Lunedì 10 novembre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 novembre 2008
Rassegna quotidiani locali

LA NUOVA SARDEGNA
 
L’UNIONE SARDA
 
EPOLIS - IL SARDEGNA

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Attualità
Sindacati pronti a paralizzare l’Università 
Oggi il decreto sulla Gazzetta ufficiale, venerdì la manifestazione generale 
 
ROMA. Nuova settimana di passione per l’università, che si prepara a scendere in piazza venerdì a Roma per lo sciopero generale proclamato dai sindacati di categoria contro i tagli e la riforma Gelmini. Riforma che oggi vedrà concretizzarsi il primo tassello, quel decreto legge “tecnico” varato giovedì dal Consiglio dei Ministri: da Viale Trastevere, dove il testo è stato aggiornato (per la parte relativa agli associati) per quanto riguarda gli imminenti concorsi (già banditi da tempo e le cui domande scadono proprio domani), assicurano che il Dl arriverà al Quirinale per la firma del Capo dello Stato, prima di essere pubblicato in serata sulla Gazzetta Ufficiale, giusto in tempo per poter mandare avanti la complessa macchina dei tanto attesi concorsi. Si tratta del primo passo di una riforma abbozzata nelle linee guida contenute nel ddl varato insieme al decreto: riforma che quasi sicuramente vedrà anche delle norme per scoraggiare il diffuso fenomeno dei fuori corso, visto che al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca stanno studiando un provvedimento ad hoc. Il ministro Gelimini prevede incentivi e premi per chi raggiunge la laurea nei tempi canonici. Mentre alla Sapienza la protesta ha aperto le porte dei laboratori di fisica e chimica per far conoscere gli esperimenti ai bambini, la polemica politica ha visto l’intervento di Antonio Di Pietro: “I soldi tolti alla scuola vanno restituiti: non si può lasciare la riforma dell’istruzione al ministro dell’Economia. Trovo positivo che il governo abbia deciso di travasare in un ddl ciò che era in un decreto, e questo dimostra che è stato preso con le mani nella marmellata”. La Rete degli Studenti, invece, ha chiesto alla maggioranza di ammettere i “propri errori e di ritirare i decreti su scuola e università”. Intanto, dagli Stati Generali delle Scuole del Mezzogiorno è arrivato l’impegno delle regioni del Sud che si sono dette pronte ad investire un miliardo e mezzo di euro in tre anni per qualificare la scuola nel Mezzogiorno.

2 – L’Unione Sarda
Prima pagina
L’infezione è scoppiata a settembre nel reparto di terapia intensiva neonatale della Clinica Macciotta
Cagliari, strage di neonati
Allarme in città per un batterio che ha ucciso dieci piccoli prematuri  
 
Uccisi da un batterio. Dieci neonati ricoverati nel reparto di Terapia intensiva neonatale della Clinica Macciotta di Cagliari sono morti per le conseguenze di un’infezione causata dalla Serratia , un microbo che attacca il sistema gastrointestinale e che si rivela letale su bimbi che pesano appena mezzo chilo, con difese immunitarie pressoché nulle. L’epidemia accertata nell’ospedale cagliaritano è scoppiata a settembre e sino a oggi non è stato ancora trovato il serbatoio dal quale si è diffusa l’infezione. Per scoprire le cause e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e profilassi è al lavoro un’équipe nazionale di esperti.
 
Batterio killer, muoiono dieci neonati
Allarme a Cagliari: erano ricoverati nella Clinica Macciotta  
Nel reparto di Terapia intensiva neonatale della Clinica Macciotta è al lavoro un’équipe di specialisti del policlinico di Pavia
 
Uccisi da un batterio. Dieci neonati ricoverati nel reparto di Terapia intensiva neonatale della Clinica Macciotta sono morti per le conseguenze di un’infezione causata dalla Serratia , un microbo che attacca il sistema gastrointestinale e che si rivela letale su corpicini che pesano appena mezzo chilo, oltretutto con gravi scompensi respiratori. L’epidemia accertata nell’ospedale cagliaritano è scoppiata a settembre e sino a oggi non è stato ancora trovato il serbatoio da cui si è diffusa l’infezione. Per scoprire le cause e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e profilassi è al lavoro un’équipe di esperti.
L’EPIDEMIA Da due mesi nel reparto di Terapia intensiva della Clinica Macciotta si registravano morti anomale di bimbi prematuri, tenuti sotto controllo nelle incubatrici. Analisi di laboratorio hanno portato alla scoperta del batterio che attacca i piccoli nei primi giorni di vita. La Serratia ha avuto effetti devastanti sul fisico di neonati (avevano tutti circa una settimana), causando gravissimi scompensi. Immediatamente sono scattate le misure di prevenzione e profilassi e in città sono arrivati esperti nazionali: il professor Mauro Stronati e il collega Gianfranco Perotti, responsabili di Patologia neonatale e terapia intensiva del policlinico San Matteo di Pavia. I due professionisti hanno incontrato i responsabili delle varie cliniche del Macciotta per studiare il caso e riportare alla normalità il reparto, che non è stato chiuso: nell’Isola sono solo due le strutture di Rianimazione per neonati prematuri e quello di Sassari ha pochi posti letto, non sufficienti a garantire un’adeguata assistenza.
L’AZIENDA MISTA Maria Teresa Orano è la direttrice sanitaria dell’Azienda ospedaliero-universitaria, da cui dipende anche la Clinica Macciotta. È un’esperta della materia; è specializzata in Igiene e con molta cortesia e franchezza ammette la presenza del batterio nel reparto di Terapia intensiva neonatale. «I nostri laboratori hanno rilevato la presenza della Serratia sui corpi di almeno dieci neonati nati prematuri e costantemente monitorati. Abbiamo riunito il Comitato ospedaliero per portare avanti tutte le misure previste in questi casi». Come ha fatto il batterio ad attaccare i piccoli ricoverati in un ambiente che dovrebbe offrire il massimo dal punto di vista igienico? «Abbiamo passato al setaccio la Clinica, ma purtroppo non siamo ancora riusciti a scoprire il serbatoio da dove si è diffuso il batterio: nella letteratura medica il 50 per cento dei casi ha un’origine sconosciuta e anche il restante, per quel che ci riguarda, la fonte è un mistero. Gli specialisti di Pavia hanno confermato che da alcuni anni il microrganismo è ricomparso nelle Terapie intensive neonatali di altri centri italiani». È stata la Serratia ad uccidere i piccoli? «Non posso escluderlo, di certo c’è che i piccoli sono stati colonizzati ,avevano contratto il germe ma non erano infetti. C’è da chiarire - aggiunge Maria Teresa Orano - che in molti casi i bimbi, nati da pochi giorni, erano sottopeso e senza difese immunitarie». Un terreno fertile per il batterio killer. E ora cosa succederà? «Abbiamo attuato le misure di sicurezza previste dai protocolli. Ci auguriamo che i provvedimenti siano stati efficaci».
L’INTERROGAZIONE «Cosa sta succedendo negli ospedali cagliaritani?». Lo chiede oggi in un’interrogazione all’assessore regionale alla Sanità e al presidente della Giunta il consigliere Antonello Liori. «Dopo la Legionella, ora l’infezione batterica alla Clinica Macciotta. È da tempo che negli ospedali della Asl 8 si parla di condizioni igienico-sanitarie precarie».
ANDREA ARTIZZU
 
scienza e storia
Serratia, un pericolo solo per i più deboli
   
Il presunto killer della Neonatologia di Cagliari è il batterio Serratia marcescens . «Un microrganismo - spiega il professor Paolo Emilio Manconi, ordinario di Medicina interna al Policlinico di Cagliari - che fa parte di quelli cosiddetti opportunisti, cioè che profittano delle condizioni di immunodepressione del paziente per danneggiarlo». Ovviamente, il microbo non ha una volontà aggressiva ma segue un suo ciclo vitale. «É presente in tutti noi e di norma non provoca malattia, se non in individui indeboliti nelle difese immunitaria. Ad esempio quelli colpiti dal virus dell’Hiv, in chemioterapia o irradiati per tumore. Oppure ricoverati in reparti di rianimazione. A rischio sono anche i nati pretermine».
Il microbo è «ubiquitario», si trova cioè non soltanto negli organismi viventi ma anche nell’ambiente o negli oggetti: può annidarsi nei bagni nelle tubazioni, soprattutto dove vi è un elevato tasso di umidità. La sua presenza crea spesso problemi negli ospedali e anche nei reparti di neonatologia. «Diventa - ricorda Manconi - molto facilmente resistente ai chemioterapici e agli antibiotici, caratteristica comune a tanti altri microrganismi come lo Pseudomonas , altra bestia nera degli stessi ambienti in cui si sviluppa la Serratia .
La storia ufficiale di questo batterio è raccontata, in un articolo sul Sole 24 Ore, dal professor Gilberto Corbellini, ordinario di Soria della Medicina all’Università "La Sapienza" di Roma. Tutto inizia «ai primi di luglio di un’afosa estate del 1819, a Legnaro, un piccolo villaggio nei pressi di Padova, quando comparvero delle "macchie di sangue" sulla polenta». Uno studente in farmacia dell’Università di Padova, Bartolomeo Bizio dimostrò, in un articolo del 1823, che "un essere organico" produceva il fenomeno della "polenta porporina". «Comprese l’origine batterica e parassitaria del l’"essere vegetabile", che chiamò Serratia marcescens in omaggio al fisico Serafino Serrati, il primo a utilizzare il vapore per la propulsione di battelli».
«A partire dal XII secolo - scrive il professor Corbellini - le cronache registrano la comparsa di Serratia , cioè delle "macchie di sangue" su diversi materiali di natura vegetale, comprese le ostie consacrate per la messa. I fedeli, ignoranti e facilmente manipolabili da predicatori fanatici, all’apparire delle macchie di sangue venivano spesso aizzati contro le comunità ebraiche locali: in pratica gli ebrei venivano incolpati di pugnalare le ostie, che "sanguinavano" a causa delle ferite. Il microbo fu quasi certamente coinvolto anche in un fatto che ebbe importanti implicazioni per la storia ecclesiastica. Si tratta del famoso miracolo della messa di Bolsena. Nel 1263 un prete boemo vide sgorgare del "sangue" dall’ostia. In seguito al miracolo, il papa Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini».
Nel 1994, il "miracolo" è stato ricostruito in laboratorio da Johanna C. Cullen, ricercatrice della Georgetown Unisersity, Contaminando le ostie con la Serratia , riuscì a riprodurre quello che può sembrare sanguinamento.
«All’inizio di questo secolo - ricorda il docente della Sapineza - si cominciò a constatare la presenza del batterio in alcune infezioni da cocchi, mentre nel 1929 fu segnalato il primo caso di setticemia dovuto al batterio. Negli anni Cinquanta, poi, in seguito all’eccessivo uso di antibiotici ad ampio spettro che selezionavano ceppi resistenti si manifestarono diversi casi di infezione, anche mortale, da Serratia marcescens . Spesso si trattava di autoinfezioni, dovute allo sviluppo delle nuove tecniche di esplorazione del corpo, che favorivano l’inoculazione di enterobatteri formatisi nell’ambiente ospedaliero».
STEFANO LENZA
 
I precedenti. Quando il nemico della salute si annida in corsia
Dall’Acineto alla legionella
   
Gli ospedali non sono cittadelle fortificate o edifici sterili a chiusura stagna: a volte non si può evitare che i nemici della salute si annidino in corsia o nei reparti più “sensibili”. Accade, anche a Cagliari. È di questi giorni l’allarme legionella scattato al Santissima Trinità dopo le analisi su un operatore socio-sanitario del reparto di Traumatologia.
Appena i test hanno confermato che il malessere e le difficoltà respiratorie da cui era afflitto l’uomo erano da attribuire al batterio della legionella, il direttore sanitario Giorgio Sorrentino ha disposto subito il monitoraggio degli impianti idrici del dipartimento e di tutto l’ospedale: i risultati delle colture batteriche arriveranno a giorni. È vero che al momento non c’è una prova certa del fatto che l’operatore abbia contratto la malattia in ospedale, ma la misura precauzionale è apparsa certamente opportuna: l’habitat della legionella, o meglio i suoi più efficaci veicoli di trasmissione, sono le installazioni che producono acqua nebulizzata, come gli impianti di condizionamento, e le reti di ricircolo acqua calda negli impianti idrico-sanitari. È evidente che l’alluvione dei giorni scorsi può aver giocato un ruolo nel contaminare l’acqua almeno in alcuni segmenti della rete. L’allarme comunque è parso da subito molto circoscritto anche se dopo l’operatore un infermiere ha accusato sintomi simili ed è stato sottoposto ad una radiografia al torace per verificare la presenza dell’infezione, ma la certezza della trasmissione della malattia potrà arrivare solo nei prossimi giorni.
Ben più allarmante era parsa la situazione nel maggio dello scorso anno, quando nel reparto di rianimazione del Brotzu aveva fatto la sua comparsa l’Acinetobacter Baumanii, il “batterio killer” che a volte colpisce il più delicato dei reparti ospedalieri.
 
In quel caso l’Acinetobacter aveva colpito cinque dei dieci pazienti ricoverati in prognosi riservata. Due di loro si erano ammalati, tre erano rimasti allo stadio di portatori sani. Immediato il piano di emergenza disposto dall’azienda ospedaliera per bloccare ogni possibilità di ulteriore contagio. I pazienti erano stati sottoposti a profilassi con antibiotici, l’attività di ricovero in Rianimazione era stata ovviamente sospesa per giorni. Quanto al vettore che aveva introdotto il batterio, le ipotesi possibili erano fin troppe: almeno il 25% delle persone sane trasporta questi batteri sulla pelle, che diventano pericolosi nel momento in cui si insinuano in pazienti in condizioni critiche. A quel punto l’Acinetobacter può causare polmoniti, infezioni del sangue, del tratto urinario e qualche volta meningiti.
3 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 57
Una mattina, giocando con la matematica
Il Festival della scienza a Cagliari: come rendere piacevoli le nozioni tecniche
   
Incontri con gli esperti, esperimenti giocosi, spettacoli teatrali: gli organizzatori del Festival della scienza hanno pensato a tutto pur di convincere le famiglie di Cagliari a trascorrere una domenica diversa dalle altre. E le famiglie, presenti in massa all’Exmà, hanno risposto ieri all’appello con entusiasmo. Ha aperto le danze, in una mattina soleggiata, l’incontro “Insalate di matematica”, il primo dei quattro caffè scientifici organizzati dal comitato Scienza società scienza. Con il pretesto di un caffè o di un aperitivo, esperti, studiosi e persone comuni hanno chiacchierato per quasi due ore sulle implicazioni della matematica nella vita di tutti i giorni. Robert Ghattas, canadese di nascita ma italiano d’adozione, laureato in Matematica e specializzato al master in Comunicazione della scienza della Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste, ha tenuto il filo della conversazione, tentando di rispondere alle domande più strane e curiose. Dietro alle dimensioni di un foglio A4, alla forma tondeggiante delle foche, all’invenzione della caramella alla menta col buco al centro c’è sempre una spiegazione che ha a che fare con la matematica. Così, quello che scherzosamente Ghattas definisce «uno dei tanti modi per sciupare una domenica mattina» diventa invece un’occasione per trovare le risposte a problemi di cui prima nemmeno si immaginava l’esistenza.
Nel pomeriggio è stata la volta di “Circo-stanze scientifiche”, una giocosa conferenza in cui Ramon Pilia, giovane scienziato di Sardegna Ricerche, ha dimostrato al suo pubblico, fatto soprattutto di giovanissimi, quanta fisica ci sia in tutte le stanze delle case in cui viviamo. Un modo come un altro per spiegare a dei ragazzini curiosi attraverso un linguaggio molto semplice concetti come la pressione, il calore, le onde elettromagnetiche. Ha chiuso la giornata lo spettacolo “eSseeRreTi: due passi nell’astrofisica”, un breve viaggio virtuale curato da Elio Arthemalle per conoscere più da vicino l’astrofisica moderna e in particolare il Sardinia radio telescope, l’impianto che l’Istituto nazionale di astrofisica si appresta a costruire nei pressi di San Basilio. Un progetto nato per stimolare l’interesse sull’universo che ci circonda.
Il programma di oggi: alle 9 conferenza-dibattito “Ombre sul traguardo: attività fisica e stato di salute, una moda o una necessità?” curata da Carlo Lai. Alle 10,30 la conferenza “Perché le previsioni del tempo sbagliano?” tenuta da Alessio Raimondi. Alle 16 la pièce “Lise Meitner, una scienziata che non ha perso la sua umanità”, con gli studenti del liceo scientifico Pacinotti. Alle 17,30 tavola rotonda “La donna nella ricerca”.
LORENZO MANUNZA
4 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 57
Manifattura Edizione 2009, nuova sede
Dalla voce materna alla Costituzione: la vita nelle parole
   
L’inizio è alla fine, in chiusura del Forum del libro. L’inizio non sono parole, ma fatti concreti. L’impegno di Domenico Cersosimo, vice presidente della Regione Calabria, che va a Platì, il comune più povero di Italia, ad aprire l’anno scolastico, 15 settembre scorso. E non va da solo, con l’auto blu. Ma chiamando la Rai per la diretta, avvertendo la prefettura, convocando tutti i vertici regionali. Ha in mente di fare una parata, «creare una fiammata». Dare un segnale forte alla ’ndrangheta, che vuole sottomissione e ignoranza delle popolazioni, a iniziare dall’età scolare, possibilmente. Dare anche un segnale a chi pensa di risolvere i problemi dell’istruzione, della dispersione scolastica coi decreti. Ha idee steineriane, Cersosimo, per la scuola della sua gente. Chissà cosa ne penserà la Gelmini della proposta dell’“orto in condotta”, invece che il suo sette in condotta: mettere i bambini a imparare la cura dell’orto. E a fare il pane in classe. Mandare i ragazzini nei campiscuola, a spese della Regione. Poi cercare di farli leggere tanto, certo. Perché l’antidoto sta lì. Ciò che il potere criminale non vuole è una coscienza, civile, letteraria, umana. «Quello che teme il potere è il lettore», ha detto nella sua videointervista Saviano.
Cersosimo, coi ragazzi dell’università di Cagliari che, quando Marino Sinibaldi li invita, entrano silenziosi a manifestare contro la legge 133 e a raccontare il loro disagio, sono il momento più toccante e vero del Forum, Saviano a parte. La sua più degna chiusura. Due giornate avvolte da un’atmosfera ancora più carica dell’edizione precedente, forse per la percepibile aura di Saviano, personificazione del potere delle parole ancor più in questa sua defezione. Potere indagato ieri anche fra le righe della Costituzione, con Sinibaldi che ha elencato tutte le parole fondamentali che compaiono nei primi dodici articoli. Ci sono tutte, pure il paesaggio, se non proprio l’ambiente, come ha fatto notare poi l’ex magistrato e senatore Felice Casson, che di ambiente si è occupato a proposito delle morti causate dalle lavorazioni di CVM e PVC al petrolchimico di Porto Marghera. E per il quale il silenzio ha lo stesso peso specifico delle parole, «perché un giudice istruttore viene circondato dal silenzio, ci si sente monaci». Così non è per Saviano: le maratone di lettura di Gomorra fanno molto rumore, un rumore esponenziale, necessario. Dalla Costituzione alle parole amniotiche, quella voce materna che legge storie in modo carezzevole e che il feto percepisce.
Lo dimostrano le statistiche portate da Giovanna Malgaroli di Nati per leggere , che insiste sulle letture prenatali perché è provato che orientino poi il bambino all’approccio col libro. E le parole cambiano lo sguardo e il pensiero, sostiene Marco Dallari, pedagogista. Possono fare da schermo allo schermo, insomma. La tv è tanto devastante quanto meno un bambino dispone di condizioni cognitive e affettive precedenti. Ne ha parlato anche Paolo Crepet, del potere omologante della tv, facendo, come esempio, il nome della De Filippi. Nome e cognome li fa pure, nel commiato finale, Vincenzo Maria Vita, vice presidente della commissione Istruzione pubblica del senato. Li fa a proposito della cancellazione dei fondi per il Centro del libro. E di potere tv. E prende l’impegno, per il prossimo Forum, che il testo per la costituzione del Centro possa essere già legge o diventarlo. Prossimo forum che non si darà a Cagliari. Perché, dopo tre anni a Bari, da cui è partita l’iniziativa, due a Cagliari, è nella vocazione ambulante del Forum cambiare.
RAFFAELLA VENTURI
 
5 - Il Sardegna
Pagina 23 - Grande Cagliari
Università
Riforma Gelmini
Proseguono le lezioni
 
Nel corso della mobilitazione contro i tagli, oggi dalle 16  alle 19 nell'aula magna del corpo centrale della Facoltà di Scienze della Formazione, il professor Silvano Tagliagambe tiene una lezione aperta sul tema “Scuola e Università: due riforme senza progetto”.

Questionario e social

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