Sabato 8 novembre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 novembre 2008
Rassegna quotidiani locali
a cura dell'Ufficio Stampa e web

L'UNIONE SARDA
1 -  Verso un'Università europea, un commento di Eduardo Blasco Ferrer
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Pagina 49 - Commenti
ricerca e didattica i pilastri
Verso un'Università europea
di Eduardo Blasco Ferrer*  
 
Nel mondo complesso dell'informazione globale, una delle maggiori difficoltà di acquisire una notizia sicura risiede nella pluralità delle voci contrastanti che la diffondono, specie se sono collegate col mondo della politica o vengono diffuse da persone poco competenti nelle funzioni che ricoprono. È questo il caso, ahimè, delle plurime dichiarazioni della nuova Ministressa - il suffisso sembrerebbe d'obbligo da quanto segue - Mariastella Gelmini nei confronti dell'Università. In più occasioni la responsabile del dicastero della Scuola e dell'Università ha mostrato una abnorme disconoscenza del vero funzionamento degli Atenei, delle mansioni e del trattamento economico dei professori universitari, difendendo a spada tratta un decreto (ora legge) che contiene in extenso le premesse inderogabili della futura rovina della ricerca e del conseguente avanzamento culturale e scientifico dell'Italia, nonché un elegante invito ai seri ricercatori a cercarsi un tetto più decente in Paesi desiderosi di progredire.
Nel testo della legge, tra i punti che nuocciono all'interesse della società scientifica italiana, in primo luogo, in assoluto, va citato il dovere della ricerca. Il professore universitario si distingue dai suoi colleghi insegnanti delle scuole per il fatto che il suo ruolo istituzionale lo costringe a un continuo aggiornamento di letture e a una presenza costante nell'arena internazionale, dove si deve confrontare con studiosi di tutto il mondo. Da queste esperienze, e da una dialettica assai complessa e competitiva, che richiede peraltro una buona padronanza dell'inglese e spesso di altre lingue, il docente universitario guadagna conoscenze e pubblica nuovi dati, nuove teorie, nuove vedute nelle riviste della comunità scientifica internazionale. È un lavoro arduo, inevitabilmente stressante, perché implica anni di continua ricerca su ambiti talvolta minuscoli, e si svolge mediante l'acquisizione costante di dati aggiornati. Ora, il nodo principale in Italia è proprio questo: i costi per portare avanti una qualsiasi ricerca scrupolosa e di ambizioni internazionali, in termini finanziari e umani, sono del tutto squilibrati. I finanziamenti che ottiene il ricercatore dal ministero (il cosiddetto 60 per cento) sono talmente ridicoli da non consentire la partecipazione ai congressi internazionali dove i concorrenti stranieri si presentano con idee e tesi d'interesse per la ricerca che si vorrebbe portare avanti.
La didattica è l'altra faccia della medaglia, strettamente collegata alla ricerca, nel senso che nuovamente il docente universitario si distanzia dai suoi colleghi per il fatto che egli insegna nei corsi improntati all'avanzamento della ricerca internazionale. Il corso monografico del docente riflette, in ultima analisi, i risultati più aggiornati d'un argomento vitale nel seno della comunità scientifica internazionale, e dunque rappresenta un testo inedito, sofferto e colmo di coraggio e anticonformismo.
Il lavoro di ricerca e di didattica, insomma, viene osservato altrove come un'attività dirigenziale di punta, di tutto rispetto. Ed è naturale che sia così, se si pensa che i professori universitari diventano per tutti i settori della vita culturale, sociale, economica quotidiana moderna i consulenti inappellabili d'un' expertise al massimo livello. Di conseguenza il legislatore ha avuto il buon senso, nei Paesi più moderni, di equipararli ai dirigenti dello Stato e di trattarli economicamente come tali.
L'ex decreto Gelmini (ora legge) interviene drasticamente e ingiustificatamente su questi due pilastri della personalità scientifica del professore universitario, e indirettamente sull'insieme organizzativo della vita accademica, tagliando fondi e possibilità di turnover. Con buona pace della rovente polemica dei partiti di sinistra o di destra, il fatto incontrovertibile che lo studente universitario avverte è il graduale impoverimento e scadimento della didattica, et pour cause ! Senza fondi, gli Atenei non possono pagare corsi o supplenze che potrebbero rivelarsi di particolare interesse specialistico. E chi non può più permettersi di viaggiare, di acquistare nuovi libri o riviste, di aggiornarsi, si vede irrimediabilmente obbligato a impartire lezioni poco innovative, ad abbassare il livello della didattica. Il pericolo è che si finisca con una Università piena di Margite, di futuri laureati sempre più somiglianti all'essere mitico dello Pseudo-Omero che sapeva sì un po' di tutto, ma tutto male. Non sono un animal politicum bensì un suo dipendente, cara Ministressa, e perciò La invito a considerare più accuratamente i veri problemi che assillano la Sua "impresa", affinché la renda più efficiente, più moderna, più europea.
Ordinario di Linguistica sarda
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 21
L'Onda della protesta attraversa la città
Studenti di nuovo in corteo contro i tagli alle università e alle scuole  
Quattro ore di manifestazione da piazza del Carmine a piazza San Cosimo. La Questura: erano 5.000
Universitari e studenti delle superiori di nuovo insieme in corteo per dire no ai tagli e al decreto Gelmini
 
I ragazzi vestiti da collegiali, camicie bianche e cravatte nere, gonne scozzesi e cardigan, maschere con le x su occhi e bocche, che marciano al ritmo di “Another brick in the wall” dei Pink Floyd: «We don't need no education», Non abbiamo bisogno di educazione , «we don't need tought control», Non abbiamo bisogno di essere tenuti sotto controllo ». Dietro di loro, il ritratto in cartapesta di una vecchia spaventosa vestita di nero: l' accabadora , la donna che nella Sardegna pre-industriale aveva il compito di dare la morte, paragonata alla Gelmini. Lo studente nero e smilzo portato in trionfo dai compagni: «Obama! Obama»! I due che corrono come pazzi, reggendo sulle teste una matassa aggrovigliata di palloncini colorati, gridando: «Cervello in fuga! Cervello in fuga!» I cori irripetibili contro la Gelmini, contro Tremonti, contro Berlusconi. Al centro del corteo, un sound system improvvisato: tre carrelli da supermercato legati fra loro, in quello centrale un gruppo elettrogeno, in quelli esterni due casse amplificate, un mixer, un computer carico di file mp3 e la musica è garantita, audio forte e chiaro, nella playlist Oasis, Green Day, Ska-P, “Bella ciao” e “Rivoluzione”.
Scene da una manifestazione che, per chi avesse dubbi, conferma due cose. Primo: “Unicamente”, il movimento di protesta cui hanno dato vita i comitati di tutte le Facoltà cagliaritane in agitazione contro la legge 133, non è stanco, né è soddisfatto delle correzioni di rotta da parte del Governo (turnover ridimensionato, via libera ai concorsi, premi agli atenei virtuosi, nuove regole per la composizione delle commissioni ai concorsi) e del richiamo di Fini a sottoporre la Finanziaria al Parlamento). Secondo: se la settimana l'università era scesa in piazza accanto alla scuola, ieri sono state le scuole, o meglio gli studenti delle scuole medie superiori, a mobilitarsi accanto alle università. E a portare con sé i loro slogan anti-Gelmini.
Il risultato è stato un corteo che per quattro ore ha attraversato la città: piazza del Carmine, via Roma, viale Bonaria, via Cimitero, via Dante, via Paoli, via Sonnino, via San Lucifero, piazza San Cosimo. Partiti alle 10, sono arrivati alle 13,30 e per un'altra mezz'ora hanno ribadito di essere determinati a non mollare.
Per la questura erano cinquemila: un terzo di quelli che avevano sfilato una settimana fa. Solo che stavolta la manifestazione era cittadina e non provinciale (anche se era presente una delegazione dell'ateneo sassarese) e i ragazzi delle superiori che sono scesi in strada l'hanno fatto lasciando in aula i prof. Cinquemila, tutto considerato, non son pochi.
Nessun incidente, nessuna tensione. Guardati a vista da un discreto cordone di poliziotti, polizia municipale e carabinieri, i ragazzi hanno dato l'ennesima dimostrazione di maturità e serenità. «Né rossi né neri ma liberi pensieri»: lo slogan dell'Onda, com'è stato battezzato questo movimento studentesco contro i tagli che rifiuta di lasciarsi incasellare nelle categorie del confronto fra partiti e ideologie, è risuonato spesso, nel corso della sfilata. Certo, s'è sentito anche altro: fischi e grida quando, in via Roma, due persone si sono affacciate al balcone della sede di Forza Italia; urla di disapprovazione sotto l'Ufficio scolastico regionale; il coro «Noi i fascisti non li vogliamo» in via Logudoro, nei pressi del vicolo in cui ha sede un circolo giovanile di destra, e quello «Fuori le banche dall'università» davanti all'agenzia di un istituto di credito; e anche qualche insulto, generico, alla «stampa sarda», che pure a questo movimento di protesta ha dedicato cronache e approfondimenti. Applausi, invece, ai dipendenti dell'Inpdap che hanno appeso ai davanzali dei loro uffici uno striscione con la scritta «Giù le mani dalla pubblica amministrazione» e ovazioni per la signora attempata che, affacciata al suo balcone all'angolo fra via Dante e via Tola, ha applaudito il passaggio del corteo: «Una di noi, signora, una di noi».
Alle due, il rompete le righe. Ma la protesta non finisce qua: continua con le lezioni all'aperto, le assemblee, gli approfondimenti. Obiettivo: azzeramento dei tagli e avvio di una riforma in cui gli studenti possano dire la loro. L'onda non ha ancora finito la sua corsa.
MARCO NOCE
Pagina 20 – Cronaca di Oristano
Scuola Ieri assemblea in piazza Roma
Studenti in corteo per dire no alla Gelmini
   
Un corteo rumoroso e colorato ha marciato per le strade del centro. Universitari e studenti delle scuole superiori hanno gridato forte il loro no alla riforma del Ministro Maria Stella Gelmini. Partiti dal Chiostro del Carmine (sede dei corsi universitari), i ragazzi si sono poi ritrovati sotto la Torre di piazza Roma per discutere insieme sugli aspetti dei provvedimenti maggiormente contestati. Gli studenti (assicurano tutti di aver letto il decreto) hanno spaziato su vari temi, stampati a chiare lettere sui volantini. La protesta è globale e abbraccia tutti gli ordini delle scuole: si contesta il ritorno al maestro unico alle elementari fino ai tagli per la ricerca e l'università. Nel mondo accademico c'è un grande fermento, nei giorni scorsi alcuni studenti del corso di laurea in Economia e gestione dei servizi turistici hanno fatto lezione in piazza. Una forma di contestazione che ha consentito di continuare le lezioni, anche se in maniera inusuale. L'obiettivo, però, era sensibilizzare anche l'opinione pubblica e far capire che si tratta di «una legge che colpirà duramente tutti gli atenei. I provvedimenti del ministro mirano esclusivamente a una riduzione di organici e di spese, non a migliorare la scuola», si legge nel volantino che girava tra le mani degli studenti. Sotto accusa anche la riduzione del turn over del 20 per cento per i docenti: su cinque insegnanti che andranno in pensione, solo un ricercatore potrà essere assunto. Inoltre «sono a rischio circa 60 mila posti di ricercatore - si legge in una nota, - se gli Enti da cui dipendono non riescono stabilizzarli entro il 30 giugno 2009». Forte la protesta anche per i possibili tagli che rischiano di dequalificare l'università (è previsto un taglio del 46 per cento delle risorse destinate al funzionamento degli atenei). ( v. p. )
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 22
Embrioni e architettura al Festival della scienza
Exmà. Oggi al centro culturale di via San Lucifero un ciclo di conferenze
   
Proseguono con successo gli appuntamenti del “Festival della Scienza”, la manifestazione in corso al Centro Culturale Exmà, in via San Lucifero.
L'iniziativa, organizzata dal comitato Scienza Società Scienza, presieduto da Carla Romagnino, prevede oltre cinquanta iniziative tra conferenze, dibattiti, mostre e laboratori interattivi. Sono oltre duemila gli allievi delle scuole cittadine che, in questi giorni, hanno prenotato e stanno partecipando alle diverse iniziative. Oggi alle 9 è in programma la conferenza “Architettura come necessità”, tenuta da Aldo Lino della Facoltà di Architettura di Alghero. Alle 10.30, sarà invece la volta di Edoardo Boncinelli, ordinario dell'Università Vita-Salute di Milano che terrà una conferenza dal titolo “Il cammino dell'embrione”. Sempre alle 10.30, ma nel piazzale dell'Exmà, Ramon Pilia, terrà la conferenza spettacolo, “Circo-stanze scientifiche”. Alle 17.30, secondo appuntamento con Edoardo Boncinelli che terrà una conferenza dal titolo: “Come nascono le idee”. Nello spazio espositivo dell'ExMà sono stati inoltre allestiti apparecchi ed esperimenti eseguibili dal visitatore in prima persona o con l'aiuto dei dimostratori presenti nelle varie sezioni.
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro – pagina 20
Università. Il Pd alla ricerca di una soluzione per superare la contrapposizione
Comune assente? Non era invitato
Dopo il vertice in Provincia il sindaco chiarisce con i rettori  
Ieri, dopo le parole del presidente Deriu, il comitato provinciale del Pd si è riunito d'urgenza dal sindaco Zidda. Lunedì nuovo vertice
 
Il Comune, grande assente al vertice sull'università di due giorni fa in Provincia con i rettori degli atenei di Sassari e Cagliari, in realtà non era stato neppure invitato. «Il Comune non ha ricevuto alcuna richiesta di partecipazione, né era informato dell'iniziativa», chiarisce una nota smentendo, perciò, che l'assenza possa essere intesa come una scelta del sindaco. «L'amministrazione e i suoi rappresentanti non sono stati chiamati, così come già successo in altre occasioni».
CONFRONTO NEL PD Nel frattempo, la vicenda che contrappone la Provincia guidata da Roberto Deriu, che vuole la Fondazione al posto del consorzio, e il sindaco Mario Zidda che ancora non si è pronunciato arriva all'attenzione dei vertici del Partito democratico. Ieri Zidda ha incontrato il coordinamento provinciale del Partito democratico, pronto a una nuova riunione per lunedì. Obiettivo trovare una linea condivisa tra le due istituzioni, guidate entrambe da esponenti del Pd. L'università sarà all'attenzione anche della coalizione che durante la verifica ha già posto la necessità di un progetto di rilancio. Il Comune, intanto, replica indirettamente alla Fondazione tanto cara alla Provincia che ha deciso di uscire dal consorzio. «Allo stato attuale, l'unica proposta compiuta nota all'amministrazione comunale e formulata in occasione dei Consigli congiunti di Provincia e Comune, prevede l'allargamento del consorzio agli enti locali e ad alcuni istituti e istituzioni territoriali, sia in ambito economico che culturale. Nelle sedi appropriate possono essere prese in considerazione le forme organizzative ritenute più idonee alla ovvia condizione che le stesse scaturiscano da un confronto autorevolmente largo e appropriato che possa riflettere le reali necessità del territorio e dei suoi protagonisti istituzionali, primi tra i quali le assemblee elettive degli enti pubblici territoriali. In quella sede - spiega la nota del Comune - potrebbero essere verificate sugli atti - qualora formalmente adottati - le reali finalità e disponibilità di quanti intendessero concorrere a una maggiore dotazione finanziaria, patrimoniale e progettuale del polo nuorese». Il carteggio tra il Comune e gli altri enti - sottolinea la nota - è pubblico e aperto alla consultazione.
RETTORI Il sindaco, intanto, si è attivato per chiarire con i rettori di Cagliari e Sassari i motivi dell'assenza all'incontro di due giorni fa e per ribadire «l'assoluta volontà dell'amministrazione comunale di collaborare serenamente con i due atenei per il rilancio dell'università nuorese».

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Seimila in piazza: «Abbatteremo The Wall» 
Maschere bianche e colonna sonora dei Pink Floyd contro la Gelmini 
L’Onda in corteo scatena la fantasia: nel mirino Silvio Berlusconi e anche il ministro Renato Brunetta 
di Sabrina Zedda 
 
 CAGLIARI. Chissà quale immagine del corteo potrebbe essere conservata come simbolo? Quella degli studenti in divisa da college e volto mascherato, che avanzano alla testa del corteo al ritmo lento di “The Wall” dei Pink Floyd? O quella dei mille palloncini lunghi e colorati, incastrati tra loro nella ricostruzione di un cervello in fuga? Certo è che per la grande protesta di ieri contro il ministro Gelmini e i tagli all’università, gli studenti non hanno mancato di fantasia.
 In piazza sono scesi almeno in seimila, anche se qualcuno parla di diecimila.
 Sono da poco passate le 9.45 quando il corteo, stavolta organizzato solo dagli universitari, ma con una massiccia presenza di studenti delle scuole superiori, docenti, presidi e ricercatori e sindacati, comincia a snodarsi da piazza del Carmine alla volta di piazza San Cosimo. L’aria è quella di una protesta sentita ma festosa. Costruttiva più che distruttiva.
 ‹‹Qualcuno pensava che gli studenti fossero interamente velinizzati o tronizzati - dice con orgoglio Gigi Pisci, studente del polo economico-giuridico - Oggi invece dimostriamo che siamo delle teste pensanti, che vogliamo difendere il nostro futuro››.
 C’è allegria e passione tra questi giovani, che in città come a Milano, Roma, Bologna, hanno organizzato, riuniti nel comitato interfacoltà “Unicamente contro la legge 133”, la protesta sin nei minimi particolari. La coreografia ispirata a “The Wall” è una trovata delle facoltà di Lettere e Psicologia. Il cervello in fuga l’hanno inventato gli studenti del polo scientifico di Monserrato. Mentre è comune un po’ a tutti la cassetta per la questua messa davanti ai passanti. ‹‹In manifestazioni come questa - racconta uno studente di Economia - riusciamo a raccogliere anche trecento-quattrocento euro. Soldi che poi spendiamo per gli striscioni e stampare volantini».
 Una manna dal cielo, soprattutto in facoltà, come quelle del polo economico-giuridico, in cui spesso i motivi della lotta si scontrano con il muro dell’indifferenza. Anche se, assicura Enrico Puddu, tra i portavoce del comitato Unicamente, ‹‹quello che riusciamo a raccogliere tra la gente alla fine lo dividiamo tra tutte le 11 facoltà››.
 “Noi la crisi non la paghiamo”, “La Gelmini non la vogliamo”, sono questi gli slogan più urlati, ma a guardare gli striscioni c’e anche molto altro: “Le idee volano alto, Brunetta non ci arriva”, si legge in uno, mentre altrove il pensiero degli studenti è sintetizzato in: “Dopo le case chiuse, volete le università chiuse”.
 ‹‹Bravi bravi, gli studenti hanno organizzato una bella manifestazione - è il commento di Cristina Lavinio, docente alla facoltà di Lettere - E pensare che hanno fatto tutto in appena una settimana››. Soddisfatto anche il preside di Lettere, Roberto Coroneo: ‹‹I risultati ci stanno dando ragione - dice - A differenza di qualcun altro, credo che i passi indietro fatti in questi giorni dal governo siano la dimostrazione che la nostra protesta è stata civile e incisiva››.
 A sfilare a fianco degli studenti ci sono anche alcuni consiglieri comunali. ‹‹Si deve lavorare con la gente, la cultura è la gente››, sospira Marisa Depau del Pd. D’accordo con lei è Raoudhan Ben Amara (Prc-Se), che sottolinea l’importanza educativa di manifestazioni come questa. Tra i sindacati si vedono solo le bandiere della Cgil, ma a incoraggiare gli studenti ci sono anche altri gruppi, come il Cagliari social forum. Dopo l’euforia, ora si dovranno tirare le somme, ma soprattutto si dovrà tornare sui libri: ‹‹È necessario riprendere con la didattica - avverte Roberto Coroneo - Per riflettere su ciò che sta accadendo ci ritaglieremo il fine settimana, e qualche altro momento che non possa disturbare lo svoglimento delle lezioni››.
 
Pagina 11 - Attualità
Manifestazioni in tutta Italia. Nella capitale scontri e tensioni: un ferito e dieci contusi 
Università, Milano e Roma guidano la protesta 
I disordini nati nel tentativo di occupare la stazione Ostiense 
Respinto il tentativo d’infiltrazione di Blocco Studentesco 
NATALIA ANDREANI 
 
 ROMA. Le promesse del governo non bastano. Decine di migliaia di studenti sono tornati ieri nelle piazze di tutta la penisola contro la riforma della scuola targata Gelmini. Nella capitale, fra medi e universitari hanno manifestato in 25mila. I tre cortei (uno dalla Sapienza, uno da Roma Tre, uno degli studenti di medie e superiori) si sono saldati nei pressi di Stazione Termini dove non sono mancati momenti di attrito con alcuni rappresentanti del Blocco Studentesco.
 Un pugno di giovanissimi che volevano unirsi alla manifestazione sfoggiando magliette con le svastiche e caschi da moto, ma che sono stati subito cacciati dagli stessi studenti. Fra cartelli e striscioni l’onda umana si è quindi messa in marcia per raggiungere e circondare il ministero della Pubblica Istruzione facendo impazzire il traffico stradale. Lungo il percorso c’è stato anche un lancio di uova contro le vetrine di due istituti bancari dove gli studenti di psicologia avevano prima appeso il cartello: «Noi la crisi non la paghiamo». Giunti in prossimità di Trastevere i ragazzi hanno però deciso di snobbare il fortino del ministro Gelmini e di cambiare meta dirigendosi a Piramide.
 Al progetto di occupare simbolicamente la stazione Ostiense si è però opposta la polizia, bersagliata dal lancio di bottiglie e oggetti vari. Momenti di tensione, di urla e di spintoni ai quali sono seguite due cariche che si sono concluse col ferimento di cinque persone: tra queste una giornalista di Repubblica colpita al braccio da una manganellata.
 Quasi sessantamila sono invece i manifestanti, fra studenti e lavoratori del pubblico impiego, che ieri mattina hanno sfilato per il centro di Milano. In testa al corteo uno striscione dedicato ai quattro studenti dell’Agnesi denunciati a inizio settimana per avere occupato l’istituto: «Io non ho paura. Le denunce non fermano l’Onda». Le denunce semmai rendono l’onda creativa. Come a Firenze dove una sessantina di ragazzi degli istituti medi si sono incatenati alla ringhiera del Battistero utilizzando manette, corde e lucchetti delle biciclette. Immortalati dagli obbiettivi dei numerosi turisti presenti, i ragazzi hanno intonato slogan e distribuito magliette anti Gelmini: «Voi incatenate la scuola pubblica, noi ci incateniamo al Battistero».
 Altri cortei hanno poi paralizzato Napoli, che ha visto confluire migliaia di studenti da tutta la Campania e che per stamane attende l’arrivo in piazza di Sabina Guzzanti, mentre a Potenza universitari e operai si sono ritrovati per discutere assieme la crisi del diritto al lavoro, allo studio, al futuro. Gli operai della Daramic (azienda locale che ha messo in mobilità 137 persone) hanno partecipato all’assemblea degli studenti nel campus dell’ateneo, a Macchia romana; studenti e docenti si sono quindi spostati in fabbrica per prendere parte ai picchetti dei lavoratori.
 A Pisa universitari e medi armati di fumogeni hanno occupato alcuni binari della stazione.
 A Torino, invece, c’è stata la controinaugurazione dell’anno accademico del Politecnico. Davanti all’ateneo, mentre all’interno si svolgeva la cerimonia ufficiale, si sono celebrati i funerali dell’Università «spentasi in data 6 agosto 2008 causa legge 133». Nel piazzale una bara di cartone nera coperta dal tricolore e dal «triste annuncio» di studenti e dipendenti affranti. Davanti due lumini con i santini di Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti.
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Sportello Job per i laureati 
È STATO APERTO IN VIA OSPEDALE 
 
 CAGLIARI. La direzione orientamento e comunicazione dell’università ha aperto lo sportello lavoro grazie al programma “Formazione e innovazione per l’occupazione” promosso dal ministero delle Politiche sociali. Lo sportello Job Placement dovrà facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro di laureandi e laureati e anche soddisfare le richieste di ricerca personale da parte delle aziende. Allo sportello sarà possibile per gli studenti anche avere assistenza nella preparazione del progetto professionale. Informazioni in via Ospedale 21.
 

Questionario e social

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