Venerdì 10 ottobre 2008

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 ottobre 2008
Rassegna quotidiani locali

 
L'UNIONE SARDA
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 51
Assegnato allo scrittore francese il premio Nobel per la letteratura, entusiasmo in patria
Le Clezio, poeta in viaggio nelle metamorfosi del mondo
Un riconoscimento per la sua capacità di sperimentare ed esplorare
 
 Come la maggioranza dei narratori francesi che debuttano negli anni Sessanta e nel momento del fulgore del “Nouveau roman”, anche Jean-Marie Gustave Le Clezio, cui è stato assegnato ieri il premio Nobel per la letteratura, è prima attratto dalla ricerca e dallo sperimentalismo. Dopo aver dedicato la sua attenzione ai temi dell'alienazione, indagata sul piano linguistico con giochi anche formali e talvolta persino grafici, trova un sua più piana e risolta espressività, che nasce dall'esperienza personale e ha al fondo la sua vita, il suo amore per i viaggi e la sua curiosità, arrivando a descrivere l'incontro-scontro di culture.
Così, se simbolo della sua prima fase è il romanzo d'esordio Il verbale , pubblicato a 23 anni nel 1963 e con cui vince subito il premio Renaudot, per suo punto d'approdo si può citare un romanzo del 1980, Deserto . Il primo narra di Adam Pollo, uomo vagabondo e sensitivo che, isolato in una casa abbandonata, vive una serie di metamorfosi - non si sa quanto reali e quanto stati d'alienazione mentale - e, allo spaesamento del protagonista, corrisponde una destrutturazione del linguaggio e della forma della narrazione. Il deserto ha al centro ancora una metamorfosi, quella di una giovane donna nomade del Sahara sudanese che lascia il deserto e, tra mille peripezie e sofferenze, diventerà una celebre fotomodella dal fascino esotico, che deciderà però di tornare nel suo deserto per ritrovare se stessa, la propria tranquillità e per far nascere suo figlio. Il tutto mentre sullo sfondo si rievocano gli scontri d'inizio Novecento tra le tribù Tuareg e le truppe colonizzatrici francesi.
«Esploratore di un'umanità dentro e fuori la civiltà imperante», come dice la motivazione del Nobel, nei libri di Le Clezio vivono idee, immagini, suggestioni diverse, passando da un paese o un continente all'altro, frutto di una vita passata a viaggiare e girare mezzo mondo, oltre che di una famiglia legata alla figura del padre dello scrittore, medico di origine bretone, ma nato nelle Mauritius e che ha lavorato nella Guyana Britanica e poi in Nigeria, dove fu anche per un anno Jean-Marie bambino, con la madre e il fratello. Una storia che tornerà nel romanzo L'africano del 1991, in cui narra con gli occhi di un bambino il viaggio di questi in Africa con la madre, dove suo padre, un rigido dottore inglese, sta inseguendo in solitudine i propri sogni.
Spesso i suoi personaggi sono esseri solitari, magari esuli dal proprio mondo originario, vittime delle proprie illusioni, in lotta per trovare un modo di sopravvivere e armonizzarsi in un mondo moderno e tecnologico. Mossi dall'ossessione per la morte, aspirano a una qualche forma di autenticità e a difendersi dall'aggressione del mondo circostante, contrapponendo alla schematicità del pensiero razionalista francese e occidentale un sentimento profondamente spirituale. Tra i testi esemplari sulla costrizione a fuggire inseguendo una personale idea di salvezza, Stella errante , storia di un'adolescente ebrea che, dopo aver patito umiliazioni e terrore nella Francia occupata dai nazisti, emigra in Israele, dove diventa amica di una coetanea palestinese, anche lei costretta a lasciare il suo paese.
Le Clezio, che racconta di aver scoperto l'amore per la scrittura a otto anni e di non averla più abbandonata, è nato a Nizza il 13 aprile del 1940, dove studia e si laurea in lettere, proseguendo a specializzarsi all'università di Bristol e poi a Londra, prima di andare a insegnare all'estero, in un'università buddista in Tailandia a fine anni '60, in Messico, a Boston e a Austin in Texas, viaggiando anche in Nigeria e Giappone. Nel 1960 si sposa con la prima moglie, di origini polacche, da cui divorzierà e, dalle seconde nozze, ha una figlia. Oggi vive principalmente in Francia, tra Nizza e Parigi, con soggiorni ad Albuquerque, nel New Messico, nella cui università ha insegnato. Ha tradotto nel 1976 Le profezie di Chilam Balam , opera mitologica Maya. Rappresentazione ideale di una visione armonica ed essenziale del mondo sono, per Le Clezio, i nativi americani, cui ha dedicato il saggio Il sogno messicano (1988).
Mentre lo scrittore nelle prime reazioni a caldo si è detto «commosso e felice», «grande fierezza» è stata espressa dal presidente Nicolas Sarkozy, che ha ricordato come dal 1901 siano ormai 14 gli scrittori francesi che hanno ottenuto il massimo riconoscimento. E tra questi alcuni monumenti della letteratura come Jean Paul Sartre (che lo rifiutò), Camus, Claude Simon. Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali, il Nobel per la letteratura è per la Francia un successo importante in un momento in cui si incrociano ipotesi di un declino della cultura francese. Un tema trattato in prima pagina dal periodico americano “Time” molto contestato in Francia. Il premier Francois Fillon non si è lasciato sfuggire l'occasione e ha subito affermato che il Nobel a Le Clezio «smentisce con clamore la tesi del preteso declino della cultura francese». Anche il neo vincitore, in una improvvisata conferenza stampa alla sede della Gallimard, ha rifiutato tale tesi: la cultura francese «è molto ricca e diversificata, non c'è alcun pericolo di un declino», ha rassicurato.
Ancora un po' disorientato, ma molto, molto felice. «Non me lo aspettavo, con tutti quei nomi in lizza...Come tutti i grandi premi è una grande fortuna, un incoraggiamento ad ogni età, permette di prendere tempo», ha detto dedicando il Nobel a Claude Gallimard, che nel 1963 pubblicò Il verbale , per poi diventare un grande amico. Si dice «lettore» di Samuel Beckett, di Philip Roth («Riceverà questo premio un giorno ma resterà un grande scrittore anche senza»), estimatore di Claudio Magris («Una persona eccezionale») e della poetessa di origine italiana Christine de Pisan, prima donna di lettere francese, esempio di una cultura, quella francese, fondamentalmente «meticcia».
Le Clezio ha un solo messaggio in risposta alla crisi politica ed economica attuale: leggere. «Continuare a leggere romanzi, un buon modo di interrogare il mondo attuale, di porsi domande». Scrivere? «È ascoltare il rumore del mondo, l'artista è quello che ci indica una parcella di mondo». Lui non corre certo il rischio ventilato da Sartre - che rifiutò il Nobel perché rifiutava di essere consacrato prima della morte - e cioè che uno scrittore che ha ricevuto il premio possa lasciarsi andare perché tanto ha ottenuto tutto».
2 – L’Unione Sarda
Prov Gallura Pagina 43
olbia
Paesaggio e turismo: convegno internazionale
 
Salvaguardia del paesaggio e sviluppo del turismo, realtà spesso contrastanti tra loro, saranno oggetto di un convegno internazionale organizzato dai geografi del Dipartimento di teorie e ricerche dei sistemi culturali. L'incontro sarà ospitato all'Expò , dal 15 al 17 ottobre.
Sono diversi i motivi che hanno fatto ricadere la scelta su Olbia. «La città si presta particolarmente a questo genere di confronto - ha spiegato il presidente del comitato organizzatore, Giuseppe Scanu - si tratta di una località a forte connotazione turistica che, allo stesso tempo offre grandi suggestioni paesaggistiche».
Il convegno coinvolgerà tre facoltà dell'università di Sassari: Lettere e filosofia, Economia e Lingue e letterature straniere. Il confronto non riguarderà soltanto la Sardegna, prima regione ad aver adottato le linee del piano paesaggistico, ma anche le realtà di Piemonte, Puglia e Campania. «Si tratta di un iniziativa di particolare importanza - ha detto il sindaco, Gianni Giovannelli - da una comune riflessione potranno emergere idee e indicazioni utili per le amministrazioni galluresi».
Alla presentazione del convegno parteciperanno, oltre al sindaco, la presidente della provincia Pietrina Murrighile e il presidente della Regione, Renato Soru».( e.n. ) 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
Il San Giovanni di Dio compie 150 anni
L'11 ottobre del 1858 i primi pazienti trasferiti nell'ospedale progettato da Gaetano Cima
Tra pochi mesi la Clinica Macciotta e l'Ostetricia al Policlinico
Domani l'ospedale Civile compie 150 anni. I numeri del passato e quelli del presente
 
L'ospedale San Giovanni di Dio compie 150 anni. Secondo il canonico Spano l'edificio progettato dall'architetto Gaetano Cima venne aperto agli ammalati nel 1858. Spulciando nell'archivio storico comunale salta fuori la data ufficiale: 11 ottobre 1858. Giorno in cui «I poveri infermi furono traslocati» dopo la benedizione della cappella e dei cameroni. E ora, dopo un secolo e mezzo di storia l'ospedale gestito da Università e Regione sta per essere trasferito. Entro la prossima primavera la Clinica Macciotta e Ostetricia e ginecologia verranno spostate al Policlinico di Monserrato, dove stanno per essere ultimati i lavori del polo Materno-infantile.
LA STORIA La prima pietra del Civile fu posata il 4 novembre 1844 dal viceré De-Launay. Fu progettato dal Cima come ospedale (altri edifici destinati alle cure e ai ricoveri in precedenza erano caserme o conventi riadattati) per prendere il posto del vecchio nosocomio di Sant'Antonio, ospitato nell'omonima chiesa di via Manno, che venne successivamente chiuso. Secondo il canonico Spano i primi reparti furono occupati dai pazienti nel 1858. Ultimare l'edificio fu una questione lunga e complicata: allora come oggi raccogliere i finanziamenti era complicato.
I NUMERI Un secolo e mezzo fa nelle corsie del San Giovanni di Dio erano ricoverati 60 ammalati. Nella stessa costruzione c'era anche il manicomio che ospitava 30 malati di mente. Il canonico Spano, oltre a elogiare la costruzione e l'assistenza ai pazienti, mette in evidenza l'organizzazione moderna della gestione. L'amministrazione dell'ospedale era affidata au una commissione formata da un presidente e sei componenti, un economo e un consiglio direttivo, che era incaricato della sorveglianza del servizio medico chirurgico.
LA STRUTTURA ATTUALE L'ospedale Civile si è trasformato con il tempo in una gigantesca fabbrica della salute che muove circa 115 milioni di euro all'anno. I numeri di medici, infermieri e pazienti sono cresciuti in modo esponenziale. Attualmente i posti letto sono 422 (377 di degenza e 45 in day hospital) suddivisi in 25 strutture (16 i reparti di degenza). Un vero esercito il personale che ogni giorno presta la propria opera nella struttura: 1136 tra medici, infermieri, farmacisti e impiegati.
IL FUTURO Nei programmi dell'Azienda mista (Regione e Università) c'è lo spostamento dei reparti del Civile al Policlinico. Neurologia ha già traslocato. «Entro aprile dell'anno prossimo contiamo di trasferire la clinica Macciotta, Ginecologia e ostetricia a Monserrato», afferma il direttore generale Ninni Murru. «Siamo in attesa di un ulteriore finanziamento per costruire un nuovo blocco. Il nostro scopo è di riunire le strutture universitarie, comprese quelle esterne al San Giovanni di Dio (Ortopedia e neurochirurgia ora al Marino, Urologia al Santissima Trinità, Centro trapianti, Genetica e Centro per la sclerosi multipla al Binaghi), in un unico centro.
LA FABBRICA DEI BIMBI Il centro Materno infantile del Policlinico di Monserrato è costato circa 13 milioni di euro (70 per cento Università, 30 Regione). «Con il finanziamento è stata realizzata una struttura dove medici e infermieri forniranno non solo assistenza medica, ma effettueranno anche ricerca e formazione», afferma Murru. Ecco come sarà strutturato il nuovo edificio. «Al pian terreno sorgeranno gli ambulatori. Al secondo piano ci saranno il Puerperio, la Neonatologia e la Terapia intensiva neonatale. Al terzo verranno allestiti i reparti di endocrinologia e ostetricia, le sale travaglio e il day hospital. Al quarto piano ci saranno la Ginecologia e i laboratori». Le stanze (tutte con due letti) saranno dotate di tutti i comfort e, a richiesta, saranno a disposizione delle pazienti camere singole.
ANDREA ARTIZZU 
 4 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 17
Ottantasei tirocini
 
Nell'ambito del Progetto “Erasmus student placement”, cofinanziato dalla Commissione europea e dalla Regione sarda, sono stati messi a concorso 86 tirocini con borsa, della durata di 3-6 mesi. L'importo è di 600 euro al mese. Gli studenti interessati devono utilizzare esclusivamente il modulo di candidatura disponibile nel sito: www.uniss.it. La stampa cartacea del modulo dovrà essere presentata in duplice copia, unitamente alla documentazione richiesta, all'Ufficio protocollo dell'Università di Sassari, piazza Università 21 di Sassari, entro le 12 di martedì 14 ottobre. Il bando è scaricabile dal sito dell'Università. (al. co.)

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
BREVI
MARKETING E COMUNICAZIONE
Premio Ichnusa per gli universitari
 
 Al via la Iº edizione del “Premio Ichnusa”, competizione di marketing e comunicazione tra gli studenti dell’Università di Sassari e Cagliari. Entro il 9 gennaio 2009, i ragazzi, “osservatori privilegiati” della società sarda, dovranno presentare un progetto che, partendo da un’analisi degli stili di vita in Sardegna, evidenzi successivamente lo scenario birrario sull’isola ed eventuali piattaforme di comunicazione potenziali e finora inesplorate. Partendo da tali presupposti, gli studenti presenteranno un vero e proprio piano di marketing da loro concepito e un’idea creativa di uno spot virale in linea con la cultura sarda, nonché i valori e il vissuto di un marchio storico come Ichnusa. Il gruppo dell’ateneo vincitore avrà l’opportunità di partecipare ad un corso di formazione sulla cultura della birra della durata di una settimana.
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Cagliari
Domani un convegno internazionale di scienziati alla Facoltà di ingegneria 
Un ecoparco seppellirà le discariche Su 50 ettari un laboratorio naturale 
 
SERBARIU. Un Ecoparco prenderà il posto degli spazi occupati dalle discariche minerarie. La proposta verrà discussa domani nell’aula magna della facoltà di Ingegneria, in piazza D’Armi (inizio alle 9) a Cagliari, nel corso di un convegno internazionale (presenti scienziati di tutta l’Europa) per la presentazione al pubblico di un concorso internazionale di idee dal titolo “Serbariu: dalla discarica all’Ecoparco minerario”.
 L’iniziativa è dei Rotary Club di Cagliari, Carbonia ed Iglesias, in collaborazione con il Comune di Carbonia, la società Ligestra srl, il Digita - Dipartimento di Geoingegneria Tecnologie Ambientali, il Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Cagliari, il Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna e la società Ecorearch Scrl, con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari.
 I tre Rotary Club organizzatori doneranno il progetto vincente all’amministrazione comunale di Carbonia, che a sua volta dovrà reperire i fondi per la realizzazione del progetto.
 L’Ecoparco Minerario, che verrà realizzato negli spazi attualmente occupati dalle discariche degli sterili di trattamento della vecchia miniera di carbone di Serbariu, pari a circa 50 ettari, sarà la sede di un Centro di ricerca e divulgazione delle tecniche di ingegneria naturalistica. Con il termine “ingegneria naturalistica” si intende il complesso di tecniche che vengono praticate per consolidare i versanti e ridurre il rischio di erosione del terreno e che prevedono l’utilizzo di piante vive o di parti di esse (semi, radici, talee) da sole o in combinazione con materiali naturali inerti e materiali artificiali biodegradabili e non biodegradabili.
 Nell’Ecoparco una équipe di ricercatori, costituita da ingegneri ambientali e botanici, sotto la guida del Digita e del Dipartimento di Scienze botaniche dell’università di Cagliari, studieranno e sperimenteranno l’utilizzo di essenze vegetali autoctone per il consolidamento dei pendii e per la depurazione delle acque di falda.
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
ARCHITETTURA 
Oggi in programma due conferenze 
 
 ALGHERO. Per oggi, organizzate dalla facoltà di Archetettura sono in programma due conferenze. La prima alle 15 nell’ex asilo Sella su “Benessere, qualità di vita e approccio delle capacità”, (interventi di Maria Luisa di Tommaso dell’Università di Torino e di Valentina Talu dell’ateneo sassarese. La seconda conferenza alle 19 (con Lorenzo Cotti ed Eloisa Vacchini) su “Architetture del riciclo e dell’energia: i casi del Piano di Magadino e del termovalorizzatore di Giubiasco”.
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Cure biotecnologiche per il futuro e impatto sociale della medicina 
Le novità del congresso della Società sarda di ortopedia 
 
 ALGHERO. Si è svolto nello scorso fine settimana all’hotel Catalunya il 29º congresso della Nuova Società Sarda di Ortopedia e Traumatologia presieduto dal professor Tranquilli Leali, direttore della Clinica ortopedica dell’Azienda ospedaliero- universitaria di Sassari. L’evento si è svolto con il patrocinio della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia. Durante il convegno è stata dedicata grande attenzione al ruolo delle biotecnologie per la cura della cartilagine e dell’osso e sono state presentate le novità della chirurgia protesica e le nuove soluzioni nella diagnosi e terapia delle patologie della mano e del rachide. I problemi trattati, rilevanti per l’alto impatto sociale e clinico, richiedono infatti l’esigenza di concordare indirizzi diagnostico-terapeutici che delineino “norme guida” applicabili nella pratica clinica quotidiana. I dati scientifici teorici emersi dal convegno, mirati a ottimizzare i rapporti fra le nuove soluzioni in assenza di nuove problematiche si dovranno integrare con la realtà territoriale, per un utilizzo razionale delle risorse umane, scientifiche ed economiche. Ai lavori hanno partecipato in qualità di relatori o moderatori, ortopedici, medici, fisioterapisti, infermieri professionali, esperti della riabilitazione e chirurghi provenienti da tutte le strutture sanitarie della Sardegna oltre a specialisti di primissimo livello tecnico scientifico provenienti da strutture sanitarie di diverse parti della Penisola e Le diverse tematiche sono state affrontate attraverso sessioni scientifiche, casi clinici, dibattiti, workshop che hanno reso il Congresso fonte di aggiornamento tecnico-scientifico e di incontro tra l’eccellenza della ricerca e le tecnologie qualificate proposte dalle imprese. Tutte le sessioni sono state accreditate presso il ministero della Salute in ordine all’acquisizione dei crediti Ecm. Il congresso si è chiuso sabato scorso con la premiazione della migliore comunicazione e del miglior poster.
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
Lettere
Vorrei sapere che fine ha fatto il mio rimborso perché Università ed Ersu non mi danno risposte 
 
“Forse Padre Pio sarà più celere nel pagarle il rimborso che le spetta”. Quando ci si sente rispondere in questo modo da un segretario, significa che solo per beata intercessione uno studente può ricevere un rimborso-tasse che aspetta dal 2007 e che l’Università di Sassari sembra aver inghiottito nel nulla.
 Significa che qualcuno ti suggerisce che non ci sono speranze per la tua causa. Ma neppure le numerose invocazioni ai santi mi hanno permesso di risolvere il giallo che avvolge il mio caso di studentessa dimenticata dalla burocrazia universitaria. Nonostante tutto ho deciso di non arrendermi al fatalismo del segretario che consiglia di rivolgermi al Signore.
 Correva l’anno accademico 2006/2007 e, sebbene borsista Ersu, mi sono ritrovata a dover pagare le tasse d’iscrizione con la garanzia di riceverne integrale rimborso entro aprile 2007. Corre l’anno accademico 2008/2009 e il rimborso non arriva.
 Da otto mesi chiamo ogni ufficio, ma Ersu e Università si scaricano le responsabilità a vicenda. Nonostante sui loro computer risulti un importo di 427 euro da incassare, nessuno sa dirmi se i soldi che aspetto da oltre due anni sono finiti nelle tasche sbagliate o se si sono suicidati nel tentativo di raggiungermi attraverso gli oscuri sistemi di calcolo dell’amministrazione universitaria. Chiedo a chi dovrebbe lavorare per noi studenti di rispondere almeno una volta a quel telefono. Voglio chiarezza. Basta con segreterie ingolfate da personale il cui operato nessuno controlla. Uno studente non chiede altro che, quando ci sono problemi, qualcuno sia pronto, se non a risolverli, almeno a rispondere a una semplice telefonata. L’università siamo noi studenti. L’università oggi sono io, che chiedo una risposta. E spero non sia chiedere troppo.
 Spero che qualcuno riceva il mio segnale, se non su questa terra almeno nel mondo ultraterreno. A meno che non arrivino prima gli alieni dei miei soldi.
Giovanna Tedde Bonorva
 
 

Questionario e social

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