Venerdì 7 novembre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 novembre 2008
Rassegna quotidiani locali

L’UNIONE SARDA
2 - Lettera aperta agli studenti, di Paolo Pani
5 - Giovani, bravi e già in fuga, la lettera di una dottoranda
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Commenti – pagina 43
Per evitare il funerale degli atenei sardi aiuti da mamma Regione
   
Il Governo ha ridotto i fondi destinati alle Università nei prossimi tre anni, ha bloccato il turnover dei docenti stabilendo che di ogni dieci di loro che andranno in pensione solo due verranno rimpiazzati, e non ha rinnovato il contratto a circa 200 mila ricercatori precari. Berlusconi ha giustificato queste misure draconiane con la necessità di razionalizzare la spesa pubblica e recuperare soldi per sostenere banche e istituti di credito, e ha ricordato che la legge permette alle Università di convertirsi in fondazioni e autosostenersi con fondi privati senza oneri per lo Stato. Nature, la più autorevole rivista scientifica inglese, in un editoriale dal titolo "Cut-throat savings" sostiene che tagliare la gola senza un progetto di riforma è miope e stupido (" unwise and short-sighted "), soprattutto se la vittima è l’Università, il futuro di una nazione. L’Italia, inoltre, disattende l’impegno preso a Lisbona nel 2000 di aumentare progressivamente la spesa per ricerca e sviluppo fino a raggiungere il 3 per cento del PIL entro il 2010.
Quali conseguenze avranno le misure economiche del Governo sulle Università della Sardegna? È opportuna una breve premessa sul loro stato di salute. Gli Atenei sardi, come gli altri, hanno malamente utilizzato il prezioso strumento dell’autonomia, ricevuto dal ministro Ruberti nell’81, moltiplicando i corsi di laurea, istituendo lauree brevi, master di primo e secondo livello, dottorati, sedi universitarie decentrate in numerosi paesi dell’Isola, aumentando il numero del personale amministrativo fino a eguagliare quello del personale docente e affidando l’insegnamento ai ricercatori, distraendoli dal loro compito istituzionale che è la ricerca. Infine hanno arruolato, attraverso concorsi "preconfezionati", numerosi ricercatori, professori associati e ordinari, tutti di razza esclusivamente locale.
La proliferazione dell’offerta formativa è servita a dare un posto ben retribuito ai professori ma non a formare veri professionisti di cui la Sardegna ha bisogno. Infatti il titolo erogato specialmente dalle sedi decentrate non sempre corrisponde a competenze reali e non offre concrete prospettive occupazionali. Ad esempio, che fine hanno fatto le migliaia di laureate uscite dal corso in Psicologia, quelle che non hanno trovato un posto in un call center?
L’Università dovrà trovare in tempi brevi fonti alternative di finanziamento. La conversione in fondazioni è difficilmente attuabile in Sardegna, perché non vi sono industriali o mecenati che abbiano interesse a investire sulla conoscenza. Le piccole e medie imprese sono perfino inconsapevoli del valore strategico della ricerca nella competitività sui mercati. Si prevede invece che le due Università cercheranno di scongiurare il loro funerale chiedendo aiuto a mamma Regione per proseguire nella loro discutibile politica, che non dovrà commettere l’errore, speculare a quello del Governo, di elargire soldi prima che gli Atenei abbiano attuato una riforma che garantisca la produzione di laureati di qualità e offra un titolo con valore di mercato nel senso che serva veramente nel lavoro e nella vita.
Nel marzo 2008 la Regione ha stanziato 6 milioni per la sopravvivenza delle sedi decentrate a condizione che "entro tre mesi la Giunta e i rappresentanti delle Università dovranno decidere quale sede decentrata meriti di essere sostenuta e potenziata, quale modificata, quale soppressa", non solo in considerazione del prestigio del Comune, del sindaco o del politico di riferimento, quanto del fatto che fornisca una qualificata offerta formativa. Dopo otto mesi, non è ancora successo nulla.
È auspicabile che la Regione coinvolga nella riforma chi fa buona didattica e vera ricerca anziché disperdere soldi come ha fatto finora per sostenere associazioni, consorzi, fondazioni, commissioni, consulenze, nuclei di valutazione, per risolvere "in tempi brevi" la razionalizzazione formativa delle Università sarde. Qualcuno di questi organismi lavora alacremente, con i nostri soldi, per realizzare questo obiettivo, da più di vent’anni. Produrre laureati senza qualità è un peccato mortale non tanto perché si sprecano soldi pubblici quanto perché si rubano gli anni migliori ai giovani sardi.
Agli studenti che protestano, il consiglio di "non mollare": siete l’unica forza che potrà cambiare veramente l’Università. Il ceto accademico e politico non attuerà riforme reali senza la vostra rabbia poiché è figlio o padre di questa Università.
GIAN LUIGI GESSA
 top
2 – L’Unione Sarda
Commenti – pagina 43
Lettera aperta
Cari studenti vi scrivo e vi dico...
   
Lettera agli universitari cagliaritani di un docente informato dei fatti. Cari studenti, non vendetevi per un piatto di lenticchie, peraltro riscaldato. Non siate strumento d’altri, non cercate alleanze, ma riprendetevi la vostra autonomia, chiedete d’uscire dagli angusti recinti italiani e di entrare in Europa, per un confronto con i vostri colleghi europei. Chiedete che sia anche l’Università a garantirvelo, dovrebbe essere un atto dovuto. È il 2008, non il Sessantotto: è una presa d’atto, prendetene coscienza, possibilmente con la vostra dissacrante originalità giovanile.
Vigilate con severità, ma non lasciatevi coinvolgere. Fate in modo che non si dica: "Abbiamo dalla nostra anche gli studenti", da qualsiasi parte venga, politica e/o istituzionale. Fate in modo che non si dica: "Pagliacciate", non date adito a equivoci, tenetevi fuori dal mucchio, "aristocraticamente", nella "vostra" piazza e nei modi della vostra età. Pretendete che la lezione sia rigoroso strumento istituzionale per portarvi in Europa, oltre qualsiasi altro suo carattere strumentale, di visibilità mediatica. Perseverate nella vostra piazza, fate in modo che non sia fuoco di paglia del tipo "dopo il temporale tutti a casa, in buon ordine", magari con il ritiro da parte del Governo di un decreto sull’Università, per una riforma che non è mai stata scritta.
 
Cagliari 2009: sarà eletto il nuovo Rettore dell’Ateneo, siete parte dell’elettorato passivo (180 votanti). Potete incidere in modo significativo. Il prossimo Magnifico potrà dire: "Ho dalla mia anche gli studenti". Impedite che lo possa dire. Astenetevi dal voto con un vostro lecito e legittimo atto di disobbedienza civile. Ne avete il coraggio? L’Università è anche palestra intellettuale della Politica, di nuove visioni del mondo (non solo della Politica), non dovrebbe essere, però, il luogo del "politichese". È invece il recinto dove siete stati costretti a sopravvivere. Prendete atto del carattere della vostra partecipazione elettorale, non è un atto di democrazia. Siete entrati a far parte di un demagogico sistema consociativo a difesa di una vecchia Università corporativa, che lascia fuori i giovani. Prendetene atto. È questo il commento di un docente che rivendica la sua autonomia istituzionale, anche in un aspro confronto con gli studenti. È atto dovuto (è bene aggiungere nell’autonomia dei propri ruoli), ma nel rigoroso rispetto reciproco.
PAOLO PANI
(Università di Cagliari)
 top
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 20
Oggi studenti di nuovo in piazza contro la legge 133
Lezioni su alluvioni e clima: ecco l’Università on the road
Prosegue la protesta in tutte le facoltà. A Lettere lezione sull’identità musicale, intervallata dall’esecuzione di brani musicali
 
Nessuno striscione, ieri, sotto il palazzo del Consiglio regionale. Un computer portatile, piuttosto, e un proiettore sistemato davanti alle vetrate dell’edificio di via Roma per mostrare agli studenti dell’Università di Cagliari le immagini di una Sardegna martoriata dal maltempo e, soprattutto, le carte che testimoniano «il verificarsi, con una certa frequenza, di simili eventi».
Non c’è cattedra, nell’aula improvvisata in mezzo ai pilastri del palazzo, né tanto meno sedie. I ragazzi della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali hanno lasciato i banchi della Cittadella di Monserrato per andare a prendere posto sul pavimento e assistere a una delle lezioni all’aperto promosse nell’ambito della mobilitazione contro la legge 133. Il tema che ha acceso la protesta degli studenti universitari rimane sullo sfondo per lasciare spazio al quesito “Alluvioni: catastrofe naturale o disastro annunciato?”. Antonio Pala, docente di Idrogeologia, si era già espresso sull’argomento in una delle aule occupate della Cittadella nel corso di una lezione introduttiva. Ieri ha ribadito che «non possiamo parlare di casualità, bensì di eventi che si possono inquadrare nella norma. È noto, inoltre, che si verificano soprattutto nel momento di passaggio dalla stagione calda a quella fredda». Il professore si è poi soffermato sugli aspetti della litologia, la scienza che studia le rocce, della geologia e sul carattere delle precipitazioni nell’isola.
Ha voluto fare un chiarimento sull’andamento climatico Alessandra Seu, docente di Geomorfologia applicata alla botanica: «Il cambiamento è ciclico, non dipende in misura così elevata dall’uomo». All’incontro è stato invitato anche il presidente regionale dell’Ordine dei geologi Antonio Fadda, che ha preso in esame la carta estratta dal Piano di assetto idrogeologico del rio San Girolamo a Capoterra. Al centro del suo intervento, anche le criticità «di un Pai che, seppur prezioso, è uno strumento imperfetto, che non viene imposto ai Comuni».
Altre lezioni si sono svolte all’aperto, ieri, oppure negli androni delle facoltà. È il caso di Lettere, che ha organizzato nell’atrio principale il mini evento “Musica e identità”. Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia, ha tenuto una lezione sull’identità musicale, intervallata dall’esecuzione di brani musicali. Rimandata la lezione itinerante sulle rocce di Cagliari di Antonio Vernier, docente di Geologia e Litologia. Numerosi gli appuntamenti di “Università on the road”, organizzati da docenti e studenti di Scienze della formazione. Niente lezione, invece, questa mattina. Alle 9.30, il movimento “Unicamente” scenderà in piazza per manifestare contro la legge 133.
MARIANGELA LAMPIS 
 top
4 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 17
La scheda
La misteriosa sindrome di Crisponi
 
Si chiama Giangiorgio Crisponi ed è stato lui a dare il nome alla sindrome che, in Sardegna, ha già colpito 25 bambini, di cui solo cinque sono ancora in vita. È stato lui a raccontare questa malattia, una delle tante di cui si sa ancora troppo poco e per cui la speranza è nella solidarietà pubblica: «Lo Stato difficilmente può permettersi di finanziare ricerche su patologie così rare».
Molto di ciò che si sa della Sindrome di Crisponi lo si deve agli studi pagati con soldi offerti in beneficenza. Nel maggio 2007, l’équipe di ricercatori dell’Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Cnr di Cagliari, coordinati dalla ricercatrice cagliaritana Laura Crisponi, insieme ai colleghi tedeschi del Cologne center for genomics e dell’Università di Muenster, hanno individuato il gene responsabile della malattia. «Ora - ha spiegato Giangiorgio Crisponi - si deve lavorare per capire come agisca la proteina alterata del gene e per intervenire sulla manifestazione clinica della malattia. Alla nascita, i bimbi colpiti dalla sindrome mostrano, durante il sonno delle contratture facciali; non deglutiscono, hanno difficoltà respiratorie. Già a pochi giorni dalla nascita manifestano febbri altissime, fino a 42 gradi, e soffrono di apnee prolungate e fenomeni convulsivi. Molti muoiono nelle prime settimane. In quelli che sopravvivono, si manifesta la cifoscoliosi: si interviene prima con un busto, ma poi si rende necessario l’intervento chirurgico per raddrizzare la colonna vertebrale. In età prepubere, i pazienti manifestano una sudorazione paradossa: passando da un ambiente freddo a uno più caldo, sudano tanto da bagnare completamente i vestiti».
 top
5 – L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni Pagina 42
Precari all’Università
Giovani, bravi
E già in fuga
 
Ho letto l’intervista al rettore dell’Università di Cagliari, Pasquale Mistretta, pubblicata il 30 ottobre in occasione del corteo contro la cosiddetta Riforma Gelmini. Sono una dei 500 dottorandi "fischiettanti". Una dei troppi, sostiene il rettore, insieme ai troppi assegnisti di ricerca. Quando preparavo il concorso di ingresso alla Scuola di dottorato avevo ben chiari i pro e i contro. Soprattutto i contro. Ma ero una sognatrice, illusa che il mio ritorno dall’estero in Sardegna con una specializzazione triennale dopo la laurea (acquisita nel vecchio ordinamento, a 24 anni, con 109/110) mi consentisse di crearmi uno spazio grazie a un soffio di ottimismo, la voglia di lavorare sodo e un buon progetto di ricerca.
Ho - teoricamente - una borsa di studio da 1000 euro al mese. In realtà sono 800. Il governo Prodi aveva concesso l’aumento, poi confermato dalla Gelmini, che se ne è presa il merito. In realtà questi 200 euro non li abbiamo ancora visti. Vivo con questa cifra, con sacrifici e privazioni, come tanti colleghi. Concordo con il rettore: non tutti i dottorandi e gli assegnisti potranno «trovare un posto di lavoro all’Università». Concordo anche sul fatto che esistono differenze di valutazione del precariato dei maestri, degli insegnanti dei licei o dei dottorandi. Ma non mi è mai piaciuto giocare a "io sono più precario di te!" .
L’università ha bisogno di una riforma vera; la scuola ugualmente. Nessuno dei manifestanti, nemmeno i più goliardici, ha mai pensato che il sistema fosse perfetto e non andasse modificato. Riteniamo che, in democrazia, riforme come la modernizzazione della scuola e dell’università dovrebbero essere un minimo concertate. Personalmente, ritengo che l’istruzione di tutti i livelli debba rimanere "res publica"; ritengo inoltre che un Paese che non investa in ricerca, sia destinato al degrado intellettuale e culturale. Investire nella ricerca non significa sparpagliare i fondi in mano ai soliti baroni che non pubblicano niente da vent’anni e non si aggiornano da quaranta, sempre pronti a usare il dottorando di turno o l’assegnista di ricerca per far lezioni, seminari ed esami al posto loro!
La riforma Berlinguer sull’autonomia degli Atenei in merito ai concorsi avrà anche complicato ulteriormente la questione. Ma, se non sbaglio, il professor Mistretta è rettore ormai da parecchi anni.
L’università e la scuola pubblica hanno bisogno di una serissima riforma e di una selezione del personale fatta a più livelli e a più gradi, per impedire il proliferare di corsi inutili senza studenti e di cattedre fotocopia. Non pensi il rettore che i dottorandi e assegnisti di ricerca siano così stolti da credere che questa università - quella di ieri e oggi, e quella riformata dalla Gelmini - offra possibilità professionali a tutti… A queste condizioni, pensiamo ovviamente ad altre opportunità, perlopiù all’estero.
LETTERA FIRMATA 
 top
6 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 15
Un concorso dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari per l’ampliamento dell’organico
Policlinico, diciannove impiegati
Posti disponibili per assistenti amministrativi
 Indispensabile il diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Le domande scadono il 27 novembre prossimo. Sono previste tre prove: scritto, orale e pratica
 
Il Policlinico di Cagliari dovrà ampliare l’organico con l’assunzione di diciannove assistenti amministrativi: nuovi impiegati entreranno quindi nell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari che ha indetto il concorso per la copertura, appunto, di diciannove posti di assistente amministrativo, di categoria C.
REQUISITI Può partecipare al concorso chi è in possesso della cittadinanza italiana (o equivalente) e dell’idoneità fisica all’impiego. Il titolo di studio richiesto è il diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Non può accedere all’impiego chi è stato escluso dall’elettorato, destituito o dispensato dall’impiego nella pubblica amministrazione o licenziato.
SCADENZA Le domande, in carta semplice (redatte secondo il facsimile allegato al bando), devono essere presentate, improrogabilmente, entro giovedì 27 novembre. Le domande possono essere spedite per raccomandata all’Azienda ospedaliero universitaria, via Ospedale 54, 009124 Cagliari, oppure presentate al Protocollo generale, dal lunedì al giovedì, dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 14.45 alle 17, il venerdì solo di mattina. Alla domanda deve essere allegato l’originale della ricevuta del versamento della tassa di ammissione di otto euro, da effettuare sul conto corrente postale 83048769, intestato all’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Servizio tesoreria, specificando la causale del versamento.
PROVE Il concorso prevede tre prove: scritto, pratica e orale. La prima, che a discrezione della Commissione potrebbe consistere anche in quesiti a risposta sintetica, verterà su: legislazione sanitaria nazionale e regionale, elementi di diritto amministrativo, costituzionale e del lavoro. La seconda prevede l’esecuzione di tecniche specifiche e di atti connessi alla qualificazione professionale richiesta. La terza verterà su argomenti scelti dalla commissione sulle materie oggetto dello scritto, nonché su argomenti di informatica. Durante l’orale sarà accertata la conoscenza di una lingua straniera (inglese o francese) nonché dell’uso di apparecchiature e applicazioni informatiche. Il diario dello scritto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale non meno di quindici giorni prima dell’inizio delle prove. Per essere ammessi a sostenere l’esame i candidati dovranno presentarsi con un documento di riconoscimento. In relazione al numero delle domande pervenute, l’Azienda si riserva la facoltà di predisporre una preselezione, per garantire la celerità del concorso.
INFORMAZIONI Per informazioni, gli interessati devono rivolgersi agli uffici del Servizio amministrazione del personale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, telefono 070.6092138-18. L’avviso è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale 84 di martedì 28 ottobre. Il bando, con la descrizione dettagliata dei requisiti e delle modalità di svolgimento del concorso, è consultabile nel Buras 32, parte terza, di venerdì 24 ottobre e nel sito internet www.aoucagliari.it .
GIUSEPPE DEPLANO 
 top
7 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 15
Trentacinque incentivi
Università di Cagliari, borse e assegni di ricerca
 
L’Università di Cagliari mette a disposizione ventotto borse di studio (120 mensilità) per tirocini in azienda e sette assegni di ricerca. Le borse, della durata di quattro mesi, sono dirette a studenti regolarmente iscritti a un corso di laurea di primo o secondo livello (specialistica, magistrale e ciclo unico). Sono coinvolte le facoltà di architettura, farmacia, medicina e chirurgia, lingue, scienze della formazione, scienze matematiche, fisiche e naturali e scienze politiche. Tutta la documentazione dovrà essere consegnata al settore mobilità studentesca dell’Università di Cagliari (palazzo Cugia, via Santa Croce 67, 09124 Cagliari) entro le 14 di martedì 25 novembre. Chi ha necessità di informazioni più dettagliate può scrivere all’indirizzo e-mail: erasmus@unica.it .
Il bando è stato pubblicato nel sito internet http://www.unica.it/pub/6/show.jsp?id=6488&iso=218&is=6 .
Gli assegni riguardano alcuni progetti di ricerca e hanno diverse scadenze. Le domande per il progetto “Architettura minore e insediamento nell’età aragonese in Sardegna” scadono lunedì 10 novembre; quelle per il progetto “Sviluppo di metodologie e attrezzature per prove in piena scala per valutare il comportamento in servizio di elementi tubolari di grande diametro per gasdotti in presenza di spinte laterali” (area ingegneria industriale e dell’informazione) scadono martedì 11 novembre; quelle in “Purificazione e caratterizzazione molecolare di proteine enzimatiche estratte dal lattice di Euphorbia characias” (area scienze biologiche) scadono mercoledì 12 novembre. Le altre tre, tutte nell’area di ingegneria industriale e dell’informazione, scadono lunedì 17 novembre. I dettagli dei concorsi e quindi informazioni ulteriori sono reperibili nel sito internet http://www.unica.it/concorsi/index.php?page=assegni . ( al. co. ) 

 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Cagliari
Riconoscimento per tre giovani laureati nella sede di Monteponi 
«L’Università va difesa da tutti»
Fronte unitario al premio tesi 
 
IGLESIAS. «L’università del Sulcis Iglesiente va difesa e la Regione, benchè a rilento, non ha alcuna intenzione di chiudere i battenti. Noi siamo qui per ribadire la nostra posizione a tutela del presidio dell’istruzione». Parole di Marina Muscas, assessore fresco di nomina e vicesindaco nella giunta di Pierluigi Carta. La dichiarazione sgombera il campo dai dubbi sulla posizione del Comune, al quale era stato rimproverato di essere defilato in questa vincenda. La Muscas ha parlato nell’ambito della cerimonia del sesto premio tesi di laurea Parco geminerario. che si è svolta nel luogo-simbolo, l’aula magna dell’Università del Sulcis Iglesiente, a Monteponi, da settimane in lotta per la sua salvezza e ieri particolarmente gremita.
 A questa edizione del premio hanno preso parte 13 laureati nel biennio 2007 /08, ideato dall’Associazione Pozzo Sella, è stavolta curato dal Parco e dalla Consulta delle Associazioni per il Parco.
 Dopo gli interventi del presidente della Provincia Pierfranco Gaviano, del Commissario straordinario del Parco geominerario Giampiero Pinna, dell’assessore della Cultura di Iglesias Marina Muscas, del presidente della Consulta delle Associazioni per il Parco Franco Saba e del direttore del Parco Luciano Ottelli, sono stati consegnati i tre premi, aggiudicati da una Commissione formata da docenti universitari, giornalisti e rappresentanti del Parco.
 Dopo l’intervento di Renzo Pasci e Daniela Aretino, che hanno illustrato la storia del Premio che ha visto ad oggi la partecipazione di oltre 60 giovani laureati, il professore Piero Castelli, architetto e docente universitario, presidente della sezione di Cagliari di Italia Nostra, ha letto le motivazioni della Commissione che ha assegnato i premi all’unanimità. Il primo premio a Barbara Manca per la tesi di laurea dal titolo “Ipotesi di riqualificazione della Miniera di San Giovanni”. Il secondo premio a Fabrizio Lampis per la tesi “Riqualificazione della laveria mineraria di Pireddu”. Terzo premio a Laura Poletti per la tesi di laurea dal titolo “Comunicare un patrimonio: il Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna”.
 Particolare emozione ha suscitato il collegamento telefonico con Barbara Manca, che ha ricevuto in diretta la notizia, mentre si trova in Brasile per un Master. Il premio è stato infatti ritirato dai genitori.
Ma gli organizzatori del Premio hanno voluto consegnare un attestato di partecipazione a tutti e 13 i concorrenti, provenienti da diverse aree della Sardegna, per l’alto livello dei loro lavori, dedicati a molteplici aspetti dell’archeologia mineraria della Sardegna, ma anche della sua geologia, e soprattutto alle prospettive di sviluppo e di riutilizzo di questo straordinario patrimonio. Il concorso, come ha sottolineato Giampiero Pinna, ha dimostrato ancora una volta la ricchezza non solo del patrimonio rappresentato dal Parco Geominerario, storico e ambientale della Sardegna ma anche e soprattutto della straordinaria risorsa rappresentata dai tanti giovani che scelgono argomenti legati alle vicende minerarie e geoambientali della Sardegna, per una nuova prospettiva di sviluppo.
 Emblematica conclusione dell’iniziativa è stato l’intervento di due studenti dell’Università del Sulcis-Iglesiente che hanno richiamato l’attenzione sulle difficili condizioni in cui versa l’Ausi, che rischia la fine di una esperienza largamente positiva, che data da 12 anni, per la salvezza della quale si sono espresse tutte le istituzioni presenti, dal presidente della Provincia Pierfranco Gaviano, all’assessore Muscas e al Commissario Pinna.
 top
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Cagliari
Convegno a Carbonia e Iglesias (oggi) sul nuovo portale dell’archeoindustria 
Geoparchi, finestra sul mondo 
Il commissario: tutti protagonisti della conoscenza 
La rete permetterà di viaggiare all’interno del grande patrimonio di lavoro, storia, cultura 
 
 CARBONIA. Una finestra aperta sul mondo dei geoparchi e dell’archeologia industriale del pianeta. Una rete informatica che racchiude in sè tutte le reti, e tutte le informazioni della storia mineraria del mondo senza però sovrapporsi a queste, agendo, anzi, con funzione che in larga parte può essere definita di servizio o divulgativa. Il portale realizzato dal Parco geominerario, al sito internet www.retidelparco.it, è tutto questo, un grande patrimonio di conoscenza.
 Un’operazione di valore mondiale che vuole consentire ai navigatori la conoscenza di una realtà sulla quale l’attenzione può posarsi in maniera molteplice. Le vecchie attività minerarie, la geologia, le bellezze naturali. Da qui, infatti, senza eccessiva fatica, ci si può indirizzare su circa trecento località di tutto il mondo, parchi geominerari riconosciuti o non ancora ufficiali, ognuno dei quali ha però peculiarità che lo rendono unico.
 «Il progetto, realizzato con la collaborazione del mondo universitario, concretizza un compito istituzionale del Parco geominerario sardo - ha spiegato il Commissario Giampiero Pinna -. Il portale apre la nostra isola al mondo perchè da qui partono le direttrici di conoscenza verso tutto il mondo. E’ un portale di tutti, al quale tutti collaboreranno perchè non si tratta di una operazione in concorrenza, ma per favorire la conoscenza di un mondo dove tutti rimangono protagonisti». Per presentare la nuova iniziativa si è tenuto ieri a Carbonia, e prosegue oggi a Iglesias, un importante convegno, nel quale il Portale e Internet, sono stati l’occasione per un incontro tra i rappresentanti dei Parchi considerati di maggiore rilievo a livello mondiale, che si sono scambiate impressioni, conoscenza di problemi e di difficoltà. Le provenienze, le più diverse.
 Nella sala convegni del Centro Italiano del Carbone della Miniera di Serbariu si sono ritrovati rappresentanti del Sudafrica e degli Stati Uniti, della Grecia, della Romania e del Marocco, della Germania, del Portogallo e del Cile. E, assieme a questi, rappresentanti del ministero dell’Ambiente. «Sembra maturo il tempo per la nascita di una grande collaborazione internazionale - ha spiegato il commissario Giampiero Pinna -. I parchi geminerari rappresentano una ricchezza che non possimo non tramandare alle nuove generazioni. C’è la storia dell’uomo e della sua fatica, ma sono anche una vetrina della natura e della storia della terra».
Gianfranco Nurra 
 top
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITÀ 
Seminario alternativo 
 
 CAGLIARI. Studenti e docenti riuniti in un unico comitato per programmare la protesta contro la legge 133 e redigere una ‹‹proposta costruttiva›› per una vera riforma L’iniziativa è della facoltà di Scienze della formazione che, dopo l’assemblea del 28 ottobre, ha deciso di dar vita a un comitato che manifestasse il dissenso in maniera ‹‹alternativa››. Per fare questo, è stato deciso un calendario lezioni in piazze e strade della città, alternate a laboratori d’approfondimento. Oggi appuntamento alle 15.30 nel corpo aggiunto con il seminario “In una notte di luna vuota. La metafora e i linguaggi della vita”. (s.z.)
 
Pagina 12 - Attualità
Il governo più morbido sui tagli
Le piccole scuole per ora restano 
 
 ROMA. La protesta del mondo universitario e della scuola ma anche il pressing dell’opposizione e le divisioni nella maggioranza tra Lega e Pdl, cominciano a produre i primi risultati. Il governo fa marcia indietro sui provvedimenti più contestati e ammorbidisce, almeno in parte, la linea dura annunciata dal ministro Gelmini. L’inversione di rotta comincia al Senato.
 Qui la maggioranza ritira la norma che prevedeva il commissariamento per quelle Regioni che entro la fine di novembre non avessero chiuso le scuole con meno di 50 studenti, e si conclude a palazzo Chigi, dove il consiglio dei ministri approva le «linee guida» per una futura riforma e una «nuova versione» del decreto legge sull’Università che prevede la riduzione dei tagli e lo sblocco del turn over.
 Gelmini cambia passo. «I tagli previsti per il 2010 nella manovra economica varata la scorsa estate rimangono, ma abbiamo davanti un anno per cominciare un percorso di riforma che possa rendere quel taglio meno doloroso» premette il ministro dell’Istruzione, che nella sala stampa di palazzo Chigi illustra le novità del decreto. Il provvedimento, composto da tre articoli più uno di copertura, prevede lo sblocco del turn over per gli enti di ricerca. «Per ogni docente che andrà in pensione le università potranno assumere due e in alcuni casi tre ricercatori a costo inalterato» spiega la Gelmini. Non ci sarà più il blocco dei concorsi già banditi ma cambierà il meccanismo per la composizione delle commissioni di valutazione: verranno elette 12 persone e tre verranno estratte a sorte. Il decreto stanzia 500 milioni per le università «più virtuose», che verranno scelte sulla base di una valutazione scientifica, in modo meritocratico. «Non è corretto trattare tutte le università allo stesso modo. Quelle meno virtuose (cioè coni bilanci in rosso ndr) non potranno indire nuovi concorsi per nuove assunzioni di professori o di personale in genere» precisa il ministro. Centotrentacinque milioni saranno destinati alle borse di studio per «ragazzi meritevoli e capaci». I concorsi per professori e ricercatori (1.800 per 3.700 idoneità da professore e 320 posti da ricercatore) saranno posticipati «ma non di molto, non ci sarà nessun blocco ma un leggero slittamento» promette la Gelmini. Per il responsabile Università del Pd, Luciano Modica, segna una «inversione di rotta del governo».
 Le «linee guida» per la riforma dell’Università, che dovranno essere discusse con il mondo accademico, prevedono lezioni in lingua straniera, non più di 2 mandati per i rettori e la «revisione» degli automatismi degli stipendi. Già nel 2009, il 7% di tutti i fondi di finanziamento alle università sarà erogato su base valutativa. L’obiettivo è quello di raggiungere entro la legislatura il 30%.
 No alla chiusura delle piccole scuole. L’emendamento (presentato all’articolo 3 del decreto sanità in cui erano «nascosti» i provvedimenti per la scuola) vale per l’anno scolastico 2009-2010 ma rappresenta molto più di un semplice rinvio. La retromarcia del governo sulla chiusura delle piccole scuole (contro la quale si è schierata la Lega, molto sensibile alle esigenze delle piccole comunità montane) è stata infatti accolta con un sospiro di sollievo dall’opposizione e dalle Regioni, alle quali è lasciata la libera scelta del «dimensionamento» delle istituzioni scolastiche. (g.r.)
 
Pagina 12 - Attualità
Studenti ancora mobilitati in molte città 
Ma l’Onda continua la sua protesta 
 
MILANO. Nonostante la definitiva conversione in legge del decreto Gelmini, la mobilitazioni studentesche non si fermano. In attesa dello sciopero generale dell’Università e della Ricerca proclamato per il 14 novembre, oggi sono previste nuove manifestazioni, a partire dalla Capitale dove 3 distinti cortei confluiranno in piazza Venezia. Anche a Milano allo sciopero della Pubblica amministrazione si sommerà il corteo degli studenti delle superiori e degli universitari.
 Al grido di: «Io non ho paura. Le denunce non fermeranno l’onda».
 E mentre la Flc Cgil sta valutando l’ipotesi di un ricorso per incostituzionalità contro la legge Gelmini, intanto anche ieri le proteste non sono mancate. A Roma un corteo spontaneo di liceali ha attraversato la città partendo dal Colosseo fino ad arrivare al Senato dove i ragazzi si sono riuniti in assemblea. A Milano la notte scorsa si è tenuta in una ex chiesa la notte bianca dei ragazzi dell’Accademia di Brera. A Torino gli studenti hanno distribuito volantini davanti alla Fiat. Altri trecento ragazzi hanno invece sfilato a Padova dove non è mancato qualche momento di tensione: davanti alla sede della Confindustria alcuni manifestanti hanno lanciato dei sacchetti di vernice rossa contro le vetrate. Erano poi circa duemila i giovani che hanno assistito in piazza della Signoria a Firenze alla lezione di Sabina Guzzanti che ha esortato il suo pubblico ad andare avanti «senza preoccuparvi di come vi trattano i media o della visibilità, perchè quando si fanno cose importanti, poi la visibilità arriva». Dagli studenti lavavetri ai semafori, alla processione in nome della «Beata Ignoranza», dalle lezioni in piazza a quelle alla fiera: così a Perugia sono proseguite anche ieri le proteste creative. Lezioni in piazza poi anche per gli studenti dell’Università Politecnica delle Marche e pure a Napoli dove ricercatori, precari e docenti della Facoltà di Scienze dell’Università Federico II hanno dato il via ieri mattina a un programma di corsi all’aperto su temi scientifici di impatto nella vita quotidiana, aperti agli interventi dei cittadini. E’ stata poi molto partecipata la notte bianca svoltasi all’Università della Calabria ed organizzata dal comitato di lotta in vista della manifestazione di oggi. Infine gli studenti palermitani si sono improvvisati lavavetri e proprio da Palermo è partito ieri un cartello di Università del Sud che chiedono pari condizioni per competere con quelle del Centro-Nord e dicono «no» all’ipotesi che i tagli della riforma Gelmini finiscano per penalizzare indiscriminatamente Atenei che risiedono in territori economicamente e socialmente deboli. (m.v.)
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
SERVIZI DELL’ERSU 
Stop alle file, lunedì riapre la mensa in via dei Mille 
 
SASSARI. Nuovi servizi a disposizione degli studenti universitari che da lunedì prossimo, 10 novembre, potranno contare su due locali in città per il servizio mensa. La struttura di via dei Mille riapre infatti dopo un breve periodo di chiusura dovuto ai lavori di soprelevazione ancora in corso.
 Resta aperta anche la mensa della «storica» Casa dello studente di via padre Manzella che nei mesi scorsi, dopo cinque anni di chiusura e un’attenta opera di ristrutturazione, è stata restituita agli utenti.
 Questo nuovo assetto dovrebbe garantire spazi pià idonei a contenere l’ampio flusso di studenti e un ritmo più rapido nell’erogazione dei pasti.
 Il progetto di potenziamento delle strutture, sostenuto con impegno dal consiglio di amministrazione dell’Ersu, prevede anche una ulteriore crescita della qualità dei servizi mensa.
 Al termine dei lavori di soprelevazione dell’edificio di via Dei Mille (si prevede entro il prossimo anno accademico 2009/10) accanto all’area esistente di 400 posti sarà fruibile un nuovo piano con una linea di self service e altri 200 posti a sedere. Saranno realizzati inoltre numerosi spazi di ricreazione e socializzazione che gli studenti potranno utilizzare nell’orario di intervallo tra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane.
 Temporaneamente la mensa di via dei Mille sarà aperta solo a pranzo (l’orario di maggiore affluenza). La mensa di via padre Manzella invece manterrà i soliti orari e resterà aperta anche a cena, la struttura è in grado di assorbire da sola l’utenza serale.
 top
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
SCUOLA E UNIVERSITA’ 
Mongiu: «E se fosse la Regione a dare le borse ai precari?» 
 
SASSARI. «Quanti sono e chi sono i ricercatori universitari? E’ possibile gestire le borse di studio tra Regione e università, io credo di sì», diceva ieri l’assessore regionale alla pubblica istruzione Maria Antonietta Mongiu all’assemblea della Casa dello Studente che dibatteva sul tema «Scuola e università: entriamo nel merito». Una assemblea alla quale era stato invitato ma non ha potuto partecipare anche il presidente della Regione. Era da tanto che non si vedeva una iniziativa così affollata e partecipata. Il motivo dell’incontro era la presentazione del nuovo circolo del partito democratico Ichnos (innovazione, chiarezza, natura, orgoglio sviluppo) fondato da Stefano Cucca e un gruppo di giovani, studenti e laureati, fortemente convinti a dare una scossa di rinnovamento al partito. Focosa al limite della provocazione la relazione di Simone Campus («Università e politica sono entrambe allo sfascio perchè in mano ai vecchi», «Rapporto tra il potere e la gente: sia nel Pd che nell’Università, a Sassari, in particolare, è stato mediato da persone incapaci di coagulare nuovo consenso, capaci di mettere insieme, malamente e maldestramente, persone già entusiaste dell’azione dell’esecutivo regionale»). Molti gli interventi da parte di studenti, docenti, ricercatori e genitori degli alunni delle elementari («Non dobbiamo consentire che alla scuola e all’università vengano sottratte risorse: razionalizzazione della spesa sì, tagli no»). Il prorettore Attilio Mastino ha difeso con orgoglio quanti dentro l’università fanno il loro dovere con scrupolo e intelligenza: dai docenti al personale. «Basta- ha detto- con gli attacchi alla Brunetta». Mongiu ha ribadito il ruolo della Regione nella promozione della cultura e dell’istruzione. Giovanna Sanna, segretario provinciale del Pd, ha difeso con veemenza il ruolo della scuola nei piccoli paesi della Sardegna. Francescs Barracciu, segretario regionale del Pd, ha rivolto un appello ai giovani: «Il Pd è vostro, lavorate per le primarie, candidatevi, prendetelo voi questo partito che sta nascendo».(p.p.)
 
Pagina 22 - Sassari
Università. Il Forum consegna al rettore un elenco di richieste, Maida sottoscrive il documento 
Gli studenti fanno la lista della spesa 
Pc portatili e abbonamenti Atp, ma anche il difensore civico 
 
 SASSARI. Si è svolta in un’affollatissima aula Eleonora d’Arborea, nella sede centrale dell’Università, la consegna al Rettore Alessandro Maida di un documento redatto dal forum studentesco per protestare contro i tagli previsto dal decreto 133, ma anche per avanzare alcune proposte concrete volte a migliorare il servizio agli studenti dell’Ateneo. In primo piano il miglioramento delle strutture dal punto di vista ambientale e tecnologico.
 «Qui a Sassari - ha detto Gabriele Farina, uno dei rappresentanti del forum, aprendo l’incontro, durante il quale sono poi intervenuti anche Giosuè Cuccurazzu, Paola Rais e Simone Campus (rappresentante degli studenti nel cda dell’Ersu)-, abbiamo iniziato un percorso diverso da quello fatto fino ad oggi in Italia, perché riteniamo che la protesta sia giusta, ma affrontata in un modo sbagliato. Perché se prima non si premiava nessuno, così si penalizzano tutti. Vogliamo con questo documento riavviare un percorso comune, per dare un segnale forte sottoscrivendolo tutti insieme. Perché conosciamo bene i problemi della didattica, della ricerca e dei servizi agli studenti». Tante le richieste avanzate. Tra queste, impegno a riconoscere e valorizzare il merito nella didattica, nella ricerca e nella produttività del settore tecnico-amministrativo e docente, miglioramento dell’infrastruttura informatica e dei servizi per gli studenti, con la migrazione al software libero e gratuito (opensource), miglioramento della sostenibilità ambientale degli edifici e ricorso alle energie alternative, in un’ottica di rispetto dell’ambiente e di risparmio economico e migliore gestione delle strutture. E poi ancora, istituzione del difensore civico-garante degli Studenti, acquisto di pc portatili per gli studenti più meritevoli, per i quali sono già stati stanziati 100mila euro; istituzione del fondo di anticipazione per le borse di studio Erasmus e stanziamento di fondi per altri 700 abbonamenti Atp per la mobilità cittadina (la spesa è di 70mila euro).
 «In ogni società c’è un gruppo di persone disposte a lottare per il miglioramento - ha risposto il rettore Alessandro Maida - e se non fosse così questi miglioramenti non ci sarebbero mai stati. È un documento estremamente costruttivo, che fa proposte concrete che diventano obiettivi da raggiungere, dandosi un metodo per farlo e magari aggiungendone degli altri. Speriamo che nell’approvazione di questo decreto non ci si lasci prendere alla premura di fare, perché l’Università non può esser sganciata dal mondo della ricerca. Anzi, devono andare a braccetto, perché progrediscono insieme attraverso una serie di interscambi». Maida ha poi sottoscritto il documento, impegnandosi a farsi promotore delle richieste sia del consiglio di amministrazione che del senato accademico.
Fabio Fresu 
 top
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Nazionale
«Università, via al rilancio» 
Deriu incontra Mistretta e Maida e presenta la Fondazione 
di Giovanni Bua 
 
NUORO. Offerta formativa inter-ateneo. Con integrazione dei corsi comuni tra le facoltà di Sassari e Cagliari. Ed esclusività a livello regionale degli insegnamenti. Creazione di master e summer school di accompagnamento. E di scuole di formazione relative alle due discipline (scienze forestali e scienze dell’amministrazione) già presenti. E insieme potenziamento della biblioteca, ristrutturazione dei laboratori, creazione di una rete di B&B per favorire la residenzialità di studenti e insegnanti.
 Il tutto condito da un milione e mezzo di euro all’anno messi a disposizione da un nuovo soggetto promotore: la fondazione formata da Province di Nuoro e Ogliastra, fondazioni bancarie e sistema dei Comuni. E da un rinnovato impegno della Regione a sostegno del polo universitario nuorese. Questo il succo dell’incontro di ieri mattina nella sede della Provincia di Nuoro in cui il presidente Roberto Deriu ha ricevuto i due rettori Pasquale Mistretta e Alessandro Maida, i presidi delle facoltà di Scienze naturali di Sassari, Giovanni Micera, di Agraria di Sassari, Pietro Luciano, e di Scienze Politiche di Cagliari, Paola Piras, l’assessore provinciale Franca Carroni e il presidente della Provincia dell’Ogliastra Pietro Carta. Assente il Comune di Nuoro, di cui si attende la risposta relativa al Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale (formato al 50% da Comune e Provincia) che gestiva il fondo per il supporto della presenza dell’Università, e che la Provincia ha messo in liquidazione. Lo scenario è noto: i corsi gemmati presenti a Nuoro vivono un’emmoraggia di iscritti che non sembra avere fine. Dai massimi storici di quasi 1500 frequentanti si è arrivati ai meno di 60 iscritti di quest’anno. In parte per alcuni errori di percorso, come l’incredibile paradosso di scienza ambientali i cui laureati non vedono il loro titolo riconosciuto nemmeno dagli enti promotori, in parte per una serie di carenze strutturali, in parte per la continua incertezza sul futuro che si è inevitabilmente ripercossa sulle iscrizioni. A questo si aggiunge il diktat dell’ultima finanziaria Prodi, che stabilisce che due enti pubblici non possano fare più di un consorzio in cui sono gli unici soggetti. Comune e Provincia, dopo la scomparsa delle comunità montane, si sono trovate a gestire in solitudine la biblioteca Satta e il consorzio che gestisce la promozione dell’università deve quindi essere messo in liquidazione. La ricetta proposta già da tempo da Deriu (e non particolarmente gradita al Comune) è quella della creazione di una fondazione formata da province di Nuoro e Ogliastra, sistema dei comuni e sistema delle fondazioni bancarie, che mettando in dote 500 mila euro ognuno all’anno per i prossimi 12 anni. E offrano questa cifra all’università come fondo di gestione. Le banche hanno già dato il loro via libera, chiedendo però chiarimenti sull’offerta formativa. Arrivati ieri insieme al disco verde dei due Atenei. Manca ora il Comune, che potrebbe entrare «in forze» nella nuova fondazione mettendo in conto capitale tutti gli edifici che già mette a disposizione dell’università.
 top

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie