Giovedì 16 ottobre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 ottobre 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web

 
L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 51
Troppe parentele tra i nuovi assunti e i “baroni”, troppe facoltà inutili, troppi corsi improbabili
Costosa, ingiusta e clientelare
Benvenuti all’università italiana
I nostri atenei nel ritratto al vetriolo del docente bocconiano Roberto Perotti  
 
La minestra è sempre la stessa: cambia il governo e i nuovi ministri decidono di fare meglio dei predecessori con l’ennesima riforma per “migliorare” scuola e università. E giù proteste, con gli atenei del Belpaese pronti a dar battaglia.
In questo clima, da un paio di settimane è uscito un libro-inchiesta che fin dalla copertina - più che sulle scelte giuste o sbagliate dei politici, che spesso sono docenti universitari - rivolge l’attenzione sul vero cancro dell’università italiana: il clientelismo. Un cancro che per una certa classe politica e accademica può, al massimo, risultare un salutare raffreddore. Non è così per Roberto Perotti, 47 anni, economista, docente alla Bocconi di Milano con una cattedra a vita alla Columbia University di New York, che ne L’università truccata (Einaudi, 178 pagine; 16 euro) denuncia gli scandali del malcostume accademico. E propone una via d’uscita per restituire efficienza e dignità al sistema attraverso un’inchiesta dall’interno. Perotti è uno della casta (suo malgrado) che dichiara guerra alla casta. È convinto che l’università non si riformi né con una nuova ondata di regole, né con prescrizioni o controlli. E nemmeno con appelli al senso civico o alla magistratura. E come, allora?
TUTTO IN FAMIGLIA L’università che dipinge è un’impresa di famiglia dove i consociati vincono i concorsi grazie a una capacità che soltanto le teorie cromosomiche di Mendel possono certificare: l’ereditarietà. In questo senso un capitolo a parte è dedicato alla facoltà di Economia dell’Università di Bari. Più che di pianta organica, è corretto parlare di albero genealogico perché «su 179 docenti, almeno 42 risultano avere un parente stretto nella stessa facoltà. Più tanti altri sparsi per l’ateneo», precisa l’autore con tanto di nomi e cognomi. Quindi aggiunge che tutti i concorsi sono stati regolari. Anche se emergono tre tipicità. 1) La mancanza di concorrenza: in 18 concorsi su 33 le idoneità disponibili risultano pari al numero dei candidati. 2) L’intreccio di commissari: «Io faccio da commissario a tuo figlio e tu lo fai al mio». 3) La velocità di carriera dei rampolli: tra i tanti casi, quello di un giovane che vince un concorso da associato a Cagliari, poi a Salerno, a Padova e a Napoli. Il tutto a 29 anni appena compiuti: formidabile. «Eppure tante altre università presentano casi simili o addirittura peggiori».
I FALSI MITI Ma il nepotismo è davvero così diffuso? La risposta che solitamente arriva dal baronato è la stessa che dà la Chiesa quando si chiede conto dei preti pedofili: ammette il fenomeno ma chiarisce che si tratta di casi isolati. Nel caso specifico, di «episodi di esasperato localismo». Segue un dettagliato elenco delle università che, secondo Perotti, applicano le leggi di Mendel: La Sapienza di Roma (il più grande ateneo europeo), Tor Vergata di Roma e Firenze, l’Università di Modena e quella di Milano Bicocca. «Il problema è provare che il nepotismo si concretizza in attività penalmente rilevanti. E quando ci si riesce le conseguenze sono irrisorie». Tra gli altri falsi miti, il piagnisteo sulla mancanza di fondi. Perotti lo ritiene falso perché la pubblicazione dell’Ocse “Education at a Glance” per il 2004 registra una spesa annuale di 7.723 dollari per studente, poco più di quella di Corea, Slovacchia o Messico. Ma se si tiene conto che metà degli iscritti è fuori corso, risulta che la spesa italiana per studente «diventa di 16.027 dollari: la più alta del mondo dopo Usa, Svizzera e Svezia». Fasullo anche quello del «nonostante tutto l’università italiana è all’avanguardia». Infatti per ridimensionare il sedicente genio italico, l’economista cita la classifica stilata dall’Università Jiao Tong di Shanghai: fra i primi 500 atenei del mondo, quelli italiani sono 20 e la prima (la Statale di Milano) è 136esima, dietro istituzioni quali l’Università delle Hawaii a Manoa. Il mito de «l’università gratuita è egalitaria»? Falso anche quello perché «gli atenei pubblici sono come un Robin Hood al contrario in cui le tasse di tutti, inclusi i meno abbienti, finanziano gli studi dei più ricchi che potrebbero tranquillamente pagare di tasca propria».
ATENEI FANTASMA Bocciato il sistema delle lauree triennali («sono considerate di serie B»), un’altra conseguenza del 3+2 è stata la proliferazione dei corsi: tra il 2000 e il 2007 sono passati da 2.444 a 5.517, tra cui «Scienza dell’allevamento, dell’igiene e del benessere del cane e del gatto», sempre a Bari. Nel 1980 si contavano 40 atenei, 75 nel ’99. Oggi sono 95 ma se si sommano le sedi staccate si arriva a oltre 330. I comuni dove ha sede almeno un corso di laurea sono 226, «tra cui Tempio Pausania con 5 studenti immatricolati». Perché tutto questo? «Per la moltiplicazione dei centri di potere. E per l’attribuzione di un titolo accademico a individui che non hanno nulla a che vedere con la ricerca. Individui fortemente connessi con il potere politico». Seguono nomi e cognomi.
LA SOLUZIONE «Premiare il merito» è la via d’uscita indicata. Cioè accettare che «un fisico di 25 anni che promette di vincere il Nobel venga pagato tre volte più del professore ordinario a fine carriera che non ha mai scritto una riga». Oltre alla differenziazione degli stipendi, come evitare che il rettore faccia assumere il nipote? «Creando un sistema in cui i soldi seguano la qualità», un sistema in cui gli atenei che promuovono i ricercatori preparati ed eliminano quelli incapaci vedono affluire più risorse. «In questo modo - spiega - il rettore starà molto attento prima di far assumere il nipote perché una scelta del genere gli si ritorcerà contro».
Un pizzico d’imbarazzo arriva quando Perotti parla dell’università che gli dà il pane quotidiano: la Bocconi. Lo fa per citare un esempio di ateneo privato. Denuncia che l’ufficio relazioni esterne impiega un centinaio di persone per un bilancio di 13 milioni di euro. «Le risorse per innalzare il livello scientifico del corpo docente sono irrisorie rispetto a quelle spese per intrattenere giornalisti o per organizzare convegni di grande richiamo mediatico ma di basso contenuto scientifico».
“L’università truccata” è dedicato a tutti quegli studenti che ogni anno iniziano l’università convinti di spaccare il mondo. E ogni anno si ritrovano ingannati e disillusi da un sistema ingiusto che trasforma giovani entusiasti in cittadini cinici. E in giro, ormai, ce ne sono fin troppi.
EMILIANO FARINA
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 21
Piazza Yenne, volantinaggio
Università in rivolta: blocco delle lezioni e sit-in nelle piazze
   
In Scienze della Formazione diverse lezioni sono state bloccate. Anche in Lettere, dalla settimana prossima, alcuni ricercatori potrebbero decidere di non salire più in cattedra. Sono le prime reazioni forti del mondo universitario contro la legge 133, approvata ad agosto. E in questi giorni anche l’esercito degli studenti, anche se in modo non unitario, sta muovendo i primi passi: oggi, alle 17, in piazza Yenne si terrà un sit-in di protesta con volantinaggio.
L’allarme è stato lanciato da tempo: le decisioni contenute nella legge 133 rischiano di mettere in ginocchio il sistema universitario. Anche Cagliari aveva fatto sentire la sua voce con un documento approvato all’unanimità dal Senato accademico. La protesta passa anche attraverso assemblee, manifestazioni e sciopero bianco (alcuni ricercatori non effettueranno più la didattica). Anche a Cagliari comunque, così come nel resto d’Italia, non esiste un coordinamento delle forme di protesta che vanno avanti a macchia di leopardo. Alla Federico II di Napoli circa 500 ragazzi hanno occupato il rettorato, a La Sapienza di Roma i docenti della facoltà di Fisica hanno annunciato il blocco delle lezioni da lunedì mentre a Firenze alcuni corsi si stanno tenendo all’aperto.
In città la prima iniziativa pubblica è quella di oggi: alle 17, in piazza Yenne, un gruppo di studenti manifesterà contro la legge e distribuirà dei volantini per spiegare i motivi della mobilitazione. Un modo per arrivare anche ai ragazzi e alle famiglie meno attente, che non conoscono le conseguenze dei tagli previsti dalla legge del Governo. In cantiere (il programma è ancora da definire) anche un corteo nelle vie di Cagliari: dovrebbe svolgersi domani. Tra le forme di protesta già attivate c’è quella di Scienze della Formazione: alcuni ricercatori hanno deciso di non svolgere più lezione bloccando di fatto alcuni corsi. Una parte degli studenti, in una recente assemblea, si è schierata al loro fianco, altri hanno chiesto di discuterne ancora. Per questo stamattina si ritroveranno davanti al rettorato per chiedere un incontro con Pasquale Mistretta. Anche in Lingue si sta prendendo in considerazione di bloccare l’attività didattica. Lo stesso argomento verrà discusso domani (alle 9,30) nella facoltà di Lettere in un’assemblea convocata dal preside.
MATTEO VERCELLI
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 41 – Provincia di Sassari
Sassari
Bus low cost per gli studenti
   
Nuovi servizi per gli studenti dell’ateneo sassarese che dal 22 ottobre potranno utilizzare i mezzi di trasporto pubblici a tariffe low cost. L’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio) ha sottoscritto una convenzione con l’Atp (Azienda trasporti pubblici cittadina) che prevede prezzi agevolati sull’acquisto di abbonamenti annuali. Il costo sarà di 30 euro (poco più di 2 euro al mese) e coprirà tutte le 22 linee gestite dall’Atp a Sassari, tra urbane e suburbane, più tre linee a Porto Torres. Il servizio è aperto a tutti gli iscritti all’Università, all’Accademia di Belle Arti e al Conservatorio di musica di Sassari. La precedente convenzione regolava gli abbonamenti mensili, fissandone il prezzo a 16 euro contro 21 della tariffa piena.
«Grazie al nuovo accordo - sottolinea la direttrice dell’Ente Maria Grazia Piras - l’Ersu investe 95 euro su ogni abbonamento venduto».

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cagliari
Il bilancio di dieci anni d’attività dell’istituto per la formazione di tecnici geominerari nei Paesi mediterranei 
Il Forgea cresce e vuole l’abito Unesco 
Un incontro all’università con il sottosegretario degli Esteri Stefania Craxi 
 
 CAGLIARI. Dieci anni d’attività, 25 corsi, 400 tra manager e funzionari “cresciuti” in quattromila giornate di formazione. Che vuole di più ora il Forgea, il consorzio specializzato nell’alta formazione in discipline geominerarie e ambientali? Vuole crescere, perché dopo dieci anni spesi a prendere per mano i Paesi più poveri, che hanno uomini e mezzi ma non tecnologie, sa quel che vale. E sa che potrebbe fare molto di più.
  Il punto della situazione il Consorzio costituito da Università di Cagliari e Regione, di cui è socio anche il Parco geominerario, l’ha fatto ieri nell’aula magna della facoltà di Architettura in un incontro (in stretta collaborazione anche con la facoltà di Ingegneria) cui hanno partecpato, tra gli altri, anche il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi (impegnata nel capoluogo con una serie d’appuntamenti) e l’assessore regionale all’Industria Concetta Rau.
 Dopo avere sciorinato i numeri sui dieci anni d’attività a favore del progresso dei paesi nordafricani e mediorientali, Ugo Leone, ambasciatore nonché presidente di Forgea, sintentizza quello che è il punto forte del consorzio: avere dalla sua, per il fatto di trovarsi in Sardegna, tutta una storia e una cultura mineraria in grado di fare scuola. ‹‹I paesi del sud del Mediterraneo e quelli del Medio oriente - dice - considerano ancora le attività minerarie come un pilastro dell’industria e, più in generale dell’economia. Sanno tuttavia che al giorno d’oggi le attività di estrazione mineraria non possono prescindere dalla considerazione dell’ambiente››. Ecco allora che, per chi, come il Marocco o l’Algeria, ha risorse materiali ma non tecnologie al passo coi tempi, è necessario imparare da chi segna il passo. E la scuola è stata quella della Forgea che, attingendo alle competenze di professonisti di calibro universitario, ma anche a quelle di aziende all’avanguardia come la Saras o il polo industriale di Portovesme, ha trasferito ai paesi in via di sviluppo un bagaglio di conoscenze prezioso. ‹‹La Sardegna per loro - dice senza per nulla esagerare Carlo Muntoni, consigliere d’amministrazione del Forgea - è un laboratorio a cielo aperto››.
 Date queste immense potenzialità, continuare a essere una piccola realtà è riduttivo. ‹‹L’ideale - dice Leone - sarebbe elevare il nostro consorzio a ente di un’agenzia come ad esempio l’Unesco: in questo modo potrebbe diventare rapidamente un centro d’eccellenza di fama mondiale, creando sviluppo sostenibile per i paesi in via di sviluppo››. Un appello rivolto in particolare alla Regione, affinché si adoperi in tal senso in maniera più incisiva rispetto a quanto non abbia fatto finora. Appello raccolto? Chissà.
 Intanto l’assessore dell’Industria Concetta Rau cerca di fare quadrato, insistendo sulla necessità di ‹‹rafforzare e inserire queste attività in una logica di sistema›› che s’inserisca in una strategia regionale volta alla cooperazione. Considerando l’apertura a breve di un’area di libero scambio nel Mediterraneo c’è da ben sperare. A dirlo è anche Stefania Craxi, che: ‹‹La Sardegna ha tutte le carte in regola per raccogliere con successo la sfida››.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Sassari
Parte la campagna di scavi dedicata a Bubastis 
Firmato l’accordo tra Comune soprintendenza e università sarde 
Tutti potranno seguire il procedere dei lavori alle Terme Pallottino 
PINUCCIO SABA 
 
 PORTO TORRES. «Siamo orgogliosi di questo progetto perchè quello tra Soprintendenza ai beni archeologici, le due università sarde e il comune di Porto Torres, non è un accordo qualunque ma è un’ossatura robusta valida anche per il futuro».
 Così Antonietta Boninu, direttore della sede operativa di Porto Torres, ha voluto riassumere la portata del progetto che vede per la prima volta lavorare assieme le università di Sassari e Cagliari, il comune turritano e la Soprintendenza ai beni archeologici. Un progetto denominato «Bubastis», dal nome della divinità egizia alle quale un naufrago - Capsius - dedicò un’ara votiva, ora esposta all’Antiquarium Turritano. Si tratta di una campagna di scavi nell’area archeologica di Turris - unico esempio di area archeologica di proprietà pubblica - che interesserà principalmente la zona delle Terme Pallottino, alla quale lavoreranno laureandi e dottorandi dei due atenei, con la supervisione degli archeologi della Soprintendenza. Ieri mattina, nella sala del consiglio comunale, l’accordo è stato sottoscritto dall’assessore alla Gestione delle politiche per il territorio Giacomo Rum, dal prorettore dell’università di Sassari Attilio Mastino, dalla professoressa Simonetta Angiolillo per l’università di Cagliari, e da Antonietta Boninu per la Sopreintendeza. Una campagna di scavi che inizierà subito, non appena il minisetro dei Beni culturali darà il via libera, e che in un primo momento - ma solo per ragioni logistiche - vedrà impegnati gli studenti sassaresi. All’inizio dell’estate partirà una sorta di campus, con la presenza anche degli universitari cagliaritani.
 Ma uno degli aspetti più intriganti, per la Sardegna una vera novità, è che tutti quanti potranno seguire il procedere degli scavi «e questo per due motivi - ha spiegato Antonietta Boninu -: per partecipare alle scoperte che verranno fuori dagli scavi, e per vedere come spendiamo i soldi dei cittadini». Una cosa è comunque certa, hanno voluto rimarcare i rappresentanti della Soprintendenza e del mondo universitario, e cioé che nessun reperto lascerà Porto Torres. Un tesoro, come le vestigia di Turris Libisonis, che resterà a disposizione della città anche se come accade sempre in questi casi, ha detto sorridendo Antonietta Boninu, «quando l’area è da scavare è del comune, ma poi le scoperte diventano proprietà dello stato».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Nuoro
Ailun a rischio, stasera convocato il direttivo 
ANTONIO BASSU 
 
 NUORO. Tira aria di scioglimento all’Ailun. Per questo pomeriggio, alle 15.30, è stato convocato il direttivo con all’ordine del giorno la proposta di cessazione dell’attività didattica e di ricerca.
 La convocazione del consiglio di amministrazione dell’Associazione della Libera Università Nuorese è del presidente Lorenzo Palermo che, dopo l’informativa sulla situazione economico-finanziaria e la ratifica delle decisioni prese, proporrà il rinvio all’assemblea per le determinazioni inerenti un eventuale scioglimento. Il deliberato, se ci sarà, è conseguente alla mancata assicurazione formale da parte dell’assessorato regionale alla pubblica istruzione della dotazione storica di bilancio dell’Ente, in modo da consentire di terminare i corsi in itinere, pagare il personale e le altre spese di funzionamento.
 Il tutto in attesa della riorganizzazione del sistema universitario, attribuendo all’Ailun il compito della formazione post-universitaria e della ricerca nel campo dell’ottica, in collaborazione con i più prestigiosi istituti e atenei. Per i due master internazionali, che si sarebbero dovuti concludere a dicembre, il personale continua a svolgere le sue funzioni, anche se da cinque mesi non riceve lo stipendio. Dunque, si incomincia a prospettare lo spettro dello scioglimento, anche in ragione delle mancate notizie da parte dell’assessore Maria Antonietta Mongiu, che non ha mai comunicato l’adozione di alcun atto che desse certezze ai docenti e al personale.
 In città si registra una grande preoccupazione, in ragione della possibile fine dell’esperienza dell’Ailun, che pure ha assolto ad un ruolo di prestigio e di richiamo per la città. Anche quando i docenti, i sociologi, gli accademici, gli economisti, i management, gli studiosi e gli specialisti sono quelli venuti dalle migliori università Usa, Gran Bretagna, Portogallo, Australia, Spagna e Germania. Direttore dei corsi è il professor Giulio Bolacchi. Appare incredibile che, mentre si individua il filone culturale come uno dei pochi in grado arrestare il declino della città, si debba assistere ad un’ulteriore sconfitta per la perdita di un pezzo eccellente del sistema. C’è da sottolineare, di contro, che ai componenti del consiglio di amministrazione dell’Ailun non viene pagato nessun gettone di presenza.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Slogan e striscioni della protesta, i ricercatori puntano su Brunetta 
 
 CAGLIARI.L’ultima idea per protestare contro la riforma Gelmini e i tagli imposti dalla Finanziaria Berlusconi-Tremonti-Brunetta è questa: gli striscioni del disagio all’ingresso di ogni istituto e dipartimento universitario. A lanciarla sono sono stati i ricercatori precari dell’Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Cnr.
 Oltre alla partecipazione dei delegati alla manifestazione del sindacato, oggi a Roma, i ricercatori vogliono rendere visibile la loro denuncia e hanno già scelto lo slogan “trenta precari+diciassette di ruolo... ministro Brunetta elimina il precariato non i precari”.
 Nel documento votato dall’assemblea è scritto: «Le decisioni del Governo Berlusconi sono un attacco brutale alla cultura del cittadino e al futuro della popolazione». Controfirmato dal Gruppo dei trentaquattro - sono i titolari di dottorandi, assegni di ricerca, tirocinanti, contratti a tempo determinato e co.co.co a progetto - il documento è un atto d’accusa: «I tagli imposti ai finanziamenti a favore della ricerca, dell’università e della scuola pubblica sono inaccettabili». E il disagio - come si sa - cresce di giorno in giorno nella scuola e nelle facoltà. Adesso i ricercatori dell’Istituo di Neurogenetica chiedono che “la protesta si diffonda a livello capillare, sensibilizzando anche chi non fa parte del mondo della ricerca”. Ed ecco perché l’idea dello striscione che questa mattina sarà esposto all’ingresso della sede dell’Istituto in contemporanea con la manifestazione di Roma organizzata dai sindacati. Il Gruppo dei trentaquattro chiede anche agli altri dipartimenti di aderire alla protesta e suggerire nuove inziative all’indirizzo e-mail info2@serenasanna.it.
 
Pagina 12 - Attualità
Notte bianca anti-Gelmini con prof e genitori, concerti, fiaccolate in tutta Italia 
Occupazioni a raffica in vista dello sciopero 
Cortei con i bambini «armati» di fischietti Roma: studenti mobilitati allo storico liceo Mamiani.
A Padova sit-in dei Disobbedienti 
 
 TRA concerti e fiaccolate è scattata all’imbrunire la «Notte bianca anti-Gelmini» che, bissando il «No Gelmini Day» di inizio ottobre, ha visto l’adesione di decine di scuole elementari e medie in tutta Italia.
 E se lo storico liceo «Mamiani» di Roma, simbolo da 40 anni delle lotte studentesche, va ad ingrossare l’elenco degli istituti superiori occupati, negli atenei ormai si va verso lo sciopero generale fissato dai sindacati per il 14 novembre.
 Mentre la commissione Affari Costituzionali del Senato diceva sì al decreto Gelmini con i soli voti della maggioranza (Pd, Idv e Udc hanno votato contro denunciando profili incostituzionali), in tutta Italia infuriava la protesta. Con lo slogan «perché la scuola pubblica non sia ridotta a un fantasma», le «Notti bianche» organizzate da insegnanti e genitori, si sono tenute a Roma, Bologna, Torino, Napoli, Parma, Genova, Perugia, Milano, Firenze, Viareggio, Brescia e Castrovillari. A Bologna, capofila dell’operazione, la kermesse è cominciata nel pomeriggio in decine di scuole con laboratori artistici, danze afro, esibizioni di musicisti e attori, partite di basket, lezioni di aerobica, letture di poesie e anche un concorso sul miglior slogan per la scuola pubblica. A Roma e Napoli insegnanti, genitori e bambini «armati» di fischietti hanno dato vita a fiaccolate di protesta. A Perugia un migliaio di persone ha manifestato in centro storico portando una bara di cartone, con scritto «Qui giace la scuola pubblica».
 A Firenze 1500 studenti medi hanno sfilato da piazza della Signoria al Duomo mentre saliva a 32 il numero delle scuole occupate. Lezioni bloccate anche in 5 licei di Bologna e pure gli studenti dello storico liceo classico romano «Mamiani» hanno deciso di occupare la scuola con un presidio permanente.
 E mentre il ministro Gelmini veniva ricevuta al Quirinale dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano continuava anche la mobilitazione delle università dove si va verso lo sciopero generale: in una nota congiunta le segreterie di Flc-Cgil, Cisl Università, Fir-Cisl e Uil Afam, hanno spiegato di aver attivato le procedure necessarie per la proclamazione dello sciopero che, in caso di mancata conciliazione, è previsto per il 14 novembre, con una grande manifestazione a Roma.
 Intanto ieri circa 2.000 studenti de La Sapienza di Roma hanno interrotto le lezioni e sono scesi in piazza. In vista del corteo di domani, è proseguita la mobilitazione anche alla Statale di Milano. A Napoli in 500 hanno occupato il rettorato della università Federico II. A Padova in circa 700, capeggiati da esponenti del movimento dei Disobbedienti, hanno attuato un sit-in. Altri 300 studenti di scienze politiche di Bologna hanno occupato l’aula del consiglio della loro facoltà e in 400 si sono riuniti in serata nell’aula 3 della facoltà di lettere. A Torino lezioni all’aperto davanti alla sede Rai. E oggi lezioni all’aperto anche a Firenze dove, dopo il polo scientifico di Sesto e agraria, ieri è stata occupata anche la facoltà di scienze politiche. (m.v.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
DOMANI INCONTRO A LINGUE 
I risultati del progetto «Sardegna Speaks English» 
 
SASSARI. Il progetto “Sardegna Speaks English” e i risultati di alcune sue azioni saranno discussi domani, venerdì 17 ottobre, nell’aula magna della facoltà di Lingue e letterature straniere in via Roma.
 La manifestazione, che avrà inizio alle ore 9 e si concluderà alle 18, è stata organizzata in rete tra la Regione Sardegna, il Centro linguistico di Ateneo di Sassari e le direzioni didattiche del 1º circolo, del 3º circolo, del 6º del 10º circolo e della direzione didattica di Sorso.
 Il Programma Sardegna Speaks English si è rivelato molto utile per le scuole sarde perché ha dato la possibilità di formare alla metodologia Clil un gran numero di docenti. Questa metodologia di insegnamento, utilizzata dalla metà degli anni ‘90 in Europa, sta suscitando grande interesse anche nel nostro paese: materie quali storia, geografia o altre discipline vengono insegnate e apprese in una lingua straniera e/o minoritaria. L’acronimo Clil (Content and Language Integrated Learning) riassume molte di queste esperienze e appare particolarmente adatto in quanto non pone un esclusivo accento né sull’insegnamento/apprendimento della lingua, né sull’insegnamento/apprendimento dei contenuti, ma li comprende entrambi come parti che si integrano in un tutto.
 Al mattino sono previsti gli interventi di Antonio Pinna e Cristina Ranchetti - che evidenzieranno le esperienze portate avanti dal Cla di Sassari relativamente all’azione 1.3 del programma -, di Luisa Marci Corona e di Barbara Letteri - che testimonieranno l’attività dell’Associazione nazionale insegnanti lingue Straniere nella promozione del Sardegna Speaks English sul territorio -, di Gisella Langiu, Cinzia Masia, Patrizia Mercuri e Maria Nicoletta Puggioni - che informeranno circa lo stato dell’arte del Clil in Europa e in Sardegna. Nel pomeriggio alcuni workshop, tenuti dai docenti dei circoli didattici compresi nella rete, illustreranno ai docenti che interverranno i percorsi Clil condotti all’interno delle diverse realtà scolastiche, grazie ai finanziamenti della Regione.
 I lavori verranno presieduti dal professor Giuseppe Serpillo, direttore del Centro Linguistico Ateneo di Sassari. (ma.le.)
 
Pagina 24 - Sassari
UNIVERSITÀ 
Arrivano gli studenti Erasmus 
 
SASSARI. Anche quest’anno Sassari avrà la grande occasione di confrontarsi con il resto d’Europa: con il progetto Erasmus, nell’anno accademico 2008/2009 arriveranno in città circa 80 studenti stranieri. Il Paese più rappresentato, come di consueto, è la Spagna, dalla quale sono attesi 53 giovani. Al secondo posto si colloca la Turchia con 11 presenze. Gli altri studenti provengono da Polonia, Irlanda, Svizzera, Ungheria, Romania, Francia e Slovenia. L’importanza dell’evento impone un benvenuto ufficiale. Per questo domani, venerdì 17 ottobre, la sezione sassarese di Esn (Erasmus Student Network) e l’Università riceveranno gli studenti che hanno deciso di trascorrere un periodo formativo nel nostro ateneo, che solo nel primo semestre sono 55 (28 ragazze e 27 ragazzi).
 L’accoglienza degli stranieri è da sempre l’obiettivo principale di Esn. L’associazione opera a Sassari per offrire agli studenti che arrivano dall’estero una serie di servizi indispensabili: soprattutto un aiuto nella ricerca dell’alloggio, ma non solo. Come è facile immaginare, quando ci si trasferisce in un altro Paese, si devono affrontare grandi e piccoli problemi, e poter contare su un punto di riferimento sicuro come Esn, rappresenta un grande vantaggio.
 Domani nell’aula magna dell’Università centrale, il rettore Alessandro Maida, darà il benvenuto ufficiale agli ospiti dell’ateneo per l’anno accademico 2008/2009. La breve conferenza offrirà alla presidente di Esn Sassari, Giovanna Fois, l’occasione per presentare le attività e gli scopi dell’associazione.
 Dopo i saluti, tutti gli ospiti potranno prender parte a un buffet offerto dall’Università di Sassari in collaborazione con Esn Sassari. Ci sarà musica fino a tarda sera. Subito dopo i membri dell’associazione inviteranno gli ospiti stranieri ad una festa a sorpresa.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
MEDICINA. Confronto sabato nella clinica psichiatrica 
Depressione e cambiamenti d’umore 
 
 CAGLIARI. «Depressione: dalla psicoBiologia alla clinica» è il tema del convegno medico in programma sabato, alle 10, nell’aula magna della clinica psichiatrica, in via Liguria 13. Il convegno ha l’obbiettivo di mettere in evidenza come depressione e disturbi dell’umore, nonostante i progressi scientifici, molto spesso non siano ancora correttamente diagnosticati e in più occasioni trattati in modo non sempre adeguato. I covegnisti presteranno particolare attenzione all’influenza degli aspetti genetici e ambientali sulla psiche umana. Tra i relatori Bernardo Carpinello e Giovanni Bigio
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
SEMINARIO 
La cooperazione internazionale: il futuro 
 
CAGLIARI. Cooperazione internazionale: opportunità per imprese. associazioni e professionisti è il tema del seminario organizzato questa sera, alle 17, nell’aula magna della facoltà di Scienze politiche, dal master in progettazione europea, in collaborazione col Centro servizi della Camera di commercio. Tra i relatori Antonello Chessa, esperto di internazionalizzazione delle imprese, Emanuele Cabras dell’Item e Stefania Aru dell’Interforum.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Questionario e social

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