamento.
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 50
Cinquemila colpi di mouse e la storia prende Corpus
   
Antichità sarde, il catalogo è questo. Ci vorrà un certo tempo - e soprattutto molto lavoro - ma ora sappiamo che questa frase verrà pronunciata, o meglio annunciata su internet: saranno pubblicate sulla digital library le schede scientifiche e le immagini di circa cinquemila testimonianze della storia di Sardegna, dal mesolitico all'alto medioevo.
«Non un banale lavoro di schedatura - ha puntualizzato ieri l'assessore regionale alla Cultura Maria Antonietta Mongiu presentando il progetto - ma un corpus, un modo di raappresentarsi al mondo attraverso materiali di alto valore estetico e culturale contenuti nei musei e negli antiquaria». E anche nelle chiese e nelle sagrestie, visto che «vorremmo riprendere un rapporto pattizio con la Conferenza episcopale sarda» e che «anche la Chiesa investe molto in restauri, e quindi è bene che intensifichiamo i rapporti anche per evitare doppioni».
Per ora i rapporti ci sono, e stretti, con le due università sarde, pienamente coinvolte nel progetto. La Regione lo finanzierà, inizialmente con 750 mila euro già previsti in bilancio - poi altre erogazioni arriveranno con il procedere del lavoro di catalogazione - e gli garantirà la vetrina della digital library. Agli atenei spetterà invece il compito di realizzarlo, come spiegavano ieri il prorettore dell'Università di Sassari, Attilio Mastino, e il preside della facoltà cagliaritana di Lettere e Filosofia, Roberto Coroneo. Le tre aree del corpus (quella delle antichità nuragiche, le antichità fenicie e puniche e quelle romane e altomedievali) sarano coordinate dai docenti di Sassari e Cagliari, che daranno il loro apporto senza compensi aggiuntivi («i baroni lavorano gratis» è la sintesi scherzosa di ieri mattina): i finanziamenti serviranno a compensare i fotografi e i cinquanta giovani dottorandi che i due atenei schierano per la redazione del corpus, ma anche gli studiosi aminenti - in maggioranza sardi - che firmeranno i grandi articoli di sintesi previsti che introdurranno - e circostanzieranno - i reperti offerti alla consultazione digitale.
È con queste truppe e con questi mezzi che comincia una «grandissima impresa» (Mastino), deliberata dalla Giunta Soru circa un anno fa, quando venne conferita all'accademico dei Lincei Giovanni Lilliu l'onorificenza “Sardus Pater”. Un'iniziativa che - spiegava Coroneo - vedrà le università rinnovare e allacciare contatti con gli enti locali e mobilitare risorse umane di cui - preziose quanto quelle economiche, soprattutto in tempi di profonda crisi per l'istruzione. La scommessa è ambiziosa: per valutarla - aggiungeva Mastino - basta pensare che ancora oggi non c'è un catalogo accessibile di tutti i nostri bronzetto, o delle iscrizioni latine. Quindi, sia pure con un nome di sapore ottocentesco, il corpus si propone come strumento pionieristico culturalmente e avanzato tecnologicamente: «Se è vero che l'Irlanda ha conquistato il posto attuale sulla scena europea e mondiale grazie alla tecnologia - ha detto l'assessore - è chiaro quanto il collegamento del web tra Sardegna e mondo sia determinante per aumentare la capacità di attrazione dell'Isola». Un'accoppiata, quella tra l'antichistica e l'informatica, che sono a uno suardo distratto può apparire bizzarra, e invece «dimostra come settori della cultura a lungo e a torto considerati residuali possono garantire prospettive nuove e molto interessanti». E il momento più stimolante - ma di gran lunga il più complesso e impegnativo - arriverà con la seconda fase, cioè il censimento, la catalogazione e la “narrazione” su internet di tutto il patrimonio architettonico. Sarà un grande atlante - ha concluso la Mongiu - che andrà dal nuraghe all'archeologia industriale. La mappa di un tesoro di siti e monumenti «che attende di essere gestito un po' meglio, rinforzando con figure specializzate la rete - pur ottima - che oggi gestisce circa 150 luoghi della nostra cultura».
CELESTINO TABASSO

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
Allevamento, il futuro è la carne bovina 
Gennargentu, tavola rotonda sulla valorizzazione delle razze rustiche 
ANTONIO BASSU 
 
NUORO. “Valorizzazione delle razze bovine rustiche delle aree del Gennargentu”, questo il tema della tavola rotonda organizzata dalla Provincia, e per essa dall’assessorato all’agricoltura, industria, università e innovazione tecnologica di cui è titolare Franca Carroni. L’incontro è fissato per giovedì 27, con inizio alle 9,30, nei locali dell’amministrazione provinciale, sala Arco Latino.
 L’ente barbaricino ha commissionato da tempo un progetto sulle prospettive di valorizzazione dell’allevamento bovino nelle aree montane, insieme alla organizzazione di un marchio a carattere pubblico per i prodotti agroalimentari tradizionali sardo-corsi, grazie a un finanziamento Pic Interreg III A. Giusto per conoscere in modo approfondito quali possibilità esistono per il potenziamento l’allevamento bovino nelle aree montane delle zone interne. Le aziende che praticano l’allevamento per la produzione delle carni bovine sono, in provincia di Nuoro, circa 2000, con una consistenza di 61.300 capi. Le aziende con bovini da latte, invece, ammontano a 400 con 3.587 capi.
 «In passato - spiega l’assessore provinciale all’agricoltura Franca Carroni - la Provincia era riuscita a costituire un consorzio, a cui hanno dato l’adesione numerosi allevatori, che però non è partito operativamente. Esiste anche un marchio, che ritengo importante per garantire l’autenticità e la qualità del prodotto. Ora, nonostante le difficoltà dovute alla grave crisi economico-finanziaria in atto, credo di poter dire che è necessario rimettere in moto la macchina organizzativa e farla partire. Io credo fermamente nell’iniziativa, soprattutto perché si tratta di un settore vivace, del quale fanno parte imprenditori intelligenti, considerato che una parte ha già recepito la multifunzionalità e l’innovazione tecnologica. Mi piace qui indicare - dice la Carroni - la felice esperienza fatta da un giovane di Mamoiada. Titolare di un’azienda dove si allevano bovini, il piccolo imprenditore zootecnico cura direttamente l’ingrasso degli animali, che poi macella e commercializza direttamente, ottenendo risultati buonissimi risultati. La clientela, infatti, è cresciuta settimana dopo settimana, in virtù della bontà e il sapore delle carni, che vende in blocchi di alcuni chili, con dentro la carne da brodo, le fettine, il macinato ed altre porzioni, ad un prezzo competitivo. Visto e considerato che la filiera è chiusa: dal produttore al consumatore. Dunque, vogliamo provare ad allargare l’iniziativa».
 A discutere delle prospettive legate alla possibile valorizzazione dell’allevamento bovino delle zone interne, più in particolare intorno al comprensorio del massiccio del Gennargentu, saranno: Giovanni Serra, Raffaele Coccolone e Antonello Cossu, del Consorzio dei produttori delle razze bovine rustiche; il professor Giovanni Antonio Farris, del dipartimento di Scienze agrarie di Sassari; Rina Muzzette, del dipartimento di biologia animale dell’ateneo di turritano; Giacomo Rassu, di Scienze zootecniche; Aldo Marongiu, dell’Istituto zooprofilattico; Pasquale Marrosu dell’Agenzia Laore e Antonio Maccioni dell’Argea. Introdurrà l’assessore Franca Carroni. Coordinerà i lavori il vice presidente e assessore alla cooperazione internazionale Peppino Paffi.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
RICERCHE 
Farmaci, rivoluzione al femminile 
Le donne si ammalano di più, linee guida per cure e medicine giuste 
Le due università sarde coinvolte nel progetto nazionale avviato per tarare le medicine sulla salute della donna 
 
CAGLIARI. I bambini da portare a scuola. Il pranzo da preparare. La casa da seguire. E poi la carriera, anche se spesso si ferma là, un gradino prima di quel collega che invece è riuscito ad arrivare. Per una donna il peso da portare sulle spalle è troppo grande, con una conseguenza per alcuni quasi inimaginabile: il gentil sesso si ammala più spesso degli uomini e prende più farmaci, ma questi non sempre sono adatti alla natura femminile. Un dato di fatto che la medicina ha sempre tenuto in poco conto e su cui ora s’accinge a porre rimedio un progetto che in Sardegna vede coinvolte le università di Cagliari e Sassari.
 Il progetto è stato, nei giorni scorsi, al centro di “Foeminae salus”, convegno organizzato nel Palazzo Regio dalla facoltà di Scienze politiche di Cagliari, in collaborazione con la Consigliera regionale di parità, per illustrare il punto d’arrivo cui gli studi dovrebbero portare, partendo da un assunto semplice quanto poco noto: «Nella salute di una donna - dice la Consigliera regionale di parità, Luisa Marilotti - la parte medica dovrebbe essere associata a quella sociale. La medicina dovrebbe cioè prendere coscienza del fatto che la salute di una donna riflette anche lo stress e le frustrazioni derivanti dal carico sociale che le si attribuisce». Adottare dunque un’ottica di genere anche in questo contesto: ecco la frontiera che la ricerca, ribaltando gli stereotipi tradizionali secondo cui il corpo femminile è una “versione ridotta” di quello dell’uomo, intende esplorare. Che ve ne sia un gran bisogno lo dice anche Flavia Franconi, coordinatrice del progetto e grande esperta di farmacologia di genere, che per far capire l’importanza della ricerca parte con un esempio: «Tutti i farmaci usati per il diabete non vanno bene per le donne, e quindi ne andrebbero studiati degli altri». Un modo per sottolineare come non sempre i medicinali che vanno bene per gli uomini hanno lo stesso beneficio per le donne. Non solo: «Le reazioni avverse ai farmaci - fa sapere Franconi - nelle donne si manifestano il 2,5 per cento in più rispetto agli uomini: vuol dire che se non si comincia a creare i farmaci giusti, si va a creare un’altra malattia». Quasi un’emergenza di cui non si può non tener conto, anche perché le donne, per via del troppo carico che la società attribuisce loro, si ammalano molto più dei maschietti. A dirlo sono anche i dati: le donne soffrono di pressione alta il 30 per cento in più rispetto agli uomini, ma soffrono anche il 9 per cento in più di diabete, il 500 per cento in più di tiroide, l’80 per cento in più di cataratta, il 49 per cento in più di artrite deformante e il 100 per cento in più e il 138 per cento in più rispettivamente di Alzheimer e depressione. Numeri del ministero della Salute, illustrati dall’economista Antonio Sassu che all’interno del progetto, insieme a una squadra formata da esperti della facoltà di Scienze politiche come la sociologa Anna Oppo o la docente di diritto Paola Piras, e quelli dell’università di Modena, punta a ricercare l’evidenza empirica di quelle che sono le relazioni tra malattie della donna, occupazione e mercato del lavoro. «Spesso - afferma Sassu - nel mondo del lavoro esistono discriminazioni legate non solo al sesso ma anche al genere. Diseguaglianze che hanno influenza sulla salute femminile». E’ in quest’ottica che il progetto (diviso in cinque unità di ricerca che coinvolgono anche le università di Roma e Modena, e parte del più ampio progetto strategico nazionale “Salute della donna” elaborato dall’Istituto superiore della sanità e partico lo scorso anno con l’allora ministro della Salute Livia Turco), dovrebbe muoversi, per arrivare, alla fine, a elaborare delle linee guida. «Perché tutti siamo uguali - dice Flavia Franconi - ma tutti siamo diversi: l’Unione europea se ne è accorta, ponendo il problema come prioritario».
Sabrina Zedda 
 
Pagina 2 - Cagliari
La Sardegna ha aperto la strada alla farmacologia di genere 
Con un dottorato: già formati i primi 2 professionisti 
 
CAGLIARI. Se l’Unione europea ha capito che uomini e donne sono diversi anche in medicina, in Sardegna l’Università di Sassari è andata addirittura oltre dando vita, dietro una forte spinta della Consigliera regionale di parità, che lo ha finanziato, al primo dottorato in Europa in Farmacologia di genere, inaugurato quasi due anni fa. I primi due dottori di ricerca sono stati sfornati l’anno scorso, adesso studiano per costruire il loro avvenire professionale su questa materia altri due giovani laureati. «Sinora - ricorda Luisa Marilotti - le ricerche e i test sui farmaci sono sempre stati fatti sugli uomini, mentre l’azione dei medicinali dà risultati diversi a seconda del sesso. Con questo corso la Sardegna fa da apripista verso un’ottica diversa anche in quest’ambito». I primi ad aver lanciato delle linee guida che tenessero conto della diversità del corpo femminile, ad esempio nelle malattie cardiovascolari, sono stati, nel 2004, gli Stati Uniti. Da poco l’Europa ha indicato la questione come prioritaria. (s.z.)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 38 - Cultura e Spettacoli
A caccia dei tesori archeologici sardi, il catalogo è questo 
Per la prima volta una catalogazione sistematica dei beni culturali, affidata alle due università 
PAOLO CORETTI 
 
CAGLIARI. Tra il Corpus di ottocentesca concezione ed i sofisticati sistemi di fruizione via web c’è uno spazio temporale e tecnologico che segna anche le modalità di tutela, valorizzazione e fruizione dei reperti più antichi. Di ciò tiene conto il progetto «Corpora delle Antichità della Sardegna» presentato ieri a Cagliari dall’assessore regionale dei Beni Culturali Maria Antonietta Mongiu. Se da un lato presuppone un’intensa attività scientifica di ricerca, selezione, catalogazione e schedatura di migliaia di reperti archeologici, mettendo all’opera cinquanta giovani ricercatori, archeologi e storici, coordinati dai titolari di cattedra delle Università della Sardegna, dall’altro il progetto utilizza le ipotesi della tecnologia più avanzata per rendere di massimo dominio gli elaborati e la documentazione prodotta.
 Un lavoro di cesello e bulino alla base, insomma, per una diffusione universale, che sfrutterà le potenzialità del web e della Digital Library regionale superando ogni confine e rendendo immediatamente disponibile, grazie anche a un attenta e scrupolosa documentazione fotografica, i reperti del Museo Sardegna. L’iniziativa è stata decisa nella stessa riunione di giunta in cui è stato deliberato il conferimento dell’onorificenza «Sardus Pater» a Giovanni Lilliu, accademico dei Lincei e decano degli archeologi sardi. Ieri mattina la Mongiu ha richiamato due momenti eccezionali di diffusione della cultura sarda nel mondo legati al patrimonio archeologico: il primo, la «Mostra d’arte antica della Sardegna» inaugurata a Venezia nel 1949 ed esposta nelle diverse capitali europee fino al 1956, con l’apprezzamento di critica, pubblico e artisti quali Picasso, che vide la collezione dei bronzetti a Cap d’Antibes; il secondo, la mostra «I Fenici», anch’essa di rilievo mondiale, allestita vent’anni fa a Palazzo Grassi a Venezia. Ora il progetto dei «Corpora» viene a colmare una lacuna evidente, non esistendo attualmente un corpus di reperti della Sardegna a disposizione degli studiosi o del pubblico. «La Regione - ha spiegato la Mongiu - si è fatta promotrice di un’iniziativa che tesse reti complesse di relazioni e rapporti tra gli amministratori locali, le comunità scientifiche, le Soprintendenze, la Conferenza Episcopale Sarda, tutti chiamati a contribuire all’unico obiettivo del riconoscimento del patrimonio storico e archeologico della Sardegna».
 Si è iniziato con la scelta e la selezione degli oggetti - tutti beni mobili, ma «inserendoci nella tradizione del “Grande Atlante” di Lamarmora - ha affermato l’assessore - ci piacerebbe poter redigere anche l’“Atlante architettonico del territorio”, selezionando menhir, nuraghi, domus de janas e i reperti dell’architettura romana, militare e industriale di cui è ricca l’isola».
 Sono circa millecinquecento i reperti per ogni epoca contemplata: la nuragica, dalla quale scaturirà il Corpus dei bronzetti e delle antichità nuragiche sotto il coordinamento del professor Alberto Moravetti; quella fenicio-punica, da cui il Corpus delle antichità fenicie e puniche a cura del professor Piero Bartoloni, e quella romana e altomedievale, da cui il Corpus delle antichità romane ed altomedievali della Sardegna coordinato dalla professoressa Simonetta Angiolillo.
 I cinquemila reperti e manufatti sono attualmente conservati nei musei nazionali della Sardegna e negli Antiquarium locali, in territori ricchi delle vestigia del passato come Teti, Villanovaforru e Oristano, solo per citarne alcuni.
 Delle tre epoche, i relativi Corpora documenteranno la summa delle «mirabilia» che, non solo per valore estetico ma per connotazione di senso rappresentano le antichità più significative del patrimonio archeologico dell’isola. Ogni Corpus sarà inoltre dotato di un’ampia introduzione, che approfondirà i temi e i diversi aspetti della cultura materiale dell’epoca di riferimento, curata da illustri studiosi sardi e nazionali.
 «L’importanza del progetto supera i meri fini conoscitivi», ha affermato il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari Roberto Coroneo, «in quanto qualifica e crea competenze importanti a servizio del territorio». Sulle potenzialità divulgative e sull’incentivazione ad ulteriori scoperte si è invece soffermato il pro-rettore dell’Università dei Sassari Attilio Mastino: «Con i Corpora approfondiremo anche la ricerca sui Beni Culturali, avremo la possibilità di aggiornare i dati, di mettere in circolazione nuove informazioni, ricostruzioni storiche, portare alla luce nuovi reperti e ci piacerebbe anche poter dar luogo a una mostra».
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
ELEZIONI ALL’UNIVERSITA’ 
Più alloggi per i fuorisede e buoni pasto, per «non essere solo numeri di matricola» 
 
 SASSARI. C’è soprattutto la condizione dei fuorisede al centro della campagna elettorale della lista numero 1, “Non solo numeri di matricola”, in vista delle elezioni delle rappresentanze studentesche negli organi accademici dell’Università di Sassari e di un rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’Ersu per il biennio 2009-2010: si vota l’11 dicembre. Il programma è stato presentato in aula magna alla presenza del rettore Alessandro Maida.
 Antonella Puggioni, candidata per l’Ersu, afferma che le esigenze degli studenti devono finalmente essere in prima linea, specie quelle dei fuorisede. Precisa che il cda uscente ha lavorato bene, ma sono molti gli aspetti da migliorare, soprattutto gli alloggi: l’obiettivo è la creazione di una nuova casa dello studente in modo da arrivare a 1000 posti letto in totale entro la fine del mandato. «Il Comune - dice Puggioni - deve rendersi conto che Sassari è una città universitaria, poggia gran parte della sua economia sugli studenti e occorre quindi che investa su di loro». Monetizzando i buoni pasto si potrebbe andare incontro alle esigenze di chi abita in proprio per eliminare le disparità tra i possessori di borse di studio totali e parziali. La Puggioni propone di devolvere in beneficenza l’indennità percepita, in modo da eliminare dubbi sul vero scopo della propria candidatura. “Non solo numeri di matricola” pensa a diverse iniziative per migliorare la qualità della vita degli studenti, la creazione di spazi studio per la domenica o di luoghi, un maggiore controllo sui redditi per venire incontro davvero alle esigenze dei “meritevoli senza mezzi”, lo snellimento della burocrazia. Ma anche revisione delle fasce di reddito, rimborso pasti non consumati, convenzioni, potenziamento servizio mensa. E servizi di informazione per occasioni di lavoro. Questi i candidati agli organi centrali. Consiglio di amministrazione dell’Università: Daniela Marredda, Michele Biancu, Giò Sanna, Michel Fidekna. Consiglio degli studenti: Graziano Cadoni, Carla Petretto, Alessandro Arras, Giacomo Flore, Luciano Muzzu, Giacomo Dessena, Davide Pes, Gianluca D’Elia, Pietro Peru e Cristiano Farace. Cus: Antonio Manca e Lucio Mastandrea. (a.pa.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Un professore sassarese «baronetto» in Giappone 
Paolo Puddinu riceverà la massima onorificenza del Sol Levante 
 
SASSARI. Per un professore sassarese, uno dei massimi riconoscimenti del Giappone. Il 3 novembre scorso, al professor Paolo Puddinu, ordinario all’università di Sassari, il governo giapponese ha conferito l’Ordine del Tesoro Sacro, Raggi in Oro con Rosetta, per il suo prezioso contributo allo sviluppo della comprensione del Giappone e per l’insegnamento della lingua giapponese.
 La cerimonia di consegna dell’onorificenza si svolgerà lunedì 1º dicembre 2008, nella residenza dell’ambasciatore del Giappone in Italia, Hiroyasu Ando. Il professor Puddinu, dopo la laurea, conseguita a Napoli, nel 1974 si è recato per la prima volta in Giappone con una borsa di studio del Governo giapponese, dedicandosi per due anni all’attività di ricerca presso l’università di Tokyo. Nel 1975, tornato in Italia, ha insegnato presso l’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente di Roma e all’Istituto Universitario di Napoli, per poi far ritorno alla sua Sardegna nel 1986 dove ha ricoperto il ruolo di professore associato confermato presso la Facoltà di Giurisprudenza. Nel 2000 diventa professore ordinario presso la stessa facoltà di Giurisprudenza. Oltre ad insegnare la storia del Giappone, ai richiedenti ha insegnato gratuitamente la lingua giapponese, che non è una materia di insegnamento della sua università, proseguendo l’attività di diffusione della lingua e cultura giapponese. Contemporaneamente all’insegnamento, si è adoperato attivamente allo sviluppo delle relazioni di interscambio tra università italiane e giapponesi e alla presentazione della cultura giapponese, contribuendo al miglioramento della comprensione del Giappone e agli scambi personali fra Italia e Giappone.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Nazionale
Università nuorese, arriva la replica alle critiche del sindaco Zidda che aveva parlato di impegni disattesi 
«Un Patto di fattibilità sul Campus» 
L’assessore regionale Mongiu ora parla di rilancio sicuro dell’ateneo 
NINO BANDINU 
 
 NUORO. Università, l’assessore Mongiu conferma gli impegni per Nuoro. Arriva puntuale la replica regionale alla lettera scritta dal sindaco di Nuoro, in cui si rimproverava Cagliari, di non aver dato ancora una risposta. Ed eccola ora la risposta dell’assessore, che allega anche un fondo di Pirani su Repubblica, tutto dedicato alle politiche regionali sulle scuole e gli atenei sardi.
 Impegni assunti sull’Università e nessuna risposta. Questa l’accusa del sindaco di Nuoro. Ma l’assessore regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu, sorride e un po’ sorniona rinvia il cronista al fondo di Mario Pirani su Repubblica a pagina 23 in cui si elogia apertamente la giunta Soru per il suo impegno finanziario sulla scuola a tempo pieno e sulle università sarde. Ma anche in altri settori della ricerca e della cultura. Altro che assenza di risposte, replica la Mongiu. «Lo legga, lo legga bene - dice quasi divertita - e scoprirà che per il 2008-2009 la giunta regionale ha messo in cantiere due misure semplici ed efficaci: 1) con 35 milioni di euro presi dal bilancio ha deciso di estendere il tempo pieno alle scuole di base; 2) inoltre la stessa Regione ha versato 12 milioni di euro alle due università sarde impoverite dai tagli nazionali». E’ talmemte contenta del pezzo di Pirani su Repubblica l’assessore, che vorrebbe leggerlo per intero. Ma il tempo stringe e quindi passa all’Università nuorese e alla lettera di Mario Zidda. «Noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando - afferma la Mongiu - sulla base delle ipotesi fatte dal presidente Soru a Nuoro. E oggi è pronta una gara d’appalto per il Piano di fattibilità sulla sede e i luoghi della didattica e della ricerca, compreso il Campus universitario. Questa è la vera garanzia per Nuoro, come hanno già detto il presidente Soru e i due rettori di Cagliari e Sassari».
 Stando all’assessore regionale, quindi, restano tutti in piedi i «corsi esclusivi» e gemmati di Nuoro, con Sassari e Cagliari, all’interno di poli universitari fortemente connotati sul territorio e con l’ambiente. Non solo. Presto le ipotesi avanzate a suo tempo da Soru e Mongiu saranno tradotte anche in un preciso Piano di fattibilità per Nuoro.
 Come si ricorderà, nei giorni scorsi il sindaco della città, aveva spedito e reso pubblica una lettera, indirizzata all’assessore regionale alla Cultura, nella quale Mario Zidda chiedeva di conoscere «lo stato dell’arte sull’annunciata Intesa tra le due università isolane con l’ovvio riferimento alla questione nuorese». La lettera seguiva altre due missive, sempre sullo stesso argomento, spedite a maggio e in agosto.
 Nell’ultima lettera Zidda rammentava alla Mongiu anche i punti sui quali si intendeva poggiare il rilancio dell’Università nuorese: 1) coinvolgendola in un sistema a rete delle università sarde con Nuoro sede esclusiva dei corsi di lauera di 1º e 2º livello relativi agli ambiti disciplinari delle Scienze ambientali, Amminsitrazione, Governo e Sviluppo locale, e dei Servizi sociali; 2) poi con l’attivazione delle Summer school nell’ambito degli insegnamenti da localizzare a Nuoro; 3) inoltre con il Campus universitari nella ex Artiglieria; 4) e con la piena attivazione dell’accordo di Programma del 1992. Quattro punti, che oggi la Mongiu ha confermato.
 
 

Questionario e social

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